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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 26 Aprile, 2007 - 10:16

inaccettabile razzismo contro i rom a milano

Ricevo da Dijana Pavlovic ( http://freeweb.supereva.com/dijanapavlovic/)
Giovedì 19 aprile è stato convocata una seduta del consiglio di zona 3, a Milano, aperto agli interventi dei cittadini e con la presenza, annunciata, del assessore Moioli e di Don Colmegna. Il tema era il cosiddetto "campo nomadi" all’interno del parco Lambro (soluzione temporanea per i Rom cacciati da Opera e in attesa di una soluzione definitiva).

Dato che era stata annunciata la massiccia presenza di attivisti della Lega Nord, di AN e dei “comitati cittadini contro i Rom” e che tra gli iscritti a parlare non c’era nessuno in nome dei Rom, la consigliera della Lista Fo (che è anche la mia lista) mi ha invitato ad intervenire.

La prima cosa triste che ho visto entrando, è stata un consigliere di zona con una maglietta con la scritta: “Zingari in zona 3? No grazie!” (vedi foto, “Un uomo può sorridere ed essere un malfattore!” W. Shakespeare).

Dentro la sala c’erano più di duecento persone che urlavano: "li vogliamo fuori dalle palle! Portateveli a casa vostra!..." Don Colmegna non c’era e mi hanno riferito che, prima che arrivassi io, l’assessore Moioli aveva tentato di parlare ma a causa delle urla disumane non si era capito nulla di quel che aveva detto.

E questo solo perché aveva tentato di esporre il suo “fantastico” progetto sugli “zingari”: recintati e controllati a vista continuamente ma non cacciati via, perché questo sarebbe illegale.

Gli interventi dei “cittadini” erano unanimi: “Questa è casa nostra, non li vogliamo, sporcano, rubano, non vogliamo trattare, se ne devono andare fuori dalle palle!”.

Qualcuno è arrivato persino al punto di prendersela con l’amministrazione per aver piantato degli alberi davanti al campo provvisorio, svelando un piano diabolico: nascondere i Rom e le loro attività criminali. La protesta si concretizzava nella geniale proposta di tagliare tutti gli alberi del parco, a fin di bene, e per la sicurezza dei cittadini onesti.

Avendo raggiunto il mio limite di sopportazione, sono uscita. E fuori ho incontrato nuovamente il consigliere in “maglietta”, così ho chiesto di poter fare qualche foto. Forse pensando che fossi una giornalista, il consigliere mi ha dato il permesso. Sembrava molto contento e orgoglioso. Nessuno ancora aveva capito chi io fossi.

Poi, una signora mi ha riconosciuto: “Ma è la zingara che ho visto in televisione!” ...un’attimo di stupore e di gelo e poi è partito un brusio generale che subito è divenuto un frastuono di insulti. Ma per fortuna mi hanno invitato ad entrare per il mio intervento.

Avevo preparato un discorso pacifico, nel quale si dice che porto la voce di tanti Rom di Milano, onesti e lavoratori, pronti al dialogo, al fine di trovare le migliori soluzioni abitative. Avrei anche voluto dire che le persone contro le quali si ribellano sono una quarantina di uomini donne e bambini (gli altri sono stati cacciati via, per una trasgressione del patto di legalità ma questa è un’altra storia di ingiustizia), tutta gente per bene, lavoratori, poveri ma con il diritto sacrosanto alla dignità umana.

Avrei voluto dire che anche ai Rom non piace vivere nei "campi", che chiedono alle istituzioni di impegnarsi a cercare altre soluzioni, insieme a loro. Non l’ho potuto dire.

Sono stata aggredita verbalmente e, poi, quasi fisicamente. Sono stata insultata: "Zingara di merda! Torna a casa tua! Non ti vogliamo! Fuori dalle palle!..."

Passati i tre minuti che mi erano concessi per l’intervento, la polizia, insieme a un’altro attivista in maglietta verde, sono venuti da me offrendomi la scorta per uscire. Ovviamente ho rifiutato, volendo rimanere fino alla fine.

Ho sentito il capogruppo di An in Provincia, De Nicola, dire: “Noi non siamo razzisti”, tenendo la mano sulla spalla dell’attivista in maglietta con scritta "zingari – no grazie".

Ho sentito l’assessore Moioli dire: “Ragazzi calmatevi, questi non rubano, lo sapete bene, perché questi sono controllati, il problema sono gli altri, quelli che sono fuori”.

Mi sono vergognata per quella poca gente (salvo rare eccezioni) che dice di essere di sinistra e che rappresenta la sinistra in quel consiglio che ha applaudito il discorso finale dell’assessore e che non si è alzata, non ha detto una parola o fatto qualcosa quando sono stata fortemente insultata.

Ma del resto, nel loro piccolo, dall’interno di un consiglio di zona, loro seguono la politica della sinistra milanese in generale che non ha la forza di alzare la voce contro questa barbarie e appoggia coloro che vogliono recintare, controllare, segregare.

A coloro che pensano di poter ignorare o sminuire il razzismo e l’odio gridatoci apertamente in faccia, che è come un virus che si sta allargando in tutta la Lombardia, chiederei una riflessione al di là dei giochi politici, di alleanze e di “bandierine”: non si è arrivati ad un punto dove è necessario dire basta, alzare la voce e fare qualcosa? Qual è il limite di sopportazione prima di condannare, chiaramente e apertamente, quello che sta accadendo?

E’ gia accaduto in passato, di non dare peso a posizioni simili, ignorando segnali precisi di razzismo e violenza. Sappiamo bene cosa ha portato.

Ma chiederei la stessa cosa a quelli come me, al mio popolo, ai Rom. Qual è il limite di sopportazione? Possiamo permettere ancora una volta questo virus? Non ci riguarda tutti quello che sta accadendo, nonostante in questo caso si tratti di Rom Rumeni? Non è forse la stessa cosa? Non ci toccherà tutti e anche presto? Non dobbiamo ai nostri antenati morti nei lager, a noi stessi e ai nostri figli, di unirci per una volta e far sentire ed ascoltare la nostra voce? O aspetteremo come sempre di subire quello che gli altri vogliono e decidono per noi?

La Storia ci dice che hanno sempre voluto e preso decisioni terribili. Perchè questa volta dovrebbe essere diverso? Perché viviamo in un paese democratico e in una società civile?

Io vengo da un paese che, in tutti questi anni, ho sentito definire non - democratico, un regime che negava diritti e libertà. Ma sono dovuta venire a Milano per sentirmi dire che avevo bisogno di una scorta, per il solo fatto di aver dichiarato la mia appartenenza etnica. Opre Roma!

di Dijana Pavlovic
http://freeweb.supereva.com/dijanapavlovic/

Giovedì, 26 Aprile, 2007 - 10:13

ROMPIAMO LE FILE!

LEGAMBIENTE Circolo Erbamatta Alto Lodigiano
organizza un Convegno/Dibattito:
Venerdì 4 maggio, ore 21
a ZELO BUON PERSICO
presso l’Oratorio, via Dante 56
dibattito
ROMPIAMO LE FILE!
sul problema dei trasporti verso Milano •           
L’AGOGNATO PROLUNGAMENTO DELLA METROPOLITANA
 •   
LE NUOVE LINEE ALTERNATIVE DEGLI AUTOBUS
 •   
 
LA PAULLESE TRA CODE E CANTIERI
 
Parteciperanno
PIEROLUIGI BIANCHI (Assessore Trasporti Provincia Lodi)
MARCO BROGLIA (Responsabile Area Trasporti Metropolitana Milanese SpA)
ADORNO MARAZZINA (Promotore della proposta per un nuovo percorso autobus)
PAOLO MATTEUCCI (Assessore Trasporti Provincia Milano)
RENATO MAZZONCINI (Amministratore delegato della Autoguidovie)
DAMIANO ROSSI (Direttore Tecnico della società Polinomia)
PIERLUIGI TAMAGNI (Consigliere Provincia Cremona)
FRANCO VALENZANO (Promotore petizione per il prolungamento della metropolitana)
Conclusioni
SENATORE GIANNI PIATTI (Sottosegretario Ministero ambiente e tutela del territorio e del mare)
 
Partecipate numerosi, è un'occasione importante,come avrete capito dai
titoli degli argomenti che si tratteranno e dai rappresentanti delle Istituzioni
locali che parteciperanno...
 
Un cordiale saluto.
Franco Valenzano
COMITATO "CPM3" COMITATO PER IL PROLUNGAMENTO DELLA  LINEA 3 DA SAN DONATO A PAULLO 
http://fraval.splinder.com
HYPERLINK "http://www.petitiononline.com/M3PAULLO/"http://www.petitiononline.com/M3PAULLO/_

Mercoledì, 25 Aprile, 2007 - 17:41

ZTL Navigli

Più che ZTL -zona a traffico limitato sui Navigli- si dovrebbe
chiamare ZTA-zona a traffico aumentato-.Difatti da quabdo sono stati
installati i pilomat, circa 10 gg.fa, il traffico nell'area Navigli non
ha subito alcuna riduzione.Dai varchi passano moto e motorini, alcune
auto aggirano i pilomat entrando dalla darsena in contromano. Resta poi
la beffa che il telecomando - come era prevedibile- è duplicabile. Fa
specie che mentre in tutta Italia si stanno sostituendo i pilomat con
le telecamare, a Milano si sia voluto proseguire su questa strada,
onerosa per le continue rotture - dopo 2 gg.erano già rotti - e
costosa per le manutenzioni. Altra beffa è che la chiusura non tiene
conto della presenza all'interno dell'area di 2 scuole.Da ultimo vorrei
segnalare che se nella prima ordinanza del sindaco i furgoni potevano
scaricare dalle 8 alle 11, ora con nuova ordinanza del 10 aprile c.a.
possono farlo dalle 5 alle 7,30 e dalle 11 alle 15 con tutti i disagi
del caso per i residenti.
Forse il motto è scontentare tutti per non risolvere i
problemi.A.Valdameri consigliere di zona 6

Venerdì, 20 Aprile, 2007 - 15:49

Petizione per una mobilità equa

Petizione per una mobilità equa e sostenibile

Al Ministro delle Infrastrutture
Al Ministro dei Trasporti
Al Presidente delle Ferrovie dello Stato
Al Presidente di Trenitalia
Al Presidente della Rete Ferroviaria Italiana
Ai Presidenti delle Regioni
Sono più di 1.600.000 i passeggeri che ogni giorno viaggiano sui treni locali, e circa 500 mila gli abbonamenti al trasporto ferroviario nazionale.
Chi utilizza il treno per andare al lavoro aiuta la collettività, perché non contribuisce né al traffico né allo smog. Ma spostarsi ogni giorno in treno è spesso una brutta avventura, fatta di ritardi estenuanti, carrozze sporche e sovraffollate, scarsa sicurezza.
Noi cittadini convinti che il trasporto ferroviario locale vada reso più moderno, sicuro, efficiente, così da garantire a tutti un effettivo diritto alla mobilità
chiediamo:
  • Il potenziamento della rete: raddoppio dei binari lungo le tratte principali, rinnovo del parco circolante, aumento dei treni regionali e metropolitani.
  • Una strategia per alleggerire il traffico ferroviario nei nodi urbani attraverso linee di aggiramento dei treni merci.
  • Più risorse per migliorare la qualità del servizio offerto: sicurezza, puntualità, igiene
  • Che venga da subito applicato l' indennizzo ai pendolari, come già previsto dalla carta dei servizi, in caso di mancato rispetto degli standard minimi di puntualità dei treni.
Venerdì, 20 Aprile, 2007 - 10:03

Solidarietà a Emergency

Piena solidarietà a Emergency. Il governo italiano intervenga

L'assassinio di Adjimal Nashkbandi, l'ostilità evidente del governo Karzai contro Emergency, la prigionia di Rahmatullah Hanefi, la decisione del governo afgano, in piena sintonia con i comandi Nato di non trattare più per la liberazione di ostaggi si inscrivono evidentemente in un quadro di guerra legittimato dall'Onu, ma non per questo meno cruento e inaccettabile.
Che in Afghanistan ci si stia per la guerra e non per la pace è del resto dimostrato dalla decisione italiana di inviare elicotteri Mangusta e nuove truppe, o da quella tedesca di inviare gli aerei Tornado. Nello stesso tempo si mette a repentaglio l'attività di un'organizzazione umanitaria come Emergency, la cui opera è evidente a tutti.
Oggi noi vogliamo ribadire la nostra ferma contrarietà a questa missione continuando a chiedere il ritiro delle truppe italiane come unica condizione possibile per cambiare prospettiva.
Fare finta di non sapere che la missione Isaf è nata per sostenere il governo di Karzai rappresenta una posizione indifendibile.
Pensiamo allo stesso tempo che il governo italiano debba fare di tutto per proteggere l'iniziativa di Emergency anche perché non si può utilizzare un'organizzazione quando fa comodo per poi scaricarla sotto le linee direttive dell'alleanza atlantica. E' anche una questione di dignità, umana prima che politica o nazionale.
Crediamo che il governo debba fare tutto il possibile, quello che ancora non sta facendo, per la liberazione di Rahmatullah Hanefi. Parole come quelle pronunciate dal responsabile della sicurezza del governo Karzai sono inaccettabili.
Anche noi riteniamo che non sarebbe pensabile un impegno di Emergency che non sia, come è stato dal 1999 a oggi, rivolto a offrire assistenza sanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, solo in nome di questo bisogno, civili o combattenti, in totale indifferenza verso appartenenze o divise. Il governo italiano non può accettare l'intimidazione, noi non la accettiamo.

Riccardo Bellofiore, Piero Bernocchi, Sandro Bianchi, Mauro Bulgarelli, Paolo Cacciari, Salvatore Cannavò, Sergio Cararo, Luca Casarini Giulietto Chiesa, Lidia Cirillo, Danilo Corradi, Giorgio Cremaschi, Flavia D'Angeli, Tommaso Di Francesco, Nicoletta Dosio, Laura Emiliani, Marco Filippetti, Dario Fo, Jacopo Fo, Olol Jackson, Fosco Giannini, Pierpaolo Leonardi, Aurelio Macciò, Piero Maestri, Luciano Muhlbauer, Gigi Malabarba, Franca Rame, Gianni Rinaldini, Fernando Rossi, Marco Santopadre, Nando Simeone, Fabrizio Tomaselli, Franco Turigliatto, Vauro Senesi, Giovanna Vertova.

Per adesioni: scannavo@hotmail. com
Giovedì, 19 Aprile, 2007 - 14:42

Via Calvi: cosa succede?

Al Presidente della Commissione Edilizia del Consiglio di Zona 4
Bruno Bernardi
Al Consiglio di Zona 4 e alle sue componenti

 
 
 
Interrogazione sulal verifica della sussistenza, della eventuale destinazione e della portata del progetto di edificazione presente nel cortile del condominio sito in Via Calvi 15 Milano
 
 
Considerata di fatto
 
la presenza nel cortile del condominio di Via Pietro Calvi 15 dei resti della costruzione di un edificio, sottoposto a demolizione, prima adibito a utilizzo per deposito di materiali, di cui rimane solamente una parete interna e una parte esterna,
 
Considerato di fatto
 
la non conoscenza da parte dei condomini degli abitati in questione e interessati in quanto si affacciano sul cortile dell’esistenza di nessun tipo di progetto di edificazione nell’area suddetta e in cui sorgeva la costruzione, che consisteva in un solo piano terreno,
 
Vista
 
l’esigenza di verificare la portata volumetrica, lo stadio di avanzamento esecutivo o definitivo, e la destinazione d’uso di un possibile progetto di nuova edificazione,
 
Si chiede
 
alla Commissione preposta del Consiglio di Zona di predisporre di misure per accertare la sussistenza di un progetto di edificazione nel luogo individuato e di considerare l’indizione di una commissione edilizia avente come punto all’ordine del giorno l’analisi dell’eventuale progetto in tutte le proprie componenti e di verificarne la portata e l’impatto, magari previamente un sopralluogo sul posto interessato al progetto, disponendo della nostra competenza di esprimere un parere a riguardo.
 
 
Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4
 
 

Giovedì, 19 Aprile, 2007 - 14:39

Interrogazione sicurezza stradale

Al Presidente della Commissione Territorio e Viabilità del Consiglio di Zona 4
Giorgio Tomellini
Al Consiglio di Zona 4 e alle sue componenti

 
 
 
Interrogazione su misure di sicurezza per la viabilità e la circolazione pedonale e ciclistica nella città e nella circoscrizione
 
 
Un ordine del giorno presentato in Consiglio Comunale dai consiglieri Davide Corridore, Lista Ferrante, e Maurizio Baruffi, Verdi, propone un dodecagono di proposte finalizzate a uno sviluppo sostenibile della viabilità, un alleggerimento del traffico pesante, autocarri di grossa dimensione e automobili di grossa cilindrata, attraverso il divieto per i SUV dotati di bull bar, ossia paraurti rinforzati e montati in serie, di circolare all’interno della cerchia della 90 – 91 e in tutte le corsie preferenziali per le filovie, in base alla direttiva 26/11/2001 del Consiglio Europeo, e attraverso il divieto per la medesima tratta e i medesimi contesti del transito di camion non dotati di doppio specchietto, come, invece, viene prestabilito dalla direttiva europea 27 del 2005, e, infine, tramite il divieto di circolazione dei camion per la movimentazione terra e delle betoniere destinate ai cantieri nella fascia di orario dalle 8 alle 10 e dalle 17 alle 19, dove si pone una maggiore intensificazione del traffico automobilistico. Nel testo, infine, vengono prospettate misure per garantire maggiore sicurezza del pedone e del ciclista.
Tra le altre proposte riportate nel testo integrale dell’ordine del giorno, si evincono i seguenti punti principali:
sulla portata dei modelli adottati da amministrazioni comunali di molte città europee e di alcune città italiane di varia dimensione, Modena e Torino per esempio, la creazione di zone 30 Km/ora e di zone residenziali, dove poter applicare una diminuzione progressiva della velocità massima di transito delle vetture, nonché, in aggiunta, di reti di piste ciclabili protette a supporto della mobilità quotidiana, con particolare riferimento a estendere misure che garantiscano la tutela e la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti nei tragitti, altamente frequentati casa – scuola, casa – lavoro. Nella proposta viene anche anticipato il provvedimento di destinare yuna figura professionale nell’organico della Polizia Municipale preposta a contattare la famiglia della vittima dell’incidente, seguendo in modo puntuale e diretto il quadro traumatico sotto il profilo psicologico.
Nel testo si propone, infine, l’attivazione di una Consulta per la sicurezza stradale per la città di Milano.
 
Sulla base di queste proposte presentate in Consiglio Comunale dai suddetti consiglieri
 
si chiede
 
alla Commissione Territorio e Viabilità di provvedere ad anticipare la discussione dei medesimi punti programmatici, ponendoli come punti all’ordine del giorno di una prossima riunione, alla presenza di responsabili della Direzione Viabilità e Mobilità del Comune di Milano, e di verificare presso l’assessorato viabilità e mobilità del Comune di Milano e la Direzione Centrale competente se sussistono già dei provvedimenti indirizzati a includere parte di queste proposte, utili a ridimensionare la portata congestionante del traffico cittadino e zonale, nonché la disponibilità e garantire nostre proposte integrative che diano contenuto al condivisibile e fattibile dodecagono in questione e in discussione in Consiglio, presentato dai consiglieri Baruffi e Corritore.
 
Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4

Giovedì, 19 Aprile, 2007 - 09:11

NO allo sgombero rifugiati politici Pco Forlanini


BASTA CON LE PERSECUZIONI
CONTRO GLI IMMIGRATI
No allo sgombero dei rifugiati politici dalla caserma abbandonata del Parco Forlanini
 
Nel settembre scorso un gruppo di oltre 200 tra eritrei ed etiopi arriva in Italia dopo un viaggio lungo e rischioso. Giunti a Milano, l'emergenza viene subito sollevata ed il Comune si occupa dell'inserimento nei dormitori di una parte di loro, mentre per altri 160 organizza un corso di italiano della durata di 10 giorni. Viene tollerata la loro presenza nella caserma abbandonata di Viale Forlanini. Già da tempo punto di ritrovo di senza tetto e immigrati, l’area è priva di servizi - acqua, luce, gas, riscaldamento e rimozione rifiuti. Ulteriori richieste effettuate al ministro per la solidarietà e al ministro degli interni rimangono inascoltate.
 
Lo sgombero dell’area di via Forlanini è imminente a causa di un progetto di allargamento del parco. La proposta del Comune di Milano è che gli immigrati si trasferiscano nei dormitori liberatisi dopo l'emergenza freddo. Tale soluzione non ha garanzie di continuità ed è prevista solo per una minoranza di loro (75) per un periodo di sei mesi, senza nessun percorso di inserimento. La caserma di viale Forlanini rischia così di diventare un’altra via Lecco, dove l’anno scorso i rifugiati hanno accettato di alloggiare nei dormitori e poi hanno ricevuto asilo solo per tre mesi: una tipica soluzione improvvisata a un dramma che si ripete di continuo.
            Come misura immediata, chiediamo che si trovi una soluzione per TUTTI i rifugiati e sollecitiamo in particolare l’impegno concreto della Provincia di Milano, da cui è lecito aspettarsi una sensibilità particolare per un tema di diritti umani come questo.
 
Sappiamo che questo è in realtà un problema nazionale, data la mancanza di una legge quadro in proposito e sottolineiamo l’importanza di risolvere la questione generale con norme chiare, che assicurino pieni diritti ai rifugiati politici in Italia.
 
 
   

www.partitoumanista.it

Centro Umanista La Svolta

Giovedì, 19 Aprile, 2007 - 09:02

Lettera aperta agli abitanti del q.re P.Sarpi


LETTERA APERTA AGLI ABITANTI DEL QUARTIERE PAOLO SARPI
 
 

C’e un’altra Paolo Sarpi, oltre a quella descritta in questi giorni dai giornali e dalle televisioni.
         C’è una Paolo Sarpi che non pensa che qui “il clima sia irrespirabile” e che “la tensione si tagli con il coltello”. Ci sono anche uomini, donne e bambini italiani che vivono accanto a uomini, donne e bambini cinesi con curiosità reciproca e con piacere.
            Anche noi crediamo che la legalità sia un valore da rispettare e salvaguardare, sempre e da parte di tutti, italiani e non italiani.
            Anche noi riconosciamo l’esistenza di problemi (peraltro di lunga data), come quello della viabilità, dei marciapiedi stretti, della necessità di riqualificazione urbanistica del quartiere.
            Tuttavia a noi questo quartiere piace, perché è vivace, sicuro, vario e ricco di stimoli. E riteniamo che i problemi si risolvano con il dialogo e la collaborazione, non seminando e fomentando discordie, né boicottando attività commerciali.
            Chi vive qui sa che non è vero che tra italiani e cinesi regnino soltanto tensione e incomprensione: ci sono anche relazioni di buon vicinato, di scambio culturale, in molti casi di stima e di amicizia. Qualche esempio: il gruppo di bimbi italiani che studia cinese nella scuola di via Giusti, i bambini cinesi che frequentano le scuole italiane e le attività all’oratorio; gli adulti cinesi che studiano italiano e gli adulti italiani che studiano cinese; gli italiani e cinesi che spesso si vedono insieme per la strada o al bar.
            Noi crediamo che sia questa la strada da seguire: non negando i problemi, ma incrementando i momenti di incontro e di conoscenza già spontaneamente in atto, lontano sia dall’ intolleranza, sia dalla violenza.
            Non fa onore a una metropoli europea far mostra di un atteggiamento di chiusura i intransigenza.
            Polo Sarpi non deve essere considerata un problema, ma un laboratorio in cui sperimentare strategie di collaborazione, convivenza e integrazione nel rispetto sia delle leggi, sia delle specifiche identità culturali, dando vita a progetti comuni che accompagnino il nostro quartiere e la nostra città verso il futuro.
 
            Alcuni abitanti della zona
            Referenti: Cristina Fabbri e Nicoletta Russello
 
 

Mercoledì, 18 Aprile, 2007 - 16:26

DIPENDENTI COMUNALI A SCUOLA DI DIRITTI GAY

ROMA: DIPENDENTI COMUNALI A SCUOLA DI DIRITTI GAY

(17/04/2007)  Presentato oggi a Roma il secondo corso di formazione per i dipendenti comunali su `Diversita` e Diritti`.

www.gay.tv

ROMA - Presentato oggi a Roma il secondo corso di  formazione per i dipendenti comunali su 'Diversità e Diritti' organizzato dall’Assessorato alle pari opportunità della capitale. Il corso fa parte delle attività di lotta alle discriminazioni condotte dal Tavolo di coordinamento permanente sull'identità di genere e l'orientamento sessuale di cui fanno parte il Comune di Roma e le associazione lgbt della capitale. Il corso si rivolge al corpo di polizia municipale e ai dipendenti degli uffici anagrafici e ha come obiettivo quello di fornire informazioni sui bisogni delle cittadine lesbiche e dei cittadini gay della città di Roma.
"Ringraziamo l’assessore alle pari opportunità Cecilia D’Elia per aver proseguito un’iniziativa che contribuisce a migliorare la qualità della vita di molte persone – ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay Roma – ma al tempo stesso dobbiamo sollecitare nuovamente l'Assessore Coscia ad aiutarci ad attuare una iniziativa di formazione per i docenti e studenti, dentro le scuole, anche alla luce dei recenti episodi di bullismo, ormai intollerabili".

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