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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Sabato, 19 Maggio, 2007 - 10:12

OMOFOBIA A MILANO, LETTERA APERTA DI CIRRITO

Lettera aperta pubblicata su gay.tv del direttore della Libreria Babilonia di Milano, Mario Cirrito, dopo i gravi fatti del 16 maggio in Via Colletta di violenza omofoba contro il presidente dell'Arcigay Milano, Paolo Ferigo: occorre tenere alto il livello di attenzione. Ma ci si domanda come cittadinanza democratica che cosa il sindaco vuole fare e predisporre per evitare che in futuro ci sia nuovamente un clima di imtimidazione di questa portata, in una città, quale Milano, storicamente europea e della solidarietà.

Gentile sindaca Letizia Moratti,
Lo sa, un cittadino di Milano, Paolo Ferigo, presidente del circolo Cig Arcigay di Milano, è stato aggredito verbalmente e fisicamente da dueenergumeni di una municipalizzata che han provato a dare una svolta alla loro melensa serata dando di mani e in forma delinquenziale contro il presidente. Ferigo che conosco e apprezzo, sapendolo persona mite e di valore per le battaglie che conduce anche in Arcigay, è cittadino di Milano. A questa città continua a dare, come moltissimi omosessuali, non solo crescita economica ma anche valori che spesso questa città non sa neppure riconoscere. Il Cig, come spero saprà, svolge attività di volontariato e di sostegno a favore di coloro che non hanno diritti ma solo doveri; a favore di persone sieropositive o che si sentono sole e in pericolo in una città come Milano. Paolo è stato aggredito perché omosessuale, come avviene per tanti altri Paolo omosessuali che non hanno il coraggio di ribellarsi e denunciare atti contro la loro persona. Tutto questo, gentile sindaca, avviene nella città da Lei governata.

Non è passato molto tempo da quando, a Milano, la libreria Babele è stata fatta oggetto di scritte omofobiche naziste, replicate precedentemente anche nella sede Cig Arcigay. Succede, nella città da Lei governata. Succede intolleranza in questa città che vanta tolleranza. L'aggressione delinquenziale a Paolo Ferigo è l'ultima di una serie che speriamo la città voglia fermare, dando segnali di civiltà rimasti finora elusi, e concedendo adeguata protezione alla vasta comunità omosessuale che vive e lavora nella capitale meneghina. Qualche anno fa, Pietro Rutelli, allora vice presidente del Consiglio comunale, sostenuto anche dal forzista Paolo Massari, annunciò che la Margherita avrebbe aperto dei circoli omosessuali a Milano. Fece di più: invitò, facendoli entrare per la porta principale di Palazzo Marino, i rappresentanti dei movimenti gay Arcobaleno per un confronto in Commissione Pari Opportunità. Sembrano passati, da allora, secoli di democrazia e confronto, svuotati a favore di acredine e inciviltà. La Milano del confronto civile è diventata la Milano delle intolleranze e minacce verso gli omosessuali che, nel frattempo, arricchiscono con il loro lavoro Milano.
Da troppo tempo, il Comune oggi da Lei governato, si è dimenticato di questi suoi cittadini, li tratta con superficiale noncuranza, li rinnega nelle tante manifestazioni pubbliche che la città, al contrario dei suoi amministratori, accoglie con benevolenza e affetto. Nessun segnale e presenza, neppure nei tre giorni di Congresso nazionale di Arcigay,
celebrato a Milano da più di duecento delegati. Non se ne è dimenticato il Presidente della Repubblica che ha fatto pervenire un suo messaggio; sono arrivati a Milano le ministre Barbara Pollastrini ed Emma Bonino; Piero Fassino, Franco Giordano, Enrico Boselli, Cesare Salvi e tante altre personalità venute a dare testimonianza e non solamente presenza politica. Lei, prima cittadina, occasione ghiotta per dialogare con una fetta importante di suoi amministrati ed illustri ospiti, ha pensato bene di registrarsi tra gli assenti ingiustificati: neppure una riga scritta rivolta a quella importante assise. Perché? Che succede in questa città che non riconosce più i suoi cittadini migliori, anche omosessuali? Non è vero che un sindaco, una volta eletto, deve essere amministratore e tutelatore dei diritti di tutti i suoi cittadini? Perché lei, donna, manager, politica, sensibile da sempre alle tematiche antidiscriminatorie, ci guarda come nemici e non come cittadini del suo governo?
Proprio oggi, in Italia, la comunità omosessuale celebra la Giornata contro l'omofobia. Crede che non ce ne sia bisogno visto che ha perso anche questa occasione per stare vicina ad una fetta consistente di suoi cittadini? I fatti capitati a Milano, ultimo quello ai danni di Paolo Ferigo, suggeriscono una lettura diversa dai suoi silenzi e assenze. E' vero, come scrive Davide Romano: «Che l'intolleranza contro i gay esista è certo. Che non muovendo un dito per combatterla si sia corresponsabili è altrettanto certo (...) E' giunto il momento per il sindaco di decidere se andare al contrattacco o non far nulla, assumendosene tutte le responsabilità.» Che ha deciso di fare, sindaco Letizia Moratti?
Mario Cirrito
Babilonia

Giovedì, 17 Maggio, 2007 - 12:37

interrogazione contro violenza omofobica

Alla cortese attenzione del Settore Comunale Politiche Sociali
Alla cortese attenzione del Settore Comunale Sicurezza
Alla cortese attenzione dei rispettivi Assessorati competenti
Alla cortese attenzione del Consiglio di Zona

e delle sue componenti
Il 15 maggio si è registrato in una pizzeria di Via Cadore un ennesimo atto di violenza e recrudescenza di matrice discriminatoria e di intolleranza contro il presidente dell’Arcigay di Milano, e questa espressione barbara e persecutoria si aggiunge a un clima di intimidazione che da tempo interessano soggetti individuali e associazionistici omosessuali.
Considerato che in Parlamento alla Camera è stata presentata il 16 maggio un’interrogazione rivolta al Ministro degli Interni, da parte dei deputati Franco Grillini, Titti De Simone e Vladimir Luxuria, dove si richiedono misure urgenti da predisporre per prevenire e perseguire atti di violenza ai danni degli omosessuali, istituzione di un ufficio specifico della Polizia di Stato e di uno sportello volto a informare le comunità gay locali con piccole campagne di comunicazione e a cui denunciare fenomeni di violenza, si chiede agli assessorati di cui sopra e ai settori se sono state predisposte misure atte a rimuovere questi episodi di grave portata ed entità omofobica e al Consiglio Comunale di assumere una chiara posizione in merito di denuncia e di condanna, atta a rilevare indicazioni utili a un programma più generale di prevenzione e di perseguibilità di simili reati odiosi per la comunità civile.
Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 - Milano

Giovedì, 17 Maggio, 2007 - 12:11

CONTRO L'OMOFOBIA: GIORNATA INTERNAZIONALE

17 MAGGIO:

GIORNATA INTERNAZIONALE

CONTRO L'OMOFOBIA

Incontriamoci e parliamone con

Cristina Gramolini, ArciLesbica
Riccardo Gottardi,  Arcigay
Gianni Geraci, Coordin.to Gruppi cristiani omosessuali
Lidia Cirillo, Sinistra Critica
Nicoletta Poidimani, ricercatrice
Sabrina Triola , Assoc.ne Radicale Enzo Tortora – MI
Eleonora Cirant, OSA Donna
GIOVEDI' 17 MAGGIO   Alle ore 20,30
presso  CHIAMAMILANO  Largo Corsia dei Servi
Il 26 aprile 2007 l' Europarlamento, riunito in seduta plenaria, ha approvato una risoluzione che invita gli stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni sofferte da coppie dello stesso sesso. La risoluzione condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi e istituisce per il 17 maggio una giornata internazionale contro l'omofobia.

 

Che cosa è l'omofobia?

L'omofobia è l'odio, la diffidenza, l'attitudine a discriminare coloro che preferiscono avere rapporti sessuali e affettivi con persone dello stesso sesso. Nella storia del genere umano l'omofobia ha caratterizzato alcune civiltà e non altre. In società diverse dalla nostra l'omosessualità non ha suscitato scandalo ed è stata considerata solo una variante del comportamento umano. Le ragioni dell'omofobia sono storiche, culturali e politiche.

 

Perché il 17 maggio?

 

 

 

Giovedì, 17 Maggio, 2007 - 12:01

Amici del Metrobosco - Parco della Lambretta

Cari cittadini,
finalmente si è costituito l’associazione
 “ Amici del Metrobosco - Parco della Lambretta “
La prima iniziativa è la partecipazione alla festa che si svolgerà al Pru Rubattino il 10 giugno organizzato dal Comitato del Pru Rubattino e dal Consiglio di zona 3.
Chi vorrà potrà aderire all’associazione anche durante la festa, rivolgendosi allo stand del Comitato Pru rubattino e Amici del Metrobosco.
La seconda iniziativa sarà l’organizzazione di un bando di idee a livello internazionale, da parte di giovani laureandi, per il Parco della Lambretta posizionata sull’area destinata a parco dell’area del Pru Rubattino.
Oggi un albero domani un bosco
Alleghiamo la premessa allo statuto e lo statuto.
Tutti sono invitati a partecipare alla festa (soprattutto se hanno bambini in età scolare) e all’Associazione!!!
Grazie !
Presidente               Fernando Martini
Vice Presidente        Cesare Monti
Segretario Tesoriere  Giuseppe Leto
il “Comitato AMICI del METROBOSCO&nbs p;    ”
  Il Parco della LAMBRETTA
Premessa allo statuto
Chi siamo.
Siamo dei cittadini impegnati nel realizzare un progetto civile e culturale di rispetto e sviluppo ecologico del territorio, al fine di  salvaguardare  l’ambiente naturale della provincia e della città di Milano.
Desideriamo, inoltre, che a breve sia realizzato nella zona Pru Rubattino il Parco della Lambretta.
Quali sono i nostri obiettivi costitutivi:
Sostenere il protocollo di Kyoto e i suoi ulteriori sviluppi.
·    Sostenere lo sviluppo del progetto METROBOSCO della Pr ovincia di Milano e del comune di Milano, nel quadro del protocollo di Kyoto, come contributo significativo alla soluzione dei problemi ambientali relativi all’inquinamento dell’aria e dell’acqua;
·    Sostenere il riconoscimento del Parco METROBOSCO presso la Regione Lombardia come primo Parco circolare interurbano d’Italia, come parco polivalente comprendente parchi, boschi, cascine, attività agricole, oasi e attività ludiche;
·    Avviare la creazione di boschi attraverso la piantumazione di aree demaniali ora in uso della Autostrada Serravalle intorno alla tangenziale;
·    Realizzare monumenti, opere d’arte/installazioni che, ad ogni svincolo della tangenziale, segnino l’arrivo in Milano e diano il benvenuto, caratterizzando la città;
·    Ottenere l’installazione di barriere antirumore lungo tutta la tangenziale non solo per proteggere gli insediamenti abitativi, ma anche per favorire la caratterizzazione del Metrobosco come “oasi del silenzio”.
Creare il Parco della Lambretta nel PRU Rubattino
·    in continuità con la parte di parco già realizzata e adatto a costituire un collegamento verde tra il Parco Lambro e il Parco Forlanini;
·    realizzare nello stesso parco di opere d’arte e segni della memoria, della cultura industriale, della vita di intere generazioni di lavorat ori e de lle attività industriali che lì hanno operato per quasi un secolo;
·    Installazione di barriere antirumore lungo la tangenziale a protezione sia degli insediamenti abitativi, sia della vivibilità del Parco della Lambretta come “oasi del silenzio”
Milano 15 maggio 2007
Giovedì, 17 Maggio, 2007 - 10:36

ViviMi: Città di città in mostra alla Triennale

La mostra ViviMI Città di Città racconta il cambiamento dell’area metropolitana milanese e dei suoi abitanti, presentando immagini e gli scenari del futuro prossimo visti da Milano e dai 188 comuni dell’area milanese e della Brianza.
L’evento è promosso dalla Provincia di Milano in collaborazione con il Comune, la Camera di Commercio e la Triennale di Milano. La mostra prende spunto dal piano strategico promosso dall’Assessorato provinciale dell’area metropolitana insieme al DiAP - Politecnico di Milano e Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e si avvale della collaborazione scientifica di A.A.ster.
Attraverso un percorso suddiviso in quattro sezioni, che conduce verso uno spazio teatrale animato da filmati, suoni e musica, si propone una riflessione attorno al futuro della Città di Città, si intendono fornire alcune possibili risposte e guidare il visitatore alla piena conoscenza del territorio.

Le quattro sezioni:
1. Come è fatta la città? Quante città contiene la grande Milano, dove finisce la nostra città, quali flussi di veicoli, persone, merci la percorrono e la animano tutti i giorni?
2. Come cambia la città? Vengono descritti i cambiamenti più evidenti utilizzando insiemi di informazioni che riguardano la crescita problematica della città, le differenze sempre maggiori nella popolazione, gli spostamenti interni alla città.
3. Chi vive la città? Quindici cortometraggi raccontano la vita di cittadini che rappresentano l’emergere di nuove tipologie sociali nella città, la loro capacità di interpretare e vivere i cambiamenti, di costruire la città e di relazionarsi con il resto della società.
4. Come sarà il futuro della metropoli milanese? Il visitatore, che nelle prime tre sezioni si è collocato e forse riconosciuto, trova nella quarta parte ben sette scenari del futuro possibile, concreti e visionari nello stesso tempo. Il ritorno delle condizioni di natura in città, le case e le infrastrutture del futuro, le nuove possibilità del welfare innovativo, il futuro delle istituzioni sono raccontati attraverso dei filmati che costruiscono visioni e che presentano ciò che già oggi esiste e che si muove nella direzione indicata.
Conclude il percorso un Teatro che nel periodo di attività della mostra accoglierà un fitto calendario di eventi ed iniziative legate ai temi e agli scenari del cambiamento.
All’esterno della mostra, di fronte all’ingresso della Triennale, un’installazione mobile anticipa la nascita della nuova provincia di Monza e Brianza: immagini, progetti e cantieri raccontano il cammino verso il 2009 dei 50 comuni brianzoli e il progetto 2009 MOLTA + BRIANZA dedicato ai temi di natura, cultura e paesaggio. A chiusura della mostra l’installazione partirà per un tour estivo nelle piazze dei comuni briantei.
L’iniziativa è parte del progetto strategico Città di Città avviato, nel 2005, dalla Provincia di Milano per promuovere la progettualità e la collaborazione tra le istituzioni, gli enti, le imprese, le associazioni e i singoli cittadini del territorio.
Per la prima volta si è sperimentato un nuovo modello di collaborazione interistituzionale.
L’idea di fondo del progetto Città di Città è che la metropoli milanese, insieme al territorio della nuova Provincia di Monza e Brianza, debba e possa conquistare una migliore abitabilità, rendendo meno difficile la vita dei cittadini e attirando maggiormente economie e intelletto. Maggiore qualità della vita significa potersi muovere, anche grazie a nuove infrastrutture, respirare aria migliore, avere una casa dove abitare e spazi da condividere, vivere in sicurezza, disporre delle migliori condizioni per fare impresa, fare e fruire cultura, avere istituzioni e servizi più prossimi ai cittadini.
Perché questo insieme di condizioni si realizzino occorre che le istituzioni e i diversi attori che influiscono sulle scelte per la città, siano disponibili a cooperare a favore di scelte concrete, ascoltando e comprendendo i grandi cambiamenti che sono in corso.
A completamento di questo percorso ideale e progettuale merita di essere ricordato il bando lanciato dalla Provincia su idee progettuali e buone pratiche, volte alla ricerca di una maggiore abitabilità, che ha visto la straordinaria risposta di oltre duecento tra Enti, Associazioni e privati cittadini.
Questi progetti, oltre ad alimentare molti dei contenuti della mostra, sono presentati attraverso un database di consultazione all’interno della mostra stessa.
ViviMI
Città di città, immagini e scenari in mostra
Il futuro visto da Milano e dai 188 comuni dell’area milanese e della Brianza
Triennale di Milano
16 maggio – 1 luglio 2007
Promossa da: Provincia di Milano in collaborazione con Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano e Triennale di Milano
A cura di: DiAP - Politecnico di Milano, Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, A.A.ster
Allestimento e grafica: Carmi e Ubertis Milano
Installazione sonora Voce delle parole: Silvio Wolf, con Tiziano Crotti e Andrea Malavasi

http://www.triennale.it/index.php?id=1&tbl=0&idq=533

Mercoledì, 16 Maggio, 2007 - 19:51

non è possibile tollerare la violenza omofoba

Esprimo la mia solidarietà politica e umana a Paolo Ferigo, Presidente dell'Arcigay di Milano per l'aggressione verbale e fisica di cui è stato oggetto in una pizzeria in Via Cadore da parte di sconosciuti. Quello che in questi giorni sta avvenendo in questa città risulta preoccupante: prima le scritte omofobe sulle saracinesche delle sedi associazionistiche omosessuali, poi ancora attacchi incendiari, poi ancora si sono avui in altre città pestaggi organizzati contro omosessuali che esprimevano liberamnete il loro amore, poi ancora scritte omofobe, miacce, lettera intimidatorie: l'altro giorno l'ennesimo fatto che registra l'acuirsi intollerabile e preoccupante di una situazione gravosa e di forte entità, che non può essere liquidata come semplice "ragazzata", ammesso che si possa tollerare anche questo stadio. E' preoccupante quanto stia avvenendo e si va aggiungere ad altri fenomeni di intolleranza e di disciriminazione che spesso e quotidianamente abbiamo nella nostra "civile città" occidentale, come tanti tengono a sbandierare. Ricordiamo ancora le violenze contro i più deboli, barboni e clochard picchiati, bambini seviziati: adesso omosessuali derisi e oggetto di atti di persecuzione di malvagia entità e di matrice chiaramente politica. Non è più tollerabile un clima di questa portata: occorre agire. L'interrogazione di Grillini, Luxuria formulata al Ministro degli Interni, Giuliano Amato, tendono giustamente a chiedere misure urgenti atte a prevenire questi attacchi vilipendiosi e offensivi, violenti e di odio discriminatorio, fenomeni patologici da rimuovere e debellare, nonchè a tutelare una comunità oggetto ogni giorno di attacchi che rieccheggiano terrificanti e inquietanti campagne dal gusto antico ma non remoto, di natura eversiva e revanscista di estrema destra reazionaria e dalle tinte nazifasciste. Nell'interrogazione si parla di provvedimenti atti a dare alla polizia di stato strumenti e uffici, servizi preposti ad hoc, ossia alla prevenzione, alla perseguibilità e anche all'informazione e alla comunicazione, all'assistenza delle vittime di reati penali dalla portata discrimnatoria con intenti violenti e omofobi. Si parla di una polizia che segua l'esempio delle polizie nordamericane ed europee che prevedono sezioni atte a garantire questa finalità e funzione, a cui adire denunciando fatti e atti dalla portata discriminatoria di genere sessista e omofobo.

Credo che occorra agire subito e presto: il Comune stesso di Milano, che dovrebbe essere città dell'accoglienza e dell'inclusione sociale, della promozione dei diritti e delle differenze, non può rimanere indifferente dinnanzi a questa recriminazione sempre più minacciosa e inquietante, pericolosa e violenta. Un ordine del giorno che determini una netta condanna di questi fatti brutali e barbari, nonchè delinei provvedimenti da prendersi immediatamente forse potrebbero riportare lo stato di convivenza a uno stadio di pace e di civiltà.

Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 16 Maggio, 2007 - 19:38

ancora pericolosa omofobia rigurgitante

MILANO: ARCIGAY, AGGRESSIONE E MINACCE A PRESIDENTE FERIGO

www.arcigaymilano.org
A GIUDIZIO DI FERIGO - CHE HA FATTO RICORSO ALLE CURE DEI SANITARI PRESSO IL PRONTO SOCCORSO DEL POLICLINICO - L'EPISODIO IN QUESTIONE ''DIMOSTRA COME L'OMOFOBIA SIA UN FENOMENO BEN PRESENTE NELLE NOSTRE CITTA'. E' IL FRUTTO DELLA CAMPAGNA DI DISCRIMINAZIONE CONDOTTA NEI NOSTRI CONFRONTI. NON SIAMO PIU' NEMMENO AL SICURO - CONCLUDE LA NOTA DELL'ARCIGAY MILANO - QUANDO ANDIAMO A MANGIARE TRANQUILLAMENTE IN PIZZERIA. TUTTO QUESTO E' TRISTE ED ESTREMAMENTE PREOCCUPANTE''. Milano - Aggressione per il presidente del comitato provinciale milanese di Arcigay , Paolo Ferigo. L' esponente dell'associazione - cosi' si legge in una nota della stessa Arcigay Milano - ''durante una cena in pizzeria in via Cadore e' stato aggredito con pugni e schiaffi e minacce di morte'' dopo che, insieme ad altre sette persone, era stato oggetto di ''pesanti battute e parole di scherno'' da parte di due avventori del locale nel corso della cena.
Secondo la nota di Arcigay Milano - che osserva come ''il tutto si sia svolto nella totale indifferenza degli altri clienti'' della pizzeria - la polizia, avvertita immediatamente, e' arrivata su posto una ventina di minuti dopo l'accaduto mentre ''l'aggressore e' riuscito ad allontanarsi su un mezzo di servizio dell'Atm''.
A giudizio di Ferigo - che ha fatto ricorso alle cure dei sanitari presso il pronto soccorso del Policlinico - l'episodio in questione ''dimostra come l'omofobia sia un fenomeno ben presente nelle nostre citta'. E' il frutto della campagna di discriminazione condotta nei nostri confronti. Non siamo piu' nemmeno al sicuro - conclude la nota dell'Arcigay Milano - quando andiamo a mangiare tranquillamente in pizzeria. Tutto questo e' triste ed estremamente preoccupante''. (ANSA).
Nota stampa. Grillini. Una scorta agli omosessuali discriminati. Interrogazione a Ministro Interni di Grillini, De Simone, Luxuria

Franco Grillini, Titti De Simone, Vladimir Luxuria hanno presentato oggi una interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno Giuliano Amato in merito ai ripetuti casi di discriminazione e violenza ai danni degli omosessuali italiani.
Tra i casi segnalati quello occorso a Matteo Marliani, presidente di Arcigay Pistoia e candidato alle elezioni amministrative, che si è visto recapitare volantini intimidatori e numerosi pestaggi occorsi nelle città di Torre del Lago, Udine e Roma.
Secondo i deputati il clima omofobico del nostro paese ha raggiunto sfumature persecutorie.
I deputati chiedono che il Ministro offra una scorta a Matteo Marliani e che intraprenda iniziative tese a "garantire la sicurezza e la serenità della comunità gay italiana" anche sull'esempio di quelle delle "Polizie di alcuni paesi europei e nordamericani" che "hanno sviluppato iniziative di prevenzione di messa in allerta della comunità gay locale con piccole campagne di comunicazione realizzate insieme all'associazionismo omosessuale e con inviti a denunciare i delitti commessi attraverso linee dedicate" e "uno specifico monitoraggio dei crimini d'odio e in particolare di quelli dettati dall'odio omofobico".
Segue il testo dell'interrogazione.
Segreteria On. Franco Grillini
Deputato Sinistra democratica
I sottoscritti deputati interrogano il Ministro degli Interni Giuliano Amato per sapere premesso che, negli ultimi tempi il clima intimidatorio nei confronti degli omosessuali raggiunge sfumature persecutorie. Tale è il caso occorso a Pistoia a Matteo Marliani, presidente di Arcigay Pistoia e candidato alle elezioni amministrative, riportato da Il Tirreno, il 14 maggio 2007: "Tre volantini dal contenuto intimidatorio sono stati fatti trovare sulla soglia di casa del dirigente dell'Arcigay di Pistoia Matteo Marliani, candidato al consiglio comunale per le prossime elezioni amministrative tra le file di Rifondazione Comunista. Nessuna firma in calce nei tre volantini, già sequestrati dalla polizia, ma soltanto una croce celtica. Al centro delle offese e delle intimidazioni, nel nome di una ipotetica difesa della famiglia tradizionale, la contrarietà al fatto che Marliani possa eventualmente far parte del consiglio comunale della nostra città".
considerato che, apparirebbe evidente la matrice dell'atto intimidatorio, visto che il volantino riportava queste scritte: "Fuori i pervertiti da Pistoia, mai un finocchio in comune, difendiamo la famiglia tradizionale" con a firma una croce celtica, così come accaduto a Milano, dove settimane orsono sono comparse sulla vetrina di una libreria scritte omofobe che recitavano: "'Gay pedofili', 'Gay raus', 'Froci al muro' e una svastica, erano state vergate con vernice spray di colore nero con l'aggiunta di una croce celtica e della sigla 'FN'", come riporta una agenzia stampa Ansa del 2 maggio 2007.
Aggiungo che, tutta la comunità gay italiana si sente minacciata e quotidianamente registriamo casi di violenza, minacce, discriminazione e persecuzione. È il caso, sempre del 14 maggio 2007, riportato da "Il Tirreno" occorso a Torre del Lago "È bastato un bacio, scambiato nel parcheggio davanti al ristorante "Europa", per ritrovarsi picchiato e insultato da tre uomini che parlavano in arabo. È la brutta storia raccontata da un ventisettenne pisano arrivato sabato sera al "Mama Mia" con amici e fidanzato".
Ancora a Udine, l'11 maggio scorso, come riportato dal "Correre Veneto" dove il vicepresidente di Arcigay Udine Guerrino Dipierro ha subito un pestaggio: "Circa una quindicina di giorni fa, mentre si trovava con degli amici in un bar in provincia di Padova, è stato oggetto di pestaggio da parte di due sconosciuti che hanno aggredito lui e un suo amico". Poi a Roma il 7 maggio 2007 come riportato da "La Repubblica - Roma": "È stato malmenato da quattro giovani fuori da una discoteca di Testaccio perché omosessuale. La reazione violenta di un gruppo di ventenni nei confronti di Francesco P., uno studente di 22 anni".
Considerato che,
le Polizie di alcuni paesi europei e nordamericani hanno sviluppato iniziative e sezioni di polizia dedicate, volte sia a prevenire il fenomeno della violenza ai danni degli omosessuali, con attività più tradizionali di prevenzione e di messa in allerta della comunità gay locale con piccole campagne di comunicazione realizzate insieme all'associazionismo omosessuale, sia a farlo emergere nella sua interezza, con inviti a denunciare i delitti commessi attraverso linee dedicate e campagne di comunicazione che sottolineano il carattere gay-friendly delle forze di polizia, sia a reprimerlo, con attività investigative nelle quali è spesso coinvolto personale di polizia che abbia un orientamento sessuale di tipo gay e lesbico;
Si chiede se il signor Ministro
- non intenda offrire una scorta a Matteo Marliani
- quali iniziative intenda intraprendere per garantire la sicurezza e la serenità della comunità gay italiana.
- se il Ministero intende assumere iniziative anche sperimentali come quelle sopra illustrate, anche dopo averne verificato l'efficacia nell'ambito delle relazioni che il Ministero normalmente tesse con le polizie estere;
- se il Ministero intenda attivare uno specifico monitoraggio dei crimini d'odio e in particolare di quelli dettati dall'odio omofobico, come avviene in molti paesi esteri (vedasi tra tutti l'esempio della F.B.I. statunitense).
On. Franco Grillini
On. Titti De Simone
On. Vladimir Luxuria

Mercoledì, 16 Maggio, 2007 - 15:43

tram 16: permane una strana fermata

Alla cortese attenzione del Settore viabilità del Comune di Milano
Alla cortese attenzione della Direzione dell’ATM
Alla cortese attenzione del Presidente della Commissione Territorio e Viabilità
Giorgio Tomellini

 
 
Visto di fatto
 
Il trasferimento avvenuto della fermata Monte Nero angolo Caldara della linea tranviaria 16 in occasione di lavori di ristrutturazione stradale, oggi terminati da lungo tempo in Via Bergamo adiacenze Presolana
 
Considerato
 
Che il mantenimento inspiegabile della fermata della linea tranviaria Bergamo Monte Nero in Via Bergamo è distante notevolmente dalla fermata precedente Lamarmora Curtatone, arrecando grave pregiudizio per i residenti e per l’utenza e per la loro mobilità e accessibilità al servizio
 
Considerato altresì
 
Che la permanenza della fermata suddetta Bergamo Monte Nero è causa di ingorgo stradale per le autovetture che procedono da Monte Nero in direzione Via Bergamo, data la presenza del veicolo pubblico tranviario al momento della sua sosta alla fermata stessa e che la fermata medesima non è visibile con segnaletiche adeguate per le autovetture private
 
Visto anche
 
La difficoltà per l’utenza di scendere dal tram in quanto la pensilina si trova distante rispetto all’uscita del veicolo e data la presenza di autovetture parcheggiate nell’intermezzo esistente tra il veicolo pubblico e la pensilina giacente sul marciapiedi
 
Si chiede
 
Al settore viabilistica del Comune di Milano chiarimenti e motivazioni riguardanti la permanenza della fermata Bergamo Monte Nero in Via Bergamo e si richiede di attivare tramite l’intervento dell’ATM il trasferimento utile a ovviare gli inconvenienti riscontrati dall’utenza e di provvedere a predisporre misure utili a rimuovere questa situazione
 
Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 16 Maggio, 2007 - 14:05

riflessioni da "Eletti: di nome e di fatto?"

Il decentramento, una chimera dolce e lontana per Milano? Io credo che sia difficile oggi operare con le mani legate, lo dico chiaramente. Si è fatto un azzonamento, nuova planimetria della città, nuove divisioni amministrative: si diceva, ricordo Lucchini, l'autore del primo regolamento sul decentramento, che in questo modo si poteva garantire la nascita di municipalità, a cui decentrare risorse, dico risorse, utili ad attivare una seria atribuzione di competenze e di poteri decisionali. La boutade fu accolta con una certa speranza nel futuro: ma tutto è fermo da allora, parlo del 1998-1999. Tutto è bloccato. Anzi mi si permetta di dire che molti passi sono stati fati certamente ma nella direzione opposta a quelli che dovevano essere fatti: ossia una riduzione continua, uno svuotamento progressivo delle attribuzioni ai consigli di zona e, di converso, una diminuzione delle risorse, delle capacità di incidere politicamente nelle scelte valutative che riguardano il territorio circoscrizionale, ossia gli interventi di riqualificazione, ossia gli interventi in materia di viabilità, ossia gli inerventi in materia sociale, una rete efficente dei servizi per la cittadinanza, sportelli informativi e di reclamo utili a dare accesso alla conoscenza di quanto il consiglio promuova, decida, predisponga per la propria vita quotidiana. Ma vi ricordate che esisteva un ufficio tecnico in ogni consiglio di zona, composto da architetti, ingegneri, geometri, che erano disponibili anche per interventi urgenti strutturali, di piccola dimensione e portata, nelle varie scuole, per esempio, oppure centri di aggregazione multifunzionale, al tempo CTS, nelle varie strade. Una troupe veniva interpellata se una finestra della scuola si rompeva e subito, dopo poche ore, la stessa si arrecava sul luogo e procedeva ad aggiustare. Ora quanto ci vuole per fare aggiustare una finestra rotta in una scuola? Bisogna passare dall'ufficio tecnico di zona, il quale a sua volta passa e solleva la questione a quello centrale, il uale a sua volta parla con il settore preposto, il quale a sua volta definisce i criteri dell'intervento e, dopo questa trafila burocratica, si riprocede in senso inverso, attendendo che la troupe si mobiliti, magari nelle regole predisposte, dal centro e venga in zona. Il tutto comporta diciamo 3 mesi, quando va bene. Un caso analogo è avvenuto in zona 4 per cercare di tappare una crepa nel soffitto della scuola materna di Via Sulmona, da cui cadeva l'acqua piovana quando pioveva, con rischi di allagamento: non so dirvi quanto tempo si è atteso prima di ovviare questo inconveniente abbastanza intollerabile vita anche l'utenza, molto piccola, della struttura, degna di tutele e attenzioni.
Qualcuno ha detto nella giusta iscussioen aperta da Ramella che la critica gratuita non servono all'elettore: ma io mi domando quale è la differenza tra critica gratuita e critica non gratuita. Quali sono i parametri che distinguono queste aree: e chi è l'arbitro per decidere se una critica è gratuita e una non lo è. Certamente non mi ergo a giudice per valutare quale sia la critica accettabile e quale sia la critica non accettabile, in quanto come eletto consigliere devo sapere registrare tutte le critiche, dalle più minimali, se ci sono, alle più complesse, cercando alle medesime di dare soluzioni, risposte CONDIVISE. Si procede a dire che l'unico strumento democratico in possesso all'elettore, ma anche a me stesso, che sono un elettore come qualsiasi altro, è il voto: non credo proprio in una democrazia avanzata. Credo che lo strumento democratico più avanzato sia la promozione di canali di PARTECIPAZIONE, ossia pratiche di diverse ordine e grado, tipologia e utilizzando strumenti di varia natura, dalla rete agli uffici di relazione con il pubblico, dalle assemblee cittadine di verifica dell'operato (nelle altre democrazia esistono le consultazione di "mid-term", con una certa valenza incisiva a livello decisionale, e parlo anche degli Stati Uniti) fino ad arrivare alle consulte tematiche e territoriali, in cui i partecipanti hanno una capacità di poter incidere nelle scelte e nei percorsi di scelta effettuati. A Roma, Torino, Firenze, ma anche a Londra, dove il decentramento è cosa seria, dove esiste la municipalità diffusa dell'area metropolitana, a Parigi, a Barcellona, non sto parlando di città che sono presenti in un romanzo avveniristico di Aldous Huxley, dove esistono addirittura le giunte dei municipi, qusti canali sono già attivi nella loro grande maggioranza: a Milano neppure il consiglio di zona a volte delibera i progetti di intervento edilizio pubblico e privato, essendo il progetto già cosa preconfezionata.
Credo che una democrazia avanzata si debba strutturare sulla responsabilizzazione, la coscientizzazione civica e l'orizzontalità assembleare nei processi decisionali, essendo ormai superata la cosidetta mera democrazia elettiva, essendo evidenti alcuni fallimenti che essa presenta oggi come oggi, in diversi contesti, anche e soprattutto il nostro. La verifica dell'operato dei consiglieri deve essere quotidiana, riportando una vitalizzazione collettiva ai processi democratici decisionali collettivi e collegiali: più si include, più si rende convintamente consapevoli le cittadine e i cittadini che il loro parere è necessario e importante per decisioni che riguardano il proprio futuro prossimo, la propria vita quotidiana, più si genera coesione sociale, convivenza pacifica e forte senso di civiltà, prevenendo forme di cinismo e di ostilità rispetto al concetto ellenistico di politica, governo della città, tramite l'agorà, la famosa piazza aperta e collettiva, partecipata.
Certamente partecipami non può ovviare in assoluto la mancanza soffocante di canali di partecipazione oggi pesente a Milano, ma è un modo aggiuntivo, una risorsa civica indefferibile, che comunque ha agarntito e garantisce un permanente dibattito politico, confronto attivo, verifica degli strumenti e delle decisioni, in un maggiore rapporto tra rappresentanti e rappresentati, che sono coloro su cui deve ruotare ogni forma di processo decisionale. Se finora partecipami esiste, continua a persistere, sussiste, si amplia, rilancia e amplia forme di condivisione e di partecipazione zonale, anche chiusa la buriana tipica e necessaria della campagna elettorale, forse qualche valenza positiva detiene e forse un punto di riferimento civico ha assunto e assume, e forse la necessità di avere una sua permanenza esiste ed è consistente. La persona al centro dello sviluppo della città: non parlo di un progetto di Vitruvio, insigne architetto autore della piazza del municipio ideale, ma parlo di un progetto di società diverso e nuovo. Democratico dal basso.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4

Mercoledì, 16 Maggio, 2007 - 11:20

partecipami in zona 4: quali i passi futuri

Intervento su Partecipami.it e l’attuazione del portale dedicato al Consiglio di Zona 4

Accolto con favore l’attenzione riposta da parte della Presidenza del Consiglio di Zona e della Commissione Tempo Libero all’esperienza e al progetto di Partecipami.it, portale promosso dalla Fondazione Rete Civica di Milano, avente come finalità l’attivazione di canali di partecipazione (petizioni, referendum e consultazioni), di spazi di confronto e di informazione (portali, thread di discussione e tematici), e di comunicazione tra la cittadinanza e l’istituzione consiliare, e vista la possibilità di una implementazione strutturale e organizzativa del progetto attuata ultimamente da parte della Fondazione, chiedo che si proceda a riconsiderare il progetto nella sua dimensione, visti anche i nuovi apporti riportati, di cui dobbiamo venire a conoscenza indicendo una riunione di commissione con la presenza dei diretti responsabili del progetto, e ad adottare misure atte a dare conseguenza al medesimo progetto, superando le difficoltà attuali che si sono poste per l’attivazione dello spazio dedicato al Consiglio di Zona 4, mancando ancora un facilitatore espresso da parte della maggioranza, essendo il sottoscritto designato come facilitatore rappresentante de L’Unione.
Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4

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