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Sabato, 19 Maggio, 2007 - 10:12

OMOFOBIA A MILANO, LETTERA APERTA DI CIRRITO

Lettera aperta pubblicata su gay.tv del direttore della Libreria Babilonia di Milano, Mario Cirrito, dopo i gravi fatti del 16 maggio in Via Colletta di violenza omofoba contro il presidente dell'Arcigay Milano, Paolo Ferigo: occorre tenere alto il livello di attenzione. Ma ci si domanda come cittadinanza democratica che cosa il sindaco vuole fare e predisporre per evitare che in futuro ci sia nuovamente un clima di imtimidazione di questa portata, in una città, quale Milano, storicamente europea e della solidarietà.

Gentile sindaca Letizia Moratti,
Lo sa, un cittadino di Milano, Paolo Ferigo, presidente del circolo Cig Arcigay di Milano, è stato aggredito verbalmente e fisicamente da dueenergumeni di una municipalizzata che han provato a dare una svolta alla loro melensa serata dando di mani e in forma delinquenziale contro il presidente. Ferigo che conosco e apprezzo, sapendolo persona mite e di valore per le battaglie che conduce anche in Arcigay, è cittadino di Milano. A questa città continua a dare, come moltissimi omosessuali, non solo crescita economica ma anche valori che spesso questa città non sa neppure riconoscere. Il Cig, come spero saprà, svolge attività di volontariato e di sostegno a favore di coloro che non hanno diritti ma solo doveri; a favore di persone sieropositive o che si sentono sole e in pericolo in una città come Milano. Paolo è stato aggredito perché omosessuale, come avviene per tanti altri Paolo omosessuali che non hanno il coraggio di ribellarsi e denunciare atti contro la loro persona. Tutto questo, gentile sindaca, avviene nella città da Lei governata.

Non è passato molto tempo da quando, a Milano, la libreria Babele è stata fatta oggetto di scritte omofobiche naziste, replicate precedentemente anche nella sede Cig Arcigay. Succede, nella città da Lei governata. Succede intolleranza in questa città che vanta tolleranza. L'aggressione delinquenziale a Paolo Ferigo è l'ultima di una serie che speriamo la città voglia fermare, dando segnali di civiltà rimasti finora elusi, e concedendo adeguata protezione alla vasta comunità omosessuale che vive e lavora nella capitale meneghina. Qualche anno fa, Pietro Rutelli, allora vice presidente del Consiglio comunale, sostenuto anche dal forzista Paolo Massari, annunciò che la Margherita avrebbe aperto dei circoli omosessuali a Milano. Fece di più: invitò, facendoli entrare per la porta principale di Palazzo Marino, i rappresentanti dei movimenti gay Arcobaleno per un confronto in Commissione Pari Opportunità. Sembrano passati, da allora, secoli di democrazia e confronto, svuotati a favore di acredine e inciviltà. La Milano del confronto civile è diventata la Milano delle intolleranze e minacce verso gli omosessuali che, nel frattempo, arricchiscono con il loro lavoro Milano.
Da troppo tempo, il Comune oggi da Lei governato, si è dimenticato di questi suoi cittadini, li tratta con superficiale noncuranza, li rinnega nelle tante manifestazioni pubbliche che la città, al contrario dei suoi amministratori, accoglie con benevolenza e affetto. Nessun segnale e presenza, neppure nei tre giorni di Congresso nazionale di Arcigay,
celebrato a Milano da più di duecento delegati. Non se ne è dimenticato il Presidente della Repubblica che ha fatto pervenire un suo messaggio; sono arrivati a Milano le ministre Barbara Pollastrini ed Emma Bonino; Piero Fassino, Franco Giordano, Enrico Boselli, Cesare Salvi e tante altre personalità venute a dare testimonianza e non solamente presenza politica. Lei, prima cittadina, occasione ghiotta per dialogare con una fetta importante di suoi amministrati ed illustri ospiti, ha pensato bene di registrarsi tra gli assenti ingiustificati: neppure una riga scritta rivolta a quella importante assise. Perché? Che succede in questa città che non riconosce più i suoi cittadini migliori, anche omosessuali? Non è vero che un sindaco, una volta eletto, deve essere amministratore e tutelatore dei diritti di tutti i suoi cittadini? Perché lei, donna, manager, politica, sensibile da sempre alle tematiche antidiscriminatorie, ci guarda come nemici e non come cittadini del suo governo?
Proprio oggi, in Italia, la comunità omosessuale celebra la Giornata contro l'omofobia. Crede che non ce ne sia bisogno visto che ha perso anche questa occasione per stare vicina ad una fetta consistente di suoi cittadini? I fatti capitati a Milano, ultimo quello ai danni di Paolo Ferigo, suggeriscono una lettura diversa dai suoi silenzi e assenze. E' vero, come scrive Davide Romano: «Che l'intolleranza contro i gay esista è certo. Che non muovendo un dito per combatterla si sia corresponsabili è altrettanto certo (...) E' giunto il momento per il sindaco di decidere se andare al contrattacco o non far nulla, assumendosene tutte le responsabilità.» Che ha deciso di fare, sindaco Letizia Moratti?
Mario Cirrito
Babilonia