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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 17 Luglio, 2007 - 10:35

Laboratorio Politico Metropolitano

Carissimo/a,
desideriamo informarti dell'esito dell'ultima riunione di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO che si è tenuta giovedì 12 luglio u.s..
All'ordine del giorno era in discussione il testo della proposta della DICHIARAZIONE di MISSIONE di L.P.M. che avevi già precedentemente ricevuto.
I presenti hanno discusso sino a trovare un punto di equilibrio sull'intero testo, ma data la prolungata discussione e la tarda ora, il gruppo ha ritenuto opportuno delegare una parte dei presenti stessi (aperto al contributo di chiunque voglia partecipare) al fine di procedere alla stesura della "bozza definitiva" della DICHIARAZIONE di MISSIONE.
A tal fine mercoledì 18 LUGLIO alle ore 20.30 tale gruppo si incontra presso l'ufficio di ASCO - viale BEATRICE D'ESTE 32 - MM CROCETTA - per completare il lavoro di scrittura di tale "bozza" che sarà successivamente pubblicato sul forum e inviato all'indirizzario mail.
Tale testo sarà infine discusso per una approvazione definitiva durante la PROSSIMA RIUNIONE di L.P.M. convocata per LUNEDI' 23 LUGLIO alle ore 18.30 c/o ARCI - VIA ADIGE 11 - MM P.TA ROMANA
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO
Domenica, 15 Luglio, 2007 - 17:32

Monitor e consumi d'energia. Tutti i dati

Monitor e consumi d'energia. Tutti i dati 

--------------------------------------------------------------------------------
 
 L'EPA - Environmental Protection Agency, l'ente protezione ambientale Usa, detentore dello standard per l'efficienza energetica Energy Star, ha commissionato all'Università di Berkeley, California, approfondite indagini sui consumi energetici degli apparecchi da ufficio.
 
 
 Tra i dati elaborati, emerge che il consumo d'energia dei monitor dei computer varia anche a seconda dei colori, della luminosità, del contrasto impostato e, soprattutto, della quantità di luce generata.
 
La variazione è maggiore nei monitor a tubo catodico (CRT), che nei moderni schermi piatti LCD - ma pur sempre significativa ("maximum to minimum on power ranges from 118-188% in CRTs, compared to 103-108% in LCDs").
 
 
 
Fonte: Energy Analysis Department
Environmental Energy Technologies Division
Berkeley Nat.l Lab., University of California, Berkeley, USA
 
Gli effetti di luminosità, colore e contrasto sul consumo d'energia dei monitor, specificamente LCD, sono poi stati indagati più dettagliatamente da nuove ricerche. I ricercatori di ECOS Consulting hanno riscontrato con esattezza nello studio "Recommended Approach to Revising Energy Star Monitor Specification and Summary of Process to Date" che il colore bianco, rispetto al colore nero, ha un impatto sul range di potenza anche degli schermi LCD, perché uno schermo richiede più backlighting, la componente più energivora ("energy-intensive component") del monitor.
 
Dai calcoli e dalle fonti più attendibili che abbiamo selezionato, sono emersi questi risultati.
 
250 milioni di ricerche al giorno su Google
Assumendo 15 secondi per ogni ricerca, si ipotizza un totale di circa 1.000.000 ore al giorno in cui il motore di ricerca è visualizzato sui monitor di tutto il mondo
L'indice di penetrazione sul mercato dei monitor LCD è del 74% [DisplaySearch]
Un display LCD risparmia, visualizzando il nero invece che il bianco, 4 Wh; un display CRT 10 Wh. Il dato aggregato dell'universo monitor è quindi un risparmio medio di 5,5 Wh
Quindi il risparmio globale è di 5.500 megawattora al giorno.
E' quindi fondato presumere che l'impiego di un motore di ricerca nero farebbe risparmiare 2 milioni di KWh all'anno: in termini economici 200.000 euro all'anno d'energia in meno.
Secondo LifeGate questi risparmi in sé non sono significativi, il valore economico è di circa 200.000 Euro anno su tutto il pianeta.
LifeGate ha comunque sviluppato LifeGaatle, una sua versione di Google, perché anche questo, al di la dei risparmi e senza fare promesse sensazionali, contribuisce a diffondere un messaggio di attenzione all'ambiente.
 
Stefano Carnazzi

Domenica, 15 Luglio, 2007 - 17:30

che fine faranno le auto in città?

Ma che fine faranno le auto in città?www.lifegate.it


La rivoluzione dell’auto ecologica abbia inizio! Ma in quale direzione? E’ quello che in tanti si domandano e noi cerchiamo di dare un piccolo contributo in termini di chiarezza.
Prima di tutto cerchiamo di capire le colpe. Sappiamo tutti che un’automobile o meglio, un veicolo in generale, muovendosi inquina. E già in questo c’è la prima contraddizione, la prima dialettica, il primo scontro.
Abbiamo infatti due forme di inquinamento. Quello locale, quello di cui sentiamo parlare in tutti i Tg, quello che forse ci fa arrabbiare di più perché ogni tanto blocca in garage la nostra auto costata migliaia di euro.
Quali automobili contribuiscono ad aumentare i livelli di questi due inquinanti?
Principalmente le auto a gasolio e i vecchi ciclomotori pre Euro, tanto per capirci tutti quei motocicli a due tempi.
In questa direzione si muovono le normative Euro. Solo alcuni mesi fa la Comunità Europea ha fissato le future normative Euro 5, in vigore da settembre 2009 per i nuovi modelli e dal 1 gennaio 2011 per tutti, e la futura Euro 6 prevista nel 2014.
Cosa prevedono in breve queste nuove normative?
Impongono nuovi limiti per gli inquinanti di cui dicevamo prima: NOx e Pm10. In pratica, l’Euro 5 limita drasticamente il particolato, rendendo di fatto obbligatorio il famoso filtro, FAP o DPF che si chiami, mentre l’Euro 6 penserà agli ossidi di azoto costringendo i costruttori ad equipaggiare le automobili del futuro con dei sistemi De-NOx, una sorta di catalizzatori in grado di bloccare i pericolosi inquinanti.
Normative dunque che andranno a colpire soprattutto i motori a gasolio. Il paradosso, su cui c’è poco purtroppo da ridere, nasce considerando l’aspetto globale dell’inquinamento.
In questo caso la sostanza da limitare è la CO2, non un inquinante, la sua produzione è infatti intrinseca alla vita stessa, ma che contribuisce in maniera determinante all’effetto serra e al conseguente cambiamento climatico a cui stiamo assistendo.
Ebbene le auto a gasolio sono quelle che emettono meno CO2 nell’aria. Il livello di emissioni di una city car diesel è infatti equiparabile, e in alcuni casi anche inferiore, rispetto a quello di una tanto pubblicizzata auto ibrida.
E allora che fare? Quale strada percorrere? Quella che privilegia l’aria che respiriamo direttamente, l’aria della nostra città, oppure il clima mondiale che sentiamo più lontano ma che poi ci fa toccare con mano le sue alterazioni?
La strada per noi di LifeGate è unica: deve essere privilegiata la lotta alla CO2. Così come d’altronde evidenzia bene il Protocollo di Kyoto.
Uno strumento che però deve necessariamente essere applicato a tutti i Paesi. Cina e Stati Uniti compresi. Altrimenti tutti gli sforzi potrebbero essere vani e irrisori. E per le città? E’ semplice: devono essere prese decisioni forti e antipopolari.
L’uso dell’auto in città va in qualche modo limitato. Vanno privilegiati i mezzi pubblici e i sistemi alternativi di mobilità come ad esempio il car sharing. Il tutto senza colpevolizzare l’auto, senza farla diventare il nemico numero uno ma anzi, ridisegnandogli un futuro fatto ancora di emozioni su quattro ruote.

Venerdì, 13 Luglio, 2007 - 15:10

Proposta legge su tutela minoranze rom e sinti

 
 
 
Proposta di legge
 
D’iniziativa
 
Frias, Mascia,
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Estensione delle norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, di cui alla legge 15 dicembre 1999, n. 482,  alle minoranze rom e sinti
 

Relazione

 
Onorevoli colleghi! La legge 15 dicembre 1999, n. 482, definisce il quadro generale per l'attuazione dell'articolo 6 della Costituzione, affidando alle regioni e ai comuni precisi compiti di programmazione e di intervento in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche.
La presente proposta di legge individua le modificazioni alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, necessarie ad estendere alle minoranze rom e sinti la tutela assicurata dalla legge medesima alle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e a quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.
Durante l’iter parlamentare il riferimento alle minoranze sinti e rom fu stralciato dal provvedimento, nonostante più di una proposta di legge abbinata ne tenesse giustamente conto. La grave omissione da parte del legislatore fu denunciata all’indomani dell’approvazione della legge 482/1999 da quella parte della cosiddetta “società civile” sensibile alle problematiche relative a tali minoranze. Oggi come allora la considerazione che lo “stralcio” fosse coerente con le norme tipiche della legge, risulta infatti insufficiente. Quel pregiudizio culturale, che storicamente e socialmente accompagna l’idea dei rom e dei sinti, sembrò infatti prevalere su un approccio più moderno e coerente ad una, seppur complessa, realtà sociale. La conseguenza di questa decisione fu quella di rinviare ad una legislazione ad hoc (peraltro mai varata)  le realtà rom e sinti respingendo in una sorta di “ghetto culturale”, prima ancora che “legislativo”, un mondo ricco di esperienze e fermenti propri.      
Attualmente i rom e i sinti che vivono in Italia sono circa 110 mila la maggioranza dei quali sono sinti. Si tratta comunque della percentuale di presenza più bassa in Europa. L’avvento dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione hanno determinato il venir meno delle attività artigianali  attraverso le quali i nomadi si garantivano un’autonomia economica e, conseguentemente, una collocazione sociale che, seppur non avulsa da pregiudizi e discriminazioni, assicurava loro un relativo livello di accettazione da parte della popolazione autoctona. La radicale trasformazione dell’economia  ha dunque portato alla loro totale  marginalizzazione riducendo la cultura rom e sinti a problema sociale. Il rifiuto del diverso, diffusosi negli ultimi anni anche in seguito all’aumento dei  fenomeni migratori, ha accentuato il clima di generale pregiudizio nei confronti di queste minoranze. Le resistenze diffuse a tutti i livelli, anche per l’ignoranza relativa alla storia e alla cultura di questi popoli, hanno permeato il dibattito politico inducendo le istituzioni a dare risposte inadeguate, come ad esempio, è avvenuto con la creazione dei “campi nomadi”. Si tratta di moderni ghetti collocati vicino a periferie già povere e a rischio o vicino a zone industriali semiabbandonate. Tale marginalizzazione si sovrappone alla povertà e al disagio delle stesse periferie incancrenendo problemi esistenti e creando in molti casi situazioni di “emergenza sociale”.  
Con questa proposta di legge si intende pertanto riportare l’attenzione sulle minoranze sinti e rom in quanto portatrici di una cultura propria e superare le logiche segreganti e assistenziali che hanno condizionato le politiche degli ultimi anni. Il primo passo, a parere delle proponenti, è il riconoscimento dello status di minoranze (negato nel 1999) al fine di costruire percorsi di riconoscimento reale delle diverse espressioni culturali presenti in Italia. E tali percorsi devono inevitabilmente passare per la valorizzazione della lingua e della cultura proprie dei popoli sinti e rom. 
Il riconoscimento di questi popoli coadiuverà la promozione di quei  processi di inserimento sociale e formativi in ambito locale e nazionale, attivando peraltro una sempre più stretta collaborazione tra gli Enti locali e l’associazionismo che opera nel settore.  
E’ significativo dunque che la presente proposta di legge novelli la legge 15 dicembre 1999, n. 482. Si ritiene infatti che sia proprio a partire da questo riconoscimento che debba prendere avvio un nuovo percorso teso a ricercare soluzioni legislative riguardanti le minoranze rom e sinti nell’ambito dei temi di volta in volta all’esame del Parlamento o delle assemblee regionali. Esattamente come oggi avviene per le altre minoranze che vivono sul territorio nazionale. 
Oltre ad inserire i rom e i sinti  nell’elenco delle minoranze linguistiche a cui la normativa vigente si rivolge, un comma aggiuntivo all’articolo 1 stabilisce che la Repubblica promuove lo sviluppo delle lingue e delle culture diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito delle prerogative previste dalla presente legge. Tale norma di principio si rende necessaria in considerazione della diffusione a macchia di leopardo delle comunità rom e sinti sul territorio nazionale.
 
 
Articolo 1
 
1.     Alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, sono apportate le seguenti modificazioni:
 
a)    All’articolo 1 dopo il comma 2 aggiungere il  seguente:
“2 –bis. La Repubblica promuove altresì lo sviluppo delle lingue e delle culture di cui all’articolo 2 diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito delle prerogative previste dalla presente legge”
 
b)      Al comma 1 dell’articolo 2 dopo le parole “serbe e croate” aggiungere le seguenti “rom e sinti”;

Venerdì, 13 Luglio, 2007 - 15:09

Appello sugli sgomberi: occorre opporsi a derive populistiche

Al prefetto di Milano
Al consiglio comunale di Milano
Alla società civile di Milano

 
Il consiglio comunale di Milano ha deciso a larga maggioranza con la sola opposizione di cinque consiglieri della minoranza, di sgomberare i campi nomadi abusivi. Immediatamente la giunta comunale ha proceduto a sgomberi a tappeto senza predisporre nessun tipo di soluzione per centinaia di rom rumeni che si trovano ora in condizioni disperate determinando gravi situazioni di tensione come è avvenuto al campo di via Triboniano o, come dopo l’incendio del campo di via S. Dionigi, lasciando senza più nulla oltre duecento persone.
Le conseguenze di questa scelta destano grandissime preoccupazioni. Questi sgomberi non offrono alternative: uomini, donne e bambini vengono semplicemente abbandonati a se stessi costringendoli a cercare rifugi di fortuna o, peggio ancora, a bivaccare nei parchi milanesi. Costretta a un nomadismo da tempo abbandonato perde le tracce di integrazione che si erano create - occasioni di lavoro, inserimento scolastico - una popolazione che ha lasciato il disastro della loro terra per cercare condizioni di vita e di lavoro dignitose nell’opulenta Lombardia e per questo sono disposti ad accettare condizioni che una società normalmente civile non dovrebbe consentire a nessuno.
Chi voleva, a parole, la sicurezza ora soffia sul fuoco
genera una situazione di degrado umano e di conflitto;
legittima le azioni squadristiche contro i rom di leghisti e razzisti vari;
giustifica chi pensa che cittadini stranieri, persone e popoli abbiano meno diritti e più leggi speciali, secondo precedenti storici che hanno tragicamente segnato la storia umana;
infine abbandona a se stesse le molte associazioni e i volontari che  agiscono sul sociale e seguono i rom.
Noi crediamo che una politica responsabile e degna di un Paese civile non debba inseguire il malcontento, il disagio e anche il pregiudizio ma costruire le condizioni di diritti e doveri uguali per tutti per una convivenza pacifica e rispettosa delle diverse culture.
Per questo chiediamo alle autorità prima di tutto di sospendere questa scelta dissennata che porta solo tensione, che si trovino nell’immediato soluzioni che rispettino la dignità e la condizione umana dei rom, infine che le aree vengano svuotate solo dopo aver trovato soluzioni abitative adeguate per tutti, avviando una politica concordata anche con i rom di processi di inserimento reale nel mondo lavorativo e sociale.
Saranno poi le forze dell'ordine e il sistema di giustizia ad occuparsi, ognuno nella propria funzione istituzionale, ad occuparsi dei casi da loro ritenuti perseguibili d’ufficio.
Bisogna abbandonare la logica dei campi e prevedere, come è avvenuto e avviene in molti altri Paesi, sia in Italia che in Europa, percorsi di inserimento sociale, lavorativo ed abitativo adeguato, come anche per i rifugiati e richiedenti asilo.
Facciamo perciò un appello
alle istituzioni e  alla politica perché tornino a produrre e proporre idee, contenuti, progetti per l'agire sociale della nostra comunità, mettendo al centro il diritto-dovere dell'accoglienza di una città, il rispetto dell'interesse generale di tutti i cittadini, italiani o stranieri che siano;
alla società civile perché intervenga anche con atti concreti manifestando la volontà di rifiutare una comunità fondata sull’esclusione e sull’odio esercitato sui nostri concittadini più deboli e indifesi.
 
Acea Onlus, Accesso coop.sociale , Mario Agostinelli, Salvatore Amura, Massimiliano Andretta,
 ARCI Milano, Paola Arrigoni, Associazione Altropallone, Associazione Aven Amenza, Associazione Cittadini dal mondo, Associazione Comitato italiano contro la schiavitù moderna, Associazione Oltre il Campo, Associazione OsservAzione, Associazione Guerre&Pace, Associazione culturale Punto rosso, Associazione Rom Sinti @Politica,  Associazione Liberi, Associazione NAGA, Associazione Sinistra critica, Associazione Sucar drom, Associazione Todo Cambia, Associazione Unaltralombardia, Daniele Barbieri, Gabriella Benedetti, Pierluigi Branca, Massimo Bricocoli,  Mariano Bottaccio, Vando Borghi, Paolo Cagna Ninchi, Grazia Casagrande, Fabrizio Casavola, Marco Cavedon, Circolo migranti PRC-SE, Comitato per le libertà e i diritti sociali, ConGES Consorzio Giusto Etico Solidale, Bruno Cousin, Anna Paola Cova, Sergio Cusani, Bianca Dacomo Annoni, Giorgio D’Andrea, Fabio de Nardis, Deafal ong,  José Luis Del Roio, Massimo Donati, Festa dei popoli di Opera, Diario Fo, Cecilia Gallotti,  Jole Garuti , David Gentili, Massimo Gentili, Marina Gori Sanremo, Roberto Guizzi, Raffaella Lavanga, Giovanna Malgaroli, Marcello Maneri, Ezio Mancini, Marina Mariani, Guido Martinetti, Pietro Maria Maestri, Ainom Maricos, Andrea Membretti, Giovanni Merlo, Enzo Mingione,  Luciano Muhlbauer, Giuseppe Natale, Alfonso Navarra, Giorgio Nobili, Opera nomadi, Officina Soc. Coop,  Osadonna, Moni Ovadia, Carlotta Mozzana, Michele Papagna, Stefano Panigada, Luigia Pasi, Maurizio Pagani, Simonetta Pavan,  Dijana Pavlovic, Fabio Quassoli, Franca Rame, Alessandro Rizzo, Valentina Rossi, Anna Maria Satta, SDL intercategoriale, Sergio Segio, Bebo  Storti, Atomo Tinelli, Antonio Tosi, Pino Vanacore, Roberto Veneziani, Gigliola Vicenzo, Tommaso Vitale, Enrico Vitale,
per adesioni: leonardo.fiorentino@comune.milano.it

Mercoledì, 11 Luglio, 2007 - 21:03

Laboratorio Metropolitano

Carissimo/o,

desideriamo ricordarti che domani giovedi' 12 LUGLIO,
alle ore 19.00 c/o ARCI di Via Adige 11 - MM P.TA
ROMANA - si terrà la prossima RIUNIONE di LABORATORIO
POLITICO METROPOLITANO.

Discuteremo di:

1. ELABORAZIONE della DICHIARAZIONE di MISSIONE di
L.P.M.;
2. UTLIZZO DEGLI STRUMENTI di COMUNICAZIONE ;

Con riferimento a quanto precedentemente comunicato, e
a seguito del dibattito scaturito durante l'ultimo
incontro, riteniamo opportuno di NON ALLEGARE una
NUOVA PROPOSTA di DICHIARAZIONE di MISSIONE.

Pertanto la discussione, attraverso il consueto metodo
partecipativo, ripartirà dal TESTO GIA' in TUO
POSSESSO e pubblicato sul FORUM al seguente indirizzo:

http://newtus.humanbit.com/forum/

Data l'importanza di RAGGIUNGERE una CONDIVISIONE da
parte di tutti rispetto al CONTENUTO di questo
fondamentale strumento di COMUNICAZIONE IDENTITARIA di
LABORATORIO, contiamo DAVVERO sulla TUA PRESENZA. 

TI ASPETTIAMO DOMANI GIOVEDI' 12 LUGLIO alle ORE
19.00 c/o ARCI in VIA ADIGE 11 - MM P.TA ROMANA.

Saluti.

LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO

Mercoledì, 11 Luglio, 2007 - 20:48

Ortomercato ancora episodi di illegalità

Si è registrato nella notte del 9 luglio un atto intimidatorio e di ritorsione, tentativo di incendio della propria abitazione, contro un lavoratore dell'Ortomercato di Milano, attivista sindacale e rappresentante per la sicurezza, durante il suo turno di lavoro. Questo episodio si aggiunge a una serie di precedenti di rilevante gravità, sempre di uguale matrice, tra cui il danneggiamento della propria auto e diverse minacce di morte.

A tale proposito si invita la commissione sicurezza di indire con urgenza una seconda riunione, estendendo la partecipazione a funzionari del Comando della Polizia Locale di Zona e a un dirigente del Settore competente, con all'ordine del giorno l'esame della grave situazione presente nell'area dell'Ortomercato, dove costantemente si manifestano fenomeni di illegalità, già denunciati, di elusione delle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, di permanenza di autoveicoli camionali all'interno della struttura, congestionanti la mobilità interna all'Ortomercato, individuando, di concerto con gli altri organi amministrativi invitati, interventi e provvedimenti urgenti in merito.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 11 Luglio, 2007 - 20:35

interrogazione sulla consulta immigrate/i

Venerdì 13 luglio è convocata la commissione pari opportunità del Comune di Milano in cui si discuterà come unico punto all'ordine del giorno l'istituzione della Consulta delle persone immigrate.
Considerando questo organo consultivo, pratica già avviata in altri contesti amministrativi municipali, come fondamentale strumento di partecipazione sociale alla vita amministrativa del territorio da parte dei migranti e per una loro integtrazione condivisa e consapevole.

si chiede

alla direzione del settore Famiglia, Scuola e Politiche Sociali, quali siano le intenzioni programmatiche inerenti l'attivazione della proposta e alla Commissione Politiche Sociali di provvedere a convocare a convocare una commissione politiche sociali del consiglio di zona per discutere sul tema, provvedendo, altresì, di considerare la formulazione di nostre indicazioni e integrazioni al progetto predisposto da sottoporre all'assessorato competente, prospettando, anche, un processo di istituzione di consulte anche negli organi consiliari zonali.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 11 Luglio, 2007 - 19:52

Interrogazione cambio senso di marcia Anfossi/Friuli/Cadore

All'attenzione della direzione del settore viabilità e segnaletica del Comune di Milano
All'attenzione della Commissione Territorio e Viabilità del Consiglio di Zona 4

Interrogazione sul cambio di senso di marcia nel tratto di Via Anfossi incluso tra la Via Friuli e la Via Cadore
Vista

la modifica del senso di marcia dell'ultimo tratto di Via Anfossi, e precisamente quello compreso tra Via Cadore e Via Friuli,

Considerato
che si riscontra un congestionamento del traffico sul tratto medesimo e sulle vie adiacenti in quanto la modifica avvenuta ostacola e limita la fluidità del traffico automobilistico nelle vie di uscita dalla città
Visto
anche l'assenza di un dispositivo semaforico nell'intersezione tra Piazza Cappelli, Largo Marinai d'Italia e Via Anfossi, ambito adibito a incrocio prettamente pedonale, che arreca pregiudizio e pericolo per i pedoni attraversanti lo stesso

Considerato anche la presenza costante di autoveicoli in sosta vietata sui marciapiedi della via stessa e di quelle adiacenti, nonostante la cospicua presenza in loco di parcheggi per non residenti, delimitati dalle linee blu

Si chiede

alla Commissione Territorio e Viabilità di indire una riunione con al punto all'ordine del giorno l'esame delle questioni sollevate, chiedendo altresì alla direzione del settore comunale viabilità e segnaletica di rendere conoscenti il consiglio di zona stesso, la commissione consiliare e la cittadinanza delle motivazioni che hanno addotto al cambiamento del senso di marcia, chiarendo se si tratta di un provvedimento pro tempore o permanente, e, nel primo caso, comunicare la durata del medesimo; nonchè, se non ancora predisposto, disporre urgentemente di provvedimenti che ripristino una situazione di fluidità del traffico, predisponendo con una certa emergenza un segnale semaforico collocabile nell'intersezione tra Piazza Cappelli, Via Anfossi, Largo Marinai d'Italia, al fine di rendere sicuro l'attraversamento dell'incrocio stesso da parte dei pedoni, ponendo lo stesso semaforo in anticipo rispetto all'incrocio tra Via Anfossi e Piazza Cappelli con Via Friuli.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 11 Luglio, 2007 - 10:42

rispondo a Simone di Piazzadeisoci a proposito delle Colonne

Caro Simone,
come avrai avuto occasione di leggere nei post precedentemente upplodati in questa discussione ero molto critico sul provvedimento emanato dalla Giunta: un provvedimento che era indirizzato a penalizzare non solo l'universalità della cittadinanza, ma reiterava la cultura dell'emergenza, dell'azione non considerata, ma adottata per il caso specifico, senza un quadro generale e progettuale di rilancio dello spazio pubblico, di rivitalizzazione con contenuti del medesimo. Penso che qualcosa si sia mosso a Palazzo Marino, grazie anche alle intermediazioni di alcuni consiglieri che sono riusciti a creare contraddizioni nella stessa maggioranza circa l'assenso a questa ordinanza.
Ho linkato al mio blog, http://www.partecipami.it/?q=blog/172, il vostro blog, affinchè il rapporto duale di confronto attivo sia permanente anche con noi che, nei vari livelli e organi, rappresentiamo le vostre istazne e ne dobbiamo diventare portatori, promotori negli organi amministrativi, cercando di dare risposte alle vostre doglianze, necessità, che sono anche le nostre, non esistendo più, a mio parere, quella linea di demarcazione tra delegate/i, quindi elette/i, e deleganti, qindi elettrici/elettori: la partecipazione deve essere il sale vitale di questa nostra forma politica di rappresentatività, di nuova rappresentatività.
Riguardo all'ultima questione che ponevi, Simone, penso che rientri tutto nella stessa dinamica dell'emergenza, ossia le ondate repressive: la polizia locale di Milano spesso è soggetta a queste dinamiche, non per colpa e volontà degli agenti, che fanno il loro lavoro, ma di alcuni direttori, che inaugurano a tratti i periodi dedicati alla persecuzione amministrativa di alcuni utenti della strada, automobilisti, pedoni, ciclisti, fortemente vessati. C'è stata la stagione delle multe a coloro che violavano il codice della strada perchè passavano col rosso: poi la stagione si è chiusa, aprendo quella contro chi posteggiava in sosta vietata. Poi si aprì quella contro chi attraversava la strada col rosso, poi è arrivata la stagione, questa veramente paradossale, della multazione delle biciclette sui marciapiedi, nella città dove le piste ciclabili sono assolutamente minime, a singhiozzo, inesistenti in molti tratti. Ora si va a zone: si apre un comado di polizia locale in un quartiere e si procede ad operare a tappeto su quel quartiere. Non comprendo bene la filosofia di questo progetto, che è a ere, a mode. Credo che sia alquanto opportuno sottolineare come la vigilanza urbana non riesca a coordinarsi con le amministrazioni decentrate, i consigli di zona, che non hanno potere di influire nelle scelte di direttive e di indirizzi per ripristinare situazioni normali in zone di alto disagio sociale.
Stadera nè un esempio: un tempo esisteva un presidio di vigilanza che aveva instaurato col territorio una vera funzione di sicurezza sociale, ossia ospitava persone che avevano problemi sociali gravi, dava loro sostegno, cercava anche di aprire i comandi di polizia ai bambini che stavano per strada, vittime del fenomeno della microcriminalità, in quanto non avevano punti di riferimento chiari, in quanto soggetti alla dispersione scolastica.

Ora credo che il vigile urbano sia figura che non debba solo emettere multe, che non debba essere utilizzato per funzioni che riguardano per competenza alla pubblica sicurezza, la polizia: devono essere, invece, promotori di un servizio collettivo che venga riconosciuto come punto di riferimento per un aiuto sociale e di sostegno sociale, di assistenza sociale di prima istanza, di prima necessità, ovviamente, non essendo loro un consultorio.

La funzione primaria storica di questa impostazione sociale e di sicurezza sociale è progressivamente venuta meno tramite ordinanze e delibere emesse per volontà della direzione del settore sicurezza di Milano e dell'assessorato Decorato, l'autore dell'ordinanza di emergenza dell'ingabbiamento delle Colonne, quindi amministraore che ha palesato un certo fallimento nella propria volontà politica, sconfessata e rivista anche dalla stessa maggioranza in quanto irragionevole ed eccessiva, che hanno sempre più identificato il vigile urbano in poliziotto, con anche la possibilità di avere armi e detenere pistole e intervenire in sistuazioni e casi che riguardano, per competenza, esclusivamente la polizia di stato. Le conseguenze sono presenti ai nostri occhi con le vicende ultime di Via Cassinis e l'intervento alla "Bava Beccaris" eseguito in questo contesto.

Anche da questo occorre partire per cambiare Milano, che è da morire come scrive Ofreddu e Sansa nel loro ultimo libro inchiesta, che invito a leggere attentamente perchè illuminante.

Un caro saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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