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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 12 Ottobre, 2007 - 11:10

Area demaniale di via Di Rudini-Voltri

Ho presentato in Consiglio di Zona 6 ieri sera 10 ottobre l'interrogazione che allego sul grave stato ed incuria in cui versa l'area del demanio comunale adiacente l'ospedale San Paolo e il Tennis Club Barona. Poichè non è in carico alla Parchi e Giardini nessuno ne cura la manutenzione. Ho rilevato la presenza anche dell'ambrosia, nociva per le allergie. Spero che da qui scaturisca un interessamento dell'Amministrazione comunale e avvenga il passaggio alla Parchi e Giardini. L'area potrebbe così essere accorpata all'adiacente area verde e diventare un grande parco attrezzato con aree giochi per bambini e aree cani.

Mercoledì, 10 Ottobre, 2007 - 22:56

IL FUTURO DELLA MEMORIA

A.N.P.I. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA)

Sezioni: Barona – Giambellino – Lorenteggio – Porta Genova

“Ente morale”, D.L. n.224 del 5 aprile 1945”

“Il futuro della memoria”

Un progetto che chiede il contributo e la collaborazione
di tutti i soggetti disponibili, La nostra zona deve esprimere una nuova ed ulteriore coesione per contrastare i preoccupanti e concreti segnali di un nuovo fascismo, che con la sua opera di revisionismo, di violenza verso la società e la sua base civile e democratica, determina una attenta riflessione e una risposta unitaria.
“La giornata della memoria, il 25 aprile, i valori della Costituzione”.
Le nostre comuni radici chiedono una programmazione politica e culturale, forte e incisiva sul nostro territorio, soprattutto ora, in questo delicato momento di crisi politica, ancora una volta, insieme...
 
Il coordinamento ANPI zona 6. indice un assemblea
Venerdì 19 ottobre 2007 alle ore 21.00
presso la cooperativa Barona E. Satta  di via Modica 10. Milano.
Sono invitati: i cittadini, i consiglieri di zona, le istituzioni e i loro rappresentanti, i partiti politici, le organizzazioni sindacali,
i comitati, le associazioni e i circoli zona 6 Milano.

Uniti per la difesa dei valori della Resistenza; la salvaguardia dei principi sanciti nella costituzione della Repubblica;  e la vigilanza continua contro ogni forma di razzismo, d’emarginazione e fascismo.

Mercoledì, 10 Ottobre, 2007 - 22:53

Petizione Sankara: Sosteniamo la nostra vittoria contro impunità

Petizione Sankara: Sosteniamo la nostra vittoria contro l'impunità.

Il 15 ottobre 2007 è il 20° anniversario dell'uccisione di Sankara "presidente ribelle" del Burkina Faso.
A 20 anni di distanza nulla è stato fatto per individuare colpevoli e mandanti di tale omicidio.
Dopo una lunga e difficile battaglia legale condotta prima in Burkina Faso e poi davanti al comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite, finalmente nel dicembre 2006 l'ONU ha accolto la richiesta dei familiari, ingiungendo al governo del Burkina di dire la verità sulla morte di Sankara e dei suoi collaboratori e di indicare il logo della sepoltura.
Questa è la prima volta nella storia delle Nazioni Unite che il comitato per i diritti umani prende una posizione così netta e decisa in una causa contro un governo.
Questa sentenza ha un valore che va molto al di là del singolo episodio, pur importante, e per questo i familiari e gli avvocati di Sankara, le organizzazioni di difesa dei diritti umani ci chiedono di sollecitare le NN.UU., attraverso la firma di una petizione, affinché mantengano una pressione sul governo del Burkina perché ottemperi alla sentenza, cosa che evidentemente cerca in tutti i modi di evitare.
Firmare una petizione è un gesto semplice, a volte ritenuto superfluo, ma è importante per sostenere gli sforzi che gli avvocati e gli amici di Thomas Sankara hanno fatto in tutti questi anni.
Firma la petizione cliccando qui

Chi è Thomas Sankara  (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

Thomas Sankara è stato un leader molto carismatico, per tutta l'Africa Occidentale sub-sahariana. Cambiò il nome di Alto Volta ed è stato il 1° Presidente del Burkina Faso, e si impegnò molto in favore di riforme radicali per eliminare la povertà. È considerato il Che Guevara africano.
Nato in una famiglia cattolica nel 1949, da giovane fu incoraggiato dai genitori ad avvicinarsi alla Chiesa e a prendere i voti. Secondo molte fonti, non perse mai la fede nonostante le convinzioni marxiste.
Iniziò la carriera militare a 19 anni, nel 1966, e venne formato come ufficiale dell'esercito in Madagascar, dove assistette ad alcune rivolte nel 1971 e 1972.
Da giovane divenne molto popolare a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, anche grazie all'attività di chitarrista in un gruppo musicale. Durante la presidenza del colonnello Saye Zerbo, formò insieme ad altri giovani ufficiali una organizzazione segreta chiamata Regroupement des Officiers Communistes (ROC), cioè Gruppo degli Ufficiali Comunisti.
Sankara divenne Segretario di Stato nel 1981. Il 21 aprile 1982 - in opposizione alla deriva anti-labour del regime - rassegnò le dimissioni.
Dopo un colpo di stato nel novembre 1982, che portò al potere Jean-Baptiste Ouedraogo, Sankara divenne Primo Ministro. Venne presto destituito dal suo incarico e messo agli arresti domiciliari in seguito alla visita di Jean-Christophe Mitterrand, figlio dell'allora presidente francese François Mitterrand.
L'arresto di Sankara e di altri suoi compagni causò una rivolta popolare; un successivo colpo di stato nel 1983 portò Sankara alla presidenza dell'Alto Volta.
La sua politica rivoluzionaria si ispirò agli esempi di Cuba e del Ghana. Come Presidente, promosse la "Rivoluzione Democratica e Popolare". L'ideologia della rivoluzione venne da lui definita anti-imperialista nel suo Discorso di Orientamento Politico tenuto il 2 ottobre 1983.
Lottò contro la corruzione, promosse la riforestazione, l'accesso all'acqua potabile per tutti, e fece dell'educazione e della salute le priorità del suo governo.
Soppresse molti dei privilegi detenuti sia dai capi tribali, sia dai politici, e attraverso dichiarazioni e gesti molto chiari, applicò con grande coerenza le sue idee. Ad esempio:
  • il suo governo incluse un grande numero di donne, condannò l'infibulazione e la poligamia, promosse la contraccezione. Fu il primo governo africano a dichiarare che l' AIDS era la piú grande minaccia per l'Africa;
  • Sankara e i suoi collaboratori viaggiavano sempre in classe economica e a ranghi ridotti nelle visite diplomatiche;
  • vendette la maggior parte delle Mercedes in forza al governo e proclamò l'economica Renault 5, l'automobile ufficiale dei ministri;
Sankara venne ucciso il 15 ottobre 1987 insieme a dodici ufficiali, in un colpo di stato organizzato da un suo ex compagno d'armi (e poi suo braccio destro), l'attuale presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré .


Domenica, 7 Ottobre, 2007 - 19:59

primarie 14 ott con veltroni ambiente lavoro innovazione sinistra


Il Partito Democratico chiama a raccolta quanti di noi condividano l’obiettivo di costruire insieme una comunità capace di migliorarsi, di dialogare, di avere l’orgoglio della missione di Pubblico Servizio.
Lavoro come Consigliera nella Zona 7 da ormai più di un anno e sono convinta dell’importanza politica e sociale del mio incarico che mi permette di contribuire alla cura dell’interesse dei cittadini, dei servizi pubblici, delle problematiche femminili, della sicurezza e di favorire la realizzazione di iniziative per incidere attivamente sul tessuto sociale, attraverso l’aggregazione, la formazione, la cultura e l’arte.
I temi sintetizzati nelle parole espresse nel logo della lista "Ambiente, innovazione, lavoro, sinistra " sono priorità e svolte culturali necessarie per una politica che deve fare i conti con le novità del tempo presente.
Per questo mi candido per l’Assemblea Costituente nazionale assieme a Emanuele Fiano, Franco Bomprezzi e Laura Barcellona. L'ho fatto per esserci, come donna, come insegnante e come consigliera , per dare il mio contributo, nella ferma convinzione che la soggettività femminile nella decisione politica e nella vita del Paese sia assolutamente necessaria, proprio per garantire l’innovazione che in molti desideriamo.
Mi sostieni votando per la lista con VELTRONI AMBIENTE, LAVORO, INNOVAZIONE, SINISTRA anche negli altri collegi!

Diana De Marchi

Sabato, 6 Ottobre, 2007 - 08:25

Expò 2015:democrazia e consenso sociale

Il sindaco Moratti ha deluso un pò tutti quando in Consiglio Comunale ha fatto la relazione sull'Expò 2015. Non sono state fatte vedere le carte, ci sono solo delle belle cifre - n°visitatori, impegno di spesa,nuovi posti di lavoro (precari?) ecc. ma non si parla se non molto astrattamente delle ricadute sulla città.Sia maggioranza che opposizione hanno lamentato la scarsa trasparenza, il non aver informato il Consiglio Comunale, ma soprattutto il mancato coinvolgimento anche in questa prima fase della città. L'unico invito che è venuto dal Sindaco è stato quello di fare "corpo unico" a sostenere la candidatura. Si parla già di oltre 90 milioni di spesa solo per promozione e comunicazione. Il rischio è si finisca come Siviglia o Atene che dopo l'Expò hanno visto i padiglioni abbandonati senza alcun progetto di utilizzo e con tanti soldi della comunità buttati. L'altro rischio reale è che vengano espropriate e rese edificabili le aree del Parco agricolo Sud -con la scusa dell'Expò e come x i Mondiali '90- per facilitare i soliti amici costruttori.Non è un bel metodo soprattutto per chi ha impostato la sua campagna elettorale sull'ascolto e la partecipazione: peccato che il giorno dopo essere stata eletta si sia dimenticata di percorrere questa strada. Il coinvolgimento popolare è lo spirito della democrazia e quando la gente è chiamata solo a far da spettatore si rompe un equilibrio che non può portare altro che alla protesta, alla nascita di comitati che rivendicano scelte diverse, con la gente, per la gente.

A.Valdameri, consigliere di zona 6 Lista Fo

Venerdì, 5 Ottobre, 2007 - 21:58

"sviluppo e progresso": pagine Corsare di Pasolini

"Pagine corsare"
La saggistica
Pier Paolo Pasolini
“Sviluppo e progresso”
Inedito, ora in Walter Siti, a cura di, Pasolini. Saggi sulla politica e sulla società [Scritti corsari]
ed. Meridiani Mondadori, Milano 1999
 
Ci sono due parole che ritornano frequentemente nei nostri discorsi: anzi, sono le parole chiave dei nostri discorsi. Queste due parole sono «sviluppo» e «progresso». Sono due sinonimi? O, se non sono due sinonimi, indicano due momenti diversi di uno stesso fenomeno? Oppure indicano due fenomeni diversi che però si integrano necessariamente fra di loro? Oppure, ancora, indicano due fenomeni solo parzialmente analoghi e sincronici? Infine; indicano due fenomeni «opposti» fra di loro, che solo apparentemente coincidono e si integrano? Bisogna assolutamente chiarire il senso di queste due parole e il loro rapporto, se vogliamo capirci in una discussione che riguarda molto da vicino la nostra vita anche quotidiana e fisica.
 
Vediamo: la parola «sviluppo» ha oggi una rete di riferimenti che riguardano un contesto indubbiamente di «destra». Chi vuole infatti lo «sviluppo»? Cioè, chi lo vuole non in astratto e idealmente, ma in concreto e per ragioni di immediato interesse economico? È evidente: a volere lo «sviluppo» in tal senso è chi produce; sono cioè gli industriali. E, poiché lo «sviluppo», in Italia, è questo sviluppo, sono per l’esattezza, nella fattispecie, gli industriali che producono beni superflui. La tecnologia (l’applicazione della scienza) ha creato la possibilità di una industrializzazione praticamente illimitata, e i cui caratteri sono ormai in concreto transnazionali. I consumatori di beni superflui, sono da parte loro, irrazionalmente e inconsapevolmente d’accordo nel volere lo «sviluppo» (questo «sviluppo»). Per essi significa promozione sociale e liberazione, con conseguente abiura dei valori culturali che avevano loro fornito i modelli di «poveri», di «lavoratori», di «risparmiatori», di «soldati», di «credenti». La «massa» è dunque per lo «sviluppo»: ma vive questa sua ideologia soltanto esistenzialmente, ed esistenzialmente è portatrice dei nuovi valori del consumo. Ciò non toglie che la sua scelta sia decisiva, trionfalistica e accanita.
 
Chi vuole, invece, il «progresso»? Lo vogliono coloro che non hanno interessi immediati da soddisfare, appunto, attraverso il «progresso»: lo vogliono gli operai, i contadini, gli intellettuali di sinistra. Lo vuole chi lavora e chi è dunque sfruttato. Quando dico «lo vuole» lo dico in senso autentico e totale (ci può essere anche qualche «produttore» che vuole, oltre tutto, e magari sinceramente, il progresso: ma il suo caso non fa testo). Il «progresso» è dunque una nozione ideale (sociale e politica): là dove lo «sviluppo» è un fatto pragmatico ed economico.
 
Ora è questa dissociazione che richiede una «sincronia» tra «sviluppo» e «progresso», visto che non è concepibile (a quanto pare) un vero progresso se non si creano le premesse economiche necessarie ad attuarlo.
 
Qual è stata la parole d’ordine di Lenin appena vinta la Rivoluzione? È stata una parola d’ordine invitante all’immediato e grandioso «sviluppo» di un paese sottosviluppato. Soviet e industria elettrica... Vinta la grande lotta di classe per il «progresso» adesso bisognava vincere una lotta, forse più grigia ma certo non meno grandiosa, per lo «sviluppo». Vorrei aggiungere però - non senza esitazione - che questa non è una condizione obbligatoria per applicare il marxismo rivoluzionario e attuare una società comunista. L’industria e l’industrializzazione totale non l’hanno inventata né Marx né Lenin: l’ha inventata la borghesia. Industrializzare un paese comunista contadino significa entrare in competitività coi paesi borghesi già industrializzati. È ciò che, nella fattispecie, ha fatto Stalin. E del resto non aveva altra scelta.
 
Dunque: la Destra vuole lo «sviluppo» (per la semplice ragione che lo fa); la Sinistra vuole il «progresso».
 
Ma nel caso che la Sinistra vinca la lotta per il potere, ecco che anch’essa vuole - per poter realmente progredire socialmente e politicamente - lo «sviluppo». Uno «sviluppo», però, la cui figura si è ormai formata e fissata nel contesto dell’industrializzazione borghese.
 
Tuttavia qui in Italia, il caso è storicamente diverso. Non è stata vinta nessuna rivoluzione. Qui la Sinistra che vuole il «progresso», nel caso che accetti lo «sviluppo», deve accettare proprio questo «sviluppo»: Io sviluppo dell’espansione economica e tecnologica borghese.
 
È questa una contraddizione? È una scelta che pone un caso di coscienza? Probabilmente sì. Ma si tratta come minimo di un problema da porsi chiaramente: cioè senza confondere mai, neanche per un solo istante, l’idea di «progresso» con la realtà di questo «sviluppo». Per quel che riguarda la base delle Sinistre (diciamo pure la base elettorale, per parlare nell’ordine dei milioni di cittadini), la situazione è questa: un lavoratore vive nella coscienza l’ideologia marxista, e di conseguenza, tra gli altri suoi valori, vive nella coscienza l’idea di «progresso»; mentre, contemporaneamente, egli vive, nell’esistenza, l’ideologia consumistica, e di conseguenza, a fortiori, i valori dello «sviluppo». Il lavoratore è dunque dissociato. Ma non è il solo ad esserlo. Anche il potere borghese classico è in questo momento completamente dissociato: per noi italiani tale potere borghese classico (cioè praticamente fascista) è la Democrazia cristiana.
 
A questo punto voglio però abbandonare la terminologia che io (artista!) uso un po’ a braccio e scendere a un’esemplificazione vivace. La dissociazione che spacca ormai in due il vecchio potere clerico-fascista, può essere rappresentato da due simboli opposti, e, appunto, inconciliabili: «Jesus» (nella fattispecie il Gesù del Vaticano) da una parte, e i «blue-jeans Jesus» dall’altra. Due forme di potere l’una di fronte all’altra: di qua il grande stuolo dei preti, dei soldati, dei benpensanti e dei sicari; di là gli «industriali» produttori di beni superflui e le grandi masse del consumo, laiche e, magari idiotamente, irreligiose. Tra l’«Jesus» del Vaticano e l’«Jesus» dei blue-jeans, c’è stata una lotta. Nel Vaticano - all’apparire di questo prodotto e dei suoi manifesti - si son levati alti lamenti. Alti lamenti a cui per solito seguiva l’azione della mano secolare che provvedeva a eliminare i nemici che la Chiesa magari non nominava, limitandosi appunto ai lamenti. Ma stavolta ai lamenti non è seguito niente. La longa manus è rimasta inesplicabilmente inerte. L’Italia è tappezzata di manifesti rappresentanti sederi con la scritta «chi mi ama mi segua» e rivestiti per l’appunto dei blue-jeans Jesus. Il Gesù del Vaticano ha perso.
 
Ora il potere democristiano clerico-fascista, si trova dilaniato tra questi due «Jesus»: la vecchia forma di potere e la nuova realtà del potere...

fonte:www.pasolini.net

Venerdì, 5 Ottobre, 2007 - 19:37

Lettera aperta a Padoa Schioppa

Caro Ministro Padoa Schioppa,
ho una forte considerazione della sua professionalità e della sua funzione, capacità economica inserita nel difficile contesto in cui l'Italia stava versando all'alba della sconfitta del centrodestra e della vittoria del centrosinistra, dell'insediamento del Governo Prodi, il nostro Governo, che sta assumendo una linea politica nel campo del risanamento rigoroso, forse a volte un po' criticabile circa gli effetti e le conseguenze che si vanno ad aggiungere per le lavoratrici e i lavoratori ma che, comunque, ha saputo riportare in alto il principio della tassazione progressiva, un costante impegno contro l'evasione, unica soluzione che non prevede entrate solamente basandosi sui tagli alla spesa sociale, che sono stati contenuti.

Premetto questo per dirle che è non pertinente al suo stile professionale e alla sua capacità politica di direzione amministrativa economica, riconosciuta a livello internazionale, la infelice frase che ha espresso ieri pubblicamente dove ha considerato i trentenni e ultratrentenni ancora domiciliati in casa con i propri genitori come "bamboccioni". A parte la parola un po' grezza e fortemente ruspante, alquanto infelice, un po' provinciale nella sua connotazione linguistica e che sottolinea come sia assolutamente poco comprensiva del dramma che la precarietà definisce e comporta oggi come oggi, in questo mercato del lavoro dove tutto è fallace, dove ogni professionalità viene umiliata, dove ogni indice di capacità ed esperienza viene assolutamente non considerato.

Il lavoratore e la lavoratrice di oggi è un mezzo finalizzato solamente all'aumento del profitto dell'azienda: quel profitto che non potrà mai essere stabile se si tiene e mantiene un rapporto di lavoro, base di un vincolo di fiducia, sulla precarietà e sulla continua incertezza.

Forse se in Italia è alto il tasso di chi ancora rimane a casa dopo una certa età è perchè qualcosa non funziona nel nostro sistema legislativo, ordinamentale e, soprattutto, sociale: non esiste un incentivo per i giovani trentenni e poter diventare autonomi, indipendenti.
Alto è il costo dell'affitto, alte le spese, aumenta il costo della vita, difficile trovare una propria autonomia che possa garantire una costante autodeterminazione, indipendenza.

Una volta si diceva che trovato un posto in banca eri sicuro di avere un posto fisso: oggi niente e nessuno può assicurarti una stabilità lavorativa. Nessun settore, neppure quello pubblico, tanto attaccato e vilipeso, può assicurarti una continuità: nelle pubbliche amministrazioni, a Milano, esistono sacche di precarietà negli stessi settori, mentre gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori sono fermi a due anni senza un rinnovo contrattuale ancora adeguatamente predisposto.

Non parliamo, poi, se qualcuno vuole mettere famiglia: non potrà mai se i livelli minimi sociali di reddito rimangono gli stessi.

Professor Padoa Schioppa, la prego, proprio facendo appello alla sua capacità intellettuale e alla sua onestà professionale, riveda questa sua affermazione che, giustamente, ha indignato, me per primo, migliaia di ragazze e di ragazzi che vedono il proprio futuro non di propria determinazione, vedono un avvenire incerto e, soprattutto, non governabile e autodeterminabile.

Qualcosa deve cambiare: non credo che queste persone amino e decidano loro stesse di vivere in casa a una certa età. Tanguy lo testimonia nella sua paradossalità ironica e comica, molto fresca, dinamica e leggera, ma sostanziosa, dipinta dall'ottimo cinema francese attuale.

Deve essere rimesso in discussione il testo di legge 30 che ha fatto della precarietà una condizione esistenziale.
Deve esserci un reddito di cittadinanza, come avviene in Gran Bretagna, in Germania, in Svezia, dove si investe sulle capacità e le risorse dei giovani, oggi spesso preparati ad assumere ruoli di concetto e, quindi, spesso non sempre garantiti nella loro continuità lavorativa, spesso bisognosi di lassi di tempo e periodi di riflessione e di studio, di approfondimento, di analisi, di miglioramento delle proprie capacità intellettuali e conoscenze.
Deve esserci una politica imprenditoriale che incentivi coloro che investono nell'innovazione tecnologica e che penalizzi coloro che assumono a tempo determinato, se non con assurdi contratti atipici, dai toni metafisici e alquanto futuristi, il lavoro a chiamata, istituiti dalla legge 30, dalla nefanda e odiosa legge, fonte di disagi sociali e civili, fonte di rotture generazionli, di conflittualità interpersonale.

Gentile Ministro, la prego, riveda le sue considerazioni, confido veramente nella sua capacità di assumere queste istanze come elementi primari della sua prossima agenda politica, quella del governo, quella che lei rappresenta in questa nostra compagine governativa.

E non colpevolizzi chi è vittima di una situazione irrespirabile, dove il trentenne non è rappresentato e si sente margine di un tessuto sociale dove chi è attore e protagonista è persona di altra natura e di altra età. Non voglio conflittualità intergenerazionale, sarebbe assolutamente inutile e insensata: ma chiaramente ascolti la voce di questi eterni assenti, di noi eterni assenti.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo

Venerdì, 5 Ottobre, 2007 - 19:16

L'omosessualità non è una malattia!

L'omosessualità non è una malattia!
PROPOSTA DI ATTUAZIONE DELLA DELIBERA CONGRESSUALE che al XII Congresso nazionale Arcigay ha accolto l'ODG presentato dal Comitato provinciale Arcigay Roma Web Staff, 28 settembre 2007 In esecuzione della delibera con cui il XII Congresso nazionale ha accolto l'Ordine del giorno del Comitato provinciale Arcigay di Roma, avente ad oggetto la richiesta al Ministro della Salute e agli Ordini degli psicologi e dei medici di assumere una posizione chiara sull'omosessualità, e sulle teorie distorte che la ricostruiscono come "patologia" suscettibile di cure mediche e psicologiche, e, in considerazione del mandato che il Congresso ha affidato al Consiglio nazionale di istituire nella sua prima seduta un tavolo tecnico che elabori un documento, come determinato dal medesimo ODG;

si propone al Consiglio nazionale di istituire un tavolo tecnico così composto:

FEDERICA DE SIMONE - psicologa - Responsabile Gruppo psicologi Arcigay Roma e GayHelpLine;

LUCA PIETRANTONI - psicologo - Docente di Psicologia sociale;

PAOLO RIGLIANO - psichiatra e psicoterapeuta - componente della Commissione AIDS del Ministero della Salute.

Bologna, 23 settembre 2007
Approvata dal Consiglio nazionale Arcigay

Ordine del Giorno - XII Congresso nazionale Arcigay

Teorie che sono in pieno contrasto con quanto indicato dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV), in cui si afferma che l’omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993.

Negli ultimi tempi, a causa del dibattito aperto sulla questione dei Dico, vi sono settori del mondo medico, politico ed ecclesiastico che comunicano all’opinione pubblica attraverso dibattiti pubblici, televisivi e su carta stampata teorie secondo le quali gli omosessuali sono persone malate e bisognose di cure finalizzate a convertire questi soggetti in eterosessuali.

Si fa presente inoltre che, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che il comportamento omosessuale non corrisponde ad un disturbo mentale, ma debba essere considerato come una variazione dei comportamenti sessuali e quindi rientrare nell’oscillazione della normalità.

Tali teorie o dichiarazioni, a nostro parere, oltre ad offendere la popolazione omosessuale che da anni lotta per la piena integrazione, producono sul piano sociale forti elementi di esclusione delle persone omosessuali, soprattutto, dei più giovani adolescenti. Essi, subendo tale sofferenza morale possono essere condotti a forti stati depressivi reattivi ai comportamenti discriminatori dovuti a tali teorie.

Si fa presente che in tali condizioni, il forte vissuto di solitudine, disperazione, può culminare in condotte di tipo suicidario, come accaduto di recente al giovane adolescente di Torino. E’ implicito anche che queste condizioni favoriscono la ghettizzazione e l’esclusione sociale e che una disinformazione di questo tipo può solo essere legata ad interessi di parte che nulla hanno a che vedere con i bisogni personali e di comunità delle persone. Per quanto sopra esposto e al fine di evitare che tali teorie producano danni anche di natura irreversibili alle persone si

decide di dare mandato al Consiglio nazionale

affinché istituisca nella sua prima seduta un tavolo tecnico composto da professionisti di rilievo a cui delegare la preparazione entro sei mesi di un documento, da presentare al Consiglio stesso, volto a rispondere all'esigenza che l'Onorevole Ministro e gli Ordini degli psicologi e dei medici prendano una posizione che produca chiarezza in merito alla questione omosessualità e patologia, al fine di neutralizzare le sopra-menzionate distorte teorie e salvaguardare la vita delle persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale.

Approvato dal XII Congresso nazionale Arcigay - 12 maggio 2007

Giovedì, 4 Ottobre, 2007 - 14:20

Primarie. Collegio 2. Si parte!

PRIMA DI TUTTO UN INVITO
Cari amici, prima di iniziare le comunicazioni vorrei invitarvi tutti per l’aperitivo della lista Democratici Lombardi per Veltroni e Martina. Domani, venerdì 5 ottobre, dalle 19 alle 20.30 ci troviamo al Mago di Oz (P.le Bacone angolo Via Ozanam) per bere qualcosa insieme e chiacchierare sul Partito Democratico a pochi giorni dalle primarie del 14 ottobre.
Mi piacerebbe che ci foste tutti perché abbiamo bisogno che chi condivide questo progetto si attivi il più possibile per sostenerlo, e per potermi confrontare con chi invece ha dei dubbi e delle perplessità. Magari parlando riusciamo a superarle!
PERCHE’ LA LISTA DEMOCRATICI LOMBARDI PER VELTRONI E MARTINA
Il 14 ottobre ho deciso di candidarmi alla costituente regionale del Partito Democratico per la Lista Democratici Lombardi per Veltroni e Martina.
L’ho fatto perché credo che Veltroni possa rappresentare al meglio le complessità e le differenze che ci sono nel futuro Partito Democratico, sapendo dare loro degli obiettivi comuni, costruendo un partito che sappia guardare avanti. E sostengo Maurizio Martina perché ho da tempo la possibilità di collaborare con lui e penso abbia la freschezza e la competenza per far tornare competitivo il centro-sinistra in Lombardia.
La lista Democratici Lombardi per Veltroni e Martina ha compiuto inoltre un importante tentativo di valorizzazione di esperienze nuove: 7 dei 31 capilista regionali sono infatti under 35, tutti scelti non “per lasciar spazio ai giovani”, ma perché questo ruolo ce lo si è conquistato sul campo.
L’immagine della politica che esce dalle ultime settimane è molto consumata e anch’io, vivendo le istituzioni dall’interno, noto moltissimi di questi problemi. Però penso anche che questa sia una grande occasione per costruire insieme un Partito che sappia essere tra le persone, sapersi confrontare, per proporre soluzioni nuove e realizzarle in tempi brevi. E’ la scommessa che sto tentando dal Comune e nel futuro Partito Democratico.
E’ un’occasione che dobbiamo utilizzare al meglio, per questo ti chiedo di darci una mano, a cominciare da questa settimana.
Nei prossimi giorni saremo presenti nei mercati, davanti ai cinema, per strada. Se puoi aiutarci ti prego di contattarmi al numero 335.7988964. Stiamo inoltre cercando scrutatori per le primarie (domenica 14 ottobre dalle 7 alle 20). Anche in questo caso, se hai voglia di vivere questa esperienza, non esitare a chiamarmi.
Per ulteriori informazioni e sapere come e dove si vota vai su www.democraticilombardi.it
DAL COMUNE – P.LE LAVATER
Uno dei punti programmatici della mia campagna elettorale era riqualificare l’area pedonale di P.le Lavater. Lì, forse ricorderete, avevamo anche tenuto un piccolo concerto pochi giorni prima delle elezioni per dimostrare come una città più viva fosse anche una città più bella.
Dopo un anno di lettere e richieste il Comune ha ultimato i lavori che contornano l’area pedonale e che adesso dovrebbero impedire l’accesso delle auto all’interno del Piazzale. Con l’apertura inoltre di un ristorante e di un nuovo bar la Piazza ha acquistato di certo nuova vita.
Insomma una piccola vittoria per noi che lo avevamo scritto sui volantini e per la città che ha una piazza più bella.
LIBERTA’ E DEMOCRAZIA NELL’EUROPA DELL’EST
Come sapete da tempo sono impegnato nella promozione della libertà e della democrazia nei paesi dell’Ex Unione Sovietica, cercando di dare il mio modesto contributo.
La settimana scorsa sono stato in Ucraina come osservatore internazionale dell’OSCE. E’ stata un’esperienza meravigliosa e formativa che sto cercando di raccontare anche attraverso il mio blog. Quindi collegandovi a www.pier.ilcannocchiale.it potete leggere le mie impressioni.
Venerdì e sabato si terranno due eventi a Milano per ricordare la giornalista Anna Politkovskaja. Due settimane fa il Consiglio Comunale aveva approvato una mia mozione in merito e concesso  il patrocinio a quella di sabato. Non mi resta quindi che segnalarvele:
5 ottobre, ore 21, Libreria Archivi del 900, Via Montevideo 9. Presentazione del libro “La Cecenia dei bambini. I giovani  raccontano la tragedia del Caucaso”. A cura di Francesca Gori,
6 ottobre, ore 9, Circolo della Stampa, Corso Venezia 16. Per non dimenticare Anna Politkovskaja
Spero quindi di vedervi Venerdì al Mago di Oz,
Pierfrancesco

Giovedì, 4 Ottobre, 2007 - 10:41

V giornata mondiale contro l’ incenerimento dei rifiuti

Lettera aperta  -  V  giornata mondiale contro l’ incenerimento dei rifiuti
 
Al Ministro della Salute
Lungotevere Ripa, 1 - 00153 Roma
 
Al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
Via Cristoforo Colombo 44 – 00147 Roma
 

Illustrissimi Ministri,
 
il giorno 6 settembre 2006 si celebrerà la V la giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti.  Tale data ci fornisce l’occasione per alcune riflessioni che ci permettiamo di sottoporre alla Vostra Attenzione, nella certezza che Salute ed Ambiente rappresentino beni inscindibili, e che la loro tutela costituisca il fine assoluto del vostro, come del nostro,  impegno.
 
L’ aumento delle patologie cronico-degenerative da quelle neurologiche, cognitive, autoimmuni, respiratorie, cardiovascolari, neoplastiche (incremento del 30% dei tumori da 0 a 14 anni e del 45% dai 14 ai 19 anni negli ultimi trenta anni!) ai disturbi neuro - comportamentali, riproduttivi ecc.- è in gran parte da ascrivere al degrado sempre più drammatico delle condizioni del nostro ambiente. Si pensi ad esempio alle conoscenze che  si stanno  sempre più accumulando sugli effetti di numerosi agenti chimici clorurati sia di sintesi sia generati da processi  di combustione (noti generalmente con l’acronimo POPs).
 
Tali sostanze sono persistenti (emivita dai 7 ai10 anni), liposolubili, bioaccumulabili, e interferiscono con molteplici  funzioni cellulari e biologiche, in  particolare con: Sistema Endocrino, Sistema Nervoso, (in particolare degli organismi in  via di sviluppo), Sistema Immunitario e Riproduttivo ed esplicano inoltre effetti cancerogeni. Dati recenti confermano inoltre il sospetto che le alterazioni prodotte vengano  trasferite attraverso le cellule germinali con danni pertanto trasmissibili alla specie!
 
L’ Associazione Medici per l’Ambiente - ISDE Italia ha già chiaramente espressa col documento del 5 gennaio 2006 - che ci permettiamo di allegare integralmente - tutta la propria contrarietà e preoccupazione in relazione all’incenerimento dei Rifiuti. che, fra tutte le tecniche è la più costosa  ed essendo una fra le fonti più rilevanti di agenti tossici inquinanti e’ la meno rispettosa dell’ambiente e della salute.
 
Il proliferare in Italia di impianti di incenerimento  trova la propria ragione nell’anomala e fuorviante assimilazione dei rifiuti a fonte rinnovabile di energia.
 
Si chiede che vengano immediatamente tolti gli incentivi che solo nel nostro paese vengono dati ai gestori per tali impianti e che venga attuata seriamente la Politica delle "R" (Riduzione,  Riuso, Recupero, Raccolta Differenziata), evitando in tal modo le sanzioni  già comminate al nostro paese da parte della Comunità Europea.
Si ricorda come questi incentivi economici, finanziati col 7% delle tariffe elettriche, dovrebbero essere utilizzati unicamente per lo sviluppo delle energie realmente  rinnovabili, quali il solare, che sono senz’altro meno impattanti per la salute umana rispetto a quelle derivate da tutti i processi di combustione, a partire dalla combustione dei rifiuti.
Le emissioni degli inceneritori contribuiscono inoltre ad aumentare i gas serra, e incentivarne l'uso contravviene ai dettami internazionali del protocollo di Kyoto e ci esporrebbe a un ulteriore aumento delle sanzioni economiche da parte della CE.
 
Chiediamo inoltre che la recente legge delega in tema ambientale  n 152 03/04/2006 venga immediatamente revocata: riteniamo che la sua attuazione rappresenti un danno incalcolabile per la tutela di settori strategici quale quello che disciplina i rifiuti tossici e nocivi, le bonifiche, i bacini idrici, le emissioni di gas serra e che  possa pertanto arrecare danni molto gravi  per alla salute dell' intera nazione.
 
Riteniamo doveroso riaffermare con forza che solo con una seria politica di Prevenzione Primaria che riduca l’esposizione di tutta la popolazione ai rischi derivanti dall’ inquinamento ambientale, e abbinata a una migliore educazione sanitaria e ambientale, si potrà ragionevolmente sperare di avere una popolazione più sana, economicamente più produttiva e si potranno arginare questi crescenti insostenibili costi della spesa sanitaria senza  tagli impopolari e ricadute negative sui livelli di assistenza attualmente forniti, perchè - ricordiamo -  “curando l’ambiente eviteremo di curare noi stessi”!
 
Grati per l' attenzione Vogliate accettare i sentimenti della più profonda stima.
 
Dr. Roberto Romizi
Presidente - ASSOCIAZIONE MEDICI PER L' AMBIENTE – ISDE ITALIA

fonte: altralombardia.it

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