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Il Blog di Isidoro Spirolazzi | www.partecipaMi.it
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Venerdì, 15 Febbraio, 2008 - 13:24

Legge regionale: torna il provvedimento "mangia territorio

 

 

Legge urbanistica regionale: torna il provvedimento "mangia territorio"

12/2/2008 - FAI, Italia Nostra e WWF: siamo contrari e informeremo il BIE, l'organizzazione internazionale che gestisce le esposizioni universali

 

FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Italia Nostra e WWF Italia informano che mercoledì 13 febbraio la Commissione Territorio della Giunta Regionale Lombarda tornerà a discutere degli emendamenti alla Legge sull’urbanistica, a danno dei parchi regionali.
Se l’emendamento “mangia territorio” dovesse essere approvato, le tre associazioni, che hanno costituito l’”Osservatorio Expo”, porteranno all’attenzione del segretario generale del BIE, Bureau International des Expositions – l’organizzazione internazionale che gestisce le esposizioni universali -  quello che sta succedendo, perché in netto contrasto con le linee di sostenibilità ambientale espresse dalla candidatura di Milano e  supportate dalla Regione Lombardia.

Gli emendamenti alla legge Urbanistica regionale 12/2005 proposti dall’Assessore all’Urbanistica Davide Boni, hanno come obiettivo quello di facilitare ai Comuni espansioni insediative nei 24 Parchi Regionali. La tutela dell’ambiente, della storia, dell’interesse collettivo, sembra essere assente nella politica dell’attuale Giunta Regionale, nonostante le normative europee vadano in direzione opposta. Queste scelte  potrebbero  generare gravissime conseguenze sulla tutela e
gestione delle risorse territoriali e sul sistema della pianificazione.

“E’ il primo vero attacco al sistema dei parchi, un patrimonio collettivo costruito con tanta fatica, la cui importanza - come valore del territorio e come presidio per la conservazione  e la tutela di ecosistemi naturali e per la realizzazione di reti ecologiche anche in contesti fortemente urbanizzati - non sembra preoccupare il Governo Regionale” dice Enzo Venini, Presidente WWF Italia .

“In molti paesi europei ci sono leggi che limitano l’occupazione di aree libere, di svago, agricole o incolte che siano  e che impongono di utilizzare solo aree già urbanizzate per qualsiasi nuova edificazione, con il duplice obiettivo di recuperare e bonificare le aree dismesse, ricreando paesaggio e allo stesso tempo salvaguardando le aree verdi – così vitali per la vivibilità delle città e per la salute dei cittadini. In Lombardia invece espandiamo le città sui parchi” afferma Giulia Maria Mozzoni Crespi, Presidente FAI.

Tutto ciò avviene mentre il Comune di Milano e la Regione Lombardia, promuovono per Expo 2015 una immagine di “città amica dell’ambiente e del territorio”, mentre l’approvazione di questi emendamenti determinerebbe un nuovo quadro di consumo del suolo in cui il progetto Expo 2015 andrebbe a inserirsi, in contrasto con quanto dichiarato dal Sindaco Moratti.
Tali emendamenti consentirebbero infatti ai Comuni di introdurre, mediante i propri Piani di Governo del Territorio e tramite procedure semplificate, attribuite per competenza alla Regione, espansioni insediative all’interno dei perimetri dei Parchi Regionali, delegittimando in tal modo l’esistenza dei parchi stessi.

“Nella proposta avanzata dalla Giunta lombarda, l’espansione dei singoli Comuni, sottratta a logiche di coordinamento anche nei territori dei Parchi, potrà impoverire gli spazi naturali e le aree dedicate all’agricoltura, sulla cui valorizzazione bisognerebbe invece insistere proprio in vista dell’EXPO”  dice Luca Carra, Presidente Italia Nostra Milano.

Questo comunicato viene inviato alla stampa e contemporaneamente al Comune di Milano nella persona del Sindaco Letizia Moratti, alla Provincia di Milano, nella persona del Presidente Filippo Penati e alla Regione Lombardia, nella persona del Presidente Roberto Formigoni.

Milano, 11 febbraio 2008                    


Ufficio stampa
FAI tel 02467615219ufficiostampa@fondoambiente.it
Italia Nostra tel 02-86461400 milano@italianostra.org
WWF Italia Sara Bragonzi tel 329 8315718 s.bragonzi@wwf.it

 

Venerdì, 15 Febbraio, 2008 - 09:18

Mozione Parco agricolo Sud

Presentata dal consigliere del  PD Garlaschelli- ieri sera 14 febbraio in CDZ6- la mozione sul Parco Agricolo Sud messo in pericolo dalla presentazione dell'emendamento alla legge regionale che consentirebbe l'edificazione nel Parco sud.La mozione è stata sottoscritta da tutti i partiti dell'opposizione in CdZ6.

Venerdì, 15 Febbraio, 2008 - 09:13

Pensiline ATm in zona 6

Presentata ieri sera-14 febbraio- in Cdz6 l'interrogazione allegata sulle pensiline ATM in zona 6

Venerdì, 15 Febbraio, 2008 - 09:11

Area Ovada-Voltri: progetto area cani

A seguito dell'interrogazione urgente da me presentata a dicembre in CdZ6 il settore ha risposto come da lettera allegata.

Venerdì, 15 Febbraio, 2008 - 02:57

Una tragedia in Porta Vittoria: perchè?

Profondo cordoglio esprimo per l'incidente che si è verificato oggi, alle 16,30 in Corso di Porta Vittoria a Milano. Cordoglio per la vittima, una signora di 52 anni, di San Benedetto del Tronto, che è morta sul colpo dell'impatto tra il bus della linea 60, dove sedeva dietro al conducente, ricoverato in gravissime condizioni, e il tram, il 12, che proveniva dal lato opposto. Il fatto non è casuale, ma è stata la conseguenza diretta di una deviazione di un suv svizzero, transitante nella corsia che fiancheggia quella preferenziale del Corso di Porta Vittoria. E', questo, esempio e testimonianza di come sia insicura la rete infrastrutturale dei trasporti pubblici, certamente non per negligenza dei conducenti, ma, bensì, per i pericoli che gli autoveicoli, soprattutto di grossa cilindrata, causano nei riguardi e ai danni dei passeggeri mezzi di trasporto pubblico e, spesso, di pedoni e ciclisti. Credo che sia necessario un maggiore controllo delle corsie preferenziali, del transito dei mezzi, della garanzia e tutela del loro passaggio incolume, del rispwetto e dell'osservanza delle regole basilari del codice stradale, spesso oggetto di gravi infrazioni da parte degli automobilisti.
Ventisei feriti, di cui gravissimi i rispettivi conducenti dei mezzi e una signora che ha perso una gamba nell'incidente. Un mezzo pubblico ha speronato letteralmente il tram, frontalmente: una scena di morte, dolore, sofferenza, panico, terrore e dramma si è profilato sotto le finestre del centrale corso: lamiere incartocciate, corpi feriti, grida di dolore e di richiesta di aiuto e soccorso.
La sindaca Moratti si è portata sul luogo appena avvenuto il fatto, lei dice per portare soccorso e aiuto alle persone. Confida, come noi tutte e tutti, nella magistratura che farà il suo corso, sperando che la giustizia sia fatta e che il colpevole di questo tragico evento sia punito conseguentemente. Il fatto più grave è che il vicesindaco, Decorato, abbia detto che questo non è un caso adducibile a un problema di viabilità ma che è solamente una grave infrazione del codice da parte di un guidatore di suv. Io credo che questo sia un fatto che, anzi, debba ascriversi all'assenza di controlli e di misure che possano prevenire accadimenti di questa portata drammatica. Quale piano di misure sono apportate dall'amministrazione comunale per fare fronte q eusto stato di cose che mette in pericolo conducenti e passeggeri? Ricordiamo quante volte si verificano casi analoghi, di varia portata e gravità, e che definiscono la rete infrastrutturale della viabilità dei mezzi pubblici come assolutamente inadeguata? Ricordiamo gli incidenti che vengono causati per infraazioni gravi del codice della strada a cui non si è riusciti a opporre un adeguato controllo preventivo volto a evitare il verificarsi dei sinistri singoli? Quali misure l'amministrazione è intenzionata a promuovere per rendere sicure le corsie di preferenza e protette da pericolose invadenze di autoveicoli di grossa cilindrata assolutamente devastanti nelle proprie conseguenze? Forse, gentile sindaca, non tutto dipende dalla Magistratura ma, bensì, occorrerebbe agire preventivamente affinchè non si verifichi un altro "14 febbraio".

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 14 Febbraio, 2008 - 15:25

NOtizie: Afghanistan" Ucciso un militare italiano..." Iran..

AFGHANISTAN: UCCISO UN MILITARE ITALIANO

ROMA - Un militare italiano e' stato ucciso vicino Kabul ed un altro
soldato e' ferito. I due militari, entrambi dell'Esercito, sono rimasti
coinvolti in un attacco con armi da fuoco portatili mentre stavano
svolgendo una missione nel distretto di Uzeebin, a circa 60 chilometri
da
Kabul. Lo scontro a fuoco, ricostruisce lo Stato maggiore della Difesa,
è
avvenuto alle 15 locali (le 11.30 in Italia), nei pressi della località
di
Rudbar, nella zona di responsabilità italiana. "Militari italiani della
Task Force Surobi, in attività di cooperazione civile e militare e
sostegno sanitario alla popolazione, sono stati fatti segno di alcuni
colpi di arma da fuoco portatili da parte di elementi armati ostili a
cui
i militari italiani hanno risposto", si legge in una nota dello Stato
maggiore della Difesa. "A seguito dello scontro - aggiunge il
comunicato -
un militare italiano è deceduto mentre un secondo risulta leggermente
ferito". E' in corso il trasporto presso l'ospedale militare francese
di
Camp Warehouse, a Kabul.

by Puleggia

IRAN. RADICALI MOBILITATI PER SALVARE DUE RAGAZZI GAY

12 febbraio 2008: Continua la mobilitazione internazionale per salvare i due ragazzi condannati a morte in Iran perché omosessuali.
In pochi giorni oltre 12.500 persone hanno sottoscritto la petizione (www.petitiononline.com/irangay) rivolta alle autorità iraniane per salvare la vita di Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour.
I due ragazzi, di 18 e 19 anni sono stati arrestati a Sardasht, nell'Azerbaijan Iraniano, lo scorso 23 gennaio, con le accuse di "mohareb" e "lavat" (essere nemici di Allah e sodomia); hanno confessato, sotto tortura, di amarsi e rischiano ora la pena di morte.
Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito con Nessuno tocchi Caino aderisce all'iniziativa del Gruppo EveryOne che ha indirizzato una lettera ad Abolfazl Zohrevand, Ambasciatore in Italia della Repubblica Islamica dell'Iran, in cui si chiede un incontro urgente per discutere del caso dei due giovani, che sta suscitando clamore in tutto il mondo, e della preoccupante situazione sulla violazione dei diritti umani in corso nel Paese.
 
Per dare la nostra più affettuosa solidarietà a Silvana, per dire il nostro sdegno e la nostra estraneità a un Paese che manda i poliziotti in ospedale a interrogare e maltrattare una donna che ha appena compiuto una delle scelte più difficili della propria vita.
Per ribadire che il diritto di scelta e la cura delle vite sono la nostra esperienza quotidiana e sono oggi minacciate dalla campagna contro l'aborto che assume via via i toni di una feroce crociata contro le donne e invade la campagna elettorale.
Usciamo dal silenzio si impegna a prendere parola e iniziativa pubblica, insieme al movimento delle donne che si mobilita a Napoli e in altre città e a tutte e tutti coloro che condividono la preoccupazione e l'indignazione davanti al franare di uno spazio condiviso di democrazia, laicità e diritto nel nostro paese.
Per queste ragioni UsciamodalSilenzio partecipa al presidio e invita alla più ampia presenza
COMUNICATO STAMPA
194: PRESIDIO OGGI, GIOVEDI' 14/2  IN PIAZZA SAN BABILA ALLE 17,30
La vicenda di Napoli e' inquallificabile da ogni punto di vista, e' un atto vigliacco e intimidatorio:
-calpesta la dignita' delle donne, di tutte le donne, in un momento particolare di grande solitudine e sofferenza.
-l'irruzione gratuita delle forze dell'ordine offende anche la professionalita' dei medici che avevano unicamente applicato la legge.
-la stessa modalita' adottata sulla base di una pura denuncia anonima, esprime violenza, ottusita', prevaricazione.
Nell'esprimere solidarieta' alla donna di Napoli che ha subito questa grave prevaricazione, denunciamo con forza questi atti. Viglileremo, soprattutto in Lombardia, affinche' la 194 sia applicata alla luce del dettato costituzionale, impiegando tutti gli strumenti possibili, anche legali, perche' sia garantita l'autodeterminazione delle donne.
Invitiamo donne e uomini a manifestare la propria indignazione domani, GIOVEDI' 14 FEBBRAIO, alle ore 17,30 con un PRESIDIO IN PIAZZA SAN BABILA.
Rete regionale lombarda "194 ragioni"
Giovedì, 14 Febbraio, 2008 - 11:09

194: PRESIDIO OGGI A MILANO IN PIAZZA SAN BABILA ALLE 17,30

194: PRESIDIO OGGI IN PIAZZA SAN BABILA ALLE 17,30
/COMUNICATO STAMPA del 14/02/2008/

*IN DIFESA DELLA LEGGE 194 E DEI DIRITTI DELLE DONNE*

Il Partito Umanista aderisce al presidio convocato per oggi
in San
Babila per manifestare la profonda indignazione per ciò che
è successo
al POliclinico  di Napoli: una telefonata anonima è bastata
a mandare i
poliziotti in ospedale a interrogare e maltrattare una
donna che  aveva
compiuto una scelta così difficile, come quella
dell'aborto.

La vicenda di Napoli e' inquallificabile da ogni punto di
vista, e' un
atto vigliacco e intimidatorio:

-calpesta la dignita' delle donne, di tutte le donne, in un
momento
particolare di grande solitudine e sofferenza.

-l'irruzione gratuita delle forze dell'ordine offende anche
la
professionalita' dei medici che avevano unicamente
applicato la legge.

-la stessa modalita' adottata sulla base di una pura
denuncia anonima,
esprime violenza, ottusita', prevaricazione.

Esprimiamo la più sentita  solidarietà a Silvana, e
veglieremo sulla 194
in Lombardia:
Proponiamo per l'8 marzo una manifestazione nazionale per i
diritti
delle donne.

Partito Umanista   Milano

Lunedì, 11 Febbraio, 2008 - 13:53

BASTA CON I FALSI PROFETTI, E' ORA DI ALZARE LA VOCE...

< I FALSI PROFETI DELL' ATTUALE SISTEMA POLITICO RITENGONO DI POTER FARE  E DISFARE A LORO PIACIMENTO E SOPRATTUTTO RITENGONO DI ESSERE INAMOVIBILI ED INSOSTITUIBILI.
MA QUESTA VOLTA HANNO SBAGLIATO I CALCOLI: O CI DANNO SPAZIO O CE LO PRENDIAMO. SE UN GURU SE N'E' ANDATO (QUELLO DEI BEATLES) IO NE HO TROVATO UN ALTRO CHE NON E' INDIANO MA VA BENE LO STESSO E VE LO SEGNALO: www.ugosaraoforpresident.it  CI SIAMO PARLATI, MI HA DETTO DI DIFFONDERE IL MESSAGGIO CONFERMANDOMI  CHE DOBBIAMO AFFRONTARLI (I NOSTRI AVVERSARI) IN CAMPO APERTO, SUL LORO TERRENO... QUELLO ELETTORALE.
COSI' CHI VORRA' CANDIDARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE E/O AMMINISTRATIVE POTRA' TROVARE SPAZIO NELLA LISTA "PENSIONI & LAVORO" NELLE LOCALITA' DOVE SARA' PRESENTE; CHI INVECE VORRA' FORMARE UN SUO GRUPPO POLITICO E/O UNA SUA LISTA POTRA' CHIEDERGLI CONSIGLI ED ISTRUZIONI. CIAO A TUTTI. ASPETTO NOTIZIE.
GIUSEPPE
Domenica, 10 Febbraio, 2008 - 14:03

Un futuro partecipato per la Galleria Vittorio Emanuele

Quale sarà il futuro della Galleria Vittorio Emanuele? Si apre un dibattito, come sempre da qualche anno a questa parte, dopo anni di non intervento pubblico e municipale in situazioni di diversa portata che si sono portate al tracollo definitivo, su quale destino si riserverà per questo storico salotto di Milano.
Un salotto che è diventato, però, terra allettante e interessante per business commerciali di vari privati che vedono in questo spazio occasioni di elargire affitti d'oro, oppure di cedere locali esistenti a soggetti più promettenti in termini di disponibilità di pagamento per l'acquisto di locali, oppure, infine, prodigiosi sigle e marchi multinazionali che si offrono a proprio piacimento come gli unici detentori di un lavoro di restaurazione della Galleria stessa corrispondendo questa disponibilità elargitiva con una presenza abbondante dello sponsor per tutta la Galleria, quasi diventasse un proprio e privato salone espositivo.
Mi viene in mente un caso che ha fatto scandalo in diverse occasioni: la vendita e la cessione dei locali della Libreria Reminder, fornita di diversi e preziosi libri interessanti, di vario genere, vario tipo, salotto culturale e incontro artistico per diverse persone, amanti della lettura, a un bar che, sotto l'osservanza del vincolo di destinare parte dei propri spazi ad attività tipiche di cafè letterario, esercita in modo totalmente privato un esercizio puramente commerciale, prevalentemente dedito alla ristorazione. Niente di male: ognuno fa i propri legittimi interessi commerciali. Ma i patti erano diversi e se il brocardo latino "pacta servanda sunt" non è ancora caduto in disuso, penso che si debba osservare coerentemente le regole che sono vincolative dell'atto di cessione, sia dell'affitto sia della proprietà del locale ceduto.
Si parla in amministrazione, precisamente l'assessorato al commercio e attività produttive Majolo d'intesa con la Camera di Commercio, della costituzione di una "fondazione partecipata" che garantisca una condivisione tra interessi dei commercianti, che sono riusciti a garantirsi il mantenimento degli affitti contro le possibilità, paventate dalla precedente giunta, di cedere gli affitti e le proprietà dei locali ad altri privati, una sorta di blocco della cessione degli affitti, e amministrazione comunale in una sorta di condivisione di regole e di comportamenti, di un codice regolamentativo della gestione collaborativa dello spazio. Posso essere concorde con questo tipo di procedura, soprattutto se si considerano esserci in Galleria luoghi che ormai sono storici e che rischiano di essere venduti o ceduti a terzi, in quanto per i due terzi degli esercizi commerciali è scaduto il contratto di affitto da tempo.
Si parla, giustamente di ritorno alla concezione di "salotto milanese", come sostiene la stessa assessora Majolo: più che propenso ad attivare percorsi che possano raggiungere questo obiettivo finale di rinascita culturale e civile della Galleria. Ma qualche anno fa l'Ottagono fu totalmente ceduto in affitto per alcuni mesi, quelli prossimi a periodo natalizio, con prezzi convenienti a un'installazione commerciale di Swaronsky, rendendo la Galleria ostaggio di un messaggio pubblicitario permanente, come fosse un salone open space espositivo della multinazionale dei gioielli e dei cristalli? Come si spiega il fatto che esista la possibilità che la restaurazione degli impiantiti consumati della Galleria sia affidata a una multinazionale tedesca con la liberatoria per quest'ultima di apporre in ogni dove all'interno della Galleria i marchi della propria produzione?
Io credo che sia giusto parlare di codice di comportamento, come sostiene l'amministrazione, ma mi domando da chi e come le regole saranno statuite e determinate, in quanto dipende dalle modalità di approvazione e discussione delle regole, di partecipazione alla definizione delle regole, il raggiungimento della finalità di rendere la Galleria un salotto milanese civicamente aperto. Ma perchè non rendere partecipi al tavolo di discussione delle regole del codice anche le associazioni e le realtà collettive, soprattutto culturali, che potrebbero, in turnazione, beneficiare dell'Ottagono per promuovere incontri ed eventi che siano aperti alla cittadinanza e che siano di diversa portata? Io penso a un Ottagono dove l'accesso alla cultura e al sapere possa essere reale, condiviso, concepito come utile e importante per l'universalità della cittadinanza. Sarebbe bello ritornare, per esempio, al Festival del Teatro di Strada, che aveva carattere europeo, internazionale, e che trovava a Milano a cavaliere tra gli anni 70 e gli anni 80 una propria sede naturale, culturale e annuale, molto frequentato. C'è bisogno di cultura, esiste un'alta domanda di cultura, di eventi artistici, da parte della cittadinanza: lo testimonia il fatto che Milano, come analizzato da una ricerca ultimamente elaborata da La Repubblica, vive un aumento cospicuo di pubblico, soprattutto appartenente a fasce generazionali più giovani, alle serate di spettacolo, con grande soddisfazione dei più grandi registi milanesi, da De Vita a De Capitani. La spiegazione è chiara: Milano ha realizzato una rete di teatri e di spettacoli artistici nell'ambito audiovisivo totalmente avanzato e sperimentale, fortemente innovativo, indipendente, creativo, a differenza di altre città, come Roma, dove le prime messe in scena non sono spesso inedite e autonome. Tant'è che si richiede da più parti di anticipare la seconda serata alle ore 21,30 per permettere un'equa distribuzione del pubblico su due fasce di orario possibili.
Ma perchè non rendere la Galleria realmente spazio pubblico condiviso, dove il commercio, l'amministrazione municipale, la cittadinanza, l'associazionismo e il mondo intellettuale e culturale, artistico, gli altri enti locali, Provincia e Regione, possano determinare un codice condiviso in senso plurale e possano stabilire un manifesto programmatico funzionale strumentale a rendere la Galleria un salotto civico universale e aperto?
Vogliamo cogliere questa sfida, come avvenuto in tante altre città europee, da Vienna a Parigi, da Berlino a Barcellona, dove gli spazi pubblici sono diventati luoghi di incontro civile e di convivenza culturale di alto spessore.
Io penso anche all'Ottagono come laboratorio permanente dove le associazioni attive in città possano testimoniare la possibilità di dare un'offerta alle nuove generazioni di artisti e di uomini di cultura, magari anche in collaborazione con il Conservatorio di Milano, la Scuola Civica del Cinema, l'Accademia delle Belle Arti, di poter sperimentare la propria creatività, mettendosi in gioco e in relazione con un percorso di cambiamento e di trasformazione del sostrato artistico e culturale della città che cresce.
Ottimo l'avere disposto l'Ottagono per accogliere eventi intenri alla programmazione di MI-TO: finalmente, passando per la Galleria, in settembre, avevo notato con entusiasmo performance musicali e concertistiche di alto valore e livello, con anche artisti giovani, di nuova formazione, sperimentali, e mi ero sinceramente galvanizzato dato che pensavo che l'Ottagono, fortunatamente, non sarebbe stato ostaggio dei soliti appuntamenti commerciali di esposizione di prodotti, come in un reality show di una televendita locale.
Da questo si può ripartire, non pensando solo al lato commerciale, che giustamente necessita di regole e di definizioni limitative di concessioni e cessioni che mettano in pericolo l'integrità civile della Galleria a favore di privati singoli e potenti. Si può ripartire con un senso collettivo di rendere la gestione della Galleria condivisa, rendendo partecipe la cittadinanza in tutte le sue componenti rappresentative: commerciale, culturale, universitaria, associazionistica e amministrativa, dal consiglio di zona competente per territorio, al Comune, alla Provincia, alla Regione. Solo così si può sperare di ripartire, insieme.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 9 Febbraio, 2008 - 18:55

Una inutile strada tra la via F.lli di Dio e la via Caldera, Tofa

Il continuo edificare nelle zone prospicienti il parco delle cave, porta alla conseguente antropizzazione della zona con l’esito di una maggior necessità di servizi.
La costruzione della Residenza per anziani ( RSA) Parco delle Cave nella zona Ovest, ne è una prima conseguenza, ma non è la sola: in quanto responsabilità ne hanno i consiglieri del Consiglio di Zona 7 quando concedono la possibilità di edificare o di aumentare i volumi abitativi senza tener conto della viabilità esistente e di quella che si potrebbe attuare senza stravolgere il territorio in quella zona.

Il proponente della mozione, chiede al CdZ 7 l'apertura di una strada di collegamento tra le vie F.lli di Dio e via Caldera,Tofano Novara, è questa una proposta per certi versi vetusta e bocciata almeno due volte in sei anni; se non conoscessi la buonafede del presentatore, la reiterazione della proposta, nonostante il parere negativo dato negli ultimi anni dal CdZ 7, indurrebbe a costrutti mentali poco sereni.

La proposta, visto il relativo grado di urbanizzazione della zona, potrebbe essere accettata se fosse prospettata come una strada locale, che tende a collegare il quartiere di Baggio con la Residenza per anziani (RSA) di via Quarti, anche se mi fa specie, che autorizzazioni di costruzione di edifici pubblici come la RSA vengano date dall’amministrazione comunale senza aver preventivato il traffico locale;
ma con vari distinguo, tuttavia potrebbe essere una richiesta condivisibile, anche se il traffico in quella zona non è, e non sarà mai di elevata affluenza, a causa della sola RSA.
Nella richiesta si giustifica l'apertura di una nuova strada per collegare Baggio con la RSA e Quinto Romano, adducendo il fatto che il traffico sarà notevole a causa dei visitatori della residenza peranziani, cosa a mio avviso, poco probabile ! Il documento prosegue manifestando l'intenzione di costruire, sul tracciato del deviatore del Fiume Olona dalla via F.lli di Dio sino alla via Caldera, unastrada che occuperà con tutte le corsie, una sezione di ca. mt. 30 ca., così si legge nella premessa della mozione e prosegue nell’ultimo paragrafo del considerato con …… “Ad esempio,mediante sdoppiamento delle carreggiate, si ottengano uno spartitraffico e un controviale alberato con pista ciclabile lato parco.” Mentre per quanto riguarda i pedoni si prospettano passerelle metalliche sopraelevate per favorire l’attraversamento pedonale per l’accesso al parco delle cave.
Quindi non sarà una strada di collegamento locale, o per accedere più agevolmente alla struttura della RSA, bensì un’arteria viabilistica di grosse dimensione con un flusso di traffico tale che si renderebbenecessario la costruzione di .....”rotonde alla francese per limitare la velocità dei veicoli”, e passerelle sopraelevate per i pedoni.
Questo passaggio veicolare, sia leggero che pesante, porterà inevitabilmente ad intasare il quartiere di Baggio all’altezza delle vie Forze Armate, Palmi e F.lli di Dio e diventerà un collegamento tra la via Parri e via Novara (Nord-Sud), collegando il traffico (Ovest-Est) Settimo-Milano attraverso le vie, Palmi e Valsesia, con l’arteria Parri-Cusago, e le vie Caldera e Tofano, con l’arteria di via Novara, Figino, Settimo.
Se invece dovessimo pensare al 2015 ecco che vedremmo una direttrice alternativa alla attuale tangenziale ovest per collegare la via Parri alla Fiera di Rho Pero, EXPO 2015.

Questa strada previsionale come da proposta passerebbe sopra la copertura del canale Deviatore del Fiume Olona, con una sezione stradale di ca. 30 mt.. Dalla descrizione parrebbe una strada a due corsie per ogni senso di marcia e una ciclo-pedonale al bordo del Parco delle Cave.
Mi chiedo se lacopertura effettuata sul deviatore del fiume Olona nel 1981-82 prevedeva di sostenere un traffico veicolare di queste dimensioni, e il senso logico di far passare una strada di questo calibro nelle immediate vicinanze del Parco delle Cave; in particolare l'utilità pubblica.
Vi ricordate via Novara 20 anni fa? Era una via a due corsie, una per senso di marcia, con molto traffico, e si diceva ”speriamo che allarghino la via Novara altrimenti noi abitanti del quartiere, al
mattino non usciamo più da Quinto!” da allora cosa è cambiato?
Che siamo diventati più vecchi, per fortuna, che la via Novara è molto più larga, il traffico è molto più numeroso, l’inquinamento acustico ed aereo sicuramente maggiore e gli abitanti del quartiere, al
mattino fanno ancora fatica ad immettersi con i veicoli sulla via Novara.
Inoltre da un punto di vista socio ambientale, la costruzione della strada, risulta uno stravolgimento particolarmente “violento” per la zona che non si adegua al territorio di fine Parco, volutamente prativoe boschivo; infine una strada di questa importanza, indurrebbe fortemente alla costruzione di altri edifici nelle aree adiacenti, e da un punto di vista ambientale porterebbe un inquinamento acustico ed aereo (polveri sottili), che gli abitanti della zona di Quinto Romano non potrebbe sopportare, visto anche la vicinanza della tangenziale Ovest e dell'inceneritore di Figino e delle discoteche di Aquatica e Goiaba.
L’ Agenzia della Mobilità nella precedente consiliatura aveva previsto si una strada di collegamento tra Baggio, RSA e Quinto Romano, ma con un calibro sicuramente inferiore e un traffico veicolare limitato fino alla via Broggini e dalla via Broggini sino al quartiere di Quinto Romano una strada solo ciclopedonale. 
La richiesta di questa strada nasce molto probabilmente dalla necessità di trovare altre aree di costruzione nell’area Ovest del Parco delle Cave, oggi intercluse tra la fine Parco delle Cave, via Caldera e la via Quinto Romano e non da un vero e necessario collegamento tra Baggio e Quinto Romano. Il collegamento tra i due quartieri già esiste attraverso la via Airaghi Quinto Romano, Baggio.
Inoltre sarà cantierata a breve anche una strada che collegherà l’uscita della tangenziale Settimo, via Novara, alla via Airaghi all’altezza di Acquatica.

I cittadini di Quinto Romano hanno invece urgente bisogno di:riqualificare le aree degradate Cava Ongari Cerutti, risanare l'area antistante la S.S. La Vercellese e
la strada di collegamento tra le vie Ferrieri e Caldera, il collegamento con mezzi pubblici a Baggio, le rotonde in via Tofano-Ferrieri e via De Sica Piccoli per ridurre la velocità veicolare, e un medico dell'ASL, visto che in un quartiere come Quinto Romano, che conta ca. 6.000 abitanti, ci sono solo due medici.
Purtroppo, la mancanza di progettualità d’insieme dello sviluppo urbanistico della città, la mancanza di ascolto dei cittadini sulle scelte di urbanizzazione e sui bisogni, porta inevitabilmente a situazioni di scontro con i cittadini.
Le continue richieste di costruire dove c’è un prato, senza una progetto d’area, ha come conseguenza una eccessiva antropizzazione del territorio e una conseguente richiesta di opere di urbanizzazione, utilizzando in maniera caotica e dispersiva il terreno comune. Invece un progetto che tenga conto dello sviluppo, area per area, consentirebbe di utilizzare il territorio in maniera più ordinatae contenuta e per usare le parole di un grande interprete della canzone italiana
: “La situazione politica non è buona........ma la più grande sciagura sono gli architetti.” (Celentano).

Se poi si aggiunge che nel progetto di EXPO 2015,(visibile nel sito del Comune di Milano) Quinto Romano dovrebbe essere attraversata da un corso d'acqua a cielo aperto che porterebbe nel luogo dell'expo, sullo stesso tracciato della strada F.lli di Dio-Caldera, verrebbe da dire che forse c'è un po' di confusione.

Ritengo sia giunta l’ora di invertire il metodo di sviluppo urbanistico di questa città che trovo molto singolare: prima si concedono permessi a costruire e poi ci si lamenta che mancano le urbanizzazioni primarie e secondarie, sarebbe buona norma, effettuare preventivamente un’analisi del territorio, un piano d’area, e poi concedere i permessi di costruire; ma questo sarebbe troppo di buon senso.
Desidero precisare che il buon senso si trova da un punto di vista politico, sia a destra che a sinistra, però è necessario la volontà di usarlo !
Sino a quando si risponderà solo a logiche di partito, al proprio referente politico, o a logiche di convenienza puramente economica-speculativa, non faremo mai l’interesse del cittadino.

Isidoro Spirolazzi
Lista Civica Ferrante

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