Appello dell’ANPI per il 25 aprile 2009
Appello dell’ANPI per il 25 aprile 2009
25 aprile 2009 visto da destra
Il 25 aprile è una faziosa ricorrenza comunista da abolire. Non sarà mai la festa di tutti gli italiani, proprio perché nasce partigiana (cioè di parte), fondandosi sulla retorica resistenziale dei "vincitori", sull’odio e sul sangue della guerra civile. La destra è, da sempre, per una vera pacificazione ed unità nazionale ma, questa, deve fondarsi su una memoria storica condivisa, basata sulla verità dei fatti.
A 63 anni dalla fine della Guerra Civile, che divise gli Italiani, è doveroso rendere Onore a tutti coloro che hanno lealmente servito la Patria, sotto le Bandiere Tricolori del Regio Esercito e della Repubblica Sociale Italiana. Lo Stato, il Presidente del Governo Silvio Berlusconi ed il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, dovrebbero, finalmente, riconoscere gli oltre 600.000 Volontari, soprattutto giovani e giovanissimi, che aderirono alle Forze Armate ed ai Corpi Ausiliari della RSI.
In particolare vogliamo ricordare gli oltre 45.000 Caduti e lo splendido esempio di Eroismo, Fede, Coraggio e Sacrificio dei Combattenti della RSI Decorati al Valor Militare (24 Medaglie d’Oro, 320 d’Argento, 608 di Bronzo e 774 Croci di Guerra), delle 5.000 Ausiliarie del SAF (Servizio Ausiliario Femminile), prime donne soldato in Europa, e dei 962 Sacerdoti Cattolici Cappellani Militari.
La comunità (politica, storica ed umana) della “destra milanese” ricorderà, come ogni anno, i suoi Caduti, domenica 26 aprile alle ore 10.30, al Campo X del Cimitero Maggiore di Milano, dove si svolgerà una breve Cerimonia Militare ed una Santa Messa Tradizionale in Latino di suffragio.
La destra italiana riconosce e rispetta la democrazia (fin dal 1946), onora gli eroi come il carabiniere Salvo D'Acquisto e stima i partigiani "bianchi" (cattolici, monarchici e liberali) come il conte Edgardo Sogno Rata del Vallino ma, nonostante le personali quanto infami abiure di Fini, non sarà mai antifascista e non celebrerà mai il 25 aprile.
Presidente del Comitato DESTRA PER MILANO
ANPI,salta il tram museo.ATM dice no ai partigiani
Il Tram della Resistenza non s'ha da fare. L'idea di noleggaire un tram per invitare la cittadinanza alla manifestazione del 25 aprile era venuta alla sezione ANPI della Barona.
"A bordo volevamo mettere una mostra sui momenti salienti della lotta partigiana a Milano e volevamo fare un girio attorno al Duomo, al Castello, fermandoci infine in piazza Fontana, con una banda musicale, per distribuire volantini, per parlare assieme della Resistenza, dice Ivano Tajetti, presidente della locale sezione.
ATM ha risposto picche adducendo motivazioni di sicurezza e che non noleggiano meszi per iniziative politiche, religiose, sindacali.
Pochi giorni fa i mezzi ATM sono stati usati per trasportare le bandiere nere degli attivisti di Forza Nuova.
In allegato l'articolo apparso oggi su La Repubblica a cura di Zita Dazzi e il comunicato stampa delle opposizioni in Consiglio di zona 6 sulla vicenda.
Largo Gelsomini - Progetto alternativo
Giovedì 16 aprile u.s. la commissione ha analizzato l'ipotesi alternativa di prevedere i parcheggi "a spina di pesce" sulla parte esterna, aggredendo l'area verde e riqualificando lo sterrato centrale adibendolo a parco. E' stata analizzata anche un ipotesi più "strong" che prevedeva l'unificaizone fuinzionale delle tre aree verdi, scartata per i problemi di viabilità che la stessa avrebbe prodotto.
Il punto di criticità più significativo rilevato è l'abbattimento degli alberi sui lati strada - cosa inevitabile considerando un ingombro di alemeno una decina di metri per l'angolo di manovra per i parcheggi. Inoltre non sono emerse proposte significative per il riutilizzo dello sterrato centrale.
Si è convenuto comunque di inviare ai settori Arredo e Decoro Urbano, Sviluppo del Territorio e al Settore Tecnico dell'ATM le due proposte alternative per avere un parere preventivo primo di operare una scelta definitiva in consiglio di Zona.
Cordialmente
Massimiliano Bombonati
Presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Urbanistica - Gruppo PDL
Il cinema LGBT abita a Torino
24° Da Sodoma a Hollywood Inaugura giovedì 23 aprile 2009 la 24a edizione di “Da Sodoma a Hollywood”, Torino International GLBT Film Festival, la 4° con il Museo Nazionale del Cinema per la gestione e l’organizzazione.
Torino GLBT Film Festival
23/30 Aprile 2009
http://www.tglff.com
Cinema Ideal Cityplex (serata di apertura e di chiusura)
Oltre ai tre concorsi internazionali, tra gli eventi nel programma del 2009, segnaliamo la retrospettiva dedicata a Giuseppe Patroni Griffi (scrittore e regista di teatro e di cinema), la Carta Bianca a Ferzan Ozpetek (ci introduce nei film della sua vita) con ospite Franca Valeri, un omaggio a Filippo Timi, figura unica nel panorama italiano impegnato tra cinema, teatro e letteratura; altri omaggi a Adorfo Arrieta, cineasta e pittore che era tra i pionieri del cinema glbt europeo, a Guy Gilles, sperimentatore di un cinema poetico, a Shu-Lea Cheang, interessante cineasta sperimentale taiwanese “radical&sex&punk”, e alla scrittrice australiana Dorothy Porter, e per l’occasione Valeria Solarino legge alcuni brani dal romanzo in versi La maschera di scimmia. Ci sarà una finestra sui programmi televisivi cult Society e Sugar Rush, rispettivamente due serial con focus lesbico dal Sudafrica e dall’Inghilterra. Due eventi per ricordare i vent’anni della caduta del muro di Berlino e i quaranta dagli scontri di Stonewall a New York.
Giovedì 23 aprile – ore 21.30 – Cinema Ideal Cityplex
Saranno presenti: Nacho G. Velilla, Javier Cámara (attore), Andrea Cirla (Bolero Film)
Giovedì 30 aprile – ore 21.30 – Cinema Ideal Cineplex
All’insegna della musica la serata di chiusura, Georgeanne Kalweit - nota in Italia come voce dei Delta V - canta Somewhere Over the Rainbow in omaggio a Judy Garland, mentre Pia Tuccitto – cantautrice rock italiana – si esibisce in alcuni brani suoi, che sono stati scelti e interpretati da Vasco Rossi e da Patty Pravo.
Un’altra esilarante commedia, “giovane e notturna”, in arrivo dalle terre di Almodovar.
Muscoli in gonnella: i peplum all'italiana
UK 1979-2009: Da Ashes to Ashes alla Common People GenerationA colpi di musica, trent'anni di rivoluzione del gusto queer Made in UK
L'evento è in collaborazione con la Biennale della Democrazia che si svolge a Torino, parallelamente al Festival, dal 22 al 26 aprile.
Amnesty: Fujimori condannato, onore alla giustizia
Perù: secondo Amnesty International la condanna dell'ex presidente Fujimori rappresenta una pietra miliare nella lotta per la giustizia
CS051: 07/04/2009
Amnesty International ha dichiarato oggi che la condanna dell'ex presidente peruviano Alberto Fujimori è una pietra miliare di straordinaria importanza nella lotta contro l'impunità e mostra come nessuno sia esente dal rendere conto del proprio operato.
La Sezione criminale speciale della Corte suprema peruviana ha emesso il verdetto di colpevolezza in relazione ai casi di Barrios Altos (15 persone assassinate nel 1991), de La Cantuta (nove studenti e un docente universitario sequestrati e poi uccisi nel 1992 da un gruppo paramilitare legato all'esercito) e dei sotterranei SIE (dove vennero tenute due persone sequestrate). I tre giudici, all'unanimità, hanno concluso, che l'ex presidente Fujimori è responsabile personalmente e penalmente in ciascuno dei tre casi, avendo all'epoca comando militare effettivo su coloro che commisero i crimini in giudizio.
"È stata fatta giustizia in Perú" - ha dichiarato Javier Zuñiga, osservatore di Amnesty International al processo nei confronti di Alberto Fujimori. "Oggi è una giornata storica. Non capita tutti i giorni di vedere un ex capo di stato condannato per violazioni dei diritti umani quali torture, sparizioni e sequestri di persona. Speriamo sia solo il primo di molti processi del genere in America Latina e nel resto del mondo".
"Ora è fondamentale che tutti i responsabili delle violazioni dei diritti umani commesse in Perú, comprese quelle che chiamano in causa i governi che precedettero quello di Fujimori, siano chiamati a rispondere di fronte alla giustizia. Sparizioni, torture, stupri sono crimini che non cadono in prescrizione se commessi su vasta scala, com'è il caso del Perú" - ha aggiunto Zuñiga.
Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it
La Movida universitari: pochi spazi, alti i prezzi, molti divieti
In questi primi giorni di sole le serate per diverse studentesse e diversi studenti si prospettano essere prime occasioni e opportunità di svago e di incontro, di conoscenza, fuori dallo studio e dalle ore dedicate alla ricerca scientifica, alla preparazione degli esami. I Botellon, le feste organizzate direttamente in forma autogestita dagli stessi ragazzi, ricordiamo quelle che vengono "celebrate" in Piazza Leonardo Da Vinci, oppure quelle presenti nei fine settimana presso le Colonne di San Lorenzo, sono luoghi e scenari urbani che diventano scenografie per "young party" notturni. La conflittualità, in una città diventata sempre più insofferente a tutto ciò che devia dalla routine quotidiana consueta, tar categorie è alimentata da un'amministrazione comunale che, anzichè prevedere e provvedere a dare risposte opportune e adeguate, soprattutto condivise, alle diverse necessità, definisce delibere e circolari all'insegna delle chiusure e dei transennamenti, degli isolamenti e delle proibizioni, divieti, in un'ottica che insterilisce e invecchia Milano.
Paolo, nello stesso articolo, un ventunenne studente di giurisprudenza che viene da Lecco, denuncia espressamente gli alti prezzi dei locali presenti nella Milano notturna e la volontà di evitare di pagare alti costi per poter rivendicare spazi e luoghi dove passare ore liete e in compagnia. Molti ragazzi vivono gli spazi offrendo birra a basso costo e mettendo ad alto volume la musica dalla propria automobile, creando, così, veri e propri intrattenimenti spontanei in piena strada.
Esiste un problema a Milano: la città non riesce a ospitare persone giovani con la voglia di ballare a basso costo. La movida meneghina difetta di un classismo senza ritorno: chi può ha le porte spalancate degli spazi commerciali del mercato del divertimento, mentre chi non può deve arrabbattarsi a ricercare spazi e offerte per trascorrere ore in serena compagnia. L'amministrazione comunale ha fallito anche in questo ambito, ormai da tempo. Sono convinto che tra qualche settimana il problema della movida milanese si riverserà sulle pagine dei maggiori media, senza avere risposte giuste e condivise da parte dei diretti responsabili del governo della città. Le disposizioni saranno come sempre l'aumento dei controlli della vigilanza urbana, giusti ma iniqui se rimangono essere gli unici strumenti di risoluzione di un disagio complesso, i transennamenti e la "privatizzazione" sicuritaria delle piazze, le più belle che la città possa offrire, i divieti di vendita di determinate bevande in determinati orari in determinati contenitori. Una città è europea quando riesce a fare convivere diversità in un contesto municipale partecipato e condiviso: altrimenti diventa luogo di esclusione, di emarginazione, di intolleranza, di paura, di timore, di individualismo egoistico, di sospetto, di autoreferenzialità. Una città europea riesce a dare risposte plurali a interessi diversificati: dare opportunità, occasioni di crescita collettiva e personale, offerte culturali differenti e molteplici, plurali, momenti di espressività libera e autonoma, di creatività progressiva.
Dicevamo qualche anno fa di riempire le piazze di iniziative artistiche, teatrali di strada, di arte libera e accessibile: l'amministrazione comunale cosa ha provveduto di fare e predisporre in merito?
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo per Milano - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
5 aprile: Festa di Aprile, Festa di Libertà
E' stata anticipata al 5 aprile la famosa, storica e nobile Festa di Aprile, Festa di Libertà, citando Piero Calamandrei. Si è trattato di un anticipo in quanto risposta a un atto che avrebbe infangato, se esclusivo in quella domenica primaverile, la memoria storica della città, Medaglia d'Oro della Resistenza. Una manifestazione di popolo, democratica, antifascista ha espugnato politicamente e culturalmente la metropoli dagli eurofascisti neri, vili e inneggianti alla barbarie omicida e genocida dei regimi dittatoriali più sanguinari della stotia dell'umanità, figli di quel sonno della ragione che genera mostri e aggiungerei mostruosità. Erano molte e molti a dire NO a una presenza che non può, nè deve, nè dovrà mai avere diritto di cittadinanza a Milano, in Italia, in Europa. Eravamo in tante e tanti a denunciare l'atteggiamento connivente dell'amminsitrazione comunale che ha tollerato che un simile sfregio alla memoria storica di migliaia e migliaia di Partigiani, che hanno lottato per la nostra libertà, quella vera, quella costituzionale, quella collettiva, sconfiggendo la nefandezza barbarica per antonomasia, fatto storico terribile, determinata dal regime nazifascista; quella memoria storica che ricorda le vittime civili, innocenti, colpevoli perchè considerate "diverse" dall'arbitrario quanto mai inumano potere totalitario, e che a loro vuole rendere omaggio, rivendicandone il ricordo per un futuro senza ritorni e riedizioni di uguali orrori.
Politicamente il Comune di Milano aveva permesso che un simile raduno di inneggianti al fascismo e negazionisti potesse comunque essere fatto in una struttura privata, l'Hotel Cavalieri, oggi di proprietà di un fuori uscito della Lega, da destra, collaboratore e alleato con la Lista dell'ex assessora alla salute del Comune, De Albertis. Un atto di tolleranza, è quello del Comune di Milano, che fa presumere a una sottile connivenza con estreme bande di neofascisti in stile europeo, dopo aver tentato di concedere il Palazzo delle Stelline a un convegno inadeguato e intollerabile per la nostra cittadinanza repubblicana.
I ministri Vita e Maroni avevano preannunciato presenze di cortei paralleli cappeggiati da facinorosi anarchici, termine che viene sempre di comodo nelle vigilie di grandi mobilitazioni democratiche di piazza. Gran parte dei media hanno liquidato i fatti di domenica, svilendo la portata politica antifascista della mobilitazione di massa, con un semplice ringraziamento alle forze dell'ordine che hanno saputo gestire una giornata che avrebbe potuto vedere tensioni. Lo stesso Presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, aveva minimizzato la preoccupazione nel giorno precedente auspicando che non si ripetessero alcuni scontri preoccupanti da clima anni 70, non condannando, invece, come sarebbe stato opportuno fare, il comportamento dei diretti amministratori comunali responsabili di avere permesso che un simile raduno potesse liberamente esprimersi in città. Le tensioni e il clima di ansia che mediaticamente il governo ha tentato di esprimere non hanno determinato l'effetto deterrente per migliaia di cittadine e cittadini sinceramente democratici e antifascisti a rivendicare il ripudio di qualsiasi forma di apologia, considerata reato da parte del nostro ordinamento costituzionale, che hanno, molte e molti giovani, voluto partecipare a una manifestazione che ha saputo ridare lustro e dignità a una città vilipesa da una presenza inquinante e inquietante. Ancora uan volta la società civile e la cittadinanza antifascista ha preservato la memoria e l'identità antifascista della nostra comunità, confermando la propria adesione ai valori e ideali scritti nella nostra nobile Carta Costituzionale e frutto di una Lotta di Liberazione dalla barbarie nazifascista sanguinaria.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
chiusura anticipata Biblioteca Via Oglio 18 in data 1 aprile
della Direzione Biblioteca Via Oglio 18 di Milano
della Commissione Educazione e Biblioteche del Consiglio di Zona 4 di Milano
Interrogazione in merito alla chiusura anticipata dei locali della Biblioteca di Via Oglio 18 nella giornata di giornata di mercoledì 1 aprile 2009 avvenuta alle ore 17,30 anzichè alle 19,45 come previsto dall'orario di servizio
visto che
la chiusura anticipata ha arrecato vari disagi per l'utenza, che ha dovuto abbandonare i locali della biblioteca anticipatamente e, date le numerose rimostranze pervenute, senza nessuna forma di dovuto e naturale preavviso, nè di comunicazione delle motivazioni della chiusura
che un simile disagio si è ripetuto per la seconda volta nel corso dell'ultimo mese, dato che già si è verificata una chiusura prolungata dei locali della stessa biblioteca nella giornata di mercoledì 18 marzo, senza una capillare comunicazione anticipata del disagio all'utenza, dato che diverse e diversi si sono arrecati presso i locali stessi e non hanno potuto usufruire del servizio, probabilmente non informati in tempo della sospensione
constatato
che sarebbe opportuno che qualsiasi chiusura anticipata, se non per motivi inerenti alla programmazione delle iniziative definite dalla Biblioteca, debba essere comunicata con lauto anticipo e con un dovuto preavviso, essendo diritto dell'utente venire a conoscenza dei motivi e delle cause della sospensione temporanea del servizio di pubblica utilità e interesse
e che tale chiusura venisse comunicata anche al presente Consiglio di Zona organo politico responsabile del funzionamento politico amministrativo e della conoscenza dello stato dei servizi pubblici erogati sul territorio circoscrizionale
alla stessa Direzione il motivo per cui la chiusura anticipata sia avvenuta senza alcun preavviso dovuto e adeguato all'utenza, arrecando pregiudizio e disagi alla medesima;
alla Direzione Biblioteche del Comune di Milano se per chiusura anticipata o non prevista dall'orario del servizio giornaliero si intenda giustificabile qualora avvenga con carattere di eccezionalità e che cosa si intenda sotto l'accezione di eccezionalità della chiusura anticipata, nonchè se sia prevista una forma di risarcimento anche simbolico per l'utenza qualora tale chiusura avvenisse senza preavviso dovuto all'utenza
Alessandro Rizzo
Agostino "Tino" Casali
Dopo l'8 settembre 1943 Casali, che era mobilitato nella Francia meridionale, partecipò alla guerra partigiana contro gli occupanti tedeschi. August Colombanì (questo il nome di copertura che aveva scelto), si battè con il maquis, nel Vaar-Collebrieres. Rientrato in Italia all'inizio del 1944,“Tino” (questo il suo nuovo nome di battaglia, che avrebbe poi sempre conservato per i compagni e per gli amici), affiancò Angelo Aliotta nell'organizzazione dei GAP del capoluogo lombardo.
Nella primavera del 1944 il trasferimento nell'Oltrepò pavese, per organizzarvi le formazioni partigiane che si stavano costituendo nella zona. Prima comandante del Battaglione “Cosenz”, poi commissario della Brigata “Casotti”, “Tino” alla vigilia dell'insurrezione era commissario di guerra della Divisione d'assalto “Antonio Gramsci”. Questa formazione di montagna, equipaggiata e armata con mezzi pesanti, dopo aspri combattimenti, superati il Po e il Ticino e liberata Pavia, sarebbe entrata per prima a Milano partecipando alla sua liberazione.
Dopo la guerra, Tino Casali riprese la sua attività professionale, ma soprattutto si impegnò (dopo aver fondato con Arrigo Boldrini e altri patrioti l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), nella direzione dell'ANPI provinciale di Milano, di cui è tutt'ora Presidente, e nell'attività nelle organizzazioni democratiche. Dal 1951 al 1958 è stato segretario provinciale e regionale del Movimento dei Partigiani della Pace; dal 1956 al 1965 consigliere al Comune di Milano; nel 1969 promuove la costituzione del Comitato Permanente Antifascista per la Difesa dell'Ordine Repubblicano, di cui è presidente-coordinatore, che è diventato punto di riferimento dell'impegno democratico di istituzioni, forze politiche e sociali contro il terrorismo e la strategia delle stragi e della tensione. Ha presieduto, dal 1976 al 1981, l'ente ospedaliero milanese “Luigi Sacco” e dal 1980 al 1990 è stato di nuovo consigliere comunale, assolvendo dal 1980 al 1985 al ruolo di assessore.
Non a caso Tino Casali è tra i protagonisti del film documentario Il primo giorno-Milano, 25 aprile 1945, realizzato dalla Provincia di Milano (con la regia di Marco Pozzi su progetto dello stesso Pozzi e di Sergio Fiorini) e presentato, al Teatro “Dal Verme” di Milano, nel sessantesimo anniversario della Liberazione.
Al 14° Congresso nazionale dell'ANPI, che si è tenuto a Chianciano Terme nel 2006, Casali (che aveva svolto la relazione introduttiva) è stato eletto Presidente nazionale, succedendo ad Arrigo Boldrini, impossibilitato per motivi di salute a continuare a dirigere l'Associazione.