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Venerdì, 1 Settembre, 2006 - 12:27

Ma i sindacati contestano che il risanamento debba colpire il settore


Scuola, scure sugli insegnanti Potrebbero essere mandati
a casa lOOmila  docenti

di Carlo Rosso
ROMA. Per ora sono solo voci, ma harmo già sollevato preoccupazioni e allarme. Tra i settori su cui la prossima Finanziaria farà probabilmente cadere la marmaia c’è anche la scuola. Quanto tagliare, e soprattutto dove tagliare, il governo non l’ha ancora detto esplicitamente, ma che nella stesura della legge di bilancio si pensi anche a una drastica riduzione del personale della scuola non sembrano esserci dubbi. Tra quelli che l’hanno detto in maniera più chiara di tutti c’è Pierluigi Bersani. Parlando a Telese alla festa dell’Udeur il ministro per le Attività produttive non ha usato mezzi termini nel sottolineare la necessità di ridurre il numero
dei dipendenti pubblici, e perché non ci fossero dubbi: «Un discorso che vale anche per la scuola».
Parole, quest’ultime, accolte con preoccupazione dai sindacati. «Finora tutto quello che sappiamo sono solo voci circa i possibili tagli, ma nessuno ci ha comunicato nulla ufficialmente», spiega Enrico Panini, segretario della CgiI-Scuola. «Qualcosa in più, forse, la sapremo domani pomeriggio (oggi pomeriggio, ndr), quando incontreremo il
ministro dell’istruzione Fioroni al quale chiederemo a cosa sta pensando il governo».
Di certo, per i sindacati, finora c’è solo un punto: il governo intenderebbe prelevare una parte consistente del risparmio dal comparto della scuola. La cifra che circola in
questi giorni è quella di un miliardo di euro nel 2007. Come arrivarci è da vedere. E qui entrano in ballo le ipotesi. La prima riguarda il possibile taglio di 100 mila insegnati (su un totale di 800 mila) che il governo vorrebbe realizzare nell’arco di cinque anni. Nei giorni scorsi è sembrato che in questa cifra dovessero rientrare anche
gli insegnati di sostegno, cioè quelli adibiti a seguire i bambini con handicap, ma l’ipotesi sembrerebbe scongiurata. Resta, comunque il taglio di un circa un ottavo dell’attuale personale msegriarte. Sebbene si tratti di una voce, la reazione dei sindacati è categoriCa: «Noi diciamo assolutamente no», dice secco Panini. «11 nostro è un settore che esce da cinque anni digestione Mo-
ratti, in cui è stato gi pesantemente penalizzato. Al governo chiediamo adesso un segno di discontinuità, perché abbiamo bisogno di investimenti altro che di tagli».
Contrario a una politica di
«lacrime e sangue per il settore si è detto anche Fioroni. 11 titolare dell’Istruzione ha annunciato di voler passare al setaccio i propri bilanci alla ricerca di soldi non spesi e di possibili sprechi. L’ipotesi di possibili tagli alla scuola intanto suscita allarme anche nella stessa maggioranza. <(Si tratta di una no