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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Martedì, 27 Ottobre, 2009 - 18:41

L'Accademia di Brera deve essere difesa

Esprimo la mia solidarietà alle ragazze e ai ragazzi dell'Accademia di Brera in difesa degli spazi della propria struttura scolastica, che deve essere considerata patrimonio culturale della nostra città. Il Comune di Milano vuole spostare l'Accademia in Via Mascheroni al posto della vecchia Caserma dell'esercito. L'opposizione a tale prospettiva è dovuta essenzialmente al fatto per cui il trasloco nella nuova sede dovrebbe costare di più del previsto, 5 milioni di euro e non gli 800 mila euro preventivati, e dovrebbe garantire un minore spazio per l'attività didattica, 3.500 metri quadri e non i 26 mila promessi. Dario Fo ha denunciato chiaramente questi dati lo scorso sabato in un'assemblea indetta dalle studentesse e dagli studenti dei corsi. Ricordo come nel 2007 Dario Fo e Franca Rame avessero più volte affrontato il ema del degrado e della fatiscenza a cui l'Accademia è soggetta da tempo, segno di un'incuria da parte dell'amministrazione comunale. L'accademia di Brera risulta dimenticata nell'ambito contestuale urbanistico in cui sorge, dove maggiormente si rivela come canale di aggregazione sociale l'appuntamento consumeristico con l'aperitivo di massa nei locali adiacenti. Un tempo, sottolineava Dario Fo, le ragazze e i ragazzi si frequentavano nel cortile della struttura, si contaminavano con esperienze artistiche diverse, crescevano professionalmente e personalmente: si trovavano per parlare, per confrontarsi, studentesse e studenti, giovani che passavano per la città, ragazzi di tutto il mondo propensi a esprimere la propria creatività, le proprie inclinazioni, le proprie espressività. Oggi il Comune di Milano, a fronte del disagio che studenti e docenti hanno da tempo denunciato a livello strutturale dell'Accademia, ha offerto alla presidenza una soluzione che risulta essere una via d'uscita al ribasso rispetto alle esigenze dell'istituto: il trasferimento. La proposta del Comune di Milano è alqaunto insufficiente, fortemente riduttiva, esempio di un'assenza ormai totale di investimento in un'ente che dovrebbe essere patrimonio civico e culturale della nostra città. Certamente è chiaro: tutto ciò che crea cricolazione del pensiero e libera espressività della propria personalità disturba e poco interessa un potere amministrativo incline alle pressioni economiche e commerciali. Una struttura educativa di questo calibro non comporta nessun tipo di entrate a brevissimo periodo, seppure sia un percorso di costruzione di un futuro miglioramento sociale e collettivo e di una crescita comune, beneficiante anche in termini "monetari". Dario chiede agli studenti di mobilitarsi, di farsi sentire, di coinvolgere la città, spesso sorda difronte a tali problematiche o semplicemente non curante delle istanze che provengono dal mondo culturale ed educativo, nella prospettiva di crescita delle prossime generazioni. Io esprimo solidarietà a chi oggi, docenti, ricercatori, intelligenze artistiche e studenti, vivono questa struttura che deve essere difesa perchè è di tutte e di tutti, universalmente. Esprimo solidarietà e sostegno alle vertenze e istanze di chi vuole rappresentare la voce altra di una Milano soggetta e vittima di logiche di profitto e di monetizzazione della vita quotidiana, la voce di un universo culturale e artistico che ha il diritto di rivendicare un ruolo primario nella città, di prendersi questa città e portarla verso a un rinascimento culturale e civile.

Alessandro Rizzo
Uniti con Dario Fo - Capogruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 26 Ottobre, 2009 - 18:29

Caravaggio al tempo di Caravaggio di Dario Fo

Biblioteca Valvassori Peroni - Manifestazioni Culturali

Biblioteca Valvassori Peroni
Consiglio di Zona 3

 presso la nostra biblioteca ha luogo, il mercoledì,
PAGINE D'ARTE. ARTE E ARTISTI PROTAGONISTI DELLA NARRATIVA  CONTEMPORANEA
a cura di Opera d'Arte
un  ciclo  di  conferenze  tenute  da  storici  dell'arte,  accompagnate da proiezioni  per  alternare  al piacere della lettura stimoli provenienti da altri canali comunicativi.

La prossima conferenza, tenuta da Sara Bufano, sarà dedicata a
               Caravaggio al tempo di Caravaggio di Dario Fo
                           mercoledì 28 ottobre
                                 ore 17.30
                              ingresso libero
L'artista  del  Seicento  più  vicino  alla  sensibilità contemporanea e il grande  uomo  di  teatro  premio Nobel per la Letteratura si incontrano nel testo  tratto  da uno spettacolo teatrale di grande suggestione e successo, che fa rivivere il genio di Caravaggio.
Opera  d'Arte è specializzata in eventi sulle relazioni fra arte figurativa e letteratura.

Domenica, 25 Ottobre, 2009 - 21:45

Lutto per la scomparsa di Giuliano Vassalli.

Lutto per la scomparsa di Giuliano Vassalli.
Fu partigiano, ministro, presidente della Corte Costituzionale.
La notizia diffusa dalla famiglia a funerali avvenuti. Il cordoglio dell'ANPI: "L'Italia perde un galantuomo, un padre della Repubblica".

COMUNICATO STAMpA DELL'ANPI -

A S S O C I A Z I O N E    N A Z I O N A L E    P A R T I G I A N I    D ’ I T A L I A
Roma, 23 ottobre 2009
Roma, 23 ottobre 2009
L’ANPI: con Vassalli perdiamo un vero galantuomo e uno dei padri migliori della nostra Repubblica.
Con profonda commozione apprendiamo della scomparsa di Giuliano Vassalli. Una grave perdita per l’intero Paese, per le sue istituzioni, per la sua cultura democratica.
Ricordiamo prima di tutto un galantuomo - qualità rara - discreto, generoso, che si prestava alle presenze e alle dichiarazioni pubbliche solo quando una particolare situazione di difficoltà per la tenuta democratica del Paese lo richiedeva. O per rimarcare la necessità di fare memoria in un momento in cui si tende a revisionare per fini non storiografici il percorso che ha portato l’Italia alla conquista della libertà. E ci preme ricordare a questo proposito il suo appassionato intervento in una Sala della Camera dei Deputati, nello scorso gennaio, contro la proposta di legge 1360 che pretendeva di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani.
Vassalli è stato un valoroso partigiano. Tra i capi delle formazioni socialiste a Roma, sostituì Pertini nella Giunta militare centrale del CLN. La sua battaglia per la libertà lo condusse all’arresto e alla sopportazione di indicibili torture nel famigerato carcere di Via Tasso. Il profondo senso del dovere nei confronti delle Istituzioni - alla cui crescita democratica ha contribuito rivestendo importanti incarichi, da Ministro a Presidente della Corte Costituzionale - gli derivava proprio dall’esperienza dura e formativa della Resistenza.
La nostra Repubblica perde uno dei suoi padri migliori, e auspichiamo che il suo esempio di impegno disinteressato e rettitudine morale viva per sempre, in special modo nel cuore delle nuove generazioni, la futura classe dirigente.
L’ANPI, di cui Vassalli è stato uno dei fondatori nel 1944, è vicina al dolore della famiglia e a quello di tutti gli italiani.
LA PRESIDENZA E LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

Domenica, 25 Ottobre, 2009 - 18:35

Fo agli allievi di Brera: no al trasloco truffa

Il Nobel ex allievo dell'accademia: pochi spazi e spese folli. Il presidente Mazzotta: non sanno cosa vogliono

 www.corriere.it

MILANO - «Dovete diventare attivi, civi­li, partecipi... (pausa teatrale, ndr) Incazzati». L’applauso più convinto è l’ultimo, dura un pa­io di minuti. Dario Fo ha appe­na concluso il suo intervento in difesa dell’Accademia di Brera, la (sua) scuola di belle arti che «deve recuperare il rapporto con la città», farsi vedere e sen­tire, nel caso anche con «azioni di lotta creativa». Ma deve farlo qui, nel palazzo storico degli Umiliati, non in una caserma o in un capannone di periferia. L’assemblea degli studenti si riunisce ieri mattina. Sala 10, tutto esaurito e posti in piedi.

Tema: no al trasferimento nella caserma Magenta di via Ma­scheroni. Il Nobel ed ex allievo («Son rimasto solo io...») spro­na i ragazzi: «È crollato l’interes­se collettivo verso Brera. Se per­dete voi questa battaglia, le al­tre accademie spariscono». È il rischio denunciato nei volanti­ni: la «sconfitta» della cultura. Il collettivo ha appeso gli stri­scioni nel cortile napoleonico e la Soprintendenza non ha gradi­to. Il caso del trasloco dell’Acca­demia divide gli inquilini del palazzo da undici mesi: Pinaco­teca, Accademia, Osservatorio, Orto botanico. Comune e mini­steri di Cultura e Difesa hanno individuato nella Magenta la fu­tura sede della scuola, in modo da liberare spazi per il raddop­pio della Pinacoteca. L’accordo è del novembre 2008, firmato anche dal presidente delle Belle arti, Gabriele Mazzotta. Contro di lui ci sono il direttore Gasto­ne Mariani, professori e studen­ti: «Non ce ne andiamo».

Maz­zotta replica: «Sanno cosa non vogliono, non sanno cosa vo­gliono ». I ministri? «Magliari». Le pro­poste? «Bidoni». Dario Fo chio­sa così gl’interventi di allievi e docenti. In sostanza: gli spazi in via Mascheroni sono insuffi­cienti, 3.500 metri quadri e non i 26 mila promessi; il trasloco costerebbe «troppo», 5 milioni di euro e non gli 800 mila euro previsti inizialmente; nella ca­serma si può realizzare un mu­seo d’arte dell’Accademia, non portarci la didattica. Il direttore Mariani: «Dateci Palazzo Citte­rio o Palazzo Cusani e ne ripar­liamo». Lunedì ne ha parlato a cena al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Il presidente Mazzotta ha chiesto ufficialmente «un au­mento degli spazi nella Magen­ta » e il direttore ai Beni cultura­li, Mario Turetta, sta trattando con la Difesa. Fo avverte: «Non accettiamo truffe e beffe, voglio­no solo eliminare l’Accademia, infastidisce tutto quello che è li­bero. Dalla scuola deve partire una nuova rivoluzione cultura­le ». Lo dice agli studenti: «Coin­volgete il mondo esterno. Siete molti, fatevi sentire». Applausi.

Armando Stella
23 ottobre 2009

Venerdì, 23 Ottobre, 2009 - 18:18

24 ottobre: PRESIDIO a Milano: all'Aquila è emergenza umanitaria

Abbiamo scaricato l’appello allegato dal sito del Comitato 3e32, che è una rete cittadina no-profit, apartitica ed autogestita, nata a seguito del sisma che ha devastato L’Aquila e la sua provincia alle 3e32  del 6 aprile 2009. La frammentazione in centinaia di campi e la mancanza di spazi sociali condivisi ha infatti reso ancora più fragile la popolazione, costretta ad abbandonare le proprie case e i propri riferimenti sociali e strutturali.

Abbiamo accolto la richiesta organizzare dei
presidi nelle piazze delle città italiane
per SABATO 24 OTTOBRE

Per questo a MILANO IN CORSO VENEZIA, ANGOLO VIA PALESTRO,
SABATO 24 OTTOBRE DALLE 13,30 ALLE 16,30
SAREMO PRESENTI CON LE NOSTRE TENDE DA CAMPEGGIO
per volantinare l’appello degli aquilani,
per esprimere concretamente solidarietà alle oltre 6000 persone
che vivono ancora nelle tende ad oltre sei mesi dal sisma,
per raccogliere firme di solidarietà e adesione all’appello.

Siete tutti/tutte invitati a partecipare numerosi e, se volete, a portare anche le vostre tende (se non troppo ingombranti)!
Vi aspettiamo!

Antonella Fachin, Massimo De Giuli e altri/e
PS: se potete divulgate la notizia!!!

Venerdì, 23 Ottobre, 2009 - 13:33

Interrogazioni presentate in CDZ 4 il 22 ottobre


Venerdì, 23 Ottobre, 2009 - 13:23

In Provincia affossato l'ordine del giorno contro l'omofobia

Un ennesimo schiaffo alla lunga battaglia contro l'omofobia e la violenza contro persone LGBT. Era un testo molto semplice, diretto, fortemente condivisibile che invitava il Consiglio provinciale di Milano a condannare atti omofobici, di cui il nostro Paese negli ultimi mesi è stato drammaticamente interessato. La maggioranza di centrodestra, dopo diverse mediazioni su un testo già mediato, ha respinto la proposta di ordine del giorno con futili e insostenibili motivazioni quali la non urgenza e gravità della presa di posizione. La proposta vedeva come proponente Luca Gandolfi, consigliere dell'Italia dei Valori, con l'adesione di diversi consiglieri, tutti dell'opposizione di centrosinistra. e alcuni capigruppo della maggioranza. Il titolo della proposta era "solidarietà alle vittime dell'intolleranza omofobica e di ferma condanna di ogni forma di violenza". Era impensabile che qualcuno potesse esprimersi in modo negativo a tale documento, che era corroborato da uno spirito di buon senso. Il centrodestra che è intriso di una sottocultura estremista e integralista, antieuropea, lontana da ogni concezione umana del valore della persona, del rispetto della dignità dell'essere umano e civico, ha espresso la peggiore caratteristica di una coalizione caratterizzata da intolleranza e razzismo.

In Consiglio di Zona 4 in una comunicazione/ordine del giorno ho chiesto che l'organo territoriale esprimesse il proprio appoggio e invito diretto al Comune di Milano per accogliere la proposta, presentata da alcuni consiglieri dell'opposizione, Basilio Rizzo, Pierfrancesco Majorino, di conferire all'AGEDO, Associazione Genitori di Omosessuali, la Benemerenza Civica, l'Ambrogino d'Oro. L'atto potrebbe costituire una rottura in una prassi amministrativa che ha visto più volte rigettare proposte indirzzate a rimuovere le differenze e a garantire una promozione dei diritti civili e dell'eguaglianza, delle pari opportunità, di estensione di tutele finora non previste per persone LGBT. 

Il Comune nel maggio 2008 aveva respinto con voti trasversali la proposta di istituire un Registro delle Convivenze Affettive. Questa proposta è rimasta ancora inevasa, pur essendo stata condivisa ampiamente nelle varie commissioni consiliari. La decisione di consegnare il titolo all'AGEDO vorrebbe indicare la predisposizione culturale di un cambiamento in Consiglio Comunale: è un'associazione che si batte contro le discriminazioni, che promuove iniziative di promozione dei diritti civili, dei diritti di una comunità, quella lgbt, sempre più vittima di intolleranti pregiudizi con esiti spesso drammaticie  tragici, persecutori. Non possono esistere pregiudizi nei riguardi di un orientamento che è condizione umana di una persona e che come tale deve saperla e poterla vivere con grande tranquillità e libertà. L'omosessualità non è una scelta, nè un aspetto genetico ereditario: non ci si domanda sul che cos'è l'omosessualità. La domanda deve essere com'è la condizione e migliorare la vita di chi è omosessuale per natura, per inclinazione, per caratteristica propria. 

Il voto in Consiglio Provinciale ha dimostrato ancora una volta come sia ostile il mondo istituzionale attuale e nostrano che legittima di fatto ogni atteggiamento omofobico e di persecuzione di persone lgbt, di intolleranza e di esclusione. Per cambiare rotta e percorso occorre fare lobby, ossia creare un movimento coeso e forte che possa incidere chiaramente nella società, luogo prepolitico, per, poi, realizzare un passo istituzionale e amministrativo. La discrasia tra società rappresentata e istituzioni rappresentanti è sempre più ampia. Occorre denunciare chiaramente chi nelle istituzioni ha espresso atteggiamenti e comportamenti omofobici o di forte insensibilità e ostilità verso ogni atto o documento che potesse condannare comportamenti intolleranti presenti nella nostra comunità, nonchè promuovere diritti civili e opportunità. Occorre indicare queste persone come irresponsabili e fortemente avulse da un contesto attuale che richiede pari diritti e pari garanzie a prescindere dal proprio orientamento sessuale. Occorre indicarli come non votabili alle prossime elezioni. Come ha fatto Il Fatto con la lista dei nomi dei deputati che erano assenti ingiustificati durante la seduta parlamentare in cui si discuteva dello scudo fiscale. Pochi voti contrari in aggiunta a quelli espressi avrebbero determinato una crisi politica di governo e affossato una proposta insostenibile dal punto di vista etico, economico e sociale. Non sono tavole di proscrizione, ma sono elementi che garantiscono una maggiore trasparenza nel rapporto di rappresentatività e che indicano le condotte dei propri eletti come pubbliche e leggibili da parte di chi ha delegato loro la propria rappresentanza politica. A questo deve fare seguito la possibilità per il rappresentato di poter esprimere il proprio giudizio sul comportamento assunto dal rappresentante. 

Ricordiamo Harvey Milk nella grande battaglia contro la proposta della destra eversiva di proibire agli omosessuali cariche e funzioni pubbliche ed educative. Occorre fare rete, fare pressione, costruire un gruppo coeso che sappia esprimere identità, cultura e proposte incisive, anche radicali in un contesto di estremismo ideologico confessionale. 

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4

Venerdì, 23 Ottobre, 2009 - 08:33

Piattaforma in Darsena:ritirato il progetto

Ieri sera in Consiglio di Zona 6 il presidente Girtanner ha annunciato il ritiro della proposta di delibera di una piattaforma in Darsena. Scelta maturata "dopo un'attenta riflessione" con la maggioranza e il presidente della Commissione Navigli Bianchi, così ci è stato detto.

Peccato che già prima si era espresso l'assessore Orsatti col ritiro del progetto.

Da qui le sibilline parole di ieri sul forum del consigliere Bombonati rivolte alla Lega che si è guardata bene dal rispondere.

Non si sa cosa abbia fatto cambiare idea all'assessore. certo è che i nostri interventi in Consiglio di Zona straordinario del'8 ottobre alla presenza di Orsatti, l'aggressione da me subita per opera del presidente della Navigli Scarl Errico e l'intervento ex art.21 in C.C. del consigliere del PD David Gentili qualcosa devono aver provocato.

Il buon senso ha prevalso? speriamo di sì. Non c'è nulla di male ammettere che si è sbagliato e/o si è proceduto con troppa fretta che ha generato diversi sospetti. L'opposizione ha comunque presentato un documento - allegato-di opposizione al progetto, a futura memoria. Angelo Valdameri, consigliere di zona 6 Lista Fo

Giovedì, 22 Ottobre, 2009 - 21:27

L'omofobia è contro l'economia

19/10/2009 - Irene Tinagli

 

La questione omofobia non riguarda solo ambiti ideologici e religiosi. Riguarda aspetti economici e sociali di vitale importanza, perché se si vuole costruire un’economia moderna e dinamica occorre costruire una società altrettanto moderna e dinamica. Riconoscere, rispettare ed integrare le diversità è un elemento fondamentale dello sviluppo, oggi più che mai. Viviamo in un mondo in cui il sistema economico si regge sulle forme di creatività individuale.

E inoltre, sull’innovazione, sulla capacità degli individui di esprimere il meglio di se stessi e dare un contributo originale alla società che li circonda. Ma questo può avvenire solo in contesti capaci di stimolare e accettare le varie forme di espressione e di libertà individuali. Contesti capaci di valutare e valorizzare le persone per il loro contributo di idee, energia e competenze, e non per il Dio che pregano prima di andare a dormire o la persona che scelgono di avere accanto nella vita.

Una società in grado di accettare le diversità è una società che sa motivare e gratificare i propri cittadini, che sa guadagnarsi il loro rispetto e la loro partecipazione sociale, civile, economica. È una società che cresce, che innova, che prospera.

Da decenni gli studiosi ci mostrano questa relazione. Dalle ricerche condotte negli Anni 80-90 dal sociologo Ronald Inghleart, dell’Università del Michigan, fino ai lavori più recenti dell’economista Richard Florida, secondo cui la competizione globale per l’attrazione di talenti non può che essere vinta da società aperte e tolleranti, perché le persone più istruite, brillanti e creative sceglieranno di vivere in società dove sono libere di essere se stesse. I dati supportano queste tesi, sia all’interno degli Stati Uniti, in cui le città più aperte e tolleranti come San Francisco, Seattle o Austin hanno i tassi più elevati di innovazione e di concentrazione di talenti e creativi, che nei Paesi europei, dove Svezia, Danimarca, Olanda registrano, guardacaso, sia altissimi livelli di tolleranza verso le diversità e l’omosessualità, che alti livelli di innovazione, di sviluppo e di competitività economica.

Purtroppo l’Italia su questo fronte è molto indietro. Gli ultimi dati prodotti dalla Gallup sono assai eloquenti. Alla domanda se il proprio Paese fosse un buon posto per vivere per gay e lesbiche, solo il 49% degli italiani ha risposto di sì, contro l’83% degli olandesi, il 75% degli spagnoli e addirittura il 70% di un Paese tradizionalista come l’Irlanda, che fino a pochi anni fa era tra i più arretrati. Questo ci dice che l’Italia si sta pericolosamente chiudendo, proiettando dentro e fuori di sé un’immagine cupa e intollerante su cui sarebbe urgente intervenire.

Certo, non è semplice cambiare le attitudini culturali e i pregiudizi. Ma non è impossibile, ed è proprio su queste sfide che si misura la buona politica. Mostrando ai cittadini che le diversità sono un diritto individuale e una risorsa collettiva, che le discriminazioni limitano le possibilità di sviluppo, e avendo il coraggio di prendere iniziative legislative innovative, la politica può spianare la strada ad una crescita sociale e culturale lungimirante. Perché è questo che deve fare: guardare più avanti di quanto tanti normali cittadini sono in grado di fare e assumersi la responsabilità di scelte giuste per il futuro.

Vale forse la pena ricordare che negli Stati Uniti poco più di cinquant’anni fa (1967) coraggiosi membri della Corte Suprema dichiararono incostituzionali le leggi che in alcuni Stati del Sud ancora proibivano i matrimoni tra persone di razze diverse. La loro decisione fu presa nonostante il 73% dell’opinione pubblica americana, fosse, all’epoca, contraria ai matrimoni interrazziali. Così come cinquant’anni prima venne concesso il voto alle donne nonostante molti ancora sostenessero «che il voto alle donne avrebbe portato alla disgregazione della famiglia e dell’ordine morale della società». Quelle decisioni non furono mere questioni ideologiche o valoriali, ma hanno avuto conseguenze enormi sullo sviluppo economico e sociale degli Stati Uniti. Basta pensare a chi oggi ricopre le più alte cariche del Congresso e del governo americani per rendersi conto di quanto quelle scelte abbiano aiutato il Paese a divenire non solo una grande democrazia, ma una grande potenza economica, capace di far leva sulla motivazione, l’impegno e l’entusiasmo di tutti i suoi cittadini a prescindere dalla razza, dal genere, dalle preferenze religiose o sessuali. Perché niente motiva e stimola un essere umano più della consapevolezza di potersi realizzare in pienezza e in libertà.

Giovedì, 22 Ottobre, 2009 - 21:25

Report omofobia Italia 2008 - 2009

19/10/2009 - Arcigay - Diritti Umani

 

Arcigay
REPORT
dei principali episodi di violenza omofoba e transofoba
accaduti in Italia nel 2008 e 2009

Come noto, in Italia non esiste alcuna legge che riconosca un’aggravante specifica per i reati commessi in odio a persone omosessuali, bisessuali e transgender.

È di conseguenza impossibile avere una rilevazione statistica attendibile, o reperire informazioni ufficiali da parte delle Forze dell’ordine in merito a reati di carattere omofobico, semplicemente perché non esiste una specifica fattispecie di reato.

Di conseguenza è estremamente difficile che all’atto della denuncia la vittima di violenza dichiari la matrice omofobica del gesto patito, sia perché ciò non costituirebbe una aggravante, sia in virtù di una forte omofobia interiorizzata, largamente diffusa nel nostro paese, che porta ad una vera e propria autocensura.

La medesima autocensura fa sì che moltissimi casi di violenza omofobica rilevati dalle reti territoriali delle Associazioni di tutela rimangano, o per decisione delle vittime o per una giusta delicatezza nei confronti delle stesse, in un ambito di estrema riservatezza che non le rende pubbliche e rilevabili.

La mancanza di una reale percezione di tutela e l’omofobia interiorizzata determinano che la stragrande maggioranza dei casi di violenza omofobica non vengano nemmeno denunciati.

I dati contenuti nel report non hanno pertanto alcun reale valore statistico, sono solo una fotografia della realtà, rilevata esclusivamente dalle notizie apparse sui media.

Luca Trentini
Responsabile nazionale Arcigay Diritti Umani e Lotta alla violenza
dirittiumani@arcigay.it

Potete scaricare in fondo a questa pagina:
- Il Report 2008-2009
in formato pdf aggiornato al 17 maggio 2009 consegnato al Presidente della Camera Fini
- Il Report 2009
in formato doc aggiornato ad OGGI

I testi sono tratti da articoli comparsi sulla stampa. Arcigay non è responsabile dei contenuti

***

Riepilogo casi registrati nel report
gennaio 2008 - ottobre 2009

Omicidi: 17
Violenze ed aggressioni: 110
Estorsioni: 15
Atti di bullismo: 9
Atti vandalici: 16

Anno 2008

Omicidi: 9
(4 in Lombardia, 2 nel Lazio, 2 in Campania e 1 in Sardegna)

Violenze ed aggressioni: 45
(13 in Lazio, 7 in Lombardia, 6 in Emilia-Romagna, 4 in Veneto, 3 in Campania, 3 in Liguria, 3 nelle Marche, 2 in Piemonte, 2 in Toscana, 1 in Sicilia, 1 in Calabria)

Estorsioni: 7
(2 in Liguria, 2 nelle Marche, 1 in Sardegna 1 in Toscana, 1 in Puglia)

Atti di Bullismo: 5
(2 in Lombardia, 1 in Piemonte, 1 in Toscana, 1 in Sicilia)

Atti vandalici: 9
(4 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Lazio, 1 in Emilia-Romagna, 1 in Sardegna, 1 in Veneto)

Anno 2009 (primi 10 mesi)

Omicidi: 8
(2 in Campania, 1 in Lazio, 1 in Lombardia, 1 in Veneto, 1 in Liguria, 1 in Sardegna, 1 in Puglia)

Violenze ed aggressioni: 65
(13 in Lazio, 9 in Campania, 8 in Lombardia, 6 in Emilia Romagna, 6 in Toscana, 5 in Veneto, 4 in Sardegna, 3 in Piemonte, 3 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Trentino, 2 in Puglia, 1 in Umbria, 1 in Abruzzo, 1 in Liguria, 1 in Sicilia)

Estorsioni: 8
(2 in Veneto, 2 in Emilia Romagna, 1 in Piemonte, 1 in Toscana, 1 in Lombardi, 1 in Sicilia)

Atti di Bullismo: 4
(2 in Veneto, 1 in Puglia, 1 in Lombardia)

Atti vandalici: 7
(4 in Lazio, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Lombardia, 1 in Toscana)

 

http://www.arcigay.it/report-omofobia-italia-2008-2009 http://www.arcigay.it/report-omofobia-italia-2008-2009

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