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Domenica, 25 Ottobre, 2009 - 18:35

Fo agli allievi di Brera: no al trasloco truffa

Il Nobel ex allievo dell'accademia: pochi spazi e spese folli. Il presidente Mazzotta: non sanno cosa vogliono

 www.corriere.it

MILANO - «Dovete diventare attivi, civi­li, partecipi... (pausa teatrale, ndr) Incazzati». L’applauso più convinto è l’ultimo, dura un pa­io di minuti. Dario Fo ha appe­na concluso il suo intervento in difesa dell’Accademia di Brera, la (sua) scuola di belle arti che «deve recuperare il rapporto con la città», farsi vedere e sen­tire, nel caso anche con «azioni di lotta creativa». Ma deve farlo qui, nel palazzo storico degli Umiliati, non in una caserma o in un capannone di periferia. L’assemblea degli studenti si riunisce ieri mattina. Sala 10, tutto esaurito e posti in piedi.

Tema: no al trasferimento nella caserma Magenta di via Ma­scheroni. Il Nobel ed ex allievo («Son rimasto solo io...») spro­na i ragazzi: «È crollato l’interes­se collettivo verso Brera. Se per­dete voi questa battaglia, le al­tre accademie spariscono». È il rischio denunciato nei volanti­ni: la «sconfitta» della cultura. Il collettivo ha appeso gli stri­scioni nel cortile napoleonico e la Soprintendenza non ha gradi­to. Il caso del trasloco dell’Acca­demia divide gli inquilini del palazzo da undici mesi: Pinaco­teca, Accademia, Osservatorio, Orto botanico. Comune e mini­steri di Cultura e Difesa hanno individuato nella Magenta la fu­tura sede della scuola, in modo da liberare spazi per il raddop­pio della Pinacoteca. L’accordo è del novembre 2008, firmato anche dal presidente delle Belle arti, Gabriele Mazzotta. Contro di lui ci sono il direttore Gasto­ne Mariani, professori e studen­ti: «Non ce ne andiamo».

Maz­zotta replica: «Sanno cosa non vogliono, non sanno cosa vo­gliono ». I ministri? «Magliari». Le pro­poste? «Bidoni». Dario Fo chio­sa così gl’interventi di allievi e docenti. In sostanza: gli spazi in via Mascheroni sono insuffi­cienti, 3.500 metri quadri e non i 26 mila promessi; il trasloco costerebbe «troppo», 5 milioni di euro e non gli 800 mila euro previsti inizialmente; nella ca­serma si può realizzare un mu­seo d’arte dell’Accademia, non portarci la didattica. Il direttore Mariani: «Dateci Palazzo Citte­rio o Palazzo Cusani e ne ripar­liamo». Lunedì ne ha parlato a cena al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Il presidente Mazzotta ha chiesto ufficialmente «un au­mento degli spazi nella Magen­ta » e il direttore ai Beni cultura­li, Mario Turetta, sta trattando con la Difesa. Fo avverte: «Non accettiamo truffe e beffe, voglio­no solo eliminare l’Accademia, infastidisce tutto quello che è li­bero. Dalla scuola deve partire una nuova rivoluzione cultura­le ». Lo dice agli studenti: «Coin­volgete il mondo esterno. Siete molti, fatevi sentire». Applausi.

Armando Stella
23 ottobre 2009