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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 31 Gennaio, 2011 - 13:53

Interrogazioni presentate nel consiglio di zona di giovedì 27 gennaio 2011


Giovedì, 27 Gennaio, 2011 - 11:46

interrogazioni presentate in Consiglio di Zona 4 il 27 gennaio 2011


Mercoledì, 26 Gennaio, 2011 - 10:48

ITALIAinFORMA intervista Roberto Jonghi Lavarini

ITALIAinFORMA intervista Roberto Jonghi Lavarini
25 gennaio 2011

 
Molti osservatori della politica italiana hanno segnalato la crescente presenza di estremisti di destra nel PDL, in particolare a Roma con il sindaco Alemanno e a Milano con il Ministro La Russa. L'autorevole quotidiano Repubblica ha più volte citato come esempio il trentottenne milanese Roberto Jonghi Lavarini, già fondatore del circolo neofascista Cuore Nero che, contattato dalla nostra agenzia stampa indipendente, ha subito acconsentito di rispondere alle nostre domande.
 
D
Buongiorno, parlo con il "barone nero" di Urnavas?
 
R
Certo - risponde al telefono, ridendo -, a prescindere dalle origini della mia famiglia, a questo soprannome sono oramai abituato ed affezionato, me lo diede, alla fine degli anni ’80, Gianni Stornaiuolo (ora consigliere provinciale del PDL), come provocazione contro il vero barone nero della destra milanese, l'on. Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse. Aggiungo che questo soprannome ben si addice alla mia concezione spirituale e tradizionale (cavalleresca, aristocratica ed imperiale) del mondo, della vita e del mio impegno politico.
 
 
 D
Da Predappio ad Arcore, ci spieghi questa svolta sua e di tanti suoi camerati.
 
R
La verità è che Predappio sarò andato una quarantina di volte, mentre ad Arcore una sola... Scherzi a parte, per me si tratta di un percorso assolutamente lineare e coerente: ho sempre creduto in una grande destra nazionalpopolare, di lotta e di governo, fin da quando, quattordicenne, mi iscrissi al MSI di Almirante e Romualdi. Personalmente sono sempre stato un camerata molto aperto, direi ecumenico, ed ho sempre frequentato tutti i diversi ambienti della destra e non solo, tanto da essere sempre stato considerato: troppo estremista dai moderati e troppo moderato dagli estremisti. In realtà sono semplicemente me stesso: libero, curioso, intraprendente ma anche guascone e goliarda. Pensi che sono stato fra i promotori di AN a Milano: per me si trattava di modernizzare ed allargare lo zoccolo duro missino alla destra diffusa, alla maggioranza silenziosa degli italiani.
 
D
Si, ma, subito dopo, è passato con il vecchio Rauti nella Fiamma Tricolore ed ha incominciato a sparare contro Fini.
 
R
Sono passati dodici anni, comunque, quello che dice è vero: sono stato fra i primi, già nel 1999, a capire che razza di infame traditore, falso ed inaffidabile, senza idee e senza dignità, fosse Fini. Allora, rinunciando ad una sicura e brillante carriera politica (ero il più giovane presidente di zona di Milano, ed il primo di destra), ho fatto una coraggiosa scelta ideale, di onore ed amore. Poi, per ben dieci anni, ho inutilmente provato a costruire una seria alternativa elettorale a destra di AN (nel 1999 presi 1,9% come candidato alla presidenza della provincia di Milano) ma l'area, invece di unirsi, ha continuato, in maniera tragicomica, a frammentarsi fino a scomparire completamente dalla scena politica. Oramai, con i gruppuscoli della "destra terminale" (azzeccata definizione di Gabriele Adinolfi), senza rancore, ho definitivamente chiuso.
 
D
Lei ha anche fondato il circolo neofascista Cuore Nero, insieme a skin, ultras e pregiudicati.
 
R
La sua non è una domanda ma una voluta provocazione che come risposta meriterebbe due schiaffi, ma siamo al telefono... - risponde ironico ma seccato - Cuore Nero è stato il primo centro sociale di destra a Milano, assolutamente trasversale ed apartitico, fondato dal mio vulcanico amico Alessandro Todisco. Io ho semplicemente partecipato a quella avventura, come tanti altri camerati, di varia provenienza. Si tratta di una esperienza conclusa, breve ma intensa, culturalmente vivace e feconda, che ha riunito e formato centinaia di giovani.

D
Ed i suoi tanto citati contatti con le destre germaniche, la fondazione Pinochet ed i razzisti bianchi boeri? Non vorrà schiaffeggiarmi anche per questa domanda...
 
R
Niente schiaffi stavolta... Lei si riferisce alla fine della guerra fredda, a prima che cadesse il muro di Berlino. Si tratta di un passato remoto che non rinnego affatto. Allora frequentavo l'on. Franco Petronio, vice capogruppo delle destre europee al parlamento europeo, e tramite lui, intrattenevo delle normali PR con tutti i buoni patrioti anticomunisti. Oltre a quelli che ha citato, ne potrei aggiungere tanti altri, fra questi il Fronte Nazionale francese di Jean Mary Le Pen, quello spagnolo di Blas Pinar, la Falange cristiano maronita libanese ed il Movimento Nazionalista cileno Patria y Libertad  - pausa poi sogghigna - gente seria quest'ultima...
 
 D
Ma con questo suo bel curriculum da estremista di destra come si trova nel PDL con Bondi e Cicchitto?
 
R
Benissimo. Il PDL non è certamente il MSI e nemmeno AN ma i tempi sono decisamente cambiati  e sicuramente si tratta di un grande partito, nazionale e popolare, di centro-destra. Si tratta di un nuovo strumento per fare politica, di un moderno partito post-ideologico a vocazione maggioritaria, con un capo carismatico ed un preciso programma politico, di governo e di riforme. Nel PDL c'è spazio per tutte le migliori tradizioni politiche non di sinistra: cattolici popolari, socialisti nazionali, liberali conservatori ed anche per la destra. Ognuno ha la sua storia, la sua cultura e la sua identità che nessuno ti chiede di rinnegare. Ad esempio, è noto il mio giudizio storico, complessivamente  assai positivo, sul fascismo; chiaramente non è condiviso da tutti gli amici del PDL ma tutti mi rispettano come io rispetto loro e le loro idee. Il PDL è un vero partito democratico dove ci si confronta liberamente su tutto, senza pregiudizi, poi si trova una sintesi condivisa o, a maggioranza, vengono prese delle decisioni che tutti devono rispettare. Ripeto e confermo, io, uomo di destra, nel PDL mi trovo benissimo!

 
D
Prima di pubblicare l’intervista, è scoppiato lo scandalo Ruby. Lei, insieme a Sara Giudice, è uno dei promotori della raccolta firme per le dimissioni di Nicole Minetti dal Consiglio Regionale della Lombardia, ci spieghi la sua presa di posizione.
 
R
Abbiamo già raccolto oltre seimila adesioni alla nostra iniziativa. Non si tratta di una polemica personale, tantomeno di fare dell’ipocrita moralismo. Noi poniamo una questione politica, di merito, sulla selezione della classe dirigente. Chiediamo che ci siano delle regole chiare, rigorose e condivise, di partecipazione, trasparenza e meritocrazia su nomine e candidature. Non ci interessano affatto le vicende private di Berlusconi: secondo noi non è stato commesso alcun reato e si tratta di una chiara strumentalizzazione politica di alcuni magistrati (toghe rosse) militanti della sinistra comunista e giacobina.
 
D
Cambiamo argomento. Chi sono, secondo lei, i politici che meglio rappresentano oggi la destra in Italia?
 
R
Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, Francesco Storace e Teodoro Buontempo, Daniela Santanchè e Vittorio Sgarbi ma anche Mario Borghezio e Giancarlo Gentilini, ognuno a suo modo, con la propria storia ed il proprio stile. Gli intellettuali Franco Cardini e Vittorio Messori, Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco, ma anche i battaglieri direttori Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro.  Ma oltre ai nomi noti che ho citato ve ne sono centinaia di altri, perlomeno altrettanto impegnati e meritevoli, fra i quali voglio citare ad esempio: Fernando Crociani Baglioni (presidente del Centro Studi Patria e Libertà di Roma), Guido Giraudo (presidente della Associazione Culturale Lorien di Monza) e Giuseppe Manzoni di Chiosca (presidente del Centro Studi Europa 2000 di Milano). Poi vi sono tantissimi dirigenti locali, come, ad esempio, i milanesi: Massimo Corsaro (deputato e vice coordinatore del PDL in Lombardia), Alfredo Mantica (senatore e sottosegretario agli esteri),  Roberta Capotosti  (battagliera consigliera provinciale) e Stefano Di Martino (storico rappresentante della destra in comune). Tutti uomini liberi, alfieri della "rivoluzione conservatrice", che, rappresentano realtà militanti che, come  me, combattono in difesa della nostra civiltà europea, occidentale e cristiana.
 
D
Non solo PDL dunque?
 
R
Certamente, la destra si riconosce trasversalmente nella coalizione PDL-Lega che rappresenta sia l'attaccamento alla tradizione, valori ed identità, che la voglia di rinnovamento politico: meritocrazia, presidenzialismo e federalismo. Aggiungo, da lombardo, che come successore di Berlusconi, a capo di un futuro governo di centrodestra, oltre ai bravissimi Roberto Formigoni e Giulio Tremonti, non mi dispiacerebbe il leghista Roberto Maroni. 
 
D
In conclusione: vicino al busto del duce non avrà mica aggiunto una foto di Berlusconi?
 
R
Non mescoliamo il sacro con il profano. Si tratta sicuramente di due capi carismatici ma Mussolini è stato un vero rivoluzionario ed un vero statista, mentre Berlusconi, almeno per ora, ha semplicemente dimostrato di essere un bravo imprenditore ed un buon politico. In conclusione: a casa mia, in sala, sotto al santissimo crocefisso, domina solo il busto del Duce che mi è stato donato, in occasione del mio matrimonio, dall'amico Beinizzi Ferrini di Predappio. La foto di Berlusconi, ritratto però in mezzo alla mia mamma ed al mio papà, è esposta più discretamente in libreria. Insomma i valori di sempre: Dio, Patria e Famiglia.
 
http://www.italiainforma.it/
Le notizie più curiose e interessanti dal Web

Sabato, 22 Gennaio, 2011 - 17:26

Arcigay: bene l'Istat, coppie gay nel censimento 2011

Quest’oggi Istat ha presentato al Garante il progetto di censimento 2011, che partirà il 9 ottobre prossimo, e che censirà, esattamente come tutte le altre forme di convivenza, anche le coppie gay, previa approvazione del garante stesso.

L’Istat, con la formulazione “coppia convivente dello stesso sesso”, ha dato seguito all’impegno assunto dopo un incontro con l’associazionismo gay del marzo 2010. Proprio sull’assenza delle coppie gay dal censimento Arcigay ha condotto una battaglia politica decennale, accompagnata e fortemente sostenuta dal sito Gay.it.

La notizia di oggi ci riempi di piacere, ed è una svolta epocale nell’approccio del nostro paese all’affettività di gay e lesbiche perché per la prima volta, attraverso lo strumento del censimento, lo Stato italiano, attesta un interesse a conoscere e quantificare il fenomeno. Con il prossimo censimento cominceremo finalmente a costruire un quadro chiaro di quante coppie conviventi potrebbero usufruire di giuste leggi di piena parità e uguaglianza.

Arcigay auspica che il Garante alla privacy accolga il netto segnale proveniente da ISTAT dando il via ad una stagione di piena parità per i cittadini qualunque sia il loro orientamento sessuale.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
(foto: Torsten Seiler from Cologne, Germany (da flickr.com))

 

http://arcigay.it/arcigay-bene-l039istat-coppie-gay-nel-censimento-2011

Sabato, 22 Gennaio, 2011 - 15:30

Marchionne, i chiodi e l'economia del nostro tempo

Carissimi/e,

Gustatevi il video:
Ascanio Celestini del 13-01-2011.mp4
“… se il capitalismo è 5 miliardi di persone che producono 100 miliardi di chiodi e poi se li comprano, la domanda mia è questa: ………………”

http://www.youtube.com/watch?v=JSQeT5Lc3KA&feature=player_embedded

no, non vi dico quale è la domanda merita di essere scoperta da voi!!!
Se volete fate circolare tra amici e conoscenti per opportuna riflessione !!!

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella
Venerdì, 21 Gennaio, 2011 - 17:31

"Ho visto Zingari e Italiani insieme felici": lunedì 24 gennaio 2010, ore 21.15

Carissimi/e,

lunedì 24 gennaio p.v. alle ore 21.15 in via Porpora 45, presso la casa della sinistra, si terrà il primo incontro del breve ciclo

"Ho visto Zingari e Italiani insieme felici" un percorso di conoscenza
per una convivenza possibile
Rom e Sinti:
attraverso
la STORIA:
lunedi 24 gennaio 2011 -ore 21:15
presso la Casa della Sinistra –Via Porpora 45, Milano
Conferenza del Prof. P. Finzi: giornalista, saggista e politologo
“A FORZA DI ESSERE VENTO: lo sterminio nazista dei Rom e dei Sinti”
la CULTURA:
lunedi 21 febbraio 2011 -ore 21:15
presso la Casa della Sinistra –Via Porpora 45, Milano
Conferenza dei
Prof. A. Alietti: docente di Sociologia Urbana e di Comunità, Università di Ferrara
Prof. M. Pagani: studioso e presidente dell’Opera Nomadi di Milano
“Origine, organizzazione e politiche possibili delle società Rom e Sinti”
l’ARTE:
domenica 13 marzo 2011 -ore 15:00
presso il parco Trotter, Viale Padova 69, Milano
Concerto di musica Rom con il gruppo “I MUZIKANTI”
Venerdì, 14 Gennaio, 2011 - 01:58

interrogazioni presentate in Consiglio di Zona 4 il 13 gennaio 2011


Giovedì, 13 Gennaio, 2011 - 10:51

La politica assente e il paradigma FIAT


E’ incredibile lo strabismo messo in luce dalla politica italiana a fronte dell’intesa FIAT-Pomigliano, ma tant’è. Il PD, in piena afasia strategica e sotto la pressione del’OPA Vendoliana, viene chiamato direttamente in causa dalla FIOM, che dovrebbe invece vedersela in CGIL, l’attuale sindaco di Torino si propone come interlocutore nazionale della corporation internazionale con sede a Torino e il candidato sindaco Fassino si accredita come interlocutore locale. Mentre il governo italiano prende atto dell’accordo con un ruolo notarile , a buon rendere, quando si tratteranno questioni inerenti contenuti editoriali e sistema radiotelevisivo piuttosto che le grandi condotte di combustibili. Incassando, in un colpo solo, l’indebolimento dell’unità sindacale, che non era al dunque riuscita con il “Patto per l’Italia”, e la relativizzazione della Confindustria come soggetto negoziale. La questione ignorata è il Paradigma FIAT, che si definisce, si muove e si disloca all’interno dei cambiamenti industriali e dei flussi finanziari imposti dalla natura multipolare della globalizzazione. 
Noi non disponiamo di un sistema normativo e di una politica capaci di tradursi sul piano territoriale con qualità delle infrastrutture, dei servizi, dell’ambiente, adeguati a favorire la ricerca e la competitività delle nostre aziende, che si arrangiano anche significativamente. Adeguati ad attrarre investimenti industriali internazionali, non solo mano d’opera a basso costo, lavoro nero e contraffazione. Cosa dovrebbe fare una politica pubblica di un regime democratico, in quanto tale rispondente agli interessi generali di queste e delle future generazioni, a fronte di questo processo paradigmatico? Sul piano interno fare in modo che le rappresentanze nei processi negoziali, nei conflitti e negli accordi, da ratificare con i referendum e poi da rispettare, siano scelte dai lavoratori, gli stessi che poi votano ai referendum confermativi, in modo chiaro. Occorre cioè che l’espressione della rappresentanza non consenta rendite speculative di interdizione sugli accordi alla fine definiti e ratificati: pluralismo nella rappresentanza ed efficacia nella decisione. Questa è sostanza in una comunità nazionale che non vuole assecondare la sua dissoluzione attraverso l’atomizzazione sociale ed il qualunquismo. C’è un altro aspetto, se possibile ancor più significativo, che è un indicatore dell’autonomia e della capacità di azione e visione della politica pubblica italiana. Se la scala odierna delle relazioni economiche, finanziarie, sociali, tecnologiche, ambientali, è quella della globalizzazione in quello che è diventato pienamente il “villaggio globale”, o la politica è protagonista a quel livello o non è altro che l’uso di rappresentanza e risorse per relazioni imprenditoriali e finanziarie personali o di cordata.
Che iniziativa ha preso il governo italiano affinché l’Europa definisse un quadro di riferimento minimo per le relazioni industriali? Quale iniziativa per una comune azione politica europea dentro la ridefinizione dei mercati globali e dei loro protagonisti perché vi siano parametri comuni relativi ai diritti sindacali ed ambientali? E’ evidente che anche gli altri stati europei non vanno oltre la comune definizione degli standard da rispettare nella gestione degli effetti da vasi comunicanti del deficit/debito delle singole nazioni, ma questo non impedisce, anzi richiede, un’azione politica significativa. Insomma, che FIAT e sindacati siano portatori di interessi unilaterali è nelle cose, che non ci sia una indicazione di prospettiva di innovazione partecipata e un’azione che la pratichi da parte della politica costituisce una patologia per l’identità e il senso della Repubblica. Cos’altro se non andare all’estero per le Partite IVA della Conoscenza, costrette ad una adolescenza ed una precarietà senza fine? 
 
Domenica, 9 Gennaio, 2011 - 21:38

ROM: come vivono a milano tra pregiudizi e discriminazioni

Per opportuna informazione e riflessione allego l'articolo pubblicato su "L'Espresso".

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3 
Facebook: Antonella Fachin

Domenica, 9 Gennaio, 2011 - 13:57

Solidarietà agli studenti manifestanti: il Comune ancora una volta alza il conflitto

Vengono processati e inquisiti gli studenti che hanno occupato diversi istituti superiori lo scorso dicembre. Alcuni presidi hanno deciso di segnalare alla Procura di Milano alcuni ragazzi identificati. L'iniziativa che trovo alquanto singolare e preoccupante ha avuto inizio al Caravaggio dove la preside spaventata dall'incursione di alcune persone nell'istituto ha deciso di procedere a informare la magistratura dell'azione. Altri istituti, tra cui anche il Liceo Blaise Pascal, hanno seguito lo stesso esempio a breve distanza. La mia preoccupazione deriva dal constatare come il diritto di manifestare venga fortemente compromesso e ristretto. Dico questo non tanto perchè voglia difendere chi ha devastato, sepure le mobilitazioni a Milano siano state meno invasive di quelle svolte in altre città e più pacifiche,  ma in quanto è chiaro l'intento intimidatorio che tali provvedimenti avranno su coloro che vogliono esprimere il proprio disagio circa il proprio futuro, circa il diritto allo studio, nei riguardi di una scuola pubblica sempre più compromessa e, infine, di una ricerca scientifica sacrificata. Penso, però, che i ragazzi non si faranno intimidire da simili provvedimenti nè, tanto meno, dalle volontà alquanto inconsueta e insignificante del vicesindaco del Comune di Milano, Riccardo De Corato, di costituire il Comune come parte civile in causa nel procedimento ancora non intentato e istruito a carico dei ragazzi segnalati.
Il Comune di Milano contravverte quanto indicato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha invitato le istituzioni a dare ascolto ai ragazzi manifestanti perchè esprimenti un disagio verso una precarietà lavorativa, formativa e, soprattutto, esistenziale. L'invito del Capo dello Stato ha avuto come conseguenza un discorso di fine anno che ha fatto proprie le istanze delle giovani generazioni indicando il valore incommensurabile di un patrimonio umano per un paese: un patrimonio disconosiuto, ignorato, silentito da parte soprattutto di una classe dirigente sempre più gerontocratica ed esclusivamente autoreferenziale, aggiungo. L'esempio offerto dal nostro Presidente, ospitando una delegazione di studenti lo scorso 22 dicembre, vede un atteggiamento di chiusura e di ostilità da parte dell'amministrazione comunale intenzionata per voce di un suo alto rappresentante a mostrare, come spesso avviene da quando De Corato è vicesindaco di questa città, spero ancora per poco tempo, il pugno forte coi deboli. Lo dimostra il fatto che De Corato asserisca come le manifestazioni studentesche, scenario irreale e non avvenuto, abbiano messo in ginocchio la città nel momento in cui, invece, non esprime nessun tipo di condanna e di denuncia verso le orde di tifosi estremi e inquieti che ogni domenica si riversano dalle parti di San Siro mettendo a soqquadro la zona. De Corato utilizza due pesi e due misure: prassi, questa, da rigettare al mittente. Il pugno forte viene mostrato in azioni muscolari anche contro i centri sociali con la politica degli sgomberi, oppure contro campi di nomadi con un atteggiamento di intolleranza e di esclusione; oppure la politica delle transenne, della "privatizzazione" degli spazi pubblici, di una loro privazione, quasi come fossero misure disciplinari esemplari, verso le quali la cittadinanza devono silenziosamente osservare, come fosse una classe di indisciplinati scolari. Esprimo opposizione, denuncia di tale scelta amministrativa, dissociandomi come cittadino, oltre che consigliere circoscrizionale, da una volontà che non rappresenta la città di Milano, la sua storia democratica e civile, quel sostrato comunitario esistente fatto di pulsoni civiche, solidarietà, voglia di cambiamento, sentimento diffuso e comune di democrazia, richiesta di partecipazione alla cosa pubblica, alla sua gestione, alla sua promozione. Trovo miserabile l'atteggiamento del Comune che crea tutte le condizioni per inasprire il conflitto sociale destabilizzando quella necessaria occasione di aprire un dialogo e un confronto tra generazioni, tra persone utile motore per un progresso civile e la promozione della democrazia attraverso la partecipazione. Credo, come dice l'Avvocato Mirko Mazzali giustamente, che tale procedimento non avrà seguito dato che non sussiste nella storia della giurisdizione italiana istanze e procedimenti tentati a carico di studenti occupanti istituti scolastici: se la decisione fosse quella di procedere da parte del giudice aprirebbe inquitanti precedenti verso una repressione psicologica e sociale del diritto di manifestare. Attendiamo con attenzione la pronuncia del giudice invitando la cittadinanza a esprimere solidarietà ai ragazzi e a sostenere con maggiore determinazione le manifestazioni e le mobilitazioni civili e sociali per una scuola pubblica di qualità, che è un presupposto essenziale per lo sviluppo civico e culturale di un Paese, per la sua democrazia.

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

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