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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 19 Dicembre, 2006 - 10:34

Lasciamo IN PACE il nostro Futuro

La guerra non accade per caso né è il frutto della cattiveria di
uomini senza cuore. E' qualcosa che si decide per difendere interessi
economici o assicurarsi il dominio di territori con preziose riserve
naturali (petrolio, gas, acqua, diamanti...). E' qualcosa che si
prepara ogni giorno, che si promuove con la propaganda delle abusate
parole di libertà e democrazia, che si costruisce nelle fabbriche
d'armi e nelle caserme dove si addestrano persone a uccidere, a
bombardare, a dimenticare la propria umanità.

La provincia di Varese è un luogo strategico nella produzione della
guerra permanente. Anche se nelle nostre città non vediamo soldati
nelle strade, non udiamo cacciabombardieri sorvolare le nostre case,
non piangiamo amici uccisi dai cosiddetti effetti collaterali, non
proviamo la paura e la disperazione come le genti dell'Irak e
dell'Afghanistan, siamo in guerra. Lo siamo perché nella nostra
provincia vengono prodotte armi (poi vendute e usate) da importanti
fabbriche come AgustaWestland e Aermacchi; lo siamo perché ospitiamo
un comando di reazione rapida della NATO a Solbiate Olona, pronto a
gestire 60.000 militari e a pianificare rapidamente interventi in ogni
parte della terra in aperta contraddizione con l'art. 11 della
Costituzione Italiana che afferma che L'Italia ripudia la guerra.

Ogni settimana si alzano voci a inneggiare a quei luoghi di guerra,
facendosi lustro di una presenza ingombrante che dovrebbe e potrebbe
invece essere riconvertita per usi di pace.

UN ALTRO aereo militare a Gallarate, oggi anche in una scuola:
un "addestratore" Mb339 verrà issato sul tetto
e diverrà simbolo del luogo dove studiate o insegnate:
un originale libro di testo che però diversamente dagli altri
insegna a fare la guerra o almeno ad abituarsi ad essa.
Ma ogni mattina quello stesso aereo
ricorderà anche della complicità dei nostri territori
nelle guerre e nelle morti che sempre esse comportano.
Ricorderà a tutti anche che le spese militari
rubano i soldi destinati alla scuola.

Vi chiediamo di condividere e sostenere la nostra richiesta, espressa
al Consiglio di Istituto, di ridiscutere le decisioni assunte.
Sono le armi a uccidere, ma sono uomini e donne a progettarle e a
usarle. Quegli stessi uomini e quelle stesse donne che possono
scegliere di dire basta guerre, basta armi, basta basi militari:
lasciate in pace il nostro futuro!

DisarmiAMO la Pace

Lunedì, 18 Dicembre, 2006 - 11:09

Appoggio di Tomas Hirsch leader Umanista in Cile

Se il cerchio sembra stingersi attorno ai soprusi statunitensi a Quito e dintorni, è da un anno a questa parte che in Bolivia si respira un'aria diversa. L'avvento di Morales ha cambiato volto al paese, e la figura del presidente, coi suoi maglioni colorati e il suo sorriso da indio, è diventata l'icona della nuova America Latina. Senza perdersi in chiacchiere ha nazionalizzato le risorse di gas, rimpatriando le compagnie straniere e restituendo alla gente le proprie risorse, si è battuto per il riconoscimento delle lotte per l'acqua, sfruttata dalle società internazionali e pagata col sangue di centinaia di indios. E non è tutto. Morales, ex cocaleros, ha sposato in pieno la causa dei produttori di coca, spiegando al mondo, all'assemblea dell'Onu (mostrando a tutti una foglia di coca tra i grandi applausi degli altri delegati sudamericani), le proprietà mediche di una sostanza naturale che per la gente di Cochabamba è cibo, risorsa e vita. Il leader boliviano si è anche impegnato per attuare una sana strategia contro il narco-traffico, che parta da azioni volontarie nel rispetto delle tradizioni e della cultura locali e che, secondo le Nazioni Unite, sta dando già ottimi risultati. Ad ottobre Morales ha inviato 500 membri dell'esercito nel Parco Nazionale Carrasco (Chaparè), nel cui territorio si prevedeva di sradicare 450 ettari di coca illegale. Per evitare il saccheggio dei narco-trafficanti, sono state mobilitate le polizie speciali di La Paz e Cochabamba, e proposte nuove leggi (una quota massima di coltivazioni alle famiglie e una squadra di brigate speciali per sradicare le colture illegali) per tutelare i cocaleros senza ridurre il Chaparè ad un moderno mercato clandestino.
Morales ha letteralmente blindato l'oro nero boliviano, con contratti per il petrolio (e per il gas, di cui il paese è fra i primi produttori al mondo), sottoscritti il 28 e 29 ottobre scorso, validi per 30 anni, attraverso la statale YPBF (Yacimientos Petroliferos Fiscales Bolivianos), che controlla i giacimenti nazionalizzati e le concessioni alle compagnie straniere. Il Ministro degli idrocarburi Andrés Soliz Rada ha proposto che il parlamento prepari un articolo con cui si proibisca alle aziende di conteggiare le riserve nei mercati azionari, poiché di "proprietà diretta, inalienabile ed imprescindibile dello Stato". Si calcola che il valore della totalità delle riserve attuali e future degli idrocarburi del paese, ammonti a più di 200 miliardi di dollari. Una cifra destinata ad aumentare dopo che è stata dichiarata priorità nazionale la costruzione del Gasdotto Boliviano Occidentale (GABO), che, legalizzando i grandi campi nell'ovest boliviano, potrebbe incrementare sensibilmente l'intera industrializzazione nazionale. L'opposizione rumoreggia, minaccia azioni per tutelare gli imprenditori, in alcuni casi fa mancare il quorum per la validità delle votazioni. Ma Morales è saldo. Piace ai leader sudamericani e alle sinistre occidentali, Chavez lo considera un figlioccio e l'Europa plaude alla sua risolutezza, trovandolo più diplomatico e meno spigoloso del presidente venezuelano.
Nelle ultime ore si sono anche rilanciate le trattative col Cile per la vecchia questione dello sbocco sul mare. Le aperture di Tomas Hirsch, leader degli umanisti cileni, avvicina considerevolmente la Bolivia al Pacifico, rilanciando il feeling tra La Paz e Santiago e avviando una stagione di vicinanza e collaborazione.
Nel frattempo la gente sente più fiducia, maggiore protezione, un vento nuovo. Nei villaggi andini dove l'acqua abbonda troppe volte si è costretti a ricorrere alle autobotti, paradosso inaccettabile del saccheggio straniero. I volti avvizziti e sorridenti delle donne raccontano la dignità con cui si va avanti, la rabbia per l'uccisione dei propri cari, la disperazione che accompagna ogni giorno. Ma anche la sete di giustizia, il desiderio di consegnare ai tanti bambini un paese diverso e fiero, ancorato alle proprie radici, e saziato dalle proprie risorse. Difendendo la propria indole, custodendo le vecchie tradizioni, e confidando nella rappresentanza di un indio al governo, un cocalero, uno di loro.

L'Hirsch pensiero. Davanti a 2500 delegati arrivati da ogni angolo del pianeta, l’umanista cileno Hirsch ha ottenuto una serie di successi clamorosi grazie alle sue affermazioni sulla necessità dei boliviani di avere un’uscita verso il mare.

Non ha usato mezzi termini e ha espresso la sua solidarietà alla popolazione boliviana e al suo presidente Evo Morales, ribadendo la sua posizione: la Bolivia deve avere uno sbocco tutto suo verso il mare. “Siamo convinti che il Cile debba integrarsi nell’area latinoamericana - ha detto Tomas Hirsch durante una conferenza - e che il primo gesto deve essere quello di contribuire a soddisfare la richiesta della Bolivia”. Ma il leader umanista ha voluto aggiungere: “Nessun paese può guardare al proprio futuro se ha problemi con i suoi vicini. Soprattutto noi cileni  - ha aggiunto – non possiamo continuare a montare storie per una guerra avvenuta più di 120 anni fa. Quella guerra non aveva nulla a che vedere con gli interessi dei boliviani e dei cileni. Fu solo una guerra di interessi coloniali dei britannici, che vollero in quel modo impossessarsi dei giacimenti di salnitro e rame. L’unica cosa che le due popolazioni furono in grado di apportare alla guerra fu il numero dei morti”.
Lunedì, 18 Dicembre, 2006 - 10:53

lettera aperta: Amir di Arezzo

Amir finalmente libero!

Ciao,
Sono Amir del Centro delle Culture di Arezzo. Se ricevi questa mail
significa che mi hai aiutato nei mesi passati firmando la petizione
(http://www.c234.net/petizioni/amir) per la mia liberazione (o forse hai
fatto anche molto di più!) e per questo ti sono molto grato.

Sono tornato a vivere ad Arezzo e ho ripreso a lavorare in una ditta
orafa, finalmente con un contratto regolare. In questo momento, con il
Centro delle Culture, sto portando avanti una campagna per chiedere la
creazione di aree destinate alla sepoltura musulmana nei cimiteri e
stiamo continuando una campagna informativa per chiedere la chiusura dei
CPT. Dopo la mia liberazione, ho partecipato ad alcune trasmissioni
televisive a cui sono stato invitato e sono usciti oltre 20 articoli su vari
giornali che hanno parlato della mia vicenda e dei CPT. Dobbiamo
continuare a lottare per il nostro primo diritto in quanto esseri umani: la
libertà.

Grazie di cuore e ti auguro  delle buone feste di natale

Amir K.

Lunedì, 18 Dicembre, 2006 - 10:44

Guerra di religione nel Magentino

di Luciano Muhlbauer (consigliere regionale Prc)
In Lombardia vivono ormai oltre 800mila cittadini immigrati, cioè un quarto del totale nazionale. Eppure, proprio nella nostra regione non c’è traccia di una politica di accoglienza e inclusione, mentre non mancano mai parole e atti istituzionali che tendono a additare l’immigrato, sempre e comunque,  come un problema, se non come un nemico. In questi giorni stanno a ricordarcelo vicende come il linciaggio mediatico di Azouz, quella specie di guerra del presepe oppure lo sgombero della baraccopoli rom di via Ripamonti a Milano, che ha gettato decine di famiglie in mezzo alla strada.
Ma questi episodi sono semplicemente la punta dell’iceberg e mille altre storie, spesso sconosciute ai più, si consumano nella quotidianità delle nostre città e quartieri. E allora vogliamo raccontarne una, perché paradigmatica di una miseria della politica che non promette nulla di buono.
La nostra storia si svolge a Magenta, comune di 22mila abitanti nell’ovest milanese, e inizia con la decisone di un gruppo di operai immigrati, di diverse nazionalità, di affittare regolarmente un capannone per svolgervi attività culturale e per pregare. Nulla di strano si direbbe, ma poiché quegli operai sono musulmani, la Lega Nord non perde l’occasione e scatena una sorta di crociata dal titolo “No alla moschea”, condita con la solita fraseologia islamofobica e razzista. Sul muro di cinta del capannone appare persino la scritta “Bossi vi ucciderà”.
La Lega non rappresenta granché a Magenta, ma visto che tra qualche mese si vota per le amministrative, il Sindaco (di centrodestra) ha pensato bene di fregarsene di sciocchezzuole come la libertà di culto, tutelata peraltro dalla Costituzione, e si è messo a cavalcare la tigre. Da allora è stato un susseguirsi di visite dei vigili urbani, i quali, regolamenti edilizi alla mano, hanno fatto piovere multa su multa. E non importa che nei dintorni ci siano anche altre associazioni che da tempo e in santa pace occupano spazi simili. Loro sono mica islamici!
Ma per fortuna non tutto tace. Nel magentino c’è anche il Comitato intercomunale per la Pace, che da sempre è sensibile alla questione della convivenza e dell’inclusione, il quale ha dato vita a un comitato di solidarietà con gli operai immigrati. Stanno organizzando anche un’assemblea pubblica per il 18 dicembre, Giornata internazionale del Migrante, sebbene il nostro Sindaco crociato tenti di impedirglielo con ogni mezzo.
A questo punto la nostra proposta è molto semplice: se potete, il 18 andate a Magenta oppure, molto più comodamente, visitate il sito www.comitatopace. it e firmate l’appello. Scegliete voi, ma non lasciamo soli quegli operai e quanti resistono all’idiozia e all’irresponsabilità di amministratori che per un pugno di voti sono disponibili a qualsiasi bassezza.

Lunedì, 18 Dicembre, 2006 - 10:41

Italia è una nazione fondata sul debito pubblico

17 Dicembre 2006

Lo sconto postumo

tototruffa.jpg

L’Italia è una nazione fondata sul debito pubblico. Ha fondamenta debitorie solide. Un alibi di ferro per le Finanziarie. Un alibi per nuove tasse, per l’aumento di quelle esistenti. La Finanziaria preserva il debito pubblico. Con un imponente debito pubblico le riforme non si possono fare. E tutto rimane com’è per la felicità dei nostri dipendenti. Nessun governo è intervenuto sulla spesa pubblica. Neppure il Ciclista e lo Sciupà.
Se i costi corrono, le tasse aumentano e il debito tiene. Il debito è ormai una condizione dello spirito. E’ nell’aria. Indebitarsi è uno stile di vita. Chi vanta crediti è un fallito. Bisogna vantare debiti per essere qualcuno. Più il debito personale è grande, maggiori sono le opportunità. Si può diventare persino presidente del Consiglio o della Telecom.
Le parole... Accesso al credito rassicura, accesso al debito preoccupa. Diventiamo accreditati, non indebitati. Banche, finanziarie e grandi distributori sono in prima fila per la creazione della povertà attraverso il credito. Se avessi detto a mio padre che mi indebitavo con TAEG 20% per andare alle Antille mi avrebbe preso a calci nel c..o. E poi avrebbe denunciato la banca.
Le banche pensano sempre ai nostri sogni. Li vogliono vedere realizzati insieme agli interessi bancari. A Natale è disponibile lo sconto se paghi dopo. Un mistero. Se si paga dopo sei mesi scatta lo sconto senza alcun interesse. Se paghi subito no. Un bel Tv Color LCD costa circa 1200 euro. Se paghi dopo sei mesi in contanti ti costa il 20% in meno. Un affare. Ma se tra sei mesi ti dimentichi, non arriva il bollettino o non hai i soldi cosa succede? Con TAN 17,48%, TAEG 18,45% (ma possono essere superiori) per 1000 euro fanno 24 rate mensili da 53,40. Il risultato è di 1281,60. I grandi distributori guadagnano sul debito dei clienti. Assistiti dalle finanziarie.
RESET. Un ritorno alla cultura del risparmio. La pubblicità del debito va proibita. Come è avvenuto per il fumo. E’ un atto di oscenità sociale. Una istigazione a delinquere contro noi stessi. Per Natale fatevi un regalo. Comprate meno e solo quello che vi potete permettere.
http://www.beppegrillo.it

Sabato, 16 Dicembre, 2006 - 21:14

petizione contro finanziamenti agli inceneritori

Clicca sul link seguente per visualizzare il post:
http://www.beppegri llo.it/2006/ 12/le_nuove_ pesti.html

Premessa sugli inceneritori:
- causano tumori
- danneggiano l’agricoltura e gli allevamenti
- fanno crollare il valore delle case dove sono costruiti
- non sono necessari.

La truffa dei Cip6-Certificati Verdi dei finanziamenti a inceneritori, centrali a carbone e scarti petroliferi 'assimilati' alle energie alternative continua. Soldi prelevati in presa diretta dalla nostra bolletta dell’Enel.I dipendenti al Governo lavorano a tempo pieno per petrolieri, costruttori di inceneritori e di centrali a carbone. E dopo la parola 'assimilati' hanno creato un’altra magia, una nuova parola magica: 'autorizzati'.
Impianti ‘autorizzati’ fino al 31 dicembre 2006. Invece di 'costruiti' fino al 31 dicembre 2006, com’era prima.
La parola ‘autorizzati’ è stata inserita all’ultimo secondo dai lobbisti del Governo nella Finanziaria. Gli accordi di maggioranza erano altri, come ricordato dai dipendenti Loredana De Petris e Tommaso Sodano. Gli accordi prevedevano i finanziamenti solo per gli impianti esistenti. Ed era già troppo per questi capitalisti con la bolletta dell’Enel.
Il dipendente presidente del Senato Franco Marini si è impegnato a ripristinare il testo originale entro fine anno. Per ricordarglielo mandiamogli una mail
Purtroppo, comunque vada, nei prossimi anni le varie Asm Brescia, Hera, Sarlux, Edison, Enel, Api… continueranno a fare bilancio e capitalismo in Borsa con i nostri soldi grazie agli impianti “autorizzati” e/o 'realizzati'. Uno schifo a norma di legge.

Da cineteca le dichiarazioni del dipendente ministro Ds Bersani:
" Gradirei essere consultato quando si fa una norma. Sono questioni molto complesse e ci sono dei meccanismi di incentivazione molto radicati sui quali le imprese hanno fondato parte dei loro bilanci. Ad eliminarli senza criterio si rischia di andare in tribunale e perdere le cause”.
Caro dipendente Bersani, in un Paese civile in Tribunale per risarcire i cittadini (costo medio dei contributi erogati alla voce A3 della bolletta Enel: 60 euro annui) ci dovrebbero andare i politici come lei che hanno permesso i finanziamenti e le aziende, o ex municipalizzate, che ricevono i fondi e amano la politica diessina-diossina.

Ps: Firmate la 'RESET - Petizione contro i finanziamenti agli inceneritori e centrali a fonti assimilate'. Siamo a 10.000 firme in dieci giorni.

Giovedì, 14 Dicembre, 2006 - 16:48

Emissione certificazioni ISEE

Al Presidente del Consiglio di Zona 4
Paolo Zanichelli
Al Presidente della Commissione Politiche Sociali
Massimo Casiraghi

 
 
 
Oggetto: interrogazione sulla verifica delle modalità di predisporre il Settore di Zona 4, nell’ambito delle proprie attività svolte a livello amministrativo, del servizio di emissione delle certificazioni ISEE, e di attestare le cause dell’assenza , oggi ancora persistenti, nello stesso Settore di Zona di tale servizio.
 
Vista
 
la natura amministrativa delle certificazioni ISEE consiste in una modalità di autocertificazione per verificare il diritto d’accesso del richiedente alle prestazioni assistenziali.
 
Considerato
 
che la procedura per l’emissione ai richiedenti da parte dell’amministrazione dei servizi, consistenti in agevolazioni e sgravi di vario tipo ed entità, prevede l’esibizione e il possesso da parte dell’utente richiedente della certificazione ISEE, al fine di assicurarsi che coloro che chiedono versino effettivamente in una situazione di bisogno.
 
Considerato
 
che diversi Consigli di Zona di Milano, tra cui il Settore di Zona 8 e il Settore di Zona 5, e i relativi Settori di Zona, emettono tale certificazione direttamente, avendo già attivato un collegamento con l’INPS
 
Considerato
 
che molti degli utenti richiedenti tale certificazione presso il Settore di Zona 4 vengono rinviati all’organo fino a oggi competente in materia a livello amministrativo, l’INPS, rendendo più onerosa e aggravando, così, la procedura di richiesta e i tempi per l’ottenimento delle documentazioni in questione
 
Si richiede
 
alla Presidenza del Consiglio di Zona 4 e alla Presidenza della Commissione politiche sociali competente in materia di verificare le cause dell’assenza di tale servizio, garanzia di una funzione rappresentativa istituzionale del Consiglio di Zona, organo che dovrebbe essere preposto al diretto contatto con la cittadinanza e alla soluzione di alcune questioni di natura amministrativa di primaria importanza fondamentale a livello sociale, e, conseguentemente, attivarsi a predisporre, predisponendo un punto all’ordine del giorno della prossima riunione di commissione, misure che possano garantire l’avvio di una procedura che assegni al Settore di Zona 4 la potestà di attivare e rendere eseguibile l’emissione diretta di certificazioni ISEE.
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Mercoledì, 13 Dicembre, 2006 - 14:48

i Cittadini......

9 Dicembre 2006

Arlecchino servitore di due padroni

Arlecchino.jpg

I mezzi urbani sono in sciopero. Gli aerei sono in sciopero. I treni sono in sciopero. I vigili del fuoco sono in sciopero. Gli insegnanti sono in sciopero. Gli ospedali sono in sciopero. Chiunque sia dipendente pubblico prima o poi entra in sciopero. I cittadini, i loro datori di lavoro, sono sempre all’oscuro dei motivi. Sanno che c’è lo sciopero, ma non perchè. Però sanno che l’astensione del lavoro avviene di preferenza il venerdì o nei giorni prefestivi. Un incentivo per il week end lungo.
Si mormora che gli scioperi dipendano dai mancati rinnovi dei contratti di lavoro. E che la trattativa si prolunghi sempre per molti anni. Anni di sciopero duro, non contro le amministrazioni, ma contro i cittadini. Quelli che pagano gli stipendi agli scioperanti con il costo del servizio e alle amministrazioni pubbliche, che negoziano con gli scioperanti, con le tasse.
Il cittadino paga due volte per un servizio, ma è escluso dalla trattativa. I dipendenti amministratori non cavano un ragno dal buco con i dipendenti scioperanti. Ci ritroviamo, da una settimana all’altra, senza treni, senza ricovero, senza scuola. Paghiamo plotoni di dipendenti perchè ci servano (nel senso di servizio pubblico). Ma non abbiamo diritto di parola, di giudizio, di informazione, di veto durante le trattative. E’ ora di cambiare musica. RESET!
Le trattative tra amministratori pubblici e sindacati devono prevedere la presenza di una rappresentanza dei cittadini. Che potranno capire e giudicare invece di aspettare come cretini per ore alla fermata dell’autobus.
Mentre scrivevo mi sono accorto che alcuni dipendenti non scioperano mai. I politici. Forse perchè ci vogliono troppo bene? Forse perchè li trattiamo troppo bene? Credo che sia ora di rivedere le loro condizioni contrattuali. La pensione a 30 mesi è solo l’antipasto. E se scioperano non ce ne accorgeremo.

http://www.beppegrillo.it

Mercoledì, 13 Dicembre, 2006 - 11:53

CTPC ...un caos per chi aspetta un mezzo pubblico

L'area metropolitana milanese è una società complessa e in costante
movimento.

Un'area raccontata come dinamica ma sempre più frenetica, trafficata ed
inquinata.

Un caos che prende un po' tutti, per chi aspetta un mezzo di superficie
(tram, autobus, filovie) come non sono esenti le linee metropolitane in
determinate stazioni e orari, soprattutto per chi deve arrivare in
orario.
Invece di migliorare negli ultimi anni la situazione è andata a
peggiorare
per gli utenti continuativi ed occasionali.

Numerosissime sono ogni giorno le segnalazioni dei passeggeri in merito
a
disservizi (corse saltate, ritardi, opinabili decisioni in merito ai
percorsi, comportamenti qualche volta poco apprezzabili da parte del
personale dell'ATM, sovraffollamento e mancanza di adeguata aerazione
sulle
banchine e nelle vetture della metropolitana; rumore di gran lunga
eccessivo
su alcune tratte della metro).

Nella realtà senza una libertà di movimento si creano nuove forme di
disuguaglianze, sia da un punto di vista individuale (anziani,
disabili,
persone a vario titolo disagiate) che territoriale (vivere in luoghi
marginali poco serviti dal trasporto locale, o risiedere in comuni
dell'area
metropolitana e in lontani quartieri della città centrale).

Oggi il nostro vivere quotidiano è fatto di persone che in numero
sempre
maggiore si sposta, in tempi diversi e per scopi diversi in una
mobilità che
può essere corta o lunga, lenta o legata al pendolarismo.

Il rischio che si formi uno strato di persone libere di muoversi perché
dispone di mezzi e occasioni di facile mobilità e chi, invece, resta
intrappolato in luoghi sempre più marginali.

Il Comitato è nato proprio per esaltare il diritto di muoversi
liberamente
senza dover sopportare i disservizi cui normalmente andiamo incontro
nell'utilizzo
dei trasporti locali.

Il Comune di Milano ha affidato la gestione dei trasporti locali ad una
società ATM SPA, riducendo il cittadino a semplice cliente. Ma la
privatizzazione non ha migliorato il servizio in generale.

Nella nostra esperienza di questo anno possiamo portare le
testimonianze di
innumerevoli utenti, esasperati dall'impossibilità di usufruire con
regolarità di un servizio pubblico essenziale (pagato sempre in
anticipo con
biglietto e abbonamento).

Comitato CTPC istituito da Dialoghi Necessari per il problema del
trasporto
www.dialoghinecessari.it sulla situazione verificata quotidianamente
dai
passeggeri che denunciavano (e continuano a farlo) picchi di calore
insopportabili, aggravati, anche, dall'affollamento dei mezzi
soprattutto
negli orari di punta.

Segnalazioni inviate per via e-mail che ci hanno aiutato a comprendere
lo
stato reale del trasporto pubblico attraverso il vissuto quotidiano di
chi
li utilizza costantemente.

Per questo l'idea di formarsi come Comitato di cittadini, utenti e dare
un
contributo alla causa di espandere e valorizzare il servizio  pubblico
nella
città metropolitana al pari di altre realtà presenti in Europa.

Sostenete la causa del Comitato partecipando all'Assemblea dei soci del
giorno 15 dicembre 2006, continuate a scrivere al suo indirizzo e-mail,
inviateci le vostre segnalazioni!

CTPC

Martedì, 12 Dicembre, 2006 - 15:43

Da Barcellona e Carugate nuove strade per il risparmio energetico

Un mondo sostenbile e altro è possibile, a partire dai Municipi. La città di Barcellona ne è un esempio: con la sua ordinanza del giugno 1999 il Comune ha disposto l'obbligatorietà per gli edifici di nuova costruzione o sottpposti a ristrutturazione dal 2000 di porre fonti di energia rinnovabile e naturale, come quella solare, come unico strumento di riscaldamento interno all'abitazione. Il livello minimo di applicazione della nuova disposizione era attestata in base al parametro di valutazione della quantità di acqua consumata dall'edificio: 4000 litri al giorno. Il coefficiente è stato abbassato a 2000 litri. Le norme previste dall'ordinanza sono state novate nell'ultimo periodo, abbassando il livello di quantità da 4000 a 2000 litri al giorno di consumo di acqua. Il risparmi di energia e di risorse naturali è la filosofia essenziale di questo provvedimento, che apre un precedente nella storia amministratrice comunale europea, essendo Barcellona la prima città continentale che agisce concretamente per dare una soluzione al consumo estremo di acqua e garantire un'ecosostenibilità dell'impato esterno che l'edificio può determinare nei confronti dell'ambiente. Infatti vengono previste, di concerto con l'ente regionale, disposizioni di forte incentivazione economica alla realizzazione di edifici costruiti su materiali ecocompatibili, con un'utilizzazione dei principi stabilità dalla coibernazione, ossia l'impiego di strutture architettoniche termodinamiche e di non dispersione del calore e dell'equilibrio termico e acustico interno alla struttura e non inquinanti esternamente. Carugate ha seguito l'esempio, adottando un regolamento all'avanguardia in Italia, nel luglio 2003, dove si statuisce definitivamente l'obbligo di installare pannelli solari termici, quale l'acqua calda negli edifici residenziali, privati e pubblici, di nuova costruzione. A Barcellona ogni edificio già esistente era sottoposto a obbligo di disporre nella propria struttura una fonte di energia rinnovabile ed ecocompatibile all'insegna della sostenibilità, come pannelli solari. Le infrazioni di queste disposizioni a Carguate come a Barcellona sono molto salate: da 6000 a 60000 euro a Barcellona. Non solo nel regolamento del Comune di Carugate è statto aumentato l'indice di coibentazione, da 0,28, secondo la disposizione legislativa esistente, a 0,40: una norma, è questa, che dispone una forte prevenzione della dispersione gravosa di energia dell'edificio e di miglioramento non indifferente della qualità acustica. Le nuove disposizioni regolamentari determinano un notevole risparmio del 30% delle energie termiche. A contornare questo atto di grande portata amministrativa e politica all'insegna dell'ecologismo sostenibile è stato posto l'obbligo di piantare ogni 50 metri un albero, che da sempre è considerato fonte di ossigeno, ma anche disposto naturale per mantenere l'abitazione in un clima fresco nei mesi estivi, riprandolo dal sole, e caldo in quelli invernali, facendone filtrare i raggi: diposizione "giardino" è stata definita in modo diretto la norma. La via dell'altro sviluppo possibile passa dai comuni: è un esempio di quanto l'amministrazione lòocale può fare per migliorare le condizioni di vita della cittadinanza, operando praticamente nei dettagli inerenti un incremento urbanistico sostenibile e compatibile. Le generazioni future potranno ringraziarci di queste accortezze, che sembrano a prima vista superflue ma che, invece, denotano una cultura diversa a livello politico per cambiare il nostro pianeta, "da consumarsi" entro e non oltre il 2050. Il risparmio di risorse e la loro giusta utilizzazione in senso equo e responsabile sono le misure che maggiormente definiscono una filosofia di alternativa possibile e necessaria.  Basta, ovviamente, avere la volontà politica di intraprendere queste strade rivoluzionarie nel loro piccolo. La glocalità è la dimensione di azione in cui operare per un futuro umano migliore

Il testo dell'ordinanza del Comune di Barcellonaè consultabile al seguente link:
http://www.bcn.es/mediambient/cat/web/cont_leg_anexmedi.htm

Il testo del nuovo regolamento edilizio del Comune di Carugate è consultabile al seguente url:
http://www.fire-italia.it/eell/carugate.pdf

Per maggiori dettagli e rimandi concettuali e di informazione consultate il seguente link:
http://www.lifegate.it/ambiente/articolo.php?id_articolo=1896&parte=1

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