PRIMO MEETING INTERNAZIONALE FORUM MONDIALE SOCIALE
Posizione del Partito Umanista su esecuzione Saddam Hussein
è un atto di barbarie
è un atto di barbarie
In questo caso, poi, si aggiungono l’ipocrisia e la cieca arroganza che contraddistinguono spesso l’operato degli Stati Uniti e dei loro governi-fantoccio: si dimentica che Saddam è stato per anni un fedele alleato degli USA e proprio in quel periodo ha commesso molti dei crimini di cui viene accusato. Le vittime della sua politica brutale, inoltre, non sono tanto diverse per numero e orrore da quelle causate dalle mostruose scelte degli Stati Uniti. Se si dovesse seguire questa logica aberrante da “occhio per occhio”, Bush, Rumsfield e compagnia dovrebbero subire lo stesso trattamento, giacché i loro crimini non sono certo inferiori a quelli di Saddam.
L’impiccagione eseguita proprio nel giorno della festa del sacrificio, una ricorrenza sacra per i musulmani, inoltre, ha un sapore provocatorio che denota la solita, arrogante cecità rispetto alle conseguenze dei propri atti. E’ facile prevedere un aumento della tensione e della violenza in un paese già martoriato da attentati quotidiani, come confermato dalle prime notizie arrivate dall’Iraq.
L’Iraq non ha bisogno di esibire come un trofeo il cadavere del suo ultimo dittatore, ma del ritiro delle truppe d’invasione e di un serio impegno internazionale per riportarvi giustizia e riconciliazione.
il Portale Europeo
Condanna a Morte.......è Stata Eseguita!!!
L'esecuzione è stata filmata. Le immagini sono state mandate in onda dalle tv di tutto il mondo. Il video mostra alcuni uomini a volto coperto, e uno a volto scoperto, mentre accompagnano Saddam verso la forca e parlano con lui. Il filmato, senza audio, si ferma nel momento in cui la corda viene posta attorno al collo dell'ex dittatore iracheno. Tutto intorno, una stanza molto piccola e buia.
''Restate uniti'', le ultime parole dell'ex rais agli iracheni. Secondo quanto si legge sulla Cnn on line, Mowaffaq Al Rubaie, consigliere nazionale per la sicurezza iracheno presente al momento dell'esecuzione, ha riferito: ''C'era paura sul suo volto". Rubaie ha detto anche che l'ex presidente iracheno ha rifiutato di indossare il cappuccio e non ha opposto resistenza. L'ex dittatore iracheno sarebbe morto con il Corano tra le mani dopo aver dato i propri effetti personali al fratellastro Barzan al-Tikriti. Lo rivela l'inviato a Baghdad della Tv satellitare 'al-Arabiya' .
L'esecuzione è avvenuta nella sede dei servizi segreti militari iracheni nel quartiere Qadimiya, sul fiume Tigri, a pochi chilometri dalla zona verde di Baghdad. Si tratta di un luogo nel quale venivano torturati e uccisi i suoi oppositori.
Indossava i suoi soliti vestiti già mostrati durante le udienze del processo, cappotto e pantaloni scuri, camicia bianca, ed è morto alla presenza di sette testimoni. Tra loro, i giudici che hanno seguito il suo processo, alcuni membri del governo e gli Imam sunniti.
Contrariamente, invece, a quanto riferito in un primo momento è stata smentita l'esecuzione di Barzan Al Tikriti, fratellastro dell'ex rais e dell'ex giudice Awad Al Bandar. Raghad Hussein, figlia di Saddam, ha chiesto al governo yemenita di autorizzare la sepoltura di suo padre nello Yemen finché non avverrà la ''liberazione dell'Iraq allorché sarà possibile il rientro delle sue spoglie'' in madrepatria. Lo riferiscono i media yemeniti. Funzionari locali contattati dall'agenzia di stampa 'Dpa' non hanno confermato, né smentito la notizia.
Il premier iracheno Nuri Al Maliki ha salutato l'''esecuzione del criminale Saddam'', rinnovando il suo appello alla riconciliazione nazionale ai sostenitori dell'ex regime, ''le cui mani non sono sporche di sangue''. La condanna alla pena capitale per Saddam è stata confermata in appello martedì scorso. In linea con il primo grado, la corte lo ha ritenuto colpevole di crimini contro l'umanità per la strage di 148 sciiti compiuta nel 1982 a Dujail.
(Adnkronos)
Lettera di Pecoraro Scanio
29 Dicembre 2006
Cip6: una lettera di Pecoraro Scanio
Pecoraro Scanio mi ha inviato una lettera sul Cip6. Una grande vittoria per i cittadini italiani.
Voglio dire grazie a tutti coloro che seguono il blog e agli aderenti ai Meetup. Senza di voi i contributi agli inceneritori ci sarebbero ancora. Ma c’è chi, come i valorosi inceneritoristi, tavisti e mediapolisti diessinidiossini piemuntèis, non si arrende mai e lancia un grido di dolore con Chiamparino: “Il 2007 sarà l’anno decisivo per il progetto dell’Alta Velocità Torino-Lione. Anche alla luce dell’ennesima intervista del ministro Pecoraro Scanio sull’argomento mi pare evidente che si tratta sempre più di un problema politico. Per questo ritengo sarebbe necessario che le leadership politiche del centro-sinistra dicessero finalmente una parola chiara sul tema”. Te la dico io Chiampa: “Piciu”.
“Caro Beppe,
una buona notizia: la battaglia comune contro il Cip6 ha fatto un passo avanti. Il Consiglio dei Ministri ha ripristinato l’emendamento – scomparso al Senato - che esclude le fonti assimilate (tra queste gli inceneritori) dagli incentivi per le rinnovabili. Un successo, una buona notizia da far circolare. Insieme alla riapertura della Conferenza dei Servizi per il rigassificatore di Brindisi così da valutare in modo pieno ed esaustivo tutti i profili ambientali e alla decisione di aprire a marzo la Conferenza nazionale sull’energia e l’ambiente. Gli stimoli e le critiche che riceviamo sono utili, talvolta necessarie, ma è importante anche ricordare i risultati positivi e condividerli con chi si è battuto per ottenerli. Un incoraggiamento per chi come noi crede che un’altra economia sia possibile e che le proteste non vanno criminalizzate ma occorre raccogliere le tante proposte per l’innovazione che contengono.
Dunque, alcune buone notizie di fine anno ma certo non ci accontentiamo. Approfitto di questi giorni di festa per augurare a te e a tutti gli amici del blog un buon 2007, ricco di soddisfazioni. E con gli auguri una breve riflessione. Leggo le vostre critiche che personalmente considero utili stimoli ad operare sempre più efficacemente. D’altro canto il tuo blog, così come l’attività dei movimenti che si battono sul territorio per l’ambiente e i diritti dei consumatori, sono preziosi alleati e occhi vigili per chi fa politica con l’obiettivo di realizzare una svolta nelle politiche in questo paese. Di questo parlammo anche nel nostro incontro al ministero nelle prime settimane di vita del governo.
E, devo dirti, che in questi primi mesi di attività ho preferito ‘parlare’ con i fatti più che con i comunicati. Fatti e atti di governo certo migliorabili ma che sicuramente vanno nella direzione che tutti noi auspichiamo. Mi riferisco, ad esempio, al lavoro fatto per sottrarre il progetto Tav in Val di Susa dal perverso meccanismo della Legge Obiettivo e riportarlo nell’ambito delle procedure ordinarie o per togliere i finanziamenti al Ponte sullo Stretto e destinarli alle opere pubbliche davvero utili al Mezzogiorno o, ancora, per aver avviato la riforma totale della Legge Delega. Per aver inserito in Finanziaria più soldi alle energie rinnovabili, per l’efficienza e il risparmio, la mobilità sostenibile, la difesa del territorio da frane e alluvioni, per la lotta alle ecomafie e all’abusivismo edilizio, a favore dei parchi e la biodiversità. Un saldo positivo molto concreto rispetto alle precedenti Finanziarie verificabile da tutti e che ci fa ben sperare per il 2007".
Alfonso Pecoraro Scanio.
Agenda 21: la Provincia di Milano ha il primato in Lombardia
E' stata presentata il 16 dicembre scorso a Palazzo Isimbardi a Milano il primo censimento della Provincia di Milano delle attività dei Comuni della Provincia in merito alle azioni volte a sostenere l'Agenda 21, ossia quella metodologia e pratica amministrativa atta a rilevare interventi di natura sostenibile a livello ecologico e urbanistico, con la stimolazione di una partecipazione attiva della cittadinanza e un'inclusione della medesima nei processi decisionali riguardanti la città e i piani di intervento integrato. Credo che sia utile sottolineare la virtuosità in questo ambito dei Comuni presenti nella Provincia rispetto al resto della Lombardia, tanto che allo stato dell'arte dei lavori risulta che il nostro territorio provinciale sia in primo piano per l'attuazione e l'esecuzione del programma di lavoro dell'Agenda 21. Riporto qui di seguito alcuni documenti che sono reperibili sul sito della Provincia di Milano e che sono relazioni espresse durante il convegno. Occorre ora interrogare la Giunta e il Consiglio Comunale di Milano sulle direttive che intenderà definire per avviare questo processo e per portarlo coerentemente alla pratica attuazione amministrativa. Occorre anche chiedere all'amministrazione centrale e alla direzione servizi quale è il rapporto attuale dei lavori di censimento dell'attuazione dell'Agenda e come ritiene opportuno considerare le prossime tappe e provvedimenti per dare soprattutto rilevanza al contesto zonale e circoscrizionale, luogo imprescindibile da cui partire, con il diretto coinvolgimento della cittadinanza e dei soggetti attivi presenti nel tessuto sociale delle circoscrizioni medesime, se all'Agenda 21 si vuole dare una costante ed efficace applicazione. Questo sarà un altro punto che tenderò a sollevare nelle dovute istanze e luoghi istituzionali.
TESTI DI DOCUMENTI DI RILEVANTE INTERESSE:
http://temi.provincia.mi.it/p
http://temi.provincia.mi.it/p
http://temi.provincia.mi.it/p
Londra: che energia, sindaco Livingstone…
dal sito http://www.ecodallecitta.it/n
Londra, anno 2050: la capitale britannica ha ridotto le sue emissioni di anidride carbonica di oltre il 60 per cento rispetto ai livelli del 1990, come raccomandato nel 2000 dalla Royal Commission on Environmental Pollution. La città è disseminata di piccoli generatori di corrente elettrica che sfruttano fonti rinnovabili e di impianti che producono energia e calore da destinare al riscaldamento di uffici, abitazioni e piccole fabbriche. Con l’aiuto di un sistema di gestione computerizzato, la domanda e l’erogazione di energia sono distribuiti senza sprechi e l’efficienza energetica è massimizzata, con grandi vantaggi per la salvaguardia dell’ambiente e per il portafogli dei consumatori. Il trasporto automobilistico è affidato in prevalenza a veicoli a zero emissioni alimentati a idrogeno. E grazie al decentramento del sistema energetico, si sta sviluppando un’emergente economia dell’idrogeno, un’economia verde che ha dato vita a un settore altamente competitivo per Londra e per l’intero Regno Unito, contribuendo alla prosperità dell’economia britannica.
Fantascienza? No, sono alcuni degli obiettivi dichiarati del sindaco di Londra, Ken Livingstone, nella sua Bozza di strategia energetica per il prossimo decennio. «Oggi» spiega il primo cittadino nella presentazione del suo piano, «Londra usa più energia dell’Irlanda e circa la stessa quantità di Grecia o Portogallo». Con consumi così elevati, prosegue Livingstone, abbiamo una grossa responsabilità per ciò che riguarda i cambiamenti climatici e la qualità dell’aria che respiriamo: «ogni anno, nella nostra città, muoiono prematuramente circa 1600 persone per patologie legate all’inquinamento».
Per realizzare il suo programma, Livingstone ha fissato una precisa gerarchia nella gestione energetica, tre step da seguire inderogabilmente in questo ordine:
1. utilizzare criteri di massima efficienza energetica , eliminando ogni spreco, in modo da ridurre la domanda;
2. usare fonti energetiche rinnovabili e ridurre al minimo la produzione di energia da combustibili fossili;
3. produrre l’energia con massima efficienza (esempio: cogenerazione)per tutti i casi in cui non è praticabile l’uso di fonti rinnovabili.
1. Efficienza. La realizzazione dello step 1 nel settore abitativo (responsabile per il 44% dei consumi totali di energia) significa, per esempio, che le 300mila nuove abitazioni che si prevede saranno costruite nei prossimi 15 anni nella capitale siano realizzate secondo le procedure standard (Sap, standard assessment procedure) basate su precisi criteri di sostenibilità ed efficienza energetica. Il Sap è calcolato sul rapporto tra la superficie di una abitazione e la temperatura ad essa adeguata (calore in inverno e fresco in estate), basandosi sull’isolamento dell’edificio in cui è inserita. La scala del Sap va da un minimo di 1, per edifici con elevata inefficienza energetica, a un massimo di 120 per edifici con elevata efficienza. Oggi a Londra la maggior parte delle abitazioni si colloca nella fascia più bassa di questa scala e il 16% ha un Sap inferiore a 30. Obiettivo del sindaco è portare tutte le case di Londra a un Sap superiore a 30 entro il 2010.
La massimizzazione dell’efficienza energetica, naturalmente, riguarda anche il settore pubblico e commerciale (che registra consumi pari al 30% del totale). Qui il piano energetico del sindaco individua nella bioarchitettura la strada da seguire per ridurre i consumi: si parla di massimo sfruttamento della luce naturale, di pannelli solari per la produzione combinata di calore ed energia, di studiare l’esposizione degli edifici in fase di progettazione, in modo da poter sfruttare al meglio gli elementi naturali (luce, calore, ventilazione).
Quanto ai trasporti, infine, che contribuiscono per più del 20% al consumo totale di energia, il sindaco promette di impegnarsi ad incoraggiare un maggior uso di mezzi pubblici, di realizzare percorsi pedonali e ciclabili e di utilizzare combustibili alternativi a quelli fossili, a cominciare dall’idrogeno: «i maggiori produttori di automobili stanno sviluppando tecnologie che utilizzano questo combustibile a zero emissioni e le prime autovetture dovrebbero essere commercializzate dal 2005. E Londra è una delle 9 città che introdurrà già dall’anno prossimo, in via sperimentale, autobus a idrogeno».
2. Fonti rinnovabili. Secondo Livingstone, Londra può ragionevolmente prevedere di fornire entro il 2010 almeno il 14% dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili: soprattutto da energia solare (il piano prevede l’installazione di impianti fotovoltaici in almeno 10mila abitazioni e in 100 edifici commerciali e pubblici); da energia eolica, con l’installazione di aerogeneratori lungo le rive del Tamigi; dall’utilizzo di biomasse (Londra produce ogni anno oltre centomila tonnellate di legno dalle attività di manutenzione del verde e oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti organici) per la produzione di calore.
3. Fonti non rinnovabili. E se le fonti rinnovabili non dovessero bastare a soddisfare il fabbisogno energetico della città, il piano ammette il ricorso ai combustibili fossili, massimizzandone però l’efficienza con l’utilizzo delle più sofisticate tecnologie. Per esempio, attraverso la produzione combinata di calore ed energia (Chp): entro il 2010, si legge nel piano, il sindaco conta di raddoppiare la capacità di Chp della città.
Il piano che, come di consueto per i piani di Livingstone sarà sottoposto a consultazione pubblica fino al 22 aprile 2003, può essere scaricato nella sua versione integrale (circa 400 pagine) dal sito del Comune di Londra
Riconversione dell'industria bellica....
AGENZIA REGIONALE PER LA RICONVERSIONE DELL'INDUSTRIA BELLICA: SEMPRE
IN ATTESA
La maggior parte delle armi e dei sistemi d'arma italiani, dalle
pistole agli elicotteri ai cacciabombardieri, viene dalla Lombardia e,
nonostante il divieto della legge 185/90, viene venduta anche a paesi
che non rispettano i diritti umani fondamentali e in cui infuria la
guerra.
Nel 2005 l'Italia avrebbe autorizzato contratti per le armi verso il
Medio Oriente per circa 200 milioni di euro; tra il 2001 e il 2004
abbiamo venduto armi a Siria, Libano e Israele, tra cui anche armi
leggere, che oggi metteranno a repentaglio la vita dei soldati italiani
Noi non siamo d'accordo che il nostro territorio abbia questo triste
primato.
Come realtà impegnate nella campagna a sostegno della proposta di
legge di iniziativa popolare per il rilancio dell'Agenzia Regionale per
la riconversione dell'industria bellica osserviamo con interesse la
ripresa del dialogo, in Regione, intorno a questi temi.
Ricoridiamo che l'obiettivo della proposta di legge e' quello di
rendere possibile la progettazione di produzioni alternative a questo
lucroso mercato di morte, tenendo in particolare considerazione, in un
contesto che vede aumentare i fatturati delle aziende e
contemporaneamente la diminuzione dell'occupazione, la salvaguardia dei
lavoratori delle industrie impegnate in produzioni belliche.
Ricordiamo quindi che la proposta di legge per la riconversione attende
ancora di essere discussa e approvata, come chiedono i 15.000 cittadini
della Lombardia che hanno firmato per la presentazione della legge.
Ricordiamo inoltre che l'attuale Agenzia Regionale per la riconversione
dell'industria bellica attende ancora di essere convocata e
rifinanziata. Crediamo che in vista della votazione del bilancio
regionale sia questa una priorità da tenere presente.
Da parte nostra continueremo a non far mancare il nostro impegno, di
informazione e di stimolo, per la realizzazione di quello che riteniamo
un utile strumento per incamminarci sulla strada di un mondo migliore.
Comitato promotore:
Rete Regionale Disarmo, Pax Christi Nord Italia, Pax Christi Brescia,
Pax Christi Milano, Caritas Ambrosiana, Missionari Comboniani Venegono,
PeaceLink, Guerre & Pace, Vita, Coordinamento Pace Cinisello Balsamo,
Fiom-Cgil Lombardia ,Fim-Cisl Lombardia, Cgil Lombardia, Cisl
Lombardia, Cgil Camera del Lavoro di Brescia, SinCobas, Arci Lombardia,
Acli Lombardia, Acli prov. Varese, Legambiente Lombardia, Legambiente
prov. Varese, Coordinamento Pace Busto Arsizio, Circolo Primo Levi
Busto Arsizio, Rete Lilliput Varese, Varese Social Forum, Associazione
Nizzy Samarate, Circolo Acli Achille grandi Gallarate, Coordinamento
Pace e Solidarietà di Gallarate, Coordinamento Pace e Solidarietà di
Samarate, Circolo Legambiente di Cassano Magnago
Aldo Moro
Ricevo e pubblico una lettera di Maria Fidia Moro.
"Gentile Signor Grillo,
mi permetto di scriverle, anche senza conoscerla personalmente, per chiedere il suo aiuto. Sono Maria Fida, la figlia maggiore di Aldo Moro. Questo è il 29° anno dalla tragica morte di mio padre ed il potere non si è ancora stancato della cortina fumogena creata ad arte al fine di adombrare la verità storica del caso Moro oscillando tra due poli: la congiura del silenzio (un silenzio assordante) da una parte e la memoria negata dall’altra. Ma il peggio del peggio è quando si mettono in scena film e spettacoli teatrali quasi sempre basati su fonti parziali o discutibili. Una vera apoteosi dell’ingiustizia! Leggo con raccapriccio che, in aprile, dovrebbe uscire su Canale 5 una fiction in due puntate su Aldo Moro. Orripilante, ma non basta. Stando alle indiscrezioni la sceneggiatura -come nel film di Bellocchio– si baserebbe su testi della Braghetti e di altri Brigatisti e su conversazioni avute con Francesco Cossiga. Intollerabile ed assurdo
Questa non è libertà di pensiero e di espressione, ma un deliberato atto di violenza gratuita. Se è giuridicamente possibile farlo non significa che sia etico. Perché –mi chiedo io- persone che hanno cooperato, a vario titolo, al rapimento ed all’uccisione di mio padre dovrebbero avere competenza adeguata a tracciarne un profilo da affidare sic et simpliciter al giudizio dell’opinione pubblica che non sempre è in grado di valutarne la attendibilità storica? E perché al contrario devono essere sempre tenute alla larga tutte le persone che gli hanno vissuto accanto e che lo amavano? La risposta è semplice, perché se si dovesse descrivere il vero Moro l’assurdità della sua morte ingiusta risalterebbe nitida invece nella mistificazione delle ipotesi a tema essa svanisce senza quasi lasciare traccia. Proprio come nel caso Welby in nome di diritti sacrosanti si opera contro l’amore. Per papà non valeva il diritto alla vita, per Welby il diritto a lasciare dignitosamente il suo corpo mortale. Entrambi sono stati accusati di strumentalizzazione. Ma quale? Forse quella di dire e rivendicare la verità, tutta la verità e niente altro che la verità?! Papà, in nome di principi sanciti dalla Costituzione in favore dell’uomo, è stato sacrificato alla ragion di Stato (tranne che poi quando era troppo tardi tale riconoscimento è stato conclamato e reiterato mille volte).
Per il povero Welby si pretendeva che accettasse di finire soffocato sia pure in presenza della macchina dopo una interminabile agonia. Visto che la natura umana permette di conoscere veramente solo quello che si è sperimentato è evidente che sia nel caso Moro che nel caso Welby nessuno avesse davvero titolo per dettare giudizi. E sarebbe tanto bello se ci sforzassimo di diventare più amorevoli e misurassimo le cose con la ragione del cuore.
Mio padre se ne è andato ed è in salvo, proprio come Piergiorgio Welby, ma io esprimo ugualmente cordoglio e dolore lancinante per una fiction che trasformerà una tragedia greca in coriandoli di plastica. Non è giusto, non è giusto, non è giusto. Se non lo si vuole ricordare degnamente si faccia silenzio, un silenzio assoluto e compassionevole. Mi spiace ma io non riconosco ad Anna Laura Braghetti nessun titolo di merito (e lo dico io quella del perdono). Essere stata la carceriera di Moro non è una categoria di pensiero, né tantomeno un titolo accademico. Se era impietosita perché non lo ha lasciato andare o almeno non si è personalmente rifiutata di fargli da guardiana? In quanto all’emerito ex Presidente Senatore Francesco Cossiga, come già ho avuto occasione di scrivergli in privato, le lacrime non lavano il sangue innocente. Se come afferma spesso davvero provava affetto per Aldo Moro non lo ricordi attraverso una inutile fiction. Mi piacerebbe che cadesse un fulmine dal cielo e distruggesse tutte le copie della stessa o ancora meglio che gli italiani si opponessero, con forza e sdegno, a questa ulteriore ignominia. In migliaia mi hanno detto “ Avremmo voluto fare qualcosa per salvarlo “. Adesso possono difenderne la memoria e lasciarlo al ricordo di coloro che lo hanno amato e lo amano con tenerezza e struggimento. E possono altresì dare a noi, che abbiamo avuto la vita devastata dalla sua morte, un po’ di pace.
Deve essere vietato togliere ad un uomo buono ed innocente oltre la vita anche la dignità. Che sulla valle delle lacrime scenda il silenzio. Con gratitudine per quanto vorrà e potrà fare".
Maria Fida Moro
sulla situazione dello spazio pedonale antestante la scuola dell'infanzia sita in Via Barabino, 2
Alla Cortese Attenzione del Consiglio di Zona 4 e delle sue componenti
Interrogazione: sulla situazione dello spazio pedonale antestante la scuola dell'infanzia sita in Via Barabino, 2
Nella parte antistante l'edificio della scuola per l'infanzia di Via Barabino 2 a Milano è situata un'isola pedonale, comprendente panchine per sostare e alcuni alberi, funzionale, all'atto della sua costituzione, a dare agli alunni uno spazio di svago e di riposo, nonchè atta a eliminare il transito di autovetture nella parte posta difronte all'entrata del complesso edilizio. Da tempo permangono in questa area la presenza di alcune autovetture, disposte in due file a lisca di pesce, nonostante sia vietata la sosta di macchine nell'isola pedonale, come riportato da un cartello che esplicita il divieto. Si sono ripetute azioni di ripiantumazione di alberi e che potrebbero esporre le piante stesse a pericoli per la propria sopravvivenza, dato il trauma rilevante che si determina nei riguardi dei fusti arborei.
Con la presente si interroga la Commissione Territorio e Urbanistica della zona 4 a chiedere alla Vigilanza Urbana di intervenire affinchè si rispetti il divieto di permanenza delle autovetture, e di verificare le motivazioni per cui finora non hanno avuto conseguenza sul ripristino della funzione per cui è preposta l'area i diversi interventi e sopralluoghi.
Ulteriormente si prospetti di includere in un punto dell'ordine del giorno di una delle prossime riunioni di commissione la verifica del rispetto del divieto di sosta permanente in un contesto di monitoraggio complessivo delle aree pedonali esistenti nella circoscrizione.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano