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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 19 Febbraio, 2007 - 16:03

vivere slowly!

Oggi l'arte del vivere con lentezza. Non è il titolo di un saggio di Shopenauer, che si aggiunge al mitico "L'arte di avere sempre ragione". E' un'iniziativa che viene promossa dall'associazione "Vivere con lentezza", che vedrà ben 55 centri italiani, tra cui Milano, impegnate a valorizzare il gusto di godersi il tempo, la vita, ma non nell'ozio puro, nella nedia, nell'abbandono dei sensi, nell'apatia, ma nel senso positivo di valorizzare la propria esistenza, ponderare il proprio tempo, approfondire le notizie, le informazioni, i legami reali, quelli sentimentali, quelli umani, quelli sociali, dare spazio alle proprie inclinazioni, alle proprie passioni, coltivare i propri interessi, culturali, civici, artistici, inellettuali. L'Ozio è padre dei vizi? Se diventa fine a sè stesso, ma se diventa sinonimo di conoscenza del proprio essere, della propria personalità in relazione alla propria comunità, ai rapporti sociali, collettivi: prendersi del tempo, rivendicarne la sua natura e la sua funzione, ossia quello di essere strumento nostro per conoscere, informarsi, pensare, parlare, dialogare, leggere, vedere, guardare, contemplare. L'alienazione è derivata da una routine ossessiva e troppo velocizzata, dove tutto scorre, come la teoria del pantharei, dove tutto passa davanti ai nostri occhi totalmente distratti a perseguire un obiettivo sempre più lontano, sempre più irraggiungibile, sempre più incomprensibile: la meta fugge, bisogna rincorrerla, bisogna raggiungerla, perchè, altrimenti, si rischia di perdere qualcosa. Ma che cosa si perda non si capisce bene: forse il denaro, il profitto. Diversi economisti considerano che l'economia di oggi si regge sull'acquisizione di informazioni, notizie, sempre più aggiornate, sulla ricerca ossessiva e ossessionante delle nuove, per cercare di anticipare i tempi, di anticipare gli altri, di prefigurare i tempi, l'evoluzione dei tempi. Non è , questa, forse, una pratica fuori dalla natura, innaturale per l'appunto? Anticipare i tempi per predisporre, per preoccuparsi anzichè occuparsi, per anticipare anzichè attendere e prepararsi ad affrontare il tutto con maggiore ponderazione e responsabilità, ma anche capacità di divenire flessibili ai cosidetti "imprevisti". Arte di vivere slowly. Take it easy: prendere il tutto con più filosofia, la filosofia del sapere vivere, del sapersi gustare la vita, la propria esistenza, la propria personalità: incominciare ad ascoltare e ad ascoltarsi, a conoscere e a conoscersi. Forse così si può anche comprendere la realtà che ci circonda, valorizzare i momenti come opportunità di interpretare l'ambiente, di percepire i segnali che l'arte e la cultura che vive il nostro territorio ci danno e ci forniscono. Carpe diem: cogliere l'attimo fuggente, che scivola come acqua su una superficie impermeabile della nostra qutodianeità frenetica e velocizzata, perchè viviamo tutto in funzione di qualcosa, di scadenze, perdendoci e perdendo le occasioni che la natura, l'ambiente, la collettività, la comunità, il tempo, la vita ci offrono ogni minuto. Si vive per lavorare, si vive per corere a casa, si vive per mangiare, poi si vive per andare in vacanza, per ritornare al lavoro, per pagare le bollette, per correre dietro al cliente, per telefonare al proprio utente, per relazionare al proprio datore di lavoro. E poi, ancora, il ciclo stancamente si ripercuote, si ripropone, come una corrente continua e alternata intramontabile, stressante, imperscrutabile. Occorre fermare questo flusso frenetico e alienante per comonicare a conoscere la vita, a riappropriarsi degli spazi, a riprendere le relazioni reali, quelle sincere, i veri sentimenti, le reali passioni, i forti interessi, ascoltare le nostre virtù e le nostre risorse psicologiche, culturali e intellettive interne. Il 19 febbraio, oggi, è la giornata mondiale dell'arte di vivere con lentezza. E' un'arte, certamente, bisogna saperla adattare, saperla interpretare, saperla esprimere nel miglior modo possibile. A Milano alcuni volontari dell'associazione Vivere con lentezza saranno postati in Corso Vittorio Emanuele e daranno le multe, di pura testimonianza, a chi eccede il limite di frenesia e di velocità, chiedendo poi se questa velocità era funzionale realemnte a qualcosa, consapevole. A Torino gli Amici di Beppe Grillo, invece, organizzeranno delle lunghe passeggiate immerse nella natura della città, nel territorio, nell'ambiente, leggendo passi di libri e romanzi, poesie, fermandosi a parlare e a riflettere, a scrutare le forme artistiche, a svilupparle, a esprimerle. Poi anche a Roma, Napoli, Bologna, ma anche all'estero: è una giornata internazionale, per l'appunto. Vivere con lentezza contro ogni fattore che ci induce a vivere con stress perchè velocizzati da tempi inesistenti, da scadenze non condivisibili e non consapevoli, non conosciute, aleatorie, ma imperative, imponenti degli stili di esistenza frustrati e alienati. La Rete internazionale delle città del buon vivere è una rete che unisce diverse città dove ancora è possibile praticare meotodologie e comportamenti sostenibili e umanamente compatibili.
Questa pratica non deve diventare saltuaria, singola, solitaria, unica. Deve estendersi, riappropriandoci di noi stessi, del nostro tempo, vivendo il territorio e la propria dimensione, collettiva e soggettiva. Dall'arte del vivere con lentezza al diritto di vivere con consapevolezza, senza essere strumentalizzati e strumentali al raggiungimento di fini a noi estranei e sconosciuti, interni a un ingranaggio, come la ruota infernale che imbriglia il povero operaio Charlie Chaplin nel mitico film "Tempi moderni". La modernizzazione, appunto contro la tradizione naturale del vivere ascoltando e ascoltandoci.

Alessandro Rizzo

Lunedì, 19 Febbraio, 2007 - 15:21

Giornata della lentezza

13 02 2007
Il 19 febbraio 2007 Giornata della lentezza

“La giornata è dedicata a quanti hanno la prepotente sensazione che il mondo giri troppo in fretta per rimanervi in equilibrio; un equilibrio che diventa sempre più precario per chi vive e lavora nelle nostre città, assecondando tempi tiranni con sforzi disumani”, dichiara Bruno Contigiani, presidente dell’Associazione L’Arte del Vivere con Lentezza (www.vivereconlentezza.it). “Non è necessario fermare il mondo e cercare di scendere: rallentare e riappropriarci del nostro tempo è possibile partendo da gesti anche piccolissimi del quotidiano, cosa che proponiamo di iniziare a fare dal prossimo 19 febbraio alle persone che riconoscono nell’affanno la regola delle proprie giornate”.

19 FEBBRAIO: GIORNATA MONDIALE DELLA LENTEZZA
Lenti festeggiamenti in tutta Italia il 19 febbraio!
Per aggiornamenti in tempo reale consultare il sito www.vivereconlentezza.it.
Milano, 16 febbraio 2007 – La “Giornata mondiale della Lentezza”, promossa dall’Associazione L’Arte del Vivere con Lentezza per il 19 febbraio 2007, sta raccogliendo sempre più adesioni spontanee da persone e organizzazioni di tutte Italia, ciascuna unica e bellissima, magicamente lenta. Alle singole iniziative di Milano (dove continuano ad aumentare), Casciano Terme, Castel San Pietro Terme, Corbetta, Modena, Napoli, Roma e Teramo si aggiungono quelle “allargate” e distribuite su tutta Italia delle 55 Città Slow e dell’Associazione Manager Zen e dalla Germania arriva il messaggio di Lothar Seiwert, autore di “La strategia dell’orso”.
Le Cittaslow
In Italia, sono 55 le città parte del movimento internazionale delle “piccole città del buon vivere” collegate a Slow Food; tutte hanno aderito alla Giornata Mondiale della Lentezza, proponendo passeggiate e incontri lenti nelle loro piazze, nei corsi, nelle biblioteche e nelle enoteche.
Manager Zen
Un gesto naturale quello dell’adesione dell’Associazione Manager Zen (www.managerzen.it) alla Giornata del 19 febbraio, cui si stanno avvicinando con entusiasmo sempre più persone fra i suoi iscritti.
Lothar Seiwert
La Giornata Mondiale della Lentezza approda, lentamente, anche in Germania, dove sorgono iniziative sollecitate dal messaggio di Lothar Seiwert, autore del libro La strategia dell’orso: La forza è nella calma (Die Bären-Strategie: In der Ruhe liegt die Kraft – Ed. TEA, Milano 2006 – ISBN 88-502-1026-4 www.tealibri.it o www.baeren-strategie.de).
Gli appuntamenti
Le iniziative venute spontaneamente alla luce sono davvero tante; qui di seguito gli appuntamenti confermati (in ordine alfabetico di città):
A Casciano Terme (Pi)
  • i piccoli asinelli Gioconda, Gaia, Libero e Allegra, saranno gli inusuali compagni di viaggio per una camminata lenta con meta il bellissimo borgo medioevale di Lari. La partenza è alle ore 10,00 dall’Agriturismo Le Valli (www.agriturismolevalli.it - Località Le Valli, Collemontanino). Per informazioni e prenotazioni contattare l’Associazione “Orecchie Lunghe e Passi Lenti”, Luisella Trameri al numero 338.7298600, oppure via e-mail all’indirizzo biasba@libero.it.
A Castel San Pietro Terme (Bo)
  • Il giorno successivo all’atteso “Carnevale Slow” del 18 febbraio, la Cittaslow di Castel San Pietro Terme (www.comune.castelsanpietroterme.bo.it) si fa capofila nel territorio bolognese ed imolese della Giornata della Lentezza, invitando i cittadino a usare i mezzi pubblici o la bicicletta al posto dell’auto, a camminare un po’ più del solito e iniziare, così, ad “allenarsi” per la Festa di primavera delle 54 Cittaslow italiane che si terrà nel Comune emiliano i prossimi 17 e 18 marzo.
A Corbetta (Mi)
  • al bar Pane e Cioccolata, in piazza Corbas, alle h. 18,00 lettura lenta organizzata da Nucci Rota.
A Cuneo
La Compagnia del Buon Cammino e il Comune di Cuneo organizzano un momento di lettura seguito da una breve passeggiata nel parco fluviale. L’Appuntamento è alle ore 17,15 presso la Biblioteca dei Ragazzi, in Via Cacciatori delle Alpi n.4.
A Ferrara
  • Il gruppo Ferrara-NordKapp organizza una gara ciclistica, di lentezza: …vince chi arriva ultimo! Consultare il sito www.ferraranordkapp.it per tutte le informazioni e la filosofia che ne è alla base.
A Follonica
  • Va-Lentino, Va-Lontano, Va-Pensiero: i nonni leggono a tutti i bambini dai 2 ai 60 anni le loro fiabe.
A Firenze
  • Andrea Pelù e Marco Vichi invitano i fiorentini dalle h.17,00 del pomeriggio a gustare, lentamente, un tè al latte presso il “Colle Bereto” di piazza Strozzi.
A Guspini (Ca)
  • Poesie a domicilio, a casa e nei supermercati, lette dai giovani della Banca del Tempo. Al pomeriggio, i bambini terranno in alcune strade del paese l’Asta dell’immaginario: sogni, idee, ricordi offerti a chiunque si fermerà un momento da loro.
A Heidelberg
  • In tanti, privatamente o in piccoli gruppi, nelle case e nei caffè, dedicheranno qualche momento della giornata alla lettura lenta di “La strategia dell’Orso” di Lothar Seiwert.
A Milano
  • in Corso Vittorio Emanuele, alle h.11,30 e poi per tutto il pomeriggio, scatteranno i Passovelox per calcolare la frenesia dei milanesi che saranno simbolicamente multati e invitati a consapevolizzare la loro urgenza e, quindi, a rallentare un po’ per abbracciare un minuto di calma; 
  • i CITYWALKERS invitano i milanesi, ma non solo, a percorrere a piedi la città. L'iniziativa è lanciata da Ludovica Amat, con l’obiettivo di raccogliere testimonianze utili a realizzare una grande manifestazione la prossima estate dedicata al tema del viaggio a piedi, progetto oggi allo studio di Amat Comunicazione.
  • al Teatro Zazie, alle h.21,00 la compagnia teatrale Scimmie Nude organizza letture lente tratte da “La Strategia dell’Orso” di Lothar Seiwert, accompagnate da musica dal vivo… naturalmente lenta.
  • Alla Bodeguita del Pilar, in via Malipiero n.10, si potrà gustare una Cena Lenta, a base di prelibatezze eno-gastronimiche che richiedono il giusto tempo per la loro preparazione e degustazione. Per informazioni Infoline 02.58019499 – www.bodeguitadelpilar.it.
A Modena
  • L’associazione taoista Tienli (www.tienli.it) invita i concittadini a “camminare adagio tutti insieme con il taijiquan”. L’appuntamento è alle ore 12,00 sotto i portici di Piazza Grande. Per maggiori informazioni 335.6767406 - http://tienli.blogspot.com.
A Napoli
  • Su iniziativa di Alberto D’Angelo e Lina Marigliano de Il Filo di Partenope Editori Artigiani (www.ilfilodipartenope.it), nasce “Raccontiamo a occhi chiusi”, esperienza di armonia, che si terrà alle 17,30 presso Il Pavone Nero Libreria Caffè, in via Luca Giordano n.10/a. L’incontro è condotto dall’architetto-poeta Riccardo Dalisi. Per informazioni e prenotazioni www.ilpavonenero.it – 081.5562542.
A Pavia
  • Invito del Club Vogatori Pavesi, in Borgo Basso, a provare il Barcé dalle ore 17 alle ore 18: per muoversi sul fiume come una volta, lentamente…
A Roma
  • Paolo Sottocorona, il noto metereologo de La7 ha risposto all’appello ai “Cercatori di nuvole” romani. Sarà con coloro che amano avere lo sguardo rivolto verso l’altro per catturare con la macchina fotografica uno scorcio della città spesso ignorato per la fretta: il meraviglioso cielo capitolino, e fare quattro chiacchiere tra le nuvole L’appuntamento è al Pincio, dalle 12,30 alle 16,30, per gustare le ore centrali e più luminose della giornata, con la nota Piazza del Popolo ai piedi e, sulla testa, le imprevedibili nuvole del cielo di Roma.
  • Florilegio Ars Factory (www.florilegio.net) organizza la “Maratona Lenta”: dalle ore 19,00, da Piazza Trilussa a Piazza Santa Maria in Trastevere, 300 metri in un’ora e mezza per un record di anti-velocità in omaggio ai particolari e al particolare.
  • La redazione della casa editrice Voland (www.voland.it), in Via del Boschetto n.129, a partire dalle 17,30 organizza un aperitivo letterario, per sorseggiare un bicchiere di vino, sfogliare e scegliere libri accompagnati dalla musica e dalla lettura di brani scelti per l’occasione.
  • Spazi dell’Anima (www.spazidellanima.it) raccoglie racconti e testimonianze personali sulle esperienze questa "giornata leeeeentaaaaaaa"; i testi possono essere inviati a lentezza@spazidellanima.it.
A Teramo
  • SlowFIT apre le porte del suo fitness club dalle 8,30 alle 22,00 con lezioni gratuite di pilates, yoga, meditazione e free sessions di personal training. In particolare, a Tortoreto Lido alle ore 20,00 ci sarà una lezione speciale con Fausto Di Giulio, ideatore della formula.
Per conoscere l’elenco dei fitness club italiani che aderiranno all’iniziativa anche in altre città, consultare il sito www.slowfit.com, aggiornato in tempo reale.
A Torino
  • Il meetup Amici di Bebbe Grillo a Torino (http://beppegrillo.meetup.com/13/) organizza i seguenti incontri:
    • h.13,45: ritrovo in Piazza Palazzo di Città all'ingresso del Municipio per assistere al Consiglio Comunale. Serve un documento d'idendità per la registrazione.
    • h.15.40: ritrovo in Piazza Palazzo di Città fuori dal Municipio e passeggiata fino a Grom (http://www.grom.it/pages/filosofia.htm).
    • h.17.30 ritrovo in Via Bogino 9 davanti al circolo dei lettori ( http://www.circololettori.it/). Una volta entrati sarà possibile partecipare all'incontro della serata oppure prendersi il tempo di leggere!
A Rimini
A Viareggio
  • Coquelìcot Teatro organizza un aperitivo poetico musicale, "IL VOLO DEL GRANDE COLIBRì",  con Giacomo Fabbri e Laerte Neri - Drammaturgia di Laerte Neri. L’appuntamento è dalle ore 18.00 in poi al "IL KIOSKO" art-cafè, Viale dei Tigli, Pineta di Levante, Viareggio. Per informazioni: 338/9234535 o coquelicoteatro@tiscali.it
e lentamente sono arrivati anche gli sponsor
  • La Pasta Rummo Lenta lavorazione (www.pastarummo.it) sostiene la “Giornata mondiale della lentezza”. La lentezza è infatti parte integrante del codice genetico di questa pasta di altissima qualità, perché per fare le cose buone ci vuole tempo!
  • Lexmark (www.lexmark.it), è Partner Tecnico della Giornata Mondiale della Lentezza.
…l’appuntamento, quindi, è per lunedì 19 febbraio, per festeggiare insieme il giorno si san Va-Lentino… lentamente!
Per ulteriori informazioni:
Giornata Mondiale della Lentezza
Contatti Utili
  • Ufficio Stampa
Mariangela Fusco – Tel. +39 328 9724635
  • Ufficio Stampa Citywalkers
Amat Comunicazione
  • Associazione L’Arte del Vivere con Lentezza
  • Ufficio Stampa Scimmie Nude
Francesca Audisio – Tel. 333-5223569
  • Ufficio Stampa Bodeguita del Pilar
Michele Novaga – Tel. 333.4959056
  • Ufficio Stampa Manager Zen
Annalisa Fassetta – Tel. 338.3576143
Lunedì, 19 Febbraio, 2007 - 12:50

Jan Tamas Presidente Partito Umanista ceco

 

Sabato 17 febbraio 2007 il Partito Umanista ha partecipato alla manifestazione di Vicenza contro la base USA.
Jan Tamas, presidente del Partito Umanista ceco e portavoce del coordinamento contro le basi USA in Repubblica Ceca ha parlato sul palco della manifestazione.

http://www.pumilano.it/images/Intervento_a_Vicenza_17-02-07/index.html
Di seguito potete leggere il testo del suo discorso.

Ahoj!   Ciao!
Cari amici,

vi ringrazio dell’invito e dell’ospitalità. Vi ringrazio della possibilità di informarvi su cosa accade nel non tanto lontano Est europeo. Vi ringrazio anche di riuscire a capire il mio italiano.
Oggi mi ritrovo qui come rappresentante dell'iniziativa Ne základnám, No alle Basi, che opera in Repubblica ceca contro la creazione di una nuova base militare americana. Credevamo che il vecchio sogno di Reagan dello scudo stellare fosse solo un triste ricordo ed invece é un progetto quanto mai attuale. Dal duemiladue gli Stati Uniti hanno preso contatto con i governi dell´Ungheria, della Repubblica Ceca e della Polonia per la realizzazione di nuove basi. Gli accordi si sono svolti in segreto con il governo di sinistra e solo nell´agosto duemilasei, grazie alla nostra iniziativa, la notizia é divenuta di dominio pubblico.
A questo movimento, che è stato promosso dal Partito umanista, da Solidarietà socialista e da Cerchio socialista, partècipano oggi quasi 50 organizzazioni.
La nostra protesta è stata fortissima, con manifestazioni continue, conferenze e attività sostenute. La popolazione è stata dalla nostra parte, soprattutto perchè si è sentita tradita e manipolata dal governo. Sembra che questa forte opposizione abbia portato gli americani a sospendere i loro tentativi per qualche mese. Poi hanno cercato di usare i mass media per manipolare l’opinione pubblica denigrando i membri del movimento. Quindi hanno cambiato strategia: hanno diviso la base militare in due parti: in Repubblica Ceca la base radar e in Polonia quella missilistica per distruggere i razzi in arrivo. Questo è il loro progetto al momento attuale. Il governo ora è di destra e la politica delle menzogne e del tradimento ovviamente è diventata molto piu’ aggressiva.
Lo slogan piu’ gridato nelle nostre manifestazioni è: “už nikdy o nás bez nás”, „mai piu’ si deciderà su di noi senza di noi”! E questa mi sembra la stessa cosa che sta capitando qui a voi. Ormai la politica degli Stati è nelle mani di un gruppo di irresponsabili, che credono di poter decidere sulla vita della gente senza ascoltarla. Credono di poter calpestare la volontà della gente. Loro non hanno piu’ idee o posizioni. Dicono solo quello che credono sia meglio dire per avere piu’ voti.
E’ simpatico vedere in Repubblica ceca come i Verdi, che sono al governo con la destra, scìvolano sulle parole per non dire chiaramente qual’è la loro posizione! Ed è sempre molto simpatico vedere i socialisti che cambiano opinione giorno dopo giorno. Ma mi sembra che qualcosa di simile accada anche qui da voi... Forse si tratta di una malattia molto contagiosa...
Questo gruppo di irresponsabili non rappresenta per niente la volontà del popolo. Sono solo dei funzionari dei grandi interessi economici, sono solo delle marionette in mano agli americani.
Cari amici, la nostra lotta anche se si svolge in paesi diversi, anche se parliamo lingue diverse, è la stessa: la lotta per una Democrazia reale. La gente, i popoli devono riprendere il potere che gli è stato tolto!
Sicuramente in una situazione internazionale che vede
  • la ripresa della corsa agli armamenti nucleari
  • l’instabilità politica in Medio Oriente
  • la Francia e gli USA che dichiarano che potrebbero usare la bomba nucleare per primi contro il terrorismo,
installare queste basi nell´Est è buttare benzina sul fuoco. Il presidente russo Putin ha già dichiarato che realizzare questo progetto è come un atto di guerra e che sicuramente i russi costruiranno nuove armi nucleari contro lo scudo americano.
La domanda a questo punto è: al di la delle dichiarazioni ufficiali, a cosa mira veramente la politica americana? Non possiamo credere che tutto questo sia per contrastare la bombetta nucleare della Corea del Nord o dell´Iran o, come dicono a Praga, per proteggere l´Europa! Si osserva chiaramente una tendenza al controllo delle risorse a tutti i costi, una grave tendenza distruttiva. L’Europa non può sottomettersi ad una politica che sta portando tutti verso la catastrofe nucleare.
Osservate come gli Stati Uniti, per indebolire e disarticolare l’Europa, intervengono ed influiscono nelle politiche dei suoi membri piu’ deboli: quelli dell’Est europeo. Cosi come in passato hanno fatto con l’intervento militare nella ex Jugoslavia!
Cari amici, la nostra lotta è radicata sul territorio, si svolge nelle città dove vogliono costruire le basi militari. Abbiamo bisogno però di una visione ampia che inquadri la nostra azione e ci faccia sentire uniti e solidali con altri.
Sono qui come portavoce della iniziativa Ne zakladnam della Repubblica ceca, e come umanista voglio aggiungere che è necessario cominciare un’attività comune in tutta Europa.
E’ urgente cominciare un disarmo nucleare globale con la supervisione dell´ONU.
Pretendiamo che gli Stati Uniti ritìrino le 500 bombe nucleari custodite nelle loro basi in Europa.
Non vogliamo piu’ nessuna nuova base militare USA in Europa.
Non lasciamoci dividere e confondere, troviamo quello che ci unisce e non quello che ci differenzia, abbiamo bisogno di tutte le nostre energie perchè la lotta sarà molto dura...
Amici, la manifestazione di oggi è solo l’inizio di una grande ribellione, di un grande movimento potente e non-violento che si estenderà a tutta l’Europa.
Grazie e ahoj

Lunedì, 19 Febbraio, 2007 - 09:49

Acqua...

 
FERMARE LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
 

A gennaio di quest'anno è iniziata nelle piazze delle città italiane la raccolta firme sulla legge d’iniziativa popolare con la quale si vuole riportare l’acqua sotto il controllo pubblico, sia per quanto riguarda la proprietà che la gestione ed erogazione dei servizi idrici. I tavolini di raccolta firme stanno incontrando grande interesse e disponibilità da parte dei cittadini, e in poco più di un mese sono già state raccolte le 50 000 firme che servono per portare la proposta in Parlamento. L'obiettivo resta comunque quello di raccogliere ben 500 000 firme entro luglio.
 
Più di 100 associazioni e comitati hanno promosso e aderito alla campagna, tra cui il Partito Umanista e gli Umanisti per l'Ambiente, i Cobas, l'ARCI, la CGIL, l'intero movimento di Porto Alegre, i partiti della sinistra radicale, ma anche vescovi e parroci,  personalità della cultura e dello spettacolo che hanno inviato  messaggi di sostegno.
 
La proposta di legge vuole innanzitutto inserire nella legislazione italiana il principio che l'acqua dev'essere un bene comune, un bene pubblico, non una merce che si può privatizzare e vendere, sulla quale si può speculare e fare profitti.
 
In passato l'acqua veniva gestita dai Comuni stessi o da aziende municipalizzate, ma da alcuni anni è partita un'offensiva da parte di aziende e speculatori per accaparrarsi i diritti su di essa. C'è chi la considera il "petrolio blu" del futuro, da sottomettere ai meccanismi del libero mercato e da quotare in borsa. Da proprietà e diritto di tutti l’acqua diventerebbe così una merce alla quale si potrà accede solo pagandola salata.
 
Nelle ultime settimane è arrivato da parte di alcune componenti del governo il segnale di voler tenere l'acqua fuori dalle privatizzazioni dei servizi già avviate, ma evidentemente c'è nel centrosinistra chi vuole procedere alla svendita anche dei servizi idrici, nonostante i proclami fatti dall'Unione nel suo programma elettorale. Bisogna quindi stare attenti e non abbassare la guardia, anche per evitare che si accelerino furbescamente le privatizzazioni prima di arrivare a una moratoria. Chi spinge in Lombardia verso l'inserimento dell'acqua in una società "multiutility" da quotare in borsa è soprattutto il presidente Formigoni, ma anche buona parte della destra, con il silenzio-assenso del presidente della provincia di Milano, Penati, e di gran parte del centrosinistra. Gli acquedotti, affidati  per ora alla Metropolitana Milanese SpA, verrebbero fatti confluire nell'AEM per procedere poi a una megafusione con la ASM di Brescia. Arrivati a tale punto esisterebbe il reale rischio che una società multinazionale, anche straniera, cerchi di impossessarsi del "tesorino".
 
L'argomentazione che, essendo un bene scarso, l'acqua verrebbe gestita meglio da privati per evitare sprechi, è falsa. Gli acquedotti sono oggi in buone condizioni, l'acqua è di ottima qualità, l'accesso garantito a tutti, il costo basso. L'obiettivo principale delle società private è il profitto (a spese dei cittadini) e non la qualità del servizio.
 
La questione è gravissima e non riguarda solo l'Italia. Al  vertice di Nairobi e alla FAO si è parlato di siccità, desertificazione e carenza idrica in Europa, negli USA e in Cina, di 200 milioni di profughi idrici, di 800 milioni di contadini poveri cacciati dalle loro terre entro il 2050 e di modelli agricoli ormai in crisi per l'eccessiva dipendenza dall'acqua. In un rapporto sullo sviluppo umano dell’ONU dal titolo significativo "Povertà e Crisi Mondiale dell’Acqua" si legge che 4.900 bambini al giorno muoiono di diarrea per mancanza di acqua potabile e servizi sanitari.
 
Per quanto riguarda la situazione italiana, è urgente fermare la privatizzazione finché è ancora possibile. Una volta privatizzata l’acqua, sarà difficile tornare indietro. I cittadini, i politici e le istituzioni non si stanno rendendo conto di quello che è in gioco. Questa ignoranza è dovuta in parte al silenzio imposto dai mass-media, che hanno la consegna di tacere sulla questione.
 
Scendendo in piazza, pacificamente, a raccogliere le firme dobbiamo quindi anche informare, informare, informare, affinché si crei un'ampia protesta in tutto il paese che riesca a bloccare l'avanzata dei privati.
 
L'acqua deve restare un bene pubblico. Non può diventare una merce.
 
 
Thomas Schmid - 13.02.07

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 16:50

«Sotto il Vesuvio, il nucleare»

www.ilmanifesto.it

La Campania succursale degli Usa. Gli impianti militari, i costi e i pericoli in un dossier della Rete Lilliput. Zanotelli: anche per questo oggi in piazza
Francesca Pilla
Napoli
Napoli come Vicenza e Napoli è con Vicenza. Un allarme lanciato da padre Alex Zanotelli e dagli attivisti della Rete Lilliput per spiegare, con un libretto autoprodotto, alla cittadinanza quello che tutti sanno, ma che in pochi hanno il coraggio di denunciare: la città di Napoli è il quartier generale di tutte le operazioni militari Usa via mare in Europa, Asia, Africa. Da qui controlla 89 paesi, da Capo Nord a Capo di Buona Speranza e a est fino al Mar Nero. «Vicenza ha finalmente rotto il cliché leghista del nordest - dice Zanotelli - con il suo rifiuto coraggioso all'ampliamento della base militare, ma Napoli, dopo lo smantellamento della Maddalena, è già il comando supremo navale degli Stati Uniti e nessuno ha il coraggio di fiatare». Per questo oggi a Vicenza il padre comboniano sfilerà con le centinaia di pacifisti in trasferta dalla Campania con una t-shirt «Napoli come Vicenza». Per questo si è impegnato in prima persona, con l'aiuto di associazioni, studenti e del comitato civico Smilitarizziamo la Campania, a presentare un fascicoletto che scotta.
Cinquantacinque pagine dove sono elencate le basi, i costi e i pericoli delle installazioni militari Nato e Usa in Campania: Ischia e Licola (antenne di telecomunicazioni, Usa), Lago Patria (Comando Statcom), Capodichino (base Us Navy - Comando Us naval forces Europe), Camaldoli (due radio della marina Usa), Bagnoli (Comando Nrf), Nisida (Allied marittime component command Naples), Agnano (Us naval support activity), Carinaro (base Nato di Caserta), Grazzanise (aeronautica Usa) Mondragone (centro di comando Usa e Nato, nonché sotterraneo antiatomico dove sarebbero spostati i comandi in caso di guerra), Montevergine (stazioni di comunicazione Usa nell'avellinese).
Un capitolo a sé riguarda le servitù militari del porto civile di Napoli, da cui passano tutte le navi impiegate nelle operazioni militari, sottomarini nucleari, portaerei, natanti da guerra. Proprio da questo Golfo lo scorso ottobre è partita la Eisenhower, una delle portaerei più grandi della marina statunitense che attualmente, nel Golfo Persico, avrebbe il compito di puntare sull'Iran. Ma a destare maggiori preoccupazioni sono i sommergibili che sostano periodicamente nel porto, possono misurare 110 metri, pesare 7 mila tonnellate e sono dotati di reattori nucleari simili a quelli delle centrali, solo che non hanno a disposizione le pesanti schermature di cemento e calcestruzzo e non sono dotate delle stesse misure di sicurezza di quest'ultime. Ultimo incidente in ordine di tempo quello nella base della Maddalena, venuto alla luce grazie alle rilevazioni di un istituto indipendente corso e a un'inchiesta del manifesto. «Nei porti civili Usa - continua la Romano - secondo una legge del 2001 non possono attraccare, da noi vanno e vengono come voglio. Cosa succederebbe in caso di esplosione?». Secondo una legge del 1995, adeguata alle norme comunitarie, per la città dovrebbe essere già pronto un Ppe (piano di emergenza ed evacuazione), ma i prefetti che si sono succeduti negli anni non hanno mai voluto fornire i termini e i documenti relativi. «La "gestione" del porto - spiega Sandro Fucito, consigliere comunale del Prc - è sottoposta agli accordi bilaterali del '54, in parte ancora secretati e in cui ritengo siano previsti anche i transiti nucleari. In realtà io temo che un piano di emergenza non esista, anche perché sarebbe impossibile evacuare una metropoli come Napoli in breve tempo così come richiederebbe un incidente nucleare. Non sappiamo, inoltre, nulla della giurisdizione statunitense sul sottosuolo». E Angelica Romano aggiunge: «L'eruzione del Vesuvio sarebbe un petardo in confronto a un'esplosione nucleare nel porto. E' assurdo per un paese che ha rifiutato con un referendum le centrali». Martedì
Giuseppe De Cristofaro, deputato del Prc, presenterà in parlamento un'interrogazione urgente al ministro della difesa e a quello dell'interno.
Un ampio capitolo del libretto «Allarme Napoli» è, infatti, dedicato all'industria della guerra: in Campania ci sono 18 fabbriche che producono materiale bellico. Tra queste, oltre alle più note Alenia Aeronautica (che progetta e realizza, da sola o in collaborazione l'Eurofighter/Typhoon, l'Amx, il Tornado e lo Sky-X primo velivolo senza pilota) e l'Agusta Westland (elicotteri militari) a Bacoli c'è la Mbda, definita da Le Monde il primo fabbricante al mondo di missili. «In Campania siamo talmente competenti nel produrre armi - spiega ancora Angelica Romano - che abbiamo una collaborazione diretta tra l'Università Federico II e la Dema, impegnata nella progettazione e nella ricerca bellica. I migliori ingegneri sono selezionati e offerti direttamente dai professori all'impresa. Nel 2005 le esportazioni di armi in Italia sono aumentate del 72% e il nostro primo cliente è Israele». «Domani (oggi, ndr) a Vicenza andremo per dire no anche a tutto questo», conclude Zanotelli, «gireremo per la città molto spontaneamente e in maniera tranquilla». E i lillipuziani precisano: «Non siamo antiamericani, ma siamo contro la politica di guerra del governo Usa».

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 16:49

Live Earth, un concerto per salvare il pianeta

www.ilmanifesto.it
Il sette luglio saliranno sui palchi di mezzo mondo alcune tra le maggiori popstar internazionali. Dai Red Hot Chili Peppers a Snoop Doog e Black Eyed Peas


Francesco Adinolfi


Era nell'aria, tanto per restare in tema, e alla fine la conferma è arrivata. A luglio si terrà una serie di concerti - denominati Live Earth - per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione ambientale in generale e del surriscaldamento del pianeta in particolare. Lo fa sapere la pattuglia ambientalista guidata da Al Gore, ex vicepresidente Usa, particolarmente attivo sul versante clima. All'evento - che prevede concerti il sette luglio in sette stati - parteciperanno nomi come Red Hot Chili Peppers, Black Eyed Peas, Bon Jovi, Snoop Dogg, Faith Hill e molti altri da annunciare. Si suonerà in Cina, Australia, Sudafrica, Gran Bretagna, Brasile, Giappone e Stati Uniti. Ci sarà anche una performance in Antartide.
La campagna - la Save Our Selves (Sos) - punta a raggiungere un'audience globale di 2 miliardi di persone attraverso concerti, interventi radiotelevisivi e trasmissioni via web. Insomma un altro «aid» in arrivo di cui Gore si è fatto catalizzatore.
«Dobbiamo pensare in termini di gradissimi ascolti, è l'unica possibilità per far capire di quale crisi stiamo parlando - ha dichiarato l'ex vice presidente -. La campagna Sos e i concerti Live Earth avvieranno su scala globale un processo crescente di informazione per indurre all'azione. La questione climatica potrà essere risolta solo con un movimento di sensibilizzazione globale senza precedenti».
Il coinvolgimento di Gore è ormai a 360 gradi: il racconto del suo attivismo è stato affidato a un film come Una scomoda verità. Il documentario ambientalista che ha legittimato l'impegno dell'ex vice presidente, è stato nominato agli Oscar nella categoria «best documentary», mentre il tema musicale della pellicola I Need to Wake up di Melissa Etheridge è in corsa per la statuetta della «best song». Ma soprattutto il film ha indotto a riflettere sulla rotta di collisione tra iperconsumo energetico/ipersviluppo capitalista e stato del pianeta.
Allo stesso tempo Una scomoda verità è servito a riaccendere accorati dibattiti in ambito scientifico sulla correlazione tra emissione umana di CO2 e cambiamenti climatici.
Gli eventi di luglio saranno organizzati dagli stessi promoter del Live8 e dunque l'impatto a livello internazionale sarà enorme. Kevin Wall - produttore esecutivo del Live 8 - fa sapere che ogni show durerà dalle quattro alle otto ore e a momenti prestabiliti, durante l'intera giornata, due e o tre concerti verranno trasmessi in simultanea.
Saranno presenti anche artisti locali come avvenuto in occasione del Live 8 a cui gli show di luglio si ispirano in tutto e per tutto.
L'unica speranza è che sensibilizzazioni di massa così evidenti, riescano a radicarsi sul territorio, con una progettualità che ai Live Aid in molti casi è mancata: i denari arrivavano in Africa, ma venivano utilizzati non per sfamare ma per guerreggiare.

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 16:44

Inequivocabilmente ......

Inequivocabilmente la Costituzione della Repubblica Italiana
 
"La Guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (art. 11). La
partecipazione italiana allo scellerato crimine dell'infinita guerra
terrorista e stragista afghana e' uno sciagurato delitto, complice e
fomentatore di terrorismi e massacri ulteriori.
Inequivocabilmente la Costituzione della Repubblica Italiana afferma
che "lo straniero,  al  quale sia  impedito nel  suo paese l'effettivo
 esercizio delle libertà  democratiche garantite dalla Costituzione italiana,
 ha diritto d'asilo nel  territorio della Repubblica (art.10).
 L'esistenza nel nostro  paese di  veri e  propri campi di concentramenti
 per esseri umani migrati di  tutto innocenti,
cosi' come la pratica delle espulsioni di persone che in  Italia
avevano trovato scampo da guerre, dittature, poteri criminali,
persecuzioni, fame, morte (espulsioni che quelle persone fuggiasche
ricollocano nelle condizioni di pericolo cui erano scampate con la
fuga, e che  sovente addirittura le riconsegnano negli artigli dei persecutori
da cui erano fuggite),
 costituiscono un crimine, un crimine tremendo ed infame .

Inequivocabilmente la Costituzione della Repubblica Italiana
"riconosce e  garantisce i  diritti
inviolabili dell'uomo" (art. 2). Eppure in Italia
servizi segreti che agiscono da terroristi (la Cia, per non far nomi)
per conto di  governi  che agiscono da terroristi (quello statunitense, per
non far nomi) rapiscono persone che in quanto nel territorio italiano
dovrebbero essere  protette dal nostro ordinamento giuridico,
e le rapiscono per privarle della  libertà e torturarle in violazione di
ogni legge positiva e  di  ogni massima morale,e lo fanno con la complicita'
di settori delle
istituzioni italiane (settori ancora una volta "deviati" - tristo eufenismo
per dire che in quelle istituzioni vi sono personaggi che agiscono in
flagrante violazione della legalita' democratica cosi' come stabilita
dall'ordinamento giuridico della Repubblica Italiana nata dalla
Resistenza
contro la disumanita' totalitaria). Ed anche questo e' un delitto
scellerato.
Inequivocabilmente l'Italia e' un paese che - con giusto impegno
esplicitamente e solennemente assunto nel consesso internazionale - non
partecipa dell'onnicida proliferazione delle armi nucleari, e che anzi
e'
impegnato per il disarmo atomico, consapevole che l'arma atomica e'
nemica
dell'umanita' intera. L'esistenza in Italia di arsenali atomici di
potenze
straniere - di cui vi e' ormai purtroppo piena contezza al di la' di
ogni
ragionevole dubbio sebbene una esplicita e netta conferma ufficiale
(che
equivarrebbe anche alla confessione di un delitto) ancora non vi sia -
e' un
crimine di tali proporzioni che ci vorrebbe qui la penna di Guenther
Anders
per esprimere in modo adeguato l'indignazione che suscita.
Inequivocabilmente l'Organizzazione delle Nazioni Unite e tutti gli

stati di 

diritto attestano nei loro piu' impegnativi monumenti e strumenti
giuridici
che la pace e' una improcrastinabile necessita' per l'intero genere
umano.
Ed invece continuano le guerre, e la produzione degli strumenti per le
guerre e le stragi: continua il riarmo, continua il militarismo.
Inequivocabilmente tutte le grandi tradizioni morali e civili
dell'umanita'
intera affermano che la civile convivenza si fonda sul principio del
non
uccidere. Ed ogni giorno assistiamo a nuove stragi di esseri umani.

Inequivocabilmente manifestare una volonta' di pace richiede che essa
si manifesti con condotte di pace.

Inequivocabilmente opporsi alla guerra, alle armi, al militarismo,
richiede
comportamenti coerenti, che costruiscano pace, dialogo, solidarieta'
fra
tutti gli esseri umani; richiede la scelta nitida e forte della
nonviolenza.
Inequivocabilmente la pace, la giustizia, la convivenza, il
riconoscimento
di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, si costruiscono solo
con
la Nonviolenza.
     
Fermare le Guerre e le Stragi.
Smilitarizzare e Disarmare.
Contrastare tutti i terrorismi, contrastare tutte le logiche e gli
strumenti del terrore.
Difendere ogni umana vita, difendere l'unico mondo che
 abbiamo in  comune.
Solo la Nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Inequivocabilmente.  
Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 15:38

13.02.2007 - Netto rifiuto del terrorismo

Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci

Con preoccupazione per il riemergere di sacche di violenza che pensavamo sconfitte per sempre, abbiamo appreso dell'azione giudiziaria in corso che ha portato all'arresto di un gruppo accusato di finalità terroristiche.

Nel ribadire la massima fiducia nell'operato della Magistratura e degli organi inquirenti, vogliamo sottolineare ancora una volta l'impegno della nostra associazione nella lotta al terrorismo e il netto rifiuto di ogni forma di violenza.

Il terrorismo è anche un nostro nemico, e non può che essere così per un'associazione che ripone nello sviluppo della partecipazione democratica una delle ragioni della sua esistenza. C'è una radicale contrapposizione tra poche persone che vogliono colpire nel mucchio agendo nell'ombra e le tante cittadine e cittadini che vogliono esercitare alla luce del sole il loro diritto a partecipare, ad esercitare in forme democratiche il conflitto sociale, a proporre alternative per un futuro diverso e più giusto.

Le grandi questioni sociali che affliggono l'Italia, l'esigenza di maggiore giustizia sociale, il diritto a un futuro non precario per tutti, richiedono, accanto all'impegno del governo ad attuare con coerenza il suo programma, il sostegno e la mobilitazione di tutte le energie sane del paese in uno sforzo collettivo di confronto democratico che non deve lasciare spazio a derive violente e minoritarie.

Siamo certi che qualsiasi tentativo di far precipitare il paese in un clima di cupa violenza è destinato ad essere sconfitto. La società civile italiana sarà in grado di reagire con coraggio e fermezza. C'è una consapevolezza diffusa del fallimento storico e politico di una stagione che lascia dietro di sé morte ed orrore. Le tante forme di partecipazione in cui si esercita oggi la cittadinanza, le centinaia di migliaia di giovani, lavoratori, cittadine e cittadini che in questi anni hanno attraversato le vie e le piazze delle nostre città in modo assolutamente pacifico sono il miglior antidoto a quei pochi che ancora inseguono un progetto teso a colpire la nostra democrazia.

Roma, 13 febbraio 2007
http://www.arci.it/news.php?id=7907

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 13:48

PER UNA GIORNATA MONDIALE CONTRO L’OMOFOBIA

Verso un riconoscimento internazionale
di lesbiche, gay, bisessuali e trans
Secondo un’opinione largamente diffusa, oggi l’omosessualità sarebbe più libera che mai: anzi, presente e visibile ovunque (per strada, sui giornali, in televisione, al cinema), essa sarebbe ormai del tutto accettata, il che sembra confermato dai passi avanti che sono stati fatti di recente, in vari paesi, per il riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso. Certo, ci vuole ancora qualche miglioria per eliminare le ultime discriminazioni, ma, tenuto conto dell’evoluzione delle mentalità, secondo alcuni sarebbe solo questione di tempo, il tempo di portare a termine un processo avviato ormai da decenni.
Per l’osservatore un po’ più attento, la situazione è globalmente ben diversa; e, in verità, il XX secolo è stato probabilmente uno dei periodi più violentemente omofobi della storia: deportazione nei campi di concentramento sotto il regime nazista, gulag in Unione Sovietica, ricatti e persecuzioni negli Stati Uniti all’epoca di McCarthy... Evidentemente, tutto ciò può sembrare molto lontano. Ma molto spesso le condizioni di esistenza nel mondo attuale sono ancora difficilissime. L’omosessualità è discriminata ovunque: in almeno ottanta stati gli atti omosessuali sono condannati dalla legge (Algeria, Senegal, Camerun, Etiopia, Libano, Giordania, Armenia, Kuwait, Porto Rico, Nicaragua, Bosnia...); in molti paesi la condanna può essere superiore a dieci anni (Nigeria, Libia, Siria, India, Malesia, Cuba, Giamaica...); talvolta la legge prevede l’ergastolo (Guyana, Uganda). E in una decina di nazioni può essere applicata la pena di morte (Afghanistan, Iran, Arabia Saudita...). Recentemente, in Africa, parecchi presidenti della repubblica hanno riaffermato brutalmente la volontà di lottare in prima persona contro questa «calamità» che sarebbe, secondo loro, «antiafricana». Le persecuzioni si moltiplicano anche in paesi dove l’omosessualità non è perseguibile penalmente. In Brasile, ad esempio, gli squadroni della morte e gli skinhead seminano il terrore: tra il 1998 e il 2000 sono stati contati ufficialmente 1960 omicidi ispirati da omofobia. In queste condizioni, sembra difficile pensare che la «tolleranza» stia guadagnando terreno. Al contrario, nella maggior parte di questi paesi l’omofobia sembra oggi più violenta che in passato. In generale, dunque, non si può certo dire che la situazione stia migliorando.
Ecco perché proponiamo questa Giornata Mondiale Contro l’Omofobia. Essa mira a coniugare azione e riflessione allo scopo di lottare contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere. Essa intende suscitare, sostenere e coordinare ogni iniziativa che possa contribuire all’eguaglianza dei cittadini in questo campo, sia de jure che de facto, in tutti i paesi in cui sarà possibile. L’organizzazione di una giornata di lotta contro l’omofobia in ogni singolo paese ci permetterà di iscrivere le nostre lotte in una prospettiva di solidarietà con tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali e trans (LGBT) del mondo intero. Ma si tratta anche di iscrivere le nostre lotte in un movimento più generale di difesa dei diritti umani. Negli ultimi decenni sono state condotte in tutto il mondo numerose azioni del genere, spesso con notevole successo. La nostra iniziativa si colloca in questa linea: vogliamo rafforzare le esperienze già avviate e dare maggiore visibilità ai tentativi futuri, e ci appelliamo alle istanze nazionali e internazionali affinché iscrivano questa Giornata nell’Agenda Ufficiale, sul modello della Giornata Mondiale delle Donne o della Giornata Mondiale di Lotta all’Aids. Il riconoscimento ufficiale della Giornata equivarrebbe così a un impegno esplicito della comunità internazionale, che si è già mobilitata contro numerose altre forme di discriminazione e di violenza sociale, ma non ancora su questi temi. Questa sarà l’occasione.

Testo di Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Paris, Presses Universitaires de France, 2003). Se sostenete questa iniziativa, e volete che la Giornata Contro l’Omofobia (il 17 maggio) sia iscritta ufficialmente nel calendario nazionale e internazionale, potete firmare e far firmare questa petizione : www.petitiononline.com/idaho

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 13:46

SETTE DOMANDE CONTRO L’OMOFOBIA



La parola «LGBTfobia» permetterebbe di tener conto delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e dei trans. Purtroppo, si rischia di perdere in leggibilità quello che si vorrebbe guadagnare in visibilità. Al giorno d’oggi la parola «omofobia» è conosciuta, e riconosciuta, in un gran numero di paesi. La parola «LGBTfobia», invece, è pressoché sconosciuta in quasi tutti i paesi del mondo. D’altra parte, alcuni suggeriscono addirittura LGBTQfobia per includere i «queer». In fondo, perché no? Secondo noi, tutto dipende dal contesto. Una «Giornata Mondiale contro la LGBTfobia» rischierebbe evidentemente di non essere capita dal grande pubblico, e a maggior ragione di non essere riconosciuta dalle istanze nazionali o internazionali. Non ci guadagneremmo molto. È per questo che preferiamo la formula «Giornata Mondiale Contro l’Omofobia», a patto di ricordare continuamente al grande pubblico che la nostra battaglia non riguarda solo l’omosessualità maschile, ma che si tratta anche delle lesbiche, dei bisessuali e dei trans. In questo contesto, l’espressione LGBT ci sembra molto utile per mettere in rilievo la varietà dei problemi affrontati. In effetti, l’omofobia riguarda le lesbiche (lesbofobia), i gay (gayfobia) e le persone bisessuali (bifobia). Ci impegniamo inoltre a combattere contro la transfobia, che, pur distinguendosi dall’omofobia in quanto riguarda l’identità di genere e non l’orientamento sessuale, rinvia comunque a dispositivi sociali che sono spesso vicini alle logiche omofobe in senso stretto. In altre parole, rifiutiamo ogni monopolio. Parliamo di «Giornata Mondiale Contro l’Omofobia», ma teniamo anche a ricordare al grande pubblico che ci battiamo per i diritti delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e dei trans, cioè per le persone LGBT, e in genere contro tutte le discriminazioni.

No. È vero che bisogna considerare la Discriminazione come un fenomeno generale; ma bisogna anche combatterla nelle sue forme specifiche – e l’omofobia è una di queste forme. Altrimenti, il discorso e l’azione rischiano di rimanere astratti, indifferenziati, o addirittura confusi. È del resto una delle ragioni per cui la Giornata Mondiale delle Donne è importante. Essa mette l’accento specificamente sulla disuguaglianza tra i sessi. Allo stesso modo, la Giornata Mondiale Contro l’Omofobia consentirà di mettere l’accento specificamente sulla disuguaglianza tra le sessualità. Tuttavia, la lotta all’omofobia sfocia necessariamente nell’affermazione dei diritti sessuali in generale, che si tratti di sesso, di identità di genere o di orientamento sessuale. Per questo si ricollega alla battaglia contro il sessismo; e del resto non è un caso che le persone più sessiste siano spesso anche le più omofobe. Ma si ricollega anche alla lotta contro l’Aids e contro tutte le infezioni sessualmente trasmissibili, dato che non si può praticare l’autonomia sessuale senza un minimo accesso all’informazione e alle cure. La lotta all’omofobia sfocia infine nell’affermazione dei diritti umani in generale. Del resto, le associazioni LGBT si impegnano spesso ben al di là delle problematiche sessuali, e agiscono all’unisono con altri movimenti sociali. In queste condizioni, la Giornata Mondiale Contro l’Omofobia favorirà l’avvicinamento tra le associazioni LGBT e le associazioni di difesa dei diritti umani.

D’altra parte, le persone che, pur essendo sensibili al problema dell’omofobia, pensano di non aver posto in una Marcia dell’Orgoglio LGBT, potrebbero dare comunque il loro contributo attraverso l’alternativa rappresentata dalla Giornata Mondiale Contro l’Omofobia. Analogamente, ma su scala internazionale, nei paesi in cui è impossibile organizzare una Marcia dell’Orgoglio, si potrebbe condurre un’azione contro l’omofobia in occasione della Giornata Mondiale, soprattutto quando l’omosessualità non è condannata - almeno ufficialmente - dalle leggi in vigore. In tal senso, la Giornata Mondiale può rappresentare una leva politica in grado di prolungare l’azione delle Marce presso le persone o i paesi che non possono (o non vogliono) iscriversi nella logica di queste ultime. Ma, nell’insieme, è chiaro che queste due iniziative sono al tempo stesso necessarie e complementari.


Insomma, le situazioni sono molteplici, e il lavoro di coordinazione generale non potrà che sottolineare il carattere originale e specifico delle iniziative condotte qua e là. Da qualche decennio a questa parte hanno visto la luce numerose azioni molto positive. Le Marce dell’Orgoglio si svolgono un po’ in tutto il mondo, e sono sempre più numerose. Nel 1996, il Sudafrica ha aperto la strada (seguito poco dopo dall’Ecuador) affermando nella sua costituzione l’eguaglianza tra tutti i cittadini, qualunque ne sia il sesso, l’identità o l’orientamento sessuale. D’altra parte, esiste da qualche anno negli Stati Uniti una giornata del ricordo per le vittime di atti transfobici, che viene ormai celebrata da varie associazioni anche in Spagna, Francia, Cile e Canada. E dal 2003 il Canada organizza una Giornata nazionale contro l’omofobia, alla quale dobbiamo ispirarci.
Infine, al di là delle iniziative locali o nazionali, due fatti attirano la nostra attenzione nella misura in cui coinvolgono le istanze internazionali. Il primo riguarda la recente risoluzione presentata dal Brasile alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite per far riconoscere i diritti delle persone LGBT. Naturalmente, non possiamo che appoggiare questa iniziativa e speriamo che possa essere votata quanto prima, malgrado gli ostacoli incontrati finora. Il secondo fatto è un po’ meno recente, ma non meno significativo: il 17 maggio 1990, l’Assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità cancellava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Così facendo, intendeva mettere fine a più di un secolo di omofobia medica. Di conseguenza ci auguriamo che, in accordo con questa logica storica, anche l’Alto Commissariato per i Diritti Umani e la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite condannino l’omofobia nelle sue manifestazioni politiche, sociali e culturali riconoscendo questa Giornata. La decisione dell’OMS rappresenta per noi una data storica e un simbolo forte: proponiamo dunque che questa Giornata mondiale abbia luogo ogni anno il 17 maggio.

In un primo tempo, sulla base del testo proposto, vogliamo ottenere il maggior numero possibile di firme, via internet o su carta, nel maggior numero possibile di paesi. Le firme possono venire da associazioni LGBT, associazioni legate alla difesa dei diritti umani, sindacati, partiti politici, cittadine, cittadini, eccetera. Ci auguriamo anche di ottenere l’appoggio dell’ILGA (International Lesbian and Gay Association) e delle sue branche continentali in occasione delle prossime riunioni (a Katmandu, Budapest e Santiago del Cile). Dopo aver riunito il maggior numero possibile di appoggi, vorremmo fissare per il 17 maggio 2005 la prima Giornata Mondiale Contro l’Omofobia. In tutti i paesi in cui sarà possibile, la petizione potrà essere consegnata ufficialmente alle autorità nazionali quello stesso giorno, in modo simbolico. Questo non può che rafforzare la dimensione internazionale del nostro impegno, e aiutare chi vive in paesi dove iniziative del genere sono ancora impossibili. Dopodiché, potremo fare un primo bilancio che permetterà di migliorare e ampliare le iniziative degli anni a venire. Speriamo che la nostra richiesta possa essere presentata alle Nazioni Unite già il secondo anno o, eventualmente, il terzo o il quarto, cioè non appena la Giornata mondiale sarà diventata abbastanza importante da poter essere presentata in modo significativo. Evidentemente non sappiamo quando le Nazioni Unite riconosceranno la legittimità e l’importanza delle nostre azioni, ma ciò non ci impedisce di continuare la nostra battaglia contro l’omofobia e per i diritti delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e dei trans in tutti i paesi del mondo.

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