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Il Blog di Donatella Elvira Camatta | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Sabato, 3 Marzo, 2007 - 19:08

Oil for “know how”: Londra per un nuovo mondo

 
Il municipalismo può diventare teatro di nuovi scenari politici: e quando tra municipi si costruiscono ponti di solidarietà e di cooperazione forse a livello globale si inizia a definire una nuova dimensione internazionale di unità tra i popoli per uno sviluppo più umano, sostenibile, socialmente equo. Parlo di Ken Livingstone, il “rosso”, da tempo in rotta di collisione con il New Labour di Tony Blair, ormai inneggiante i valori del libero mercato e della guerra globale al terrorismo, e della sua nuova proposta, ormai diventata operativa, di comprare a prezzi scontati del 20% petrolio dal Venezuela per poter ridurre della metà i costi del biglietto per accedere ai mezzi pubblici di trasporto per circa 250000 londinese indigenti e sotto la soglia della povertà. A suggellare questo accordo sono stati il sindaco londinese, da anni ormai amministratore della capitale inglese e da anni impegnato a promuovere una mobilità nuova e alternativa, il Ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, e Alejandro Gonzalez, vicepresidente di Pdvsa, la compagnia petrolifera statale, direttamente interessata alla fornitura commerciale del greggio e del combustibile. In cambio, come in un buon contratto, Ken fornirà al Paese latino americano consulenze di ambientalisti, climatologi e di urbanisti che apporteranno il loro “konw how” in merito alla promozione del riciclaggio dei rifiuti, della pianificazione urbana delle grandi città, dell’organizzazione della rete infrastrutturale per i trasporti, della riduzione delle emissioni di carbonio per contenere i disastri ambientali legati all’aumento della temperatura e ai cambiamenti bioclimatici.
Il progetto è ormai operativi nella city britannica e diverse sono state le voci che si sono levate a difesa del medesimo o in aperto contrasto: certamente la positività dell’accordo senza precedenti consiste nel garantire un mutualismo reciproco tra città e paesi in un’ottica di abbattimento delle povertà e di incentivazione di misure finalizzate a contrastare il disastro ambientale oggi presente, mettendo in relazione e in comune le risorse rispettive e le capacità di due popoli a confronto, ma uniti dalla determinata esigenza di contrastare un modello di sviluppo iniquo e pericoloso per il futuro dell’umanità. Il “Titanic” sta affondando e noi stiamo ballando nelle sue sale da ballo: questa immagine descrive quale destino ci attenderà nel prossimo futuro se non si inverte la rotta. Ma spazi per farlo, nonostante l’assenza degli organismi internazionali e la loro incapacità a fare fronte comune contro questa deriva distruttrice, ci sono ancora: e questo ne è un esempio. Oil for know how, possiamo dire: ossia petrolio in cambio della conoscenza e dell’esperienza professionale di attenti studiosi che possono mettersi a disposizione per un Venezuela in fase di ricostruzione, dopo anni di governi che hanno svenduto a poco prezzo il Paese agli Stati Uniti d’America, sia economicamente, sia culturalmente. In questo percorso si inseriscono i provvedimenti di rinazionalizzazione decretati da Chavez della compagnia telefonica nazionale, Cantv, e della compagnia elettrica, Eds, per garantire una ripresa di due patrimoni nazionali economico produttivi assolutamente fondamentali per lo sviluppo sociale e civile del Paese. Ken ha aperto con questa intesa commerciale, ma dalla finalità sociale di progresso internazionale, un precedente che può essere “introdotto” anche da altri municipi: in Italia Firenze ha accolto il messaggio e ha provveduto a siglare un accordo simile con il Venezuela in cambio di “esperti” in materia di architettura e di ingegneria civile. Nella città toscana di La Pira, maestro di intese internazionali tra città all’insegna dello sviluppo sociale globale e della cooperazione mondiale per il progresso dei popoli e per la pace, tra qualche mese l’Ataf, l’azienda municipale dei trasporti, avrà mezzi che saranno alimentati da combustibile venezuelano, pagato a costi ridotti, beneficiando, così, il prezzo del biglietto. Speriamo che kin questo caso a Firenze succedano altre amministrazioni “virtuose” interessate a fare lo stesso passo in nome del mutualismo e del sostegno allo sviluppo reciproco e all’abbattimento delle povertà, in un’ottica tutta internazionale. Perché il locale può diventare globale.
 
 
Alessandro Rizzo
 
 

Venerdì, 2 Marzo, 2007 - 09:53

I 12 punti prioritari del Partito Umanista

I 12 PUNTI PRIORITARI E NON NEGOZIOBILI DI UN GOVERNO
DI SINISTRA PROGRESSISTA

Le vicende di questi giorni hanno mostrato con evidenza che gli elettori di sinistra ormai non hanno più un referente politico. Cadute le ultime illusioni, nel panorama politico italiano si fa evidente un vuoto che, finora, il progetto dell’Unione aveva in parte occultato. Oggi è palese la necessità di un nuovo soggetto sociale e politico, slegato dalle logiche di potere, una nuova forza alternativa ai due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, ugualmente neoliberisti e violenti.

Serve una grande alleanza del variegato universo di persone e organizzazioni di base, sociali, politiche e culturali che ancora si propongono una trasformazione radicale non violenta della società. Un progetto sociale e politico nel quale questo universo di diversità possa convivere, convergere e rafforzarsi fino ad arrivare a governare il paese.
Come Prodi ha annunciato i suoi “12 Comandamenti”, anche questo progetto può e deve indicare le sue priorità irrinunciabili. Sono punti sintetici e aperti ai contributi e all’arricchimento di quanti lavorano da anni nei campi che riteniamo prioritari.
Invitiamo tutti quelli che sono pronti a raccogliere questa sfida a sottoscriverli e diffonderli, per cominciare fin da ora a costruire l’alternativa di sinistra di cui c’è bisogno.
 
1.     Una politica di pace e disarmo
·       smantellamento degli arsenali nucleari
·       ritiro delle truppe da tutti i teatri di guerra
·       No a nuovi basi USA-NATO e smantellamento progressivo di quelle esistenti
·       Ridiscussione della nostra appartenenza alla NATO anche in riferimento alla mutata situazione geopolitica.
·       sviluppo del dialogo e della diplomazia per la soluzione dei conflitti internazionali
·       rispetto degli impegni presi per i fondi allo sviluppo e alla cooperazione internazionale
 
2.     Immigrazione: accoglienza e riconoscimento del diritto di cittadinanza
·       cancellazione della Bossi -Fini
·       chiusura dei CPT
·       varo di una legge che riconosca pari diritti e opportunità (compreso il voto) ai cittadini stranieri
 
3.     Coppie di fatto
·        Varo di una legge che riconosca lo status di famiglia alle coppie di conviventi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, estendendo loro i diritti/doveri delle coppie sposate
 
4.     Istruzione pubblica e di buon livello per tutti
·        rilancio della scuola pubblica con fondi e strutture adeguate
 
5.     Sanità pubblica e di buon livello per tutti
·        rilancio della sanità pubblica con fondi e strutture adeguate
 
6.     Ambiente, energia e infrastrutture
·        difesa dell'acqua come bene comune che deve restare pubblico
·        sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, con esplicita esclusione dei rifiuti
·        forte impulso al trasporto pubblico
·        no alle grandi opere ( No Tav, No Ponte, No rigassificatori, No inceneritori)
·        Campagne per il risparmio energetico
 
7.     Lavoro
·        abolizione della legge 30
·        messa in atto di ammortizzatori sociali a sostegno di chi si trova in condizioni di precarietà lavorativa
·        reddito di cittadinanza per chi è privo dei mezzi necessari per vivere
 
8.     Conflitto d'interessi
·        Varo in tempi certi e prima delle prossime elezioni di una legge sul conflitto d'interessi
 
9.     Partecipazione dei cittadini e rapporto elettori-eletti
·        referendum anche propositivi sui temi prioritari, compresi la politica internazionale e i temi economici-finanziari.
·        legge di responsabilità politica, con verifica periodica del mantenimento delle promesse elettorali e possibilità di perdita della carica se queste non vengono mantenute.
 
10. Difesa delle fasce deboli
·        aumento delle pensioni minime e reddito di cittadinanza per chi è privo dei mezzi necessari per vivere
·        calcolo della pensione su base retributiva per tutti
·        potenziamento dell’INPS, calcolando le sue entrate sulla base del reddito prodotto dai lavoratori invece che sui versamenti individuali effettuati.
 
11. Priorità di bilancio
·        riduzione delle spese militari
·        lotta all'evasione fiscale
·        introduzione della Tobin Tax per tassare la speculazione e dare priorità alle spese sociali
 
12. Riconversione dell’industria bellica
·        Incentivi alla riconversione e sostegno all'occupazione.
 
        
Giorgio Schultze, Portavoce del Forum Umanista
Venerdì, 2 Marzo, 2007 - 09:17

Salviamo il decentramento

In allegato il documento sottoscritto dai consiglieri dell'Unione di zona 6 e dai partiti di zona sul decentramento.Il documento è stato letto e distribuito in occasione del convegno sulle periferie e il decentramento organizzato da 8 presidenti dei consigli di zona.

Venerdì, 2 Marzo, 2007 - 09:12

Ex area Link-Belt:richiesta CdZ straordinario


Venerdì, 2 Marzo, 2007 - 09:10

mozione barriere antirumore Milanofiori


Giovedì, 1 Marzo, 2007 - 18:05

XVIII rapporto annuale di Legambiente

È stato presentato il XVIII rapporto annuale di Legambiente, l'annuale rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con l'Istituto di ricerche Ambiente Italia. Un quadro aggiornato con 100 indicatori sulla situazione ambientale dell'Italia.
Come di consueto, anche quest'anno Ambiente Italia è diviso in due sezioni: nella prima vengono approfonditi i temi connessi a infrastrutture e conflitti locali, la seconda contiene un quadro aggiornato con 100 indicatori sulla situazione ambientale dell'Italia. La diagnosi sulla salute del "belpaese" non è entusiasmante, in particolare proprio nei due campi più legati alle infrastrutture: energia e mobilità. Con un andamento in controtendenza rispetto ai trend dei maggiori Paesi europei, l'Italia vede calare il contributo delle rinnovabili ai consumi energetici complessivi: nel 2005 le fonti rinnovabili hanno pesato il 6% in meno sul mix energetico, per effetto soprattutto della riduzione della produttività degli impianti idroelettrici. Nel settore elettrico, l'incidenza delle rinnovabili nell'ultimo quinquennio è stata del 17,6%, un punto in meno della media dei precedenti cinque anni. Le fonti fossili coprono l'88% dei consumi energetici, alla faccia del Protocollo di Kyoto e della necessità di potenziare l'energia pulita. Siamo in ritardo anche nello sviluppo dell'energia eolica, che pure rimane la fonte pulita più diffusa in Italia: 6 MW eolici ogni 1000 abitanti, contro i 20 della Spagna, i 52 della Germania, i 73 della Danimarca. Praticamente statico il livello d'efficienza delle centrali termoelettriche, che passa dal 40,1% del 2000 al 40,2% del 2004, 8 punti percentuali in meno rispetto alla media europea. Direttamente collegato a questi numeri è il nostro drammatico ritardo nella lotta ai mutamenti climatici: le emissioni di gas serra sono cresciute del 12,1% rispetto ai livelli del 1990, mentre in Europa c'è stata nello stesso periodo una contrazione di circa mezzo punto percentuale:
Altro fronte caldo è quello della mobilità. L'Italia è il Paese europeo dove le persone si spostano di più a motore (mediamente ogni abitante fa 15000 chilometri l'anno, +31% rispetto alla media europea e addirittura +60% rispetto alla Germania). E nel trasporto terrestre l'automobile copre circa l'82% della domanda. Abbiamo anche altri record negativi: ci sono 60 macchine ogni 100 abitanti, 10 in più rispetto agli altri Paesi europei, e si vendono appena 24 biciclette ogni 1000 abitanti, metà della media europea.
Tornando ai numeri di Ambiente Italia 2007, la fotografia che restituiscono è di un Paese fermo in tutti gli indicatori che misurano la capacità di innovare: spendiamo per ricerca e sviluppo meno della metà della Germania e un quarto della Svezia, e la bilancia dei pagamenti tecnologici mostra incassi irrisori, un forte deficit e un basso volume d'acquisti e di scambi (le esportazioni italiane di alta tecnologia rappresentano infatti il 7,1% del totale dell'export, contro il 18% della media dell'Unione europea a 25). E però, a dimostrazione che la dimensione locale non è affatto sinonimo di immobilismo, di declino, proprio dal territorio vengono i segnali più incoraggianti, di un promettente dinamismo di quella che si può chiamare l'economia della qualità: la percentuale di superficie agricola coltivata a biologico è doppia rispetto alla media europea, crescono le certificazioni ambientali (l'Italia è il quarto Paese al mondo per numero di siti certificati ISO 14001, alle spalle di Giappone, Cina e Spagna e seconda solo a Germania e Spagna per la Emas, la certificazione Ue), l'estensione delle aree protette sfiora ormai l'11%, i visitatori di musei e siti archeologici d'interesse nazionale hanno superato i 30 milioni con un aumento del 30% rispetto ai primi anni '90. Ammonta poi a circa 5 milioni di ettari (il 16,5% del territorio nazionale, in parte sovrapponibile con parchi e aree protette) il patrimonio di Rete Natura 2000, l'insieme delle zone di conservazione speciale definite ai sensi della direttiva europea Habitat e individuate con i siti di interesse comunitario (Sic) e le Zone di protezione speciale (Zps). Resta invece grave, gravissima, la situazione dell'abusivismo edilizio, rilanciato alla grande dall'ultimo condono del governo Berlusconi: nel 2005 sono state più di 30000 le nuove costruzioni illegali, quasi il 109% in più del 2000.
"Ambiente Italia 2007. La gestione dei conflitti ambientali" - Edizioni Ambiente, 256 pagine, 18 euro. Il rapporto sarà in libreria il 6 marzo e anche acquistabile al Bazar di Legambiente (http://www.legambiente.com/bazar)

Giovedì, 1 Marzo, 2007 - 09:01

Milano via turati ore 17,00 2marzo 2007

Restituzione simbolica delle testate nucleari americane presenti in Italia, come prima tappa del disarmo completo.

Venerdì 2 marzo 2007 ore 17

davanti al Consolato americano di via Turati a Milano

Si tratta di un’iniziativa molto divertente con la realizzazione delle 90 testate/missili in cartone, uno o due costumi per una/due persone che rappresentano i missili che “si sono persi in Europa” e vogliono tornare a casa.

Consolato americano di via Turati a Milano

www.pumilano.it

Mercoledì, 28 Febbraio, 2007 - 15:56

VOCI,VOLTI,VISIONI di imprese etniche

COMUNICATO STAMPA

Impresaetnica.it , La voce degli  imprenditori immigrati presenta alla stampa estera Voci, volti, visioni - evento dedicato alla reputazione delle imprese etniche,  gli EXTRA senza volto né voce
Milano, febbraio 2007. Voci, volti, visioni di imprese etniche, la reputazione delle imprese immigrate e la comunicazione della loro diversità è l’evento nazionale in calendario a Milano il 1° marzo 2007 (Circolo della Stampa, Palazzo Serbelloni – Sala Montanelli,  Corso Venezia 16, ore 10-16,30) organizzato da Impresaetnica.it l’unica testata online registrata, diretta da Josè Galvez, dedicata agli immigrati che tentano la carta dell’integrazione mettendosi in proprio e la FNSI con il patrocinio della Camera di Commercio di Milano.In occasione della preview-conferenza stampa di lancio di evento, immagini e video EXTRA-Voci, volti, visioni di Impresa etnica in calendario a Milano il 26 febbraio 2007  (Associazione stampa estera Milano – via Principe Amedeo 5, ore 11,30) Impresaetnica.it si presenta nella sede dei giornalisti, corrispondenti e free lance della stampa estera offrendo un aperitivo etnico.
 
Sono il “cuore pulsante” dell’economia italiana, registrano una crescita annua a  due cifre, sono già più di 200mila. Ma le imprese etniche restano EXTRA senza volto né voce, senza un’identità, né mezzi per comunicarla. Per incapacità, disinteresse o piuttosto, per ragioni di  pari opportunità?
Voci, volti, visioni di imprese etniche dà voce a dodici imprenditori e imprenditrici del network di Impresaetnica e al racconto in diretta di storie di vita e di impresa. I loro volti  fanno parte della Photogallery ”I Protagonisti”, a cura di Impresaetnica-fotokrafie.com.Le visioni del loro lavoro sono documentate dall’opera video EXTRA-Voci,volti, visioni di Impresa etnica del reporter Massimiliano Mazzotta-fotokrafie.com. Davanti all’obiettivo sfilano, tra gli altri, Eusebio, togolese, ottico sopraffino che si nasconde dietro lenti da fantascienza, l’immagine-simbolo dell’evento. Il sogno di Patricio - rifare a Pavia il queso fresco ecuadoregno - che, per il momento, ha incassato 25mila euro di multa per due parole di troppo nell’etichetta. La fragilità di Chikako e dei suoi pregiati sakè, la grinta dell’argentina Valeria, web real estate manager dalla Patagonia al Chianti. Le ansie dell’ingegner Gloria Orellana per il futuro del suo phone center o della cinese Mehiua per il suo minimarket a Chinatown. Il vero volto di Juan Josè Fabiani, patron del festival Latinoamericando. I sapori e la bellezza del Marocco di Karim e Fatima. L’intraprendenza di Augustin. La passione per i diritti di Dava e Maricos. Nella seconda parte dell’evento le tesi dei Garanti scientifici Rhi-Sausi (CeSPI), Cesareo (Ismu), Napolitano (Etnica), Ambrosini (Fondazione Clerici) e la tavola rotonda tra personalità coinvolte a vario titolo nella costruzione dell’immagine di questi imprenditori, tra cui Clementina Forleo, magistrato, don Roberto Davanzo, Caritas Ambrosiana, Giuseppe Bulgarini, avvocato, Gianna Martinengo Pari opportunità Camera di Commercio, Alberto Romagnoli Rai 1, Andrea Mascaretti assessore al Lavoro del Comune di Milano. 
A Voci, Volti, Visioni  aderiscono Asiim,  UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Associazione Impresa Etnica, Metropoli-La Repubblica, Etnica.biz, Mujer Latina, Associazione Stampa Estera Milano.
credits: Cantine Marchesi Incisa della Rocchetta, Chocolate&Design, Fornitura cinefoto-Fcf, Arscolor Milano, Marco Lamberti

Per ulteriori dettagli e informazioni: Mariana Garcia, segreteria organizzativa: tel. 3349502474-3384459460, fax 02-3495230 Email: vocivoltivisioni@impresaetnica.it

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Cel.: 388-9259018

Martedì, 27 Febbraio, 2007 - 20:49

Roma 17 marzo 2007 Pzza del popolo


PIAZZA DEL POPOLO, ROMA, 17 MARZO 2007  

APPELLO  PER COSTRUIRE INSIEME IL SIMBOLO DELLA PACE E DEL DISARMO
Ci troviamo davanti ad una scelta: pace crescente o distruzione crescente. L'alternativa tra la costruzione della pace come diritto fondamentale di popoli e individui e una folle spirale di distruzione e violenza. Pochi dati bastano a illustrare la drammaticità  della situazione: 
Oggi sono in corso nel mondo più di 30 conflitti. Ogni anno muoiono a causa delle armi 500.000 persone, 1.300 al giorno, una al minuto. Secondo i dati ufficiali, la Russia ha ammesso di possedere 20.000 bombe nucleari, gli Stati Uniti 10.500, la Gran Bretagna 185, la Francia 450 e la Cina 400.  
Secondo alcuni osservatori Israele ne possiede almeno 200. Nonostante le riduzioni effettuate negli anni Novanta, rimangono in tutto il pianeta più di 30.000 testate nucleari, sufficienti a distruggerlo per intero 25 volte. La Nato si muove al di fuori degli accordi del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, violandoli apertamente. Gli Stati Uniti
hanno dislocato 480 bombe nelle varie basi Nato in Europa: 150 in Germania, 20 in Belgio, 20 in Olanda, 110 in Gran Bretagna, 90 in Italia e 90 in Turchia.
I mezzi d'informazione diffondono un'immagine distorta e parziale di questa realtà , attribuendo la minaccia nucleare solo ad alcuni paesi e tacendo sulle sue dimensioni complessive, cosa che l'opinione pubblica non ha una vera percezione dell'enorme rischio che stiamo correndo.
E' necessario reagire alla disinformazione e allo scoraggiamento dando impulso al movimento pacifista e nonviolento che si è sviluppato in questi anni nel mondo, unendo persone di differenti razze e religioni, culture e generazioni nel rifiuto della guerra e di ogni altra forma di violenza. Dobbiamo costruire un'alternativa non prevista nel copione dei potenti: un'alternativa basata sul rafforzamento dei vincoli tra i popoli, l'appoggio reciproco, la solidarietà, la sensibilizzazione
dell'opinione pubblica, la mobilitazione e la pressione su coloro che pretendono di decidere il destino di tutti. Abbiamo deciso di raccogliere l'appello lanciato dai pacifisti statunitensi per dare vita in tutto il mondo a mobilitazioni nonviolente nel quarto anniversario dell'invasione dell'Iraq.
Vogliamo ripetere l'esperienza già realizzata con successo a Budapest, Praga, Santiago del Cile, Helsinki, Parigi, Londra, Amsterdam, Atene, Milano, Firenze, Roma e Torino costruendo il simbolo della pace e del disarmo per riaffermare le tre maggiori urgenze del momento:
- Ritirare le truppe d'invasione
- Restituire i territori occupati
- Smantellare gli arsenali
Chiediamo a quanti lavorano per la pace, la nonviolenza, i diritti umani e il superamento di ogni forma di discriminazione, al mondo della politica, del volontariato, della cultura, dell'informazione e della spiritualità  di sottoscrivere e diffondere questo appello e soprattutto di partecipare alla creazione a Roma del simbolo della pace e del disarmo.

Prime adesioni: Unaltromondo onlus - Sviluppo Umano - Umanisti nel mondo - Cammini aperti - Alfonso Navarra (Lega per il Disarmo Unilaterale). Periodico Il dialogo - Comitato per la Pace Abbas al Shalhoub - La mia spesa per la pace - L'albero della vita - Human
Development - Energia per i diritti umani - Movimento Studentesco I Corvi - Umanisti per l'ambiente.

Martedì, 27 Febbraio, 2007 - 20:35

Io non servo......


Io non servo  

Il signor Massimo D'Alema ha detto: "certa sinistra non serve al
paese".
Quella sinistra che "non si assume la responsabilità di risolvere i
problemi pur di tenere buona la coscienza".

Bene signor D'Alema, io faccio parte di quella sinistra, io non servo.

Ho deciso di trattare gli altri come vorrei essere trattato.

Se servire a questo paese significa accettare l'impiego della violenza
per esportare la democrazia,

no, io non servo.

Affermo l'eguaglianza di tutti gli esseri umani.

Se servire a questo paese significa accettare che i più deboli non
abbiano le stesse opportunità dei più forti,

no, io non servo.

Aspiro a pensare, sentire e agire nella stessa direzione.

Se servire a questo paese significa recitare meccanicamente sul
palcoscenico di questa democrazia formale e non invece vivere lo
spirito
democratico come un continuo richiedere a me stesso un cambiamento nel
cuore,

no, io non servo.

Credo nell'autodeterminazione dei popoli e che è migliore quel governo
che meno governa.

Se servire a questo paese significa collaborare alla repressione di
ogni
voce di dissenso e di ribellione all'apparente destino,

no, io non servo.

Aspiro al coraggio della non-violenza.

Se servire a questo paese significa mascherare la codardia e la
vigliaccheria armando fino ai denti migliaia di giovani,

no, io non servo.

Credo che la disobbedienza civile sia un diritto di ogni cittadino.

Se servire a questo paese significa contribuire ad incarcerare le
coscienze, fino al punto di costringerle ad esplodere nella violenza
terrorista,

no, io non servo.

Credo che i pensieri producono e attraggono azioni.

Se servire a questo paese significa attrarre e produrre contraddizione
e
sofferenza, pensando che per essere responsabili bisogna dimenticare la
propria coscienza,

no, io non servo.

Aspiro alla Nazione Umana Universale.

Se servire a questo paese significa difendere apparati governativi che
nascondono i cuori di un popolo ai cuori di un altro,

no, io non servo.

Può anche darsi che io non serva a questo paese, signor D'Alema, ma se
lei continua così è molto probabile che un giorno scoprirà di non
essere
servito nemmeno a se stesso.

Roma, 26 febbraio 2007

Carlo Olivieri

Umanista

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