Il prezzo della benzina non trova riduzioni
Francesco Piccioni
Tanto rumore per nulla. Il primo incontro intorno al «tavolo» tra il ministro dello sviluppo, Pierluigi Bersani, e i rappresentanti di petrolieri e benzinai, era stato annunciato come foriero di grandi decisioni in materia di prezzi dei carburanti. Vero è che l'incontro era stato convocato con all'ordine del giorno solo il decreto sulle liberalizzazioni e le sue conseguenze sulla struttura delle rete di distribuzione. Ma gli aumenti decisi dalle compagnie nei giorni scorsi - a partire dall'Agip, costola dell'Eni e quindi controllata direttamente dall'azionista di maggioranza (il governo stesso), avevano preparato un'atmosfera diversa.
Di prezzi, pare, quasi non si è parlato. Eppure Bersani aveva in mattinata lamentato lo scarto incomprensibile tra i prezzi praticati in Italia (al netto del peso delle «accise», ovvero le tasse) e quelli europei, «auspicando che la forbice si stringa». Gli avevano risposto le compagnie petrolifere, invocando da un lato «il cattivo esempio» dato dallo stesso governo, che ha già approvato due aumenti delle accise (uno a ottobre 2006, l'altro a partire dal prossimo maggio), senza peraltro curarsi dell'escalation dei prezzi avviata dalla «sua» Agip (solo la Erg si è mossa in controtendenza, facendo scendere il listino di 5 millesimi). Alle associazioni di consumatori non era rimasto altro che chiedere un «osservatorio dei prezzi» (per controllare le mosse dei petrolieri) e una «sterilizzazione delle accise» (pastrocchio tutto italiano: noi paghiamo l'Iva sul totale del prezzo industriale del carburante più le tasse; paghiamo una tassa sulla tassa).
Il costo industriale dichiarato dalle compagnie in Italia (44-45 centesimi di euro al litro) si discosta alquanto dalla media europea (poco sotto i 40). Dato decisamente sospetto, anche perché il nostro paese raffina più greggio di quanto non ne consumi, al punto che le esportazioni di «prodotti petroliferi raffinati» sono una delle voci più attive della nostra scalcagnata bilancia commerciale. Come è possibile, quindi, che il prezzo della benzina che noi raffiniamo e vendiamo all'estero sia più alto qui che non dove viene esportata?
I petrolieri glissano con eleganza sulla domanda, sparando numeri come una cortina fumogena. Il prezzo internazionale sarebbe arrivato a 600 dollari la tonnellata, che corrispondono però a 0,345 euro al litro. Meno (9 millesimi) di quanto non costasse sei mesi fa, nonostante l'aumento del petrolio - denominato in dollari - a causa della rivalutazione dell'euro rispetto alla moneta Usa. Insomma: le compagnie starebbero lucrando sul differenziale euro/dollaro per mettersi in tasca qualcosina in più. Nemmeno poco, se si pensa che un centesimo sulla benzina equivale a quasi 20 milioni di euro al mese.
Il governo, si diceva, non può fare la parte del «virtuoso», visto quello che fa sul fronte tasse (il 60% del prezzo alla pompa). In questo clima di accuse reciproche, l'incontro di ieri risulta communque «avvenuto in uno spirito di collaborazione» che ha lasciato ogni partecipante sulle posizioni di partenza. L'unanimità è stata raggiunta solo su un punto: il confronto va allargato alle Regioni e ai Comuni. Il motivo ufficiale sta nel fatto che la ristrutturazione della rete distributiva dei carburanti richiede la loro partecipazione. Ma qualcuno deve ancora dimostrare che, aumentando il numero dei dialoganti, il dialogo stesso diventi «più operativo».
Oil for “know how”: Londra per un nuovo mondo
I 12 punti prioritari del Partito Umanista
Le vicende di questi giorni hanno mostrato con evidenza che gli elettori di sinistra ormai non hanno più un referente politico. Cadute le ultime illusioni, nel panorama politico italiano si fa evidente un vuoto che, finora, il progetto dell’Unione aveva in parte occultato. Oggi è palese la necessità di un nuovo soggetto sociale e politico, slegato dalle logiche di potere, una nuova forza alternativa ai due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, ugualmente neoliberisti e violenti.
1. Una politica di pace e disarmo
· smantellamento degli arsenali nucleari
· ritiro delle truppe da tutti i teatri di guerra
· No a nuovi basi USA-NATO e smantellamento progressivo di quelle esistenti
· Ridiscussione della nostra appartenenza alla NATO anche in riferimento alla mutata situazione geopolitica.
· sviluppo del dialogo e della diplomazia per la soluzione dei conflitti internazionali
· rispetto degli impegni presi per i fondi allo sviluppo e alla cooperazione internazionale
2. Immigrazione: accoglienza e riconoscimento del diritto di cittadinanza
· cancellazione della Bossi -Fini
· chiusura dei CPT
· varo di una legge che riconosca pari diritti e opportunità (compreso il voto) ai cittadini stranieri
3. Coppie di fatto
4. Istruzione pubblica e di buon livello per tutti
· rilancio della scuola pubblica con fondi e strutture adeguate
5. Sanità pubblica e di buon livello per tutti
· rilancio della sanità pubblica con fondi e strutture adeguate
6. Ambiente, energia e infrastrutture
· difesa dell'acqua come bene comune che deve restare pubblico
· sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, con esplicita esclusione dei rifiuti
· forte impulso al trasporto pubblico
· no alle grandi opere ( No Tav, No Ponte, No rigassificatori, No inceneritori)
· Campagne per il risparmio energetico
7. Lavoro
· abolizione della legge 30
· messa in atto di ammortizzatori sociali a sostegno di chi si trova in condizioni di precarietà lavorativa
· reddito di cittadinanza per chi è privo dei mezzi necessari per vivere
8. Conflitto d'interessi
9. Partecipazione dei cittadini e rapporto elettori-eletti
· referendum anche propositivi sui temi prioritari, compresi la politica internazionale e i temi economici-finanziari.
· legge di responsabilità politica, con verifica periodica del mantenimento delle promesse elettorali e possibilità di perdita della carica se queste non vengono mantenute.
10. Difesa delle fasce deboli
· aumento delle pensioni minime e reddito di cittadinanza per chi è privo dei mezzi necessari per vivere
· calcolo della pensione su base retributiva per tutti
11. Priorità di bilancio
· riduzione delle spese militari
· lotta all'evasione fiscale
· introduzione della Tobin Tax per tassare la speculazione e dare priorità alle spese sociali
12. Riconversione dell’industria bellica
· Incentivi alla riconversione e sostegno all'occupazione.
Salviamo il decentramento
Ex area Link-Belt:richiesta CdZ straordinario
mozione barriere antirumore Milanofiori
XVIII rapporto annuale di Legambiente
Milano via turati ore 17,00 2marzo 2007
Restituzione simbolica delle testate nucleari americane presenti in Italia, come prima tappa del disarmo completo.
davanti al Consolato americano di via Turati a Milano
Consolato americano di via Turati a Milano
www.pumilano.it
VOCI,VOLTI,VISIONI di imprese etniche
COMUNICATO STAMPA
Impresaetnica.it , La voce degli imprenditori immigrati presenta alla stampa estera Voci, volti, visioni - evento dedicato alla reputazione delle imprese etniche, gli EXTRA senza volto né voce
Milano, febbraio 2007. Voci, volti, visioni di imprese etniche, la reputazione delle imprese immigrate e la comunicazione della loro diversità è l’evento nazionale in calendario a Milano il 1° marzo 2007 (Circolo della Stampa, Palazzo Serbelloni – Sala Montanelli, Corso Venezia 16, ore 10-16,30) organizzato da Impresaetnica.it l’unica testata online registrata, diretta da Josè Galvez, dedicata agli immigrati che tentano la carta dell’integrazione mettendosi in proprio e la FNSI con il patrocinio della Camera di Commercio di Milano.In occasione della preview-conferenza stampa di lancio di evento, immagini e video EXTRA-Voci, volti, visioni di Impresa etnica in calendario a Milano il 26 febbraio 2007 (Associazione stampa estera Milano – via Principe Amedeo 5, ore 11,30) Impresaetnica.it si presenta nella sede dei giornalisti, corrispondenti e free lance della stampa estera offrendo un aperitivo etnico.
Sono il “cuore pulsante” dell’economia italiana, registrano una crescita annua a due cifre, sono già più di 200mila. Ma le imprese etniche restano EXTRA senza volto né voce, senza un’identità, né mezzi per comunicarla. Per incapacità, disinteresse o piuttosto, per ragioni di pari opportunità?
Voci, volti, visioni di imprese etniche dà voce a dodici imprenditori e imprenditrici del network di Impresaetnica e al racconto in diretta di storie di vita e di impresa. I loro volti fanno parte della Photogallery ”I Protagonisti”, a cura di Impresaetnica-fotokrafie.com.L e visioni del loro lavoro sono documentate dall’opera video EXTRA-Voci,volti, visioni di Impresa etnica del reporter Massimiliano Mazzotta-fotokrafie.com. Davanti all’obiettivo sfilano, tra gli altri, Eusebio, togolese, ottico sopraffino che si nasconde dietro lenti da fantascienza, l’immagine-simbolo dell’evento. Il sogno di Patricio - rifare a Pavia il queso fresco ecuadoregno - che, per il momento, ha incassato 25mila euro di multa per due parole di troppo nell’etichetta. La fragilità di Chikako e dei suoi pregiati sakè, la grinta dell’argentina Valeria, web real estate manager dalla Patagonia al Chianti. Le ansie dell’ingegner Gloria Orellana per il futuro del suo phone center o della cinese Mehiua per il suo minimarket a Chinatown. Il vero volto di Juan Josè Fabiani, patron del festival Latinoamericando. I sapori e la bellezza del Marocco di Karim e Fatima. L’intraprendenza di Augustin. La passione per i diritti di Dava e Maricos. Nella seconda parte dell’evento le tesi dei Garanti scientifici Rhi-Sausi (CeSPI), Cesareo (Ismu), Napolitano (Etnica), Ambrosini (Fondazione Clerici) e la tavola rotonda tra personalità coinvolte a vario titolo nella costruzione dell’immagine di questi imprenditori, tra cui Clementina Forleo, magistrato, don Roberto Davanzo, Caritas Ambrosiana, Giuseppe Bulgarini, avvocato, Gianna Martinengo Pari opportunità Camera di Commercio, Alberto Romagnoli Rai 1, Andrea Mascaretti assessore al Lavoro del Comune di Milano.
A Voci, Volti, Visioni aderiscono Asiim, UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Associazione Impresa Etnica, Metropoli-La Repubblica, Etnica.biz, Mujer Latina, Associazione Stampa Estera Milano.
credits: Cantine Marchesi Incisa della Rocchetta, Chocolate&Design, Fornitura cinefoto-Fcf, Arscolor Milano, Marco Lamberti
Per ulteriori dettagli e informazioni: Mariana Garcia, segreteria organizzativa: tel. 3349502474-3384459460, fax 02-3495230 Email: vocivoltivisioni@impresaetnica
Patto di Legalità: occorre proseguire
Cercare di ragionare sulle politiche locali nei confronti delle comunità stanziali di rom e sinti significa spesso inoltrarsi in un labirinto di pratiche discriminatorie striscianti, talvolta anche da parte di poteri pubblici che dovrebbero essere invece garanti dell’universalismo dei diritti.
Dopo un lungo periodo in cui rappresentanti delle istituzioni milanesi e della casa della carità hanno parlato sui media, in una sorta di monologo, della necessità di stipulare un “patto di legalità e socialità” con i rom rumeni dei campi di via Triboniano ed Opera, eccoli ora proporre di estendere nel prossimo futuro questo ipotetico “modello” di comportamento agli altri insediamenti abitati dai rom e sinti italiani, serbi, bosniaci, kosovari.
Ce lo aspettavamo.
Il fastidio e l’irritazione un po’ scomposta che hanno accompagnato la reazione di alcuni politici e opinion leaders alle nostre critiche e argomentazioni, non hanno peraltro offerto una risposta convincente nel merito di politiche che rischiano di essere discriminanti sul piano del diritto o fin troppo logore e condizionate da interventi di solo carattere emergenziale.
Cioè senza prospettive di più ampio respiro.
Difficile dunque capire perché non si debba continuare a discutere sulle conseguenze e le implicazioni della varie possibili scelte senza sottostare alla spada di Damocle di un’accusa davvero ingiusta che ci siamo sentiti rivolgere, cioè di “indebolire” la sinistra impegnata a difendere le politiche per i Rom del centro destra al governo a Milano.