registi unioni civili
L’ultimo comune ad approvare il registro sulle Unioni Civili è stato Porto Torres. Il secondo della Sardegna dopo un analogo provvedimento preso da Atzara nel gennaio 2006. Bolzano, dove il registro é istituito dal 2003, è invece la città che ha visto registrare l’ultima coppia gay, due 40enni che vivono insieme da tre anni. Poi c’è Padova. In attesa di una possibile legge nazionale, Tommaso Grandis e Giorgio Perissinotto hanno ricevuto dal comune della città veneta il certificato di “famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi e di convivenza”. Padova è la prima città italiana nella quale le coppie di fatto, sia etero sia omosessuali, possono ottenere il riconoscimento anagrafico. Questo grazie alla mozione del consigliere ds e presidente provinciale Arcigay Alessandro Zan che prende a modello Bologna, dove è stato istituito nel gennaio del 1999 l’"attestato di costituzione di famiglia affettiva". Un attestato che permette alle coppie di fatto, sia etero sia omosessuali, di accedere alle sovvenzioni comunali e alle liste di assegnazione di alloggi di edilizia popolare.
In Italia i registri delle unioni civili sono una realtà già da anni. Capofila è la Toscana, dal 1996 il comune di Pisa se ne è dotato così come Firenze. Poi ci sono Aosta, Trento, Roma, Monfalcone, in provincia di Gorizia e Cervignano, in provincia di Udine. A Ferrara l’iniziativa ha un anno, poche settimane di tempo il registro di Ancona. La maggioranza di contro-sinistra è riuscita a fare approvare la mozione nonostante la Margherita e l’Udeur si siano defilate e abbiano votato contro, insieme a FI, AN e UDC. A Scandicci Forza Italia ha invece votato insieme all’Unione una mozione “a sostegno del riconoscimento dei diritti delle persone che vivono in convivenze non matrimoniali”. Nella cittadina toscana c’era già, dal 1998, il registro delle Unioni civili “ma dato che non dà in pratica nessun diritto aggiuntivo, solo 11 sono state le coppie finora iscritte” ha spiegato il sindaco Simone Gheri. Con la nuova mozione, come è successo tra le polemiche a Padova, il comune potrà rilasciare “l’attestazione di famiglia anagrafica”. “Utilizzeremo la certificazione per tutti i nostri regolamenti – ha continuato il sindaco - oltre alla detrazione Ici per l’abitazione principale, le coppie di fatto saranno equiparate in tutti i regolamenti di competenza comunale, dall’edilizia a quello di polizia mortuaria”.
C’è invece una legge regionale che in Puglia parifica in molti ambiti il trattamento riservato alle coppie conviventi, anche omosessuali, a quello delle coppie sposate. Asili nido, case popolari, strutture per i disabili, sussidi, buoni scuola sono solo alcuni dei servizi sociali ai quali nella regione di Nichi Vendola possono accedere anche le coppie conviventi. Un risultato al quale vuole giungere anche il Lazio, dove si è deciso di abbandonare la strada dei registri regionali in favore di due proposte di legge, ora in commissione, sugli interventi a favore delle persone conviventi non sposate. Niente registri regionali quindi, ma la capitale intanto fa passi avanti verso le unioni civili. L’ultimo in ordine di tempo è il VI Municipio. Il consiglio municipale ha votato a maggioranza un ordine del giorno in cui si richiede all’anagrafe di attestare le unioni di fatto. Il provvedimento segue quello dei Municipi X e II, entrambi del dicembre del 2005. Qui, chi vi ha avuto accesso è stato inserito anche nella graduatoria degli alloggi pubblici. “Questo provvedimento consentirà alle coppie di fatto residenti del VI Municipio - dichiara Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma - di vedere riconosciuta la propria unione affettiva. Questo per usufruire della legge che consente al partner di ottenere i permessi lavorativi retribuiti per assistere il compagno malato, oltre ad avere diritto di visita negli ospedali”.
redazione@gay.tv
Qui di seguito ecco un elenco delle amministrazioni locali che hanno istituito un Registro per le unioni civili o per le coppie di fatto: si tratta di un documento in continuo aggiornamento. Se volete segnalare imprecisioni o modifiche scrivete a: info@arcigay.it
1993 - 1998:
delibere di istituzione dei Registri delle Unioni Civili
e pronunciamenti dei Coreco e dei TAR
• 21 ottobre 1993: 1ª delibera di Empoli (FI)
• 29 novembre 1993: sentenza del Coreco Toscana contro la 1ª delibera di Empoli
• 18 gennaio 1994: delibera di Cogoleto (GE)
• 16 febbraio 1994: sentenza del Coreco Liguria contro delibera di Cogoleto
• 14 giugno 1994: 2ª delibera di Empoli (FI)
• 14 luglio 1994: sentenza del Coreco Toscana contro 2ª delibera di Empoli
• 9 febbraio 1996: sentenza TAR Toscana contro ricorso di Empoli, verso Coreco
• 7 giugno 1996: 1ª delibera di Pisa
• 28 giugno 1996: sentenza del Coreco Toscana contro delibera di Pisa
• 7 luglio 1997: 2ª mozione di Pisa
• 20 luglio 1998: delibera di Firenze
• 21 luglio 1998: delibera di Voghera (PV)
• 30 luglio 1998: sentenza del Coreco Toscana contro delibera Firenze
• 24 settembre 1998: delibera di Arezzo
• 29 settembre 1998: delibera di Scandicci (FI)
Comuni dove è stato istituito ed è fisicamente presente il Registro delle Unioni Civili
• Pisa
• Empoli (FI)
• Firenze
• Voghera (PV)
• Scandicci (FI)
• Inzago (MI)
• Rosignano (LI)
• Gubbio (PG)
• Bagheria (PA)
• Perugia
• Bolzano/Bozen
• San Marcello Pistoiese (PT)
• Atzara (NU)
• Pizzo Calabro (VV)
• Livorno
• Cecina (LI)
• Cannara (PG)
• Tarquinia (VT)
• Pistoia
• Arco (TN)
• Rivoli (TO)
• Terni
• Bastia Umbra (PG)
• Foligno (PG)
• Zumaglia (BI)
• Trento
• Ferrara
• Montebruno (GE)
Comuni che hanno istituito l'Attestato di costituzione di Famiglia Affettiva in applicazione della legge anagrafica
• Bologna
• Padova
Comuni i cui consigli hanno approvato mozioni che danno mandato alla giunta per l’istituzione del Registro
• Isola Dovarese (CR)
• Spello (PG)
• Desio (MI)
• Castelnovo ne' Monti (RE)
• Casalgrande (RE)
• Piombino (LI)
• Savona
• Viareggio (LU)
• Viadana (MN)
• Pegognaga (MN)
• Fano (PU)
• Colle Val d'Elsa (SI)
• Ancona
• Porto Torres (SS)
Risposta a Clio in merito alla sua tesi su EXPO 2015
Cara Clio,
interessante l'argomento che tratta la tua tesi. E' base di una democrazia municipale, di un'idea di municipalità che parta da quel presupposto che è scritto anche nella parola "municipio", ossia dono di tutti e per tutti. Il Comune, che è comunità, è anche dono e patrimonio, ricchezza territoriale, sociale, civile, culturale, disponibile pubblicamente in modo giusto ed equo da parte di tutti.
Il ruolo dei mega eventi tu citi come fonte di analisi della tua tesi: io penso che la fonte che hai scelto sia assolutamente importante perchè, soprattutto calibrata su Milano, denota contraddizioni inaspettate e impreviste. La prassi dei mega eventi, delle manifestazioni oceaniche e mirabolanti, delle iniziative dal grande impatto mediatico, dall'immagine fortemente avvincente, non sono altro che occasioni che denotano come il Comune sia privo di una progettualità che sappia apportare contenuti, sappia apportare proposte, idee innovative e assolutamente sostenibili.
Expo 2015 sì o no? Ma io non mi fermerei a questa diatriba, in quanto con sano senso di realismo non posso che evidenziare oggi esserci a Milano un'assenza di investimento collettivo e responsabile, avvertito collegialmente, partecipato, ritorniamo al quesito strutturante l'oggetto della tua tesi, su un evento che poteva essere gestito diversamente, doveva essere gestito diversamente.
Io ho ancora negli occhi e nella memoria le grandi opere strutturali di cui l'amministrazione nella fine degli anni 80 andava a decantare in occasione dei mondiali 90: ebbene che cosa ne è rimasto di queste strutture, quelle che sono rimaste in piedi, se non, in alcuni casi, edifici non utilizzabili o edifici neppure terminati, nonostante appaltati, veri e propri mostri ecologici, mi sovviene l'ecomostro di ponte Lambro, sito nella zona di mia pertinenza, ancora oggi non soggetto a un progetto di recupero completo.
La prassi istituzionale avrebbe voluto, come denuncia De Albertis, che non è, come sottolinea il Corriere della Sera, un agitatore di folle massimalista ma è un imprenditore, una diversa cabina di regia: amministrazione, attori sociali, attori imprenditoriali, ma soprattutto comitati e cittadinanza uniti da un senso di condivisione in ottica partecipata del progetto. Questo passo non è stato fatto: è stata presentata la relazione previsionale in Consiglio Comunale, da parte della sindaca Moratti, senza nessun previo coinvolgimento dello stesso organo democratico, il consiglio comunale, composto da maggioranza e da opposizione, nella fase di analisi delle scelte, delle strategie, della portata economica della realizzazione dell'evento, della sua rilevanza sociale e culturale, dei tempi di costruzione di nuove strutture, della loro localizzazione, della loro dimensione, della loro volumetria, destinazione, dei criteri e delle linee guida delle gare d'appalto e bandi di gara per affidare a questa o a quell'altra società i progetti di edificazione strutturale. Non c'è stata una previa analisi dei costi, ma anche, e soprattutto, della capacità di Milano di poter assorbire una presenza elevata, moltiplicata, di avventori, di turisti, di ospitanti, di nuove persone, di viandanti, di espositori. Nessun tavolo è stato attivato.
Vedi, Clio, come consigliere di Zona 4, non posso che essere severamente preoccupato sia per la fase di realizzazione dei progetti, sia per la fase posteriore a questo stadio, sia nella fase di governo dell'evento nella sua portata. Milano così, rebus sic stantibus, non può ospitare EXPO 2015. Non ha le strutture adeguate. Io credo che un evento di questo calibro se deve diventare occasione di rilancio strategico ed europeo della nostra metropoli deve essere preparato in modo partecipato ma, soprattutto, con cognizione logistica della portata dello stesso. Dove sono gli spazi fisici che possano assorbire una richiesta elevata di ubicazione, di spostamento, di mobilità? Le infrastrutture pubbliche dove sono previste e quando vengono attivate?
Io non posso dirmi contrario all'EXPO 2015, ossia all'evento in sè e per sè ma, bensì, sono preoccupato di quello che in questa strategia gestionale autoreferenziale e solitaria da parte dell'amministrazione, Milano diventerà nel 2016, nonchè delle procedure che si seguiranno nell'ansia progettuale edificatrice che già ha avuto il prioprio inizio.
EXPO 2015 ha voluto significare fino a oggi due criteri precisi:
- privare la cittadinanza di una possizbilità di partecipare alla gestione e al governo del proprio territorio;
- eliminare le regole ristrettive interne al regolamento edilizio, che prevederà addirittura nessun tipo di parere consultivo di competenza non solo per i consigli di zona, anche in merito a cambiamenti volumetrici, ma anche per il consiglio comunale stesso: le DIA e le SUPERDIA, non saranno oggetto di discussione degli organi elettivi ma, bensì, solamente sottoposte a pareri di legalità da parte delle strutture tecniche, degli uffici tecnici.
Bisogna cambiare rotta? Esiste ancora margine e tempo?
Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Expo 2015, area metropolitana e qualità dello sviluppo
Auditorium Regione Lombardia
Via Fabio Filzi n. 29 - Milano
Incontro Pubblico:Expo 2015, area metropolitana e qualità dello sviluppo
Chiara CREMONESI Coordinatrice SD Milano
Ore 9,40 Introduzione:
Marco CIPRIANO Vice Presidente Consiglio Regione Lombardia
Ore 10.00 Dibattito:
Emilio VIMERCATI moderatore
Interventi:
Luca BERNAREGGI Presidente Lega Coop Lombardia
Antonello BOATTI Docente Politecnico
Susanna CAMUSSO Segretaria regionale CGIL
Claudio DE ALBERTIS Presidente Assimpredil
Damiano DI SIMINE Presidente Legambiente Lombardia
Antonio INTIGLIETTA Presidente Ge.Fi. S.p.a.
Paolo MATTEUCCI Assessore Provincia Milano
Carlo SANGALLI Presidente Unione lombarda Commercio
Ore 11,30 Tavola rotonda:
Tino MAGNI moderatore
Partecipano:
Marilena ADAMO Consigliera Comune Milano PD
Mario AGOSTINELLI Consigliere Regione Lombardia PRC
Roberto BISCARDINI Sen. architetto PS
Giuseppe LANDONIO Consigliere Comune Milano SD
Pietro MEZZI Assessore Provincia Milano VERDI
Francesco RIZZATI Consigliere Comune Milano PdCI
Basilio RIZZO Consigliere Comune Milano Lista Fo
al termine: aperitivo
Consigliere Comune Milano Lista FoSD Milano info@sdmilano.it
una mobilitazione per l'ambiente e la cultura del riciclo
Credo sia cosa giusta informare le lettrici e i lettori del forum della petizione, sottoscritta già da diverse cittadine e diversi cittadini, per chiedere all'amministrazione comunale di recedere dalla volontà di edificare due inceneritori nella zona sud di Milano, Parco Agricolo Sud, uno dei quali sorgerebbe a Nosedo, di pertinenza della zona 4.
In breve gli elementi politici di opposizione a questa proposta che sottoscrivo pienamente:
il documento del maggio 2006 della Federazione Medici di Medicina Generale denuncia espressamente:“Gli inceneritori di ultima generazione immettono nell’ambiente polveri finissime che costituiscono un rischio sanitario: emissioni cancerogene identificate nel tempo e centinaia di sostanze di cui è sconosciuto l’impatto sulla salute. La combustione trasforma anche i rifiuti innocui, come imballaggi e scarti di cibo, in composti tossici e pericolosi”.
Infine non possiamo che dedurre quanto sia poco socialmente sostenibile la realizzazione di questo progetto, in termini economici, per il Comune e, infine, si può considerare l'inceneritore un mezzo che disincentiva comportamenti virtuosi dell'utenza, quali il riciclo e il riutilizzo di materie prime e, infine, il recupero e la raccolta differenziata. Si considera, infine, che anche materie non nocive, addirittura naturali, possono dopo il trattamento espellere sostanze chimicamente rilevanti e fortemente pericolose per la salute dell'uomo.
Penso che sia importante avvisare la cittadinanza di questi rischi per l'ambiente, la salute e la cultura sociale derivanti da una scelta ormai definibile come obsoleta per la sua portata e la sua definizione. Non è questione di "nimby", ossia di localismo egoistico del "non nel mio territorio" ma, bensì, questa campagna e mobilitazione è sinonimo di presa di coscienza universale di un sistema di smaltimento dei rifiuti paradossale e fortemente inquinante, nell'ottica di una responsabilità sociale, ecologia e civile, anche per il futuro e il benessere delle nostre prossime generazioni. Chiaramente sarebbe un grave danno se tali edifici sorgessero nella zona del Parco Agricolo Sud di Milano, eliminando molto spazio oggi destinato a verde e a coltivazioni agricole, luogo appetibile per molte imprese edificatrici. Ripeto, però, il danno sarebbe comunque arrecato anche se tali costruzioni sorgessero in altri luoghi: le conseguenze sarebbero abbastanza temibili e di carattere irreversibili sotto molti aspetti, come insegna e testimonia il caso di Brescia, denunciato da Report.
Personalmente come consigliere, appoggiando e aderendo convintamente alla petizione e alla mobilitazione, chiederò alla commissione territorio di indire una riunione con all'ordine del giorno l'esame del progetto, della sua portata e della sua rilevanza e di esprimere, forti delle denunce scientificamente fondate della Federazione Medicina Generale, nonchè di noti studiosi e ambientalisti italiani, parere contrario al progetto stesso e alla sua realizzazione, sottolineando il carattere di opposizione generale e universale alla costruzione di tali sistemi, in qualsiasi parte e luogo della città. Il Parco Agricolo Sud di Milano è un patrimonio territoriale e ambientale da conservare, tutelare, incentivare, su cui investire economicamente e culturalmente. Sarebbe un delitto permettere che questo scempio avvenga, come sarebbe deleterio per il futuro della città e la sua vivibilità accogliere questa proposta.
Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Stati Generali della Sinistra a Milano
Programma dei Lavori
Sabato 1 Dicembre
- ore 14.00/ 17.30
Assemblea plenaria introduttiva
Centro Congressi della Provincia, via Corridoni 16 - ore 17.30/ 19.30
Forum su: Lavoro e Welfare – 1a seduta
Centro Congressi della Provincia, via Corridoni 16 - ore 17.30/ 19.30
Forum su: Ambiente e Territorio – 1a seduta
Aula del Consiglio Provinciale, corso Monforte 35 - Forum su: Metropoli, Culture e Differenze – 1a seduta
Camera del Lavoro, Sala Di Vittorio, corso di Porta Vittoria, 43 - ore 17.30/ 19.30
Forum su: Diritti civili e laicità – 1a seduta
Camera del Lavoro, Sala Buozzi, corso di Porta Vittoria, 43
Domenica 2 Dicembre
- ore 9.30/ 12.00
Forum su: Lavoro e Welfare – 2a seduta
Centro Congressi della Provincia, via Corridoni, 16 - ore 9.30/ 12.00
Forum su: Ambiente e Territorio – 2a seduta
Aula del Consiglio Provinciale, corso Monforte 35 - ore 9.30/ 12.00
Forum su: Metropoli, Culture e Differenze – 2a seduta
Camera del Lavoro, Sala Di Vittorio, corso di Porta Vittoria, 43 - ore 9.30/ 12.00
Forum su: Diritti civili e laicità – 2a seduta
Camera del Lavoro, Sala Buozzi, corso di Porta Vittoria, 43 - ore 12.30/ 14.00
Assemblea plenaria conclusiva
Centro Congressi della Provincia, via Corridoni, 16
Nasce il coordinamento La Sinistra Zona 6
NASCE IL COORDINAMENTO LA SINISTRA ZONA 6
Dopo diversi incontri di preparazione tenutisi negli scorsi mesi e la riuscita assemblea pubblica del 15 ottobre al Teatro Edy, le realtà presenti e firmatarie hanno deciso di costituirsi in coordinamento delle Forze Politiche e Gruppi consiliari della Sinistra di Zona 6, ( La Sinistra Zona 6) al quale partecipano cittadini e consiglieri iscritti ai partiti della sinistra ed aperto a tutti coloro che si riconoscono nel percorso.
Lobbiettivo immediato è di individuare proposte di lavoro e di portare avanti il confronto con la cittadinanza e le realtà della zona 6.
E intenzione del Coordinamento rilanciare la presenza e la forza delle istanze della sinistra nella nostra zona, come è negli obbiettivi del dibattito che si svolge a livello nazionale, ed negli analoghi Coordinamenti in formazione a livello dei Consigli Provinciali e Comunali, nonché offrire al territorio ed alle realtà presenti un interlocutore unico ed il più possibile efficace, utile anche a favorire il processo di partecipazione attiva dei cittadini.
Partiti e Gruppi Consigliari Zona 6
PRC PdCI - Sin.Dem. - Lista Fo - Verdi SDI (Sez.Arnaudi)
indirizzo e_mail: lasinistrazona6@gmail.com
Autunno e diritti gay: cosa ci aspetta?
Autunno e diritti gay: cosa ci aspetta?
di Stefano Bolognini
Mercoledì 12 Settembre 2007
www.gay.it
Autunno caldo per il Parlamento italiano. Si parlerà di finanziaria, pensioni, legge elettorale. E i diritti gay? Ne parliamo con la pattuglia dei parlamentari lgbt. Sorprese da Alleanza Nazionale.
In agenda ci sono i grandi temi della politica: finanziaria, pensioni, legge elettorale, e, sullo sfondo, la costituzione del partito democratico, che scompaginerà completamente lo scacchiere politico.
A Camere chiuse la mobilitazione permanente per diritti e pari dignità della militanza gay, annunciata nel gennaio scorso, non ha avuto battute di tregua con numerose manifestazioni (ben quattro contro diversi sindaci omofobi) e decine di interventi su casi nazionali ed internazionali.
La questione omosessuale (insieme ai grandi temi della laicità: testamento biologico e legge 194) "cova sotto la cenere", pronta ad infiammare cronache ed animi, per un ottimista Franco Grillini, di Sinistra democratica: «Sarà un autunno densissimo, e saremo al centro della vicenda politica anche perché le gerarchie ecclesiastiche hanno acceso i riflettori su eutanasia ed aborto, grandi temi, insieme al pacchetto dei diritti gay, che hanno a che vedere con la laicità. Il silenzio su diritti civili, tema totalmente assente nelle primarie del Partito democratico, è solo temporaneo».
Ci attendono ancora molte parole e grandi dibattiti ideologici allora «I CUS sono in discussione in Senato - smentisce Grillini -, e Cesare Salvi ha promesso un voto in autunno. Con il voto assisteremo ad una svolta sia nell'atteggiamento degli omosessuali verso i partiti sia nella nostra azione politica dei prossimi anni. Alla Camera arriverà poi il pacchetto antiviolenza e vedremo, anche qui, se, come ha chiesto la Ministra Barbara Pollastrini in Consiglio dei ministri, avrà una corsia preferenziale o se si arenerà in qualche commissione. Noi lo marchiamo a vista».
Nino Strano, senatore di Alleanza nazionale, del quale "La Repubblica" paventava "presunte simpatie omosessuali", si fa portavoce di possibili maggioranze trasversali per i diritti civili: «La situazione dei diritti pare essersi impantanata per la marcia indietro della maggioranza, il centro della maggioranza ha puntato i piedi. L'opposizione non è favorevole a promulgare alcuna legge ma c'è un'ala liberale, che mi sento di rappresentare in pieno, che spinge su questa questione. Mi sembra assurdo che nel 2007 si stia ancora a parlare di diritti civili che non sono altro che diritti umani. Se il contenitore devono essere i Dico, i Cus o altro facciamoli in fretta, siamo l'ultimo vagone dell'Europa».
Parco Teramo:i lavori di riqualificazione previsti, bilancio 2008