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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 22 Ottobre, 2008 - 12:04

Festa per una Scuola di qualità

Una segnalazione:
Il comitato delle scuole zona 3 di milano vi invita alla festa "PER UNA SCUOLA DI QUALITA'", che si terrà in Piazza Leonardo da Vinci a Milano sabato 25 ottobre, dalle 14 alle 19.
Festa per una Scuola di Qualità
Giochi, parole, musica e panini a tempo pieno
 
Sabato 25 ottobre
Piazza Leonardo da Vinci
- mezzi pubblici: tram 33, 23, filobus 90, 91, MM 2 fermata Piola -
Dalle 14,00 alle 16,30: animazione e giochi per bambini con i Centri Rousseau, laboratori teatrali, esibizione dei ginnasti della Società Propatria, atelier di writing, storie cantate da Giovanni Caviezel e storie animate dagli Amici della Casa del Sole del Parco Trotter, danze popolari, giochi circensi con gli allievi della Piccola scuola di circo e molto altro.
Dalle 16,30 alle 19,00: Parole, musica e cabaret per una buona scuola, con l’Orchestra di via Padova, i Teka-pi e molti altri artisti. Non mancheranno un video-intervento di Moni Ovadia e una sorpresa-cabaret con gli artisti di Zelig.
 
La festa è aperta a tutti, grandi e piccini,
da 0 a 110 anni. Vi aspettiamo numerosi!
Portate una buona torta!!
Per una Scuola Piena di… Tempo
A cura del comitato per una scuola di qualità delle scuole di zona 3

Martedì, 21 Ottobre, 2008 - 11:41

un saluto a Vittorio Foa

Nato a Torino il 18 settembre 1910, morto a Formia il 19 ottobre 2008, laureato in giurisprudenza, dirigente socialista e sindacale.
Dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita all’Università di Torino nel 1931, matura un particolare interesse per gli studi economici. Amico di Leone Ginzburg, nel 1933 si avvicina al gruppo antifascista di "Giustizia e Libertà" e collabora, con lo pseudonimo di Emiliano, agli omonimi quaderni che Carlo Rosselli pubblica a Parigi.
Nel maggio del 1935, denunciato dall’agente dell’OVRA Dino Segre (noto, col nome di scrittore, come Pitigrilli), Foa è arrestato con altri sei antifascisti e deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Quei giudici - considerando un’aggravante che egli, in alcuni articoli economici, avesse chiarito che, sotto lo schema corporativo del regime fascista, in realtà si celava la subordinazione dello Stato ai grandi gruppi di potere finanziari e industriali – furono con Foa particolarmente duri. Lo condannarono infatti a quindici anni di carcere. Era il febbraio del 1936 e il giovane antifascista passò otto anni nelle celle dei penitenziari di Roma, Civitavecchia e Castelfranco Emilia. Fu scarcerato dopo la caduta di Mussolini, ma occorsero gli scioperi di Milano e Torino e le pressioni dei commissari delle Confederazioni sindacali, Buozzi e Roveda, su Badoglio, prima che il governo del generale lasciasse tornare in libertà Foa e gli altri antifascisti. Così Foa passa, dal carcere, all’illegalità nella Resistenza.
Rappresentante del Partito d’Azione nel CLN del Piemonte, rappresenta poi il suo partito nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, occupandosi tra l’altro, della stampa clandestina e scrivendo di riforme economiche e sociali e di democrazia operaia. Dopo la Liberazione, è membro della Direzione del PdA e deputato alla Costituente, dando un determinante contributo alla stesura degli art. 39 e 40 della Costituzione, sulla libertà di organizzazione sindacale e sul diritto di sciopero.
Nel 1948 entra nella CGIL con incarichi di direzione all’Ufficio economico. Deputato socialista per tre legislature, nel 1955 Vittorio Foa diventa segretario nazionale della FIOM. Due anni dopo entra nella Segreteria della CGIL.
E’ nel 1970 che Foa decide di lasciare gli incarichi sindacali, per dedicarsi agli studi. Insegna Storia contemporanea nelle Università di Modena e di Torino, ma non si estrania dalla vita politica. Dal 1987 al 1992 è senatore, eletto nelle liste del PCI e poi del PDS come indipendente. Tra i suoi tanti scritti vale ricordare: La cultura della CGIL-Scritti e interventi 1950-1970 del 1984, Il Cavallo e la Torre. Riflessioni su una vita del 1991, Questo Novecento del 1996, Lettere della giovinezza. Dal carcere 1935-1943 del 1998.
Negli ultimi anni Foa ha stabilito il suo domicilio in provincia di Latina, a Formia, con Sesa Tatò, che ha sposato dopo che per molti anni è stata sua compagna. L’11 agosto del 1998, il Consiglio comunale di Formia ha conferito, all’unanimità, a Vittorio Foa la cittadinanza onoraria "per meriti civili e culturali".
La notizia della morte di Vittorio Foa è stata data, d’intesa con la famiglia, dal segretario del Partito democratico Walter Veltroni. «È un immenso dolore per noi, per il popolo italiano, è un immenso dolore per gli italiani che credono nei valori di democrazia e libertà, per l’Italia che lavora, per il sindacato a cui Vittorio Foa ha dedicato la parte più importante della sua vita», ha dichiarato Veltroni in una nota. «È un dolore per me personalmente perchè Vittorio Foa incarnava ai miei occhi il modello del militante della democrazia, un uomo con una meravigliosa storia di sofferenza, di lotta e di speranza, un uomo della sinistra e della democrazia, mosso da un ottimismo contagioso e da un elevatissimo disinteresse personale», ha sottolineato ancora. «A Sesa, ai figli ci stringiamo con affetto. Penso che tutto il paese senta Vittorio Foa come uno dei suoi figli migliori», ha concluso il segretario del Pd.
Del cordoglio del paese si è fatto interprete il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Partecipo con profonda commozione personale al generale cordoglio per la scomparsa di Vittorio Foa. Egli è stato senza alcun dubbio una delle figure di maggiore integrità e spessore intellettuale e morale della politica e del sindacalismo italiano del Novecento. La sua dedizione alla causa della libertà, cui pagò da giovanissimo un duro prezzo nelle carceri fasciste, la sua partecipazione alla Resistenza, il suo appassionato e illuminato impegno nell’Assemblea Costituente e nel Parlamento repubblicano, la sua piena identificazione – da combattivo dirigente della CGIL e da studioso – con il mondo del lavoro, gli hanno garantito un posto d’onore nella storia dell’Italia repubblicana. Egli ha dato prove esemplari del suo disinteresse e del suo rigore e ha vissuto i suoi ultimi anni con riserbo e sobrietà, rompendo in rare occasioni il silenzio per trasmettere messaggi sempre lucidissimi di fede nei valori democratici e costituzionali. Anche per il lungo rapporto di fraterna amicizia e di vivissima stima che a lui mi ha legato, mi associo con affetto al dolore dei famigliari e di quanti gli sono stati più vicini".
A sua volta Vannino Chiti, vice presidente del Senato, ha affermato: “A Foa abbiamo guardato come ad un esempio luminoso”…” alla sua lucidità di pensiero, alla sua vita esemplare colma di battaglie in difesa della democrazia e della pace, dei valori fondanti della Repubblica e della Costituzione, del lavoro e della giustizia sociale”. Gianfranco Rotondi – ministro per l’Attuazione del programma - ha a sua volta affermato: “E’ un giorno di lutto per l’Italia. Se ne va uno degli uomini che hanno segnato la storia culturale della sinistra nel nostro Paese”.

www.anpi.it

Martedì, 21 Ottobre, 2008 - 11:17

L'acqua non è una merce , ma un diritto di tutti

L'acqua non è una merce , ma un diritto di tutti.

Segnalo l'interessante articolo di Emilio Molinari apparso sull'Unità di oggi sulla privatizzazione dell'acqua

Martedì, 21 Ottobre, 2008 - 10:31

Milano capitale della mafia - di Gianni Barbacetto

A CENTO PASSI
DAL MUNICIPIO
Milano capitale della mafia
di Gianni Barbacetto - 9 ottobre 2008
I boss stanno a cento passi da Palazzo Marino, dove il sindaco di Milano Letizia Moratti lavora e prepara l’Expo 2015. O li hanno già fatti, quei cento passi che li separano dal palazzo della politica e dell’amministrazione? Certo li hanno fatti nell’hinterland e in altri centri della Lombardia, dove sono già entrati nei municipi.
Comunque, a Milano e fuori, hanno già stretto buoni rapporti con gli uomini dei partiti.
«Milano è la vera capitale della ’Ndrangheta», assicura uno che se ne intende, il magistrato calabrese Vincenzo Macrì, della Direzione nazionale antimafia. Ma anche Cosa nostra e Camorra si danno fare sotto la Madonnina. E la politica? Non crede, non vede, non sente. Quando parla, nega che la mafia ci sia, a Milano. Ha rifiutato, finora, di creare una commissione di controllo sugli appalti dell’Expo. Eppure le grandi manovre criminali sono già cominciate.
Ne sa qualcosa Vincenzo Giudice, Forza Italia, consigliere comunale di Milano, presidente della Zincar, società partecipata dal Comune, che è stato avvicinato da Giovanni Cinque, esponente di spicco della cosca calabrese degli Arena. Incontri, riunioni, brindisi, cene elettorali, in cui sono stati coinvolti anche Paolo Galli, Forza Italia, presidente dell’Aler, l’azienda per l’edilizia popolare di Varese. E Massimiliano Carioni, Forza Italia, assessore all’edilizia di Somma Lombardo, che il 14 aprile 2008 è eletto alla Provincia di Varese con oltre 4 mila voti: un successo che fa guadagnare a Carioni il posto di capogruppo del Pdl nell’assemblea provinciale. Ma è Cinque, il boss, che se ne assume (immotivatamente?) il merito, dopo aver mobilitato in campagna elettorale la comunità calabrese.
Ne sa qualcosa anche Loris Cereda, Forza Italia, sindaco di Buccinasco (detta Platì 2), che non trova niente di strano nell’ammettere che riceveva in municipio, il figlio del boss Domenico Barbaro. Lui, detto l’Australiano, aveva cominciato la carriera negli anni 70 con i sequestri di persona e il traffico di droga. I suoi figli, Salvatore e Rosario, sono trentenni efficienti e dinamici, si sono ripuliti un po’, hanno studiato, sono diventati imprenditori, fanno affari, vincono appalti. Settore preferito: edilizia, movimento terra. Ma hanno alle spalle la ’ndrina del padre. Cercano di non usare più le armi, ma le tengono sempre pronte (come dimostrano alcuni bazooka trovati a Buccinasco). Non fanno sparare i killer, ma li allevano e li allenano, nel caso debbano servire. Salvatore e Rosario, la seconda generazione, sono arrestati a Milano il 10 luglio 2008. Eppure il sindaco Cereda non prova alcun imbarazzo.
Ne sa qualcosa anche Alessandro Colucci, Forza Italia, consigliere regionale della Lombardia. «Abbiamo un amico in Regione», dicevano riferendosi a lui due mafiosi (intercettati) della cosca di Africo, guidata dal vecchio patriarca Giuseppe Morabito detto il Tiradritto. A guidare gli affari, però, è ormai il rampollo della famiglia, Salvatore Morabito, classe 1968, affari all’Ortomercato e night club («For a King») aperto dentro gli edifici della Sogemi, la società comunale che gestisce i mercati generali di Milano. È lui in persona a partecipare a una cena elettorale in onore dell’«amico» Colucci, grigliata mista e frittura, al Gianat, ristorante di pesce. Appena in tempo: nel maggio 2007 viene arrestato nel corso di un’operazione antimafia, undici le società coinvolte, 220 i chili di cocaina sequestrati.
Ne sa qualcosa anche Emilio Santomauro, An poi passato all’Udc, due volte consigliere comunale a Milano, ex presidente della commissione urbanistica di Palazzo Marino ed ex presidente della Sogemi: oggi è sotto processo con l’accusa di aver fatto da prestanome a uomini del clan Guida, camorristi con ottimi affari a Milano. Indagato per tentata corruzione nella stessa inchiesta è Francesco De Luca, Forza Italia poi passato alla Dc di Rotondi, oggi deputato della Repubblica: a lui un’avvocatessa milanese ha chiesto di darsi da fare per «aggiustare» in Cassazione un processo ai Guida.
Ne sa qualcosa, naturalmente, anche Marcello Dell’Utri, inventore di Forza Italia e senatore Pdl eletto a Milano. La condanna in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa si riferisce ai suoi rapporti con Cosa nostra, presso cui era, secondo la sentenza, ambasciatore per conto di «un noto imprenditore milanese». Ma ora una nuova inchiesta indaga anche sui suoi rapporti con la ’Ndrangheta: un altro imprenditore, Aldo Miccichè, trasferitosi in Venezuela dopo aver collezionato in Italia condanne a 25 anni per truffa e bancarotta, lo aveva messo in contatto con la famiglia Piromalli, che chiedeva aiuto per alleggerire il regime carcerario al patriarca della cosca, Giuseppe, in cella da anni. Alla vigilia delle elezioni, Miccichè prometteva a Dell’Utri un bel pacchetto di voti, ma chiedeva anche il conferimento di una funzione consolare, con rilascio di passaporto diplomatico, al figlio del boss, Antonio Piromalli, classe 1972, imprenditore nel settore ortofrutticolo con sede dell’azienda all’Ortomercato di Milano. Sentiva il fiato degli investigatori sul collo, Antonio. Infatti è arrestato a Milano il 23 luglio, di ritorno da un viaggio d’affari a New York. È accusato di essere uno dei protagonisti della faida tra i Piromalli e i Molè, in guerra per il controllo degli appalti nel porto di Gioia Tauro e dell’autostrada Salerno-Reggio.
Qualcuno si è allarmato per questa lunga serie di relazioni pericolose tra uomini della politica e uomini delle cosche? No. A Milano l’emergenza è quella dei rom. O dei furti e scippi (che pure le statistiche indicano in calo). La mafia a Milano non esiste, come diceva già negli anni Ottanta il sindaco Paolo Pillitteri. Che importa che la cronaca, nerissima, della regione più ricca d’Italia metta in fila scene degne di Gomorra?
A Besnate, nei pressi di Varese, a luglio il capo dell’ufficio tecnico del Comune è stato accoltellato davanti al municipio e si è trascinato, ferito, fin dentro l’ufficio dell’anagrafe, lasciando una scia di sangue sulle scale. Una settimana prima, una bottiglia molotov aveva incendiato l’auto del dirigente dell’ufficio tecnico di un Comune vicino, Lonate Pozzolo. Negli anni scorsi, proprio tra Lonate e Ferno, paesoni sospesi tra boschi, superstrade e centri commerciali, sono state ammazzate quattro persone di origine calabrese. Giuseppe Russo, 28 anni, è stato freddato mentre stava giocando a videopoker in un bar: un killer con il casco in testa, appena sceso da una moto, gli ha scaricato addosso quattro colpi di pistola. Alfonso Muraro è stato invece crivellato di colpi mentre passeggiava nella via principale del suo paese affollata di gente. Francesco Muraro, suo parente, un paio d’anni prima era stato ucciso e poi bruciato insieme alla sua auto.
L’ultimo cadavere è stato trovato la mattina di sabato 27 settembre in un prato di San Giorgio su Legnano, a nordovest di Milano: Cataldo Aloisio, 34 anni, aveva un foro di pistola che dalla bocca arrivava alla nuca. A 200 metri dal cadavere, la nebbiolina di primo autunno lasciava intravedere il cimitero del paese, in cui riposa finalmente in pace, benché con la faccia spappolata, Carmelo Novella, che il 15 luglio scorso era stato ammazzato in un bar di San Vittore Olona con tre colpi di pistola in pieno viso.
Milano, Lombardia, Nord Italia. È solo cronaca nera? No, Gomorra è già qua. Ma i politici, gli imprenditori, la business community, gli intellettuali, i cittadini non se ne sono ancora accorti.

Sabato, 18 Ottobre, 2008 - 18:58

A LEGNANO C’È UN SINDACO ILLEGALE.

PER VOLANTINARE DEVI CHIEDERE LA SUA AUTORIZZAZIONE!

Oggi alle ore 16.00 a Legnano i militanti della sinistra locale –Prc, Sd, PdCI, Verdi- distribuiranno dei volantini ai cittadini nella centrale piazza San Magno. Una perfetta non-notizia, direte, visto che cose del genere accadano ogni giorno in ogni angolo del nostro paese e della nostra regione. Invece no, la notizia c’è, perché a Legnano il Sindaco Lorenzo Vitali ha deciso di imporre ai suoi cittadini l’obbligo dell’autorizzazione preventiva e il pagamento di una tassa, nonché il divieto assoluto di volantinare in alcuni luoghi, tra cui anche piazza San Magno.

La vicenda sembra incredibile, ma è vera. I primi ad accorgersi della novità erano stati due aderenti a Sinistra Democratica, cacciati da una pubblica piazza da agenti della Polizia Locale, perché stavano volantinando senza autorizzazione. Lo stesso Sindaco, interrogato in Consiglio Comunale, ha poi confermato che il regolamento comunale per la disciplina della pubblicità andava applicata a ogni forma di comunicazione mediante volantino. Cioè, dal volantino politico fino a quello prodotto dal ragazzino alla ricerca del suo gattino scappato da casa.
Quindi, secondo il Sindaco Vitali, il cui partito, ironia della sorte, si chiama Popolo della Libertà, chiunque intenda distribuire anche un solo volantino deve fare preventiva “denuncia di diffusione volantini” all’Amga Legnano S.p.A., società multiservizi controllata dal Comune, e seguire la seguente procedura: depositare e far timbrare l’originale del volantino, indicare il numero esatto delle persone incaricate della distribuzione e pagare una tassa. Se l’Amga ritiene che quanto scritto nel volantino possa violare delle norme, allora potrà negare l’autorizzazione.
Insomma, la civilissima città di Legnano, appartenente alla Repubblica Italiana, si scopre improvvisamente proiettata in altri tempi e in altri luoghi, dove non vige più la Costituzione, né la legge. Infatti, l’articolo 21 della nostra carta costituzionale parla chiaro: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Tanto è vero che la legge, l’unica fonte normativa legittimata a disciplinare l’esercizio di tale diritto fondamentale dei cittadini, impone unicamente l’obbligo di scrivere sui volantini la data e il luogo della stampa.
L’applicazione del regolamento comunale sulla pubblicità commerciale a volantini di carattere politico o sociale è pertanto un grave e palese atto illegale e chiediamo quindi che venga rimosso immediatamente.
Se ciò non dovesse accadere e al fine di ristabilire il rispetto della legalità, chiederemo il doveroso intervento da parte del Prefetto di Milano.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer

http://www.lucianomuhlbauer.it

Sabato, 18 Ottobre, 2008 - 18:49

funzioni della Polizia Municipale a fronte novità ex L 125/08

 
 
c.a dell'Assessorato alla Sicurezza del Comune di Milano;
del Settore Sicurezza del Comune di Milano;
del Comando della Polizia Municipale di Zona 4;
del Comando Centrale della Polizia Municipale e del Comandante della Polizia Locale di Milano, Bezzon
e pc
del Consiglio di Zona 4 di Milano;
della Commissione Sicurezza del
Consiglio di Zona 4 di Milano
 
 
 
Interrogazione in merito alle funzioni attribuite alla Polizia Municipale a fronte delle nuove discipline legislative previste nella Legge luglio 2008, n. 125, conversione del decreto legge n. 92, facente parte del c.d. pacchetto sicurezza varato al fine di "contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegati all’immigrazione illegale e alla criminalità organizzata", e della normativa regionale 4/2003, avente come titolo “RIORDINO E RIFORMA DELLA DISCIPLINA REGIONALE IN MATERIA DI
POLIZIA LOCALE E SICUREZZA URBANA
 
 
Considerato
 
il testo legislativo della Legge 125/2008, conversione in legge del decreto legge n. 92, parte integrante del pacchetto sicurezza con l'obiettivo normativo di "contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegati all’immigrazione illegale e alla criminalità organizzata" e il testo legislativo precedentemente emanato da parte della Regione Lombardia, L.R. 4/2003, titolato “Riordino e riforma della disciplina regionale in materia di polizia locale e sicurezza urbana”
 
visto
 
il decreto del Ministero degli Interni emanato il 5 agosto 2008, in attuazione delle disposizioni di cui alla legge precedentemente menzionata, L 125/2008, che attribuisce ai sindaci poteri di emissione di ordinanze in materia di sicurezza urbana e di incolumità pubblica
 
constatato
 
che nel primo testo legislativo citato nel precedente paragrafo si evince all'Art. 6, “Modifica del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale”, le seguenti attribuzioni in capo allo stesso sindaco, e precisamente la sovraintendenza:
 
a) all'emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di
ordine e sicurezza pubblica;
b) allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di
polizia giudiziaria;
c) alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto. 2. Il sindaco, nell'esercizio delle funzioni di cui al comma 1, concorre ad assicurare anche la cooperazione della polizia locale con le Forze di polizia statali, nell'ambito delle direttive di coordinamento impartite dal Ministro dell'interno-Autorita' nazionale di pubblica sicurezza
 
considerato che
 
lo stesso testo di legge prevede attribuzioni nuove in capo all'organo della Polizia Municipale, in particolare all'articolo 7 dove si prospetta una più intensa e ravvicinata “collaborazione della polizia municipale e provinciale nell'ambito dei piani coordinati di controllo del territorio”
 
e in specifico si rileva
 
dallo stesso articolo legislativo che “il Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della giustizia, con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro della difesa, determina le procedure da osservare per assicurare, nel corso dello svolgimento di tali piani coordinati di controllo del territorio, le modalita' di raccordo operativo tra la polizia municipale, la polizia provinciale e gli organi di Polizia dello Stato»
 
visto
 
nello stesso articolo di legge al comma 4 nuove attribuzioni e poteri speciali conferiti al sindaco il quale, in qualità di ufficiale del Governo,  “adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento,  al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumita' pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente  comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione”
 
preso atto in diritto
 
del testo della legge Regionale 4/2003, “Riordino e riforma della disciplina regionale in materia di polizia locale e sicurezza urbana”, il quale, al TITOLO I (Disposizioni generali) Articolo 1 (Finalità e oggetto) si definisce come principio generale l'obbligo e il dovere istituzionale da parte della Regione di porre “la sicurezza urbana tra le condizioni primarie per un ordinato svolgimento della vita civile”, e in particolare, nei commi successivi, di prospetta e stabilisce che attraverso la legge stessa si vuole “incrementare i livelli di sicurezza urbana nel territorio regionale e nel pieno rispetto dell’esclusiva competenza statale in materia di ordine pubblico e sicurezza, definendo gli indirizzi generali dell’organizzazione e dello svolgimento del servizio di polizia locale dei comuni, delle provincie e delle loro forme associative, il coordinamento delle attività e l’esercizio associato delle funzioni, gli interventi regionali per la sicurezza urbana, la collaborazione tra polizia locale e soggetti privati operanti nel settore della vigilanza, nonché le modalità di accesso e la formazione degli operatori di polizia locale
 
Constatato in specifico e di fatto
 
che si sono verificati sul nostro territorio circoscrizionale, e anche in diversi altri contesti di quello comunale, situazioni di intervento in cui si sarebbe richiesto un impiego degli ufficiali di pubblica sicurezza della Polizia di Stato ma che hanno visto, invece, la presenza e la disposizione di ufficiali della Polizia Municipale, spesso non preparati ad adempiere a funzioni a loro non attribuibili, quali quelle di reprimere e perseguire fatti già compiuti o in atto di essere compiuti
 
in particolare
 
ci si riferisce alla gestione dell'intervento avvenuto lo scorso luglio 2007 all'interno del Parco Cassinis, che ha presentato forti carenze e difficoltà, a causa dell'impiego di agenti della Polizia Municipale in un compito e in una funzione a loro non attribuibile, oppure ci si riferisce agli sgomberi dei campi nomadi, spesso effettuati da parte della Polizia Municipale, pur non essendo questa funzione a loro attribuita
 
in specifico
 
risultano abbastanza gravi le denunce espresse da un vigile urbano il 4 luglio in merito al suddetto intervento, dove si rilevava l’esistenza di un nucleo informale di 30 vigili, che si sarebbe addestrato in autonomia in arti marziali e che avrebbe acquistato e usato delle armi improprie
 
Si chiede
 
-          All'Assessorato alla Sicurezza del Comune di Milano e all'Amministrazione Comunale di indicare i criteri e gli indirizzi adottati dopo l'emanazione delle disposizioni espresse dalla Legge  125/2008 e, soprattutto, di definire un provvedimento che tenti di assicurare la separazione delle funzioni tra i due organi, oggi sempre maggiormente imprecise e imprecisate, spesso oggetto di valutazioni arbitrarie da parte di interpreti amministratori locali delle disposizioni normative in merito, a causa della troppa genericità del testo stesso. Questa richiesta viene espressa a fronte di prassi di fatto che definiscono una lenta e graduale modifica del ruolo e della funzione della Polizia Municipale che da pura vigilanza del territorio e prevenzione diventa organo suppletivo delle funzioni attribuite per legge all'organo della Polizia dello Stato;
-          nell'assicurare l'ottemperanza delle norme si chiede allo stesso Assessorato e all'Amministrazione Comunale di farsi promotrice di un'azione di indagine e di verifica in seguito ai fatti accaduti, come testimonia il caso successo presso Parco Cassinis lo scorso luglio 2007, oppure i vari sgomberi dei campi nomadi presenti sul territorio circoscrizionale, presso il Comando della Polizia Municipale di Milano, e verificare le disposizioni che sono state espresse ai Comandi decentrati, quale quello di Zona 4 di Milano, in materia di intervento;
 
in specifico
 
-          sugli stessi fatti accaduti al Parco Cassinis il 4 luglio 2007 ancora, a distanza di un anno, non sono stati definiti passaggi oscuri circa l’andamento della triste vicenda, e, pertanto,
 
si chiede
 
-          al Comando della Polizia Municipale di Milano se siano in atto inchieste interne circa la presenza di un “gruppo informale”, come testimoniano alcune testimonianze pubbliche rilasciate su Repubblica e se tali inchieste siano state concluse, qualora sussistano, e quali siano stati i risultati addotti dalle medesime
 
Si chiede infine,
 
-          All’Assessorato alla Sicurezza del Comune di Milano e all'Amministrazione Comunale quali siano la ratio e le motivazioni, nonché le modalità con cui sono state prese, di alcuni provvedimenti che hanno visto da parte del sindaco provvedere a emettere decisioni e provvedimenti indirizzati a singole categorie, ora sempre più estese nella loro portata, e se tali disposizioni siano precedenti che avvallino una revisione totale dei poteri, forte delle disposizioni legislative di nuovo varo, accentrando nella figura del sindaco competenze in materia di ordine pubblico e sicurezza, prima esclusive funzioni in capo al Prefetto, determinando, così, una sovrapposizione di ruoli e di funzioni che non garantiscono quella chiarezza necessaria per la cittadinanza, utente e destinataria primaria delle disposizioni, soprattutto nella materia considerata, come testimonia la portata dell’articolo 2 del decreto del Ministro dell’Interno del 5 agosto 2008, titolato “Interventi del sindaco”
 
E in particolare,
 
-          In base all’ultimo decreto attuativo del Ministero dell’Interno, 5 agosto 2008, si interroga l’Assessorato alla Sicurezza del Comune di Milano e l’Amministrazione Comunale su come si intenda dare pubblicità ai divieti espressi nelle future ordinanze e come saranno definite le regole applicative per gli agenti della Polizia Municipale, indirizzando necessari interventi che evitino abusi, anche in virtù della tutela professionale degli stessi agenti
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 18 Ottobre, 2008 - 18:45

apertura servizio bibliotecario e miglioramento qualitativo

Alla c.a.
dell'Assessorato alla Ricerca, Innovazione, Capitale Umano del Comune di Milano;
dell'Assessorato alle Infrastrutture, Lavori Pubblici del Comune di Milano;
 del Settore Infrastrutture del Comune di Milano;
del Settore all'Innovazione del Comune di Milano;
del Consiglio di Zona 4 di Milano;
del Settore Zona 4 di Milano

 
 
Oggetto: intenzioni circa l’ampliamento quantitativo dell’apertura del servizio bibliotecario nella città di Milano e, in particolare, nella Zona 4
 
vista
 
la delibera approvata dal Consiglio di Zona 4 nella seduta di giovedì 8 marzo 2007, avente come oggetto “riorganizzazione servizio bibliotecario”, rafforzativa della precedente delibera approvata in materia dallo stesso Consiglio di Zona 4 nella seduta di giovedì 5 ottobre 2006, avente come oggetto “Per il ripristino dell’orario serale di apertura delle biblioteche”
in particolare
 
considerato che
 
nella parte dispositiva del testo della delibera, da me proposta sotto forma di mozione, e sottoscritta da diversi consigliere e consiglieri, si chiede
  • All’Amministrazione Comunale e, in particolare, al Settore Biblioteche del Comune di Milano, all’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, data la natura politico amministrativa dell’intervento, di “applicare progressivamente e uniformemente in tutta la rete bibliotecaria cittadina l’orario di apertura continuativo protratto fino alle ore tardo serali, nonché una effettiva offerta culturale diversificata, dalle postazioni audio-video collegate ad internet alle manifestazioni culturali organizzate in sede”;
  • a rilanciare le molteplici funzioni della struttura bibliotecaria attraverso un’attività di riconsiderazione in senso qualitativo delle offerte di impiego del tempo libero per i cittadini residenti nelle rispettive zone, realizzabile attraverso una politica culturale di ampio respiro sia nel metodo che nel merito;
  • ad aumentare l’organico comunale destinato alle biblioteche lungo tutto l’orario di apertura, assicurando la professionalità della mansione lavorativa e della sua funzione non ascrivibile a semplice e mera custodia del patrimonio bibliografico presente, garantendo, così, un’uniformità della durata di accessibilità al servizio giornaliero che possa prevedere la copertura anche negli orari serali, assicurando una giusta e più equa ripartizione dell’utenza, oggi costretta a insistere su un numero insufficiente di strutture disponibili nella fascia serale, spesso post lavorativa e più interessante per diverse categorie di studentesse e studenti lavoratori e di cittadine e cittadini utenti del servizio;
  • a garantire, infine, lo spazio bibliotecario come spazio di non pura e mera conservazione, come avviene in alcune realtà bibliotecarie, esempio ne è la Biblioteca Sormani, ma di accesso del pubblico alla conoscenza, al sapere e alla lettura, consultazione, nonché all’usufruizione di iniziative aggregative culturali
 
constatato che
 
a distanza di 19 mesi dall'approvazione dell’ultima delibera in merito e di circa 2 anni dall'approvazione della prima delibera, entrambe da parte del Consiglio di Zona 4, gli orari di servizio delle biblioteche in zona non sono aumentati e non stati estesi nelle fasce serali e, soprattutto, si nota una riduzione notevole del personale adibito tale per cui alcune strutture, come la Biblioteca di Via Calvairate si è vista costretta a ridimensionare l’apertura del servizio all’utenza anche in fasce diurne in alcuni giorni settimanali, mentre nella Biblioteca ubicata presso il centro Civico di Via Oglio 18 si sospende il servizio il mercoledì mattina
 
si rileva, inoltre
 
che l’ultima delibera menzionava l’articolato della Legge Finanziaria 2007 in cui si provvedeva a garantire l’accesso da parte delle amministrazioni alle graduatorie dei concorsi ultimi effettuati per la qualifica di bibliotecario, non più in vigore, in quanto scaduta ma che eccezionalmente, a causa di un dilazionamento dell’indizione di nuovi concorsi per la categoria suddetta, poteva essere considerata vigente e funzionale ad assicurare un aumento dell’organico preposto nei diversi plessi bibliotecari civici
 
si chiede
 
-         al Settore Biblioteche del Comune di Milano se sussiste un programma, e i modi e le forme con cui quest’ultimo sarà avviato, di implementazione e di miglioramento quantitativo e qualitativo del servizio bibliotecario oggi presente nel Comune di Milano a livello rionale e centrale e quali sono i criteri adottati nell’inserimento di nuovo organico, conditio sine qua non è possibile rendere attuative le proposte inserite nelle rispettive delibere;
-         all'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano se esiste un progetto di intervento utile a garantire una gestione uniforme nei criteri di accesso e di elargizione del servizio bibliotecario, un aumento quantitativo dell’apertura delle diverse biblioteche rionali presenti nel Comune di Milano e una proposta utile a rendere tale servizio non solo mero prestito bibliografico ma, bensì, funzionale alla creazione di opportunità culturali aggregative condivise e partecipate con l’utenza e con le associazioni interessate, come avviene in diversi contesti comunali della Provincia di Milano,
-         All’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano se esiste una proposta, e secondo quali criteri e modalità sarà eseguita, utile e indirizzata all’ampliamento dell’organico oggi presente presso le diverse biblioteche rionali del Comune, unico presupposto necessario ad assicurare il carattere pubblico della gestione del servizio nelle sue varie forme e parti, nonché un’estensione esigibile ed esigita del servizio alla fascia oraria serale, in modo uniforme su tutto il territorio municipale;
-         Alla Commissione Biblioteche del Consiglio di Zona 4 di provvedere a inserire in un punto di un prossimo ordine del giorno, anche in vista dell’approvazione del bilancio per l’anno 2009, da parte del Comune di Milano, e, quindi, in attesa di avere una quantificazione degli stanziamenti previsti nelle voci di spesa e investimento riguardante il settore, il tema del miglioramento quantitativo e qualitativo del servizio bibliotecario, comprendendo anche un’analisi sulle attuali risorse disponibili e quelle necessarie, in vista di un’adeguata e puntuale attuazione dei deliberata presenti nei testi delle mozioni votate da parte del Consiglio stesso.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 18 Ottobre, 2008 - 18:45

futura destinazione dell’ex-macello di via Lombroso

 
Alla c.a.
dell'Assessorato alla Ricerca, Innovazione, Capitale Umano del Comune di Milano;
dell'Assessorato alle Infrastrutture, Lavori Pubblici del Comune di Milano;
 del Settore Infrastrutture del Comune di Milano;
del Settore all'Innovazione del Comune di Milano;
del Consiglio di Zona 4 di Milano;
del Settore Zona 4 di Milano
 
 
Oggetto: futura destinazione dell’ex-macello di via Lombroso, anche in vista della realizzazione della Città del Gusto in occasione dell’EXPO 2015
 
Considerata
 
L’area dell’ex Macello di Via Lombroso, considerata di elevato interesse architettonico anche e soprattutto per gli edifici in stile Liberty presenti all’interno dello spazio, oggi non sottoposte ad azioni di intervento riqualificante e manutentivo, non è aperta al pubblico 
 
Vista
 
L’intenzione da parte del Comune di Milano in convenzione con la società gestrice dell’Ortomercato, So.Ge.Mi, di avviare in occasione dell’EXPO 2015 un progetto di intervento inteso a istituire nella stessa area una “Città del Gusto”, interessante iniziativa e proposta, di cui, però, occorrerebbe conoscere in merito il cronoprogramma e l’impatto dello stesso intervento nel contesto in cui sarà inserito
 
Constatato
 
Che in una Commissione Territorio il Presidente della SoGeMi, Roberto Predolin, aveva avuto occasione di presentare in modo sommario e generale il progetto, considerando lo stesso come intenzione ormai certa e chiara in merito all’ampliamento delle attività dell’Ortomercato, in vista dell’EXPO 2015
 
Preso atto
 
Che allo stato attuale ancora non conosciamo come Consiglio di Zona 4 altre indicazioni particolare e maggiormente precise sull’intervento previsto, elemento, questo, importante per proseguire nell’analisi di un intervento riqualificatore di un’area che viene considerata di alto interesse artistico e architettonico
 
si chiede
 
-         all'Assessorato al Territorio del Comune di Milano se esiste un progetto di intervento indirizzato a rendere positivo e attuativo il progetto genericamente esposto in seduta di Commissione Consiliare da Roberto Predolin, presidente SoGeMi, considerando come necessarie indicazioni in merito ai tempi del medesimo, sia per la sua approvazione, definizione, sia per le varie fasi, esecutiva e definitiva che interessano il progetto nella sua complessità, sia per quanto concerne i criteri dell’assegnazione dell’appalto e le ditte che hanno mostrato interesse, al fine di valutarne la portata etica e, soprattutto, l’osservanza delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, sia infine, per quanto concerne la dimensione strutturale complessiva dell’intervento stesso;
-         Allo stesso Assessorato si chiede quali saranno le strutture utilizzate internamente all’ex Area Macelli di Via Lombroso, quali le loro singole destinazioni e, in caso di non universale utilizzo delle strutture per la Città del Gusto, quali saranno i progetti di riqualificazione e di riutilizzo che interesseranno le abitazioni non coperte da questa finalità;
-         Alla Commissione Territorio di provvedere a inserire in un punto di un prossimo ordine del giorno, anche in vista dell’approvazione del futuro Piano Opere Pubbliche Triennale, da parte del Comune di Milano, e, quindi, in attesa di avere una quantificazione degli stanziamenti previsti nelle voci di spesa e investimento riguardante il progetto e la sua fase di attuazione, il tema, invitando dirigenti del Settore Territorio del Comune di Milano, dell’Assessorato Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, progettisti e la stessa SoGeMi, affinché si possa avere un quadro preciso in merito all’intervento, alla sua dimensione territoriale, all’aspetto strutturale complessivo e, infine, gli impatti che possono esserci in merito al contesto in cui l’intervento è localizzato.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 18 Ottobre, 2008 - 18:44

Ecopass e futuro attuazione in via definitiva esperimento

Alla c.a.
dell'Assessorato alla Assessore alla Mobilità, Trasporti, Ambiente del Comune di Milano;
 del Settore Mobilità del Comune di Milano;
della Commissione Territorio e Viabilità del Consiglio di Zona 4 di Milano;
del Consiglio di Zona 4 di Milano;

 
 
Oggetto: prospettive in merito al futuro dell’attuazione in via definitiva dell’esperimento dell’Ecopass, a un anno di distanza dal suo avvio
 
 
Considerato
 
Che l’amministrazione comunale ha provveduto a rendere l’Ecopass nell’anno corrente attuativo in senso sperimentale e che, a conclusione di questa fase, proporrà alla cittadinanza residente in merito al futuro di tale provvedimento un sondaggio, di cui ancora non si conoscono in merito i contenuti e le modalità con cui verrà effettuato e definito
 
Preso atto
 
Di un sondaggio avviato da Repubblica Milano on-line dove sulla totalità delle lettrici e dei lettori vi sono stati pareri differenti in merito alla domanda “quale futuro per l’Ecopass”, e precisamente:
 
-         il 46% degli utenti, pari a 1301 voti, ha espresso il parere di "lasciare le cose come sono ora, facendo però pagare anche moto e motorini",
-         il 28%, ossia 800 voti, si è espresso per "estendere il pagamento alla circonvallazione della 90-91",
-         il 6% dei votanti non ha espresso nessun tipo di opzione in merito
 
Le opzioni che venivano proposte nel sondaggio erano le seguenti:
 
-         Lasciare le regole come sono ora, facendo però pagare anche le moto e i motorini;
-         Ritoccare al rialzo le tariffe attualmente in vigore;
-         Iniziare a tassare anche le auto a benzina euro 3 e i diesel euro 4 senza filtro antiparticolato;
-         Estendere l'area a pagamento alla circonvallazione della 90-91
-         Nessuna opzione in merito  
 
In particolare
 
È utile considerare che nelle risposte formulate in merito al sondaggio alcuni utenti hanno espresso la perplessità dell’utilità complessiva del provvedimento se oltre al provvedimento non vengono attuate forme e modalità, canali, di promozione di una mobilità pubblica e sostenibile, alternativa e competitiva rispetto all’utilizzo dell’automobile privata, uniche possibilità per ridurre la congestione del traffico privato in città,
 
precisamente
 
in merito è interessante evidenziare che un discreto numero di cittadine e di cittadini hanno manifestato la loro richiesta al Comune di avviare un percorso coerente, complessivo e strutturale, di estensione delle attuali piste ciclabili, oggi fortemente ridotte nella loro portata e non completato in molte realtà urbane, nonché dare attuazione all’esperienza del bike sharing, proposta, questa, più volte espressa dall’Assessorato alla Mobilità come intenzione ma mai soggetta a un disegno chiaro e a un progetto trasparente funzionale alla sua adeguata attuazione
 
constatato
 
che, inizialmente, l’avvio dell’esperimento Ecopass ha evidenziato forti lacune organizzative, che si sono, poi, prolungate nel tempo, in quanto gli sportelli informativi erano insufficienti e inadeguati rispetto alle domande degli utenti, il servizio telematico e telefonico di informazione ha palesato forti lacune strutturali e inefficienze, infine la segnaletica stradale era fortemente carente e spesso assente nelle zone interessate
 
visto
 
che tra pochi mesi, esattamente a gennaio, il Comune avvierà un sondaggio per valutare le richieste e le analisi da parte della cittadinanza in merito al futuro dell’esperimento Ecopass e della sua attuazione come provvedimento strutturale e permanente nell’ambito della politica amministrativa della mobilità comunale
 
PQM
 
Si chiede
 
-         All’Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano in quale modalità, secondo quali criteri e criteri verranno effettuate le consultazioni presso la cittadinanza residente in merito al provvedimento Ecopass e alla sua futura gestione e organizzazione, nonché se è prevista l’estensione della consultazione alle cittadine e cittadini non residenti nel Comune di Milano, ma quotidianamente presenti in città, in quanto lavoratrici o lavoratori, studentesse o studenti, comunque definibili nella loro complessità quali “city users”, interessati, pertanto, alle politiche gestionali della mobilità in entrata;
-         All’Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano se esista la volontà di provvedere a indire consultazioni in merito tramite iniziative e commissioni organizzate presso i Consigli Circoscrizionali, uniche realtà che potrebbero garantire un accesso più diffuso e più universale al sondaggio pubblico istituito al fine di valutare le direttive opportune e i criteri necessari per la futura gestione del provvedimento;
-         Allo stesso Assessorato, infine, se esistano già delle proposte in merito al futuro organizzativo e gestionale dell’esperimento dell’Ecopass, soprattutto in riferimento a misure utili a rendere competitivo e conveniente l’utilizzo dei mezzi pubblici ecocompatibili di trasporto e delle biciclette rispetto all’utilizzo del mezzo privato, unici provvedimenti, inseribili nel Piano della Mobilità, che possano innescare deterrenti all’uso dell’automobile e funzionali a garantire una decongestione del traffico urbano;
-         Alla Commissione Territorio e Mobilità del Consiglio di Zona 4 di provvedere a inserire tra i punti all’ordine del giorno di una prossima, si invita a renderla ravvicinata, riunione di commissione il tema della presente interrogazione, invitando dirigenti del Settore Amministrativo comunale, dell’Assessorato di competenza e, infine, la cittadinanza, affinché si possano preventivamente disporre proposte partecipate in merito
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 18 Ottobre, 2008 - 18:43

area verde Via Benaco

Milano, 25 settembre 2008

 
 
 
Alla c.a.
Della Direzione AMSA di Milano;
del Comando della Polizia Municipale di Zona 4;
del Settore Territorio del Comune di Milano;
della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano;
 
 
Interrogazione in merito alla non pulitura dell’area verde sita sulla parte del marciapiede di Via Benaco tra Via Brembo e Via Vallarsa e alla presenza di un’autovettura con vetri infranti non rimossa
 
Si segnala
 
che lungo il tratto del marciapiedi sito in Via Benaco, e precisamente nella parte compresa tra Via Tagliamento e Via Brembo, dopo la tosatura dell’erba avvenuta nelle ultime settimane nell’area verde esistente non sono stati prelevati i fili tosati, giacenti lungo il percorso del marciapiedi
 
si segnala altresì
 
che permane da diverso tempo, lungo lo stesso tratto di marciapiedi, la presenza di un’autovettura abbandonata a cui sono stati infranti i vetri delle portiere
 
si chiede
 
-         Alla Direzione dell’AMSA di provvedere, per quanto concerne la prima segnalazione, a rimuovere la presenza di erba tosata lungo il marciapiedi di Via Benaco nel tratto che va da Via Tagliamento a Via Brembo;
-         Al Comando della Polizia Locale di Zona 4 di provvedere a verbalizzare l’abbandono dell’autovettura parcheggiata lungo il tratto del marciapiedi di Via Benaco segnalato al secondo punto della presente interrogazione e di rimuovere lo stesso veicolo
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
 
 
 
 

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