HUMOR: AUGURI E BILANCI DI FINE ANNO
CON UN PO' DI UMORISMO E SENSO DELL'IRONIA, CHE CI POSSONO AIUTARE A VIVERE MEGLIO E A SUPERARE LE PICCOLE E GRANDI AVVERSITA' DELLA VITA!
Antonella
I bilanci del 2008 non sono uguali per tutti!
Per qualcuno:
E-participation: io cittadino che ancora "ci credo"
In questi giorni stavo pensando e rileggendo gli appunti degli interventi avutisi e succedutisi nella Conferanza promossa presso la Sala delle Tempere del Comune di Milano, "Cittadini che ci credono". E' stata molto vivace la discussione, ricca di spunti di analisi, riflessione, comparazione con altre esperienze amministrative e di proposte chiare, precise, puntuali, incisive.
Come potete sapere sono consigliere di zona 4 e sono molto interessato e attento alle questioni che riguardano l'accesso alla rete, la promozione del confronto e della partecipazione tramite internet, la diffusione dei saperi e dell'accesso ai saperi on-line, il file-sharing, la condivisione delle conoscenze e delle informazioni, le piattaforme wiki, l'abbattimento dei costi per le licenze e il rinnovo delle licenze in rete delle piattaforme presso le pubbliche amministrazioni, quali il free software e l'open source. Credo anche che sia giunto il momento di dare uno sviluppo coerente al progetto di copertura della città, e direi di tutto il territorio provinciale, Milano metropoli, della connessione wireless, già avviata a Venezia, Roma, Torino e, in molti piccoli comuni dell'hinterland, quali Buccinasco e Corsico. Obiettivo, è questo, in cui Milano si trova in netto ritardo rispetto alla tabella di marcia delle restanti capitali europee, mi sovviene Londra e Parigi, dove wireless è diffuso ormai da diversi anni.
Ritornando alla frase iniziale, che vuole essere sostanza di questa discussione che propongo, vorrei che si ripartisse con il definire una soluzione che dia coerentemente attivazione alle richieste e alle idee che sono soggiunte nel corso dell'incontro, promosso da Rete Civica di Milano. Come sapete molti Consigli circoscrizionali, tra cui quello in cui sono consigliere, il Consiglio di Zona 4, hanno fatto propria l'esperienza di "e-participation", aprendo discussioni all'interno del portale di partecipaMi.it sulle attività, iniziative e istanze da riportare e presentare all'organo di competenza politica primaria a livello territoriale, quali i consigli circoscrizionali.
Ho letto e riletto i documenti che riassumono i vari interventi e ho notato che, a parte le giuste critiche che venivano espresse da più parti sull'assenza di un adeguato decentramento sostanziale di competenze e poteri ai consigli circoscrizionali, oggi mere ratifiche di decisioni già prestabilite in altre sedi, oggi esautorati dalle pur semplici competenze primarie in materia di interventi urbanistici, territoriali, di manutenzione edilizia, scolastica, presenti in regolamenti sul decentramento di molte città europee, gli arrondisment parigini, oppure italiane, le municipalità romane, torinesi e, da ultimo fiorentine.
La e-democracy nel sistema attuale di società delle informazioni e delle comunicazioni, dove la tecnologia diventa strumento di accessi e condivisioni interessanti e avanzate, è un presupposto essenziale che aiuta a rendere reale la democrazia, in un'epoca di crisi della semplice "democrazia della delega" e nella necessaria ricerca di modelli partecipativi e collegiali di discussione e di condivisione di scelte.
La e-participation, quindi, è quel modello di accesso all'informazione e alla condivisione di scelte e di proposte, di discussione diretta con i rappresentanti amministratori, di formulazione di idee e di istanze, di collegialità diffusa in cui è possibile pronosticare forme di Meeting on-line regolato, ossia collegamenti istantanei nei forum e nelle assemblee pubbliche virtuali, con notevole risparmio di tempo e di risorse nell'organizzazione.
Mi ricordo che in quella sede avevamo proposto, su istanza di Fiorella, la necessità di avviare discussioni in diretto contatto con il Consiglio Comunale, per mediazione e promozione, nonchè facilitazione, nel senso informatico del termine, della Presidenza del Consiglio stesso, tramite la piattaforma "wiki", dove i vari interventi si sommano in modo interagente, tramite una sintesi finale che veda l'elaborazione di un documento condiviso e concepito come integrazione tra le proposte. Esperienze di questo tipo sono già ampiamente avviate a Como, Lecco, San Donato, Pavia con lo strumento istituzionale dell'Agenda e-21.
Ebbene ora, a un anno di distanza da quell'importante evento, occorre ripartire dai buoni propositi che si sono evidenziati, dando conseguenza coerente alle giuste analisi, istanze, migliorando e cercando di colmare le lacune che si sono verificate nella pars destruens, necessaria per addivenire a una soluzione propositiva, come avvenuto, del convegno.
La questione apre molti temi su cui, come amministratrici e amministratori di questa città dobbiamo attivarci e impegnarci, sia a livello comunale, un impegno, una discussione e una delibera a tale proposito è richiedibile da parte dei rappresentanti a Palazzo Marino, in una visione "bipartisan", mi si conceda l'espressione che, in questo ambito, credo sia necessaria e opportuna, sia a livello circoscrizionale, valorizzando i risultati già avutisi, seppure di modesta incisività, mi riferisco ai forum di discussione avviati su tale portale, alle piattaforme di inizio di moduli e-participation, di agende e-21, agli ordini del giorno presentati e recepiti con spirito universale e fuori dalle appartenenze coalizionali indirizzati a recepire tali modelli.
Una coerente proposta di attivazione delle Agende e-21 potrebbe dare concretizzazione all'avvio di un progetto di e-participation condiviso e collettivo, tramite la formula wiki.
Riprendiamo il percorso? Penso sia giunto il momento necessario e opportuno, partendo anche da un nuovo incontro e da una nuova assemblea, da gruppi di lavoro, formati da consigliere e da consiglieri di ogni livello, amministratrici e amministratori, assessorati competenti, coinvolgendo la Provincia di Milano, il Comune, i vari Comuni limitrofi e interessati, la Regione stessa, al fine di dare una coerente mappazione e proposta unitaria di sistema integrato.
Posso dire che mi rendo disponibile a "coronare" la proposta e l'obiettivo di una nuova e-participation nell'era dell'internet degli oggetti e della società delle nuove tecnologie come accessi ai saperi e alle informazioni condivise. E' un atto di trasparenza, terzietà delle istituzioni nell'ambito di una democrazia reale e sostanziale. Magari è virtuale? Ma è sempre un passo in avanti rispetto a un modello della semplice delega ormai esautorato di significato politico e da ridiscutere, arricchendolo con la formula avanzata della partecipazione.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 - Milano
Per le persone LGBT, 2008 da dimenticare
determinazione, anche per denunciare che nonostante vi siano stati alcuni annunci, come la proposta di legge sui Didore, le norme anti omofobia declamate dalla Carfagna, tutto è drammaticamente fermo, anzi la vita concreta degli omosessuali italiani sta vistosamente peggiorando.
www.arcigay.it
HUMOR: Due popoli, uno Stato.
Posted by Arnald under Diversamente occupati
l'ennesima ingiustizia...pensioni & lavoro elezioni sardegna
PENSIONI & LAVORO
Movimento Politico e di Opinione
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e-mail: valentinuzzi.c@fiscali.it casella postale 1129 20101 Milano
Bagnone in Lunigiana, addì 29 dicembre 2008
GAZA: finirà mai questa guerra?!?!
Questo documento straordinario sanciva certi impegni: “Lo Stato di Israele si dedicherà allo sviluppo di questo paese per il bene di tutti i suoi cittadini ; sarà fondato sui principi di libertà, giustizia e pace, e sarà guidato dalla visione dei profeti di Israele; garantirà pieni e eguali diritti, sociali e politici, a tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalle differenze di religione, di razza o di sesso; tutelerà la libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura".
Certo, la dichiarazione di indipendenza di Israele non ripudia la guerra, come affermato nella nostra Costituzione, ma c'è da chiedersi, come ha fatto Mustafa Barghouti:
Data la tragicità della guerra tra Israele e il popolo palestinese e i tanti morti a Gaza e nel sud di Israele, riporto qui di seguito altri contributi di informazione e riflessione.
AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE PROTEZIONE PER I CIVILI A GAZA E NEL SUD D'ISRAELE
Amnesty International ha chiesto alle forze israeliane e ai gruppi armati palestinesi di porre immediatamente fine agli attacchi illegali contro Gaza e il sud d'Israele, che a partire da sabato 27 dicembre hanno causato
la morte di almeno 280 civili palestinesi e di due civili israeliani.
I bombardamenti sulla Striscia di Gaza hanno provocato il piu' alto numero di morti e feriti mai registrato in quattro decenni di occupazione israeliana: tra le vittime palestinesi vi sono decine di civili non armati e di poliziotti che non stavano prendendo parte alle ostilita'.
'L'uso sproporzionato della forza da parte di Israele e' illegale e rischia di provocare ulteriore violenza in tutta la regione' - ha
dichiarato Amnesty International. 'L'escalation di violenza e' arrivata in un momento in cui la popolazione di Gaza gia' era impegnata in una lotta quotidiana per la sopravvivenza, a causa del blocco israeliano che impedisce l'ingresso anche di viveri e medicinali'.
'Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi condividono la responsabilita' per l'escalation. I continui lanci di razzi sulle citta' e i villaggi israeliani sono illegali e non possono essere giustificati in alcun modo' - ha proseguito Amnesty International, che ha sollecitato la comunita' internazionale a intervenire senza indugio per garantire che i civili intrappolati nella violenza siano protetti e che il blocco di Gaza sia rimosso.
L'ultimo pesante attacco ha portato a 650 il numero dei palestinesi uccisi quest'anno dalle forze israeliane: almeno un terzo delle vittime, tra cui 70 bambini, erano civili. Nello stesso periodo, i gruppi armati palestinesi hanno ucciso 25 israeliani, 16 dei quali civili, tra cui quattro bambini. Negli ultimi otto anni la violenza israelo-palestinese ha causato la morte di circa 5000 palestinesi e 1100 israeliani. La maggior parte delle vittime da entrambi i lati erano civili e tra esse figurano circa 900 bambini palestinesi e 120 bambini israeliani.
Nelle ultime settimane le agenzie delle Nazioni Unite, che provvedono all'80 per cento del fabbisogno alimentare di un milione e mezzo di abitanti, hanno ripetutamente protestato contro il rifiuto israeliano di consentire l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza.
Il blocco israeliano ha fatto si' che la tregua di cinque mesi e mezzo tra Israele, Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi migliorasse di poco o niente la vita della popolazione di Gaza. La tregua e' di fatto cessata il 4 novembre, quando le forze israeliane hanno ucciso sei militanti palestinesi e una scarica di razzi palestinesi ha colpito le citta' e i villaggi del sud d'Israele.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 29 dicembre 2008
Vittorio Arrigoni"
Finalmente una Commissione Antimafia in Comune?
Penso anche alle molteplici iniziative che, a livello di società civile, sono state prese per chiedere semplicemnte al Consiglio Comunale di adottare l'attuazione di un articolo del Regolamento consiliare e della Statuto del Comune, ossia l'istituzione di una Commissione Speciale a termine che agisca politicamente a evidenziare le responsabilità politiche del fenomeno dilagante della corruzione e della mafia a Milano. Varie sono state, infine, le interrogazioni, le mozioni, una delle quali presentata in Consiglio di Zona 4 a Milano, dove si richiedeva la riapertura del bando per l'assegnazione dei beni confiscati alla mafia, dovere e obbligo da parte del Comune, bando andato quasi deserto a causa del periodo in cui è stato disposto, agosto, e a causa dell'assenza di un'adeguata e richiedibile promozione e pubblicizzazione del medesimo ai diretti interessati, le associazioni e le cooperative. Non solo: in Consiglio Comunale alcuni consiglieri della Sinistra hanno presentato un'interrogazione rivolta all'amministrazione circa la non adempienza di un percorso istituzionale volto a conoscere le cause politiche di un fenomeno inquietante e ammorbante quale il dilagare della corruzione derivata dalla macrocriminalità organizzata. Le risposte a queste interrogazioni non sono mai sopraggiunte, indice anche del fatto che la mozione dell'opposizione che richiedeva l'istituzione della Commissione veniva dilazionata nell'ordine del giorno nei tempi, procrastinando a seguenti riunioni di Consiglio la discussione, mai avvenuta e necessaria.
Il risultato può apparire, quindi, in prima lettura una buona vincita per l'opposizione. Ma, a riguardo, occorrono fare alcuni chiarimenti politici, apprendendo semplicemente quanto riferito e considerato a riguardo dai consiglieri della Sinistra in Comune, Lista Uniti con Dario Fo, Rifondazione, Sinistra Democratica (Gruppo Misto) e Comunisti Italiani, tramite interventi da loro fatti in occasione delle lunghe sedute che si sono avvicendate negli ultimi giorni, a proposito dell'approvazione del bilancio e della Previsione di Bilancio Triennale.
Non è dato di comprendere la funzione e la composizione della Commissione, a fronte di una incertezza sui poteri a essa attribuiti. Il nostro appello, espresso come Lista Uniti con Dario Fo, a cui sono susseguite diverse adesioni, e sostenuto dalle associazioni che da anni e da tempo agiscono per la legalità e la giustizia sociale, Libera e Saveria Antiochia in primis sul territorio milanese, è ed era indirizzato a istituire una commissione con poteri di indagine e di supporto all'attività giurisdizionale della Magistratura, unico organo a cui compete la risoluzione delle controversie e dei casi di corruzione. L'accordo ha trascurato, così, ampiamente i dettagli di competenza della commissione, contrattandone la costituzione senza previa ponderazione e verifica in seduta consiliare.
Le affermazioni del capogruppo di AN, Fidanza, riportate nell'articolo di Andrea Senesi sul Corriere, sono abbastanza chiare e dimostrano l'intenzione di creare un organo di facciata.
La commissione così istituita, in tempi rapidi e senza una previa lettura della propria caratteristica funzionale, rischia di essere facilmente strumentalizzabile a livello politico, e poco incisiva a livello sostanziale, lasciando permeabili situazioni di poca trasparenza in termini di legalità e di equità e imparzialità amministrativa. Questo meccanismo, così come si evidenzia, rischia di non instaurare alcun rapporto di collaborazione e di coinvolgimento di tutti gli organi, polizia investigativa, ispettorato del lavoro, magistratura, organi giudicanti, nel produrre una efficace e completa politica di sostengo alla perseguibilità dei veri autori dei reati di corruzione. Collaborazione, è questa, presente nella precedente Commissione Antimafia, istiuita in Consiglio Comunale ai tempi di tangentopoli, parliamo del 1991.
Un passo avanti è stato fatto? Io temo che siamo ancora in una fase di incertezza e di poca dimostrabilità della reale ed effettiva efficacia di una Commissione che avrebbe dovuto chiarire e dimostrare le responsabilità politiche dei reali responsabili di fenomeni di corruzione mafiosa, ormai morbo e piaga diffusa nella nostra città, come testimoniano anche gli ultimi fatti di cronaca (l'omicidio avvenuto l'altra sera davanti al locale De Sade per "regolamento di conti" sul commercio di droga).
Infine, come sottolineato giustamente e ripetutamente da alcuni consiglieri della "Sinistra" in Comune, e da quanto si evince dall'articolo di Andrea Senesi sul Corriere, si deve sottolineare il contesto in cui l'accordo, a cui solo la Sinistra non ha partecipato, è avvenuto: ossia rinunciare ad alcuni emendamenti e azioni di ostruzionismo sul bilancio per assicurare l'approvazione della Commissione Antimafia a tempo, senza alcuni oneri per il Comune e per la maggioranza, nonchè senza previamente discuterne le funzioni e la portata, la composizione e i rapporti di collaborazione da instaurarsi con gli altri organi investigativi, unico elemento e presupposto per un proprio e giusto funzionamento.
Non voglio, ora, mettere in discussione la buona intenzione e l'onestà in cui l'accordo tra una parte dell'opposizione, il Partito Democratico, e la maggiroanza è avvenuto: lungi da me fare dietrologie squallide e infondate. Sicuramente, e ne sono convinto, lo spirito di gran parte delle consigliere e dei consiglieri che hanno elaborato l'accordo per l'istituzione della Commissione era fortemente motivato a dare sviluppo a una richiesta di massa della società civile, che era plausibile e sostenibile, nonchè richiedibile da parte del Comune, stanti le attuali regole normative inserite nel Regolamento e nello Statuto. Voglio solo evidenziare che una mobilitazione seria e convinta da parte della società civile e associazionistica organizzata, da mesi e mesi coinvolta in mobilitazioni a favore della legalità e per la richiesta di una Commissione Speciale sul fenomeno mafioso a Milano rischi di essere fortemente disatteso di fatto da un organo che potrebbe essere svuotato nelle proprie funzioni e nella propria portata, isolato da ogni forma di collaborazione con altro organo investigativo strumentale per la conoscenza delle responsabilità meramente politiche di un dilagare inquietante di un morbo nella nostra città, capitale degli affari finanziari.
Ai posteri, cioè a noi, l'ardua sentenza.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo per Milano - GRUPPO LA SINISTRA
Consiglio di Zona 4 Milano
Realizzazione delle case dell’acqua a Milano
SOLLECITA
il Sindaco e l’Assessore competente
box sotterranei di via B. Marcello: sistemazione della superficie
I N T E R R O G A Z I O N E
Se dopo oltre 1.000 giorni il Comune di Milano non è riuscito a realizzare un giardinetto e un campo giochi, la sottoscritta si chiede anche come possa lo stesso Comune realizzare in “soli” 2.500 giorni l’Expo 2015!
Lester Brown: "L'entusiasmo del cambiamento"
Esclusiva LifeGate. Intervista a Lester Brown: "L'entusiasmo del cambiamento"
Qual è il futuro delle energie rinnovabili? Come possiamo agire, in modo concreto, per affrontare il cambiamento climatico in atto? Lo abbiamo chiesto a Lester Brown, fondatore di World Watch Institute e Earth Policy Institute, durante un'intervista in esclusiva, a Milano.
Lester Brown è uno dei massimi esperti di problemi ambientali al mondo. La redazione di LifeGate lo ha incontrato a Milano, alla sede di Edizioni Ambiente, durante la presentazione del suo ultimo libro, Piano B 3.0. Ecco come risponde alle domande poste da Stefano Carnazzi, Simone Molteni, responsabile del progetto Impatto Zero®.
Lei afferma che, per cambiare la situazione climatica, dobbiamo cambiare il paradigma energetico attuale. Quali cambiamenti sociali ci attendono?
Negli Stati Uniti, un anno fa, il dipartimento dell'energia ha pianificato la costruzione di 151 nuove centrali a combustibili fossili.
Più di 60 di quegli impianti non sono stati costruiti, o perchè l'agenzia statale per la regolamentazione non li avrebbe approvati, o perchè c'era una forte opposizione locale.
Entro la fine di quest'anno, potremo avere una moratoria sulla costruzione di nuove centrali a carbone negli Stati Uniti.
E' un'importante mossa politica, avvenuta così velocemente che anche molti americani ne sono rimasti sorpresi.
Questo ha fatto sì che quattro importanti banche investitrici di New York, JP Morgan, City Bank, Morgan Stanley e Bank of America abbiano dichiarato di non voler più investire in questo tipo di industrie.
Wall Street sta girando loro le spalle.
La cosa interessante in questa faccenda è che si è svolta in modo interamente indipendente dalle direttive di Washington, e le persone che hanno organizzato questo, coinvolgendo anche i giovani, si sono organizzate spontaneamente.
Non dicono "questo è quello che vogliamo fare", ma "questo è quello che stiamo facendo".
E' uno dei risvolti più entusiasmanti della situazione mondiale di oggi.
Se abbiamo successo con questa moratoria, avrà un enorme importanza in tutto il mondo e potrebbe essere la prima grande vittoria nella lotta per il clima.
In questo momento, il governo appena insediato parla di costruire nuove centrali nucleari in Italia. Qual è la sua opinione in proposito?
Quando esaminiamo una risorsa energetica, in particolare il nucleare, consideriamo soprattutto gli aspetti economici.
E' ovvio che, se continuiamo a calcolare solo quanto ci costa l'energia, allora tutti vorranno costruire centrali nucleari.
E' necessario invece includere anche i costi dello smaltimento delle scorie, i costi della gestione del reattore in caso di incidenti, e i costi di commissionamento - che, stando all'esperienza degli Stati Uniti, sono molto più elevati dei costi di costruzione dell'impianto stesso.
Se noi includiamo questi costi, l'energia nucleare diventa non competitiva.
Gli unici luoghi al mondo dove stanno costruendo impianti nucleari oggi sono Paesi dove esiste un monopolio statale per l'energia elettrica, come in Francia o come in Cina, per esempio.
Negli Stati Uniti sono 29 anni che nessuno ordina la costruzione di un reattore nucleare e Wall Street non sta investendo nell'energia nucleare. E c'è una ragione per questo: non è economico.
Secondo lei che ruolo avrà il solare a concentrazione?
La tecnologia del solare a concentrazione si sta espandendo molto rapidamente.
Si sta prendendo in considerazione la costruzione di impianti ad esenrgia solare termica in California, in Nevada, in Spagna, e sono presi in considerazione in numerosi altri Paesi nel mondo. E l'Algeria sta pianificando 6.000 MegaWatts da produrre con impianti solari a concentrazione perchè, quando il suo petrolio sarà finito - non possono esportare petrolio ancora a lungo - hanno intenzione di esportare l'energia solare, sotto forma di elettricità, in Europa tramite cavi sotto il mare.
La cosa interessante della situazione algerina è che hanno sufficiente energia solare nella loro parte di deserto - che occupa la maggior parte del Paese - per fornire energia all'economia mondiale. E' una risorsa vasta e non la stiamo ancora sfruttando appieno.
Negli Stati Uniti 3 stati hanno abbastanza energia eolica che, se sfruttata, potrebbe soddisfare il loro intero fabbisogno di energia elettrica.
Il problema non è se possiamo usare le energie rinnovabili ma come farlo al meglio e il più velocemente possibile per ridurre le emissioni di CO2 e savare, per esempio, i ghiacci della Groenlandia.
Come possiamo cambiare i nostri comportamenti per cambiare il mondo?
Molte persone si aspettano che io dica "riciclate i giornali" o "cambiate le lampadine", e queste cose sono molto importanti.
Ma siamo in una situazione, adesso, in cui è necessario ristrutturare l'economia, dobbiamo cambiare il sistema. Dobbiamo rimpiazzare una vecchia economia basata sul petrolio con una nuova.
Dobbiamo puntare sulle energie rinnovabili, diversificare il sistema dei trasporti, e riusare e riciclare tutto quello che possiamo.
Questa è la sfida che stiamo affrontando. Significa diventare politicamente attivi: se vogliamo cambiare il sistema questo è il modo di farlo, e non solo esprimendo un voto alle elezioni, scegliendo un candidato, ma anche organizzandosi in associazioni per opporsi agli impianti a fonti fossili, ad esempio, o per sviluppare programmi di riciclo, entrando nello specifico e cercando di capire cosa serve realmente per cambiare il sistema.
Chiara Boracchi
www.lifegate.it