.: Eventi

« Marzo 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31

.: Candidati

.: Link

Pagina Personale

.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 1 Gennaio, 2009 - 16:07

Lester Brown: "L'entusiasmo del cambiamento"

Esclusiva LifeGate. Intervista a Lester Brown: "L'entusiasmo del cambiamento"


Qual è il futuro delle energie rinnovabili? Come possiamo agire, in modo concreto, per affrontare il cambiamento climatico in atto? Lo abbiamo chiesto a Lester Brown, fondatore di World Watch Institute e Earth Policy Institute, durante un'intervista in esclusiva, a Milano.

Lester Brown è uno dei massimi esperti di problemi ambientali al mondo. La redazione di LifeGate lo ha incontrato a Milano, alla sede di Edizioni Ambiente, durante la presentazione del suo ultimo libro, Piano B 3.0. Ecco come risponde alle domande poste da Stefano Carnazzi, Simone Molteni, responsabile del progetto Impatto Zero®

Lei afferma che, per cambiare la situazione climatica, dobbiamo cambiare il paradigma energetico attuale. Quali cambiamenti sociali ci attendono?
Negli Stati Uniti, un anno fa, il dipartimento dell'energia ha pianificato la costruzione di 151 nuove centrali a combustibili fossili.
Più di 60 di quegli impianti non sono stati costruiti, o perchè l'agenzia statale per la regolamentazione non li avrebbe approvati, o perchè c'era una forte opposizione locale.
Entro la fine di quest'anno, potremo avere una moratoria sulla costruzione di nuove centrali a carbone negli Stati Uniti.
E' un'importante mossa politica, avvenuta così velocemente che anche molti americani ne sono rimasti sorpresi.
Questo ha fatto sì che quattro importanti banche investitrici di New York, JP Morgan, City Bank, Morgan Stanley e Bank of America abbiano dichiarato di non voler più investire in questo tipo di industrie.
Wall Street sta girando loro le spalle.
La cosa interessante in questa faccenda è che si è svolta in modo interamente indipendente dalle direttive di Washington, e le persone che hanno organizzato questo, coinvolgendo anche i giovani, si sono organizzate spontaneamente.
Non dicono "questo è quello che vogliamo fare", ma "questo è quello che stiamo facendo".
E' uno dei risvolti più entusiasmanti della situazione mondiale di oggi.
Se abbiamo successo con questa moratoria, avrà un enorme importanza in tutto il mondo e potrebbe essere la prima grande vittoria nella lotta per il clima.

In questo momento, il governo appena insediato parla di costruire nuove centrali nucleari in Italia. Qual è la sua opinione in proposito?
Quando esaminiamo una risorsa energetica, in particolare il nucleare, consideriamo soprattutto gli aspetti economici.
E' ovvio che, se continuiamo a calcolare solo quanto ci costa l'energia, allora tutti vorranno costruire centrali nucleari.
E' necessario invece includere anche i costi dello smaltimento delle scorie, i costi della gestione del reattore in caso di incidenti, e i costi di commissionamento - che, stando all'esperienza degli Stati Uniti, sono molto più elevati dei costi di costruzione dell'impianto stesso.
Se noi includiamo questi costi, l'energia nucleare diventa non competitiva.
Gli unici luoghi al mondo dove stanno costruendo impianti nucleari oggi sono Paesi dove esiste un monopolio statale per l'energia elettrica, come in Francia o come in Cina, per esempio.
Negli Stati Uniti sono 29 anni che nessuno ordina la costruzione di un reattore nucleare e Wall Street non sta investendo nell'energia nucleare. E c'è una ragione per questo: non è economico.

Secondo lei che ruolo avrà il solare a concentrazione?
La tecnologia del solare a concentrazione si sta espandendo molto rapidamente.
Si sta prendendo in considerazione la costruzione di impianti ad esenrgia solare termica in California, in Nevada, in Spagna, e sono presi in considerazione in numerosi altri Paesi nel mondo. E l'Algeria sta pianificando 6.000 MegaWatts da produrre con impianti solari a concentrazione perchè, quando il suo petrolio sarà finito - non possono esportare petrolio ancora a lungo - hanno intenzione di esportare l'energia solare, sotto forma di elettricità, in Europa tramite cavi sotto il mare.
La cosa interessante della situazione algerina è che hanno sufficiente energia solare nella loro parte di deserto -  che occupa la maggior parte del Paese -  per fornire energia all'economia mondiale. E' una risorsa vasta e non la stiamo ancora sfruttando appieno.
Negli Stati Uniti 3 stati hanno abbastanza energia eolica che, se sfruttata, potrebbe soddisfare il loro intero fabbisogno di energia elettrica.
Il problema non è se possiamo usare le energie rinnovabili ma come farlo al meglio e il più velocemente possibile per ridurre le emissioni di CO2 e savare, per esempio, i ghiacci della Groenlandia.

Come possiamo cambiare i nostri comportamenti per cambiare il mondo?
Molte persone si aspettano che io dica "riciclate i giornali" o "cambiate le lampadine", e queste cose sono molto importanti.
Ma siamo in una situazione, adesso, in cui è necessario ristrutturare l'economia, dobbiamo cambiare il sistema. Dobbiamo rimpiazzare una vecchia economia basata sul petrolio con una nuova.
Dobbiamo puntare sulle energie rinnovabili, diversificare il sistema dei trasporti, e riusare e riciclare tutto quello che possiamo.
Questa è la sfida che stiamo affrontando. Significa diventare politicamente attivi: se vogliamo cambiare il sistema questo è il modo di farlo, e non solo esprimendo un voto alle elezioni, scegliendo un candidato, ma anche organizzandosi in associazioni per opporsi agli impianti a fonti fossili, ad esempio, o per sviluppare programmi di riciclo, entrando nello specifico e cercando di capire cosa serve realmente per cambiare il sistema.

Chiara Boracchi

www.lifegate.it