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Venerdì, 2 Gennaio, 2009 - 10:24

SALDI DI FINE ANNO: consigli utili

I nostri consigli per i saldi  


La stagione dei saldi è ormai alle porte e, vista anche la crisi che sta attraversando il nostro Paese, saranno molti i consumatori che sceglieranno di comprare a prezzi scontati. Ma come fare degli acquisti consapevoli, evitando di essere truffati? Ecco qualche consiglio prezioso dell’Unione Nazionale Consumatori:
– È bene preferire i saldi di articoli venduti in pochissimi numeri e taglie, che sono quelli più seri e, generalmente, i più convenienti, trattandosi di merce residua di cui il negoziante ha interesse a disfarsi (per esempio, pochi numeri dello stesso tipo di scarpe);
– diffidare di chi apre un saldo dopo una vendita promozionale;
– per i capi di abbigliamento accertarsi che la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto;
– non comprare capi d’abbigliamento che non hanno l’etichetta di composizione e preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un riscontro affidabile di quella di composizione;
– preferire i prodotti di marca nota, che nel settore dell’abbigliamento danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto, perché vi sono marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti;
– controllare sempre le taglie quando si tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e se  non è ammessa la prova di indossabilità, poiché potrebbero essere due taglie diverse. 
Inoltre, è utile sapere che i negozianti:
– sono responsabili del difetto del prodotto ai sensi dell’articolo 132 del Codice del consumo (D. Lvo n. 206/2005), che sia in saldo o che non lo sia;
– sono tenuti a sostituire il prodotto o rimborsare il prezzo ai sensi dell’articolo 130 dello stesso Codice, se c’è difetto grave e non riparabile;
– possono modificare l’operazione di cassa anche nei giorni successivi, in quanto il registratore ha il tasto per evidenziare sullo scontrino “eventuali rimborsi per restituzione di vendite”, come ha previsto l’articolo 8 del decreto ministeriale 30 marzo 1992 e una successiva circolare del ministero delle Finanze del 5 giugno 1992.
Contrariamente a quanto pensano molti consumatori, va invece precisato che i saldi non riguardano necessariamente tutta la merce del negozio, ma quella a saldo deve essere tenuta separata e ben individuabile rispetto a quella di prezzo normale. In questo caso, oltre al prezzo di vendita va indicata la percentuale di sconto, sotto pena della sanzione di 1032 euro, ma nessuna norma prevede un minimo di sconto, che è completamente libero e può essere anche “sottocosto” senza osservare le relative regole.
Autore: Sonia Galardo
Data: dicembre 2008

http://www.consumatori.it/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1
Venerdì, 2 Gennaio, 2009 - 10:02

CONDOMINIO: I rapporti tra venditore e acquirente

Il CondominioI rapporti tra venditore e acquirente nel condominioSpesso chi acquista una casa in condominio si trova nell’incertezza di non sapere se l’immobile che sta andando a comperare sia libero da debiti, o da altri oneri particolarmente gravosi. Tra questi, due su tutti: le morosita’ e gli eventuali lavori (e relative spese) gia’ deliberati e mai eseguiti o in corso d’opera. E’ evidente che si tratta di due incognite che sovente possono fare oscillare il prezzo del bene. Di conseguenza sarebbe utile poter visionare tutte le carte e la situazione contabile del venditore prima dell’acquisto. Cio’, pero’, non basta a tutelare l’acquirente, che quale nuovo condomino, e’ obbligato per tutti i debiti e gli oneri relativi all’immobile. Non solo: infatti, per le quote dell’anno precedente e di quello in cui avviene la cessione, la legge (art. 63 disp. att. c.c.) prevede una responsabilità solidale tra acquirente e venditore.
Tanto premesso, cerchiamo di fare chiarezza sulla questione, anche alla luce dell’orientamento prevalente nella giurisprudenza.
Partiamo da un dato certo ed inequivocabile: per costante orientamento giurisprudenziale, il condomino e’ colui che, sulla base delle risultante dei pubblici registri immobiliari, risulta essere il proprietario della casa in condominio. In materia condominiale, quindi, almeno nella fase giudiziale del recupero del credito, non trova spazio il principio di apparenza che aveva fatto intravedere la possibilita’ di ritenere giuridicamente esistente la figura del c.d. condomino apparente. Questa definizione, ci permette di dire subito una cosa: per ottenere decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo ai sensi dell’art. 63 disp. att. c.c., e' necessario che il debitore sia condomino nel senso appena chiarito. Cio’ porta a delle conseguenze (spesso) spiacevoli per chi ha comprato casa da poco.
Accade sovente, infatti, che l’acquirente "si trovi sul groppone" una serie di spese inaspettate (ad es. il conguaglio relativo alla gestione dell’anno precedente o diverse mensilita’ arretrate dell’anno in corso ecc.): la momentanea difficolta’ a farvi fronte lo espone al rischio di trovarsi notificato un decreto ingiuntivo. Che cosa fare in questi casi? Come evitare il peggio? Come gia’ anticipato, per l’anno precedente e quello in cui e’ avvenuta la cessione dell’immobile, si configura una responsabilita’ solidale tra le parti (venditore ed acquirente). Il fatto comporta, per chi compra, lo sgradevole inconveniente di dover subire la procedura d’ingiunzione, salvo poi il diritto di rivalsa sul "vecchio proprietario". Che cosa succede, invece, se il debito risale a tre o quattro anni prima della vendita? L’amministratore, solitamente, per ovvie ragioni di certezza nel reperire il debitore, agira’ contro l’attuale condomino. Tale decisione comporta anche la possibilita’ di ottenere una provvisoria esecuzione del decreto ex art. 63 disp. att. c.c., che se rivolto contro il precedente proprietario non sarebbe stata rilasciata. Orbene l’acquirente si trova a dover sopportare anche questa azione in virtu' del fatto che le obbligazioni relative ai beni immobili sono dette "propter rem" e come tali seguono il bene non rimanendo in capo al soggetto che le ha contratte. Naturalmente chi acquista potra' rivalersi contro chi vende e se il contratto di compravendita contiene la clausola tipo "venduto libero da oneri ecc.", potra’ anche chiedere un congruo risarcimento del danno.
Vediamo ora che cosa accade quando il nuovo proprietario si trova a dover far fronte ad una richiesta di spese giustificabili sulla base di una deliberazione votata dal suo predecessore. Chi dovra' pagare? Sul punto, la giurisprudenza e’ da tempo orientata nel senso di ritenere obbligato a pagare chi usufruisce dei benefici della delibera e non chi ha concorso a quella delibera. In poche parole, dovra’ pagare chi e’ proprietario al momento della esecuzione del deliberato. Facendo un esempio: se Tizio, proprietario di un appartamento nel condominio X, partecipa alla deliberazione che prevede l’installazione di un ascensore e poi dopo 3 anni vende l’appartamento a Caio, dovra' pagare chi si trova ad essere proprietario proprio quando sono iniziati i lavori. In questo caso sara' Caio a dover pagare la quota parte dell’ascensore e non Tizio. Infine, la deliberazione e’ portata ad esecuzione nei due anni di cui all’art. 63 disp. att. c.c. di cui abbiamo accennato sopra, si configurera' un’obbligazione solidale.
Per concludere, quindi, vista l’evidente posizione di rischio in termini economici cui e’ soggetto il compratore di un appartamento nel rapporto con il condominio, predisporre delle clausole contrattuali "di garanzia" da inserire nell’atto di compravendita e’ quanto meno utile a salvaguardarsi (almeno in seconda battuta) da possibili azioni di recupero crediti.

Alessandro Gallucci
Dalla rivista on line di ADUC “Avvertenze on line” - http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/
(Quindicinale telematico dell'Aduc sulle politiche dei consumatori)
 
ADUC: associazione per i diritti degli utenti e consumatori http://www.aduc.it

Venerdì, 2 Gennaio, 2009 - 09:56

ENERGIA ELETTRICA E GAS:indennizzi sui servizi di vendita

Scheda Pratica SOS

ENERGIA ELETTRICA E GAS: INDENNIZZI SUI SERVIZI DI VENDITA

Con la recente delibera 164/08 l'Autorita' per l'energia ed il gas ha introdotto nuovi standard di qualita' sul servizio commerciale dei venditori di energia elettrica e gas (sia del mercato libero che del mercato "vincolato").  
Si tratta di disposizioni che da una parte riguardano i reclami e i massimi tempi di risposta (con previsione di indennizzi automatici in caso di mancato rispetto), dall'altra regolano il servizio di assistenza telefonica e i call-center.
 
Le disposizioni, che entrano in vigore in modo graduale dal 1/1/2009, rappresentano in parte un'innovazione, poiche' fino a tutto il 2008 per i disservizi commerciali era previsto un solo standard specifico con relativo indennizzo (tempo massimo rettifiche fatturazione 90 giorni solari con 30 euro di indennizzo, vedi schede inserite tra i link utili).
Per il resto (risposta a reclami scritti, per esempio) esistevano solo tempi indicativi non collegati ad alcun rimborso monetario.
 
Come regola generale e' bene sapere che il venditore deve comunicare gli standard e gli indennizzi prima della conclusione del contratto, specificando eventualmente anche i propri (aggiuntivi o migliorativi di quelli dell'Autorita') e dando notizia al cliente che il pagamento degli stessi non gli impedisce, volendo, di promuovere un'azione di recupero del danno ulteriore.
 
Nota:
Precisiamo che questa delibera tratta di prestazioni relative al rapporto di vendita, non a quello di fornitura del servizio. Per questo settore, che comprende tempi di attivazione della fornitura, di riparazione dei guasti, di esecuzione lavori etc. gli standard e relativi indennizzi esistono gia' da anni e sono regolati da delibere a parte. Si vedano, per i dettagli, le schede riportate tra i link utili.
 
MODALITA' DI PRESENTAZIONE DEI RECLAMI
Le procedure di presentazione dei reclami devono essere previste dai contratti e riportate nelle bollette e nei siti Internet dei venditori. Deve essere riportato almeno un indirizzo postale ed un numero di fax.

Sui siti Internet o presso gli sportelli deve inoltre essere presente un modulo per i reclami, pur se il cliente e' libero di redigere lo stesso nella forma che preferisce indicando comunque con chiarezza i propri dati (nome, cognome, indirizzo di fornitura), l' indirizzo a cui inviare la risposta -se diverso- ed il servizio a cui si riferisce il reclamo.
 
Il nostro consiglio e' inviare il reclamo sempre per raccomandata a/r, e quando viene richiesta una rettifica e/o un accredito redigere lo stesso sottoforma di messa in mora (si veda la scheda inserita tra i link utili).
 
TEMPI DI RISPOSTA
 
Indicatore                                              Standard specifico              Indennizzo base
Tempo massimo di risposta motivata ai reclami scritti
                                                                     40 giorni solari                  20 euro                           
 Tempo massimo di rettifica di fatturazione
                                                                    90 giorni solari                    20 euro
 Tempo massimo di rettifica di doppia fatturazione
                                                                     20 giorni solari                    20 euro
 
- Tempo di risposta motivata a reclami scritti:
e' il tempo che decorre dal ricevimento da parte del venditore del reclamo scritto e la data di invio della risposta, motivata e scritta.
- Tempo di rettifica di fatturazione:
e' il tempo che decorre dal ricevimento della richiesta scritta di rettifica di fatturazione relativa ad una fattura gia' pagata (o per la quale il contratto prevede la possibilita' di rateizzare) e la data di accredito della somma non dovuta, anche in misura diversa da quella richiesta. Se l'accredito avviene in bolletta, fa fede la data di emissione della stessa. Se l'importo a credito supera quello della bolletta, il credito dovra' essere erogato con una rimessa (assegno, di solito).
 
- Tempo di rettifica di doppia fatturazione:
e' il tempo che decorre dal ricevimento della richiesta scritta di rettifica di fatturazione e la data di accredito delle somme non dovute. Le regole dell'accredito sono le stesse viste sopra.
 
- Tempo di risposta a richieste scritte di informazioni:
e' il tempo, misurato in giorni lavorativi, che decorre dal ricevimento della richiesta scritta di informazioni e la data di invio della relativa risposta.
 
- Tempo di risposta motivata a richieste scritte di rettifica di fatturazione:
e' il tempo che decorre dal ricevimento della richiesta scritta di rettifica di fatturazione e la data di invio della risposta motivata contenente l'esito delle azioni e degli accertamenti effettuati. Se il venditore comunica che concede la rettifica, il venditore e' tenuto a fornire anche il dettaglio del calcolo effettuato per la rettifica.
 
Nota:
ogni venditore puo' prevedere ulteriori propri standard specifici e indennizzi automatici, aggiuntivi e/o migliorativi di quelli previsti dall'Autorita' (per esempio inserendo un tempo massimo di attesa agli sportelli).
 
INDENNIZZI AUTOMATICI
Se il mancato rispetto dei tempi massimi di cui sopra dipende da una causa di forza maggiore (come gli atti dell'Autorita' pubblica, eventi naturali eccezionali per i quali sia stato dichiarato lo stato di calamita', scioperi indetti senza preavviso, etc.) o da una causa imputabile al cliente finale o a terzi (ritardi del distributore locale, etc.), il venditore deve giustificarsi e documentare la cosa ma NON e' tenuto ad accreditare alcun indennizzo automatico.
 
In caso contrario, ovvero quando il mancato rispetto degli standard e' imputabile alla responsabilita' del venditore, questi deve accreditare un indennizzo automatico in bolletta pari a 20 euro.
Questo indennizzo base e' previsto se la risposta viene inviata oltre lo standard ed entro un tempo massimo dello standard stesso.
 
L'indennizzo e' incrementato in questi casi:
- se la risposta viene inviata oltre un tempo doppio dello standard ma entro un tempo triplo, e' corrisposto il doppio dell'indennizzo, ovvero 40 euro.
- se la risposta viene inviata oltre un tempo triplo dello standard e' corrisposto il triplo dell'indennizzo base, ovvero 60 euro.
 
L'indennizzo non e' riconosciuto:
- nel caso in cui al cliente finale sia gia' stato corrisposto nell’anno solare un indennizzo per mancato rispetto del medesimo livello specifico;
- in caso di reclami per i quali non e' possibile identificare il cliente finale perché non contengono le informazioni minime gia' viste.
 
L'indennizzo viene accreditato alla prima fatturazione utile sotto la voce "Indennizzo automatico per mancato rispetto dei livelli specifici di qualita' definiti dall’Autorita' per l’energia elettrica e il gas".
Se la bolletta e' di importo inferiore essa deve evidenziare un credito che deve essere poi detratto dalle successive fatturazioni.
Il termine massimo per la corresponsione dell'indennizzo e' di otto mesi dalla data di ricevimento da parte del venditore del reclamo o della richiesta di rettifica.
 
La ricezione dell'indennizzo non impedisce al cliente di chiedere un risarcimento di un eventuale danno ulteriore, quantificato soggettivamente o documentato. In questo caso e' bene fare la richiesta subito, all'atto della contestazione, o comunque entro breve, con invio di messa in mora (vedi scheda tra i link utili).
 
CALL CENTER
I venditori devono rendere disponibile ai clienti un servizio telefonico commerciale che garantisca la presenza di operatori per almeno 35 ore settimanali, elevate a 50 qualora non vi sia almeno uno sportello fisico per ogni provincia ove il venditore abbia piu' di 20.000 clienti finali.
 
Sul sito Internet e nelle bollette devono essere riportati i numeri telefonici di detto servizio commerciale con indicazione del tipo di chiamate alle quali sono dedicati nonche' l'orario di apertura.
 
Se al servizio telefonico commerciale e' associato un risponditore automatico -nei classici call center- il venditore deve mettere a disposizione uno o piu' numeri verdi totalmente gratuiti almeno per le chiamate da rete fissa. In questi casi inoltre il risponditore automatico deve, almeno al secondo livello di opzioni, dare la possibilita' al cliente di parlare con un operatore. L'indirizzamento verso un operatore deve avvenire anche in caso di errore nella digitazione, nel messaggio vocale o in caso di mancata risposta.
 
Per i servizi telefonici e i call center sono previsti solo standard generici di qualita', ovvero riferimenti in percentuale entro cui i venditori devono rientrare nell'arco di un determinato periodo di tempo per poi relazionare all'Autorita' garante che, fatte le proprie valutazioni, puo' nel caso di mancato rispetto sanzionare il venditore. Non sono previsti, quindi, indennizzi automatici per i clienti.
 
L'unico indicatore utile all'utente e' il tempo massimo di attesa del chiamante: 240 secondi (=4 minuti), calcolati dalla prima risposta (anche automatica) all'inizio della conversazione con l'operatore o alla fine della chiamata nel caso di rinuncia.
 
L'Autorita' garante effettua ogni sei mesi un'indagine di soddisfazione dei clienti che si rivolgono ai call center, tramite interviste dirette con coloro che hanno usufruito del servizio, assegnando poi ai venditori un particolare "indice complessivo di soddisfazione dei clienti", l'ICS.
Essa inoltre attribuisce ai venditori dei punteggi relativamente alla gratuita' del servizio, alla sua disponibilita', efficacia, facilita' di navigazione (per i servizi automatici), etc. Vengono assegnati punti aggiuntivi in caso di migliorie che il venditore abbia dato al servizio, tipo l'apertura dei call center di Sabato, la completa gratuita' dell'accesso anche per chiamate da cellulare, l'apertura di sportelli fisici, etc. etc.
Infine, viene assegnato un punteggio globale della qualita' del call center (IQT).
 
Dal 1/1/09 sul sito dell'Autorita' garante sara' pubblicata una graduatoria dei venditori con tutti i punteggi conseguiti, a disposizione dei clienti che vogliano approfondire le proprie valutazioni.
 
Nota:
la delibera 164/08 entra in vigore, per quanto riguarda i servizi telefonici, in modo graduale dal 2009. In prima fase sono coinvolti i venditori con piu' di 50 mila clienti in bassa tensione, successivamente tutti gli altri.
Essa annulla e sostituisce la precedente emessa in materia di standard di qualita' dei call center, la 139/07.
Rita Sabelli
 
LINK UTILI
- Testo della delibera 164/08, il "Testo integrato della regolazione della qualita' dei servizi di vendita di energia elettrica e di gas naturale (TIQV)":
http://www.autorita.energia.it/docs/08/164-08arg.htm
- Scheda pratica LA MESSA IN MORA:
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051
- Scheda pratica ENERGIA ELETTRICA: GLI STANDARD DI QUALITA' COMUNI http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=236388
- Scheda pratica GAS: UNA GUIDA
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=62721

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Giovedì, 1 Gennaio, 2009 - 16:07

Lester Brown: "L'entusiasmo del cambiamento"

Esclusiva LifeGate. Intervista a Lester Brown: "L'entusiasmo del cambiamento"


Qual è il futuro delle energie rinnovabili? Come possiamo agire, in modo concreto, per affrontare il cambiamento climatico in atto? Lo abbiamo chiesto a Lester Brown, fondatore di World Watch Institute e Earth Policy Institute, durante un'intervista in esclusiva, a Milano.

Lester Brown è uno dei massimi esperti di problemi ambientali al mondo. La redazione di LifeGate lo ha incontrato a Milano, alla sede di Edizioni Ambiente, durante la presentazione del suo ultimo libro, Piano B 3.0. Ecco come risponde alle domande poste da Stefano Carnazzi, Simone Molteni, responsabile del progetto Impatto Zero®

Lei afferma che, per cambiare la situazione climatica, dobbiamo cambiare il paradigma energetico attuale. Quali cambiamenti sociali ci attendono?
Negli Stati Uniti, un anno fa, il dipartimento dell'energia ha pianificato la costruzione di 151 nuove centrali a combustibili fossili.
Più di 60 di quegli impianti non sono stati costruiti, o perchè l'agenzia statale per la regolamentazione non li avrebbe approvati, o perchè c'era una forte opposizione locale.
Entro la fine di quest'anno, potremo avere una moratoria sulla costruzione di nuove centrali a carbone negli Stati Uniti.
E' un'importante mossa politica, avvenuta così velocemente che anche molti americani ne sono rimasti sorpresi.
Questo ha fatto sì che quattro importanti banche investitrici di New York, JP Morgan, City Bank, Morgan Stanley e Bank of America abbiano dichiarato di non voler più investire in questo tipo di industrie.
Wall Street sta girando loro le spalle.
La cosa interessante in questa faccenda è che si è svolta in modo interamente indipendente dalle direttive di Washington, e le persone che hanno organizzato questo, coinvolgendo anche i giovani, si sono organizzate spontaneamente.
Non dicono "questo è quello che vogliamo fare", ma "questo è quello che stiamo facendo".
E' uno dei risvolti più entusiasmanti della situazione mondiale di oggi.
Se abbiamo successo con questa moratoria, avrà un enorme importanza in tutto il mondo e potrebbe essere la prima grande vittoria nella lotta per il clima.

In questo momento, il governo appena insediato parla di costruire nuove centrali nucleari in Italia. Qual è la sua opinione in proposito?
Quando esaminiamo una risorsa energetica, in particolare il nucleare, consideriamo soprattutto gli aspetti economici.
E' ovvio che, se continuiamo a calcolare solo quanto ci costa l'energia, allora tutti vorranno costruire centrali nucleari.
E' necessario invece includere anche i costi dello smaltimento delle scorie, i costi della gestione del reattore in caso di incidenti, e i costi di commissionamento - che, stando all'esperienza degli Stati Uniti, sono molto più elevati dei costi di costruzione dell'impianto stesso.
Se noi includiamo questi costi, l'energia nucleare diventa non competitiva.
Gli unici luoghi al mondo dove stanno costruendo impianti nucleari oggi sono Paesi dove esiste un monopolio statale per l'energia elettrica, come in Francia o come in Cina, per esempio.
Negli Stati Uniti sono 29 anni che nessuno ordina la costruzione di un reattore nucleare e Wall Street non sta investendo nell'energia nucleare. E c'è una ragione per questo: non è economico.

Secondo lei che ruolo avrà il solare a concentrazione?
La tecnologia del solare a concentrazione si sta espandendo molto rapidamente.
Si sta prendendo in considerazione la costruzione di impianti ad esenrgia solare termica in California, in Nevada, in Spagna, e sono presi in considerazione in numerosi altri Paesi nel mondo. E l'Algeria sta pianificando 6.000 MegaWatts da produrre con impianti solari a concentrazione perchè, quando il suo petrolio sarà finito - non possono esportare petrolio ancora a lungo - hanno intenzione di esportare l'energia solare, sotto forma di elettricità, in Europa tramite cavi sotto il mare.
La cosa interessante della situazione algerina è che hanno sufficiente energia solare nella loro parte di deserto -  che occupa la maggior parte del Paese -  per fornire energia all'economia mondiale. E' una risorsa vasta e non la stiamo ancora sfruttando appieno.
Negli Stati Uniti 3 stati hanno abbastanza energia eolica che, se sfruttata, potrebbe soddisfare il loro intero fabbisogno di energia elettrica.
Il problema non è se possiamo usare le energie rinnovabili ma come farlo al meglio e il più velocemente possibile per ridurre le emissioni di CO2 e savare, per esempio, i ghiacci della Groenlandia.

Come possiamo cambiare i nostri comportamenti per cambiare il mondo?
Molte persone si aspettano che io dica "riciclate i giornali" o "cambiate le lampadine", e queste cose sono molto importanti.
Ma siamo in una situazione, adesso, in cui è necessario ristrutturare l'economia, dobbiamo cambiare il sistema. Dobbiamo rimpiazzare una vecchia economia basata sul petrolio con una nuova.
Dobbiamo puntare sulle energie rinnovabili, diversificare il sistema dei trasporti, e riusare e riciclare tutto quello che possiamo.
Questa è la sfida che stiamo affrontando. Significa diventare politicamente attivi: se vogliamo cambiare il sistema questo è il modo di farlo, e non solo esprimendo un voto alle elezioni, scegliendo un candidato, ma anche organizzandosi in associazioni per opporsi agli impianti a fonti fossili, ad esempio, o per sviluppare programmi di riciclo, entrando nello specifico e cercando di capire cosa serve realmente per cambiare il sistema.

Chiara Boracchi

www.lifegate.it

 

Mercoledì, 31 Dicembre, 2008 - 15:07

HUMOR: AUGURI E BILANCI DI FINE ANNO

AUGURI ....
CON UN PO' DI UMORISMO E SENSO DELL'IRONIA, CHE CI POSSONO AIUTARE A VIVERE MEGLIO E A SUPERARE LE PICCOLE E GRANDI AVVERSITA' DELLA VITA!

Antonella


I bilanci del 2008 non sono uguali per tutti!
Per qualcuno:
 

per altri:


e per altri ancora:


Come trascorrerete il capodanno?
Invece della solita tombolata, ecco un nuovo gioco per i cittadini e le cittadine di Milano!!!

 


in conclusione possiamo dire:

anno_nuovo.png
ma ora pensiamo al Nuovo Anno!


consoliamoci con un brindisi: CIN CIN!


(hmm .... il tizio che sta brindando assomiglia a  qualcuno... ma a chi?!?!)

Mercoledì, 31 Dicembre, 2008 - 12:33

E-participation: io cittadino che ancora "ci credo"

In questi giorni stavo pensando e rileggendo gli appunti degli interventi avutisi e succedutisi nella Conferanza promossa presso la Sala delle Tempere del Comune di Milano, "Cittadini che ci credono". E' stata molto vivace la discussione, ricca di spunti di analisi, riflessione, comparazione con altre esperienze amministrative e di proposte chiare, precise, puntuali, incisive.
Come potete sapere sono consigliere di zona 4 e sono molto interessato e attento alle questioni che riguardano l'accesso alla rete, la promozione del confronto e della partecipazione tramite internet, la diffusione dei saperi e dell'accesso ai saperi on-line, il file-sharing, la condivisione delle conoscenze e delle informazioni, le piattaforme wiki, l'abbattimento dei costi per le licenze e il rinnovo delle licenze in rete delle piattaforme presso le pubbliche amministrazioni, quali il free software e l'open source. Credo anche che sia giunto il momento di dare uno sviluppo coerente al progetto di copertura della città, e direi di tutto il territorio provinciale, Milano metropoli, della connessione wireless, già avviata a Venezia, Roma, Torino e, in molti piccoli comuni dell'hinterland, quali Buccinasco e Corsico. Obiettivo, è questo, in cui Milano si trova in netto ritardo rispetto alla tabella di marcia delle restanti capitali europee, mi sovviene Londra e Parigi, dove wireless è diffuso ormai da diversi anni.

Ritornando alla frase iniziale, che vuole essere sostanza di questa discussione che propongo, vorrei che si ripartisse con il definire una soluzione che dia coerentemente attivazione alle richieste e alle idee che sono soggiunte nel corso dell'incontro, promosso da Rete Civica di Milano. Come sapete molti Consigli circoscrizionali, tra cui quello in cui sono consigliere, il Consiglio di Zona 4, hanno fatto propria l'esperienza di "e-participation", aprendo discussioni all'interno del portale di partecipaMi.it sulle attività, iniziative e istanze da riportare e presentare all'organo di competenza politica primaria a livello territoriale, quali i consigli circoscrizionali.
Ho letto e riletto i documenti che riassumono i vari interventi e ho notato che, a parte le giuste critiche che venivano espresse da più parti sull'assenza di un adeguato decentramento sostanziale di competenze e poteri ai consigli circoscrizionali, oggi mere ratifiche di decisioni già prestabilite in altre sedi, oggi esautorati dalle pur semplici competenze primarie in materia di interventi urbanistici, territoriali, di manutenzione edilizia, scolastica, presenti in regolamenti sul decentramento di molte città europee, gli arrondisment parigini, oppure italiane, le municipalità romane, torinesi e, da ultimo fiorentine.

La e-democracy nel sistema attuale di società delle informazioni e delle comunicazioni, dove la tecnologia diventa strumento di accessi e condivisioni interessanti e avanzate, è un presupposto essenziale che aiuta a rendere reale la democrazia, in un'epoca di crisi della semplice "democrazia della delega" e nella necessaria ricerca di modelli partecipativi e collegiali di discussione e di condivisione di scelte.
La e-participation, quindi, è quel modello di accesso all'informazione e alla condivisione di scelte e di proposte, di discussione diretta con i rappresentanti amministratori, di formulazione di idee e di istanze, di collegialità diffusa in cui è possibile pronosticare forme di Meeting on-line regolato, ossia collegamenti istantanei nei forum e nelle assemblee pubbliche virtuali, con notevole risparmio di tempo e di risorse nell'organizzazione.
Mi ricordo che in quella sede avevamo proposto, su istanza di Fiorella, la necessità di avviare discussioni in diretto contatto con il Consiglio Comunale, per mediazione e promozione, nonchè facilitazione, nel senso informatico del termine, della Presidenza del Consiglio stesso, tramite la piattaforma "wiki", dove i vari interventi si sommano in modo interagente, tramite una sintesi finale che veda l'elaborazione di un documento condiviso e concepito come integrazione tra le proposte. Esperienze di questo tipo sono già ampiamente avviate a Como, Lecco, San Donato, Pavia con lo strumento istituzionale dell'Agenda e-21.

Ebbene ora, a un anno di distanza da quell'importante evento, occorre ripartire dai buoni propositi che si sono evidenziati, dando conseguenza coerente alle giuste analisi, istanze, migliorando e cercando di colmare le lacune che si sono verificate nella pars destruens, necessaria per addivenire a una soluzione propositiva, come avvenuto, del convegno.

La questione apre molti temi su cui, come amministratrici e amministratori di questa città dobbiamo attivarci e impegnarci, sia a livello comunale, un impegno, una discussione e una delibera a tale proposito è richiedibile da parte dei rappresentanti a Palazzo Marino, in una visione "bipartisan", mi si conceda l'espressione che, in questo ambito, credo sia necessaria e opportuna, sia a livello circoscrizionale, valorizzando i risultati già avutisi, seppure di modesta incisività, mi riferisco ai forum di discussione avviati su tale portale, alle piattaforme di inizio di moduli e-participation, di agende e-21, agli ordini del giorno presentati e recepiti con spirito universale e fuori dalle appartenenze coalizionali indirizzati a recepire tali modelli.
Una coerente proposta di attivazione delle Agende e-21 potrebbe dare concretizzazione all'avvio di un progetto di e-participation condiviso e collettivo, tramite la formula wiki.

Riprendiamo il percorso? Penso sia giunto il momento necessario e opportuno, partendo anche da un nuovo incontro e da una nuova assemblea, da gruppi di lavoro, formati da consigliere e da consiglieri di ogni livello, amministratrici e amministratori, assessorati competenti, coinvolgendo la Provincia di Milano, il Comune, i vari Comuni limitrofi e interessati, la Regione stessa, al fine di dare una coerente mappazione e proposta unitaria di sistema integrato.
Posso dire che mi rendo disponibile a "coronare" la proposta e l'obiettivo di una nuova e-participation nell'era dell'internet degli oggetti e della società delle nuove tecnologie come accessi ai saperi e alle informazioni condivise. E' un atto di trasparenza, terzietà delle istituzioni nell'ambito di una democrazia reale e sostanziale. Magari è virtuale? Ma è sempre un passo in avanti rispetto a un modello della semplice delega ormai esautorato di significato politico e da ridiscutere, arricchendolo con la formula avanzata della partecipazione.

Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 - Milano

Martedì, 30 Dicembre, 2008 - 19:43

Per le persone LGBT, 2008 da dimenticare

Nel tracciare il bilancio di questo 2008 ormai alla fine, non possiamo che registrare le crude cifre a nostra disposizione, che ricordiamo sono solo la punta di un ben più grande iceberg.
Nove omicidi, di cui 5 di persone trans, decine e di aggressioni, estorsioni, atti di bullismo e di vandalismo, questo il bollettino di guerra, che con orrore tutti i giorni dobbiamo aggiornare, senza tener conto delle migliaia di segnalazioni che pervengono ai nostri telefoni amici, di gay, lesbiche e trans che non hanno il coraggio di denunciare.
Nessuna risposta è per ora giunta dalla politica; alla Commissione Giustizia della Camera è iniziato l’iter per arrivare, se sarà possibile, ad un testo condiviso sull’estensione della legge Mancino sui reati d’odio (relatrice Paola Concia), anche per le persone omosessuali e trans. In attesa che qualcosa concretamente accada dal punto di vista legislativo, registriamo che nessuna azione di tutela è stata svolta dal Ministero degli Interni. D’altronde il ministro delegato ad occuparsi delle tutele per le persone lgbt, ha tenuto un atteggiamento scandalosamente omissorio: da quando è stata nominato, non ha mai promosso un incontro con le associazioni, non è mai stata convocata la Commissione di esperti sulle tematiche lgbt, nominata dal precedente ministro, per non parlare del Forum nazionale delle associazioni che si occupano di violenza sulle donne e sulle persone lgbt, di cui pensiamo la Carfagna non conosca neppure l’esistenza. Insomma siamo alla paralisi assoluta. Ogni tanto il non ministro Carfagna appare sui mass media per fare affermazioni stupefacenti, o per assumere impegni mai concretizzati.
Nel 2009 la nostra azione in difesa delle persone e delle coppie lgbt e di promozione di iniziative condivise con ampi settori della società, proseguirà con
determinazione
, anche per denunciare che nonostante vi siano stati alcuni annunci, come la proposta di legge sui Didore, le norme anti omofobia declamate dalla Carfagna, tutto è drammaticamente fermo, anzi la vita concreta degli omosessuali italiani sta vistosamente peggiorando.

www.arcigay.it

Martedì, 30 Dicembre, 2008 - 15:18

HUMOR: Due popoli, uno Stato.

Martedì, 30 Dicembre, 2008 - 14:46

l'ennesima ingiustizia...pensioni & lavoro elezioni sardegna

PENSIONI  &  LAVORO

Movimento Politico e di Opinione

via Torino, 47  20123 Milano – tel.+ fax 02/72011645

_______________________________________________________________________

e-mail: valentinuzzi.c@fiscali.it   casella postale 1129  20101 Milano

      
                                                                 Signor Presidente della Repubblica
                                       per conoscenza
                                                                       Signor Presidente del Consiglio
                                                                       Signor Presidente Senato e Camera
                                                                       Signor Ministro dell’Interno e per la Semplificazione
                                                                       Signor Presidente Regione Sardegna
                                                                       Signor Presidente Corte Appello Cagliari
                                                                       Signor Prefetto Cagliari
                                                                       Signori Capigruppo Regione Sardegna
                                                                       Signor  Segretario Politico “ P.& L.”
                                                                       LORO SEDI
Oggetto: Consiglio regionale della Sardegna. Elezioni anticipate 15-16/2/2009. Sospensione.
Ritengo opportuno segnalare alla S.V. che il rinnovo del Consiglio Regionale della Sardegna si muove su un terreno paludoso dove buon senso e Costituzione rischiano di sprofondare a causa di un perverso sistema elettorale che  non consente ai partiti o gruppi politici che già non abbiano un proprio rappresentante nel Consiglio di parteciparvi.
L’impossibilità è determinata dal dover presentare le liste dei candidati corredate da 8.750/13.000 firme di elettori (suddivise per otto province) autenticate e certificate; che seppur dimezzate ex art. 1 c.3 L. 23/2/1991 n. 43 rimangono un’enormità in relazione al pochissimo tempo (11 giorni) intercorrente tra la pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi (27/12/2008) ed il termine per la presentazione delle liste (7/1/2009). Considerato inoltre che il contrassegno di lista deve essere depositato il 31/12/2008, si deduce che siffatta procedura non agevola (anzi ostacola) la partecipazione popolare ad un evento essenziale per la vita democratica del Paese.
A ben vedere molte sono le leggi in conflitto tra loro (non ultima quella che impedisce ad un lombardo di candidarsi in Sardegna, ma non vieta ad un sardo di candidarsi in Lombardia) per cui è auspicabile un intervento del Ministro per la Semplificazione per il riordino della materia.
La confusione normativa è tale da rendere insicuro qualsiasi approccio elettorale, perché:
-l’andare al voto nei 60 giorni successivi dallo scioglimento del Consiglio Regionale è stabilito dall’art. 10 Legge Regionale Statutaria del 10/7/2008 n. 1 (che è il clone della legge 7/3/2007);
-però il citato art. 10 non è applicabile perché suddetta Legge all’art. 37 pone la seguente condizione <1.Fino all’entrata in vigore della legge elettorale prevista dall’art. 10 c.1 continuano ad applicarsi le disposizioni di cui all’art. 3 c. 3 della Legge Costituzionale 31/1/2001 n. 2 >;   
-tenuto conto che il decreto di convocazione dei comizi datato 27/12/2008 non cita la legge elettorale prevista dall’art. 10 (per cui è lecito pensare che non esista) si deve ancora applicare l’art. 3 c.3 L.C. 31/1/2001 n.2 che richiama le disposizioni contenute nella legge 17/2/1968 n.108 ed in quella successiva del 23/2/1995 n.43.
In parole povere, il termine di 60 giorni fissato ex art. 10 Legge Regionale Statutaria del 10/7/2008 n.1, oltre ad essere talmente restrittivo da non consentire ai cittadini di accedere alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza (art. 51 Costituzione), è giuridicamente inesistente; per cui qualsiasi risultato elettorale conseguente potrà essere impugnato davanti agli Organi Competenti.
Signor Presidente, nel ringraziarla per l’attenzione, La prego di voler far verificare la fondatezza della mia segnalazione, che se corretta -come credo- necessiterà di un suo immediato intervento.

Bagnone in Lunigiana, addì  29 dicembre 2008

                                                                               Con ossequio
                                                                      Il Presidente di P. & L.
                                                                                         (dott.Ugo Sarao)

Martedì, 30 Dicembre, 2008 - 10:06

GAZA: finirà mai questa guerra?!?!

Dal libro di  Daniel Barenboim  La Musica sveglia il tempo , pag.167.
"La Dichiarazione d'indipendenza di Israele" ( 1948 ) costituì uno stimolo a credere negli ideali che ci trasformarono da ebrei in israeliani.
Questo documento straordinario sanciva certi impegni: “Lo Stato di Israele si  dedicherà allo sviluppo di questo paese per il bene di tutti i suoi cittadini ; sarà fondato  sui principi di libertà, giustizia e pace, e sarà guidato dalla visione dei  profeti di Israele; garantirà pieni e eguali diritti, sociali e politici, a tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalle differenze  di religione, di razza o di sesso; tutelerà la libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura".

Certo, la dichiarazione di indipendenza di Israele non ripudia la guerra, come affermato nella nostra Costituzione, ma c'è da chiedersi, come ha fatto Mustafa Barghouti:

Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?
Intervento dell'ex ministro dell'informazione del governo di unità nazionale palestinese, Mustafa Barghouti.
Ramallah, 27 dicembre 2008.
"E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua.
Non era un assedio dunque, ma una forma di pace, quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete. E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra? Dalla ragioneria dei morti? E i bambini consumati dalla malnutrizione, a quale conto si addebitano?
Muore di guerra o di pace, chi muore perché manca l'elettricità in sala operatoria? Si chiama pace quando mancano i missili - ma come si chiama, quando manca tutto il resto?
E leggerò sui vostri giornali, domani, che tutto questo è solo un attacco preventivo, solo legittimo, inviolabile diritto di autodifesa.
La quarta potenza militare al mondo, i suoi muscoli nucleari contro razzi di latta, e cartapesta e disperazione. E mi sarà precisato naturalmente, che no, questo non è un attacco contro i civili - e d'altra parte, ma come potrebbe mai esserlo, se tre uomini che chiacchierano di Palestina, qui all'angolo della strada, sono per le leggi israeliane un nucleo di resistenza, e dunque un gruppo illegale, una forza combattente? - se nei documenti ufficiali siamo marchiati come entità nemica, e senza più il minimo argine etico, il cancro di Israele? Se l'obiettivo è sradicare Hamas - tutto questo rafforza Hamas. Arrivate a bordo dei caccia a esportare la retorica della democrazia, a bordo dei caccia tornate poi a strangolare l'esercizio della democrazia - ma quale altra opzione rimane? Non lasciate che vi esploda addosso improvvisa. Non è il fondamentalismo, a essere bombardato in questo momento, ma tutto quello che qui si oppone al fondamentalismo. Tutto quello che a questa ferocia indistinta non restituisce gratuito un odio uguale e contrario, ma una parola scalza di dialogo, la lucidità di ragionare il coraggio di disertare - non è un attacco contro il terrorismo, questo, ma contro l'altra Palestina, terza e diversa, mentre schiva missili stretta tra la complicità di Fatah e la miopia di Hamas. Stava per assassinarmi per autodifesa, ho dovuto assassinarlo per autodifesa - la racconteranno così, un giorno i sopravvissuti.
E leggerò sui vostri giornali, domani, che è impossibile qualsiasi processo di pace, gli israeliani, purtroppo, non hanno qualcuno con cui parlare. E effettivamente - e ma come potrebbero mai averlo, trincerati dietro otto metri di cemento di Muro? E soprattutto - perché mai dovrebbero averlo, se la Road Map è solo l'ennesima arma di distrazione di massa per l'opinione pubblica internazionale? Quattro pagine in cui a noi per esempio, si chiede di fermare gli attacchi terroristici, e in cambio, si dice, Israele non intraprenderà alcuna azione che possa minare la fiducia tra le parti, come - testuale - gli attacchi contro i civili. Assassinare civili non mina la fiducia, mina il diritto, è un crimine di guerra non una questione di cortesia. E se Annapolis è un processo di pace, mentre l'unica mappa che procede sono qui intanto le terre confiscate, gli ulivi spianati le case demolite, gli insediamenti allargati - perché allora non è processo di pace la proposta saudita? La fine dell'occupazione, in cambio del riconoscimento da parte di tutti gli stati arabi. Possiamo avere se non altro un segno di reazione? Qualcuno, lì, per caso ascolta, dall'altro lato del Muro?
Ma sto qui a raccontarvi vento. Perché leggerò solo un rigo domani, sui vostri giornali e solo domani, poi leggerò solo, ancora, l'indifferenza. Ed è solo questo che sento, mentre gli F16 sorvolano la mia solitudine, verso centinaia di danni collaterali che io conosco nome a nome, vita a vita - solo una vertigine di infinito abbandono e smarrimento. Europei, americani e anche gli arabi - perché dove è finita la sovranità egiziana, al varco di Rafah, la morale egiziana, al sigillo di Rafah? - siamo semplicemente soli. Sfilate qui, delegazione dopo delegazione - e parlando, avrebbe detto Garcia Lorca, le parole restano nell'aria, come sugheri sull'acqua. Offrite aiuti umanitari, ma non siamo mendicanti, vogliamo dignità libertà, frontiere aperte, non chiediamo favori, rivendichiamo diritti. E invece arrivate, indignati e partecipi, domandate cosa potete fare per noi. Una scuola? Una clinica forse? Delle borse di studio? E tentiamo ogni volta di convincervi - no, non la generosa solidarietà, insegnava Bobbio, solo la severa giustizia - sanzioni, sanzioni contro Israele.
Ma rispondete - e neutrali ogni volta, e dunque partecipi dello squilibrio, partigiani dei vincitori - no, sarebbe antisemita. Ma chi è più antisemita, chi ha viziato Israele passo a passo per sessant'anni, fino a sfigurarlo nel paese più pericoloso al mondo per gli ebrei, o chi lo avverte che un Muro marca un ghetto da entrambi i lati? Rileggere Hannah Arendt è forse antisemita, oggi che siamo noi palestinesi la sua schiuma della terra, è antisemita tornare a illuminare le sue pagine sul potere e la violenza, sull'ultima razza soggetta al colonialismo britannico, che sarebbero stati infine gli inglesi stessi? No, non è antisemitismo, ma l'esatto opposto, sostenere i tanti israeliani che tentano di scampare a una nakbah chiamata sionismo. Perché non è un attacco contro il terrorismo, questo, ma contro l'altro Israele, terzo e diverso, mentre schiva il pensiero unico stretto tra la complicità della sinistra e la miopia della destra.
So quello che leggerò, domani, sui vostri giornali. Ma nessuna autodifesa, nessuna esigenza di sicurezza. Tutto questo si chiama solo apartheid - e genocidio. Perché non importa che le politiche israeliane, tecnicamente, calzino oppure no al millimetro le definizioni delicatamente cesellate dal diritto internazionale, il suo aristocratico formalismo, la sua pretesa oggettività non sono che l'ennesimo collateralismo, qui, che asseconda e moltiplica la forza dei vincitori. La benzina di questi aerei è la vostra neutralità, è il vostro silenzio, il suono di queste esplosioni. Qualcuno si sentì berlinese, davanti a un altro Muro. Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?"
(testo raccolto da Francesca Borri e pubblicato sul sito www.peacereporter.it)

Data la tragicità della guerra tra Israele e il popolo palestinese e i tanti morti a Gaza e nel sud di Israele, riporto qui di seguito altri contributi di informazione e riflessione.

 
AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE PROTEZIONE PER I CIVILI A GAZA E NEL SUD D'ISRAELE 
Amnesty International ha chiesto alle forze israeliane e ai gruppi armati palestinesi di porre immediatamente fine agli attacchi illegali contro Gaza e il sud d'Israele, che a partire da sabato 27 dicembre hanno causato
la morte di almeno 280 civili palestinesi e di due civili israeliani. 
I bombardamenti sulla Striscia di Gaza hanno provocato il piu' alto numero di morti e feriti mai registrato in quattro decenni di occupazione israeliana: tra le vittime palestinesi vi sono decine di civili non armati e di poliziotti che non stavano prendendo parte alle ostilita'. 
'L'uso sproporzionato della forza da parte di Israele e' illegale e rischia di provocare ulteriore violenza in tutta la regione' - ha
dichiarato Amnesty International. 'L'escalation di violenza e' arrivata in un momento in cui la popolazione di Gaza gia' era impegnata in una lotta quotidiana per la sopravvivenza, a causa del blocco israeliano che impedisce l'ingresso anche di viveri e medicinali'.

'Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi condividono la responsabilita' per l'escalation. I continui lanci di razzi sulle citta' e i villaggi israeliani sono illegali e non possono essere giustificati in alcun modo' - ha proseguito Amnesty International, che ha sollecitato la comunita' internazionale a intervenire senza indugio per garantire che i civili intrappolati nella violenza siano protetti e che il blocco di Gaza sia rimosso. 
L'ultimo pesante attacco ha portato a 650 il numero dei palestinesi uccisi quest'anno dalle forze israeliane: almeno un terzo delle vittime, tra cui 70 bambini, erano civili. Nello stesso periodo, i gruppi armati palestinesi hanno ucciso 25 israeliani, 16 dei quali civili, tra cui quattro bambini. Negli ultimi otto anni la violenza israelo-palestinese ha causato la morte di circa 5000 palestinesi e 1100 israeliani. La maggior parte delle vittime da entrambi i lati erano civili e tra esse figurano circa 900 bambini palestinesi e 120 bambini israeliani. 
Nelle ultime settimane le agenzie delle Nazioni Unite, che provvedono all'80 per cento del fabbisogno alimentare di un milione e mezzo di abitanti, hanno ripetutamente protestato contro il rifiuto israeliano di consentire l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza.

Il blocco israeliano ha fatto si' che la tregua di cinque mesi e mezzo tra Israele, Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi migliorasse di poco o niente la vita della popolazione di Gaza. La tregua e' di fatto cessata il 4 novembre, quando le forze israeliane hanno ucciso sei militanti palestinesi e una scarica di razzi palestinesi ha colpito le citta' e i villaggi del sud d'Israele.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 29 dicembre 2008

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"Nell'aria acre odore di zolfo, nel cielo lampi intermezzano fragorosi boati.
Ormai le mie orecchie sono sorde dalle esplosioni e i miei occhi aridi di lacrime dinnanzi ai cadaveri.

Mi trovo dinnanzi all'ospedale di Al Shifa, il principale di Gaza, ed è appena giunta la terribile minaccia che Israele avrebbe deciso di bombardare la nuova ala in costruzione.
Non sarebbe una novità, ieri è stato bombardato l'ospedale Wea'm.
Insieme ad un deposito di medicinali a Rafah,
l'università islamica (distrutta),
e diverse moschee sparse per tutta la striscia.
Oltre a decine di installazioni CIVILI.

Pare che non trovando più obbiettivi "sensibili",
l'aviazione e la marina militare si diletti nel bersagliare luoghi sacri, scuole e ospedali.

E' un 11 settembre ad ogni ora, ogni minuto, da queste parti,
e il domani è sempre una nuovo giorno di lutto, sempre uguale.
Si avvertono gli elicotteri e gli aerei costantemente in volo,
quando vedi il lampo, sei già spacciato,
è troppo tardi per mettersi in salvo.

Non ci sono bunker antibombe in tutta la Striscia,
nessun posto è al sicuro.

Non riesco a contattare più amici a Rafah,
neanche quelli che abitano a  Nord di Gaza city,
spero perchè le linee sono intasate.
Ci spero.
Sono 60 ore che non chiudo occhio,
come me, tutti i gazawi.

Ieri io e altri 3 compagni dell'ISM abbiamo trascorso tutta la nottata all'ospedale di al Awda del campo profughi di Jabalia. Ci siamo andati perchè temevamo la tanto paventata incursione di terra che poi non si è verificata.
Ma i carri armati israeliani stazionano pronti lungo il confine tutto il confine della Striscia,
il loro cingoli affamati di corpi pare si metteranno in funerea marcia questa di notte.

Verso le 23,30 una bomba è precipitata a circa 800 metri dall'ospedale,
l'onda d'urto a mandato in frammenti diversi vetri delle finestre, ferendo i feriti.
Un' ambulanza si è recata sul posto, hanno tirato giù una moschea, fortunatamente vuota a quell'ora.
Sfortunatamente, anche se non di sfortuna ma di volontà criminale e terroristica di compiere stragi di civili,
la bomba israeliana ha distrutto anche l'edificio adiacente alla moschea, distruggendolo.

Abbiamo visto tirare fuori dalle macerie i corpicini di sei sorelline.
5 sono morte, una è gravissima.

Hanno adagiato le bambine sull'asfalto carbonizzato,
e sembravano bamboline rotte, buttate via perchè inservibili.
Non è un errore, è volontario cinico orrore.
Siamo a quota 320 morti,
più di un migliaio i feriti, 
secondo un dottore di Shifa il 60% è destinato a morire nelle prossime ore,
nei prossimi giorni di una lunga agonia. 
Decine sono i dispersi,
negli ospedali donne disperate cercano i mariti, i figli,
da due giorni, spesso invano.
E' uno spettacolo macabro all'obitorio.
Un infermiere mi ha detto che una donna palestinese dopo ore di ricerca fra i pezzi di cadaveri all'obitorio,
ha riconosciuto suo marito da una mano amputata.
Tutto quello che di suo marito è rimasto,
e la fede ancora al dito dell'amore eterno che si erano ripromessi. 
Di una casa abitata da due famiglie,
è rimasto ben poco dei corpi umani.
Ai parenti hanno mostrato un mezzo busto,
e tre gambe. 
Proprio in questo momento una delle nostre barche del Free Gaza Movement sta lasciando il porto di Larnaca in Cipro. Ho parlato coi miei amici a bordo. Eroici, hanno ammassato medicinali un pò in ogni dove sull'imbarcazione.
Dovrebbe approdare al porto di Gaza domani verso le 08.00 am.
Sempre che il porto esista ancora dopo quest'altra notte di costanti bombardamenti.
Starò in contatto con loro tutto questo tempo.

Qualcuno fermi questo incubo.
Rimanere in silenzio significa supportare il genocidio in corso.
Urlate la vostra indignazione, in ogni capitale del mondo "civile",
in ogni città, in ogni piazza,
sovrastate le nostre urla di dolore e terrore.
C'è una parte di umanità che sta morendo in pietoso ascolto. 
Vik in Gaza
Vittorio Arrigoni"

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