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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 27 Maggio, 2009 - 14:41

Elezioni: tutte le coppie ai seggi mano nella mano

Arcigay: aiutate le famiglie, dateci il matrimonio
Elezioni: invitiamo tutte le coppie ad andare ai seggi mano nella mano

Mentre impazzano polemiche su i più diversi temi, tanto da far sembrare questa campagna elettorale come un grande reality show, le famiglie italiane sono abbandonate a loro stesse: fanno fatica a
superare questa profonda crisi economica, e sono bistrattate da una politica immorale che fa solo imbarazzanti proclami.

C’è invece bisogno di interventi concreti che aiutino economicamente e socialmente i nuclei familiari a reggere compiti importanti e a risolvere problemi e conflitti. I partiti italiani, ben lontani dal pragmatismo di quelli europei, imbrattano i muri delle città italiane con manifesti elettorali raffiguranti famiglie
ottocentesche e poi non fanno nulla di concreto né per le famiglie cosiddette tradizionali né per le altre famiglie.

Bisogna invece aiutare tutte le famiglie e in questo quadro è necessario che quelle omosessuali siano messe in condizione di poter accedere a diritti e doveri uguali alle altre. Per questo è necessario il matrimonio civile per tutti e tutte. Per questo sono necessarie leggi che aiutino anche le famiglie eterosessuali non sposate.

Ampliare i diritti non toglie niente a nessuno e aiuta una maggiore stabilità ed armonia sociale. Arcigay rilancia il tema della parità come essenziale per il superamento di odiose discriminazioni e per
una concreta giustizia sociale.

Aiutare tutte le famiglie significa inserire finalmente lo Stato italiano in quell’alveo che gli spetta: tutti le nazioni fondatrici dell’Unione Europea hanno approvato leggi di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Invece di parlare di veline, i partiti si pronuncino in questa campagna elettorale su come intendono rispondere alla nostra semplice e chiara richiesta di esser considerati cittadini uguali agli altri.

Arcigay invita tutte le coppie di compiere un piccolo gesto a sostegno del riconoscimento di tutti gli amori, recandosi ai seggi mano nella mano.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay

Mercoledì, 27 Maggio, 2009 - 14:39

Carfagna cancella dal sito le discriminazioni LGBT

Grazie al lavoro di ricerca del sito www.notiziegay.com e del blogger River abbiamo scoperto in questi giorni che il ministro delle Pari opportunita' Mara Carfagna ha cancellato dal sito del ministero, dall'elenco dei gruppi particolarmente soggetti a discriminazioni, le persone omosessuali e trans.
Dal 14 maggio 2009, giorno in cui è andato online il nuovo portale ministeriale, dopo un lungo passaggio di consegne con il passato ministro Barbara Pollastrini, anche la Commissione istituita un anno fa contro le discriminazioni lgbt è scomparsa dal sito.
Insomma, il ministro ha deciso l'epurazione dai suoi impegni istituzionali del tema. Eppure, come si legge nel decreto di nomina di attribuzione delle deleghe, firmato da Berlusconi il 13 giugno 2008 dovrebbe promuovere e coordinare le azioni di governo in tema di diritti umani delle donne e diritti delle persone, nonché volte a prevenire e rimuovere le discriminazioni per cause direttamente o indirettamente fondate, inparticolare, sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale.
Il ministro è gravemente inadempiente: non ha mai voluto incontrare le associazioni, ha rilasciato nel tempo dichiarazioni apertamente ostili, negando più volte e poi correggendo il tiro, che esista in Italia la violenza omofobica, si è lanciata in giudizi sui Pride, sulle iniziative del movimento senza documentarsi, conoscere la realtà, cercare un confronto".
Per questo, chiediamo ancora una volta a Berlusconi di far dimettere questo ministro inesistente, o perlomeno di affidare la delega sulle discriminazione ad altro esponente del governo.
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay

Scarica qui sotto la pagina web rimossa

Mercoledì, 27 Maggio, 2009 - 10:35

M l'EXPO faraonica, W l'EXPO DIFFUSA!

Alcuni urbanisti, come l'Arch. Antonello BOATTI, hanno suggerito una EXPO DIFFUSA sul territorio, in modo da valorizzare tutta l'area metropolitana, le cascine, gli agriturismi, gli spazi espositivi presenti o realizzabili nella periferia di Milano e nell'hinterland, onde lasciare qualcosa di positivo DOPO l'Expo nelle aree ospitanti.

Ad esempio nella zona est di Milano c'è una porzione dell'ex Innocenti che dovrebbe essere riqualificata in base al PRU Rubattino, realizzando un parco attrezzato e servizi per la collettività, ma manca progettualità da parte del proponente privato e mancano soldi.
Nelle previsioni del PRU vi sono 22.000 mq di "grande funzione urbana" per attività socio-ricreative-culturali che i cittadini chiedono da anni, ma nessuno ha ancora realizzato nella cosiddetta casa di cristallo.

La "casa di cristallo" è un capannone industriale della dismessa Innocenti prossimo alla tangenziale est  con ampie vetrate (da lì il nome che si ispira al "Crystal Palace" inglese) che, se opportunamente recuperato proprio in vista dell'EXPO, potrebbe essere un luogo espositivo e poi rimanere a disposizione dei cittadini della zona est.

Questo è l'EXPO DIFFUSO: niente opere faraoniche e straordinarie in un solo luogo (ma come mai il nord ovest di Milano è così attraente per gli immobiliaristi? Anche il Besta e l'Istituto dei Tumori da est dovrebbero essere spostati a nord-ovest!), da smantellare dopo l'Expo, ma opere funzionali al territorio e distribuite nell'area metropolitana, che possano rimanere per essere utilizzate dalla collettività anche dopo l'evento.
A Milano mancano luoghi di socializzazione: perchè non crearli in occasione dell'EXPO, in modo da ricostituire il tessuto urbano della convivenza e della comunità allargata? Questo è un modo concreto di investire nel futuro della città e di combattere il clima di insicurezza, altro che ronde private a pagamento (ad es. blue berrets)!
 ... se l'amministrazione, il comune di Milano farà in modo che la città possa essere vissuta dalla società civile, dalle persone oneste, grazie a eventi e luoghi socio-ricreativi per tutti (e per tutte le tasche), nessuno si sentirà solo e insicuro, perchè dove c'è gente e animazione i malintenzionati stanno alla larga e il sano tessuto sociale accoglie e protegge anche gli individui più fragili.


Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin 
candidata al collegio 12 Milano Lambrate - Forlanini
lista civica "un'ALTRA PROVINCIA" Massimo Gatti Presidente

Martedì, 26 Maggio, 2009 - 13:42

MAFIA a Milano e dintorni

Se già non conoscete questa documentazione aggiornata al 2007, consiglio una lettura sintetica sulla mafia a Milano e dintorni:

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin 
candidata al collegio 12 Milano Lambrate - Forlanini
lista civica "un'ALTRA PROVINCIA" Massimo Gatti Presidente

Lunedì, 25 Maggio, 2009 - 16:20

In Svizzera testamento biologico è legge. La Chiesa non si oppone

In Svizzera il testamento biologico diventa legge. E la Chiesa non si oppone

di Fabio Poletti, da La Stampa, 21 maggio 2009

Un secolo fa in Svizzera era consentito aiutare chi voleva suicidarsi per motivi di onore. Un secolo dopo, discutere sul diritto alla vita e alla propria morte, non scandalizza più nessuno. E’ una consuetudine. E’ diventata una legge che all’articolo 370 del codice civile appena riformato, stabilisce: «Chi è capace di discernimento, può designare i provvedimenti medici ai quali accetta o rifiuta di essere sottoposto nel caso in cui divenga incapace di discernimento». In Italia, se ci fosse, si chiamerebbe testamento biologico. In Svizzera lo hanno voluto chiamare direttive anticipate e non fa la differenza. Olivier Guillod, docente di Diritto privato all’università di Neuchatel ed esperto della Commissione bioetica nazionale che ha elaborato il testo, dice che alla base di questa riforma del codice c’è un principio di autodeterminazione: «In alcuni Cantoni come nel Vallese questa legge c’è dal ‘95.

Adesso è un dispositivo che vale per tutta la Confederazione. Il medico è vincolato alle richieste del paziente, fatta salva l’obiezione di coscienza». La legge entrerà in vigore il primo gennaio 2012 perché tutti i Cantoni devono attrezzarsi. In questi tre anni la riforma ha ugualmente effetto, nel caso di un contenzioso si va davanti a un giudice. I tre mesi di tempo per chiedere un referendum abrogativo sono appena scaduti senza che qualcuno raccogliesse le 50 mila firme necessarie per bloccare la riforma. Non le ha raccolte chi teme che questa sia una strada per fare diventare la Svizzera come l’Olanda, dove l’eutanasia è autorizzata. Non chi ha paura che la Svizzera, dove aiutare un suicida non è reato se lo si fa per motivi compassionevoli, diventi la patria della buona morte. Non la Chiesa che in ogni parte del mondo si batte per la sacralità della vita.

Il teologo protestante Frank Mathwig sembra un laico, tanto difende i principi religiosi quanto accetta il dialogo sul diritto all’autodeterminazione: «Le norme morali non possono essere estranee alle situazioni concrete. Si tratta di tollerare le situazioni estreme». I giuristi della Commissione bioetica svizzera dicono che nel loro Paese casi come quelli di Eluana Englaro, Piergiorgio Welby e Terri Schiavo non sarebbero stati nemmeno casi. Secondo il settimanale elvetico Hebdo oltre l’80% degli svizzeri condividono la scelta del legislatore sulle direttive anticipate ma solo il 10% le ha già scritte. Un numero comunque alto in un Paese dove 3000 persone si uccidono ogni anno, su una popolazione di 7 milioni di abitanti. Di questi 3000, quasi 300 sono suicidi assistiti. Di questi 300, quasi 50 vengono da oltre confine. Eppure anche se a Neuchatel 150 persone al giorno visitano la mostra assai esplicita sulle cure palliative organizzate dalla Fondazione Chrysalide - «Se un giorno io muoio», il titolo; la foto di due piedi in avanti, il manifesto - qualche paura ad una eccessiva consuetudine alla morte rimane.

Centri come Exit e Dignitas che assistono i suicidi potrebbero essere sottoposti a maggiori controlli legislativi. Nel cantone di Vaud con capitale Losanna, Exit contrattacca e promuove una raccolta di firme per togliere i finanziamenti pubblici a quegli hospice che non prevedono il suicidio assistito. Alberto Bondolfi della Commissione nazionale di etica per la revisione dei diritti di tutela, racconta che si stanno studiando progetti per regolamentare in modo rigido il suicidio assistito ma che al di là della legge ogni caso sarà un caso a sè: «Nessun medico ad esempio saprà dire se le volontà anticipate da un malato di alzheimer sono autentiche o indotte dalla malattia». Malgrado qualche dubbio che pure serpeggia in chi ha discusso per dieci anni questa riforma del codice, c’è chi come Suzanne Brauer della Commissione nazionale etica per la medicina difende prima di tutto i principi di base: «Dietro a questa riforma del codice c’è un principio fondamentale che allarga l’autonomia dei pazienti. E’ uno strumento per razionalizzare la volontà di ognuno. Il rapporto tra medico e paziente diventa un rapporto mandatario. Una cosa impensabile solo trenta anni fa». Una cosa che alla fine magari poco importa a una qualunque Griselde R., accompagnata ad una dolce morte con le cure palliative della fondazione Chrysalide, di cui non sappiamo nulla per la sua privacy, se non le ultime parole di una poesia così delicata da fermare il cuore: «Scivola mia piccola morfina, come un bianco e dolce ermellino».

(21 maggio 2009)

Lunedì, 25 Maggio, 2009 - 16:17

Sostengo Vittorio Agnoletto e il GUE in Europa

Voto Vittorio Agnoletto. Ho aderito all'appello in sostegno alla sua candidatura e alla sua elezione. Convergo chiaramente su un'esigenza: rilanciare un'idea altra di Europa. Parlare di Europa oggi significa parlare di mercati, di libero commercio, di libere transizioni finanziarie in un contesto di organizzazione istituzionale indebolita, che vede un Parlamento privo di poteri, un'assenza totale dell'elementare struttura grammaticale di ogni stato democratico, ossia il rapporto di fiducia politica tra parlamenti e governi. Esiste un'Europa che presenta una diminuzione forte dei valori sociali e di giustizia, di eguaglianza e di tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che ha presentato un testo di proposta di Carta Costituzionale che faceva del libero mercato il perno attorno al quale si istituiva tutto il complesso politico e culturale dell'Europa delle future generazioni. Oggi occorre rafforzare in Parlamento Europeo la presenza di uno schieramento, e con esso delle loro candidate e dei loro candidati alla funzione di europarlamentare, che fa della fiddusione, tutela e promozione dei valori di emancipazione sociale e ambientale la propria struttura costitutiva. Io penso che sia necessario fare quadrato su questo tema politico: l'Europa della cittadinanza non può prescindere da un'Europa sociale e che vede nella partecipazione collettiva e comune la propria forza strutturale. Vittorio Agnoletto da sempre si è attivato sulla promozione del movimento, dei movimenti, della difesa dei diritti ambientali, contro un ritorno assurdo e pericoloso al nucleare, della difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, come l'opposizione sicura e coerente contro la Bolkestain, la direttiva che vorrebbe estendere la condizione di precarietà già diffusa nell'ambito del mondo dei nuovi lavori, "nuovi" nella tipologia ma "vecchi" nei contenuti giuridici, per rivendicare i diritti di chi è stato vittima dell'amianto in strutture industriali, seguendone il processo. Vittorio Agnoletto ha speso la propria determinata azione per promuovere i diritti civili e umanitari, le attività di cooperazione sociale e di promozione dei diritti di autodeterminazione dei popoli e delle minoranze oppresse e represse, la tutela e l'attenzione massima ai diritti dei migranti. Ma occorre proseguire in questo percorso, sostenendo Agnoletto e Rifondazione, che unitariamente si stabilirà nel GUE in Europa, che possa andare verso a un'affermazione di un'Europa attenta ai diritti civili e laici, sociali e culturali, e che possa diventare argine determinato e chiaro contro derive reazionarie e pericolosamente populistiche presenti in diversi contesti statali europei, tra cui anche il nsotro stato, sul tema dell'informazione, della separazione tra i poteri istituzionali e della separazione tra interessi privati e pubblici.

Alessandro Rizzo
Candidato al Consiglio Provinciale
Lista Un'Altra Provincia - Gruppo LA SINISTRA
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 25 Maggio, 2009 - 15:58

23° FESTIVAL MIX MILANO

23° FESTIVAL MIX MILANO
DI CINEMA GAYLESBICO E QUEER CULTURE

4 // 11 giugno 2009
Teatro Strehler Largo Greppi 1 Milano

PROGRAMMA

Giovedi 4 giugno

19.00 – 20.00 Cocktail d’inaugurazione

Film di apertura - Opening Film:

21.00 The Way I See Things
Brian Pera, USA 2008, 87’

Per anticipazioni e schede informative sui film e sulla schedule dei DJ set:

http://www.cinemagaylesbico.com/

http://www.musiconthesteps.com

Facebook group: FESTIVAL MIX MILANO
http://www.facebook.com/group.php?gid=81469351021

Sabato, 23 Maggio, 2009 - 17:30

Al fianco della Federazione Medici contro pacchetto sicurezza

La Federazione Nazionale dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri hanno deliberato in Consiglio un documento contro il razziale pacchetto sicurezza varato dal governo. I medici secondo il pacchetto sicurezza devono essere tenuti obbligatoriamente a denunciare il paziente se clandestino e migrante. La Federazione dei Medici ha dichiarato, invece, che tale elemento sarà fortemente ostacolato nella sua applicazione e osservanza facendo appello alla Deontologia professionale che prevede il diritto alla salute universale, alle cure mediche da fornire a qualasiasi essere umano e alla diffusione della scienza e della ricerca nella prevenzione di una pandemia che deriverebbe dal non intervento su malattie e patologie contagiose. A fianco della Federazione contro una legge infame e razziale, come sottolineato da Pirani.

 

Alessandro Rizzo

Candidato al Consiglio Provinciale

Un'Altra provincia - Massimo Gatti Presidente

www.facebook.com ---> Io voto Alessandro Rizzo alla Provincia

Sabato, 23 Maggio, 2009 - 16:21

La digos rimuove manifesti in due scuole: Comune ne risponda

Intervista ad Alberto Ciullini, rappresentante dell'Assemblea dei Gentiroi delle Scuole del milanese, su Il Manifesto di oggi. E' inquietante un fatto, di cui occorre diffondere la notizia, avvenuto venerdì 22 maggio, dell'ingresso di due agenti della digos nelle scuole primarie di Viale Puglie e Pezzani di Via Martinengo a Milano e la richiesta di rimozione di manifesti presenti sulla facciata in cui si denunciavano i poderosi tagli all'organico avutisi con la controriforma Tremonti/Gelmini. Di chi è la responsabilità di tale intrusione sicuritaria e repressiva contro il diritto universale e inviolabile di libertà di informazione e comunicazione? Il Comune di Milano e il Governo rispondano in merito ... occorre un'azione congiunta, partendo dalla mobilitazione di mercoledì alle ore 15 agli Uffici del Provvidetorato a Milano.

Alessandro Rizzo
Candidato al Consiglio Provinciale
Lista Un'Altra Provincia - Massimo Gatti Presidente

Venerdì, 22 Maggio, 2009 - 15:36

Ci Piacciamo!

Ci piacciamo! (Nos gustamos!) è un libretto per l'infanzia pubblicato con grande successo in Spagna in collaborazione con AMPGIL, l’associazione spagnola costituita da parenti e amici di omosessuali.
La prima traduzione mondiale è pubblicata nel 2007 da Il Dito e La Luna a sostegno di AGEDO e di FAMIGLIE ARCOBALENO.
24 illustrazioni molto colorate e divertenti, accompagnate da testi brevi e diretti, raccontano ai bambini e agli adulti che ci sono infinite possibilità nel volersi bene, dove l’unica cosa che importa non è chi ti piace ma che ti piaccia molto, moltissimooo!

In questi giorni Ci Piacciamo! è al centro delle polemiche pregiudiziali da parte del consigliere regionale ligure Nicola Abbundo.

http://www.arcigay.it/ci-piacciamo

Pubblichiamo qui un estratto del comunicato stampa di ArciLesbica e della Casa Editrice Il Dito e La Luna sulla questione.
Sempre dal quotidiano Il Secolo XIX (20/5/09, p. 11) leggiamo che, secondo la denuncia di Nicola Abbundo, il volume “Ci piacciamo”, edito dalla casa editrice Il Dito e La luna “lancia al mondo dei fanciulli il più classico degli slogan edonistici, declinato non solo in senso apertamente carnale ed antiplatonico, ma anche omosessuale e nemmeno troppo larvatamente pedofilo”.

Queste accuse, sempre se realmente espresse, sono talmente gravi da rasentare il ridicolo. Il volume “Ci piacciamo” è composto da 22 tavole illustrate, collegate da una specie di filastrocca i cui due unici messaggi sono che gli esseri umani sono fatti per amare ed essere amati, e che “l’importante non è com’è chi ti piace, ma che chi ti piace... ti piaccia moltissimo”. Quindi semplicemente un messaggio d’amore, potentissimo nella sua semplicità.
Le illustrazioni sono a colori, raffigurano solo adulti, tutti vestiti, non c’è neanche un bambino, nessun riferimento al sesso.
Rigettiamo al mittente, dunque, ogni riferimento alla pornografia, alla pedofilia e anche l’intento manipolatorio, sia sugli adulti che sui bambini. La casa editrice Il Dito e La Luna pubblica narrativa e saggistica a tematica LGBTdal 1995, i suoi libri sono distribuiti nelle librerie di tutta Italia, è da sempre ospite benvoluta in tutte le Fiere editoriali, a cominciare dalla Fiera del Libro di Torino.

Il volume “Ci piacciamo” è stato al centro di una giornata in difesa di ogni amore (“Ci piacciamo day” - 15 dicembre 2007)
che ha visto centinaia di banchetti nelle vie centrali delle città di tutta Italia, giornata promossa da Il Dito e La Luna, ArciLesbica, Arcigay, Agedo e Famiglie Arcobaleno: solo quel giorno sono state vendute più di 3.000 copie! Abbiamo ricevuto apprezzamenti e complimenti da chiunque: dalla stampa, dalle famiglie occupate nello shopping prenatalizio, da giovani e anziani, da genitori e da figli... da chiunque!
Non sarà certo dunque un amministratore locale in cerca di notorietà sotto elezioni a poter infangare la reputazione di una casa editrice e di tante associazioni che da troppi anni ormai si impegnano per rendere migliore questo paese, farlo finalmente diventare quel paese civile europeo che si merita di essere.

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