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.: Il Blog di Fiorello Cortiana
Lunedì, 24 Maggio, 2010 - 16:55

Turchia: stop alle persecuzioni giudiziarie delle organizzazioni Lgbt!

Gay Pride Parade in Istanbul©Amnesty InternationalGay Pride Parade in Istanbul©Amnesty International

Il 30 aprile il Giudice della Corte di appello di Izimir ha respinto la richiesta del governatore della città dichiarando: "Poiché, come ogni essere umano, anche lesbiche gay bisessuali e transgender hanno la libertà d'associazione, respingo la richiesta di chiudere la loro associazione". Grazie a tutte le persone che hannno firmato l'appello sul nostro sito.
 
"L'unico modo per le persone Lgbt di resistere all'oppressione, all'isolamento e all'emarginazione nella vita sociale causate dal proprio orientamento sessuale e dalla propria identità di genere, è la solidarietà e l'unione."
Dichiarazione del portavoce di Black Pink Triangle, (febbraio 2010). 
 
Un altro anno, un'altra associazione per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans gender (Lgbt) portata in tribunale. Questa volta è toccato al Black Pink Triangle, organizzazione con sede a Izmir, in Turchia. I procedimenti civili avanzati dal pubblico ministero di Izmir per chiudere, Black Pink Triangle, sono stati aperti dopo che il governatore di Izmir aveva dichiarato che gli scopi dell'associazione violavano "i valori morali e la struttura familiare turchi".
 
Questa è l'ultima di una serie di azioni legali intraprese contro le organizzazioni Lgbt in Turchia. Un tribunale locale di Istanbul ha ordinato la chiusura di Lambda Istanbul nel maggio 2008. La decisione è stata ribaltata dalla Corte suprema d'appello nel novembre dello stesso anno, e poi nuovamente confermata nell'aprile 2009 da un tribunale locale di Istanbul. Lo stesso tipo di azione legale è stata intrapresa, ma senza successo, nei confronti delle associazioni Kaos-gl nel 2005 e Pembe Hayat (Pink life) nel 2006.
 
Come nei casi precedenti, Amnesty International si è opposta alla chiusura di Black Pink Triangle, ritenendola parte di una serie di persecuzioni giudiziarie contro le associazioni che lavorano per i diritti delle persone Lgbt. La chiusura di Black Pink Triangle sarebbe una violazione del diritto alla libertà di associazione, espressione e non discriminazione, e sarebbe contraria agli obblighi della Turchia derivanti dai trattati internazionali sui diritti umani e della Convenzione europea sui diritti umani. 

 

Amnesty International scritto al ministro dell'Interno turco. Un osservatore dell'organizzazione per i diritti umani era presente alla prima udienza del processo a Black Pink Triangle, che si sarebbe dovuta svolgere il 9 febbraio 2010.

L'udienza è stata spostata al 20 aprile, adducendo come motivazione l'elevato numero di lettere provenienti dall'estero, che devono essere tradotte in turco, non è stato invece considerato il caso come discriminatorio e infondato.

Sabato, 22 Maggio, 2010 - 18:51

Questa non è l’Italia che i Partigiani sognavano.

Questa non è l’Italia che i Partigiani sognavano.
 
La situazione in Italia, in quest’ultimo periodo, è sempre più complicata, sembrerebbe che la metropoli Milanese e quella Romana, stiano tracciando una strada per un completo rientro nella “norma” di fascisti e razzisti, si susseguono raduni, manifestazioni, eventi, dove i simboli e i saluti romani si sprecano, il tutto con l’appoggio di forze politiche e dei loro rappresentanti che si mostrano forza trainante e di pressione anche verso le Istituzioni, che dimenticando il loro ruolo di garanti della democrazia partecipano, concedendo patrocini ed aiuti.
Complicati esercizi di trasformismo, un giorno con le regole della Costituzione, con i valori e i riconoscimenti alla Resistenza alla Liberazione, ed il giorno dopo con l’adesione e spesso con la sotterranea convivenza con movimenti, persone, ideali che ripropongono razzismo, fascismo, nazismo, xenofobia.. Il tutto dunque come normalità, accettata come un semplice gioco politico e poi.. suvvia una telecamera, un articolo sul giornale non lo si nega a nessuno…  La storia è di nuovo stravolta,  verità confuse, distorte, una palude di revisioni, negazioni, falsità che tutto intorpidiscono, annebbiano… E di nuovo l’ANPI è al centro del ciclone, strattonata, denigrata, accusata di colpe, posizioni, indicazioni… La storia si ripete, ancora una volta soli, Partigiani ed antifascisti, accusati di tutti i mali che la brutta politica Italiana, getta quotidianamente sul tavolo della comunicazione.
E noi… NO,non ci stiamo.
Non ci stiamo, con Istituzioni trasformiste, che ci accusano di fomentare estremismi, e di non rappresentare più nessuno, non ci stiamo a “litigare” con movimenti giovanili che ci urlano di immobilismo. Non ci stiamo a chi ci indica solo come portatori di demagogia,  Non ci stiamo a chi ci accusa di convivenze, e di essere fuori dalla vita politica e sociale di questa “nuova” Italia.
Eppure basterebbe così poco per capirci, un libro di storia, di quelli veri e sinceri… una chiacchiera con un Partigiano, un giro per le vie delle città, per i sentieri di montagna, leggendo nomi e date su lapidi e cippi…  e magari anche informandosi senza preconcetti, su cosa è l’ANPI, su cosa fa l’ANPI, in questo sempre più completo mondo  virtuale della rete Internet, o meglio ancora nel mondo reale delle sezioni ANPI che in tutta Italia, lavorano, propongono, elaborano, discutono, di donne e uomini, che da sempre senza alcun compenso ne economico, ne di carriera politica, ne di voler apparire a tutti i costi, continuano imperterriti a credere in un “mondo migliore” dove ancora una volta le parole, Libertà, Eguaglianza, Diritti, sono radici di un pensiero, dove ancora ideali ed esempi concreti, aiutano a costruire comportamenti e regole, dove ancora la nostra Costituzione è carta viva e attuale per indicare strade e ragionamenti…
Noi dell’ANPI ci siamo… non ci tiriamo indietro, siamo da sempre disposti ad offrire tutto il possibile, e la nostra storia anche quella degli anni del dopoguerra, ci vede spesso e purtroppo da soli a ragionare, confrontarci, lavorare… non temiamo dunque le critiche, le accuse, rispondiamo con il sacrificio supremo di centomila morti, che ha permesso anche a chi ci denigra ed accusa di poter esprimere liberamente il loro triste  e confuso pensiero..
Denunciamo ancora una volta chi appoggia il fascismo, ricordiamo che esistono leggi d’applicare contro chi ne fa ancora uso e pratica, chiediamo ad Istituzioni e garanti il rispetto di tali leggi e dunque limpidi e certi comportamenti.
Denunciamo l’uso distorto della storia, per fini che nulla hanno a che fare con il nostro pensiero, i nostri ideali. Denunciamo i comportamenti ostili di chi ci pensa “vecchi” e incompetenti per gestire ancora una parola che ricordo è nata con noi, noi non siamo antifascisti. Noi siamo l’ANTIFASCISMO.
Chiediamo ai vertici della nostra associazione di rendere reale la nuova stagione dell’ANPI, di non attendere oltre, d’evitare immobilismi e ragionamenti , di confrontarsi senza fraintendimenti con tutti soprattutto con i giovani che sono tanti, oggi, che chiedono la nostra tessera, chiedono immediate risposte, chiedono suggerimenti ed indirizzi senza la solita logica del “partito” ma con la semplicità di rapportarsi alla pari, con voglia di continuare a seminare semi per far crescere fiori..  Dimostriamo con i fatti, evitiamo il tutto ci è dovuto…  scaliamo di nuovo ripide montagne, cantiamo ancora “fischia il vento”.
Noi ci siamo…. 
Noi continueremo, sempre a lottare, scendere in piazza, manifestare, applicando le regole della democrazia, noi sempre ci saremo, tutti insieme, continueremo senza alcun timore e remore a costruire sulle fondamenta della nostra Repubblica, La Resistenza, è per noi stimolo sempre attuale.  Per chi pensa il contrario, per chi pensa l’inutilità, per chi attualizza falsità,  per chi pensa solo all’odio…  un suggerimento, venite a conoscerci.!
“A coloro che non vogliono più saperne della Resistenza perché in Italia le cose non vanno come dovrebbero andare, c’è da rispondere che la nostra non sempre lieta situazione presente non dipende da una ragione soltanto: che non abbiamo ancora appreso tutta intera la lezione della libertà. E siccome l’inizio di questo nuovo corso della libertà e stata la Resistenza, si dovrà concludere che i nostri malanni, se ve ne sono, non dipendono già dal fatto che la Resistenza sia fallita, ma dal fatto che non l’abbiamo ancora pienamente realizzata.”  -  (Norberto Bobbio).
 
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
Sezione Barona. Milano.
  
Adesioni:
 
ANPI sezione Lambrate Ortica.
ANPI sezione Corsico.
ANPI sezione Monza.
ANPI Monza & Brianza.
ANPI sezione Precotto.
ANPI sezione Voghera.
ANPI sezione Quarto Oggiaro.
ANPI sezione Sempione Certosa.
ANPI sezione Lainate.
ANPI Zavattarello.

Venerdì, 21 Maggio, 2010 - 14:30

2 Festa delle Famiglie a Milano

L’idea della "Festa delle Famiglie" è nata nella primavera del 2009, mentre preparavamo il Genova Pride. Abbiamo avuto voglia di pensare a una festa in cui tutti si sentissero inclusi, in cui fossero presenti TUTTI I TIPI DI FAMIGLIA, coscienti del fatto che la famiglia è là dove è presente l’amore.
L’anno scorso è stato un banco di prova, ci siamo trovati a Milano, Roma e Avellino, in parchi pubblici, a festeggiare insieme ai nostri parenti, ai nostri amici e a tutti coloro con noi solidali. Questa prima esperienza ci ha dato voglia di ampliare e approfondire il concetto.
La Festa delle Famiglie vuole essere un momento di aggregazione tra tutte le persone che si riconoscono in un’idea di società inclusiva e in un concetto “plurale” di realtà familiari.
L’iniziativa parte dall’associazione Famiglie Arcobaleno, che riunisce genitori e aspiranti genitori omosessuali, ma vuole coinvolgere tutta la rete delle associazioni LGBTQI, le associazioni familiari, e tutte le persone che, almeno per un giorno, vogliano confrontarsi e avvicinarsi alla comunità delle persone lesbiche, gay, trans, bisessuali.
Domenica 23 maggio, la "Festa delle Famiglie" sarà un evento di gioia e di vita, che ci auguriamo possa coinvolgere tutte le realtà associative del territorio.
La proposta è un grande avvenimento all'aperto, in un parco cittadino, dove fare un picnic collettivo invitando giocolieri, maghi, artisti che divertano i nostri bimbi e attirino le famiglie “tradizionali” presenti in quel luogo.
Perché noi pensiamo che è solo insieme agli altri che possiamo abbattere il muro dell'odio e del pregiudizio, e se siamo obbligati al silenzio sulla stampa, ci riprendiamo la parola in un altro modo, obbligando gli altri a vederci, a parlarci, a prendere atto delle nostre vite, dei nostri corpi e delle nostre voci.
Perciò non dovranno mancare i nostri simboli e un banchetto dove ognuno possa attingere informazioni.
La festa sarà annuale, nell'ottica della visibilità, della vitalità e della condivisione; si svolgerà in contemporanea in più città italiane, grandi e piccole, e sarà nello stesso tempo un momento di grande gioia di vivere, ma anche l’espressione delle nostre rivendicazioni.
Festa delle Famiglie edizione 2010
L’iniziativa ha carattere nazionale, in collaborazione con le diverse realtà locali e nazionali dell’associazionismo prevalentemente, ma non solo, LGBTQI: la "Festa delle Famiglie" ha come obiettivo la visibilità della realtà delle famiglie omogenitoriali presso la società civile, vuole essere un’occasione di incontro per noi e i nostri figli, un momento informativo e divulgativo, di gioia e condivisione. Ma si propone anche come momento di aggregazione fra la nostra e le altre associazioni presenti sul territorio, un invito rivolto dalla comunità LGBTQI alle famiglie “tradizionali” a condividere una giornata di festa.
Questo anno, in particolare, la "Festa delle Famiglie" vuole essere l’annuncio ufficiale dell’apertura del Pride Nazionale. Tutti a Napoli il 26 giugno sarà il sottofondo e l’invito rivolto alla comunità.
L’avvenimento sarà pubblicizzato sulla stampa locale e nazionale e invitiamo tutti alla massima divulgazione e promozione dell’evento.
Il ritrovo sarà reso visibile con striscioni e palloncini, di Famiglie Arcobaleno e delle associazioni LGBTQI che vorranno aderire e sostenere l’iniziativa.
Sarà presente un banchetto per la distribuzione di materiale informativo e divulgativo: brochure, volantini, adesivi e altri gadget disponibili.
Durante la giornata verranno proposte attività di animazione e spettacolo a cura di artisti di strada,  musicisti, ecc., finalizzate a intrattenere i bambini presenti e ad attirare l’attenzione dei passanti.

Giovedì, 20 Maggio, 2010 - 18:05

GIUSTIZIA CORRUZIONE DEMOCRAZIA

GIUSTIZIA CORRUZIONE DEMOCRAZIA
Dibattito pubblico
con
GIAN CARLO CASELLI
Procuratore Capo della Repubblica di Torino
PIERCAMILLO DAVIGO
Giudice alla Corte Suprema di Cassazione
PETER GOMEZ
Inviato de “il Fatto Quotidiano”
BASILIO RIZZO
Presidente del Gruppo Consiliare Uniti con Dario Fo
Giustizia piegata da controriforme e leggi per l’impunità di pochi.
Corruzione tanto dilagante da diventare un fattore eversivo.
Democrazia costituzionale svuotata dall’interno a colpi di leggi e spallate che
concentrano il potere e sottraggono controlli, partecipazione, rappresentanza

Lunedì 24 maggio 2010 ore 20.45
PALAZZINA LIBERTY
presso i giardini di Largo Marinai d’Italia - Milano
raggiungibile da DUOMO (via Mazzini) tram 12 o 27. Scendere alla fermata corso XXII Marzo ang. Via Cadore
raggiungibile da SAN BABILA autobus n. 60 o 73. Scendere alla fermata corso XXII Marzo ang. Via Cadore
A cura del Gruppo Consiliare Uniti con Dario Fo
In collaborazione con l’Associazione Qui Milano Libera
Segreteria organizzativa
tel. 02884.50280 fax 02884.50579 gc.uniticondariofo@comune.milano.it - pieroricca.org

Giovedì, 20 Maggio, 2010 - 16:59

Alex Langer ieri e domani

Ci sono persone che con il loro esempio e le loro parole seminano una inquietudine feconda, Alex Langer è una di queste. Uso il presente perché al di là della scelta disperata, che resta una malinconica ferita nell’animo di chi ha condiviso le sue esperienze, la sua eredità culturale, politica ed esistenziale, costituisce una riserva di intelligenza per affrontare i nodi del nostro tempo. La laicità dello sguardo consente letture profetiche, è significativo che, nella regione dove promosse la Fiera delle Utopie Concrete, il comune umbro di Amelia dedichi una via ad Alex Langer e che, nell’occasione, la Casa-laboratorio di Cenci e la rivista Lo Straniero organizzino ad Amelia sabato 22 e domenica 23 maggio 2010 due giornate di studio, con persone che hanno avuto percorsi diversi, ma con la stessa inquietudine costruttiva. “Alexander Langer tra ieri e domani” un titolo felice per la piena attualità della sua suggestione, così leggera e così intensa.

Mercoledì, 19 Maggio, 2010 - 21:42

Vogliamo una giornata d'amore

 www.arcigay.it

E' stata ricordata questa mattina 17 maggio 2010 al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la VI 'Giornata internazionale contro l'omofobia' istituita dal Parlamento Europeo, con la partecipazione di una delegazione rappresentativa delle associazioni della comunità lgbt italiana: Arcigay, ArciLesbica, Circolo Mario Mieli, Dì Gay Project, Mit, Agedo, Famiglie Arcobaleno, I-ken, Rete Lenford, Gaylib.
Nella storia è la seconda volta che un Presidente della Repubblica riceve rappresentanti dell'Associazionismo omosessuale: accadde nel nel 1990 con Arcigay che fu ricevuta da Francesco Cossiga.

Nel corso dell'incontro sono intervenuti la parlamentare del PD Paola Concia, relatrice della proposta di legge per il contrasto di omofobia e transfobia, e la presidente di AGEDO, Associazione genitori di omosessuali, Rita De Santis.

Dopo l'intervento del ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, il presidente Napolitano ha rivolto un indirizzo di saluto. Erano presenti anche il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli e la presidente della commissione Giustizia della Camera dei deputati Giulia Bongiorno.

IL COMUNICATO

Oggi, 17 maggio 2010, VI giornata internazionale della lotta all'omofobia e alla transfobia, si è celebrato a Roma un evento storico. Il Presidente della Repubblica Italiana ha ricevuto al Quirinale un'ampia rappresentanza di associazioni omosessuali e transessuali, su iniziativa dell'Onorevole Paola Concia.

L'incontro è stato importante non solo per il valore simbolico in sè ma soprattutto per i temi affrontati. Significativa per noi è stata la sottolineatura fatta dal Presidente Napolitano su omofobia e transfobia e i diritti delle persone LGBTQI come non solo un problema delle singole persone o prerogativa delle associazioni omosessuali e transessuali, ma come una questione che investe tutta la società e di cui tutti si devono sentire responsabili.

Il Presidente ha inoltre evidenziato che gli aspetti su cui intervenire sono due: uno culturale e sociale, l’altro normativo e che su entrambi le Istituzioni devono fare la loro parte. Tale manifesta consapevolezza e il richiamo alle Istituzioni sono i punti nodali di maggiore soddisfazione per noi. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha sollecitato il Parlamento a legiferare per il riconoscimento delle coppie omosessuali, le parole precise ed equilibrate di Napolitano sono cardini ormai imprescindibili.

Gli interventi dei maggiori custodi della Carta Costituzionale rappresentano la cornice più autorevole in cui il Parlamento tutto dovrà muoversi per legiferare senza più indugi. Ringraziamo il Presidente Napolitano per aver, anche questa volta, rappresentato i valori di inclusione e di affermazione dei diritti.

Francesca Polo - ArciLesbica
Giuseppina La Delfa – Famiglie Arcobaleno
Marcella Di Folco – M.I.T Movimento di Identità Transessuale
Paolo Patané - Arcigay
Rita De Santis - Agedo
Rossana Praitano - Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

***

Ecco il testo dell'intervento delle Associazioni lgbt, letto da Rita De Santis

Signor Presidente è con sincera commozione che oggi, davanti alla sua illustre persona, mi accingo a leggere il mio intervento, in rappresentanza delle associazioni LGBT che con molta sensibilità e con grande spirito democratico  lei ha deciso di ricevere in una giornata così piena di significati per tutti noi.

Mi chiamo Rita De Santis e sono la presidente Nazionale di AGedo associazione che riunisce genitori, parenti e amici di omosessuali e transessuali, ed assicura la sua presenza su tutto il territorio nazionale.

Mi è stato dato l'onere e l’onore di rappresentare tutte le associazioni da Lei invitate all’incontro in quanto in queste associazioni sono compresi anche i nostri figli appartenenti alla comunità LGBT. E con le quali lavoriamo in rete per costruire un futuro scevro da discriminazioni.
Le porto in questa testimonianza il saluto di noi genitori parenti e amici di persone omosessuali, bisessuali e transessuali, sia di quelli che il coraggio rende visibili, sia di quelli che purtroppo per varie circostanze visibili non sono.

Mi creda non è facile vivere da invisibili, da clandestini, fantasmi ai quali viene negato innanzitutto il primo fondamentale diritto dato agli uomini che è quello dell’affettività.
Purtroppo i moltissimi episodi di omo-transfobia che ormai quasi quotidianamente si perpetuano nel nostro paese, ci addolorano e ci fanno riflettere sul fatto che molto spesso l’ignoranza, il pregiudizio trionfano sul quel presupposto fondamentale della democrazia che è la ricchezza della differenza, eletta a cardine di una società laica ma attenta anche ai valori di chi crede.
Certo, oggi noi, davanti a Lei ci sentiamo fortunati di avere un così alto interlocutore e questa sua sensibilità ci fa percepire lontano storicamente e definitivamente tramontati i roghi medioevali e la oscura stagione dei triangoli rosa.

Ma noi tutti vorremmo che in questa società, per molti versi così avanzata, non ci fossero più i 78 paesi dove essere gay vuol dire galera e i 7 dove per l’omosessualità c’è ancora la pena di morte e non vorremmo che questi fratelli dei nostri figli spesso costretti ad emigrare per sfuggire a condizioni estreme di violenza si vengano poi a trovare in un paese come il nostro, dove nonostante tutte le importanti libertà conquistate  alberga ancora tanto razzismo e tanta omofobia,dovendo così subire discriminazioni multiple.

Essere qui oggi non ci differenzia molto da tutti i genitori del pianeta, essere qui è una testimonianza di quell’amore che noi dobbiamo e che sentiamo per i nostri figli e che nella mente di ognuno di noi si tramuta nella speranza di un loro sacrosanto benessere.

Questo purtroppo però non è possibile poiché l’Italia è rimasta l’unico paese della comunità europea dove ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Di fronte a doveri tutti uguali, per i diritti palesemente diseguali.

Ciò comporta, a nostro sommesso avviso che proprio i cittadini non tutelati da univoci diritti diventano facilmente bersaglio di scherno e di umiliazione quando poi non si arriva nei casi estremi alla violenza e alla morte.

Noi siamo qui oggi in nome di quell’amore che anche il sommo poeta Dante descrive e percepisce come il motore del mondo, di quell’amore che vorremmo fosse riconosciuto ai nostri figli nella formazione delle loro famiglie e nell’esercizio di quella genitorialità che non va confusa con la mera possibilità di generare.

Siamo qui per chiedere che i nostri figli e figlie trans non vengano confuse con fabbriche di vizio, o peggio di perversioni e devianze.
Vorremo togliere loro quell’imbarazzo nel trovarsi chiuse in un maschile e femminile che spesso non li rappresenta nel più profondo del loro essere.

Vorremmo oggi diffondere nel nostro paese e in tutto il mondo l’orgoglio che dal profondo del cuore sentiamo per tutti questi nostri figli perché è attraverso loro che abbiamo compreso la mirevole complessità della natura e del creato.

Noi genitori di questa immensa popolazione (si stima che il 10 per cento della popolazione sia LGBT) rinnovandole i saluti e ringraziamenti speriamo che questo storico incontro sia l’inizio di una stagione migliore, speriamo di non dover più registrare che la visibilità diventi violenza, che le feste, matrimoni, battesimi non siano riservati solo per i figli di serie A, speriamo che in un domani illuminato dall’arcobaleno del buon senso e dell’uguaglianza nessuno debba venire più giudicato per il proprio orientamento sessuale o per l’identità di genere, speriamo anche di diventare nonni dei nostri figli e figlie omosessuali, nonni di bambini voluti come frutto di un grande amore che diventerà poi la garanzia per la loro crescita.

Solo se riusciremo attraverso le istituzioni, la cultura, la società, la scuola a far comprendere il grande miracolo dell’amore che non si coniuga in un’unica declinazione potremmo trasformare in un futuro non lontanissimo la giornata mondiale contro l’omofobia in una normale tranquilla ma sfavillante giornata d’amore.

Mercoledì, 19 Maggio, 2010 - 21:38

Lesbica iraniana rischia condanna a morte

18/05/2010 - Arcigay International

 

Lettera da Kiana Io, Kiana Firouz, lesbica iraniana, nata nel 1983 a Teheran (Iran), ho chiesto asilo nel Regno Unito, ma la mia domanda è stata respinta dal Ministero degli Interni, nonostante abbiano appurato il fatto che io sia lesbica. Ho quindi inviato il mio appello che è stato incredibilmente respinto dal giudice. Secondo il mio avvocato ci sono poche possibilità che le autorità mi concedano un permesso contro la decisione di un giudice. Questo significa che presto sarò deportata in Iran. L'omosessualità in Iran è un peccato e un reato soggetto a severe punizioni. Secondo la legge islamica, la reiterazione di questo reato è punita con la condanna a morte. La punizione per lesbismo dove sono coinvolte persone adulte, sane di mente, e consenzienti, è di 100 frustate. Se l'atto è ripetuto tre volte e la pena viene applicata ogni volta. La condanna a morte si applica al quarto atto (Articoli 127, 129, 130 codice penale). Le modalità di verifica del lesbismo in tribunale sono le stesse utilizzate per l'omosessualità maschile (Articolo 128). Di recente ho avuto un ruolo in un lungometraggio chiamato Cul de Sac (http://www.culdesacmovie.com), che si basa prevalentemente sulla storia della mia vita reale. Il film sarà proiettato nel maggio 2010. Il trailer del film è pubblicato su You Tube: http://www.youtube.com/watch?v=hp-i-oeFdB4&feature=player_embedded già dal Dicembre 2009 ed è stato visto da più di diecimila spettatori solo nei primi quattro giorni. Il film contiene scene sessuali per le quali sarei soggetta alla pena di morte se ritorno in Iran. Ora, l'unica speranza che mi resta è il supporto della comunità LGBT. Kiana 

 *** COMUNICATO STAMPA 18 MAGGIO 2010 Nella giornata di giovedì 20 maggio Stefano Bucaioni, responsabile esteri di Arcigay, Inconterà a Londra Kiana Firouz, una lesbica iranana di 27 anni alla quale è stato negato l’asilo politico nel Regno Unito nonostante nel paese d’origine la punizione per lesbismo (considerato un peccato ed un reato) sia di 100 frustate. Se gli atti sono reiterati la condanna è la pena di morte. Arcigay si unisce all’appello al gruppo EveryOne e, alla petizione internazionale on-line che in pochi giorni ha più di 21 mila firme, e a quanti hanno fatto appello al Governo britannico e all'Unione europea, affinché a Kiana Firouz possa essere immediatamente garantita un'adeguata protezione umanitaria e perché l'ordine di deportazione sia revocato: il ritorno di Kina in Iran equivarrebbe ad una condanna a morte. *** Arcigay si unisce al gruppo EveryOne e a quanti in questi giorni hanno lanciato l’appello al governo britannico e all'Unione europea, affinché a Kiana Firouz possa essere immediatamente garantita un'adeguata protezione umanitaria e che l'ordine di deportazione sia revocato, poiché il suo ritorno in Iran significherebbe una sicura sentenza di morte. Arcigay invita tutta la comunità lgbt a firmare la petizione internazionale, con la quale si chiede alle autorità britanniche che venga concesso a Kiana lo status di rifugiato nel più breve tempo possibile. Firma la petizione internazionale: http://www.petitiononline.com/kianaf/petition-sign.html *** Iranian lesbian in UK face expulsion and death sentence Letter from Kiana I, Kiana Firouz, an Iranian Lesbian, born in 1983 in Tehran/Iran, have sought asylum in the U.K but my application was turned down by the Home Office, despite accepting the fact that I am a lesbian. I accordingly submitted my appeal which was dismissed incredibly by the adjudicator. According to my solicitor’s point of view there is a little chance to grant a permission to appeal against the adjudicator’s decision. It means that I will face with deportation soon. Homosexuality in Iran is a sin and offence which is subject to harsh punishment. According to the Islamic law, repeatation of this offence will be punished by death. The punishment for lesbianism involving persons who are mature, of sound mind, and consenting, is 100 lashes. If the act is repeated three times and punishment is enforced each time, the death sentence will apply on the fourth occasion. (Articles 127, 129, 130 penal code) The ways of proving lesbianism in court are the same as for male homosexuality. (Article 128) I have recently played a role in a feature film called Cul de Sac which is mainly based on my real life story. The movie is scheduled to be screened in May 2010. The trailer of the movie had been published on You Tube http://www.youtube.com/watch?v=hp-i-oeFdB4&feature=player_embedded since December 2009.It was watched by more than ten thousand viewers just in the first four days. The movie contains sexual scenes which itself would be subject to death punishment if I return to Iran.

Now, the only hope remains for me is LGBT’s support. Kiana
 Arcigay joins EveryOne Group and the many that have sent an appeals to the British government and the European Union, that Kiana Firouz be immediately guaranteed adequate humanitarian protection and that the order for her deportation be repealed, given that on return to Iran she will face a death sentence. Arcigay invites the whole lgbt community to sign the international petition with which we request to the British authorities that Kiana receive refugee status as soon as possible. Sign the international petition: http://www.petitiononline.com/kianaf/petition-sign.html

Mercoledì, 19 Maggio, 2010 - 20:38

20mag,ore18:Triboniano, Rom, Ong e operatori in presidio davanti a Palazzo Marino

Triboniano, i Rom, le Ong e gli operatori umanitari in presidio davanti a Palazzo Marino
Milano, 19 maggio 2010. Domani, giovedì 20 maggio, a partire dalle 18 si terrà un presidio pacifico davanti a Palazzo Marino, in piazza della Scala. La manifestazione è stata promossa dalla comunità Rom di via Triboniano, per protestare contro i continui sfratti che mettono sulla strada famiglie indigenti e contro il progetto dello smantellamento del campo, programmato a partire dal 30 giugno, senza alternative abitative e inclusive sufficienti all'emergenza umanitaria. Organizzazioni per i Diritti Umani e centri antirazzisti sosterranno il presidio. "E' il primo passo per la difesa del nostro diritto all'esistenza e alla dignità," affermano senza esitazioni i rappresentanti delle comunità Rom riunitesi in assemblea domenica scorsa. Il Gruppo EveryOne, che ha scritto una lettera al vicesindaco e alla Casa della Carità, chiedendo l'interruzione degli sfratti e l'avvio di politiche in linea con la Carta dei diritti fondamentali della persona nell'Ue, sarà presente al presidio. "Negli ultimi anni il Comune di Milano ha perso una grande opportunità civile," spiegano i leader dell'organizzazione Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, "perché ha avuto a disposizione tanti milioni di euro, ma ha investito tutto quel denaro in una forsennata caccia all'uomo, attuando sgomberi irresponsabili in estate e in inverno, mettendo sulla strada bambini, donne e malati. Ha murato case abbandonate, acquistato centinaia di telecamere di sorveglianza, distolto la polizia municipale dai suoi compiti utili alla collettività per trasformarla in una milizia etnica. La Commissione europea e l'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani hanno condannato tali procedure, contro cui sono state aperte procedure di infrazione. Ora tocca al Triboniano, un campo che sta per essere sacrificato alla realtà dell'Expo, attorno a cui gravita ogni genere di malapolitica e malaffare". Vi è una certa preoccupazione, da parte delle istituzioni locali, dopo i moti di protesta verificatisi al Triboniano giovedì 13, quando alcuni rappresentanti della comunità di via Triboniano hanno eretto barricate, dato fuoco a copertoni e a un'auto, messo alcune bombole in mezzo alla strada. L'Assemblea di via Triboniano e gli Antirazzisti Milanesi assicurano che il presidio si svolgerà in modo pacifico: "La manifestazione si prefigge esclusivamente lo scopo di consegnare e rendere pubblica all'amministrazione comunale una proposta di soluzione della vicenda che rappresenta la volontà di tutti gli abitanti del campo. Le famiglie si rendono infatti disponibili a lasciare l'insediamento purché vengano salvaguardati i loro diritti fondamentali: un’abitazione degna e sostenibile per i 100 nuclei familiari; la garanzia di continuità scolastica per tutti i bambini; la fine di ogni gestione esterna degli interessi e dei diritti della comunità". La Croce Rossa Italiana e la Croce Rossa Romena visiteranno il campo nei prossimi giorni con una delegazione, per verificare le condizioni di salute degli insediati, per accertare che le famiglie verranno risistemate in alloggi adeguati e che siano previsti dopo il trasferimento programmi di inclusione, come prevedono gli accordi internazionali. "Al Triboniano rischia di verificarsi una spaventosa tragedia umanitaria," comunica l'ufficio stampa della sezione Diritti Umani del Circolo "Generazione Italia" di Milano, "ed è importate evitarla. Dopo le proteste di giovedì, si è parlato dei Rom come di facinorosi e violenti. Chi conosce la situazione del campo, però, si rende conto che per i 700 esseri umani lì residenti non esistono più diritti né opportunità di vita. Quando un gruppo sociale viene perseguitato, è sancito il suo diritto alla ribellione: lo afferma la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Domani, però, la protesta si svolgerà in modo tranquillo, anche perché è auspicabile da parte delle autorità cittadine iniziare finalmente ad ascoltare i Rom del Triboniano, evitando di delegare le loro scelte e il loro destino ad associazioni che non hanno motivo di rappresentarli".
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
+ 39 331 3585406 :: +39 393 4010237
Mercoledì, 19 Maggio, 2010 - 19:47

L'ALTERNATIVA AGLI INCENERITORI, Paul Connett

No inceneritori - Si alla salute
Venerdì 16 aprile 2010 Camera di Commercio Parma

Estratto dall’intervento di PAUL CONNET, Consulente ONU per la gestione dei rifiuti

Come spiegheremmo a Leonardo l’attuale gestione dei rifiuti in Italia?

Guarda la versione integrale

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Martedì, 18 Maggio, 2010 - 11:55

No Bavaglio

Libertà è partecipazione Nobavaglio.it
non funziona, troppi accessi. Siamo molto dipiaciuti ma l'unica
soluzione è provare a ritirarlo su ogni volta e stanotte lo spostiamo di
nuovo su un server più potente e con maggiore banda. Pazientate.

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