Interrogazioni presentate in consiglio di zona il 22 luglio - seconda tranche
Interrogazioni presentate in consiglio di zona il 22 luglio
nobaglio, qualcosa si muove
qualcosa abbiamo fatto muovere, se la Legge Bavaglio finisce su un binario morto è meglio, ma ci sono troppe porcate da coprire non molliamo ! :-)
Comitato Referendum Navigli
Comune di Milano contro Genitori Antismog, WWF e Italia Nostra: 0 a 2!!
A 100 passi dal Duomo
Oggi il Sindaco Letizia Brichetto Moratti inaugura i giardinetti di via B. Marcello alla memoria di Falcone e Borsellino (peraltro lasciati soli nella loro lotta alla mafia) ...
Vista l'azione provocatoria che un sindaco leghista fece mesi fa nei confronti di un altro eroe dell'antimafia, PEPPINO IMPASTATO, si dovrebbe onorare degnamente anche la sua memoria, dato che -nonostante il silenzio del Sindaco e del Prefetto Lombardi, le criminalità organizzate sono là dove "girano" i soldi e l'economia e quindi... sono a 100 passi dal Duomo!!!
Spero che i magistrati di Milano e Provincia non siano lasciati soli, né dalle istituzioni, né dalla società civile, dalla gente.
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
Amicizia al campo rom di via Rubattino per abbattere i muri
… 12 milioni di euro, ma ci rendiamo conto dell’enormità buttata via in maniera inconcludente?!?!? E’ una scelta insensata, perseguita senza ragioni di buon senso, ma solo per motivi ideologici… e i fatti lo dimostrano.
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
Amicizia al campo rom di via Rubattino per abbattere i muri
“È da settimane che pensiamo di scrivere questa lettera, ma non è facile mettere per iscritto le sensazioni e i rapporti creati in questi ultimi sei mesi”, dicono madre e figlia: la prima lavora in un grande gruppo editoriale, la seconda è studentessa in un liceo delle scienze sociali. “Abbiamo iniziato ad interessarci dei problemi dei bambini sgomberati nel novembre 2009 dal campo Nomadi di Rubattino -dicono-: dopo poco abbiamo iniziato a darci da fare in prima persona, a conoscere, stimare e voler bene a queste persone”, che vogliono elencare per nome “Garofizia, Annamaria, Cristian, Eliza, Alina, Cristina e molti altri ancora”. Un impegno, “ma forse è meglio chiamarla passione -dicono- che ci ha molto unite nonostante ognuna si sia trovata a vivere questa esperienza in modo diverso.
Milena, la mamma, si è molto impegnata nel seguire il progetto del vino R.o.m. che ha permesso ad alcuni di loro di inserirsi nel mondo del lavoro e di trovare una sistemazione stabile e una casa. Ai più piccoli si è invece appassionata molto Paola, che ha iniziato a conoscerli, giocarci ed aiutarli con le docce. “Cose pratiche sicuramente importanti -dicono madre e figlia- ma quello che ci sta più a cuore è il rapporto che abbiamo creato con loro, fatto di aiuto reciproco ma anche di chiacchierate, scherzi, abbracci, risate e pomeriggi passati insieme”. E allora è bello “vedersi correre incontro una bambina che, nonostante la difficoltà della sua vita, è ancora capace di ridere e di affezionarsi, capendo che non tutte le persone che ha intorno sono cattive e indifferenti come quelle che ogni pochi mesi le tolgono la sua piccola baracca” oppure “trovarsi a bere un caffè dopo aver scaricato casse e casse di vino con un ragazzo a cui si è riusciti a trovare un lavoro e sentirlo parlare con un emozione indescrivibile di ciò che gli stanno insegnando e di quanto sia fiero di riuscire a garantire con i suoi sforzi una 'vita normale' alla sua famiglia”.
Infine, una domanda: “Perché noi con qualche bottiglia di vino, il nostro tempo e la nostra passione riusciamo a garantire ad alcuni Rom un lavoro e il comune con 12 milioni di euro riesce solo a costruire muri contro l'integrazione e a distruggere il poco che hanno? Aiutateci ad avere delle risposte”.
(ar)
Plastic: se chiude è responsabile anche l'amministrazione comunale
Insisterò nel presentare il prossimo consiglio di zona di giovedì 22 luglio un’interrogazione, sarà mia prassi fino al ricevimento di risposte adeguate e compiute da parte dei soggetti in indirizzo, a cui ripetutamente da qualche mese invio quesiti, sul futuro del locale Plastic di Milano.
Ormai si è definito un intero carteggio unidirezionale tra il sottoscritto, Capogruppo de La Sinistra in Consiglio di Zona e gli organi, nonché la società proprietaria Casa Rosa srl, circa le vicende che interessano gli interventi previsti per l’edificio e la struttura dove sorge lo storico locale, l’edificio di Viale Umbria 120, e il motivo per cui tale ristrutturazione a proprio completamento sia incompatibile con la permanenza del Plastic al piano terreno.
Credo che il silenzio continuo e perpetrato da parte della proprietà dello stabile, Casa Rosa srl, sia alquanto indicatore di un’assenza totale di volontà di dialogare sia con la gestione del locale, pronta e disponibile a verificare le condizioni per un rinnovo del contratto di locazione, sia con le autorità territoriali di zona, il Consiglio in primis, totalmente all’oscuro circa l’entità del progetto di intervento.
Avevo il 30 giugno espresso alla cittadinanza, chiamandola a raccolta, quella parte della cittadinanza che vede nel Plastic la presenza di un luogo di aggregazione internazionale ad alto contenuto culturale e artistico, di avanguardia e pertanto irrinunciabile per la memoria storica di questa città, punto di riferimento musicale e performativo di diverse generazioni, a partire dal 1980 con le prima serate a contenuto internazionale e i primi eventi della “gay life” milanese, una lettera aperta in cui chiedevo all’amministrazione comunale un atto di mediazione e di sollecito per una soluzione adeguata e opportuna che evitasse la chiusura dell’esercizio.
Perché ribadisco il Plastic non è un esercizio qualunque e la sua chiusura non è un affare privato tra gestione e proprietà del locale. La chiusura definitiva del Plastic determinerebbe cascami gravi al tessuto connettivo culturale e artistico sociale di questa metropoli, come si evidenzia dall’ottima scelta dell’amministrazione di insignire il fondatore e titolare del locale, Lucio Nisi, del riconoscimento civico della Benemerenza lo scorso 7 dicembre.
A qusto atto dovuto a una storia che ha arricchito in modo illustre la nostra città non può conseguire un comportamento inerte da parte dell’amministrazione comunale e da parte del nostro organo consiliare circoscrizionale, nel cui territorio di competenza sorge, spero di non dover dire a inizio del prossimo anno lavorativo sorgeva, l’importante locale, apprezzato da sempre da illustri artisti alla stregua di Andy Warroll, Vivienne Westwood, David Lachapelle e tanti altri notori.
Difendere la presenza e la permanenza del Plastic in quello stabile e in quella locazione non è solo un fatto dovuto e necessario, ma è anche una scelta politica di una città che dovrebbe preoccuparsi a garantire interventi volti a sollecitare il mantenimento di spazi e locali storici parti integranti della cultura di una città che veniva vista fino a qualche anno fa come ospitale verso le avanguardie artistiche e culturali europee.
Rinnovo i quesiti esposti nelle diverse interrogazioni in merito alla possibile cessazione del locale e in merito all’entità degli interventi previsti presso lo stabile di Viale Umbria 120, auspicando una risposta adeguata e dovuta da parte della silente proprietà, Casa Rosa srl, e un’altrettanto azione dovuta e necessaria di sollecito a una soluzione opportuna circa il mantenimento del locale da parte dell’amministrazione comunale. E’ ormai noto che gli interventi di ristrutturazione, così sono stati definiti in una, l’unica, risposta ricevuta da Casa Rosa srl, sono ormai avviati, ma non si comprende l’entità delle volumetrie degli spazi che verranno ospitati, quanti saranno gli appartamenti previsti, se tali interventi potrebbero dare avvio a modifiche strutturali dell’edificio, saremmo nel qual caso in presenza di pratiche per la realizzazione di DIA o Superdia, il motivo per cui la proprietà si ostini a considerare incompatibile il progetto di ristrutturazione completato con la prosecuzione dell’attività del locale e del ristorante di fianco, quale sarà, a questo punto, la destinazione del piano terra, oggi a uso commerciale e, infine, richiedo nuovamente alle autorità competenti, la vigilanza urbana, di verificare le condizioni in merito alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro nel cantiere presente e operativo al primo piano dello stabile ma non aperto al pubblico.
Attendo con fiducia riscontri adeguati in merito al fine di valutare come poter procedere per preservare un patrimonio culturale insostituibile di questa città: non vorrei che si ripeta una situazione analoga al caso della chiusura del Rolling Stone, a pochi metri dall’edificio interessato, per motivi di interventi edilizi arrecanti pregiudizio ai residenti e deturpanti l’ambiente urbano circostante.
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Signor De Corato è giunto il momento di abbandonare le cancellate
Ha riaperto l'Arco della Pace, dopo ben 15 anni di chiusura per lavori di restauro durati troppo, in modo discontinuo, spesso privi di fondi e coperture funzionali a garantirne il completamento. L'Arco della Pace vide Napoleone III entrare nella città, così come Vittorio Emanuele II dopo la vincente battaglia di Magenta. Ha un significato storico fondamentale per la storia della città, ma intere generazioni non ne hanno potuto assaporarne la portata essendo fino a oggi impedito l'accesso per lavori di intervento. Il risultato della ristrutturazione è ottimo: l'Arco rieccheggia nella sua lucentezza e maestosità, campeggiando alla fine della bellissima prospettiva che si può gustare da Piazza del Cannone. Il costo dell'operazione complessiva è stato elevato, un milione di euro in tutto, 700.000 disposti dal ministero dei Beni culturali e 300.000 da introiti pubblicitari dai trompe l'oeil del cantiere. Altre donazioni e altri contributi hanno portato comunque a una copertura complessiva di 2,5 milioni, "con finanziamenti non del tutto continui", come afferma la sovrintendente ai beni culturali, Caterina Bon Valsassina. I lavori nella loro interezza non sono mai stati costanti, coerenti, discontinui. Ora l'Arco può essere vissuto e apprezzato dalla cittadinanza e dai turisti, ma c'è qualcuno che già prevede una sua recintazione. Altre barriere, altre inferriate, altre cancellate perchè si temono "invasioni barbariche" da parte di writer impazziti, di clochard bivaccanti, di "persone notturne" imbrattatrici, mentre non si comprende come la politica delle cancellate sia una misura fallimentare in quanto non politica, ma dell'ordine di facciata, della sicurezza delle parole, dell'utilizzo della forza fine a sè stesso, quasi muscolare, molto propagandistica, elettoralistica. Comprendo che siamo ormai prossimi alla campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione, e spero che il rinnovo sarà totale, ma parlare con slogan e provvedere ad adottare misure a effetto è stata una prassi che ha condotto la vicereggenza di De Corato al Comune di Milano da quando si è insediato. Signor De Corato da buon amministratore dovrebbe fare dei bilanci positivi e interessanti sulle misure da lei sempre adottate fino a oggi. Che cosa hanno apportato le cancellate in Piazza della Vetra, oppure nel parchetto di Viale monte Nero? Che effetto hanno avuto gli sgomberi dei centri sociali, delle case occupate da lei condotti sfoggiando la sua potenza e abilità? Tutto è rimasto come prima, con un maggiore disagio e degrado in diverse situazioni. Tutto è rimasto come prima con la politica dei divieti, che non è politica in quanto non è una soluzione che interessa e coinvolge la città, che interpreta la città, i suoi bisogni, le sue necessità, le sue caratteristiche geosociali e geoculturali. Esiste una soluzione alternativa alla linea del non dialogo e dell'autoritarismo autoreferenziale, quasi autistico? Esiste una politica che possa dare soluzioni adeguate a prevenire forme di deturpazione di monumenti importanti e storici della città, patrimonio della metropoli e dell'umanità? Esistono e sono quelle indicate anche dallo stesso assessore alla cultura: arricchire gli spazi di protagonismo civile con animazioni culturali, intendendo per animazioni non quelle "balneari" di basso contenuto, ma quelle culturali, sociali, aggregative di qualità. La nostra è una metropoli che vuole vivere e agire nella sua dimensione sociale, civica e storica. Viviamo situazioni paradossali in cui fa notizia la "movida", una situazione che in una città europea dovrebbe non essere novità allarmante, ma caratteristica tipica della notte in città, di una città che vede persone che vogliono vivere le offerte culturali e aggregative di una metropoli. Viviamo situazioni in cui per godere della bellezza di un monumento di mette quest'ultimo dentro una capsula, come quando si compra un divano che, ritenuto essere troppo bello, lo si tiene sempre ricoperto col celofan. Che senso ha, mi domando? Che cosa risolve? Apriamo questa città e riteniamo la cittadinanza essere protagonista e responsabile, non come un insieme di scolaretti da mantenere in silenzio tramite gli ammonimenti continui. Non abbiamo bisogno, signor De Corato del suo sempre ostentato paternalismo ottocentesco, ma abbiamo bisogno fortemente di rendere questa città nostra, patrimonio comune e pubblico, civilizzando le persone propense all'individualismo alla cultura civica della dimensione collettiva. Si previene portando la dimensione sociale a essere unica forma di deterrenza per chi voglia commettere atti inopportuni e odiosi per la collettività. Non è giunto il momento, come più volte sostenuto in occasione della volontà più volte espressa di impacchettare le colonne maestose di San Lorenzo, forse, di cambiare linea amministrativa, dato il fallimento universale avutosi in ripetute occasioni di transennamento di spazi pubblici, affidando alla cultura e all'arte usufruibile pubblicamente e pubblicamente offerta il ruolo di prevenire forme di disgressione sociale? Lo ripeto per la seconda volta, spero che qualcosa con il prossimo anno possa cambiare veramente rendendo la città non più patria delle paure, delle ansie, delle angosce, dei pregiudizi, dei divieti, dei dictat, dei moralismi paternalistici. Esiste una cittadinanza attiva e considerandola matura, in quanto lo è molto di più di certi amministratori che inventano soluzioni superficiali e inefficaci, obsolete.
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano
La Partecipazione in Zona 4 - Una nuova prospettiva?
Il Consiglio di Zona 4 organizza anche quest'anno il Mese della Cultura (seconda edizione) per settembre/ottobre.
Durante la Commissione preparatoria del 22 Giugno u.s., in qualità di Presidente dell'associazione “Il Gabbiano”, accreditata in Zona 4, ho proposto di fare un convegno sulla partecipazione dei Cittadini alla vita sociale e politica della città e del Paese, prevista dalla Costituzione e da Leggi Nazionali, ed anche dagli Statuti e Regolamenti dei Comuni, ma poco praticata, perché sconosciuta alla gran parte della popolazione, Convegno che culminerà con un interessante esperimento di Democrazia Diretta.
Ho suscitato interesse e… qualche dubbio, ma dopo un breve dibattito, introducendo anche una illustrazione dell'ordinamento parlamentare (Democrazia Rappresentativa), ho ottenuto l'approvazione e la partecipazione del Presidente del Consiglio di Zona 4, Paolo Zanichelli, che parlerà appunto dell’organizzazione delle due camere.
Il Convegno si svolgerà nelle prima decade di Ottobre, un Sabato pomeriggio, nella Sala Consiliare, possibilmente non in concomitanza con altre eventuali iniziative (spettacoli, musica ecc…), e costituirà una speciale "Lezione di Educazione Civica"
Titolo provvisorio: La democrazia perfetta (o almeno come la prevede la Costituzione)
Sottotitolo: come usare la Cultura Civica con un esperimento di Democrazia Diretta.
Programma:
1. Presentazione
Guido Miserandino – Presidente di Il Gabbiano
2. L’ordinamento Parlamentare
Paolo Zanichelli – Presidente Consiglio di Zona 4
3. Il punto di vista della Costituzione Italiana
Bruno Aprile – Presidente Comitato Cittadino Democrazia Diretta
4. Cosa si fa in Lombardia e nel mondo
Fiorella De Cindio - Presidente della Fondazione RCM - Rete Civica di Milano (SPERO MI FACCIA L'ONORE DI PARTECIPARE)
5. Bozza di Regolamento comunale presentata all’amministrazione di Lomazzo
Graziano Polli – Associazione Culturale Immagina Lomazzo
6. Un Esperimento di DD “La parola ai Cittadini”
Dario Rinco
E tutto il pubblico
7. Dibattito
8. Conclusione