Tagli ai docenti: penalizzati soprattutto studenti disabili
E' di pochi giorni fa la notizia raccapricciante quanto mai disdicevole per un Paese che si definisce europeo e civile di una madre di un ragazzo disabile dell'Albe Steiner di Milano costretta a rimanere per tutto il tempo dell'orario delle lezioni, ogni giorno, ogni mattina, per accudire al proprio figlio nella deambulazione e nel suo trasporto. Non ci sono insegnanti di sostegno e il personale presente in Istituto non è qualificato alla mansione di cura per il ragazzo. Il ragazzo è stato più volte rifiutato, anche da notori istituti, nella propria iscrizione in quanto nessuno poteva assicurarne tutela adeguata. L'Istituo Albe Steiner di Milano è stato l'unico istituto che aveva ammesso il ragazzo perchè dotato di strutture, fino a un anno fa. I tagli corposi e indecenti, fatti a raso senza alcuna attenzione e responsabilità politica, da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, a fronte di un aumento, invece, dei finanziamenti, ormai non più solamente indiretti, dizione di forma che voleva solo legittimare ciò che è incostituzionale, hanno fortemente ridotto il corpo docente, in particolare i mediatori linguistici e gli insegnanti di sostegno. Quest'ultimo capitolo è stato fortemente ridotto a partire già dallo scorso anno scolastico, come rileva un'interrogazione presentata dal sottoscritto nel maggio 2010, in cui chiedevo i motivi dell'assenza della copertura dei costi dei programmi di inserimento educativo e di sostegno integrativo didattico per ragazzi con disabilità nello stesso Istituto Albe Steiner, caso singolare che esemplfica, però, una situazione generale. Il preside dell'Istituto più volte aveva inviato una lettera all'Assessorato all'Educazione del Comune di Milano, ricevendo solo dinieghi, in cui lamentava della mancanza di soldi per garantire il completamento dei programmi, non essendoci più un fondo che finanziasse l'attività didattica e il costo degli insegnanti di sostegno, ruolo importante e di alta responsabilità, spesso non valorizzato e riconosciuto. Anche per il sottoscritto vale la stessa conseguenza avutasi con le lettere di sollecito di sblocco dei fondi da parte dell'assessorato all'educazione del Comune di Milano e dell'amministrazione: nessuna risposta in merito, con grave dann all'attività didattica integrativa.
E' di ieri, infine, il comunicato stampa di genitori di alunne e alunni con dsabilità di diversa entità e grado che chiedono interventi al fine di assicurare l'attività integrativa per i propri figli negli istituti vari del Comune di Milano, in particolare l'Istituto Ferrante Aporti, una scuola primaria. I tagli sono così ingenti che il diritto ad accedere a ogni forma e grado di istruzione scolastica a prescindere dalle proprie condizioni fisiche è compromesso severamente. Le parole del comunicato parlano da sole e disegnano una reale situazione drammatica in cui imperversa un particolare capitolo della scuola pubblica, angariata e sofferente di una politica assente del Ministero nonchè irresponsabile. Allego il comunicato, chiedo una diffusione e una risposta da parte dell'amministrazione comunale adeguata e non filtrata da considerazioni di circostanza: è in pericolo l'accesso e la prosecuzione degli studi, anche gli indirizzi obbligatori, per migliaia di bambine e bambini con disabilità di diverso genere e grado, quindi necessitanti di attenzione e di cura spesso personalizzata. E', questo, un vulnus civile oltreche sociale che compromette un Paese destinato a perire se a essere penalizzata è la scuola pubblica e l'istruzione per quella che sarà la futura classe dirigente. Un paese che menoma l'educazione, come diceva Calamandrei, è un paese di uomini non liberi, sottoposti vulnerabilmente in modo acritico alle pressioni di un potere autoritario. Occorre avere risposte in merito, assessore Moioli, nonchè Ministro Gelmini: non è più tollerabile un silenzio prolungato a fronte di politiche che vedono solo tagli effettuati in modo indistinto e indiscriminato, compromettenti il tessuto sociale della nostra comunità e l'eguaglianza dei cittadini della nostra Repubblica.
Alessandro Rizzo
Capogruppo la Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 MilanoIn memoria dell'On. Professor Raffaele Degrada, esempio valoriale, intellettuale, umano
interrogazioni presentate in cdz 4 - 7 ottobre 2010
Diffida al Provveditore per il taglio dei docenti (soprattutto di sostegno)
Comunicato stampa
Siamo un gruppo di 34 mamme e papà di bambini con disabilità della scuola Primaria "Ferrante Aporti" di Milano.
I nostri 17 figli hanno iniziato l'anno scolastico il 13 settembre e sono stati inseriti in classi con l’assegnazione di insegnanti di sostegno in numero nettamente inferiore al bisogno “certificato”: 7 cattedre e mezzo contro le 15 richieste all’Ufficio Scolastico Provinciale dal Dirigente scolastico, sulla base della documentazione sanitaria e della programmazione educativa e didattica.
Esistono situazioni di disabilità molto diverse tra loro e il sostegno è richiesto alla “classe” e non al bambino. A nessun alunno con disabilità, neppure a quelli con attestazione di gravità, sono state assegnate le ore di sostegno richieste, comunque di gran lunga inferiori alle ore di tempo scuola (se ad ogni alunno con disabilità grave fosse affiancato un insegnante di sostegno, il supporto didattico sarebbe di 22 ore contro 40 ore di frequenza!).
A questi massicci tagli di sostegno si aggiungono le ore di compresenza venute meno in tutte le scuole, comprese la nostra, con la “riforma”: maestre che, da sole, oltre a non poter più svolgere le normali attività di laboratori e uscite, non possono certo affiancare gli alunni più fragili e svantaggiati.
Abbiamo inoltrato una diffida il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, sulla base della sentenza della Corte Costituzionale n.80/2010, che ha dichiarato incostituzionale il tetto al numero degli insegnanti di sostegno, ribadendo che il criterio di assegnazione delle ore di sostegno deve essere fondato sulle “effettive esigenze rilevate” caso per caso.
Ad oggi l’Ufficio Scolastico Regionale non ci ha dato risposta. Ci sentiamo discriminati: non è giusto che i nostri figli siano inclusi solo se il bilancio del Ministero dell’Istruzione lo consente!
Il mancato riconoscimento del diritto all'educazione e all’istruzione dei nostri figli è un’aperta violazione degli artt 2, 3, 34, 38 della Costituzione, nonché della Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità e della Convenzione ONU dei diritti del fanciullo.
In una società, che si definisce civile, tali diritti inalienabili devono essere garantiti a tutti, nessuno escluso. Oggi, invece, noi genitori siamo costretti a lottare, anche in sede giudiziale, perché ai nostri figli siano riconosciuti dignità, rispetto e pari opportunità.
E' dovere di noi tutti creare i presupposti perché i bambini di oggi acquisiscano le capacità e competenze indispensabili a partecipare attivamente alla società di domani.
Mozione urgente su via Longhi
Arcipelago Milano- il Seveso non è come il Nilo
5-10-2010 by Fiorello Cortiana Settimane per pulire le strade della zona Niguarda e per liberare le gallerie della linea gialla dall’acqua, le Camere di Commercio di Milano e Monza hanno stimato700 mila euro di perdite per gli esercizi commerciali e pensiamo alla lievitazione dei costi per i lavori, le riparazioni, gli interventi, gli straordinari degli uomini impiegati, cosa è successo? Niente di particolare, è piovuto ed è esondato il Seveso. Sì, perché gli ultimi sette dei 52 Km che lo portano dai confini con la svizzera al Naviglio Martesana, il Seveso attraversa Milano in una tombinatura coperta che lo immette nel canale Redfossi, tombinato anch’esso. Il sistema coperto Seveso-Redefossi-Martesana ha capacità di convogliamento piuttosto rigide, da qui i problemi di carattere idraulico e i periodici allagamenti dell’abitato anche a seguito di precipitazioni non eccezionali. E’ dal 1976 che si hanno dati precisi sulle sue esondazioni, dovute principalmente al convogliamento nel Seveso delle reti fognarie delle successive espansioni urbane dei comuni della cintura Nord di Milano. La quantità degli scarichi sommata alle precipitazioni meteoriche supera facilmente la soglia della portanza del fiume e la sua capacità di deflusso, un fiume ridotto nel tempo a canale scolmatore tombinato. L’attenzione dei cittadini si è probabilmente concentrata su queste problematiche idrauliche e sulle polemiche dovute alle inadempienze amministrative riportate dai media. C’è invece un problema, non immediatamente evidente, che presenta costi sociali molto più pesanti e riguarda l’inquinamento del territorio dovuto alla qualità delle acque esondate. I rilevamenti della Provincia di Milano mostrano come il bacino del Seveso vede peggiorare la qualità delle sue acque con il passaggio nella Brianza verso Milano. Il territorio industriale della provincia di Como ha la responsabilità per i preoccupanti valori dei metalli pesanti, rame, zinco, mercurio, cromo, nel milanese si aggiunge il cadmio, nonché un carico microbiologico di tre ordini di grandezza superiore ai limiti della balneazione. Nel corso dei decenni il Seveso ha cambiato la sua natura, impermeabilizzazioni e tombinature l’hanno trasformato a tutti gli effetti in un collettore fognario che, esondazione dopo esondazione, distribuisce sul territorio un’incredibile quantità d’inquinanti tossici. Oltre alle conseguenze prodotte dalla combustione a cielo aperto da parte di smaltitori killer o dallo sversamento tal quale nelle acque (pensiamo al Lambro di pochi mesi fa), ci troviamo di fronte ad una regimazione delle acque da parte delle amministrazioni competenti che, a seguito delle ricorrenti esondazioni, che si aggiunge allo smaltimento illegale di rifiuti tossico-nocivi lungo i cicli dell’ecosistema. Forse le diverse amministrazioni locali, oltre a preoccuparsi di allacciare le successive condotte fognarie al collettore chiamato Seveso, dovrebbero preoccuparsi, dei controlli sulla qualità delle acque reflue e sulla loro provenienza. Ma basta un’autocertificazione per uscire dalle “aziende a rischio”, quali controlli fanno eseguire all’ARPA? Con quanto personale? Insieme a questo, invece di pensare a ingrandire i canali scolmatori per evitare il superamento della soglia di portanza del Seveso, dovrebbero pensare a ridare le sue pertinenze territoriali al fiume e rinaturalizzare il territorio. Pensate: il Ticino godendo di un parco può permettersi di “invadere” ampie porzioni di territorio. Utopie degli ecologisti? No, l’hanno fatto in Germania nel distretto della Ruhr, una delle più importanti aree produttive d’Europa, con estrattiva e siderurgica, la quale, insieme alla crisi, ha lasciato dietro di sé un grave inquinamento della terra e delle falde acquifere. L’Emscher e i corsi d’acqua, che in esso confluiscono si erano trasformati in un vero e proprio sistema fognario a cielo aperto. Ora in questa vasta area, l’Emscher Park, è in corso di radicale qualificazione, il programma prevede depurazione, decontaminazione, separazione di acque di scarico da acque piovane, un’attenzione particolare è stata rivolta alla sistemazione naturalistica delle sponde per innescare processi di fitodepurazione, nonché al riuso delle strutture industriali con imprese “sostenibili”. Il coordinamento progettuale è stato svolto dal 1991 al 1999 da IBA Emscher Park, società di consulenza creata con lo scopo di realizzare una progettazione partecipata con i numerosi gruppi sociali e imprenditoriali presenti nell’area. Buona parte delle opere previste sono già realizzate. Come amministrazione rosa-verde della regione Lombardia, nei primi anni ‘90 ci gemellammo con il Land Nord Reno-Westfalia, che comprende la Ruhr, proprio per avviare lo stesso percorso di recupero nel bacino Lambro-Seveso-Olona, ma qui non ha fatto seguito nulla. Il Parco Paesaggistico dell’Emscher ricopre un’area di circa 320 Kmq, cuore dello sviluppo post-industriale del Nord Reno-Westfalia, che ha 18.000.000 di abitanti. Occorre notare che la Lombardia non arriva a 10 milioni e che le provincie di Milano e Monza-Brianza sommate non arrivano a quattro. Si può fare dunque se si vuole.
IL SEVESO NON È COME IL NILO
Successo di DESTRAFUTURO alla Festa Nazionale del PDL di Milano
Forte presenza del movimento DESTRAFUTURO alla Festa Nazionale del Popolo della Libertà che si è tenuta al Castello Sforzesco di Milano. I Militanti del movimento hanno distribuito migliaia di volantini e di adesivi. Il coordinatore Ing. Michele Puccinelli ed il comandante Antonio De Simone, hanno consegnato ufficialmente il nuovo documento politico di DESTRAFUTURO al Ministro Ignazio La Russa ed al Capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri. Esponenti di DESTRAFUTURO hanno incontrato anche gli altri due coordinatori nazionali del PDL, Fabrizio Cicchitto e Denis Verdini, il Presidente della Regione Calabria, Beppe Scopelliti ed il coordinatore della Regione Campania, Nicola Cosentino. Roberto Jonghi Lavarini, intervistato da alcuni giornalisti, fra i quali quelli del TG5, ha confermato l'attiva presenza, politica e culturale, della destra nel PDL ed il diritto-dovere del Governo Berlusconi di attuare il programma di riforme, votato dalla maggioranza degli Italiani. DESTRAFUTURO ha nell'On. Massimo Corsaro (deputato e vice coordinatore del PDL in Lombardia), nel Sen. Alfredo Mantica (Sottosegretario agli Esteri) ed in Stefano Di Martino (vice Presidente del Consiglio Comunale di Milano) i propri sicuri riferimenti politici ma Roberto Jonghi Lavarini, incontrandosi con Marco Clemente (dell'Associazione Archè di Angelo Gianmario, Consigliere Regionale della Lombardia con Delega a Milano Città Metropolitana), Fulvio Moneta Caglio (Presidente del Circolo Carlo Magno, aristocratico esponente della destra cattolica) ed Emanuele Villantieri (Portavoce dei Circoli del Buon Governo del Sen. Marcello Dell'Utri) ha confermato un'azione poltica trasversale per organizzare, rinnovare, rafforzare e radicare il PDL, sul terriotrio e nella società, secondo i fondamentali criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia.
interrogazioni presentate in cdz 4 - 23 settembre 2010
una buona occasione di partecipazione
fai sentire la tua voce !
Ai potenziali organizzatori chiediamo di:
LETIZIA MORATTI, VIOLATRICE SERIALE DELLE REGOLE SU INCARICHI E CONSULENZE
Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
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DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIERE COMUNALE BASILIO RIZZO
LETIZIA MORATTI, VIOLATRICE SERIALE DELLE REGOLE SU INCARICHI E CONSULENZE
Ho appreso da un lancio dell’agenzia Radiocor che Letizia Moratti è stata condannata dalla Corte dei Conti del Lazio in appello per una consulenza affidata a Ernst&Young nel 2001 quando era Ministro dell’Istruzione.
Non volevo crederci, ma una verifica sul sito della Corte dei Conti, a meno di improbabile omonimie, lo conferma.
Quando dunque la Corte dei Conti Lombarda la indagò per i cosiddetti incarichi d’oro –noi non sapevamo (ma Lei si)- eravamo in presenza di una “recidiva”.
Al di là dell’entità monetaria della condanna (ovviamente spiccioli per chi può spendere milioni di euro per una campagna elettorale) è determinante il giudizio inequivocabile sulle violazioni delle regole.
Per i milanesi non è certo gradevole sapere che il proprio sindaco ha il “vizietto” di affidare incarichi e consulenze al di fuori della legalità, soprattutto in vista del futuro ruolo di commissario straordinario all’Expo.
E’ tuttavia possibile che non tutti soffriranno per questa notizia: si immagini il pensiero dei “signori dei grandi eventi”. Visti i precedenti (L’Aquila, G8, etc.) quale migliore nuova che sapere che sull’Expo regnerà un commissario ben predisposto ad assegnare incarichi e consulenze senza troppe fisime di rispettare regole, procedure, legalità.
Si saranno congratulati a vicenda: “anche stavolta un’ottima scelta….”.
Milano, 8 ottobre 2010