Si comincia...dal Volta
29 aprile 2006: Incominciare da dove si era partiti
Ho deciso di cominciare la mia campagna elettorale per l’elezione a consigliere comunale dal Liceo Volta.
Qui è nata la mia passione per la politica. In questa scuola sono stato Consigliere di Istituto per 4 anni, ho organizzato manifestazioni, autogestioni ed occupazioni, mi sono formato come persona nel confronto con gli altri studenti ed i docenti.
Oggi comincio una nuova sfida, insieme anche a tante ragazze e ragazzi che sono cresciuti insieme a me al Volta.
A Milano il centro-sinistra non elegge un consigliere comunale under 30 dal 1985. Questa assenza di rappresentanza, unita all’amministrazione di una destra impresentabile, ha fatto si che le politiche verso i giovani a Milano siano state molte poche e a spot.
Noi vogliamo che questa città torni ad occuparsi di giovani, principalmente intervenendo nel costo dei servizi e della cultura, tramite una carta giovani che dia sconti a cinema, teatri, mostre, concerti. Vogliamo che l’offerta culturale e sociale della città sia maggiore, con eventi artistici e musicali diffusi sul territorio ed incentivi per l’apertura di circoli culturali nei quartieri.
Insieme ce la possiamo fare!
www.piermaran.it
+39 3401637279
Il Circo del Senato e il Mercato delle Vacche
Stupire o ragionare?
Uno degli sport nazionali in Italia sono le campagne elettorali.
Durante questa specie di campionati interregionali, i giocatori delle varie squadre cercano argomenti per far presa sui loro elettori. Purtroppo x noi, un argomento che ha sempre molta presa sulla folla è la polemica contro gli zingari brutti, sporchi e ladri. Visto che l'Italia non è ancora il Kossovo (dove il problema zingari viene risolto bombardandoli), non potendo parlare in campagna elettorale di "soluzione finale o altre amenità", la polemica si sposta spesso sul rendere impossibili gli insediamenti nomadi nel territorio. Quindi, Rom e Sinti hanno il diritto di vivere, ma il + lontano possibile.
Questa polemica anti-zingara è manifesta in ogni periodo dell'anno, così le elezioni svolgono la funzione di cassa di risonanza per questo e per tutta una serie di malcontenti presenti nel corpo elettorale; ciò è dovuto anche al fatto che gli stessi mezzi di informazione danno scarsissimo risalto alle comunicazioni che arrivano dai Rom e dalle loro organizzazioni. Per ovviare a questa mancanza di comunicazione, bisogna quindi utilizzare le varie occasioni di incontri politici per "saltare fuori dai nostri buchi".
COSA FARE:
Occorre preparare un calendario delle iniziative pubbliche in programma nella propria città, quartiere, provincia (privilegiare quelle con rinfresco - dopo vediamo il perché). Preparare e coinvolgere una squadra di intervento nei campi sosta (dalle 5 alle 10 persone), se possibile anche con minori. Studiare gli interventi possibili e documentarsi - individuare chi può fare gli interventi (consiglio di restringere il campo a 3/4 persone massimo).
OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE:
Per la comunità Rom e Sinta:
- capire che la partecipazione alla vita sociale può essere utile e divertente
- familiarizzare con le regole civili e i componenti attivi della società
Per la società gagé:
- è molto facile essere offensivi e razzisti verso chi è assente. Viceversa, se tra il pubblico (che di solito può anche porre domande) ci sono Rom, e sappiamo che è facile identificarli, allora i toni si ammorbidiscono,talvolta l'oratore pur guardandoci come bestie da circo, alla fine aggiunge qualche parola di circostanza sulle tristi condizioni degli zingari. L'importante è che lo faccia in un'occasione pubblica.
- il razzismo è sempre la maschera di altri problemi. Dietro un campo sosta che i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a disposizione della cittadinanza... informatevi sugli interessi immobiliari!
- i candidati si fanno belli coi soldi stanziati dagli altri (e pagati dai cittadini). Possono dire che sono stati spesi miliardi per i Rom (che quindi dovrebbero essere dei signori), o lamentarsi perché quei soldi sono stati spesi. Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i Rom, su quanto costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. Insomma, mostrarsi attenti e partecipi, come è necessario in ogni democrazia. Se queste spese apparissero gonfiate, proporre, nel quadro democratico, una regolare gara d'appalto, a cui poter partecipare anche come comunità destinataria dell'intervento, nel piano di una razionalizazione degli investimenti. Dimostrare che in un campo vivono manovali, camionisti, muratori, senza lavoro, che potrebbero essere in grado di badare a se stessi.
- comprendere che se quei Rom, che sono lì a discutere, dovessero essere cacciati, dovrebbero ricominciare con gli stessi problemi da un'altra parte, mentre probabilmente nella stessa area o poco distante, arriveranno altre persone, anche di un'altra etnia, ugualmente disperate. Quindi, i problemi non cambierebbero, mentre c'è la possibilità di iniziare a risolverli. Se tra il pubblico c'è un aspirante Bruno Vespa, coinvolgerlo nel siglare un patto con gli elettori... non sarebbe il primo. In caso mancasse questo personaggio, servirà qualcuno che faccia la cronaca dell'incontro (e magari spedisca QUI il riassunto)
La base di questi ragionamenti è che anche a livello locale, non esistono problemi isolati, e ogni appiglio è buono tanto per presentare il "problema zingari" in chiave positiva o viceversa negativa. Solo che "gli zingari" (e anche il resto della popolazione) esistono indipendentemente dal fatto di essere un problema.
NOTE AGGIUNTIVE:
Scrivevo prima di privilegiare le riunioni con rinfresco. Ecco alcune ragioni:
- chiudere la giornata in attivo e mettere qualcosa nello stomaco.
- a tavola, con calma, siamo tutti meno aggressivi e più facili a socializzare. Quello che non si ottiene nel dibattito politico, può essere raggiunto buttandosi sulle patatine, e ci sarà sempre qualche gagio che alla fine vi avvicinerà e comincerà a parlarvi.
- attenzione al vino... se qualcuno non lo regge, può rovinare tutto il lavoro fatto. Viceversa, un bicchiere offerto all'oratore (se non è astemio) può renderlo loquace il sufficiente.
- nel caso l'iniziativa politica si svolga presso un'associazione "amica", è possibile accordarsi per portare qualcosa di tipico al rinfresco
Per una Cultura dell'Incontro
Renzo Casali
Per una Cultura dell'Incontro
Sono convinto che la cultura sia essenziale per affrontare la grande questione dell'integrazione. Milano è un vero e proprio laboratorio multietnico. In questo senso la condivisione di spazi comuni, anche per la realizzazione di progetti comuni nell'ambito culturale, possono costituire la chiave giusta. Conoscersi, creare rapporti, scambiare esperienze.
Io metto a disposizione 37 anni di esperienza con la Comuna Baires, da sempre, una realtà multietnica: una fabbrica di Beni Immateriali.
Renzo Casali
I giovani
Penso che i giovani debbano partecipare maggiormente alla vita poilitica. Non solo guardando la televisione e ascoltando i discorsi a volte un pò "demagogici" dei politici, ma addentrandosi nelle problematiche concrete e pratiche della vita di tutti i giorni della propria città.
Ritiro Immediato delle Truppe Italiane in Iraq
DOLORE E CORDOGLIO PER LE VITTIME DI OGGI E PER TUTTI I MORTI IN IRAQ
RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ITALIANE SOSTEGNO AL POPOLO IRACHENO
Questa mattina un attentato a Nassirya ha provocato la morte di 3 militari italiani e un rumeno.
Ancora come nel novembre del 2003 soldati italiani sono vittime della guerra in Iraq: quella guerra voluta dal presidente statunitense in violazione del diritto internazionale e trasformatasi nell’occupazione militare a cui partecipano le truppe italiane di stanza a Nassirya, per volontà del governo Berlusconi, contro l’opinione pubblica italiana, che più volte ha manifestato contro la guerra e la partecipazione italiana ad essa.
Una guerra che non solo non ha portato “pace e democrazia” in Iraq (ma violazione dei diritti umani, torture, morti) ma ha favorito la crescita della violenza e dei terrorismi, di cui sono vittime decine di donne e uomini ogni giorno.
“Oggi non è il momento delle divisioni”, si dice, ma certamente è il momento della chiarezza e della necessità di una decisione politica precisa: le truppe italiane devono essere ritirate dall’Iraq, il nostro paese non deve partecipare all’occupazione militare.
Quando sarà finita l’occupazione militare, quando anche i nostri “alleati” ritireranno le loro truppe, sarà allora il momento in cui l’Italia potrà e dovrà contribuire alla ricostruzione materiale e sostenere la riconciliazione politica e civile e il processo democratico iracheno.
Esprimiamo il nostro dolore e la nostra solidarietà alle famiglie dei militari morti a Nassirya, come in questi anni abbiamo manifestato il nostro dolore per le migliaia di donne, uomini e bambini iracheni.
Chiediamo a tutte/i coloro che hanno manifestato con noi in questi tre anni di tornare oggi nelle piazze – perché convinte/i davvero che “la pace è l’unica sicurezza”.
A Milano partecipiamo al presidio indetto da Cgil-Cisl,Uil Partito Umanista alle ore 17.30 in piazza S.Babila.
Proposte su donne, unioni civili e Consultori
- Istituzione di un Osservatorio comunale sulla salute della donna.
- Apertura di Centri Donna nelle zone, che possono coincidere con le sedi dei consultori
- Sostegno all'uso della pillola RU486 negli ospedali cittadini.
- Istituzione di commissioni di controllo perché venga garantito nei consultori il rispetto della scelta delle donne in tema di interruzione volontaria della gravidanza.
- Pubblicazione e diffusione capillare di opuscoli multilingue, per informare le donne straniere sui loro diritti e sui servizi disponibili, e per prevenire.
- Maggiore sicurezza nei quartieri periferici, offrendo taxi gratis nelle ore notturne per le donne.
- Introduzione del Registro delle Unioni Civili per tutte le coppie di fatto, etero e omosessuali, come alternativa per chi non vuole sposarsi.
- Pressione sulle autorità nazionali perché venga approvato il PACS (Patto Civile di Solidarietà).
- Introduzione di un Osservatorio e nomina di un referente per i diritti delle minoranze.
- Potenziamento di tutti i servizi di medicina territoriale (consultori familiari e pediatrici, ambulatori polispecialistici, assistenza domiciliare integrata, guardia medica, servizi di riabilitazione motoria, neurologica, cardiaca).
- Pressione sulle ASL e la Regione perché i consultori familiari soppressi vengano riaperti
- Sviluppo della cultura della prevenzione sanitaria in materia di educazione sessuale, profilassi delle malattie infettive, diagnosi precoce dei tumori, ecc..
- No alla precarizzazione del personale sanitario.
Idee per una politica del lavoro a Milano
Sandro Antoniazzi
Linate, la SEA, Milano e l'otto ottobre del 2001
Il "Comitato 8 Ottobre", nasce dove finisce la vita.
Si perchè è il Comitato che si è costituito dopo la tregedia aerea di Linate, dell'otto ottobre 2001, quando un aereo della SAS, in fase di decollo a Linate, prima si scontro con un piccolo aereo da turismo che invase la pista e poi finì la sua corsa andando a distruggersi contro il deposito bagagli del terminal.
Andare in visita agli amici del "Comitato 8 ottobre", non è solo un atto d rinnovo della memoria su una delle più grandi tragedie della storia moderna di Milano, ma è per Ferrante e per me, come andare a trovare dei parenti a cui si è legati per l'esperienza nel dolore che si è vissuto insieme, una vicinanza che non ha nulla a che fare con il rinnovo del Consiglio Comunale.
Ma quello che è importante ricordare e che i famigliari delle 118 vittime e dell'unico sopravvissuto, si sono unitì da subito dietro la spinta dello stesso Ferrante, allora Prefetto, e si sono riuniti in un comitato dedicandosi, oltre che alla tutela di se e alle giuste cause di risarcimento, a creare un movimento di sensibilizzazione della collettività sulla sicurezza dei voli in Italia.
Quando parliamo di sicurezza dei voli, parliamo anche della sicurezza della nostrà città (fu un caso che il disastro del 2001, restò nell'area di Linate), ma di migliaia di milanesi che da Linate partono e tornano ogni giorno e da altre migliaia di persone che vengono a Milano, per lavoro e anche per turismo.
Ma per parlare di sicurezza in senso concreto in un mondo, quello areonautico italiano dove pare che tutti abbiano competenze ma nessuno abbia responsabilità, è fondamentale avere anche titolo per poter intervenire sulla questione della sicurezza in questo nodo importante nel sistema dei trasporti di Milano.
La partecipazione del Comune in SEA è anche uno strumento per poter agire nelle scelte anche sulla sicurezza appunto di migliaia di fruitori del trasporto aereo, e non essere solo passivi spettatori, o al massimo di ricavare soldi dalle contrvanzioni dei vigili urbani distaccati nei parcheggi e nelle zone degli ingressi e delle uscite dello scalo.
Le competenze SEA, quale gestore dello scalo aereo è anche quello di garantire gli standard di sicurezza.
Quindi la partecipazione del Comune di Milano in SEA non è solo una questione di partecipazioni nelle aziende di servizio da parte del Comune, ma anche una questione di vigilanza sulla sicurezza e l'incolumità di una parte di popolazione, significa poter non solo "dire" la propria a titolo, ma soprattutto poter "fare qualcosa" a titolo.
Perchè l'otto ottobre del 2001 non sia una tragedia vana, perchè non possiamo e non vogliamo dimenticare.
Alberto Bruno