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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Giovedì, 27 Aprile, 2006 - 12:45

Proposte su donne, unioni civili e Consultori

Diritti  delle  donne
Le donne sono troppo scarsamente rappresentate in politica e a livello decisionale nell'amministrazione pubblica. Per come sono organizzati attualmente la città, il mondo del lavoro e i servizi pubblici e privati, le donne devono affrontare maggiori problemi degli uomini rispetto all'organizzazione dei servizi e della conciliazione tra lavoro e famiglia. I recenti attacchi da parte del centrodestra e della chiesa all'autodeterminazione delle donne in fatto di maternità rendono necessaria un'azione per riaffermare i diritti acquisiti attraverso le lotte degli anni ’70 e ’80.
Le strutture pubbliche devono garantire l'applicazione della legge: attuazione dell'IVG (interruzione volontaria della gravidanza) entro i sette giorni dalla certificazione medica, adozione delle metodiche meno rischiose dal punto di vista sanitario e preferite dalle donne, aborto medico - con la Ru486 - o chirurgico, anestesia locale, epidurale, totale. Chiediamo il sostegno all’uso della pillola RU 486 negli ospedali cittadini, tecnica che non introduce alcun principio nuovo, ma rende l’aborto meno traumatico dal punto di vista fisico, perfettamente coerente con la legge 194. L’assunzione della RU486 non deve essere vincolata al ricovero di tre giorni in ospedale. Si devono istituire delle commissioni di controllo perché venga garantito il rispetto della scelta delle donne in tema di IVG:
E’ necessario l’impiego di risorse per la pubblicazione e soprattutto la diffusione di opuscoli multilingue, in modo da informare le donne straniere.
Unioni civili
L’Italia, insieme alla Grecia e l'Irlanda, è l’unico paese dell'Europa occidentale a non avere une legge sui diritti degli omosessuali. Il Parlamento europeo ha chiesto ripetutamente agli Stati membri di riconoscere pari diritti alle coppie dello stesso sesso. La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea vieta qualunque discriminazione motivata dall’orientamento sessuale e riconosce a tutti il diritto a costituire una famiglia. E’ un percorso di libertà in cui l’Italia è rimasta indietro, bloccata da pregiudizi anacronistici.
Il PACS (Patto Civile di Solidarietà) non è rivolto solo alle persone omosessuali ed è uno strumento a cui possono accedere anche le coppie di sesso diverso che non vogliono contrarre matrimonio, ma preferiscono una regolamentazione più snella e leggera per il loro rapporto. Per i gay e le lesbiche rappresenterebbe la prima forma di riconoscimento giuridico delle proprie unioni. Questa legge non imporrebbe nulla alle coppie di fatto che non vogliano darsi alcun vincolo giuridico: il PACS è un’opportunità in più per tutti, non è un obbligo per nessuno. Per le coppie di fatto che intendono rimanere tali, ma che hanno un carattere di convivenza stabile, la legge prevede alcuni riconoscimenti in più, nel rispetto della volontà della coppia di non darsi nessun vincolo normativo. Alcune delle opportunità, oggi negate, che verrebbero introdotte dalla nuova legge sono: assistere il/la propria partner in ospedale, partecipare alle decisioni che riguardano la sua salute e la sua vita, lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con cui si è condivisa l'esistenza senza le gravose imposizioni fiscali previste per un estraneo.
In assenza di una legislazione nazionale, alcuni Comuni hanno creato un registro delle unioni civili, ma si tratta di atti per lo più simbolici, perché i Comuni hanno competenze molto limitate, tra cui quella del diritto alla casa per chi ne fa richiesta (in tale caso le unioni di fatto sono equiparate alle coppie matrimoniali), agevolazioni nelle utenze di luce e gas
Proponiamo quindi che il Comune di Milano si doti al più presto possibile di questo strumento.

 

Consultori:
Pur essendo la sanità quasi totalmente di competenza regionale, la salute è un diritto fondamentale che deve essere gratuito e garantito per tutti i cittadini. Spetta dunque al Comune il compito di sviluppare i servizi di medicina territoriale.
Il consultorio deve essere un luogo aperto e gratuito, il cui ruolo fondamentale dovrebbe essere la prevenzione, non ultima quella delle gravidanze non volute, da favorire anche attraverso la distribuzione gratuita di contraccettivi, preservativi e "pillola del giorno dopo"..
I consultori familiari sono strutture di estrema importanza per il cittadino: sono centri multiprofessionali di prevenzione ed assistenza sanitaria, psicologica e sociale alla persona, alla coppia e alla famiglia nelle diverse fasi della vita. Devono offrire un’accoglienza personalizzata, consulenze e prestazioni specialistiche per sessualità e contraccezione, gravidanza e nascita, menopausa, disagio psicologico e problemi sociali, adozione e affido familiare. Vi devono lavorare ginecologi, psicologi, assistenti sanitarie, assistenti sociali, infermiere professionali, ostetriche, andrologi, avvocati e mediatrici culturali. Il Piano Sanitario Nazionale ha ribadito attraverso il progetto Obiettivo Materno Infantile la necessità di “un consultorio familiare ogni 20-25 mila abitanti” che “deve essere facilmente raggiungibile e possibilmente in sedi limitrofe ai servizi sanitari e socioassistenziali del Distretto”. I servizi erogati dal Consultorio Familiare rappresentano una risposta di primo livello per tutti i cittadini, ma fungono contemporaneamente da sentinella della salute pubblica accogliendo la molteplicità etnica milanese.

 

Proposte:
  • Istituzione di un Osservatorio comunale sulla salute della donna.
  • Apertura di Centri Donna nelle zone, che possono coincidere con le sedi dei consultori
  • Sostegno all'uso della pillola RU486 negli ospedali cittadini.
  • Istituzione di commissioni di controllo perché venga garantito nei consultori il rispetto della scelta delle donne in tema di interruzione volontaria della gravidanza.
  • Pubblicazione e diffusione capillare di opuscoli multilingue, per informare le donne straniere sui loro diritti e sui servizi disponibili, e per prevenire.
  • Maggiore sicurezza nei quartieri periferici, offrendo taxi gratis nelle ore notturne per le donne.
  • Introduzione del Registro delle Unioni Civili per tutte le coppie di fatto, etero e omosessuali, come alternativa per chi non vuole sposarsi.
  • Pressione sulle autorità nazionali perché venga approvato il PACS (Patto Civile di Solidarietà).
  • Introduzione di un Osservatorio e nomina di un referente per i diritti delle minoranze.
  • Potenziamento di tutti i servizi di medicina territoriale (consultori familiari e pediatrici, ambulatori polispecialistici, assistenza domiciliare integrata, guardia medica, servizi di riabilitazione motoria, neurologica, cardiaca).
  • Pressione sulle ASL e la Regione perché i consultori familiari soppressi vengano riaperti
  • Sviluppo della cultura della prevenzione sanitaria in materia di educazione sessuale, profilassi delle malattie infettive, diagnosi precoce dei tumori, ecc..
  • No alla precarizzazione del personale sanitario.
           Anna Polo