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Il Blog di Donatella Elvira Camatta | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Venerdì, 1 Settembre, 2006 - 12:23

Il conflitto di Interessi

Fedele_Confalonieri.jpg
Il Parlamento deve affrontare il tema del conflitto di interessi al più presto. L’ordinamento italiano va adeguato alle altre democrazie occidentali con l’adozione di un modello che prevenga conflitti di interesse tra incarichi istituzionali e l’esercizio diretto di attività patrimoniali.
Il sistema radiotelevisivo va liberalizzato, oggi esiste un’oligarchia, con un ente pubblico assoggettato ai partiti e uno privato, che impedisce lo sviluppo di un libero mercato. Vanno create quindi le condizioni per la presenza di più soggetti privati e valutata la cessione di una o due reti pubbliche.
Alcuni concessionari di servizi pubblici nel settore delle frequenze radiotelevisive hanno alterato e alterano le regole della democrazia elettorale con l’utilizzo capzioso, abnorme e predominante degli strumenti di comunicazione, in particolare nei periodi di campagna elettorale.
Per ovviare a quest’anomalia non ci sono blind trust o altre alchimie legislative che tengano, perchè come dice Travaglio, “il fondo sarà cieco ma il proprietario è chiaramente visibile”. La soluzione, pertanto, può essere solo l’ineleggibilità di candidati con titolarità di concessioni radiotelevisive.
L’Italia dei Valori parteciperà al processo legislativo sia supportandolo, sia con proprie proposte integrative.
Si dirà: “Ma così si esclude Berlusconi”. Ma se si persevera con un sistema senza regole lo si favorisce ingiustamente. Berlusconi deve capire che, in democrazia, o fa il concessionario di servizi pubblici o fa il politico.
 
Antonio Di Pietro
Giovedì, 31 Agosto, 2006 - 11:49

DALLA PARTE DEL PIU' FORTE - Natascha, alle radici della violenza

 
 
Leggere i commenti dei grandi media (conservatori e "progressisti") sul caso Natascha è davvero istruttivo.
 
Eccone un esempio. "La Repubblica": "Il racconto di Natascha sul rapitore: era parte della mia vita"; "Il Messaggero": "Natascha difende il rapitore"; Tg1 ore 8, la giornalista (donna) annuncia: "Sconvolgente: Natascha assolve il suo carceriere". Sconvolgente cosa? L'"assoluzione" della ragazza? E perché, in che modo?

Poi si spiega che la ragazza è vittima della sindrome di Stoccolma, vale a dire della dipendenza verso il criminale. Già. Ma alzi la mano quanti conoscono la sindrome di Stoccolma, e soprattutto quanti si soffermano a leggere (o ad ascoltare) le notizie: la maggioranza no di certo.

E il messaggio che arriva qual è? Che la ragazza, tutto sommato, era consenziente. O che questo mostro tanto mostro poi non era. Le aveva anche dato un'istruzione, via. Perché questo sta alla base di ogni mentalità maschilista: la donna, in fondo in fondo, vuol essere violentata. Si capisce: animali da dominare.

 
Alcuni stanno già lottando per accaparrarsi i diari di Natascha, con l'intento di farci un film, forse un serial, come "Twin Peaks" che spopolò anni fa; dietro la figura di un'innocente fanciulla dal sorriso smagliante il suo torbido passato di perversioni e di esperienze "forti".

A Milano sono stati arrestati dei ragazzini (il più giovane, 12 anni) per aver tentato uno stupro di gruppo ai danni di una 14enne romena. Dev'essere stato un passatempo, per loro, farsi una "femmina". Del resto i messaggi che giungono loro dai mezzi di comunicazione (l'abbiamo visto poc'anzi) e dalla pubblicità, per non parlare della tv, sono inequivocabili. Sulla scuola, poi, meglio stendere un velo pietoso: la donna non esiste nemmeno, non ha mai fatto nulla d'importante, la guerra e la violenza dei tiranni famosi sono propagandate come conquiste di civiltà.

I violentatori tunisini, poi, non hanno bisogno di commenti: vengono da tradizioni (ho parlato di tradizioni, non di cultura o religione: l'Islam in quanto tale non è più antifemminista del cristianesimo) per cui le donne, pardon le femmine, non contano nulla per il semplice fatto di esistere.

Ma un paio di parole in più le merita il loro... datore di lavoro: pregiudicato, trascorsi nell'estrema destra, fu uno dei violentatori (nel '73) di Franca Rame, la moglie di Dario Fo, rapita e stuprata perché "rossa". Non si era mai fatto un giorno di galera.

Due giorni fa, in un locale pubblico, mi è capitato di ascoltare le conversazioni di due "normalissimi" ragazzini, uno dei quali aveva appena ricevuto la telefonata di controllo della mamma. Incuranti della mia presenza, così si esprimevano nei confronti di due coetanee che avevano occhieggiato: "Guarda che f... quelle, ma si tengono per mano 'ste maledette tr...". Ripetuto tre o quattro volte. Li ho apostrofati con durezza. Loro sembravano più che altro stupiti: non capivano, cosa avevano detto di male? Già, per loro parlare così delle ragazze era una cosa normalissima.

Una delle armi più micidiali che possiedono questi individui è il nostro silenzio. Silenzio comprensibile: per secoli le vittime di violenze sono state processate al posto degli aguzzini, e ancor oggi accade. E così ognuna crede di vivere col proprio dolore colpevole e inconfessabile che sconterà DA SOLA fino alla fine dei suoi giorni.

Questa situazione non è più tollerabile. Anche perché è assai diffusa: non appena si entra in confidenza con qualche donna ci accorgiamo infatti che, nel 90% del casi, hanno subito violenza, in un modo o nell'altro.

Le città vanno sempre più militarizzandosi. La sindachessa di Milano, Letizia Moratti, ha promesso pugno di ferro contro gli stupratori (specie se extracomunitari, naturalmente). Già da diverso tempo, in effetti, i luoghi dove viviamo non sono più sicuri. E non solo la sera, ma persino in pieno giorno.

I quartieri diverranno così ancor più invivibili, rancorosi, lunari di quanto non siano ora. Terremo sigillati i nostri portoni, sempre più simili a una bocca che digrigna i denti.

La sicurezza è certo un problema reale. Inutile lasciarsi andare a sterili buonismi. Purtroppo, come sempre, il problema è molto più complesso, e originario. Ma la Moratti non può capirlo. Non può capirlo come non può capir niente di donne, come non capiva niente della scuola. Sono "mondi" a lei completamente estranei. Alieni.

Sbattere in galera uno stupratore è il minimo (e, come abbiamo visto, non è che accada poi così spesso). Ma prima di quello stupratore ci sono i brufolosi ragazzini cui ho accennato sopra. C'è un problema, insomma, educativo. Ci sarebbe da rivedere tutto un modo di comunicare: dai giornali, alle tv, alle pubblicità. E alla scuola. Ci sarebbe un intero sistema di "valori" (o di contro-valori) su cui questo mondo si è fondato praticamente da quando è nato. L'idea che esistano due esseri umani, e uno sia più... umano dell'altro. Non è raro trovare attivisti per i diritti civili dei neri, degli arabi, degli ebrei, dei gay che però restano inerti, o comunque non considerano poi gravissimo, che in tante parti del mondo, e anche da noi, le donne siano considerati oggetti. Se poi ciò avviene fuori d'Europa, beh, mica possiamo fare i razzisti, no? Ognuno ha la sua sacrosanta mentalità! C'è da giurare che se questa "mentalità" fosse stata a sfavore del nobile sesso maschile i nostri pseudo-paladini non sarebbero andati tanto per il sottile e non avrebbero mancato di cambiarla, fosse pure a suon di cannonate.

Ci sarebbe da ascoltare le donne, e le donne militanti. La loro cultura, il loro paziente lavoro per la liberazione di TUTTI, non solo del genere femminile. Ma Moratti è una donna dalla mentalità maschile e aristocratica: di queste cose non glien'è mai importato un fico. Non possiamo aspettarci alcun gesto costruttivo da parte sua. Solo qualche pistolero in più. Come invoca Anna Falchi dalle pagine di "Repubblica". Dove andremo a finire...

 
Daniela Tuscano

Martedì, 29 Agosto, 2006 - 13:15

Catena Umana lungo l'adriatico contro la guerra

 Lunedì 21 Agosto 2006

Catena Umana per la paceTorno oggi dopo una bella vacanza!
Ho così tanto da raccontare e mostrare che mi sono preparato uno schemino per i prossimi 10 articoli…

Da dove cominciare? Beh, direi dalla questione più “urgente”: il pericolo di una prossima guerra mondiale e il tema del disarmo nucleare globale.

Moltissimi e partecipanti al Movimento Umanista tornano ad essere veramente preoccupati. Dopo il gran lavoro fatto negli anni ‘80 per scongiurare il conflitto atomico, mai avrei pensato che saremmo dovuti tornare sul tema e con tanta energia.

Su iniziativa del Social Forum di Pescara, il 15 agosto si è realizzata una catena umana sulle spiaggie dell’Adriatico contro la guerra in Libano e per chiedere (aggiungiamo noi) il disarmo nucleare globale.

Non so come è andata altrove, ma noi del Movimento Umanista eravamo (circa un migliaio) in campeggio vicino a Lecce, è abbiamo fatto la nostra parte coinvolgendo anche tutti i bagnanti e gente locale, chiamando televisioni e giornali.. il risultato? 2Km di catena umana lungo la spiaggia tra Torre Rinalda e Casalabate!
Certo non è stato banale organizzare tale cosa.. ma siamo abituati a ben altro ;)
Puoi vedere in questo primo filmato anche il clima di pace e allegria che c’era in tutti noi:
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=5384

a domani. ciao

 Cecio

Martedì, 29 Agosto, 2006 - 12:14

Ticket di ingresso Milano, ATM,posteggi....

Carissime e carissimi,
vi segnalo ancora altree e-mail oltre a quella del 23 agosto u.s. sul ticket di ingresso a Milano.
1 Messaggio
A mio avviso il ticket d'ingresso nell'area metropolitana, che la giunta comunale vorrebbe adottare per risolvere il problema del traffico, non è assolutamente la soluzione migliore per tre motivi:
1- Cittadini di serie A e cittadini di serie B
Le zone con ticket di ingresso riguarderebbero, se non sbaglio, quelle che partono dal centro fino alla cerchia della circonvallazione esterna. Si creerebbero quindi molti disagi in periferia (Milano si estende ben oltre la cerchia della circonvallzione), dovuta ad un maggior transito di auto, mentre solo i residenti delle zone centrali trarrebbero dei benefici. Quindi, come già specificato in un precedente commento, si creerebbero cittadini di seria A e di serie B.
2 - Automobilisti di serie A e di serie B
Il ticket graverebbe solo sugli autisti con un reddito medio-basso, mentre per altri (magari per chi guida SUV) il peso della nuova spesa non sarebbe eccessivo. Quindi vedremo girare in città solo fuoristarda ed auto sportive....
3 - Strutture non adeguate.
In questo momento il trasporto pubblico è nelle condizioni che tutti conosciamo. La giunta comunale vorrebbe migliorarlo con i fondi ricavati dal ticket di ingresso... ...ma la domanda sorge spontanea: nel periodo che va dall'introduzione del ticket d'ingresso fino alla messa in opera dei propositi di miglioramento dei servizi, quanti ulteriori disagi, dovuto all'aumento dell'utenza, dovranno subire gli utenti del trasporto pubblico?
ALTERNATIVE AL TICKET
A mio avviso occorrerebbe creare una situazione in cui sia comodo utilizzare i mezzi pubblici e rimanga, come oggi, scomodo utilizzare la macchina in città.
Oggi, l'automobilista imbottigliato nel traffico, vede i mezzi di superfice anch'essi imbottigliati, strapieni di gente accalcata che cerca di far rispettare il suo mezzo metro quadrato a gomitate, oppure vede gente imprecare alla fermata dell'autobus che è in ritardo bestiale, e quindi non è certo incentivato all' utilizzo del trasporto pubblico.
Se invece vedesse, mentre va a 5 all'ora, scorrere velocemente e comodamente gli autobus sulla loro corsie preferenziali, potrebbe anche ripensarci.
Ci sono delle misure che potrebbere essere attuate già adesso come:
- il rispetto delle corsie preferenziali
Nel percoso della 90-91 nel tratto del cavalcavia monte-ceneri, ci sono sempre auto in fermata, se non addirittuara in sosta, sulla corsia preferenziale. La cosa assurda è che la polizia municipale ,in quel tratto, ogni tanto ferma delle auto per dei controlli, senza fare la minima contravvenzione alla fila di auto in sosta sulla corsia preferenziale!
Nel percorso che fa il 14, fra piazza napoli e via Solari, la corsia perferenziale non viene rispettata, impedendo al tram di raggiungere la fermata di Sant'Agostino in tempi accettabili.
- aggiunta di corsie preferenziali in fasce orarie.
Si potrebbero aggiugere delle corsie prefernziali da rispettare solo in determinate fasce orarie (dall 8.00 alle 9.30 e dalle 17.00 alle 19.00). Ad esempio nel percorso della 95 che, secondo me, è l'autobus più lento di Milano.
- aggiungere, nelle fasce orarie di maggior frequenza, il passaggio di treni aggiuntivi nella metropolitana, magari sacrificando qualche corsa nelle fasce meno frequentate.
- creazione di piste ciclabili.
penso che  molta gente, come me, andrebbe al lavoro in bicicletta, se non rischiasse l'osso del collo transitando su strade utilizzate dalle automobili.
- sostituzione autobus obsoleti ed inquinanti.
- modificare il metodo di controllo dei biglietti.
  ho la sensazione che delle multe comminate dai controllori, sono una minima parte venga pagata dai trasgressori. Spero non sia così. Se davvero tutti gli utenti pagassero il bilglietto i fondi per migliorare il sistema di trasporto non sarebbero poi così difficili da reperire.
P.S.: questo agosto sono stato a Valencia e, anche non potendo dare un giudizio sul trasporto pubblico in generale in quanto la città era semivuota, ho comunque constatato che tutti i treni della metropolitana e tutti gli autobus sono dotati di aria condizionato. Il biglietto costa 1.20 Euro.
2 messaggio
 Sto lavorando a Rho in un centro anziani che mi sta prosciugando l'anima, pur essendo un'esperienza bella e divertente; ho tante nonne che mi coccolano. Ti chiederai come ci arrivo a Rho? In macchina naturalmente. Ci mettevo 20 minuti di orologio (senza traffico, naturalmente), una pacchia. I mezzi per raggiungere Rho sono un pullman che parte da Molino Dorino, in agosto circa ogni mezzora, o da Cadorna. Io da Affori devo prendere: la 70 (10 minuti di attesa), metropolitana gialla (altri minuti di attesa) cambio a Centrale e cambio a Cadorna  per andare a Molino Dorino , scendere per prendere il pullman ed arrivare a destinazione. Oppure prendere il treno a Centrale e ci mette credo un quarto d'ora (aspettando sempre la 70 e la metro gialla per arrivare in centrale)... Risultato: arrivo che sono già stressata e ci ho messo quasi un ora di viaggio....Devo dire che il pullman per Rho è stato abbastanza puntuale, perchè l'ho trovato spesso sul tragitto davanti a me.
Stavo pensando.. ma chi invece abita a Rho e lavora a Milano, naturalmente prende la macchina perchè con  traffico ci mette 30/40 minuti, quando ci sarà il ticket d'ingresso quanto spenderà al mese? E poi, deciderà di lasciare la macchina a Molino Dorino e troverà fila alla cassa, fila alle macchinette per far passare l'abbonamento, gente in attesa in banchina (parlo dell'ora di punta), attesa per i convogli sempre pieni, attesa per qualche altro mezzo...quante ore prima deve partire da casa? 2 ore come minimo.
Non fa prima a trovarsi un lavoro a Rho....già, ma non penso ci sia lavoro per tutti i rodensi. Io quello che mi aspetto è estremo casino....Tante file e tanta gente incazzata...ma probabilmente qui in Italia bisogna  arrivare a questo punto, per svegliare le menti della gente troppo concentrata nelle sue cose. E qui forse il comitato riuscirà ad essere ascoltato! Leggo che ci sono tante preoccupazioni a proposito...puntiamo su queste preoccupazioni, mettiamo davanti a loro il caos che regnerà sovrano e proviamo a fare un'azione preventiva.
Come? I pochi attivi e partecipi si riuniscano per fare una manifestazione davanti a Palazzo Marino. E lì espletiamo tutti i problemi che stiamo raccogliendo in questi mesi. Questa è una proposta estrema, naturalmente prima bisogna fare dei piccoli passaggi e bisogna continuare a fare quello che stiamo facendo. Io ci sono sempre, a seconda degli impegni lavorativi; come vedi ci sono con le mie proposte e preoccupazioni.
3 messaggio
Il pedaggio (usiamo l'italiano) sull'ingresso dei veicoli nei centri urbani è già, mi risulta, una realtà in altre città europee, quale ad esempio Londra, proprio al fine di disincentivare il traffico e così contribuire a ridurre l'inquinamento.
 Se, in linea di pricipio, l'iniziativa andrebbe accolta favorevolmente, temo però che, in assenza di una rete di collegamenti ragionevolmente efficiente tra Milano e l'hinterland (almeno in orario lavorativo), questo provvedimento finisca per vessare quei pendolari che non dispongano di alternative praticabili all'uso dell'auto privata.
 Una volta che il servizio pubblico copra effettivamente anche tali zone, ben venga il pedaggio!
 Stefano
4 Varie segnalazioni: Parcheggi
E' notizia del Corriere della sera l'intervento dell'assessore Sgarbi sul contestato parcheggio di piazza Sant'Ambrogio.
Il costruendo parcheggio, figlio di una mentalita' oscena che non esita a strappare le pagine dei libri di storia nel nome di un malinteso senso del progresso e' il parto mostruoso di una cultura auto-centrica.
Quel parcheggio (come quello di piazza Meda e sotto la Darsena) non solo costituisce un insulto alla storia milanese, ma neppure rappresentera' un fattore di decongestionamento del traffico: anzi, quanti saranno gli automobilisti invogliati ad assaltare il centro con la speranza di trovare il posto auto? Con quali effetti sul traffico e sull'inquinamento? E che dire dei costi? Inutile sostenere che, col project financing, il pubblico
(e quindi i cittadini) non sborsa un centesimo: si tratta comunque di risorse scarse e dell'utilizzo di beni appartenenti alla collettivita'.
Cosi', mentre le migliori esperienze insegnano che i parcheggi auto vanno  portati all'esterno e si deve favorire l'interscambio col mezzo pubblico, qui a Milano si va in direzione opposta: si portano i flussi di traffico
dritti dritti all'interno della citta'.
Per giunta in aree di grande pregio storico, architettonico, ambientale, culturale. Dicono che "giuridicamente non c'e' piu' nulla da fare". Perche', cosa e' stato fatto prima? Quali passaggi pubblici, quali possibilita' di intervento, quale trasparenza e' stata data su queste opere? Perche' si e' decisa proprio quella (e non altra) collocazione?
A questi nodi irrisolti non e' possibile dare risposte di fortuna.
Ne' e' giusto rassegnarsi.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)
*********************************
La bici non consuma e non produce emissioni, non  ingombra e non fa rumore: è un mezzo ecologico per definizione e ad alta efficienza energetica. La bicicletta migliora il traffico, l'ambiente, la salute e l'umore.Buon giorno.
5° messaggio
Da quindici anni sono abbonata annuale ATM. Ho letto sui giornali che state raccogliendo segnalazioni di disservizi e reclami per migliorare la qualità dei servizi ATM.
A parte ringraziarvi per ciò che state facendo, volevo segnalarvi che sono due mattine che il corridoio di accesso al mezzanino di Cimiano (MM2) è completamente allagato (5 cm di acqua) e che alle 8.30 del mattino non era ancora stato sistemato: per accedere alla metropolitana bisognava accettare di fare "pediluvio" (speriamo senza infezione) e "rinnovo scarpe" (nel senso che bisognava correre a comprarsene un paio nuovo)... Se (come penso) si tratta di un problema abbastanza ripetitivo, credo non sarebbe troppo difficile tenere a portata di mano delle passerelle stile "acqua alta a Venezia", al posto dell'aspira-acqua che in realtà è più piccolo di quello di casa mia...
Sto comunque segnalando anche ad ATM (sito web) e vedremo cosa rispondono.
Anna  Celadin

Martedì, 29 Agosto, 2006 - 09:45

Decentramento allo sbando

Trovato questa notizia sul Corriere del 23 Agosto: convovato Consiglio di Zona 1
sulla spiaggia di Forte dei Marmi (???!!!)

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/08_Agosto/23/r0d0ta.shtml

Per quanto riguarda la nostra zona (7), a metà settembre vi sarà un Consiglio in
cui si voteranno le Commissioni e i relativi presidenti.
Senza considerare che non vi sono praticamente fondi perchè spesi tutti nel
primo semestre.

DOPO OLTRE 3 MESI E MEZZO DALLE ELEZIONI NON SI E' ANCORA AFFRONTATO NEPPURE
IN COMMISSIONE NESSUN PROBLEMA DELLA ZONA7, CHISSA' QUANDO SI COMINCERA'.

Questa è la situazione.

Saluti
Ivano Grioni
Consigliere Zona 7 "L'Ulivo"

Lunedì, 28 Agosto, 2006 - 16:13

Lettera aperta della Tavola della Pace al Direttore del Corriere della Sera

 

Caro Direttore, incontriamoci. Ci spieghi perché.

 

Caro Direttore, come Lei sa non ci piacciono le guerre. Non importa chi le comincia. Alla fine fanno male a tutti. Per questo non parteciperemo neanche a quella che Lei ha scatenato contro le migliaia di giovani, famiglie, associazioni, forze sociali e politiche che sabato scorso, senza spirito di parte alcuno, hanno affollato la manifestazione di Assisi per la pace, i diritti umani e la democrazia in Medio Oriente. Ci dica solo perché.

 

Perché, caro Direttore, ha deciso di insultarli? Cosa hanno fatto per meritarsi tanto disprezzo dal più grande quotidiano nazionale? Di quale colpa si sono macchiati? Perché ha deciso di nascondere la realtà e di crearne una completamente falsa e provocatoria?

 

Ci dica, caro Direttore, quale idea le fa un paese in cui, oltre a tanti fatti di cronaca nera e di malcostume, ci sono anche migliaia di persone che interrompono le ferie, nonostante la fine dei bombardamenti, per sostenere l’invio immediato di una forza di pace e di interposizione delle Nazioni Unite in Libano e per rafforzare il proprio personale impegno a favore della centralità dell’Onu e dell’Unione Europea per la pace in Medio Oriente? Ci dica, caro Direttore, le dispiace così tanto?

 

Forse ha ragione a dire che eravamo in pochi. Dipende sempre dai punti di vista. Il nostro, quello di chi l’ha organizzata a ferragosto, è diametralmente opposto. Non era la “tradizionale” Perugia-Assisi. Era una manifestazione straordinaria. Di certo sarebbero stati molti di più se lei non avesse deciso di censurare la convocazione dell’iniziativa. Perché l’ha fatto? Preferirebbe vivere in un paese con una coscienza civile zero?

 

Prima l’ha censurata, poi ha organizzato l’attacco. Perché? Ci dica, caro Direttore, chi ha infastidito questa sincera iniziativa di pace costruita nel nome della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale? Quali poteri abbiamo disturbato stavolta? 

 

E’ vero. Non è la prima volta che succede. Forse il problema è più profondo. Non c’entra niente il Medio Oriente. L’anno scorso, in occasione della Marcia Perugia-Assisi per la giustizia e la pace “Contro la miseria e la guerra, riprendiamoci l’Onu” dell’11 settembre, il suo giornale si è comportato nello stesso identico modo. Stesse censure, stessi insulti, stessa disinformazione. Identico anche il giornalista incaricato di sparare le sue pallottole di carta contro i costruttori di pace.

 

Caro Direttore, ci piacerebbe sapere se qualcuno ha mandato ad Assisi quei quattro ragazzi con i cartelli di Nasrallah, dove si sono nascosti tutto il giorno dato che quasi nessuno li ha incontrati. Perché non sono venuti anche in piazza San Francesco così li avremmo potuti vedere tutti? Vorremmo anche sapere se ha ordinato lei (al suo inviato) di buttare altra benzina sul fuoco delle polemiche chiamando al telefono, da Assisi a Roma, i rappresentanti della comunità ebraica? O è stata una iniziativa personale? Mettere gli uni contro gli altri non è molto difficile di questi tempi ma per certe operazioni ci vuole un professionista. In quale scuola di giornalismo s’insegnano queste azioni di guerra? E’ così che l’informazione si mette al servizio della pace?

 

Sarà contento, caro Direttore. La sua iniziativa ha trovato occhi e orecchi sensibili. I TG (anche del servizio pubblico Rai) e alcuni quotidiani hanno prontamente archiviato la manifestazione, lo spirito e le proposte di Assisi per rilanciare la sua “verità” manipolata. E’ contento?

 

Caro Direttore, invece dello scontro, noi Le chiediamo un incontro. Non amiamo la guerra. Ci piace cercare la pace. A partire da casa nostra. Crediamo nel dialogo e nel confronto. Se lei vuole. Noi siamo pronti a venirla a trovare. Nel suo ufficio. Quando vuole.

 

Con i migliori saluti,

 

Flavio Lotti
Grazia Bellini
Coordinatori nazionali della Tavola della pace
Lunedì 28 agosto 2006

 

Sabato, 26 Agosto, 2006 - 17:47

Caschi Bianchi...mail da Gabriele De Veris da Perugia

 

Abbiamo nel cuore la morte di tante persone nel Libano, abbiamo nel
cuore la morte di Angelo Frammartino. Una vita giovane dedicata alla
ricerca della pace. Credo che anche per lui dovremmo rilanciare la
proposta dei Caschi Bianchi a questo Governo. Da 8 anni aspettiamo
che una legge riconosca questo strumento di pace, che renda efficace
la prevenzione dei conflitti e la ricostruzione dopo una guerra.
Quando avremo i Caschi Bianchi potremo davvero parlare di 'missioni
di pace'.

Gabriele De Veris, Perugia

 

Sabato, 26 Agosto, 2006 - 15:11

Piano integrato di intervento Zona 7 via Chiostergi 15

Ho trovato questo manifesto del Comune di Milano in zona Certosa.
L'oggetto riguarda la zona 7 Baggio Quinto Romano
.

Pubblicazione del Programma Integrato di Intervento (P.I.I.) relativo alle aree site in VIA CHIOSTERGI N. 15
PUBBLICAZIONE DEL PROGETTO DI PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO, AI SENSI E PER GLI EFFETTI DELLA L.R. 11.3.2005, N. 12, RELATIVO ALL’AREA DI CHIOSTERGI 15

si avvisa

che gli atti relativi al Programma Integrato di Intervento, in Variante al P.R.G. vigente, riguardante le aree sopra citate, adottato dal Consiglio Comunale con deliberazione nn. 34/06 del 09.03.2006, divenuta esecutiva ai sensi di legge, saranno depositati in libera visione al pubblico presso il Palazzo degli Uffici Comunali di via Pirelli n. 39, Settore Sportello Urbanistico, 9° piano

a far tempo dal 18 Agosto 2006 fino al 2 Settembre 2006, con il seguente orario:

nei giorni dal lunedi' al venerdi' dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore 16.00

nei giorni di sabato e festivi dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

Le eventuali osservazioni al progetto in questione dovranno essere prodotte in quattro copie in carta semplice e dovranno essere presentate presso l'Ufficio di Protocollo della Direzione Centrale Pianificazione Urbana e Attuazione P.R. – Via G.B. Pirelli, 39 – 4° piano, stanza 10, entro le ore 16.00 del giorno 18 settembre 2006. Anche i grafici eventualmente prodotti a corredo di dette osservazioni dovranno essere presentati in quattro esemplari.

Detto termine di presentazione delle osservazioni e' perentorio e, pertanto, quelle che pervenissero oltre tale termine non saranno prese in considerazione.

Mi sembra di non averne visti nelle vie adiacenti al Piano di intervento Intengrato.

Mi sembra che l'ufficio addetto alle pubblicazioni obbligatorie dei PII le affigga in zone lontane a dove poi avverranno effettivamente le costruzioni.

Già per il PII marchesi taggia, mi sembra che nelle vie adiacenti non ci fosse affisso alcun avviso di questo genere.

Desidererei conoscere da Voi se è una mia errata convinzione oppure e la prassi comunale affiggerle in luoghi lontani dove possono non iteressare.
 
La pubblicazione in luoghi lontani serve forse per far passare inosservati i PII? Salvo poi dire ai cittadini che le modifiche riguardante l'area è stata resa pubblica sull'albo pretorio ovviamente, e affissa nelle strade cittadine, se non l'avete visto, noo!,  bè peggio per voi, il termine di presentazione per eventuali modifiche è scaduto!.

Saluti a tutti

Sabato, 26 Agosto, 2006 - 09:42

La lezione di Natascha

 

 
Nell'ultimo mese sono assurti alla ribalta molti fatti di cronaca nera di cui sono rimaste vittime donne, ragazze o (in qualche caso) addirittura bambine. Donne, ragazze o bambine massacrate dai loro padri, mariti, fidanzati, fratelli, semplici conoscenti. Perché? Perché non erano buone musulmane, perché volevano vivere all'occidentale (e secondo lo stereotipo di certe mentalità ciò equivale a comportarsi né più né meno come prostitute), perché semplicemente esistevano.
 
Non si trova, infatti, un perché che non sia ascrivibile nella categoria giudiziaria del "futile motivo". Spesso, queste donne erano delle cosiddette "extracomunitarie", e com'era prevedibile s'è levata la salva di cori indignati contro la barbarie islamica, contro l'invasione dei clandestini che vogliono imporci il loro Medioevo, subito cavalcata, davanti alla consueta folla dei Talebani di casa nostra (i ciellini del Meeting di Rimini) dal cav. Silvio Berlusconi, già ribattezzato dal fondatore di Cl "l'uomo della Provvidenza", che ha tuonato per l'Italia "italiana e cattolica". Si sa che l'ecumenismo, per i ciellini, è una vera e propria iattura.
 
Violenza anti-femminile endemica, verrebbe pertanto da dire. Poi però aviene un altro episodio strano e crudele. Dopo otto interminabili anni di prigionia riesce a fuggire, ancora del tutto lucida e consapevole, certa Natascha Kampusch, bianca, austriaca e cattolica, rapita bambina da un altro bianco, austriaco e cattolico, Wolfgang Priklopil, vicino di casa, tranquillo, educato ecc. L'aveva prelevata quando la ragazza aveva appena dieci anni e l'aveva tenuta fino all'altro ieri in un sotterraneo, dove le portava da mangiare, le insegnava a leggere, le diceva di chiamarlo "padrone". "Volevo lei", ha confessato Priklopil il quale, una volta scoperto, ha avuto almeno la saggia idea di gettarsi sotto un treno.
 
In questo caso i soliti cori indignati sono pronti a gridare al maniaco, al pazzo, al pedofilo. In una parola, al "diverso". "Diversi" i musulmani che sgozzano le figlie, o che le costringono ad abortire (ma Chamila, il sagrestano che ha trucidato in chiesa - in chiesa! - la povera Elena Lonati, è cristiano, e "cristiano" è pure il giudice che ha scarcerato dopo un solo giorno lo stupratore di una ragazza chietina), "diverso" Priklopil, che però fino a pochi giorni fa tutti consideravano un vicino, se non modello, almeno tranquillo. Così la nostra coscienza è salva, il nostro oscuro senso di colpa tacitato, i nostri "valori" intatti.
 
In queste ricostruzioni, lo sappiamo benissimo tutti in verità, c'è qualcosa che stride. E quello stridere, ciò che resta della nostra anima, faremmo meglio ad ascoltarlo questa volta. Non che siano inesistenti i problemi d'integrazione di alcune frange di cittadini stranieri e di religione differente, non che non esistano i maniaci e i pedofili: nella civilissima Olanda essi hanno addirittura fondato un partito e pretenderebbero il diritto a esprimere la loro "inclinazione" sessuale! Ma, solo da questi elementi, ci rendiamo conto che i "diversi" sono un po' troppi. Non si tratta di un'esigua minoranza, come vogliamo credere. Possiamo ancora crogiolarci nella nostra illusione omicida (e suicida)?
 
E' proprio la vicenda di Natascha la più illuminante. Essa riesce a evadere da uno che si faceva chiamare "padrone". "Padrone": come gli schiavi neri dovevano chiamare i signori bianchi, come i mariti, fratelli, figli delle ragazze musulmane si comportano come queste ultime.
 
Padroni di un corpo, di un'esistenza. Si è sentito padrone del corpo dell'amica il ragazzo algerino che l'ha violentata, ma se ne è sentito padrone anche il giudice che l'ha assolto. Si sono sentiti padroni i giudici italiani che scagionano l'ennesimo stupratore perché la ragazza portava i jeans, si sono sentiti tali gli stessi giudici della Cassazione che hanno concesso la condizionale al patrigno pedofilo di una ragazzina, con la motivazione che quest'ultima, essendo stata avviata alla prostituzione e quindi "non vergine" al momento della violenza, aveva senza dubbio subìto un trauma minore. Il mito della verginità come massimo onore della donna è un'invenzione tipicamente maschile, l'ossessione di poter disporre della sua sessualità, di dettarle legge.
 
Si sono sentiti padroni di corpi i dirigenti Rai e le loro comparse che si offrono come sensali di... incontri fra starlet in cerca di gloria e potenti mandarini della comunicazione di quarant'anni più anziani. Si sentono padroni i pubblicitari che ogni giorno, dal momento che il femminismo "non va più di moda", sono tornati al mestiere preferito e comodo: esporre una certa quantità di carne femminile anche per reclamizzare un apriscatole. Si sentono padroni i proprietari di tv (soprattutto coloro che invocano l'"Italia cattolica e italiana") quando ammanniscono trasmissioni in cui le "femmine" vengono degradate a puro oggetto decorativo. Sono padroni certi alti prelati che, ringalluzziti dall'esito "positivo" del referendum sulla fecondazione assistita, colgono ora l'occasione per sferrare un attacco decisivo al movimento di liberazione femminile, l'unico in grado di insidiare il loro potere imperiale, casto e misogino.
 
Sono padroni i padroni della politica, che da anni sbarrano la strada alle donne in Parlamento, che solo nel 1996, nell'occidentale e civile Italia, hanno deciso (bontà loro) che la violenza sessuale è un reato contro la persona e non contro la morale e il buoncostume, com'era stato fino allora. Siamo padroni (e vittime) tutti noi, infine, che accettiamo questo stato di cose come normale e che anzi, non appena qualcuna parla di diritti delle donne viene irrisa, compatita, considerata una virago oppure una povera frustrata (per non dir peggio) che non ha trovato un cane che la volesse. Del nubilato di Rosy Bindi parlano tutti, con accenti che definire maligni è un complimento, del celibato (e dell'aspetto fisico) di Formigoni, nessuno.
 
Natascha che è sfuggita al suo "padrone" è sfuggita a tutto questo: a un sistema, e non a un semplice mostro, che ha le sue fondamenta nello sfruttamento e nell'umiliazione delle donne, della loro sensibilità e della loro intelligenza. A un sistema che, declinandosi come "neutro", si fonda in realtà su una visione esclusiva (ed escludente) soltanto maschile, dove per affermare che le donne sono esseri umani completi si deve giungere a tragedie come quelle sopra accennate.
 
Si spera che questa fuga di Natascha, certo reale, ma anche altamente simbolica, rappresenti il passo decisivo verso una liberazione delle catene, materiali e morali, in cui a tutt'oggi le donne versano. E non si spaventino se le sbeffeggeranno ancora, se le diranno che sono insoddisfatte, brutte, incarognite, lesbiche (non dimentichiamo l'eccelso Saia di An, che ha rivolto tale titolo - per lui offensivo - alla già nominata Bindi, con l'intento di umiliarla) e quant'altro. Quando il potere reagisce con violenza, significa che si sente aggredito. Del resto, al dolore le donne sono state abituate proprio dai loro "padroni": ma non è che a loro piaccia, come tanta letteratura diffusa dai "padroni" ama decantare. E proprio per questo fuggono. Natascha ha voluto "una stanza tutta per sé", non la gabbia preparata per lei dal suo "padrone", e dichiarando di volersi sposare in futuro ha dimostrato che quell'intelligenza e sensibilità che per millenni il potere padronale e maschile le aveva negato in quanto donna, è rimasta intatta, pura, vergine. E questa è l'unica verginità onorevole per ogni Natascha sulla Terra, e questa la più bella lezione per tutti quanti si considerino "padroni".
 
Daniela Tuscano

 

Venerdì, 25 Agosto, 2006 - 13:44

Incontriamoci ad Assisi 26 agosto 2006

 

 

E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia e della comunità internazionale per mettere definitivamente fine alle guerre del Medio Oriente e costruire un ordine mondiale basato sul riconoscimento della dignità e degli uguali diritti di tutti i membri della famiglia umana.”

 

In nome dei diritti umani e della legalità internazionale gridiamo insieme“Fermatevi! 

 

Fermiamole!”

 

Incontriamoci ad Assisi

Manifestazione nazionale per la pace in Medio Oriente

"Gridiamo ancora più forte la nostra denuncia e il nostro progetto di pace"

Sabato 26 agosto 2006

 

Programma

Versione non definitiva

 
 
ore 10.00 In nome dei diritti umani… Assemblea di riflessione, confronto e proposta
 
Sede: La Cittadella di Assisi - Pro Civitate Christiana, via Ancajani 3
Cosa possiamo fare per mettere definitivamente fine alle guerre del Medio Oriente? In che modo possiamo noi italiani, europei, cittadini del mondo, popoli delle Nazioni Unite, dare una mano alla costruzione di una pace vera, giusta e duratura in quella regione così esplosiva?
 
ore 12.45 conclusione dell’Assemblea
 
ore 13.00 partenza del corteo dalla Cittadella di Assisi
 
ore 14.15 Arrivo del corteo in Piazza San Francesco
 
ore 14.30 Manifestazione conclusiva
 
ore 15.00 Conclusione della manifestazione
 
 

Vieni anche tu!

 
 
Per informazioni:
Tavola della Pace
via della viola 1 (06122) Perugia Tel. 075/5736890 - fax 075/5739337
 
Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
via della Viola 1  (06122) Perugia tel. 075/5722479 - fax 075/5721234
 

 

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