I LAV MILAN: UN'ESIGUA MISURA DI INTERVENTO
Diritto all'acqua: un bene pubblico da difendere
Consiglio di Zona 4 Milano
Diritti Umani....Fiaccolata 14 ottobre ore 19
12 0ttobre 1492 - 12 ottobre 2006
Diritti Umani...
... Ancora da scoprire
A tutte le associazioni solidali con l'America Latina,
A tutte le associazioni Latino Americane,
A tutte le associazioni di difesa dei Diritti Umani
Se 514 anni vi sembrano pochi...
Il continente americano è ancora alla ricerca dei Diritti Umani per i suoi figli.
Ancora in tutti gli Stati nazione del Nuovo Continente si continua a discriminare il vero popolo "americano nativo".
Per tutti loro e il riconoscimento pieno e duraturo dei loro diritti sociali, culturali, di lingua e di popoli
chiediamo di manifestare pubblicamente la nostra solidarietà ad una causa che è rappresentativa di tutte le altre del continente:
il popolo Mapuche.
Su invito di organizzazioni del Popolo Mapuche presenti in Europa convochiamo una,
Fiaccolata davanti al consolato del Cile
a Milano, sabato 14 ottobre 2006 alle ore 19.00
in contemporanea con tante altre città d'Europa
Il popolo Mapuche, che lotta pacificamente per la difesa dei Diritti Umani in Cile, chiede:
la ratifica della Convenzione 169 - dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro - sul Riconoscimento dei Diritti dei popoli originari in Cile e la revisione della legge antiterrorismo n° 18.314, emanata ancora nei tempi della dittatura che discrimina i Mapuche
Appuntamento davanti a Consolato Cileno a Milano
Via San Pietro dell'Orto 11, (traversa di Corso Vittorio Emanuele -
MM San Babila)
IMMIGRATI PROTESTANO CONTRO I MASS MEDIA ITALIANI
Ciao a tutti
Il 7 ottobre è la 3° Giornata Internazionale per i diritti degli immigrati.
A Milano c'è stato un po' di casino per decidere cosa fare
"Città per tutti" spingeva per un'iniziativa sui CPT; il "Comitato
Immigrati" (costituito da associazioni di immigrati, o in cui siano presenti
immigrati) spingeva invece per un presidio contro i mass media.
Risultato: verrà fatta il presidio contro i mass media mentre l'iniziativa
per i CPT è stata rimandata al 28 ottobre.
Conclusione: noi abbiamo aderito all'iniziativa del Comitato Immigrati
(trovate la nostra adesione in fondo in fondo alla mail) per cui se qualcuno
è interessato ad andare il Presidio è sabato 7 ottobre Ore 15 Piazza Cavour
Di fronte al palazzo dell’informazione.
Non ci saranno né bandiere né striscioni (solo lo striscione
sull'iniziativa) e verrà distribuito un volantino con firme dei promotori e
degli aderenti
Valeria
-
In occasione della Terza Giornata Internazionale per i diritti degli
Immigrati
IMMIGRATI PROTESTANO CONTRO I MASS MEDIA ITALIANI
Milano (04-10-06).- I cittadini immigrati di Milano, in occasione della
Terza Giornata Internazionale per i Diritti degli Immigrati, organizzeranno
un presidio davanti al Palazzo dell’Informazione in Piazza Cavour sabato 7
Ottobre alle ore 15 per manifestare contro quei mass media italiani, che
hanno danneggiato l’immagine dei lavoratori immigrati diffamandoli e
alimentando un’idea discriminatoria e xenofoba nell’opinione pubblica, non
solo di questi lavoratori ma anche delle loro famiglie.
Questa iniziativa nasce dalle stesse associazioni di immigrati, che da tanto
tempo hanno dovuto sopportare le manipolazioni politiche attraverso i mass
media, utilizzando l’immagine del lavoratore immigrato in base ai loro
propri interessi, criminalizzando con i fatti di cronaca, mettendo in
difficoltà il processo di integrazione in questo Paese, contrariarmente alle
risoluzioni del Parlamento Europeo sull’integrazione degli immigrati
nell’Unione Europea.
I rappresentanti delle associazioni di immigrati chiedono ai diversi mass
media di poter incontrare i loro direttori responsabili per far loro capire
che non devono continuare a utilizzare la formula immigrazione =
delinquenza, e che le piccole cronache delinquenziali non possono arrivare
al cittadino comune come uno scoop giornalistico, ignorando il grande
apporto positivo dei nuovi cittadini immigrati, dal punto di vista sociale,
culturale e soprattutto economico.
In concreto, proponiamo ai rappresentanti delle testate giornalistiche di
organizzare un incontro con le associazioni firmatarie o di presentarsi
direttamente al presidio del 7 ottobre in Piazza Cavour per avviare un
confronto (che ci auguriamo sia reciprocamente utile) sui temi che abbiamo
messo in evidenza.
Noi cittadini immigrati stiamo contribuendo alla costruzione di questa
Milano multietnica e siamo parte integrante di questo motore economico
italiano; perciò esigiamo il rispetto per noi e le nostre famiglie da parte
dei mass media italiani.
Ass. Al Qafila, Ass. Cultural de Chile, Ass. Insieme per la Pace, Ass.
Studio 3R, Ass. Paradigma, Ass. Santa Elena de Guayaquil, Ass. Terra
Nuestra, Ass. Todo Cambia, Comitè ecuatoriano Simon Bolívar, Revista El
Carrete, Revista Panorama Latino Adesioni: Centro delle Culture,
Arci Milano, Partito Umanista Milanese.
Per informazioni e contatti: comitatoimmigrati.mi@libero.it
Rodrigo Ortega 339/8006369
Javier Lazo 347/9756300
per i diritti dei Cittadini Immigrati
Finanziaria 2008 questo sarebbe un governo di Sinistra?
ALCUNI DATI A CONFRONTO
Spese militari: due miliardi e 100 milioni di euro in più per il Ministero della Difesa, di cui 1.700 milioni di euro per l’acquisto di nuovi armamenti.
Un miliardo all’anno per il 2007, 2008 e 2009 per finanziare automaticamente le missioni militari all’estero, ipocritamente definite “missioni internazionali di pace”. In questo modo si evita l’imbarazzante discussione ogni sei mesi per il rinnovo del finanziamento delle missioni come quella in Afghanistan.
Istruzione: Cento milioni di euro destinati alle scuole private, soprattutto quelle per l’infanzia.
Enti locali: tagli di 4,3 miliardi di euro ai finanziamenti agli enti locali (tanto poi saranno loro a dover aumentare le tasse)
Sanità: ticket sul pronto soccorso e le visite
E questo sarebbe un governo di sinistra?
www.partitoumanista.it
7 ottobre 2006 Presidio ore 15 in Piazza Cavour Milano
7 ottobre 2006 _ terza giornata di mobilitazione
e lotta dei migranti, in europa e oltre
con la campagna di disinformazione
e diffamazione sugli immigrati
VENITE TUTTI AL PRESIDIO
sabato 7 ottobre _ ore 15
Piazza Cavour, di fronte al palazzo dell’informazione
Promuovono: Ass. Al Qafila, Ass. Cultural de Chile, Ass. Insieme per la Pace, Ass. Studio 3R, Ass. Paradigma, Ass. Santa Elena de Guayaquil, Ass. Terra Nuestra, Ass. Todo Cambia, Comitè ecuatoriano Simon Bolívar, Revista El Carrete, Revista Panorama Latino.
Chiediamo a tutte le associazioni e comunità di immigrati di promuovere insieme questa iniziativa.
Chiediamo a tutte le realtà antirazziste Italiane di aderire a questa iniziativa.
Per info e adesioni: comitatoimmigrati.mi@libero.i
PER SAPERNE DI PIU'
Scarica l' Appello del Forum Sociale Europeo di Atene
per questa giornata di mobilitazione.
"...Attraverso tutta l'Europa, ogni giorno, vediamo lotte sociali e politiche, proteste e campagne contro i campi e le deportazioni, per il diritto d'asilo per le donne e gli uomini, per la legalizzazione, per una cittadinanza europea di residenza e contro lo sfruttamento del lavoro migrante. E queste lotte vanno molto oltre ogni ristretta concezione dell'identità europea..."
Vedi anche: sito del Forum Sociale Europeo
Che succede in Consiglio di Zona 3?
Consigliere di Zona 3
Uniti con Dario Fo per Milano
Forum Eropeo Umanista a Lisbona
Il Forum, il primo della serie dei Forum Europei (il primo Forum Umanista Mondiale fu celebrato a Mosca nel 1993) si svolgerà presso l'università di Lisbona dal 3 al 5 Novembre prossimi. E' possibile iscriversi al Forum fino all'8 ottobre.
Il tema del Forum "La forza della diversità" è spiegato nella home page del sito dove ci si può ulteriormente informare e iscrivere:
"L'obiettivo del Foro è quello di creare ambiti di convergenza, scambio, discussione e progetto tra organizzazioni sociali, partiti e persone coscienti della necessità di cambiare profondamente questo mondo e dell'urgenza di costruire nuove vie per farlo.
Sono molti i volontari che lavorano in organizzazioni sociali di ogni tipo capaci di occuparsi delle necessità di altri e di ricostruire il tessuto sociale, capaci di agire con permanenza ed autonomia. Il Forum invita a tutte le persone ed iniziative che lavorano e si interessano alla pace, alla nonviolenza, ai diritti umani ed al superamento di ogni forma di discriminazione.
In questa ampia base sociale, oggi si moltiplicano gli incontri e le convergenze, perché sperimentiamo la necessità di unire le forze e di ispirarci mutuamente.
Il Forum Umanista europeo è un ulteriore tentativo affinché l'incontro della diversità e l'intuizione del futuro chiariscano la strada e si trasformino in progetti... facendo anche pressione verso coloro che oggi decidono il destino di tutti.
Il Forum Umanista europeo sarà un foro aperto ad attività nei campi culturali, sociali, artistici, educativi, ecc., tanto a persone come ad associazioni e gruppi."
Durante il Forum, oltre i tavoli di lavoro, sono previste tavole rotonde, workshops, dibattiti, stands informativi, spettacoli musicali e teatrali.
Note:
L'Iran accelera i tempi per la fustigazione delle Donne " Mal Velate "
Le affissioni avvertono che il procuratore richiederà le pene massime, e prosegue: "gli individui il cui abbigliamento ed il trucco sia contro le leggi religiose sarà perseguito senza dover, in primo luogo, attendere in una coda'' e sarà condannato alla fustigazione ed alle indennità", "I fazzoletti (foulards o sciarpe) che non coprono i capelli ed il collo", "i soprabiti o i cappotti stretti e quelli corti sopra il ginocchio e di cui le maniche non coprano il polso, i pantaloni stretti che non coprano le caviglie" e "il trucco delle donne" sono tutti proibiti, sempre secondo la dichiarazione e che chi non obbedisce al codice sull' abbigliamento sarà trattato di conseguenza.
Le donne i cui fazzoletti (foulards o sciarpe) non coprano correttamente i capelli affronteranno da 10 giorni a 10 mesi di prigione, aggiunge la dichiarazione.
Provvedimento della polizia contro le donne mal velate
Tehran, Iran, Settembre. 04 - Il comandante delle forze di sicurezza di Stato in Iran nella città d'Orumieh, a nord-ovest dell'Iran, domenica ha minacciato che la polizia provvederà severamente con un'azione "forzata e decisiva" contro le donne che non rispettano il codice d'abbigliamento correttamente.
Parlando ai giornalisti, il colonnello Rasoul Khorshidi-Far ha detto: "l'obiettivo principale delle forze di sicurezza dello stato nel contrastare l'abitudine delle donne non velate è di sviluppare la cultura islamica nella società. Se l'opposizione è determinata a questo proposito, le forze dell'ordine interverranno decisivamente".
Il colonnello Khorshidi-Far ha aggiunto che se le donne che rifiutano di obbedire alle istruzioni della polizia di coprirsi con un velo, dovrebbero essere preparate ad apparire in un tribunale ed affrontare un processo.
In agosto, il portavoce giudiziario dell'Iran ha annunciato che "le donne mal velate" saranno trattate come se non avessero il velo islamico affatto.
"Non c'è nessuna differenza fra le donne mal velate e quelle non velate. Quando è evidentemente chiaro che una donna abbia violato la legge, allora il crimine è evidente e gli agenti d'esecuzione possono approntare misure legali contro di lei.
Dalle elezioni di giugno, quella che ha condotto alla presidenza d'Ahmadinejad le donne stanno subendo il provvedimento più severo e duro.
Iran, 4 sett. Il mullà Khamenei, leader spirituale del regime reazionario dell'Iran in una presa di posizione ha tentato di giustificare l'apartheid sessuale nel regime medioevale iraniano sostenendo che alle donne sia impedita l'attività socio-politica.
L'Agenzia del regime Irna riferisce le parole di Khamenei, domenica 30 agosto, "L'uomo è adatto per i campi economico e finanziario, le donne hanno difficoltà. Le donne devono partorire, allattare, sono fragili fisicamente, moralmente e sentimentalmente, non possono entrare in ogni campo perché non reggono gli scontri. Tutto questo crea dei limiti alle donne che gli uomini non hanno, perciò in questi campi gli uomini sono superiori".
In questo modo la massima autorità del regime dei mullà ancora una volta ha giustificato la discriminazione sistematica contro le donne, che di fatto esclude le donne da ogni attività socio-politica.
Con questo si mettono da parte tutte le parole che nella campagna elettorale e erano state spese in sostegno delle donne.
Fatemeh Ajorlo, deputata del parlamento dei mullà alla domanda sul perché nel governo di Ahmadinejad non c'è nessuna donna ha detto ad Ilna, il 30 agosto scorso:"il fatto che le donne non sono state scelte per entrare nel governo e nella direzione del parlamento è pura democrazia ."
La Seddighe Kiani della banda Motalefe vicino a Khamenei in un' intervista a l'Irna, afferma:" più le donne stanno lontane dagli uomini è meglio per loro. Noi non contestiamo l'assenza delle donne al governo". Lei ha spiegato il punto di vista reazionario del regime cosi:" Dove si possono usare gli uomini non si deve insistere per la presenza delle donne. Il fatto che diciamo che le donne non devono diventare giudici e perché hanno una morale flessibile e non è conveniente che tutti i giorni siano testimoni di litigi o che emettono sentenze di morte".
La signora Sarvnaz Chitsaz, presidente della commissione donne del CNRI ha dichiarato che la posizione misogina del regime dei mullà mostra prima di tutto la paura del regime della presenza delle donne e del loro ruolo fondamentale e crescente nella lotta contro il regime e per il suo rovesciamento.
Associazione delle Donne Democratiche Iraniane in Italia
Per ulteriori notizie potete visitare il sito www.donneiran.org
Stati Uniti Centinaia di arresti durante Manifestazione di Protesta Contro la Guerra
Di Haider Rizvi
IPS
NEW YORK, 28 settembre (IPS) – Durante l’ultima settimana in varie città degli Stati Uniti sono stati organizzati cortei, manifestazioni e raduni di preghiera per chiedere al presidente Bush e al Congresso di porre fine all’occupazione dell’Iraq.
Dal 21 settembre, quando oltre 500 gruppi contro la guerra e organizzazioni religiose hanno firmato la “Dichiarazione di pace”, circa 250 attivisti sono stati imprigionati per aver partecipato ad azioni nonviolente.
Oltre a esigere un calendario per il ritiro dei 130.000 soldati di stanza in Iraq, la Dichiarazione chiede la chiusura delle baci, un processo di pace che comprenda misure per la sicurezza, la ricostruzione e la riconciliazione di questo paese e un cambiamento nelle priorità da assegnare ai fondi, mettendo l’accento sulle necessità umanitarie più che su quelle militari.
Gli attivisti hanno realizzato oltre 375 azioni di disubbidienza civile e protesta in città di tutto il paese, tra cui Lincoln (nel centro), Houston (nel sud), Des Moines (nel nord), Little Rock (nel sud), Cincinnati (nel nord-est) e Fayetteville (nell’est). Qui sorge Fort Bragg, la più grande base militare statunitense nel mondo.
Sebbene la campagna sia animata soprattutto da gruppi religiosi, partecipano alla protesta anche molti deputati, veterani di guerra e organizzazioni di donne e immigrati.
I primi arresti sono avvenuti a Washington la settimana scorsa, quando gli attivisti hanno cercato di consegnare copie della Dichiarazione a funzionari del governo.
Altre azioni contro la guerra che si sono concluse con arresti sono avvenute di fronte al Congresso, a basi militari e a centri di reclutamento dei soldati.
Sapendo che molti politici esitano a sostenere la campagna per paura di passare per antipatriottici, i capi religiosi sperano che il loro appello per la pace stimoli almeno il governo a fissare una data per finirla con l’occupazione dell’Iraq.
”Come cittadini e persone di fede, dobbiamo essere la coscienza del nostro paese” ha dichiarato il reverendo Lennox Yearwood, del Hip Hop Caucus, uno dei 34 attivisti incarcerati per aver partecipato alle proteste davanti alla Casa Bianca.
Nel frattempo oltre 100 capi religiosi cristiani, ebrei e musulmani hanno progettato altre azioni per impedire un possibile attacco all’Iran. Questa settimana chiederanno al Congresso di esercitare la sua “funzione di supervisione” per evitare questa possibilità.
Come parte della campagna, molti attivisti hanno organizzato sit-in davanti alle case dei deputati che non si sono espressi contro la politica di Bush in Iraq.
“Stiamo spendendo milioni di dollari tutte le settimane per l’occupazione dell’Iraq. Questo denaro potrebbe essere investito in sanità ed educazione” ha detto Molly Nolan, un’attivista di 62 anni che ha partecipato a una protesta davanti alla casa del senatore democratico Chuck Schumer, nello stato di New York.
“I newyorkesi hanno bisogno di scuole e lavoro, non di questa guerra infinita!” gridava la folla riunita davanti alla casa di Schumer.
”Lei non ha parlato, come altri politici. La esortiamo a mostrare coraggio e a difendere i principi”, ha detto durante la manifestazione Carolyn Eisenberg, del gruppo Genitori di Brooklyn per la Pace.
Come Schumer, molti deputati democratici hanno mantenuto le distanze dal movimento contro la guerra, però alcuni hanno criticato pubblicamente la politica di Bush in Iraq.
"Come partecipante del Movimento dei Diritti Civili, ho affrontato la violenza con la nonviolenza. Mi hanno picchiato e lasciato sanguinante per strada” ha detto il deputato John Lewis, rappresentante dello stato meridionale della Georgia, dopo aver firmato la Dichiarazione la settimana scorsa. “Mi sono reso conto che le nostre armi più potenti come nazione non sono le bombe o i missili. La nostra maggiore difesa è il potere delle nostre idee, è quello che crediamo sulla democrazia e il rispetto della dignità umana” ha aggiunto.
Altri deputati che hanno firmato la Dichiarazione di pace sono Earl Blumenauer, rappresentante dell’Oregon, Danny Davis e Jan Schakowsky dell’Illinois, Chaka Fattah della Pennsylvania e Sam Farr, Barbara Lee e Lynn Woolsey della California.
Nonostante la crescenti proteste e critiche alla guerra provenienti da vari settori, tra cui generali in pensione e importanti analisti dell’intelligence, non si vedono segnali di flessibilità nella politica del governo rispetto all’Iraq e alla strategia militare in Medio Oriente.
Solo due settimane fa, la Camera dei Rappresentanti ha approvato una riduzione di appoggio al modo in cui il presidente ha condotto la guerra e ha respinto l’idea di fissare una scadenza per il ritiro delle truppe.
I firmatari della Dichiarazione hanno annunciato che, se l’amministrazione Bush e il Congresso non risponderanno alle loro richieste, dopo settembre lanceranno un’altra campagna di azioni non-violente.