L’impegno culturale come impegno civile
Un caro saluto
Alessandro Rizzo
A Milano inizia questo percorso, questo lungo viatico che vuole apportare una voce fuori dal coro, anche se corale, unanime, universale, la voce di un’agorà greca, la voce di una piazza partecipata, molto viva, vivace, ricca di opportunità di confronto, di dialogo, di conoscenza, di confronto libero e aperto, nell’asfittico mondo circondante del pensiero unico e omologante, del pensiero di mercato, affaristico che inquina e tanto ha inquinato la cittadella dell’arte. Milano è la città che da sempre ha avuto un ruolo fondamentale nella ricerca artistica e culturale, soprattutto nel campo dell’editoria: lo scrive come testimonianza di questo fatto Leopardi in una lettera inviata all’abate della curia Meneghina, dove definisce la metropoli essere un teatro di opportunità per i giovani artisti e scrittori. Proprio in questo spirito, oggi ormai perso, quasi svanito, in un contesto attuale tutto finalizzato alla ricerca del lucro, del guadagno, del profitto, tutto ricercato alla forma dell’arte come dispensatrice di guadagni, accessibile solamente a una particolare elite, solo a un particolare ceto benpensante e con grandi disponibilità economiche, oggi vogliamo creare con questa rivista l’Agorà artistica, dove chiunque abbia meriti, esperienze e sia preso dall’instancabile e insopprimibile voglia di gridare e proporre la propria opera, la propria poetica in ogni settore culturale, possa trovare spazio, giusta visibilità, giusto luogo. Le Voci dell’Agorà è la rivista che diviene anche laboratorio artistico, diventa non solo incontro tra poetiche differenti, ma anche contaminazione positiva e ricerca di una via nuova da percorrere, sperimentare, assaggiare. Dal confronto artistico nasce certamente un nuovo viatico, un nuovo viaggio, un nuovo iter verso lidi differenti, sempre nuovi e rinnovati, mai definiti, ma sempre aperti e disponibili a essere messi in discussione, rivisti, riletti. Penso che non ci siano certezze finchè c’è la vivacità intellettuale di migliorare e migliorarsi: migliorando la comunità alla ricerca dei messaggi si migliora anche la propria persona, la propria conoscenza. Ed è proprio in questo spirito che abbiamo voluto inaugurare il primo numero, il numero 0 della nostra rivista, al tema del viaggio. Proprio perché viaggiare con i sogni, con il pensiero, con l’analisi della realtà, che l’arte sa condurre in modo complesso e diretto, incisivo, con la sua facoltà e liceità di essere dissacrante, vera, reale, riusciamo a meglio comprendere il mondo, la geografia del mondo, la varietà della comunità, della collettività. "La geografia è più importante della storia perché la contiene", diceva Guillermo Cabrera Infante, e quanto mai è vero che l’arte può essere il mezzo e lo strumento che possa testimoniare tramite il viatico tra i mondi diversi la testimonianza della storia, dell’attualità, ma anche del passato e del futuro. Il viaggio non solo è necessità dell’essere umano, non solo è il desiderio incolmabile di capire e di scoprire, e l’arte riassume questo immane e insaziabile bisogno di conoscenza, ma anche è il viaggio che costruisce la persona, non la persona che fa il viaggio, come diceva John Steinbeck : ”Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.
Vogliamo iniziare questo viaggio lungo, magari senza fine, perché infinito è il messaggio che esprime l’arte? Io direi che è l’occasione buona per intraprendere un lungo itinerario che porterà a liberarsi e autodeterminarsi, che porterà a incontrare nuove facce, nuove figure, nuovi esperimenti artistici e culturali, nuove geografie, nuove figure, nuove proposte, nuove idee.
Dobbiamo stimolare ciò che non è stimolato dall’asfittica omologazione del sapere oggi esistente, che toglie ogni speranza, ogni fiducia in un riscatto liberatorio ed emancipatorio del cittadino.
Abbiamo lanciato una sfida con questa rivista: una nuova esperienza, forse esperimento necessario da condurre con costanza, nell’impervie difficoltà che il mondo affaristico delle grandi lobby editoriali ci presenta e gli ostacoli insormontabili che il mercato dell’arte, oggi imperante, ci pone dinnanzi.
Non vogliamo accedere a un’arte elitaria, ma a un’arte comprensibile perché nasce dal quotidiano, dal vissuto, dalla realtà oggettiva, dalla capacità del cittadino di analizzare ed esaminare le contraddizioni, senza nessuna pretesa, ma con spirito di militanza e di forte consapevolezza sociale. Il messaggio dell’arte deve condurre a generare circoli virtuosi che possano infondere negli animi quello spirito critico e autocritico forte da permettere di meglio conoscere la complessità del genere umano, della collettività, della comunità, della società. Partiamo con determinazione e con una maggiore incentivazione: fare de “Le Voci dell’Agorà” il luogo aperto che possa dare voce a coloro che voce non hanno, coloro che saranno ricercati tramite un viatico, un itinerario lungo che vuole partire dalla consapevolezza che fare arte oggi è un bisogno sociale e civile avvertito come imponente.
PER IL RIPRISTINO DELL'ORARIO SERALE DI APERTURA DELLE BIBLIOTECHE
MOZIONE
DELLE BIBLIOTECHE RIONALI DI ZONA 4
- la necessità sociale diffusa di studenti e di studentesse di usufruire anche in orario serale del servizio per attività di studio e di approfondimento formativo, nonché la dimensione di valenza civile che il servizio offre alla cittadinanza nel suo complesso,
- la ricaduta negativa che la chiusura in via Oglio ha sull’agibilità serale dell’intero edificio e quindi delle attività consiliari,
AL SINDACO E ALL’ASSESSORE COMUNALE COMPETENTE
Venerdi 13 ottobre ore 13,oo Presidio Scuola Araba di Via Ventura 4 Milano
PRESIDIO
DAVANTI ALLA SCUOLA ARABA
DI VIA VENTURA 4
MILANO
Per ribadire:
- il diritto costituzionale all’istruzione di tutti i bambini,
italiani e stranieri
- il diritto alla conservazione della lingua e della cultura
d’origine
- il diritto all’apertura di una scuola laica, privata,
autofinanziata, bilingue, con il doppio programma, in regola con le norme di
sicurezza e di igiene previste dalla legislazione italiana
- il diritto per le famiglie di scegliere il percorso didattico dei
propri figli, come previsto dalla legge e come consentito a numerose altre
scuole straniere in Italia
- il diritto al regolare proseguimento dell’attività didattica,
impartito da docenti italiani e arabi, tutti regolarmente abilitati
all’insegnamento
Per sostenere:
- le famiglie in questo momento difficile, causa di grandi ansie e
preoccupazioni per il futuro dei loro figli
- la direzione della scuola attaccata quotidianamente dagli
atteggiamenti razzisti degli esponenti di alcuni partiti politici a fini
propagandistici ed elettorali
- i bambini e i ragazzi involontariamente protagonisti di una vicenda
che infrange la loro vita privata, familiare, scolastica e che getta
discredito sulla loro scuola, sulla loro cultura e sulle loro origini
- i docenti della scuola che si trovano ad affrontare ogni giorno
gli attacchi dei media e l’intrusione di giornalisti e fotografi che violano
il sereno svolgimento delle attività didattiche
- i docenti, i genitori e i cittadini milanesi che lavorano ogni
giorno per favorire l’integrazione degli stranieri e creare occasioni di
scambio culturale sopperendo alle carenze istituzionali
Per sollecitare le istituzioni a prendere una posizione chiara, seria e
responsabile che tuteli il diritto all’istruzione per tutti nel rispetto
della legge e delle diversità linguistiche e culturali.
Aderiscono all'iniziativa:
- Retescuole
- Associazione Antirazzista 3 Febbraio
COREA N. Reagiremo alle sanzioni......
2006-10-11 08:01 Corea N.: reagiremo alle sanzioni Smentito il secondo test atomico, ma tensione alle stelle (ANSA) - SEUL, 11 OTT - La Corea del Nord ha dichiarato oggi che considererebbe la proclamazione di sanzioni nei suoi confronti come una dichiarazione di guerra. Intanto viene smentito il secondo test nucleare dopo l'allarme lanciato dal Giappone e poi rettificato.Anche la Corea del Sud smentisce un nuovo test atomico e l'intelligence Usa fa sapere che 'non ci sono altri preparativi di un nuovo esperimento'. Ma l'allarme resta e gli occhi del mondo restano puntati sul futuro nucleare della Corea del Nord.
Raccolta firme salvaguardia Parco delle Cave
Il Consiglio di Zona 7 nella serata del 9 ottobre ha votato la delibera di
indirizzo per concedere concessioni al parco delle cave non più unicamente ad
un unico Concessionario (era Italia Nostra e chi conosce il Parco sa cosa è
stato fatto in questi 10 anni) ma anche direttamente ad altre associazioni +
una azienda agricola, procedendo così ad uno spezzettamento che potrebbe
influire negativamente sul progetto globale di Parco.
Speriamo non sia l'inizio della fine.
Il Comitato di salvaguardia del Parco delle Cave a tal proposito ha organizzato una raccolta di firme.
In allegato trovate la lettera indirizzata al Sindaco e il modulo per la raccolta firme.
Ivano Grioni
Italia deposita alla camera risoluzione per Moratoria Onu
Sergio D'Elia, primo firmatario della mozione
10 ottobre 2006: è stata depositata alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati una risoluzione che chiede al Governo di dare “piena ed immediata attuazione” a quanto stabilito dalla Camera il 27 luglio scorso, presentando all’Assemblea Generale dell’ONU in corso, una proposta di risoluzione per la moratoria ONU delle esecuzioni capitali in vista dell’abolizione definitiva operando in modo tale da assicurare la co-sponsorizzazione ed il sostegno di Paesi rappresentativi di tutti i continenti.
La mozione a prima firma Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino e Deputato della Rosa nel Pugno, ha incontrato un sostegno trasversale grazie alle firme finora raccolte di 22 parlamentari tra cui, Ramon Mantovani (Rifondazione Comunista), Patrizia Paoletti (Forza Italia), Marina Sereni (l’Ulivo), Gianclaudio Bressa (l’Ulivo), Alessandro Forlani (UDC), Enzo Raisi (AN), Angelo Bonelli (Verdi), Mauro del Bue (Nuovo PSI), Iacopo Venier (Comunisti Italiani), Fulvia Bandoli (l’Ulivo), Giuseppe Reina (Movimento per le autonomie), Gino Capotosti (UDEUR), Giuseppe Astore (Italia dei Valori), Marco Boato (Verdi), Benedetto della Vedova (Forza Italia), Jole Santelli (Forza Italia), Pietro Folena (Indip. Rifondazione Comunista).
Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino e Deputato della Rosa nel Pugno ed Elisabetta Zamparutti, Tesoriere di NtC hanno dichiarato: “La moratoria ONU delle esecuzioni è l’unica iniziativa istituzionalmente incardinata e politicamente rilevante per l’abolizione della pena di morte e per la salvezza delle migliaia di condannati a morte che sono innanzitutto i detenuti nei bracci della morte cinesi, iraniani, sauditi, vietnamiti e di tutti gli altri regimi autoritari che muoiono ammazzati nel silenzio e nell’indifferenza generali.”
Dal testo della risoluzione si legge che la Farnesina ha disatteso il dispositivo parlamentare perché ha operato “in modo tale da assicurare alla risoluzione Onu la copromozione” della Unione europea in quanto tale e non solo “di Paesi Stati membri dell'Unione europea. Inoltre, dal 27 luglio ad oggi, non ha ancora operato nel senso di “assicurare alla risoluzione Onu... il sostegno di Paesi rappresentativi di tutti i continenti”. Il Governo italiano ha pure deciso di sostenere, pur non essendo in linea con il mandato parlamentare ricevuto, la proposta francese “di compromesso”che invece della risoluzione vuole la presentazione di una “dichiarazione di associazione” priva di qualsiasi valore formale e non sottoposta ad alcun voto.
Fiaccolata..Diritti Umani...14 ottobre ore 18,30
Amnesty International pubblica un rapporto sui deliberati attacchi di Hezbollah contro la popolazione civile israeliana
Amnesty International ha pubblicato oggi un rapporto in cui accusa Hezbollah di aver commesso gravi violazioni del diritto umanitario, equivalenti a crimini di guerra, nel corso del recente conflitto con Israele.
Il documento dell’organizzazione per i diritti umani, che segue un rapporto sugli attacchi di Israele contro le infrastrutture civili libanesi, rende evidente l’urgenza e la necessità di un’indagine completa e imparziale delle Nazioni Unite sulle violazioni commesse da entrambe le parti.
Durante un mese di conflitto, Hezbollah ha lanciato circa 4000 razzi sul nord di Israele, uccidendo 43 civili, ferendone altri 33 e costringendo centinaia di migliaia di persone a cercare riparo nei rifugi o a fuggire. Circa un quarto dei razzi sono stati lanciati direttamente contro aree urbane, compresi missili contenenti migliaia di biglie di metallo.
Nel corso dei colloqui coi ricercatori di Amnesty International, i dirigenti di Hezbollah hanno affermato che il lancio di razzi sul nord di Israele era una rappresaglia per gli attacchi contro i civili libanesi e aveva l’obiettivo di fermare questi ultimi.
“La dimensione degli attacchi contro le città e i villaggi israeliani, la natura indiscriminata delle armi utilizzate e le dichiarazioni della leadership di Hezbollah, che ha confermato l’intenzione di colpire i civili, rendono fin troppo evidente che Hezbollah ha violato le leggi di guerra” – ha affermato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. “Il fatto che Israele a sua volta abbia commesso gravi violazioni non giustifica in alcuna maniera quelle compiute da Hezbollah. Non devono essere i civili a pagare il prezzo della condotta di guerra illegale dell’avversario”.
Il rapporto di Amnesty International, intitolato “Sotto tiro: gli attacchi di Hezbollah contro il nord di Israele”, si basa sulle ricerche condotte dall’organizzazione per i diritti umani in Israele e in Libano, attraverso interviste con le vittime, l’esame di dichiarazioni ufficiali e una serie di colloqui con autorità israeliane e libanesi e con alti dirigenti di Hezbollah.
Le principali conclusioni di Amnesty International sono le seguenti:
- Hezbollah ha lanciato circa 900 razzi Katiuscia, la cui gittata è intrinsecamente inaccurata, contro aree urbane nel nord di Israele, in chiara violazione del principio di distinzione tra obiettivi civili e militari prevista dal diritto internazionale;
- Hezbollah ha usato razzi Katiuscia modificati per contenere biglie di metallo, con l’obiettivo di causare il maggior numero possibile di morti e feriti: uno di questi razzi ha ucciso otto operai delle ferrovie;
- le dichiarazioni di Hasan Nasrallah e di altri dirigenti di primo piano di Hezbollah, secondo cui gli attacchi diretti contro la popolazione civile israeliana erano una forma di rappresaglia, hanno violato il divieto di attacchi diretti contro i civili, così come quello di rappresaglia contro i civili;
- la fuga della popolazione civile israeliana e l’esistenza dei rifugi ha impedito che il numero delle vittime fosse più alto.
“Nel conflitto tra Hezbollah e Israele, la sofferenza dei civili di entrambe le parti è stata ripetutamente ignorata e i colpevoli sono riusciti finora a evadere ogni responsabilità. Occorre giustizia se si vuole prendere sul serio il rispetto delle regole di guerra: questo significa chiamare i responsabili di crimini di guerra a rispondere del proprio operato e garantire riparazione alle vittime” – ha dichiarato Irene Khan.
Amnesty International continua a chiedere alle Nazioni Unite l’immediata apertura di un’inchiesta completa, indipendente e imparziale sulle violazioni del diritto umanitario commesse da entrambe le parti in conflitto. L’inchiesta dovrebbe esaminare, in particolare, l’impatto del conflitto sulla popolazione civile e avere come obiettivo l’individuazione dei singoli responsabili di crimini di diritto internazionale e garantire piena riparazione alle vittime.
Ulteriori aspetti della guerra, come l’accusa a Hezbollah di aver usato i civili come copertura e quella a Israele di aver causato un elevato numero di vittime tra i civili, verranno esaminati in successivi rapporti di Amnesty International.
FINE DEL COMUNICATO
Il che........ significa che la Mafia non Esiste.....
Una recente sentenza ha confermato le condanne agli esecutori degli attentati a Falcone, Borsellino e alle loro scorte. Ha invece assolto i mandanti: in pratica ha negato che esista un collegamento tra gli esecutori e una cupola. Cioè non si può parlare di un’unica organizzazione criminosa (il che significa che la mafia non esiste, è solo un teorema ideologico). Come dire che quando si vede il fumo non se ne può dedurre che ci sia l’arrosto, anche se l’abbiamo mangiato. E’ un bel sollievo per tutti.
Consiglio di zona 7 in merito alla convenzione per ultimare il Parco delle Cave
Ricordo, che non troppo tempo fa queste associazioni, e ripeto, interne ed esterne al PDC, insieme alle istituzioni e a Italia nostra, hanno ripulito il parco, al tempo discarica a cielo aperto, di rifiuti di ogni specie, e animata da figuri che si aggiravano per il parco in cerca di eroina o di sesso a pagamento.
Tutto questo lo si è potuto fare grazie alla volontà delle istituzioni ed alla collaborazione instaurata da Italia Nostra con le associazioni.
Il lavoro svolto dalle associazioni e da privati cittadini è da tenere in alta considerazione, così com’è da tenere in considerazione il lavoro svolto da Italia Nostra sulla gestione partecipata del Parco delle cave.
Il frazionamento della convenzione, proposta in questa delibera, presentata dalla maggioranza di questo Consiglio di Zona 7, renderebbe più difficile la realizzazione del Parco delle Cave, tradendo, l’intendimento con cui la giunta comunale nel 1997 ha conferito a Italianostra, la progettualità, la realizzazione, la conduzione sino al completamento e alla riconsegna dello stesso al Comune di Milano.
La costituzione del parco già allora (1997) poteva essere appaltata direttamente al Comune di Milano, ma è stata volutamente affidata dall’allora giunta comunale governata dalla Lega, sindaco Formentini, ad Italianostra, ente estraneo alle logiche di partito, proprio per preservare il parco dall’appetito vorace di costruttori.
Con il voto espresso dall'attuale maggioranza di governo del Consiglio di Zona 7 in merito al non rinnovo della convenzione a Italia Nostra, ha manifestato implicitamente, una valutazione negativa sulla progettazione e conduzione del Parco delle Cave da parte di Italia Nostra, e inciderà profondamente sulla futura costituzione di questo parco di cui tutti noi ne andiamo fieri.
Il voto manifestato dalla maggioranza di governo della zona 7, costituisce una svolta per il costruendo Parco delle cave, che va nella direzione opposta di come nel 1997 gli amministratori precedenti lo avevano pensato.