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Lunedì, 13 Novembre, 2006 - 12:57

Dichiarazione finale Forum Umanista di Lisbona

4/5 NOVEMBRE 2006
La situazione dell'Europa di oggi è un disastro:
Privatizza la salute e l'educazione, trasformando i diritti di tutti in buoni affari per pochi
Ha convertito l'immigrazione in una nuova forma di  schiavitù, installando l'esclusione e la discriminazione nel seno della società
Si è fatta complice della folle corsa agli armamenti e della criminale invasione di territori, ammettendo al proprio interno il potere distruttivo nucleare che pone il mondo sull'orlo della catastrofe
Col pretesto di proteggere dal terrorismo, installa meccanismi di controllo progressivo che, nel nome della sicurezza, uccidono la libertà della gente
Infine, ha svuotato di contenuto la democrazia sottomettendo la gente alla manipolazione da parte di poteri economici crescenti e dei mezzi di comunicazione al loro servizio.
Da tempo abbiamo detto che se c'è un solo modello e questo modello non funziona, c'è bisogno di un'uscita di emergenza e abbiamo costruito la via umanista come uscita. Oggi è evidente per tutti che questo sistema neoliberista è fallito. È arrivato il momento di dargli il colpo di grazia e di usare l'uscita di emergenza.
I primi passi devono essere:
Smantellare gli arsenali nucleari, come si propone nella campagna per il disarmo nucleare mondiale lanciata da Silo. Questa è la massima urgenza del momento attuale.
Ritirare immediatamente tutte le truppe europee che stanno invadendo o partecipando all'invasione di territori stranieri
Uscita dei paesi europei dalla NATO e chiusura delle sue basi in territorio europeo
garantire salute ed educazione gratuite e di qualità per tutte le persone che vivono in Europa
Cancellare le leggi sull'immigrazione e chiudere tutti i centri di detenzione. Dare priorità a una cooperazione internazionale reale, non soggetta alle leggi del mercato
Cancellare le leggi antiterrorismo
Garantire l'esercizio della democrazia reale attraverso leggi di responsabilità politica, la decentralizzazione del potere e il rispetto delle minoranze.
L'Europa raccoglie in sé la maggior concentrazione di diversità del pianeta. Tutte le culture del mondo convivono già sul nostro suolo. Tra di noi si esprimono anche tutti i conflitti di questo mondo. È il nostro maggiore problema, la nostra sfida più grande e, allo stesso tempo, è anche la nostra più grande possibilità di risoluzione e di contributo alla Nazione Umana Universale.
Ogni passo di avvicinamento, ogni momento di comprensione, ogni ponte gettato tra culture, generazioni e credenze è parte di questa nuova costruzione, che non solo è necessaria per l'Europa, ma che sarà anche un contributo ispiratore per altri luoghi e altri popoli che hanno necessità di avanzare verso la pace.
L'Europa ha bisogno di superare le leggi di mercato per liberare la sua enorme portata di conoscenza, di tecnologia e di risorse e metterla al servizio di tutti gli esseri umani e dei popoli della nostra Terra.
Esiste un movimento sociale nascente, che sta cominciando a prendere coscienza di se stesso. Questo movimento rifiuta la violenza, spinto da un forte impulso morale. Questo impulso morale ha le sue radici in profondi spazi comuni, propizi all'incontro spirituale tra i popoli.
Coloro che governano il nostro continente non possono immaginare un futuro diverso da quello che consente loro la legge di mercato, alla quale restano incatenati. Essi ormai non rappresentano più i popoli d'Europa.
I popoli d'Europa si incontreranno e si esprimeranno in molteplici forum, con la loro crescente diversità, con i loro fronti d'azione, con le loro campagne e le loro attività che non solo denunciano l'immoralità del modello attuale, ma che, anche, propongono questa Europa aperta al futuro, diversa, accogliente, nonviolenta, solidale e ispiratrice.
Noi, partecipanti al Forum Umanista Europeo, prendiamo l'impegno di dare spinta al cambiamento invitando con ogni mezzo alla partecipazione e alla costruzione di questa nuova Europa.
--------------------------------------------------------------------------------
Primo Forum Umanista Europeo - Lisbona 3-4-5 Novembre 2006
Aula Magna dell'Università di Lisbona – Città Universitaria - Portogallo

Lunedì, 13 Novembre, 2006 - 12:08

La passeggiata dell'assessora Colli

Vengo ad apprendere che l'assessora Ombretta Colli incotnrerà lunedì 13 novembre, alle ore 18 la cittadinanza della Zona 4 residente in piazzale Corvetto, piazzale Gabrio Rosa e via Monte Velino per discutere dei problemi legati alla sicurezza e al degrado della zona.

La notizia è, come sempre, stata riferita senza nessun tipo di programmazione e, neppure, senza un giusto preavviso propedeutico a garantire da parte del Consiglio, stanza che dovrebbe essere rappresentanza politica della società circoscrizionale, l'emissione di pareri e di istanze, di proposte finalizzate a dare rilevanza a un percorso comune e partecipato di intervento sociale e politico negli ambiti delineati. Non c'è stata questa possibilità. Ne prendo atto, e la inserisco in un comportamento espresso dalla Giunta di oltrepassare le competenze consiliari, dando risposte, spesso di immagine e di superificie, non adeguate e autoreferenziali, ottriate, possiamo dire così, prendendo un termine giuridico medioevale che ricorda molto le costituzioni concesse per gentilezza dal monarca assoluto, e imposte, calate dall'alto. Tutti noi sappiamo quanto i contratti di quartiere siano stati insufficienti nei loro effetti e, soprattutto, sappiamo bene, ho avuto modo di esplicarlo nel presente blog, da me diretto, come gli interventi siano stati indirizzati in modo non adeguato, non concependo un percorso di partecipazione da parte della cittadinanza, dei numerosi comitati di quartiere costituitisi per la tutela dei diritti dell'inquilinato. Abbiamo situazioni di forte degrado sociale, di abbandono, di forte emarginazione, di mancanza di assicurazione sociale e civile, tale da determinare una seria difficoltà per la coesione e la convivenza civile. I portierati non esistono, spesso ci sono famiglie che prima effettuavano questo servizio nei diversi edifici e che, dopo la scadenza del proprio impiego, sono rimaste dentro le abitazioni che fungono da portineria. Abbiamo situazioni ingovernabili nel campo del servizio di smaltimento dei rifiuti, dove ancora esistono le canaline della spazzatura in diversi fabbricati di epoca remota, e che apportano differenti problemi nell'ambito della tutela dell'igiene e della sanità. Abbiamo diverse strutture fatiscenti che non vengono considerate, mentre altre vengono ristrutturate pur non necessitando di alcun intervento. La zona, il Consiglio di Zona, perlomeno, deve essere ascoltato, con un iter tale da trovare coinvolte le realtà che vivono la zona nel proprio tessuto sociale e culturale. Tutto questo non è stato fatto: il bilancio complessivo sul tema della riqualificazione sociale e civile dei quartieri in questione è negativo, fortemente negativo. Questo conferma quanto detto: ossia una visita di propaganda a parere del sottoscritto, di immagine, che vuole proporre un'assessora attenta alle questioni sociali, ma , in definitiva, non considerante una procedura democratica che dia a questi quartieri un volto nuovo, un cambiamento reale, possibile, fattibile, necessario, rivolto a dare concretizzazione a un rilancio completo e compleso risolutore delle difficoltà e delle problematiche che affliggono e angariano i quartieri. Il modello Lione si propagandava ai tempi delle amministrative come riferimento di intervento per il rilancio di questi quartieri abbandonati e allo stadio avanzato di degrado: ancora non si vedono segnali positivi e, infine, non sono conepibili come sufficienti e soddisfacenti queste misure di pura facciata. La propaganda è terminata da tempo. Occorre lavorare e proporre il cambiamento, dare risposte alle innumerevoli istanze. L'immobilismo persevera in una condizione di forte mancanza della possibilità per le realtà decentrate di intervenire e di incidere poltiicamente nelle scelte.

Domenica, 12 Novembre, 2006 - 12:03

L'Europa regionale Umanista

L’Europa ha una lunga storia di guerre e di divisioni e interne, di imperialismo e di sottomissione a tanti invasori, di alleanze e di nazionalismi che hanno visto spesso gli stessi attori a volte fratelli a volte nemici, ma anche momenti  di ispirazione, di convergenza culturale, insomma momenti umanisti.
Il risultato è una popolazione estremamente variegata, diversità di lingue, di abitudini, di tradizioni artistiche e culturali, di valori.
 
Ma se parliamo oggi di una regione europea non è certo per sbandierare una identità culturale che si contrapponga ad altre culture.
Le nostre aspirazioni sono di segno opposto alla regionalizzazione che si sta dando nel mondo, come risposta alla globalizzazione, e che porta il segno dell’integrazione economica: crescere economicamente per diventare una potenza e avere maggior controllo ed egemonia politica e militare, contrapponendosi alle altre regioni.
 
Nella dichiarazione conclusiva del forum di Praga si diceva:
 
La nostra aspirazione è che i  popoli d'Europa cambino il loro sguardo, vedendosi non come competitori o nemici ma come parte della stessa storia e dello stesso futuro
 
La nostra aspirazione è che i popoli d'Europa riconoscano in se stessi il contributo di altre culture
 
La nostra aspirazione è che i popoli d'Europa dedichino i loro migliori sforzi a favore degli altri popoli
 
La nostra aspirazione è che i popoli d'Europa abbraccino coloro che arrivano da altri luoghi, riconoscendo il loro valore e comprendendo la diversità come una necessità dell'evoluzione verso la nazione umana universale
 
La nostra aspirazione è che ognuno di noi possa scoprire questa nazione umana universale che già si annida nella parte più profonda di ognuno
 
La nostra aspirazione è che ognuno di noi possa trasformare questo sentimento in atto coerente risvegliando questa nuova realtà in ogni essere umano.
 
 
E’ evidente che l’Europa che abbiamo in testa non è quella del Trattato di Mastricht, sotto il segno della liberalizzazione e della privatizzazione dei servizi sociali, non è quella del trattato di Scenghen, sotto il segno del razzismo e della discriminazione nei confronti degli immigrati, non è quella del Trattato di Nizza, sotto il segno di un nuovo armamentismo che vede impegnate quote crescenti delle risorse finanziarie degli Stati membri, mentre continuano a tagliarsi i fondi destinati ad assicurare i minimi diritti umani.
 
Non sono sufficienti a questa idea di Europa i confini dell’Unione europea, anche se in continua espansione. 
 
Dove metteremmo i confini?
 
Perché gli abitanti della Sicilia dovrebbero sentirsi separati da quelli del nord dell’Africa?
 
Forse pensiamo come Bush che basti un muro per bloccare le intenzioni che da sempre hanno spinto gli esseri umani a muoversi, a conoscere, a cambiare la loro vita?
 
Forse pensiamo che poiché le guerre attuali si svolgono fuori (appena fuori) dei confini europei il pericolo nucleare non ci riguardi?
 
La guerra nucleare è oggi, ancor più della catstrofe ecologica, il maggior pericolo che incombe sul mondo intero. Israele possiede oggi l’arma suprema e non ha aderito al patto di non proliferazione nucleare, come il Pakistan e l’India. Non lontano dalla zona tre potenze atomiche sono impegnate militarmente, Stati Uniti e Regno unito in Iraq e Afganistan e la Russia in Cecenia. In Afganistan combatte anche la più importante alleanza militare, l’Organizzazione del trattato nord atlantico (NATO), di cui fa parte la Francia, che a sua volta è una potenza atomica.
 
Nella zona compresa tra i confini occidentali dell’India fino al canale di Suez si concentra l’arsenale più devastante di tutti i tempi. Una semplice scintilla può provocare la deflagrazione.... che non riguarderà solo quella zona.
 
Le sfide sono oggi mondiali e mondiale e univoca deve essere la risposta.
 
Lo scontro di interessi economici rischia di trasformarsi in scontro di culture
 
Il Forum regionale europeo è l’occasione per  fare un passo importante nel processo di integrazione nel quale le diversità culturali, che con l’inarrestabile fenomeno migratorio includono quelle provenienti da altri continenti, diano ciascuna il miglior contributo verso ciò che accomuna, tralsciando ciò che divide.
 
Un percorso che a partire da questo piccolo e antico continente inneschi un processo che deflagri, questo sì, a livello mondiale, per accelerare la formazione dell’unica nazione cui aspiriamo, la nazione umana universale.

Loredana C.

Domenica, 12 Novembre, 2006 - 12:00

Facce da C...o. reset!

10 Novembre 2006

faccia_da_culo.jpg

RESET! I deputati hanno diritto alla pensione dopo 30 mesi di legislatura. Siamo perciò tranquilli che il Parlamento terrà fino alla fine del 2008. Ci sono più di 400 parlamentari al primo mandato. E puntano tutti alla pensione dei 30 mesi. I dipendenti plurimi invece la pensione ce l’hanno già in tasca. Tra un paio d’anni Napolitano potrà sciogliere quello che gli pare, con o senza conati anti secessionisti, faccia un po’ lui. Gli italiani, quando sopravvivono, vanno in pensione dopo 35 anni. Tra noi e i nostri dipendenti c’è quindi una evidente disparità di trattamento.
Qui, caro Dipendente del consiglio Prodi, ci arriva una tassa al minuto, ma i senatori e i deputati non pagano mai dazio. Perchè dovremmo pagare noi anche per loro? O le pensioni maturano per ogni italiano dopo 30 mesi, o i parlamentari si adeguano a tutti gli altri.
So che i nostri dipendenti non accoglieranno questo appello. Anche in questo caso avvierò un’iniziativa di legge popolare. Lo farò insieme alla legge che riduce a due le legislature per ogni dipendente (con effetto retroattivo). RESET!
La pensione dei parlamentari è una vergogna minima, di quelle che si dicono sottovoce. Cercando di non farsi notare. E di portare a casa il bottino. I privilegi per loro, i sacrifici per gli italiani. Ma questi dipendenti sono in realtà comparse televisive. Vedersi gli piace. Sono sempre lì a guardarsi parlare. Il pubblico in sala, i meet up presenti, gli facciano allora questa domanda: “Non provate vergogna a maturare la pensione dopo appena 30 mesi?”. Riprendete domanda e risposta (o fuga) e inviate al blog. I video saranno tutti pubblicati in una nuova area ad hoc: “Facce da c..o”. RESET!

Venerdì, 10 Novembre, 2006 - 13:31

Cpt Milano....risposta Prefettura negativa alle richieste

Cari/e tutti/e
come ricorderete, il 7 luglio scorso diverse associazioni, sindacati e forze politiche chiesero formalmente alla Prefettura di pubblicare tutti i dati relativi al Cpt di via Corelli, nonché di aprire gli accessi al centro all'associazionismo .
Soltanto il 12 ottobre scorso, però, il Prefetto accettò di incontrare una delegazione dei firmatari, comunicandoci in quella sede che tutto dipendeva dal Ministero e non da lui e che il Ministero non aveva dato riscontri. Il Prefetto si impegnò comunque a risollecitare il Ministero per una risposta.
La medesima richiesta di trasparenza è stata, peraltro, segnalata da parte nostra anche alla commissione ministeriale sui Cpt, presente a Milano il 19 ottobre scorso. Il presidente della commissione, l'ambasciatore De Mistura, ha poi dichiarato che le nostre richieste di trasparenza erano condivisibili.
Infine, il 28 ottobre c'è stata la mobilitazione nei pressi del Cpt di via Corelli, per chiederne la chiusura e comunque la fine dell'omertà istituzionale.
Ebbene, ora finalmente è arrivato un riscontro dal Ministero degli Interni, come ci comunica con nota formale la Prefettura di Milano. In allegato trovate il file con la nota. Come vedete, la risposta è un "no" secco su tutta la linea, sia per quanto riguarda la trasparenza che per la possibilità di accesso per associazioni e altri soggetti (stampa ecc.), anche se il tutto è scritto in un linguaggio un po' avventato.
un abbraccio
Luciano Muhlbauer
Venerdì, 10 Novembre, 2006 - 13:24

BASTA CON I RAID ISRAELIANI....PRESIDIO ORE 17

BASTA CON I RAID ISRAELIANI
CONTRO LA STRISCIA DI GAZA
INTERVENTO DELL’ONU SUBITO

Presidio davanti all’Ufficio commerciale israeliano
Corso Europa 12
Venerdì 10 novembre ore 17

Il massacro di civili di Beit Hanoun (quasi tutti donne e bambini)
rischia
di innescare l’ennesima, incontrollabile spirale di violenza tra un
esercito
brutale e indifferente ai “danni collaterali” della lotta al terrorismo
e
chi, tra i palestinesi, sa rispondere solo invocando attentati suicidi
e
altri morti.
Le condanne di rito non bastano: le Nazioni Unite devono intervenire
per
fermare i raid israeliani e riprendere un ruolo attivo e non succube di
Israele come quello a cui si sono lasciate ridurre in Libano.

Chiediamo:
L’intervento dell’ONU a Gaza e in Cisgiordania
La cessazione immediata dei raid israeliani sulla striscia di Gaza
Siamo convinti che fino a quando non si arriverà alla creazione di uno
Stato
Palestinese a pieno titolo, il Medio Oriente resterà in una perenne
situazione di instabilità, violenza e conflitto.
Chiediamo quindi il ritiro di Israele da tutti i territori occupati, la
distruzione del muro e lo smantellamento del suo arsenale atomico, nel
quadro di una politica di disarmo che tutte le potenze nucleari
dovrebbero
avviare con urgenza.

Partito Umanista

Giovedì, 9 Novembre, 2006 - 16:27

giardini di Via Gonzales: occorre intervenire in modo puntuale e urgente

Care e cari,
vi informo che nella seduta di stasera del Consiglio di Zona 4 di Milano prsenterò la seguente interrogazione che vuole sollevare urgentemente la questione alla commissione territorio e urbanistica riguardante e concernente il degrado sociale e ambientale in cui versa il giardino di Via Gonzales e di Via Nervesa, in un'ottica di proposte complessive di interventi e di misure di intervento, nel quadro generale dell'assetto sociale e urbanistico della zona stessa. Diverse sono state le sollecitazioni che mi sono giunte da diverse parti e diverse sono le esigenze riscontrate di dare corso a una politica di riqualificazione del luogo medesimo, incentivando forme di rimozione più continuativa di rifiuti presenti, una manutenzione del verde presente da coordinarsi con il responsabile del settore Parchi e giardini, ancora competente in materia, e, infine, misure di sicurezza per i passanti e l'utenza del giardino stesso, apponendo dissuasori di velocità in Via Nervesa, oggi percorsa da automobili molto spesso a velocità piuttosto elevata. Il tutto si deve tradurre nell'indizione di una riunione di commissione che affronti anche con i referenti comunali responsabili dei servizi la questione di degrado del giardino

Buona lettura e attendo vostri commenti
Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Alla cortese attenzione del
Presidente del Consiglio di Zona 4
Paolo Zanichelli

del Presidente della Commissione Territorio e urbanistica
Giorgio Tomellini

Interrogazione: situazione dei giardini presenti in Via Nervesa angolo Via Gonzales, con relativa richiesta di monitoraggio e di proposte di intervento migliorative dei giardini e delle zone adiacenti

1. Considerate le diverse doglianze formulate da parte della cittadinanza utente del giardino ubicato in Via Nervesa angolo Via Gonzales, in particolare le denunce della situazione di degrado urbano e di mancanza di manutenzione dell’arredo urbano e ambientale;

2. Considerata la mancanza di strutture che possano garantire una periodica e continuativa manutenzione del verde; considerata l’assenza di un servizio efficiente che rimuova l’alta presenza di rifiuti di vario genere, soprattutto bottiglie e lattine.

Si richiede al presidente della commissione territorio e urbanistica

1. di provvedere a indire una riunione di Commissione che affronti nel proprio ordine del giorno come punto principale l’analisi della situazione di forte degrado presente nel giardino di Via Nervesa angolo Via Gonzales, considerando varie ipotesi di provvedimenti risolutivi e migliorativi di questa situazione insostenibile per la cittadinanza, dopo aver verificato lo stato attuale con la partecipazione dell’utenza, provvedendo a segnalare misure di intervento urgente, con forme di raccordo con dirigenti dell’AMSA, preposti per la rimozione dei rifiuti, e con esponenti del settore comunale Parchi e giardini, responsabile della manutenzione del verde e dell’arredo urbano. In particolare sarebbe da considerare un aumento della presenza di campane per la raccolta del vetro, la presenza di regolamenti esposti al pubblico per l’utilizzo del giardino in questione, una maggiore presenza della vigilanza atta a monitorare con permanenza l’area onde evitare il verificarsi di atti di vandalismo, la possibilità di collocare centraline dell’acqua che possano irrogare il terreno erboso presente e oggi non adeguatamente mantenuto;

2. la necessità per la tutela dei passanti che si arrecano, soprattutto bambine e bambini, ai giardini, di appostare dissuasori della velocità nel tratto riguardante Via Nervesa,
prendo, infine, l’occasione per segnalare nelle vicinanze del parco e dei giardini in questione lo sfondamento in alcune parti della recinzione della ferrovia, lungo il percorso di Via Longanesi, la cui presenza determina un pericolo per la sicurezza personale dei passanti: sarebbe opportuno provvedere di concerto con le Ferrovie dello Stato a risolvere la questione, intervenendo e apponendo le parti mancanti della recinzione medesima.

Alessandro Rizzo - Capogruppo Lista Uniti con Diario Fo per Milano

Giovedì, 9 Novembre, 2006 - 14:34

PER UN MONDO SENZA GUERRA

DICHIARAZIONE DEGLI UMANISTI EUROPEI


                     Oggi stesso! Per il domani di una nuova umanità!      
 
L’Europa, la civile Europa, la cristiana Europa è stata lo scenario di due guerre mondiale, di infinite guerre di confine, di occupazione di territori lontani, di deportazioni, sfruttamento e barbarie storiche come il nazismo e il fascismo.
Dopo secoli di violenza è difficile immaginare la pace e un mondo di fraterna amicizia nella diversità.
All’inizio del terzo millennio dobbiamo ammettere che senza un cambiamento di direzione negli sguardi, nelle teste, nei cuori e nelle azioni dei popoli e di chi li governa il futuro sarà pieno di scontri, minacce e conflitti.
 
Oggi il pericolo nucleare pone l’umanità sull’orlo dell’abisso.
 
Un mondo senza guerre è fino ad oggi un mondo sconosciuto sul Pianeta Terra.
 
Tuttavia, perché non lavorare in questa direzione, cercando di cambiare la direzione della storia, costruendo un vero futuro di pace e nonviolenza? 
 
Questa dichiarazione di pace è la nostra sfida a tutti gli esseri umani.
 
Questa dichiarazione di nonviolenza è la nostra responsabilità come umanisti.
 
Assumiamo questa responsabilità liberamente e la portiamo avanti con tutti coloro che rifiutano ogni forma di violenza e puntano sulla convivenza, lo sviluppo condiviso, la democrazia reale, la tecnologia al servizio della scienza e la scienza al servizio dell'essere umano.
 
Eliminare le guerre significa uscire definitivamente dalla preistoria umana e fare un passo da gigante nel cammino  evolutivo della nostra specie
 
Un "mondo senza guerre" è una proposta che guarda al futuro ed aspira a diventare concreta in ogni angolo del pianeta, affinché il dialogo sostituisca la violenza.
 
In questa aspirazione ci accompagna la forza della voce di migliaia di generazioni che hanno subito le conseguenze della violenza, il cui rimbombo continua a farsi sentire oggi.
 
È arrivato il momento di far sentire la voce dei senza-voce, dei milioni di esseri umani che chiedono con forza che finiscano le guerre!
 
Invitiamo sia singoli individui che rappresentanti e membri di organizzazioni, collettivi, gruppi, partiti politici, imprese ad aderire a questa dichiarazione e a lavorare ognuno nel suo campo,  a partecipare a coordinamenti, fronti e forum, al fine di generare un grande  movimento che ponga fine alle guerre e ad ogni tipo di violenza.  
 La guerra non porterà mai alla pace.
 
La pace esisterà solo con una vera giustizia sociale.
 
 
 FORUM  UMANISTA  EUROPEO LISBONA  2006

Mercoledì, 8 Novembre, 2006 - 10:50

Sentite cosa è successo nel Cons. Zona 7 del 6/11

Sentite cosa è successo  in Consiglio di Zona 7...............

Consiglio del 6 Novembre, in un clima dove il lamento per la mancanza dei soldi è imperante (spese deliberate da questa stessa maggioranza tutte entro Giugno, prima delle elezioni); ci viene sottoposta una delibera a firma del Presidente che prevede un finanziamento da parte del CDZ7 per la pubblicizzazione del “Banco alimentare” locandine, pettorine, manifesti etc etc.
A richiesta ci viene risposto che la quota destinata a tal fine è di 5000 Euro; la stessa cifra probabilmente è stata chiesta anche a tutte le altre zone (9),  probabilmente un’altra quota (come per gli scorsi anni) verrà stanziata anche dal Comune, che tale attività è promossa da una grossa Banca e organizzata dalla Compagnia delle Opere.
A questo punto tutti (maggioranza e opposizione) a dire che questa è un’iniziativa importante e meritoria; qualcuno dell’opposizione però faceva notare che 5000 euro erano tanti nella situazione contingente e visti anche gli altri sponsor forse sarebbe stato meglio fare qualcosa per la zona, magari si sarebbe potuto dare il patrocinio.
Peccato il patrocinio non era richiesto, i soldi si.
A questo punto dai banchi della maggioranza sono partite letture di cifre di materiale alimentare raccolto negli anni, l’importanza della carità e della solidarietà.
Al termine di questi interventi il Capogruppo dell’Ulivo propone un emendamento dove si proponeva che i 5000 Euro restassero a disposizione dei cittadini della zona e che fossero i Consiglieri a versare il gettone di presenza del Consiglio in corso e la quota parte dell’indennità del Presidente a favore di questa pubblicizzazione.
Io stesso in un intervento giudicavo positivamente l’iniziativa “banco alimentare”, aggiungevo anche che probabilmente erano le persone più povere a contribuire in maggior misura aiuti, ma visto che, come si sente dire spesso nelle Commissioni “non c’e una lira” ero d’accordo con l’emendamento sopra citato.
Secondo voi come è andata a finire?
L’emendamento è stato respinto con 19 voti contrari 10 favorevoli  e 6 astenuti, indovinate chi ha votato contro.........................................
Poi ovviamente la delibera, così come presentata all’inizio, è passata con parere favorevole.
La morale trovatela voi, certo è più facile fare la solidarietà con i soldi di tutti (e quindi di nessuno).
P.s. Per completezza d’informazione era stato proposto anche un emendamento che prevedeva solo la concessione del patrocinio senza finanziamento, anche questo è stato respinto.
Ivano Grioni
Cons. Zona 7 Gruppo Consiliare L’Ulivo

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