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									FROM blog_blocks
									WHERE uid = 315milano AND type = 'links'
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												FROM 	users u LEFT JOIN candidati_pagine cp ON u.uid = cp.uid 
												WHERE	u.uid = 315milano in /mnt/data/sites/partecipami/includes/database.mysql.inc on line 66.
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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 21:43

Umanisti per l'ambiente non privatizzare l'acqua

        DEBUTTA IN PIAZZA LA RACCOLTA
           FIRME IN DIFESA DELL’ACQUA
 

Il 13 gennaio 2007 è iniziata nelle piazze delle città italiane la raccolta firme sulla legge d’iniziativa popolare con la quale si vuole riportare l’acqua sotto il controllo pubblico, sia per quanto riguarda la proprietà che la gestione ed erogazione dei servizi idrici.
 
Ma non saranno banchetti del solo movimento dell’acqua. Più di 100 associazioni e comitati hanno promosso e aderito alla campagna, tra cui il Partito Umanista e gli Umanisti per l'Ambiente, i Cobas, l'ARCI, la CGIL, l'intero movimento di Porto Alegre, i partiti della sinistra radicale, ma anche vescovi e parroci,  personalità della cultura e dello spettacolo che hanno inviato i messaggi di sostegno.
 
L'obiettivo è di raccogliere mezzo milione di firme in 6 mesi, anche se ne basteranno 50.000 per portare l'iniziativa popolare in Parlamento. La proposta di legge vuole innanzitutto inserire nella legislazione italiana il principio che l'acqua dev'essere un bene comune, un bene pubblico, non una merce che si può privatizzare e vendere, sulla quale si può speculare e fare profitti.
 
In passato l'acqua è stata gestita dai Comuni stessi o da aziende municipalizzate, ma da alcuni anni è partita un'offensiva da parte di aziende e multinazionali per accaparrarsi i diritti su di essa. C'è chi la vede come il "petrolio blu" del futuro, da sottomettere ai meccanismi del libero mercato e da quotare in borsa. Da proprietà e diritto di tutti l’acqua diventerebbe così una merce alla quale si accede solo pagandola salata. Nell'ambito politico tutti d'accordo a privatizzare, dal centrodestra al centrosinistra, dalla sindaca di Milano Moratti fino al presidente Prodi (il quale aveva promesso l'esatto contrario in campagna elettorale). Tutti a collaborare volenterosi alla svendita del patrimonio pubblico, come è accaduto in provincia di Pavia, dove la legge della Regione Lombardia che obbliga a privatizzare i servizi idrici è stata recepita all'unanimità.
 
L'argomentazione che, essendo un bene scarso, l'acqua verrebbe gestita meglio da privati per evitare sprechi, è falsa. Gli acquedotti sono oggi in buone condizioni, l'acqua di ottima qualità, l'accesso garantito a tutti, il costo basso. L'obiettivo principale delle società private è il profitto (a spese dei cittadini) e non la qualità del servizio.
 
La questione è gravissima e non riguarda solo l'Italia. Al summit di Nairobi e alla FAO parlano di siccità, desertificazione e carenza idrica in Europa, negli USA e in Cina, di 200 milioni di profughi idrici, di 800 milioni di contadini poveri cacciati dalle loro terre entro il 2050 e di modelli agricoli ormai in crisi per l'eccessiva dipendenza dall'acqua. In un rapporto sullo sviluppo umano dell’ONU dal titolo significativo "Povertà e Crisi Mondiale dell’Acqua" si legge che 4900 bambini al giorno muoiono di diarrea per mancanza di acqua potabile e servizi sanitari.
 
Per quanto riguarda la situazione italiana, è urgente porre uno stop alla privatizzazione ora che è ancora possibile. Una volta  privatizzata l’acqua,  sarà difficile tornare indietro. I cittadini, i politici e le istituzioni non si stanno rendendo conto di quello che è in gioco. Questa ignoranza è dovuta in parte al silenzio imposto dai mass-media, che hanno la consegna di tacere sulla questione.
 
Scendendo in piazza, pacificamente, a raccogliere le firme dobbiamo quindi anche informare, informare, informare, affinché si crei un'ampia protesta in tutto il paese che riesca ad ostacolare e bloccare l'avanzata dei privati.
 
L'acqua deve restare un bene pubblico. Non può diventare una merce.
 
RQN - Radio Quintessenza Network
La radio dei talenti EMERGENTI
www.quintessenzanet .org/radio

Sono iniziati i banchetti di raccolta firme a
> sostegno della legge di iniziativa popolare per non
> privatizzare l'acqua italiana. Inoltre si stanno
> raccogliendo anche delle firme per una petizione per
> impedire che la Moratti privatizzi l'acquedotto di
> Milano.
> A chi fosse interessato a questa petizione posso
> fornire i moduli.
> Per i banchetti sulla legge di iniziativa popolare
> io e Thomas vi comunicheremo il calendario.
> in questo link maggiori info:
> http://www.acquaben ecomune.org/
> Ciao
> Roberto Benatti
> Umanisti per l'ambiente

Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 15:52

Biglietti gratuiti Teatro alla Scala per anziani

Volevo portare a conoscenza dell'ennesima squallida vicenda avvenuta in CDZ7.
Nel consiglio di Lunedì 15 us, molti consiglieri di maggioranza e di
opposizione si sono lamentati della questione di cui all'oggetto, in
particolare siamo venuti a sapere che:
- l'iniziativa per nulla preannunciata alla Zona, veniva pubblicizzata sui
quotidiani più importanti, sulla free press e alla tv; ha creato caos e
imbarazzo e difficoltà organizzative alle componenti amministrative della Zona
stessa
- ai cittadini (ultrasessantacinquenni) che si presentavanoin Zona, veniva
richiesto il libretto di pensione; fatti tornare successivamente un documento
d'identità (con fotocopia che hanno dovuto fare recandosi in giro per Baggio)
- a fronte dell'ingente richiesta e al poco tempo organizzativo a disposizione
il Direttore di Settore ha assegnato i biglietti ad estrazione
- siamo altresì venuti a Conoscenza che a fronte di 60 biglietti a
disposizione degli anziani della Zona 7, altri 15 sono stati riservati ai
Consiglieri (il Presidente ha comunicato che altre Zone ne hanno tenuti 20/25)
- alla conferenza dei Capigruppo, confermandolo in Consiglio, il Presidente
proponeva di riservarne 9 alla maggioranza e 6 all'opposizione.

Il Gruppo Consiliare dell'Ulivo non ha accettato la proposta indecente e ha
rifiutato la cosa.

Prendiamo atto che dopo il voto che propone di riservare parte dei parcheggi
ai consiglieri nel parcheggio di Via Anselmo da Baggio, la vicenda della
distribuzione natalizia dei 64 mila euro assistiamo ora a questa squallida
vicenda della riffa con biglietti riservati ai Consiglieri.
E non è finita, qualcosa di nuovo si prospetta all'orizzonte.............

Saluti
Ivano Grioni
Cons. Zona 7
Gruppo Consiliare "L'Ulivo"

Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 11:54

stato avanza.progetto Parco teramo-mozione


Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 11:53

Stato avanz progetto Merula-Chiodi, mozione


Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 11:52

area ex Link-Belt,via Val Bavona-interrogaz


Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 11:52

stato di degrado negozi via De Pretis 31-interroga


Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 11:51

via Bardolino, presenza di buche-interrogazione


Mercoledì, 17 Gennaio, 2007 - 11:47

lavori di sbancamento in via Bardolino31 -interrog


Martedì, 16 Gennaio, 2007 - 23:28

Una ciclofficina per una cultura a due ruote

http://ciclofficina.homelinux.org/

La Ciclofficina Popolare è nata da un'idea di partecipanti allaCritical Mass per moltiplicare uso, coscenza, visibilità, consapevolezza di utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto personale urbano e non solo, ma anche per condividere mezzi e conoscenze sulla manutenzione, riparazione, assemblaggio della bicicletta, per rianimare vecchie bici abbandonate in cantina, per riparare camere d'aria, per avere bici di cortesia da prestare, per raccogliere pezzi di ricambio ma anche per assemblarli o barattarli.

Per chi ama sporcarsi di grasso, per chi vuole la bici sempre in perfette condizioni, per chi non ha soldi per andare dal ciclista, per chi vuole imparar-facendo, per realizzare velocipedi di fantasia, cerchioni da sogno, bici che salgano sui muri, che volino, che nuotino, by-chopper, tandem a 2+, bici a due piani, sistemi sonori ciclotrasportati, rimorchi, spintonatori, sistemi di arte visiva da strada, cyclo-pennello, cyclo-bar, cyclo-orto, cyclo-banner, tricicli, generatori a pedali...

...per incontrare "troglo-cicliste/i" con cui immaginare, ideare e condividere esperienze di esplorazione del territorio extraurbano; per esplorare tracciati, percorsi e stazionamenti nell'agro romano ed oltreeeee...

...per produrre idee, testi, disegni, cyclostilati, volantini, locandine, striscioni, spot, ecc... per raccogliere libri, videocassette, Cd-Rom ecc..., per realizzare spillette, adesivi, magliette, gadget...

...per liberarsi dai meccanismi consumistici compra/butta/ricompra/ributta..., per liberarsi dall'inquinamento acustico e dell'aria, per la liberazione dei velocipedi imprigionati, per liberarsi dagli idrocarburi e dalle guerre, per sciogliere cellulite, rassodare e arrotondare i glutei, per sperimentazioni di cyclokamasutra, per "inserire" un granello di sabbia nei motori a scoppio, per liberarsi di sprechi, alienazione, sfruttamento di persone e risorse, per liberarsi da regole, divieti, multe e patente a punti...

...per volare liberi come farfalle.
La ciclofficina si sostiene con i soli contributi volontari sottoscritti dei frequentatori (sia in Euri che in bici/attrezzi/ricambi, nonché in natura, tempo, ironia, carboidrati, ecc...); Si organizzano inoltre (tempo ed energie permettendo) corsi per insegnare a grandi e piccini ad andare in bici, cene, concerti, spettacoli teatrali, e altre iniziative.

CHE ASPETTI? VIENI A TROVARCI!

Martedì, 16 Gennaio, 2007 - 17:00

Avventura Urbana: un'urbanistica cosciente

www.avventuraurbana.it

Che cos'é?
Avventura Urbana è un gruppo di esperti di diverse discipline: architetti, urbanisti, scienziati politici, comunicatori, facilitatori, web designer e operatori sociali. All'opposto della specializzazione settoriale, l'approccio che usa si fonda sul lavoro di équipe, che si rivela appropriato nella progettazione in contesti complessi e problematici. La squadra di Avventura Urbana lavora insieme da più di dieci anni per promuovere la progettazione partecipata esplorando percorsi nuovi e spesso irti di ostacoli, per trattare in modo innovativo le politiche pubbliche del territorio. Avventura urbana è tra le organizzazioni fondatrici di Retepartecipazione, la rete promossa nel gennaio 2003 fra i soggetti che in Italia si occupano di progettazione partecipata - o più estesamente di "processi decisionali inclusivi" - attraverso la pratica di esperienze nelle politiche pubbliche.
Che cosa fa?
L'obiettivo è di affrontare i problemi con un percorso incrementale e "polifonico". Conoscenza e progetto vanno in parallelo e,chiunque sia il destinatario di una trasformazione, il suo parere viene considerato prezioso per arricchire il quadro delle possibilità e per cercare una buona soluzione. I prodotti possibili sono molti: progetti integrati di rigenerazione urbana, programmi di accompagnamento sociale, negoziazione dei conflitti, comunicazione e sostenibilità ambientale, studi di fattibilità, percorsi di inclusione sociale nei quartieri, luoghi di vita e di lavoro a misura di una committenza sociale, spazi pubblici per i cittadini.?
L'obiettivo è di affrontare i problemi con un percorso incrementale e "polifonico". Conoscenza e progetto vanno in parallelo, e chiunque sia il destinatario di una trasformazione, il suo parere viene considerato prezioso per arricchire il quadro delle possibilità, per cercare una buona soluzione.
I prodotti possibili sono molti: progetti integrati di rigenerazione urbana, programmi di accompagnamento sociale, gestione dei conflitti, comunicazione e sostenibilità ambientale, studi di fattibilità, percorsi di inclusione sociale nei quartieri, luoghi di vita e di lavoro a misura di una committenza sociale, spazi pubblici per i cittadini.
Come lavora ?
Ascolto attivo, simulazione progettuale, comunicazione, gestione creativa dei conflitti: gli strumenti sono tanti e vanno usati con cautela. Si lavora con abitanti, tecnici, commercianti, operatori dei servizi, politici, lavoratori, imprenditori, bambini, migranti, giovani, donne, ambientalisti, comitati, associazioni, imprese sociali e altri ancora. Qualunque siano i loro interessi, possono essere coinvolti attraverso spazi di interazione efficaci. Non l'assemblea, in cui le parti tendono a schierarsi l'una contro l'altra. Ma spazi strutturati. In cui l’accesso sia garantito, il linguaggio adeguato e il confronto moderato. Dove tutti siano in grado di capire ed esprimere la propria opinione, anche per i problemi tecnici più complessi, attraverso materiali e supporti facilmente manipolabili. Per arrivare a costruire insieme un risultato condiviso.

Avventura Urbana è un gruppo di esperti di diverse discipline: architetti, urbanisti, scienziati politici, comunicatori, facilitatori, web designer e operatori sociali. All'opposto della specializzazione settoriale, l'approccio che usa si fonda sul lavoro di équipe, che si rivela appropriato nella progettazione in contesti complessi e problematici. La squadra di Avventura Urbana lavora insieme da più di dieci anni per promuovere la progettazione partecipata esplorando percorsi nuovi e spesso irti di ostacoli, per trattare in modo innovativo le politiche pubbliche del territorio. Avventura urbana è tra le organizzazioni fondatrici di Retepartecipazione, la rete promossa nel gennaio 2003 fra i soggetti che in Italia si occupano di progettazione partecipata - o più estesamente di "processi decisionali inclusivi" - attraverso la pratica di esperienze nelle politiche pubbliche. L'obiettivo è di affrontare i problemi con un percorso incrementale e "polifonico". Conoscenza e progetto vanno in parallelo e,chiunque sia il destinatario di una trasformazione, il suo parere viene considerato prezioso per arricchire il quadro delle possibilità e per cercare una buona soluzione. I prodotti possibili sono molti: progetti integrati di rigenerazione urbana, programmi di accompagnamento sociale, negoziazione dei conflitti, comunicazione e sostenibilità ambientale, studi di fattibilità, percorsi di inclusione sociale nei quartieri, luoghi di vita e di lavoro a misura di una committenza sociale, spazi pubblici per i cittadini.L'obiettivo è di affrontare i problemi con un percorso incrementale e "polifonico". Conoscenza e progetto vanno in parallelo, e chiunque sia il destinatario di una trasformazione, il suo parere viene considerato prezioso per arricchire il quadro delle possibilità, per cercare una buona soluzione. I prodotti possibili sono molti: progetti integrati di rigenerazione urbana, programmi di accompagnamento sociale, gestione dei conflitti, comunicazione e sostenibilità ambientale, studi di fattibilità, percorsi di inclusione sociale nei quartieri, luoghi di vita e di lavoro a misura di una committenza sociale, spazi pubblici per i cittadini. Ascolto attivo, simulazione progettuale, comunicazione, gestione creativa dei conflitti: gli strumenti sono tanti e vanno usati con cautela. Si lavora con abitanti, tecnici, commercianti, operatori dei servizi, politici, lavoratori, imprenditori, bambini, migranti, giovani, donne, ambientalisti, comitati, associazioni, imprese sociali e altri ancora. Qualunque siano i loro interessi, possono essere coinvolti attraverso spazi di interazione efficaci. Non l'assemblea, in cui le parti tendono a schierarsi l'una contro l'altra. Ma spazi strutturati. In cui l’accesso sia garantito, il linguaggio adeguato e il confronto moderato. Dove tutti siano in grado di capire ed esprimere la propria opinione, anche per i problemi tecnici più complessi, attraverso materiali e supporti facilmente manipolabili. Per arrivare a costruire insieme un risultato condiviso.
Avventura Urbana è un gruppo di esperti di diverse discipline: architetti, urbanisti, scienziati politici, comunicatori, facilitatori, web designer e operatori sociali. All'opposto della specializzazione settoriale, l'approccio che usa si fonda sul lavoro di équipe, che si rivela appropriato nella progettazione in contesti complessi e problematici. La squadra di Avventura Urbana lavora insieme da più di dieci anni per promuovere la progettazione partecipata esplorando percorsi nuovi e spesso irti di ostacoli, per trattare in modo innovativo le politiche pubbliche del territorio. Avventura urbana è tra le organizzazioni fondatrici di Retepartecipazione, la rete promossa nel gennaio 2003 fra i soggetti che in Italia si occupano di progettazione partecipata - o più estesamente di "processi decisionali inclusivi" - attraverso la pratica di esperienze nelle politiche pubbliche. L'obiettivo è di affrontare i problemi con un percorso incrementale e "polifonico". Conoscenza e progetto vanno in parallelo e,chiunque sia il destinatario di una trasformazione, il suo parere viene considerato prezioso per arricchire il quadro delle possibilità e per cercare una buona soluzione. I prodotti possibili sono molti: progetti integrati di rigenerazione urbana, programmi di accompagnamento sociale, negoziazione dei conflitti, comunicazione e sostenibilità ambientale, studi di fattibilità, percorsi di inclusione sociale nei quartieri, luoghi di vita e di lavoro a misura di una committenza sociale, spazi pubblici per i cittadini.L'obiettivo è di affrontare i problemi con un percorso incrementale e "polifonico". Conoscenza e progetto vanno in parallelo, e chiunque sia il destinatario di una trasformazione, il suo parere viene considerato prezioso per arricchire il quadro delle possibilità, per cercare una buona soluzione. I prodotti possibili sono molti: progetti integrati di rigenerazione urbana, programmi di accompagnamento sociale, gestione dei conflitti, comunicazione e sostenibilità ambientale, studi di fattibilità, percorsi di inclusione sociale nei quartieri, luoghi di vita e di lavoro a misura di una committenza sociale, spazi pubblici per i cittadini. Ascolto attivo, simulazione progettuale, comunicazione, gestione creativa dei conflitti: gli strumenti sono tanti e vanno usati con cautela. Si lavora con abitanti, tecnici, commercianti, operatori dei servizi, politici, lavoratori, imprenditori, bambini, migranti, giovani, donne, ambientalisti, comitati, associazioni, imprese sociali e altri ancora. Qualunque siano i loro interessi, possono essere coinvolti attraverso spazi di interazione efficaci. Non l'assemblea, in cui le parti tendono a schierarsi l'una contro l'altra. Ma spazi strutturati. In cui l’accesso sia garantito, il linguaggio adeguato e il confronto moderato. Dove tutti siano in grado di capire ed esprimere la propria opinione, anche per i problemi tecnici più complessi, attraverso materiali e supporti facilmente manipolabili. Per arrivare a costruire insieme un risultato condiviso.

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