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.: Il Blog di Ivano Grioni
Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:34

“IDEE PER UN AMBIENTE SANO NELLA GRANDE MILANO

http://www.officinadellambiente.com/it/articolo.php?idl1=2&idl2=15&id=1248

Solo in tempi recenti la natura ha cessato di essere unanimemente considerata al servizio esclusivo dell’uomo, ma il saccheggio dell’ambiente continua sistematicamente a perpetrasi se non in nome dell’ignoranza ora sicuramente in quello del profitto, nonostante in molte nazioni si siano fatti strada negli ultimi decenni dei movimenti che propongono una coscienza ambientale contro la distruzione di suolo, acqua e aria e per una migliore qualità della vita.
Malgrado si sia affrontato seriamente il discorso sull’ambiente, in una imbarazzante lacuna molti ecologisti “di professione” dimenticano di considerare il ruolo chiave costituito dal mondo animale. Per una sorta di rimozione ancora utilitaristica questo basilare anello della catena, la vita animale, viene ignorato, lasciandolo colposamente “in gestione” a chi ha interesse a sfruttare gli animali; evidentemente non si ritiene utile divulgare un modo di pensare che comporta un diverso criterio di relazionarsi eticamente con gli animali al fine di ritrovare il proprio posto tra le specie viventi verso un nuovo equilibro naturale, condizione fondamentale per la sopravvivenza.

Solo nel rispetto dell'UNITA' e, al tempo stesso, della DIVERSITA' degli esseri viventi, con l'impegno ad una lotta non violenta per ridurre ed eliminare la sofferenza, la tortura, la distruzione nell'ambito della comunità biologica a cui l'uomo appartiene e dalla quale dipende ogni specie, ogni individuo può contribuire ad assicurare la stabilità del pianeta e la sopravvivenza di tutti i suoi componenti.

Ogni specie, ogni individuo possiede DIRITTI NATURALI ad un'esistenza degna. La specie umana ha invece iniziato un'autoritaria gestione dell'economia biologica, gestione che è assicurata da una continua gerarchizzazione delle specie e degli individui, riferita esclusivamente alle possibilità di un gruppo culturale usato come unità di misura.
L'addomesticazione totalitaria della Natura da parte dell'uomo è avvenuta a prezzo di sofferenze, distruzioni e uccisioni di specie ed individui fino a minacciare d'estinzione l'evoluzione e l'esistenza del pianeta.
Poiché l'uomo ha superato il limite oltre il quale l'equilibrio naturale può essere definitivamente sconvolto, con danno irreversibile anche per tutte le specie compresa quella umana, è necessario eliminare quel diritto arbitrario che l’uomo si è sconsideratamente arrogato sulla natura tenendo conto solamente del proprio interesse miope.

La cultura occidentale è ancora basata sull'antropocentrismo, cioè sullo sfruttamento delle risorse della natura, la natura sottoposta al padrone uomo il quale ha il potere di decidere sugli equilibri naturali e stravolgerli, risorse da sfruttare sino ad esaurimento, senza alcuna distinzione fra persone, animali o vegetali.
· Come hanno ben spiegato molte personalità, dai filosofi greci fino a Voltaire, l’uomo non e' altro che una forma di vita fra altre forme di vita, e autoproclamarsi padrone di ciò che lo circonda risulta grottesco dato il suo campo visivo assai ristretto: l’uomo è un tassello della natura e in quanto tale per sopravvivere ha bisogno di trovarsi in un rapporto equilibrato sia con le forze più grandi di lui che con le entità piccole che invece soggioga e piega ai suoi interessi. Non più dunque al centro del pianeta l'UOMO ma la VITA, la natura con tutti gli esseri viventi, la biosfera nella varietà, originalità, molteplicità, diversità delle specie e degli individui di ogni specie.

Non più l'uomo presuntuosamente al di fuori e sopra la natura, ma l'interdipendenza, la parentela tra tutti i soggetti viventi di cui fa parte anche la specie umana.

La cultura occidentale è ancora basata sul razzismo, se pensiamo alle guerre che si avvicendano continuamente, agli uomini spinti dal potere alla conquista di altri uomini e di altre terre, all'imposizione dei propri costumi, delle proprie tradizioni, delle proprie religioni, allo sfruttamento e/o alla distruzione di popoli e persone, giustificati dalla DISCRIMINAZIONE di razza, di sesso, di classe sociale, di pelle, di linguaggio, di condizioni psico-fisiche, di opinione, ecc.

Figlio di questa ottica distorta è lo squilibrio con il quale ci si relaziona con gli animali. Molte persone si credono amanti degli animali perché si prendono cura di alcuni animali (ad esempio quelli da compagnia, oppure i soli animali selvatici in via di estinzione) in maniera paterna, ovvero partendo dalla considerazione che l'uomo e' comunque un animale superiore a tutti gli altri, e che decide di non sfruttare e far soffrire alcuni fra gli altri animali inferiori.
Questo atteggiamento in realtà si chiama zoofilia, cioè una serie di azioni e scelte non coerenti fra loro che hanno come soggetto di interesse gli animali, ma non il loro benessere: dispiacersi per una moria di pesci nell’acquario e mentre ci si cucina una cernia, coccolare il proprio cagnolino e fargli fare ripetutamente i cuccioli senza preoccuparsi delle conseguenze di questo suo gesto.
Da qualche tempo si fa strada a fatica ma tenacemente una corrente di pensiero rispettosa del mondo animale che si chiama animalismo, e si basa sul concetto di RISPETTO per gli animali non-umani.

La filosofia animalista compie un passo avanti nella coscienza di un pieno comportamento etico, abbattendo anche l’idea per cui l'uomo sia superiore alle altre specie animali contro lo specismo, neologismo che significa razzismo tra tutte le specie viventi e consiste nell'adottare un atteggiamento differente secondo le specie, nel distruggerne alcune proteggendone altre, nel dichiarare che certe specie sono "utili", altre "nocive", o "crudeli". e quindi possa trarne beneficio sfruttandoli al pari di un qualsiasi oggetto.
Per causa dello SPECISMO quindi alcuni proteggono il cane e il gatto, mentre non si preoccupano degli animali imprigionati negli zoo, oppure si proteggono le aquile e perseguitano le talpe.
Per specismo si è riservata "l'intelligenza" all'uomo e si è concesso "l'istinto" all'animale. Lo specismo ha anche indotto l'uomo a ritenere che l'animale non soffrisse come lui, per poterlo usare e sfruttare Come il "razzismo", che nega a certi uomini quei diritti che altri uomini si attribuiscono, si può definire un CRIMINE CONTRO L' UMANITA', così lo "specismo", che stabilisce una gerarchia di diritti nel mondo, è un CRIMINE CONTRO LA VITA al RISPETTO PER LA VITA , perché l' uomo ha il DOVERE, per il bene di tutta la COMUNITA' BIOLOGICA alla quale APPARTIENE e dalla quale DIPENDE, di rispettare la vita in tutte le sue forme.

La differenza tra zoofilia e animalismo sembra ancora una differenza da poco? Poiché tutti si ritengono amanti degli animali difficilmente si interrogano su questa differenza, senza accorgersi che un corretto rapporto con gli animali non è basato sul settarismo o sulla compassione bensì sulla giustizia.

L'innovazione del pensiero animalista e' quella di porre, per la prima volta, sullo stesso piano tutti gli animali: per cui l'uomo non e' il padrone che può decidere di come disporre di tutti gli altri esseri viventi, ma viene visto come un animale al pari degli altri, che in quanto tale deve a tutti il medesimo rispetto, e riconosce a tutti il diritto alla vita e a non essere sfruttati.

Percorrendo la strada dello sfruttamento e della distruzione, l'uomo otterrà un mondo funzionale al profitto di pochi ma anche brullo e sterile, dove sarà costretto a vivere in maniera sempre più arida e globalizzata.

Oggi più che mai e' necessaria la diffusione di una visione del mondo che ponga il fulcro di tutto sul concetto di vita, che riesca a far comprendere che senza il rispetto per il mondo in cui viviamo non c'e' alcun futuro, come chiaramente dimostrano i disastri “innaturali” che avvengono a causa delle alterazioni compiute dall'uomo, e i danni irreparabili inflitti sempre per le stesse cause al nostro mondo (ad esempio il buco dell'ozono o la diga cinese sul fiume Azzurro che formando il lago artificiale più grande del pianeta ha sommerso sotto 70 metri d’acqua uno dei più bei paesaggi cinesi agricoli cambiando il clima in più umido e più caldo evacuando più di 1 milione di persone con conseguenze di distruzione ecologica ancora da quantificare ).

Nonostante i danni irreversibili ambientali come quelli sopra citati, la ricerca di una vita in armonia con la natura e di un maggior rispetto per tutte le forme di vita rimane ancora l’unica soluzione per migliorare le condizioni di vita di tutti. Il futuro della civiltà dipende da tutti noi!

Da alcuni decenni associazioni, volontari e singoli cittadini si battono per una sorta di rivoluzione culturale che porti al riconoscimento anche giuridico dei diritti naturali dell'animale, in modo che abbiano lo stesso peso e vengano condannate le violenze di ogni tipo e di ogni genere sugli umani e sui non umani in nome della conoscenza, rispetto, considerazione e coesistenza nei confronti dell' "altro", principi sui quali tutte le forze della non violenza devono confluire sia a livello giuridico che economico e politico.
- mantenimento della natura e degli habitat
- abolizione di caccia e pesca
- divieto di uso di animali negli zoo e negli acquari a fini pseudo-culturali
- divieto di uso e tortura di animali per il divertimento e gli spettacoli: corride, rodei, corse, feste sadiche religiose, combattimento fra cani,
- abolizione dell’addomesticamento autoritario di molte specie:
per fini alimentari (allevamenti intensivi, trasporti, macellazioni)
per fini commerciali (cani, gatti, cavalli e animali esotici)
per fini di abbigliamento (allevamenti e uccisioni di animali da pelliccia, bachi da seta ecc.)
- divieto di uso di animali per la ricerca biomedica, industriale (bellica), cosmetica, didattica ecc.
- fine dei maltrattamenti verso gli animali, crudeltà e abbandoni.

Questa rivoluzione, questo futuro di civiltà che auspichiamo, che deve essere prima individuale e poi collettiva, deve partire dalla consapevolezza che bisogna abolire il dominio di una specie sull’altra, perché gli esseri viventi umani e non umani sono uguali di fronte alla vita e capaci di provare gioia e dolore.

Il cambiamento individuale significa impostare la propria vita nel rispetto dell'ambiente, di altre vite umane e non umane, rifiutare il consumismo, lo spreco delle risorse, individuare i beni essenziali da quelli superflui, conservare della propria salute psico-fisica, attraverso la messa in discussione della propria alimentazione, dei diversi tempi e modi di lavorare e divertirsi, passare insomma dall’”avere” all'”essere”. (La civiltà dei consumi era già stata stigmatizzata da Pier Paolo Pasolini 30 anni fa.)

Il cambiamento collettivo richiede un progetto dei governi per una equa e corretta gestione delle risorse , in modo che ogni vivente possa condurre una vita degna e una coesistenza serena: tutela del suolo, dell'acqua e dell'aria per il rispetto della storia e del patrimonio dei popoli e dell’habitat naturale, la semplificazione e la riqualificazione dei consumi (contro la globalizzazione), l'eliminazione di energie e produzioni inquinanti, (lotta ai veleni chimici e proposta di agricoltura biologica), campagne contro la fame per un vegetalismo globale (necessità economica e eliminazione della sofferenza animale), il rifiuto di una ricerca (tutela della salute impostata sull'informazione e sulla prevenzione e abolizione dello strapotere delle industrie farmaceutiche, abolizione della sperimentazione animale, animali transgenici, clonazione, predazione di organi, manipolazioni genetiche), ecc.

Spesso questo "volontariato animalista" viene culturalmente emarginato e minimizzato anche all’interno del partiti che si battono per i diritti degli uomini, dimostrando una incredibile indisponibilità verso quegli esseri "viventi e senzienti" che nonostante le leggi, gli scritti e le opinioni, sono ancora emarginati, come lo erano (e ancor oggi spesso di fatto lo sono) gli esseri umani improduttivi perché poveri, malati, handicappati, vecchi, trascurati dalle istituzioni.
L’obiettivo del gruppo Vita Animale è quello di divulgare la filosofia animalista a tutti i livelli, con particolare riferimento al randagismo, ovvero alle problematiche legate a una gestione scorretta degli animali di proprietà. Fino a quando non si metteranno in discussione individualmente le proprie abitudini culturali non ci sarà giustizia per gli animali.

Il randagismo è purtroppo un fenomeno assai diffuso, non solo nel periodo estivo. Questo fenomeno nasce dalla mancanza di sensibilità, dall’ignoranza, dalla leggerezza, dalla superficialità con cui si acquista un animale, per il compleanno per natale,senza pensare agli obblighi che ne derivano, all’impegno che comporta. Non ci si preoccupa della sterilizzazione, costa ed è contro natura, non lo è invece abbandonare l’animale per strada o sopprimere i cuccioli?
Crediamo che solo con una crescita di coscienza, con il cambiamento di cui sopra,sarà possibile arginare il problema.
Il potere politico ha, secondo noi, l’obbligo di emanare normative in tal senso, e soprattutto mettere in atto quegli accorgimenti che servano a farle rispettare, non siamo carenti in fatto legislativo, ma lo siamo nel farlo rispettare,
Nel nostro caso, in Lombardia, non si è ancora recepita la l. 281/91, che darebbe uno strumento per poter meglio operare, dando ad ASL , Provincia e Comuni strumenti per il rispetto di tali dettami.
Necessitano corsi di aggiornamenti a chi è deputato a questo compiti (vigili, carabinieri e polizia)

- conoscere le normative vigenti
- conoscere le razze canine e gli altri animali
- a quali organi fare riferimento
- come operare

La realtà milanese e del suo hinterland non è così drammatica come in atre città, soprattutto al sud, ma i cani accalappiati e ancora presso i canili sono ancora tanti, troppi, la maggior parte delle persone quando pensa di prendere un cane, va ad acquistarlo, non pensa di andare in canile, così facendo si incrementano le nascite, e di conseguenza l’aumentare del randagismo.

Il comune di Milano non ha una struttura protetta per i propri randagi, e si appoggia, come la maggior parte dei Comuni, a strutture private, che per bene che lavorino, il loro interesse non è certo l’affido degli animali.
L’importanza di avere una propria struttura ed un controllo più puntuale, ha una grande valenza, un miglior benessere di chi resta ed una maggior celerità di affidi, non va sottovalutato questo aspetto, non solo sotto il profilo del benessere animale ma anche del risparmio economico.

Va detto che ormai la maggior parte degli italiani convive con un animale d’affezione, soprattutto dove ci sono bambini, per compagnia, per gioco, per crescita, o persone anziane rimaste sole, che trovano in un gatto o in un cane il compagno che allontana la malinconia, la solitudine.

Le cose da fare e con urgenza sono molte, vediamo le priorità.

· Campagne di sensibilizzazione, anche nelle scuole, atte a portare a conoscenza del problema
· Affidare il controllo delle strutture e gli affidi ad associazioni
· TUTTI gli animali che transitano nelle strutture, cani o gatti che siano, non DEVONO essere affidati se non preventivamente sterilizzati.
· Dotarsi di strutture pubbliche, con gestione pubblica, o di associazioni
· Per le sterilizzazioni, convenzioni con ASL e/o veterinari liberi professionisti, per tariffe ridotte a persone anziane o a basso reddito.
· Non ultima la necessità che la Regione Lombardia recepisca la l. 281/91

Prospetti di entrate e uscite dei cani accalappiati nel comune di Milano.

Ultima gara di appalto avvenuta nel luglio 2005
· il costo di ricovero e mantenimento di ogni cane è pari € 3,75 + Iva 20% cane/die.
· Per ogni gatto è pari € 2,00 gatto/die (esente da Iva).
Attualmente i canili rifugio convenzionati con il comune d Milano sono:
Canile Rifugio c/o Il Girasole - via Redecesio 5 - Segrate (MI)
Canile Rifugio c/o Casa Russo - via Emilia sn - Vignate (MI)
Gattile Rifugio c/o Associazione Mondo Gatto onlus - via Schievano 15 – MI

Costi annuali sostenuti dal comune di Milano

· € 645.502,5 per i cani
· € 65.700,00 per gatti

in allegato:
- Riepilogo presenze nei Canili Rifugio convenzionati. ANNO 2005
- Riepilogo presenze nel Gattile convenzionato. ANNO 2003
- Riepilogo presenze nel Gattile convenzionato. ANNO 2004
-Riepilogo presenze nel Gattile convenzionato. ANNO 2005

Nell’attività del Gruppo Vita Animale dell’Associazione Sinistra Ecologista vi è da annoverare tra l’altro il contributo fornito al Gruppo Consiliare DS della Regione Lombardia nella redazione di un Progetto di Legge riguardante la “Lotta al randagismo e tutela degli animali d’affezione”.

E’ opportuno ricordare che l’attuale normativa regionale, la l.r. n.30/87, è inadeguata.

Lo Stato con la Legge-quadro n. 281/91 ha assegnato fra l’altro alle Regioni e ai Comuni precisi compiti per la realizzazione e il risanamento di strutture di ricovero e ha istituito un apposito fondo per il finanziamento degli interventi.

L’obiettivo fondamentale di questa proposta di legge è la tutela degli animali d’affezione quali esseri viventi dotati di dignità e al rispetto delle loro esigenze fisiologiche ed etologiche.

Vengono inoltre proposte norme volte alla repressione di ogni tipo di maltrattamento, ivi compreso l’abbandono e le mutilazioni. Viene sottolineata la necessità dei controllo demografico delle specie canine o feline attraverso la sterilizzazione degli animali rinvenuti.

Ed ancora altre norme con l’intento di adeguarsi con normative simili e già in vigore in altre Regioni d’Italia quali la Liguria e l’Emilia Romagna.

In collaborazione con altre associazioni protezioniste ci si augura al più presto che la Regione Lombardia approvi il testo normativo per colmare un vuoto che è divenuto oramai enorme.

SINISTRA ECOLOGISTA – GRUPPO VITA ANIMALE
Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:30

Legambiente presenta l'abbonamento alla città

La proposta al convegno internazionale di venerdì 13 ottobre "Pollution charge di Milano e nuova mobilità per la metropoli" Per offrire ai milanesi e non la mobilità del futuro: sconti e agevolazioni sui servizi di trasporto, mezzi pubblici, auto e moto ecologiche, servizi a pedoni e ciclisti Legambiente si propone come facilitatore integrando in un'unica offerta agevolata i sistemi di mobilità metropolitani

In attesa che le istituzioni locali e le aziende di trasporto esplicitino le proprie iniziative nel convegno che Provincia di Milano e Legambiente hanno promosso per venerdì 13 ottobre, Pollution Charge di Milano e nuova mobilità per la metropoli (Sala Barozzi - Istituti dei Ciechi di Milano - via Vivaio 7) Legambiente lancia la propria proposta: Abbonamento alla città. Non più limitazioni e ticket ma accesso facilitato alla città nei modi e con i mezzi più opportuni. Ovviamente l'abbonamento prevede l'accettazione di regole e tariffe ma garantisce anche servizi (trasporto pubblico, noleggio mezzi, assistenza e assicurazione) e infrastrutture (strade, marciapiedi, parcheggi, binari).L'abbonamento prevede una forte integrazione tra le offerte dei servizi pubblici su scala regionale, ma anche tra le diverse modalità di trasporto: in altre parole, una sola tessera di trasporto pubblico, convenzionata con servizi privati di taxi, carsharing, bikesharing e con le strutture al servizio dei ciclisti. Sportelli, reali e virtuali, mobility management, sconti e agevolazioni per la mobilità ai dipendenti e agenzie specializzate per offrire assistenza e orientamento alla domanda di mobilità dei cittadini di Milano e di tutta la Lombardia."L'auto non è un diritto, ma la mobilità sì.

La chiave del successo dell'offerta di trasporto futura - ne è certo Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente - non sarà nel possesso dei veicoli, ma nella disponibilità della miglior combinazione possibile tra mezzi collettivi - treni, metro e autobus - e mezzi individuali - bici, moto e auto ecologiche -. Ed è proprio così che si viaggerà nelle città del futuro tra divieti antinquinamento (gli "Euro 0" saranno definitivamente fuori legge in Lombardia e in molte città italiane dal 2007), caro parcheggio, pedaggi e mezzi pubblici che, speriamo diventino sempre più efficienti e integrati".E l'abbonamento comprende anche la Pollution charge per le auto. Per costruire un sistema integrato di trasporti è necessario prevedere anche forme di pedaggio con limiti all'accesso di alcuni quartieri o mezzi pericolosi e ingombranti come camion e SUV. Legambiente, che ha già formulato le proprie proposte a marzo (dossier di Ambiente Italia su www.legambiente.org), ribadisce oggi i principi guida di una buona applicazione degli stessi anche a Milano:
- l'area interessata deve essere ben servita da mezzi pubblici all'avvio dell'applicazione delle tariffa,
- paghino tutti si possono pensare forme di abbonamento, convenzioni e anche forti sconti a residenti, tanto più se l'area è ristretta,· -
- tutti i proventi vanno destinati ad incrementare l'offerta di mezzi pubblici, mobilità ciclabile e sostenibile,·
- ha senso una tariffa proporzionale all'inquinamento generato dai mezzi, ma anche proporzionale all'ingombro (che è una forma di inquinamento cittadino).

In concreto, l'offerta di Abbonamento alla città di Legambiente, oggi."Legambiente si propone nel ruolo di facilitatore - dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia - per giungere a un vero "abbonamento alla città", ma in attesa che la proposta venga adottata dalle istituzioni pubbliche preposte (Comune, Provincia e Regione), dalle grandi imprese di trasporto pubblico (ATM, Trenitalia, FNM) ci diamo da fare per rendere concreta questa oppurtunità".Già da oggi Legambiente ha definito una serie di convenzioni con operatori pubblici e privati che offrono servizi di mobilità: sconti sul servizio di carsharing, ai mezzi pubblici, all'autonoleggio e per i ciclisti. Come si vede nella scheda allegata. Il CarSharing, ad esempio, è nato per la prima volta in Italia da un'iniziativa di Legambiente, a Milano. "Il Carsharing è fondamentale nell'abbonamento alla città - afferma Nicoletta Morrone, direttore di Car Sharing Italia - società che gestisce Milano Car Sharing e Rimini Car Sharing-, perché anche il sistema di trasporto integrato più efficiente non garantisce alcuni spostamenti (ad esempio per fare la spesa settimanale, accompagnare i figli a scuola) per i quali è necessaria l'auto. Il CarSharing, auto in condivisione tra più associati, soddisfa queste esigenze colmando il gap che fino ad oggi ha impedito al trasporto alternativo di essere competitivo con l'auto privata".In quest'ottica Il servizio di Milano Car Sharing dimostra con i numeri che una mobilità diversa è possibile:
1.più di 900 utenti, e di questi quasi l'80% ha dismesso almeno un'auto (da un sondaggio risulta che prima dell'iscrizione il 65% degli interpellati era proprietario di un'auto, dopo l'iscrizione oltre il 78% non ne possiede più),
2.35 auto, di cui quasi il 70% ecologiche (ibride elettrico-benzina, bimodali metano-benzina, diesel con filtro antiparticolato),
3.16 aree di sosta, 2 in Provincia (Cinisello, Carugate),
4.entro il 2007 diffusione su tutta l'area metropolitana.

AVVIO CAMPAGNA NAZIONALE SOCI LEGAMBIENTE "ABBONAMENTO ALLA CITTÀ
"Per garantire una mobilità realmente alternativa al possesso dell'auto, Legambiente offre ai propri abbonati una serie di convenzioni che permettono di utilizzare modalità di trasporto diverse dall'auto privata a prezzi scontati. Ad esempio:SCONTI SUI SERVIZI DI CAR SHARING - AUTO IN CONDIVISIONE.Per i servizi di Milano CarSharing, di Rimini CarSharing e di Bolzano Car Sharing sono previsti, per i soci Legambiente, sconti del 35% sulla quota di iscrizione annuale (quasi 40 euro di sconto) e del 10% sugli utilizzi. Sconto sull'iscrizione anche a Roma e Genova.ACCESSO ALLA TESSERA EUROPEA CAR SHARINGL'abbonamento a MilanoCarSharing permette di utilizzare i servizi carsharing in tutta Italia ed in tutta la Svizzera e la Germania, pagando solo le tariffe d'uso, senza alcun costo fisso.AGEVOLAZIONI SULL'USO DEI MEZZI PUBBLICI (Milano e provincia). Con Legambiente puoi accedere ad una serie di agevolazioni sull'abbonamento annuale ai mezzi pubblici locali, siano questi cittadini o regionali (abbonamento urbano, area piccola, media, grande e plus).AGEVOLAZIONI SULL'USO DELL'AUTONOLEGGIONei weekend, per utilizzi superiori ai tre giorni, i soci Legambiente godono si una tariffa scontata del 20% sulle auto EUROPCAR. Ad esempio, se hai bisogno dell'auto per 3 o 4 giorni (partendo il giovedì, venerdì o sabato) paghi, per una Lancia Y, circa 20 euro al giorno inclusa IVA e 100 chilometri. Le auto noleggiate dai soci Legambiente inoltre, possono essere coperte da kasko integrale ed essere prese in una città e lasciate in un altra con uno sconto del 30% rispetto ai costi standard.SCONTI SULL'ABBONAMENTO "BICI + TRENO" (Lombardia)Se sei un ciclista, sai che ogni giorno che porti la tua bici sul treno devi pagare 3,50 euro! Come iscritto a Legambiente hai diritto ad una tessera che per 12 mesi ti permette di portare la tua bici sul treno ad un prezzo di 42 euro.PARCHEGGIO GRATUITO BICI NEI PARCHEGGI MCSgli abbonati a MCS, quando prendono l'auto in car sharing, possono usare la loro bici per andare al parcheggio e lasciarla nel garage gratuitamente.PARCHEGGIO GRATUITO AUTO MCS NELLE AREE CON LE STRISCE BLUle auto MCS possono essere parcheggiate nelle zone a pagamento (delimitate dalle strisce blu) senza alcun costo per l'utente.SCONTI SULLA TESSERA VAI CLUBSe sei iscritto a Legambiente puoi avere la tessera VAI Club a soli 21 euro, con uno sconto del 25% rispetto al costo normale. Questa tessera ti permette di beneficiare, per un anno solare, in Italia, delle prestazioni e dei servizi seguenti (solo per autovetture e motocicli ad uso privato):a - Soccorso stradale, su strade urbane ed extra-urbane,b - Spese d'albergo,c - Consulenza Medica,d - Informazioni turistiche (lunedì-venerdì, ore 9.00 - 18.00).e - accordi privilegiati a beneficio dei clienti, come specificato nel sito www.vai803803.it.IL SERVIZIO CAR SHARINGMilano Car Sharing è un innovativo servizio di mobilità nato nel 2001 per iniziativa di Legambiente Lombardia. Dal 1 marzo 2005 il servizio è gestito da Car Sharing Italia Srl (CSI), società partecipata da Legambiente, costituita nel novembre 2004 insieme ad un gruppo di soci utilizzatori.Il principale elemento distintivo è il suo essere percepito non come un servizio fatto per l'utente, ma come un servizio fatto insieme all'utente.I numeri di CSI:-quasi 1.000 utenti tra Milano, Rimini e le relative provincie-35 auto a Milano, 5 auto a Rimini, 15 nuove auto in arrivo-16 aree di sosta a Milano e Provincia, 4 aree di sosta a Rimini e Provincia-nuove aperture entro l'anno a Monza, Sesto, Vimercate, Cattolica-30/40 iscritti al mese senza pubblicità (solo con il passaparola)Gli utenti CSI· si iscrivono per risparmiare stress e tempo (40%), soldi (28%), e per aiutare l'ambiente (32%)· modificano le proprie abitudini di mobilità (66%), più mezzi pubblici (44%), moto e scooter -(32%), bicicletta (19%) e piedi (5%)·eliminano almeno un'auto (prima dell'iscrizione il 65% degli interpellati era proprietario di un'auto, dopo l'iscrizione oltre il 78% non ne possiede più)Le auto CSI·sono ecologiche (il 70% propulsione ibrida -elettrico/benzina, bimodale -metano/benzina, o diesel con filtro antiparticolato)·girano quando c'è il blocco del traffico·parcheggiano gratis sulle strisce bluL'abbonamento europeo CSI:·interoperabilità con gli altri carsharing italiani (ti abboni a Milano e usi anche a Torino, Genova, Roma, ecc)·stessa opzione con sistema carsharing tedesco e svizzero

Per informazioni www.milanocarsharing.it
L'ufficio Stampa 02 45475777 - 328 7579798

Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:25

Legge di iniziativa popolare sull'acqua pubblica

PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE CONCERNENTE :

PRINCIPI PER LA TUTELA, IL GOVERNO E LA GESTIONE PUBBLICA DELLE ACQUE E DISPOSIZIONI PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO

Articolo 1 (Finalità)
1. La presente legge, ai sensi dell’art. 117, lettere m) ed s), della Costituzione, detta i principi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale.
2. La presente legge si prefigge l’obiettivo di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale.
Articolo 2 (Principi generali)
1. L’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale. La disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili ed inviolabili della persona.
2. L’acqua è un bene finito, indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi. Tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale. Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici.
3. L’uso dell’acqua per l’alimentazione e l’igiene umana è prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo. Come tale, deve essere sempre garantito, anche attraverso politiche di pianificazione degli interventi che consentano reciprocità e mutuo aiuto tra bacini idrografici con disparità di disponibilità della risorsa. Gli altri usi sono ammessi quando la risorsa è sufficiente e a condizione che non ledano la qualità dell’acqua per il consumo umano.
4. L’uso dell’acqua per l’agricoltura e l’alimentazione animale è prioritario rispetto agli altri usi, ad eccezione di quello di cui al comma 3.
5. Tutti i prelievi di acqua devono essere misurati a mezzo di un contatore a norma UE fornito dall’autorità competente e installato a cura dell’utilizzatore secondo i criteri stabiliti dall’autorità stessa.
Articolo 3 (Principi relativi alla tutela e alla pianificazione)
1. Per ogni bacino idrografico viene predisposto un bilancio idrico entro due anni dall’entrata in vigore della presente legge. Il bilancio idrico viene recepito negli atti e negli strumenti di pianificazione concernenti la gestione dell’acqua e del territorio e deve essere aggiornato periodicamente.
2. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, sentita la Conferenza Stato-Regioni, individua per decreto l’autorità responsabile per la redazione e l’approvazione dei bilanci idrici di bacino e i relativi criteri per la loro redazione secondo i principi contenuti nella Direttiva 60/2000/CE al fine di assicurare :
a)il diritto all’acqua;
b) l’equilibrio tra prelievi e capacità naturale di ricostituzione del patrimonio idrico;
c) la presenza di una quantità minima di acqua, in relazione anche alla naturale dinamica idrogeologica ed ecologica, necessaria a permettere il mantenimento di biocenosi autoctone e il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, per garantire la tutela e la funzionalità degli ecosistemi acquatici naturali.
3. Al fine di favorire la partecipazione democratica, lo Stato e gli enti locali applicano nella redazione degli strumenti di pianificazione quanto previsto dall’articolo 14 della Direttiva 2000/60 CE su “informazione e consultazione pubblica”.
4. Il rilascio o il rinnovo di concessioni di prelievo di acque deve essere vincolato al rispetto delle priorità, così come stabilite all’articolo 2, commi 3 e 4, e alla definizione del bilancio idrico di bacino, corredato da una pianificazione delle destinazioni d’uso delle risorse idriche.
5. Fatti salvi i prelievi destinati al consumo umano per il soddisfacimento del diritto all’acqua, il rilascio o il rinnovo di concessioni di prelievo di acque deve considerare il principio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse soddisfacendo in particolare il principio “chi inquina paga”, così come previsto dall’articolo 9 della Direttiva 2000/60 CE , fermo restando quanto stabilito all’articolo 8 della presente legge. Per esigenze ambientali o sociali gli Enti preposti alla pianificazione della gestione dell’acqua possono comunque disporre limiti al rilascio o al rinnovo delle concessioni di prelievo dell’acqua anche in presenza di remunerazione dell’intero costo.
6. In assenza di quanto previsto dai commi 1, 2, 3 e 4 non possono essere rilasciate nuove concessioni e quelle esistenti devono essere sottoposte a revisione annuale.
7. Le acque che, per le loro caratteristiche qualitative, sono definite “destinabili all’uso umano”, non devono di norma essere utilizzate per usi diversi. Possono essere destinate ad usi diversi solo se non siano presenti altre risorse idriche, nel qual caso l’ammontare del relativo canone di concessione è decuplicato.
8. Per tutti i corpi idrici deve essere garantita la conservazione o il raggiungimento di uno stato di qualità vicino a quello naturale entro l’anno 2015 come previsto dalla Direttiva 60/2000/CE attraverso:
- il controllo e la regolazione degli scarichi idrici;
- l’uso corretto e razionale delle acque;
- l’uso corretto e razionale del territorio.
9. Le concessioni al prelievo e le autorizzazioni allo scarico per gli usi differenti da quello potabile possono essere revocate dall’autorità competente, anche prima della loro scadenza amministrativa, se è verificata l’esistenza di gravi problemi qualitativi e quantitativi al corpo idrico interessato. In tali casi non sono dovuti risarcimenti di alcun genere, salvo il rimborso degli oneri per il canone di concessione delle acque non prelevate.
10. I piani d’ambito di cui all’articolo 149 del d. lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 devono essere aggiornati adeguandoli ai principi della presente legge e alle indicazioni degli specifici strumenti pianificatori di cui ai commi precedenti.
11. Dalla data di entrata in vigore della presente legge, nessuna nuova concessione per sfruttamento, imbottigliamento e utilizzazione di sorgenti, fonti, acque minerali o corpi idrici idonei all’uso potabile può essere rilasciata, se in contrasto con quanto previsto nel presente articolo.
Articolo 4 (Principi relativi alla gestione del servizio idrico)
1. In considerazione dell’esigenza di tutelare il pubblico interesse allo svolgimento di un servizio essenziale, con situazione di monopolio naturale (art. 43 Costituzione), il servizio idrico integrato è da considerarsi servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.
2. La gestione del servizio idrico integrato è sottratta al principio della libera concorrenza, è realizzata senza finalità lucrative, persegue finalità di carattere sociale e ambientale, ed è finanziata attraverso meccanismi di fiscalità generale e specifica e meccanismi tariffari.
3. Il presente articolo impegna il Governo italiano all’interno di qualsiasi Trattato o Accordo internazionale.
Articolo 5 (Governo pubblico del ciclo integrato dell’acqua)
1. Al fine di salvaguardare l’unitarietà e la qualità del servizio, la gestione delle acque avviene mediante servizio idrico integrato, così come definito dalla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).
2. Gli acquedotti, le fognature, gli impianti di depurazione e le altre infrastrutture e dotazioni patrimoniali afferenti al servizio idrico integrato costituiscono il capitale tecnico necessario e indispensabile per lo svolgimento di un pubblico servizio e sono proprietà degli enti locali, i quali non possono cederla. Tali beni sono assoggettati al regime proprio del demanio pubblico ai sensi dell’art. 822 del codice civile e ad essi si applica la disposizione dell’art. 824 del codice civile. Essi, pertanto, sono inalienabili e gravati dal vincolo perpetuo di destinazione ad uso pubblico.
3. La gestione e l’erogazione del servizio idrico integrato non possono essere separate e possono essere affidate esclusivamente ad enti di diritto pubblico.
Articolo 6 (Ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato - decadenza delle forme di gestione - fase transitoria)
1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge non sono possibili acquisizioni di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato.
2. Tutte le forme di gestione del servizio idrico affidate in concessione a terzi in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, se non decadute per contratto, decadono alla medesima data.
3. Tutte le forme di gestione del servizio idrico affidate a società a capitale misto pubblico-privato in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, se non decadute per contratto, avviano il processo di trasformazione - previo recesso del settore acqua e scorporo del ramo d’azienda relativo, in caso di gestione di una pluralità di servizi - in società a capitale interamente pubblico. Detto processo deve completarsi entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
4. Le società risultanti dal processo di trasformazione di cui al comma 3 possono operare alle seguenti vincolanti condizioni :
a) divieto di cessione di quote di capitale a qualsiasi titolo;
b) esercizio della propria attività in via esclusiva nel servizio affidato;
c) obbligo di sottostare a controllo da parte degli enti affidanti analogo a quello dagli stessi esercitato sui servizi a gestione diretta;
d) obbligo di trasformazione in enti di diritto pubblico entro tre anni dalla data di costituzione.
5. Tutte le forme di gestione del servizio idrico affidate a società a capitale interamente pubblico in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, se non decadute per contratto, completano il processo di trasformazione in enti di diritto pubblico entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge.
6. Per le forme di gestione del servizio idrico di cui al comma 5, che rispettano le condizioni vincolanti di cui al comma 4, lettere a), b), e c), il termine di cui al comma 5 è prorogabile fino a un massimo di sette anni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
7. In caso di mancata osservanza di quanto stabilito dal presente articolo, il Governo esercita i poteri sostitutivi stabiliti dalla legge.
8. Con decreto dei ministri competenti da emanare entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti i criteri e le modalità alle quali le Regioni e gli enti locali devono attenersi per garantire la continuità del servizio e la qualità dello stesso durante la fase transitoria di cui al presente articolo, assicurando la trasparenza e la partecipazione dei lavoratori e dei cittadini ai relativi controlli.
Articolo 7 (Istituzione del Fondo Nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato)
1. Al fine di attuare i processi di trasferimento di gestione di cui all’articolo 6, è istituito presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio il Fondo Nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Il Fondo Nazionale è alimentato dalle risorse finanziarie di cui all’articolo 12.
2. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo emana un apposito regolamento per disciplinare le modalità di accesso al Fondo di cui al comma 1.
Articolo 8 (Finanziamento del servizio idrico integrato)
1. Il servizio idrico integrato è finanziato attraverso la fiscalità generale e specifica e la tariffa.
2. I finanziamenti reperiti attraverso il ricorso alla fiscalità generale sono destinati a coprire parte dei costi di investimento e i costi di erogazione del quantitativo minimo vitale garantito, come definito all’articolo 9, comma 3. Ad essi vanno destinate risorse come stabilito all’articolo 12.
Articolo 9 (Finanziamento del servizio idrico integrato attraverso la tariffa )
1. Con apposito decreto, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo definisce il metodo per la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato per tutti gli usi dell’acqua, nel rispetto di quanto contenuto nel presente articolo.
2. Si definisce uso domestico ogni utilizzo d’acqua atto ad assicurare il fabbisogno individuale per l’alimentazione e l’igiene personale. La tariffa per l’uso domestico deve coprire i costi ordinari di esercizio del servizio idrico integrato ad eccezione del quantitativo minimo vitale garantito, di cui al comma 3.
3. L’erogazione giornaliera per l’alimentazione e l’igiene umana, considerata diritto umano e quantitativo minimo vitale garantito è pari a 50 litri per persona. E’ gratuita e coperta dalla fiscalità generale.
4. L’erogazione del quantitativo minimo vitale garantito non può essere sospesa. In caso di morosità nel pagamento, il gestore provvede ad installare apposito meccanismo limitatore dell’erogazione, idoneo a garantire esclusivamente la fornitura giornaliera essenziale di 50 litri al giorno per persona.
5. Per le fasce di consumo domestico superiori a 50 litri giornalieri per persona, le normative regionali dovranno individuare fasce tariffarie articolate per scaglioni di consumo tenendo conto :
a) del reddito individuale; b) della composizione del nucleo familiare; c) della quantità dell’acqua erogata; d) dell’esigenza di razionalizzazione dei consumi e di eliminazione degli sprechi.
6. Le normative regionali dovranno inoltre definire tetti di consumo individuale, comunque non superiori a 300 litri giornalieri per abitante, oltre i quali l’utilizzo dell’acqua è assimilato all’uso commerciale; di conseguenza la tariffa è commisurata a tale uso e l’erogazione dell’acqua è regolata secondo i principi di cui all’articolo 2.
7. Le tariffe per tutti gli usi devono essere definite tenendo conto dei principi di cui all’articolo 9 della Direttiva 2000/60 CE e devono contemplare, con eccezione per l’uso domestico, una componente aggiuntiva di costo per compensare :
a) la copertura parziale dei costi di investimento; b) le attività di depurazione o di riqualificazione ambientale necessarie per compensare l’impatto delle attività per cui viene concesso l’uso dell’acqua; c) la copertura dei costi relativi alle attività di prevenzione e controllo.
Articolo 10 (Governo partecipativo del servizio idrico integrato)
1. Al fine di assicurare un governo democratico della gestione del servizio idrico integrato, gli enti locali adottano forme di democrazia partecipativa che conferiscano strumenti di partecipazione attiva alle decisioni sugli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione ai lavoratori del servizio idrico integrato e agli abitanti del territorio. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni definiscono, attraverso normative di indirizzo, le forme e le modalità più idonee ad assicurare l’esercizio di questo diritto.
2. Ai sensi dell’articolo 8 d. lgs. 267/2000, gli strumenti di democrazia partecipativa di cui al comma 1 devono essere disciplinati negli Statuti dei Comuni.
3. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il Governo definisce la Carta Nazionale del Servizio Idrico Integrato, al fine di riconoscere il diritto all’acqua, come definito all’articolo 9, comma 3, e fissare i livelli e gli standard minimi di qualità del servizio idrico integrato. La Carta Nazionale del Servizio Idrico Integrato disciplina, altresì, le modalità di vigilanza sulla corretta applicazione della stessa, definendo le eventuali sanzioni applicabili.
Articolo 11 (Fondo Nazionale di solidarietà internazionale)
1. Al fine di favorire l’accesso all’acqua potabile per tutti gli abitanti del pianeta, e di contribuire alla costituzione di una fiscalità generale universale che lo garantisca, è istituito il Fondo Nazionale di solidarietà internazionale da destinare a progetti di sostegno all’accesso all’acqua, gestiti attraverso forme di cooperazione decentrata e partecipata dalle comunità locali dei paesi di erogazione e dei paesi di destinazione, con l’esclusione di qualsivoglia profitto o interesse privatistico.
2. Il Fondo si avvale, fra le altre, delle seguenti risorse :
a) prelievo in tariffa di 1 centesimo di Euro per metro cubo di acqua erogata a cura del gestore del servizio idrico integrato; b) prelievo fiscale nazionale di 1 centesimo di Euro per ogni bottiglia di acqua minerale commercializzata.
3. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo emana un apposito regolamento per disciplinare le modalità di accesso al Fondo di cui al comma 1.
Articolo 12 (Disposizione finanziaria)
1. La copertura finanziaria della presente legge, per quanto attiene alla fiscalità generale, di cui all’articolo 8, comma2, e al Fondo Nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, di cui all’articolo 7, comma 1, è garantita attraverso :
a) la destinazione, in sede di approvazione della Legge Finanziaria, di una quota annuale di risorse non inferiore al 5% delle somme destinate nell’anno finanziario 2005 alle spese militari, prevedendo per queste ultime una riduzione corrispondente;
b) la destinazione di una quota parte, pari a 2 miliardi di Euro/ anno, delle risorse derivanti dalla lotta all’elusione e all’evasione fiscale;
c) la destinazione dei fondi derivanti dalle sanzioni emesse in violazione delle leggi di tutela del patrimonio idrico;
d) la destinazione di una quota parte, non inferiore al 10%, dell’I.V.A. applicata sul commercio delle acque minerali;
e) l’allocazione di una quota annuale delle risorse derivanti dall’introduzione di una tassa di scopo relativa al prelievo fiscale sulla produzione e l’uso di sostanze chimiche inquinanti per l’ambiente idrico;
2. Il Governo è delegato a adottare, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo di definizione della tassa di scopo di cui al comma 1, lettera e .
3. Le risorse destinate dagli Enti Locali al finanziamento del servizio idrico integrato, secondo le modalità di cui alla presente legge, non rientrano nei calcoli previsti dal patto di stabilità interno previsto dalla Legge Finanziaria annuale.
Articolo 13 (Abrogazione)
1. Sono abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la presente legge.

Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:21

Padre Alex Zanotelli per campagna "acqua pubblica"

http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article545

È appena iniziata la campagna di firme chè già ci sono state numerosissime adesioni. Stiamo capendo che se perdiamo sull’acqua, perderemo sulla sanità, sulla scuola, sui diritti dei cittadini.

L’anno scorso la società civile napoletana riuscì ad evitare la privatizzazione dell’ ATO 1, l’ambito territoriale di Napoli e Caserta. È da questa vittoria, insieme alle realtà di tutta Italia, che dobbiamo partire, ricordando che chi privatizza le risorse idriche è un ladro.
L’acqua è uno degli elementi fondamentali per l’uomo che al 70% è composto di tale elemento. L’acqua è fonte della vita: non c’è vita senza acqua. È l’elemento primordiale per eccellenza. È uno dei simboli religiosi più usato da tutte le religioni. Insieme con l’aria è uno dei beni indispensabili per la vita umana. Ecco perché è semplicemente scioccante per tutti sentir parlare di “privatizzare l’acqua”: “Ci manca che privatizziamo l’aria”, mi diceva una donna napoletana in metrò.. Sono vere e proprie bestemmie! Dobbiamo dire no a questa tendenza di morte: vuol dire la morte per milioni di poveri e il salasso dei nostri poveri.
La ragione fondamentale sono gli enormi interessi: l’acqua è ormai l’oro blu del futuro che sostituirà l’oro nero. Tant’è che “la banca Fideuram lo sa: vale più un litro di acqua che uno di petrolio…..”! Infatti senza petrolio possiamo vivere, senza acqua no. Le grandi multinazionali dell’acqua stanno mettendo le mani sul bene più prezioso dell’umanità. Loro sanno che è già scarsa oggi e che andrà scarseggiando. Di tutta l’acqua, solo il 3% è potabile. Di questo 3%, il 2,70% è usato nell’agricoltura industriale. Ci rimane solo lo 0,30% dell’acqua su cui c’è già una pressione enorme (ricordiamoci che il 20% ricco consuma l’87% dell’acqua potabile e che 1.400 miliardi dei poveri non hanno accesso all’acqua). Una pressione che andrà aumentando nel prossimo futuro (è di questi giorni una prova tangibile di ciò). Infatti la temperatura mondiale, per l’effetto serra, crescerà al minimo di due centigradi. Gli scienziati ci dicono che basta 1.5 centigradi in più per sciogliere nevai e ghiacciai. Ci salteranno così le fonti idriche. L’acqua sarà sempre più scarsa. Ecco perché le multinazionali stanno mettendo le mani su quest’acqua e ce la rivendono come acqua Dobbiamo avere il coraggio di dire no a questa logica. È chiaro che se noi l’accettiamo, vuol dire un altro peso insopportabile sulle classi deboli (100% aumento della bolletta e tagli dell’acqua se non si paga!) e sui poveri del mondo (avremo centinaia di milioni che moriranno di sete nel sud del mondo!)
La grande domanda è: l’acqua è fonte di vita o fonte di guadagno?
Sarebbe così bello che L’Italia potesse dare una “lezione di civiltà” e di etica Sono sicuro che ce la faremo: che vinca la vita! Alex Zanotelli

Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:16

Sfratto al Leoncavallo:Interrogazione Parlamentare

Forse non dovrebbe chiudere uno spazio autogestito così fondamentale per l'alternativa e la costruzione di un pensiero altro e indipendente.

martedì 6 giugno 2006.

In merito alla vicenda dello Spazio Pubblico Leoncavallo sottoposto a procedimento di sfratto, i deputati Farina, Giordano, Buffo, Fiano, Zanella, De Zulueta, Zipponi hanno presentato in data odierna la seguente interrogazione al Ministro degli Interni e al Ministro della Solidarietà Sociale.
Interrogazione urgente
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli Interni e il Ministro della Solidarietà Sociale per sapere premesso che
  il 23 giugno c.a. è previsto lo sfratto dello Spazio Pubblico Leoncavallo attivo in Milano dal 1975 e in cui operano oggi numerose associazioni legalmente costituite;
  lo sfratto è già stato rinviato quattro volte;
  alle tradizionali attività rivolte all’aggregazione e alla cultura underground e giovanile si sono nel tempo aggiunte funzioni di servizio rivolte all’immigrazione e a soggetti deboli che costituiscono oggi una consolidata e riconosciuta esperienza;
  si è costituita la Fondazione “La città che vogliamo” con lo specifico intento di facilitare la soluzione di questa pluridecennale vicenda;
  è in essere da alcuni mesi un tavolo di lavoro comprendente la Provincia di Milano, la proprietà dell’immobile la Fondazione e una rappresentanza delle associazioni precedentemente ricordate;
  la soluzione positiva avrebbe un valore significativo anche per analoghi casi presenti sul territorio nazionale;
  compaiono sui quotidiani locali articoli e dichiarazioni volti a far lievitare un ingiustificato clima di tensione;
* se il ministro è a conoscenza dei fatti sopra ricordati;
* se non ritiene utile attivare la Prefettura di Milano per monitorare e facilitare un esito positivo del percorso negoziale in atto;
I deputati:
Daniele Farina
Franco Giordano
Gloria Buffo
Emanuele Fiano
Luana Zanella
Tana De Zulueta
Maurizio Zipponi
Roma, 6 giugno 2006
Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:12

perchè una ciclofficina

http://ciclofficina.homelinux.org/perche.html

La Ciclofficina Popolare è nata da un'idea di partecipanti allaCritical Mass per moltiplicare uso, coscenza, visibilità, consapevolezza di utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto personale urbano e non solo, ma anche per condividere mezzi e conoscenze sulla manutenzione, riparazione, assemblaggio della bicicletta, per rianimare vecchie bici abbandonate in cantina, per riparare camere d'aria, per avere bici di cortesia da prestare, per raccogliere pezzi di ricambio ma anche per assemblarli o barattarli.

Per chi ama sporcarsi di grasso, per chi vuole la bici sempre in perfette condizioni, per chi non ha soldi per andare dal ciclista, per chi vuole imparar-facendo, per realizzare velocipedi di fantasia, cerchioni da sogno, bici che salgano sui muri, che volino, che nuotino, by-chopper, tandem a 2+, bici a due piani, sistemi sonori ciclotrasportati, rimorchi, spintonatori, sistemi di arte visiva da strada, cyclo-pennello, cyclo-bar, cyclo-orto, cyclo-banner, tricicli, generatori a pedali...

...per incontrare "troglo-cicliste/i" con cui immaginare, ideare e condividere esperienze di esplorazione del territorio extraurbano; per esplorare tracciati, percorsi e stazionamenti nell'agro romano ed oltreeeee...

...per produrre idee, testi, disegni, cyclostilati, volantini, locandine, striscioni, spot, ecc... per raccogliere libri, videocassette, Cd-Rom ecc..., per realizzare spillette, adesivi, magliette, gadget...

...per liberarsi dai meccanismi consumistici compra/butta/ricompra/ributta..., per liberarsi dall'inquinamento acustico e dell'aria, per la liberazione dei velocipedi imprigionati, per liberarsi dagli idrocarburi e dalle guerre, per sciogliere cellulite, rassodare e arrotondare i glutei, per sperimentazioni di cyclokamasutra, per "inserire" un granello di sabbia nei motori a scoppio, per liberarsi di sprechi, alienazione, sfruttamento di persone e risorse, per liberarsi da regole, divieti, multe e patente a punti...

...per volare liberi come farfalle.
La ciclofficina si sostiene con i soli contributi volontari sottoscritti dei frequentatori (sia in Euri che in bici/attrezzi/ricambi, nonché in natura, tempo, ironia, carboidrati, ecc...); Si organizzano inoltre (tempo ed energie permettendo) corsi per insegnare a grandi e piccini ad andare in bici, cene, concerti, spettacoli teatrali, e altre iniziative.

CHE ASPETTI? VIENI A TROVARCI!

Domenica, 21 Gennaio, 2007 - 14:15

mozione su area giardino Via Barabino 2

Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio di Zona 4
Paolo Zanichelli
Alla cortese attenzione del Presidente della Commissione Educazione e Biblioteche
Antonella Di Troia

MOZIONE
Oggetto: ripristino della condizione di piena utilizzabilità dell’area interna alla Scuola Materna di Via Barabino finalizzata all’educazione ambientale ed ecologica dei bambini
CONSIDERATA
la mozione presentata dalla consigliera Marilena Adamo e dal consigliere Marco Cormio il 7 luglio 2003 nella scorsa consiliatura, avente come oggetto un ordine del giorno riguardante la scuola materna di Via Barabino, il cui testo è allegato alla presente mozione, sollecitante la predisposizione di misure atte a riportare alla piena utilizzabilità il giardino, adibito al contatto dei bambini con la natura e gli animali ad alto scopo didattico integrativo, oggi in pieno stato di degrado e di abbandono.
PRESO ATTO DI FATTO
dell’esistenza di un’area di 5000 mq, interna alla scuola la cui struttura risale ai primi anni 50, adibita all’utilizzo in ambito didattico integrativo da parte dei bambini di un giardino comprensivo di un laghetto, di un orto, di un frutteto e di un villaggio in miniatura formato da sei cassette a misura di bambino, tra cui una conigliera, la cui finalità consiste nell’educare il bambino a confrontarsi con la natura e a rispettare la medesima, in pieno contatto con gli animali, all’insegna del rispetto dell’ambiente
VISTA
la situazione di forte degrado e abbandono delle strutture preposte a tale utilizzo integrativo didattico di grande valenza nell’ambito dei servizi educativi per l’infanzia presenti nella nostra città, data la mancanza di personale adibito a curare gli animali possibilmente presenti nell’area e all’assenza di provvedimenti funzionali a mantenere le strutture funzionali allo scopo didattico e formativo dell’area
RISCONTRATOSI CHE
nonostante l’ordine del giorno proposto dai consiglieri Adamo e Cormio e le ripetute sollecitazioni di intervento proposte da parte dell’utenza scolastica, i genitori, e il corpo insegnante, volte a richiedere il ripristino di una situazione atta a garantire la piena fruizione di questo patrimonio educativo, non siano state pfrese fino a oggi da parte del Settore Amministrativo preposto, degli assessorati competenti e del Comune medesimo misure atte a intervenire efficacemente
SI RICHIEDE
al Consiglio di Zona e alla Commissione Educazione di predisporre misure e di assumere decisioni che siano finalizzate a richiedere al Settore e agli assessorati competenti di provvedere a destinare fondi necessari per ripristinare la situazione di piena agibilità del giardino interno alla scuola materna di grande valore patrimoniale nel campo dell’educazione ambientale e della sperimentalità didattica integrativa, come ha potuto rilevare la mostra “Un giardino per educare”, effettuata nel giugno 2003 in collaborazione fra l’Istituto Statale Virgilio e il Liceo Artistico Statale
SI RICHIEDE altresì
di istituire forme di coordinamento e di confronto tra il Consiglio di Zona, le strutture scolastiche presenti nella circoscrizione, dove è già avviata un’esperienza di questo calibro, oppure dove ancora devono sperimentarsi forme di integrazione didattica preposte a questo scopo educativo, li assessorati competenti, con ausilio di soggetti associativi privati, finalizzato a garantire un lavoro congiunto che predisponga un progetto complessivo destinato all’estensione di forme e canali di natura didattico educativa preposte alla valorizzazione del patrimonio ambientale e del confronto tra bambino e natura, come nel passato ha caratterizzato l’attività della scuola materna di Via Barbino.
proponente
Alessandro Rizzo – Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano

Sabato, 20 Gennaio, 2007 - 13:22

PIANO URBANO DELLA MOBILITA' - STATO DI ATTUAZIONE

PIANO URBANO DELLA MOBILITA' - STATO DI ATTUAZIONE 2006, VARIANTE E AGGIORNAMENTO 2006
Il Piano Urbano della Mobilità, approvato dal Consiglio Comunale il 19 marzo del 2001, è strumento di pianificazione, introdotto dalla legge 340 del 2000, di ampio respiro il cui compito è quello di delineare gli scenari di sviluppo della mobilità con un'ottica strategica, legata allo sviluppo sostenibile dell'area urbana.
Il PUM che ne è scaturito ha quindi indicato le linee strategiche di sviluppo della mobilità nella città valutando la congruenza tra componenti di mobilità e componenti ambientali sulla base di alcune ipotesi sia di sviluppo demografico che di trend della mobilità proprio in relazione alle trasformazioni urbane in atto ed alla progressiva dotazione di infrastrutture.

Obiettivo prioritario dichiarato è quello di aumentare quantitativamente e qualitativamente l’offerta di trasporto pubblico nell'ottica dell'integrazione modale, sviluppando la dotazione infrastrutturale e garantendo obiettivi di sicurezza e sostenibilità, con il traguardo, per l’arco del decennio, del 60% di riparto modale a favore del mezzo pubblico.
A cinque anni dall'approvazione si è ritenuto utile, al fine di indirizzare le scelte future, verificare, mediante un "Rapporto intermedio", lo stato di attuazione degli interventi, il trend di raggiungimento degli obiettivi e il superamento di alcune previsioni che sono state modificate e/o integrate da nuove occasioni di intervento, evidenziando come molte delle misure strategiche che il PUM individuava sono state di fatto attivate.
Sono nati quindi due documenti:
  • PUM variante e aggiornamento 2006
  • PUM stato di attuazione 2006
Il documento denominato “PUM variante e aggiornamento 2006” introduce le varianti rese necessarie dal mutamento di alcune situazioni e da nuove occasioni di intervento, andando comunque nella direzione degli obiettivi dichiarati. La relazione e il Quaderno delle Tavole illustrano le varianti relative agli interventi nel settore stradale, nel settore del trasporto merci, nel sistema di trasporto collettivo e le azioni per il miglioramento della qualità dell’aria.

Il documento denominato “PUM stato di attuazione 2006” non vuole avere la valenza di un nuovo Piano Urbano della Mobilità, per il quale sarebbe necessario invece impostare un lavoro di maggiore dettaglio e di più ampio spettro con un tavolo di lavoro a forte interdisciplinarità con la presenza dei diversi attori istituzionali. Viceversa si è voluto dare indicazioni per una verifica puntuale di quanto è stato fatto, di quanto è in corso di attuazione e di ciò che, seppur non previsto, segue le linee di indirizzo. La ricognizione dello stato di fatto e l’aggiornamento documentate nella relazione e nelle 9 tavole riguardano i settori ferroviario, stradale, trasporto merci, trasporto collettivo, le azioni per il miglioramento della qualità dell'aria, il Mobility Management e il sistema integrato di monitoraggio, controllo e gestione del traffico e del territorio.

Rispetto al passato oggi il Comune di Milano è in condizione di poter rilevare con sempre maggiore previsione i dati di mobilità sul territorio. Nuove fonti di dati sono:

  • il sistema di monitoraggio del traffico in tempo reale che garantisce la rilevazione dei flussi di traffico sulla rete stradale;
  • il sistema di monitoraggio del trasporto pubblico locale, che garantisce la conoscenza dei carichi delle linee di trasporto;
  • la nuova indagine sulla mobilità delle persone nell'area milanese, in corso di elaborazione, che permetterà di aggiornare i dati (sia sotto l'aspetto quantitativo che, soprattutto, sotto l'aspetto della struttura delle relazioni) sui motivi e i modi degli spostamenti.

    Particolarmente importante nelle strategie di governo della mobilità, per le quali il PUM indicava le linee di indirizzo, è l'attività in corso per la realizzazione del sistema integrato di monitoraggio, controllo e gestione del traffico e del territorio. Il completamento del sistema, nelle sue componenti primarie, avrà luogo tra il 2006 ed il 2007.
    Con tale premessa si è quindi scelto di mantenere, in questi rapporti, la struttura che era stata data alla trattazione degli interventi previsti nel documento approvato, aggiungendo alcune voci che, nell'attuazione, hanno assunto una certa valenza ma, seppure già presenti, non avevano una sezione dedicata.

     
    Gli ambiti di intervento del PUM
    Obiettivo quindi, a metà percorso rispetto all'orizzonte temporale del PUM, è quello di individuare i segnali che la città ha mostrato relativi ad una modifica e inversione dei trend negativi per i quali il PUM stesso aveva indicato le strategie di intervento e stilare un documento sostanzialmente di ricognizione dello stato dell'arte con l'aggiornamento di quegli elementi che sono stati oggetto di nuove proposte progettuali.

Sabato, 20 Gennaio, 2007 - 11:06

Lettera Aperta al Sindaco

====  Questa lettera  non contiene accenti per facilitare la compatibilita' tra sistemi operativi diversi.    ====

Lettera Aperta al Sindaco di Milano Letizia Moratti
in quattro puntate e un epilogo

Gentilissimo Sindaco,
ho deciso di scriverLe questa lettera per raccontarLe una storia che spero considerera'  istruttiva:  vi si parla di casa lesionate e di fondamenta danneggiate, del modo di operare degli uffici comunali, di come non abbiano funzionato ne' i controlli democratici ne' quelli tecnici, fino a procurare danni ingenti, prevedibili e previsti - e di come la Sua amministrazione ha ora deciso di premiare chi ha procurato il danno.
caro Concittadino che leggi questa lettera,
e' una storia incredibile, che non avremmo mai creduto potesse accadere nella nostra citta' - ed e' purtroppo solo il primo di una lunga, prevedibile serie di disastri; i danni, naturalmente, finira' per pagarli il Comune.
- ed e' purtroppo solo il primo di una lunga, prevedibile serie di disastri; i danni, naturalmente, finira' per pagarli il Comune.
Finche' non saranno rimosse le cause, esperienze come questa sono destinate a ripetersi con sempre maggiore frequenza: alcuni di noi subiranno danni alle case, gli altri contribuiranno con le loro tasse a rimborsarli; altri ancora, nel frattempo, si saranno arricchiti.


1 - Le Mani sulla Citta'

Nel cuore della notte si senti' un colpo secco, o forse erano solo i calcinacci che cadevano sul letto, sul tavolo, nella camera dei bambini, mentre nelle pareti e sul soffitto e nel pavimento si aprivano crepe profonde, che lasciavano entrare la luce della strada, le voci allarmate dei vicini. Avrebbe potuto essere un terremoto, come in  Friuli, o lo sconquasso provocato da costruttori poco scrupolosi, come a Sarno o nella Napoli di Lauro - ma qui siamo a Milano, e questi terremoti artificiali non si verificano contro la legge, sono anzi certificati dal Comune, avvengono sotto il suo controllo e con il suo consenso.
Gli abitanti di via Ampere e via D'Ovidio scoprirono che si voleva costruire a ridosso delle loro case un garage sotterraneo trovando nella posta i volantini delle imprese di costruzione [documento 1] che vendevano i box. In un paese civile sarebbe stato il Comune a informarli per lettera, avrebbe chiesto pareri e osservazioni - ma qui siamo in Italia, e basta attenersi al criterio minimo di esporre la notizia "nell'albo comunale" come prescrive il codice. Se poi uno non se lo va a leggere, non e' certo colpa del Comune, che con la legge e' a posto.
Per dirla in burocratese: " pur comprendendo il Vs legittimo disappuntoper la mancata consultazione cittadina da parte del consiglio di Circoscrizione nel 1994, corre l'obbligo di precisare che l'inserimento di tale localizzazione nel nuovo aggiornamento del Programma Urbano Parcheggi ha rigorosamente seguito le procedure stabilite dalla  normativa vigente" (lettera del Direttore di Progetto Avanzini,1999) [documento 3].
L'area era stata identificata dai tecnici comunali come adatta a ospitare un parcheggio di tre piani sotterranei, per 120 box, nell'ambito del V piano Urbano Parcheggi; la gara per l'appalto fu bandita nel 1998; nessuno aveva pero' controllato cosa ci fosse nel sottosuolo, ne' come fossero le fondamenta delle case. Non e' che il Comune non disponesse di informazioni sullo stato della falda e non avesse in archivio i progetti strutturali delle case; ma in definitiva tutte le analisi si svolsero tenendo presente solo due dati: una cartina della zona, sulla quale identificare un'area "adatta", e una valutazione degli Uffici comunali del fabbisogno di posti maccchina - o per meglio dire, la valutazione che per dei privati scavare un garage in quell'area comunale sarebbe stato conveniente.
Le imprese interessate dovevano tutte fornire un progetto per i tre piani (o piu') sotterranei, sapendo che avrebbero conquistato tanti piu' punti quanti piu' box avessero previsto di realizzare; uno dei requisiti chiedeva che almeno la meta' dei posti auto fosso gia' prenotato: ecco perche' i cittadini si ritrovarono nella posta quelle offerte di prenotazione.
Ma c'era anche un volantino diverso dagli altri [documento 2]: la Cooperativa Citta' Studi Nuova affermava di conoscere bene l'area proposta dal Comune, e di prevedere problemi di natura tecnica; proponeva percio' una localizzazione alternativa poco distante, sotto l'edificio che ospita gli spogliatoi della Piscina Romana: lo scavo sarebbe stato sempre di 3 piani, ma avrebbe permesso la realizzazione di 210 box - e a fine lavori gli spogliatoi sarebbero stati ricostruiti. Nonostante questa proposta fosse compatibile con gli estremi del bando, fu esclusa dalla gara.
Nel frattempo, messi sull'avviso, i cittadini si erano organizzati in Comitato; come prima cosa chiesero di visionare i progetti di massima elaborati dai tecnici comunali, ma questo fu sempre loro impedito con i metodi abituali della burocrazia (una volta mancava una autorizzazione, una volta bisognava aspettare un mese, una volta mancava il dirigente...).
Riuscirono comunque a raccogliere le informazioni necessarie a contestare tre elementi di rischio: la eccessiva profondita' dello scavo, la falda idrica in continua risalita, gia' verso gli 11 metri, e l'estrema vicinanza dello scavo alle case,  costruite negli anni '30 con le tecniche di quegli anni e fondamenta assai fragili, in mattoni.
Un dirigente comunale scrive nel '99, per rassicurare i cittadini: il parcheggio sara' di soli di tre piani, percio' lo scavo non tocchera' la falda e non deve suscitare preoccupazione - ma la gara viene vinta dalla Cooperativa Eugenia Quinta a r.l., che prevede di scavare sei piani sotterranei; le viene assegnata la vittoria nonostante il verbale della Commissione rilevi che tre punti qualificanti non sono stati rispettati [documento 4].
E non si tratta di punti da poco: manca l'approvazione del progetto, manca la dimostrazione che almeno il 50% dei posti sono prenotati, non e' individuata una impresa di costruzioni adeguata... Solo nel 2002 infatti il Sindaco Albertini, avvalendosi dei suoi poteri straordinari che scavalcano leggi e regolamenti, riuscira' a sbloccare la gara [documento 4].
Ora, signor Sindaco, quei tre piani in piu' li possiamo vedere (come ha fatto la Commissione che asegnava gli appalti) come un titolo preferenziale, un vantaggio per i cittadini, oppure invece come una modifica che vanifica tutte le argomentazioni a favore del progetto incentrate sulla non pericolosita' di uno scavo di soli tre piani - in altre parole, Signor Sindaco, o i suoi uffici non si parlano, oppure negli uffici comunali un unico criterio, quello del vantaggio economico, fa premio su tutto, anche sulla sicurezza dei cittadini.
Infatti, una volta approvato il nuovo il progetto, le lettere del Direttore del settore Strade e Parcheggi, ingegner Stefani (un nome che incontreremo spesso in questa cronaca) ribaltano tutti gli argomenti precedenti, e con essi ogni residua credibilita' dell'amministrazione comunale: "il bando pubblicato nel 1998 ipotizzava ... un parcheggio interrato di almeno 3 piani per circa 135 posti auto ... La Cooperativa Eugenia V Srl, individuata quale migliore offerente, aveva proposto un parcheggio di 5 piani per 269 posti auto" [documento 6]; e ancora, a chi si preoccupa per la stabilita' degli edifici "si puntualizza che la Convenzione che dovra' essere stipulata tra il Comune di Milano e la Cooperativa Eugenia ... prevedera' clausole idonee a garantire, sia con indagini e rilievi ... preliminari, sia con apposite polizze assicurative, le necessarie condizioni di sicurezza per gli edifici circostanti" [documento 5].
Indagini e rilievi non si accordano sulla reale profondita' della falda, generando un balletto di cifre che la innalza e la abbassa a seconda della convenienza, fino al duro impatto con la realta', che costringera' a modificare precipitosamente il progetto, dopo aver danneggiate le case circostanti; l'assicurazione, congrua secondo i dirigenti del Comune, risultera' essere di soli 500.000 Euro - a fronte di un danno stimato che gia' ora supera i dieci milioni...
I cittadini, avendo sollevato dubbi e osservazioni sulla profondita' dello scavo e della falda, si sarebbero aspettati una serie di controlli rigorosi; purtroppo, per il Comune di Milano (in disaccordo con Consiglio di Stato e l'Authority sui Lavori Pubblici) gli scavi dei parcheggi sono opere private, e quindi sottratte alla legge Merloni, che impone regole molto severe  sulla progettazione, lo studio del terreno, la sicurezza - ma questo aumenterebbe i costi; addirittura, afferma l'Ingegner Stefani "per quanto riguarda il progetto esecutivo, si fa presente che che per queste opere i progetti esecutivi vengono sviluppati contestualmente all'avanzamento lavori, non trattandosi di opere pubbliche, per le quali e' obbligatoria, per legge, l'approvazione degli esecutivi prima dell'avvio dei lavori" [documento 6].
Pero', curiosamente, quando si tratta di difendere i progetti davanti al TAR improvvisamente i parcheggi da privati diventano opere di pubblica utilita' - un argomento che spesso, finche' non e' troppo tardi, fa breccia nei magistrati amministrativi.
A questo punto, con il progetto definitivo e l'assegnazione del bando, con i cittadini allarmati che devono organizzarsi e pagare di tasca loro esperti e perizie per conoscere quello che il Comune dovrebbe comunicare gratis, entra in scena, quasi a tempo scaduto, il Consiglio di Zona 3 - e sara' l'unico organo elettivo a occuparsi della questione.
Carlo Ippolito

***
Del Consiglio di Zona, e del dibattito che vi si e' svolto, parlero' nella prossima puntata: e vedra', Signor Sindaco, che c'e' materiale di riflessione non solo per Lei e per la Sua maggioranza, ma anche per i Consiglieri e i Partiti dell'opposizione.
I documenti principali su questa puntata sono pubblicati all'indirizzo http://www.arianuovainlombardia.it/
La prossima puntata, dal titolo "Le Fragili Fondamenta della Democrazia",  uscira' tra qualche giorno,
e spieghera' come un progetto cosi' pernicioso sia potuto passare al vaglio del Consiglio di Zona - quell'organo che dovrebbe costituire l'anello di congiunzione tra il Comune e la realta' locali, il prezioso strumento di dialogo tra l'amministrazione e i cittadini, che riavvicina questi ultimi alla politica.... e li scaraventa fuori dal letto alle quattro del mattino, sotto una pioggia di calcinacci.

e li scaraventa fuori dal letto alle quattro del mattino, sotto una pioggia di calcinacci.

Nel frattempo, cari concittadini, fate circolare questo articolo.
Se volete correggere o commentare qualcosa, scrivete a info@arianuovainlombardia.it
Se volete invece far conoscere al Sindaco Moratti la vostra opinione:
Sindaco Letizia Moratti Palazzo Marino Piazza della Scala n.2 - 20121 Milano
tel. 884.50001/9        fax  884.50007         email: sindaco.moratti@comune.milano.it

Elenco dei documenti della prima puntata
pubblicati sul sito http://www.arianuovainlombardia.it/:

1 -  Come i cittadini vengono a sapere che si vuole costruire un parcheggio a ridosso delle fondamenta delle case:
Volantini di imprese di costruzione; il primo, col suggestivo disegno, e' l'offerta della  CO.RI.CI. Srl (Cooperativa Eugenia V Srl) che poi vincera' la gara. Ci si iscrive alle cooperative per poche lire (per partecipare al bando le Cooperative devono avere prenotazioni per almeno la metà dei posti auto).
Ci si iscrive alle cooperative per poche lire (per partecipare al bando le Cooperative
 Come i cittadini vengono a sapere che si vuole costruire un parcheggio a ridosso delle fondamenta delle case:Ci si iscrive alle cooperative per poche lire (per partecipare al bando le Cooperative
2 - Una cooperativa partecipa al bando, ma solleva obiezoioni sulla localizzazione, segnala pericoli e propone una alternativa:
- Una cooperativa partecipa al bando, ma solleva obiezoioni sulla localizzazione, segnala pericoli e propone una alternativa:
Primo allarme: volantino della Cooperativa Citta' Studi Nuova
3 - Risposta ai cittadini  del Direttore di Progetto Avanzini
Sostiene che non c'e' pericolo, si scaveranno soltanto 3 piani.

4 - assegnazione alla Cooperativa Eugenia V Srl - verbale della Commissione.
I piani sono diventati  6 (5+1)  (ma l'assegnazione non e' definitiva, perche' la cooperativa non e' in regola) - l'ingegner Stefani sblocca finalmente il concorso nel 2002.

5 - il Direttore del settore Strade e Parcheggi Ing. Stefani , lettera del 15/7/02
A progetto approvato, l'Ingegner Stefani rassicura i cittadini, garantisce che non ci saranno rischi per la stabilita' e che sara' sottoscritta una assicurazione a protezione degli interessi dei vicini. Garantisce anche che sara' garantito l'accesso alle automobili, ai mezzi di soccorso e ai camion della NU durante i lavori.

6 - Altre spiegazioni e rassicurazioni da parte del Direttore del settore Strade e Parcheggi: lettera del 2/4/2005
(§A) "il bando pubblicato nel 1998 ipotizzava ... un parcheggio interrato di almeno n. 3 piani per circa 135 posti auto ... La Cooperativa Eugenia V Srl, individuata quale migliore offerente, aveva proposto un parcheggio di n. 5 piani per n. 269 posti auto ...."
(§B) "L'altezza della Falda e' gia' nota al Concessionario che, per tale motivo, prevede la realizzazione di un tampone di fondo e di una adeguata impermiabilizzazione dei muri perimetrali del parcheggio."
(§C)"per quanto riguarda il progetto esecutivo, si fa presente che che per queste opere i progetti esecutivi vengono sviluppati contestualmente all'avanzamento lavori, non trattandosi di opere pubbliche, per le quali e' obbligatoria, per legge, l'approvazione degli esecutivi prima dell'avvio dei lavori."
Venerdì, 19 Gennaio, 2007 - 16:21

Confusione su misure antitraffico a Milano

Milano, 10 Gennaio 2007

Dopo la farsa del ticket (pollution charge), confusione ora anche sull'idea di estendere in modo massiccio il parcheggio strisce blu su tutta la città.
Se siete interessati potete leggere l'articolo apparso oggi su Repubblica (allegato 1) e il Comunicato ANSA (allegato 2) in cui è indicata una sentenza della Cassazione dove si dice che non si possono istituire aree a strisce blu senza adeguate aree a parcheggio libero (non si pagano le multe).
Complimenti per il tempismo.

Ivano Grioni
Cons. Zona 7
L'Ulivo

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