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Il Blog di Donatella Elvira Camatta | www.partecipaMi.it
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Martedì, 13 Febbraio, 2007 - 12:04

Finanziaria 2007 per rottamazione auto inquinanti

http://www.ecodallecitta.it

Ecco il riassunto delle novità
La Legge Finanziaria 2007 (Legge 27.12.2006, n. 296 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 299, supplemento ordinario n. 244, del 27.12.2006) prevede una serie di novità e modifiche in vari ambiti che hanno riflessi, diretti o indiretti, sul PRA e sulle Tasse Automobilistiche.

Elenchiamo di seguito alcune delle novità.

  1. Nel caso di rottamazione di un autoveicolo "euro 0" o "euro 1" senza acquisto di un veicolo nuovo, se il veicolo viene consegnato ad un demolitore autorizzato dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2007 è previsto un contributo pari al costo della demolizione - ai sensi dell'art. 5 D.Lgs. 209/2003 e succ. mod. - nei limiti di € 80 a veicolo. Tale contributo sarà anticipato dal centro di demolizione autorizzato; si prevede anche il rimborso dell'abbonamento annuale al trasporto pubblico locale nell'ambito del comune di residenza e di domicilio, se colui che effettua la rottamazione non risulti intestatario di veicoli registrati.

  2. Nel caso di rottamazione di autovetture e di autoveicoli "euro 0" o "euro 1" con acquisto di autovetture nuove immatricolate come "euro 4" o "euro 5", che emettono non oltre 140 grammi di CO2 al km, sono previsti: un contributo di € 800;
    l'esenzione dal pagamento delle Tasse Automobilistiche per un periodo di due annualità. L'esenzione sarà di tre annualità se il veicolo nuovo ha cilindrata inferiore a 1300 cc. e se, pur se con cilindrata superiore o uguale a 1300 cc., è acquistato da persone fisiche il cui nucleo familiare, certificato da idoneo stato di famiglia, sia formato da almeno sei componenti, i quali non risultino intestatari di autovetture o autoveicoli.
    Le disposizioni di cui sopra valgono per i veicoli nuovi il cui contratto d'acquisto sia stato sottoscritto dal 3 ottobre 2006 e fino al 31 dicembre 2007 e comunque immatricolati non oltre il 31 marzo 2008. Il contributo spetta anche nel caso in cui il veicolo demolito sia intestato ad un familiare convivente, risultante dallo stato di famiglia.
  3. Nel caso di rottamazione di autocarro - avente sin dalla prima immatricolazione da parte del costruttore la medesima categoria e peso complessivo non superiore a 3,5 tonnellate ed immatricolato "euro 0" o "euro 1" - a fronte dell'acquisto di autocarro di peso complessivo non superiore a 3,5 tonnellate immatricolato come "euro 4" o "euro 5", è previsto: un contributo di € 2000 per ogni autocarro (individuato ex art. 54, comma 1, lettera d) D.Lgs. 285/92). Le disposizioni di cui sopra valgono per i veicoli nuovi il cui contratto d'acquisto sia stato sottoscritto dal 3 ottobre 2006 e fino al 31 dicembre 2007 e comunque immatricolati non oltre il 31 marzo 2008. Il contributo spetta anche nel caso in cui il veicolo demolito sia intestato ad un familiare convivente, risultante dallo stato di famiglia.
  4. Nel caso di acquisto di autovettura e/o di autocarro nuovo, omologato dal costruttore per la circolazione anche mediante alimentazione, esclusiva o doppia, del motore con gas metano o GPL, alimentazione elettrica ovvero ad idrogeno, è previsto: un contributo di € 1500; - un ulteriore contributo di € 500 se il veicolo ha emissioni di CO2 inferiori a 120 grammi per chilometro.
    Dette agevolazioni sono cumulabili con quelle di cui ai punti 2 e 3 e hanno validità per i veicoli nuovi il cui contratto d'acquisto sia stato sottoscritto dal 3 ottobre 2006 e fino al 31 dicembre 2009 e comunque immatricolati non oltre il 31 marzo 2010. Il contributo spetta anche nel caso in cui il veicolo demolito sia intestato ad un familiare convivente, risultante dallo stato di famiglia.
    La Legge recita che il contributo di cui ai punti 2, 3 e 4 non spetti per gli acquisti di veicoli per la cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività dell'impresa.
  5. Nel caso di rottamazione di motocicli "euro 0" a fronte di acquisto di motocicli nuovi "euro 3", è prevista: l'esenzione dal pagamento delle Tasse Automobilistiche per cinque annualità; un contributo, anticipato dal centro di demolizione autorizzato, pari al costo della demolizione nel limite di € 80 a motociclo.
    Le agevolazioni e i contributi hanno validità per i motocicli nuovi, il cui contratto d'acquisto sia stato sottoscritto dal 1° dicembre 2006 e fino al 31 dicembre 2007 e comunque immatricolati non oltre il 31 marzo 2008.
    Per i motocicli acquistati dal 1° dicembre 2006 al 31 dicembre 2006, la consegna agli Uffici Provinciali ACI della dichiarazione sostitutiva, della copia del certificato di rottamazione e della copia del contratto di acquisto e la consegna al demolitore autorizzato possono essere effettuate entro il 31 gennaio 2007.
  6. Tasse automobilistiche Nuovo tariffario
    La Legge Finanziaria 2007 al comma 321 dell'art. 1 ha introdotto significative differenze tariffarie per le autovetture e gli autoveicoli introducendo due criteri: tassazione in base alla normativa "euro" sulle emissioni inquinanti; introduzione di una sovrattassa per i veicoli superiori a 100 KW o a 136 CV, da calcolare su ogni KW/CV ulteriore rispetto ai 100 KW/136 CV
    Il tariffario 2007 ricomprende anche nuove tariffe differenziate in base alla normativa "euro" sulle emissioni inquinanti per i motocicli, ai sensi del comma 63 dell'art. 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006 n. 262 convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2006 n. 286.
    Per le autovetture ed i veicoli per il trasporto promiscuo con alimentazione (esclusiva o doppia) elettrica, a gas metano, a GPL, a idrogeno - a prescindere dalla tipologia di "euro" - restano invariate le tariffe dell'anno 2006, ferme restando eventuali ulteriori agevolazioni già disposte dalla singole Regione Lombardia. Tale disposizione ha valore per le periodicità decorrenti dal 1° gennaio 2007 sia per i veicoli omologati dal costruttore con tali caratteristiche a decorrere dalla data di immatricolazione, sia per i veicoli sui quali il sistema di doppia alimentazione venga installato successivamente alla immatricolazione a decorrere dalla periodicità successiva alla variazione di alimentazione.
  7. Agli incentivi nazionali sopra elencati bisogna aggiungere quelli locali stanziati da alcune Regioni (il Piemonte ne è un esempio)

Martedì, 13 Febbraio, 2007 - 12:02

Pm 10, le pagelle 2006 di Milano e Torino

http://www.ecodallecitta.it

Piccolo calo dei giorni di superamento, piccolo aumento della media annua. Alla centralina Verziere di Milano da 144 a 139 giorni, ma la media sale da 50 a 52. Alla Consolata di Torino la media a 67 microgrammi
Da una prima stima fatta incrociando i dati Arpa con stime della nostra redazione, i giorni di superamento del limite dei 50 microgrammi sembrano leggermente diminuiti a Milano e Torino ma la media annuale (che non dovrebbe superare i 40 mcg)non è affatto calata.

Alla centralina del Verziere i giorni di superamento erano stati 145 nel 2005, ora nel 2006 son calati a 139. Ma la media annuale (calcolata con un parametro, perchè il dato in origine non è gravimetrico) è salita da 50 a 52.

Alla centralina di via Juvarra la media è salita da 55 a 56.

Ancora più netta la tendenza a Torino. Alla centralina di via Consolata i giorni di superamento son calati dai 199 del 2005 ai 185 del 2006. Ma la media è salita dal 64,9 al 67%. Alla centralina di via Grassi i giorni son calati da 196 a 191 ma la media è salita da 68,4 a 70,7.

8 gennaio 2007

Martedì, 13 Febbraio, 2007 - 12:00

ZONE 30: il traffic calming possibile

Un interessante dossier della Regione Piemonte delinea come sia importante per uno sviluppo urbanistico partecipato e sostenibile l'attuazione del progetto ZONA 30, ossia quelle zone delle città in cui il limite massimo di velocità per gli autoveicoli è fissato a 30 km/h. L'applicazione trova forte sviluppo, ormai si parla di 30 anni della sua attivazione, a Chambery, in Francia, dove si testimonia come lo sviluppo e l'implementazione di questo progetto abbia non solo decongestionato il traffico cittadino, ma anche abbia alimentato proposte di riqualificazione ambientale e urbana di notevole portata, nonchè, infine, la diminuzione considerevole della cosiddetta sinistrosità. E' chiaro che un automobile che percorre un tratto a 50 km/h, se non anche 70, come è ancora presente in alcune zone della città, ha maggiore probabilità di impattare contro un pedone, provocando un'alta possibilità di uccidere la persona stessa, rispetto a un'autovettura che va a 30 km/h, dove questa percentuale diminuisce di ben il 65% - 70%.
In Piemonte il rapporto dell'attuazione di questa disposizione, in Italia non altamente condivisa in altre esperienze municipali, e nei PUT, ossia nei progetti urbani del traffico, è soddisfacente: le realtà dove sono state applicate le ZONE 30 ha migliorato complessivamente la qualità della vita e dell'aria, nonchè dell'ambiente, oltrechè avere scagionato pericoli per l'incolumità della persona e la sua sicurezza soggettiva. Certamente è probabile che, se non partecipata dalla cittadinanza residente la realizzazione progressiva delle ZONE 30, i risvolti positivi derivanti da essa potrebbero diminuire nella loro entità e quantità: a Stoccolma il semplice abbassamento del limite massimo di velocità non ha procurato benefici alcuni, manentendo inalterato il numero dei casi di sinistri e di inquinamento, nonchè di infrazioni da parte degli automobilisti. Se la realizzazione di ogni progetto integrabile nel complessivo disegno del PUT, come dovrebbe insegnare la disciplina urbanistica civile, fosse preceduta dalla consapevolezza e dalla presa coscienza da parte della maggioranza della cittadinanza dell'utilità e dell'importanza di queesto tipo di provvedimento, i casi di fallimento dell'applicazione delle ZONE 30 diminuirebbero in termini assoluti in modo considerevole.
Prendiamo l'esempio di Chambery, della cittadina francese dove le ZONE 30 sono ormai la maggioranza dei casi di urbanizzazione del traffico: in questo contesto le realtà territoriali dove sono stati imposti i limiti massimi di veolocità a 30 km/h ha garantito da una parte migliorie notevoli dell'ambiente stesso, ossia la definizione di un progetto di intervento di urbanizzazione dove troviamo un'estensione delle aree verdi, delle aree pedonali, delle piste ciclabili e di zone accessibili esclusivamente ai pedoni. Nonchè, infine, sono state posti arbusti e alberi, siepi di varia natura, ai cigli delle strade tanto da ridurre notevolmente l'inquinamento acustico derivante dal passaggio delle autovetture. Infine possiamo considerare come non sia assolutamente reale e sostenibile l'obiezione, da più parti protratta, al fatto che l'applicazione delle ZONE 30 determinerebbe un incremento di fenomeni di congestione del traffico, in quanto lo stesso automobilista viene disincentivato ad attraversare le suddette zone con la propria macchina, essendo quest'ultimo mezzo non il protagonista principale della strada, ma un incomodo ospite in un contesto urbano particolarmente ostico e avverso al medesimo.
La progettualità delle ZONE 30 può determinare una visione diversa di sviluppo organico e di insieme del traffico e dell'urbanizzazione al passo con il rispetto di una mobilità sostenibile, eco compatibile e armonicamente rispondente alle esigenze della cittadina e del cittadino, a misura d'uomo e non di macchina, a misura di piede o di ruota di bicicletta, mezzo non inquinante e non pericoloso, e non di pneumatico.
Se il traffic calming divenisse realtà anche a Milano, implementando questa applicazione nelle zone dove tutt'ora esistono limiti di velocità obsoleti e alquanto perniciosi, forse un passo maggiore verso un progetto urbano del traffico più armonico e più sostenibile sarebbe possibile. Sempre attraverso il metodo della partecipazione, dell'informazione e della formazione a una mobilità consapevole e resposnabile. Altra, appunto.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 17:10

Chiamamilano diventa educaria

E' un neologismo, possiamo dire: è educaria, una contrazione tra due parole, "Educare" e "Aria". Il compito precipuo consiste nell'educare la bambina e il bambino, l'adolescente, al rispetto dell'ambiente, guardando in modo chiaro e specifico la qualità dell'aria in cui viviamo. Alcuni comportamenti, sappiamo bene, possono generare esternalità negative: anche semplici abitudini quotidiane possono determinare un incremento di quelle odiose polveri sottili, PM10, che determinano un aumento cospicuo del livello di inquinamento aereo. Oggi si può prevenire tutto questo, non solo accogliendo misure che possano garantire un contenimento dei livelli insopportabili e micidiali di PM10, di anidride carbonica, di CO2 presenti a Milano, ma anche cercando di educare, appunto, informare e formare, informare formando e formare informando, i più giovani alla tutela dell'ecosistema, degli elementi che caratterizzano il bioclima, della natura. Noi siamo la natura: non voglio peccare di panismo, ma ogni nostro comportamento influisce sul resto del mondo, sul suo futuro. Una farfalla che sbatte le ali in Brasile può determinare un uragano negli Stati Uniti: sarebbe da dirsi. I comportamenti virtuosi sono molti, e renderli noti già in una fascia di età proficua per l'apprendimento e per incidere nel proprio stile di vita in modo perdurante e permanente è fondamentale per il futuro dell'umanità, di noi tutte e di noi tutti. Chiamamilano ha già sperimentato il progetto, facendo leva su collaborazioni d'eccellenza, tra cui l'Istituto dei Tumori di Milano, l'Osservatorio Meteo Duomo, l'Associazione Didattica Museale, e ha promosso un ciclo di incontri e di visite guidate, che hanno reso praticabile quanto esposto in teoria, presso scuole elementari e medie della città, coinvolgendo ben 2400 studentesse e studenti. Forse un domani capiranno cosa singifica preservare la qualità dell'aria, e comprenderanno che più alti sono i parametri di PM10 presenti nell'atmosfera più sono alti i casi di patologie bronchiali e di affezioni gravi all'apparato respiratorio. Forse potranno comprendere quanto sia necessario utilizzare fonti di energia rinnovabile, sostenibile e naturali, nonchè cosa significhi coefficente di coibentazione nella concezione più generale di edilizia biosostenibile e bioarchitettura, oppure l'importanza dell'utilizzo di mezzi compatibili e non inquinanti, dell'utilizzo della bicicletta. Chiamamilano ripropone il ciclo di incontri, formativi, come sempre, ma accessibili anche al resto della cittadinanza. Gli adulti necessitano più di chiunque altro di conoscere cosa singifichi agire eco compatibilmente con la tutela dell'aria e dell'ambiente.
Insieme, per cambiare questo futuro in cui la nostra vita, la nostra sopravvivenza e quella di tutto il mondo è ipotecata.
Cambiamo rotta, rivoluzioniamo le coscienze, l'ha detto anche un conservatore come il Presidente Chirac.

Alessandro Rizzo

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:43

La mia spesa per laPace


Ricevono questo comunicato 1887 persone in tutta Italia.
Hanno aderito alla Campagna "La mia spesa per la Pace"
3644 persone di 744 Comuni e 147 gruppi di sostegno locale
CHI COMPRA VOTA
Votate ogni volta che fate la spesa,
ogni volta che schiacciate il telecomando,
ogni volta che andate in banca
sono voti che date al sistema.
(Alex Zanotelli, missionario)

Carissimo/a aderente,

con la presente, coerentemente con le motivazioni di fondo della nostra campagna, ti invitiamo a
1) Firmare la petizione on - line dei comitati di Vicenza
(8218 adesioni raccolte. Aggiornamento ore 11 del 12-2-'07)
3) Partecipare alla manifestazione nazionale di sabato 17 febbraio a Vicenza (per info vedi www.altravicenza.it)
per dire 

          NO alle politiche unilaterali e di guerra preventiva


NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

Crediamo nella nonviolenza come via che possa portare ad una soluzione duratura e condivisa dei conflitti; per questo riteniamo da sempre inutili e dannose le basi militari; ma nel caso della base di Vicenza troviamo di una gravità estrema la decisione del governo italiano, perché ci sembra andare contro le conclamate linee di politica estera del nostro paese oltre che alla vocazione pacifista del patto fondativo della nostra Repubblica, sancito dalla Costituzione .
.
Infatti in gioco non è solo l'ampliamento di una base con tutti i problemi di natura sociale e ambientale che si porta dietro, ma la condiscendenza alla politica dell'attuale amministrazione USA, che da tempo ha scelto invece la guerra (unilaterale e preventiva) come unico mezzo per ristabilire l'ordine nel mondo.

All’interno di questa logica di guerra, la base di Vicenza, ospitando la 173° Brigata, sara' il perno operativo del fronte Sud per le operazioni unilateralmente perseguite dagli Stati Uniti.

I risultati di questa nefasta politica sono sotto gli occhi di tutti, in particolare dello stesso popolo americano che sempre meno condivide le scelte del suo governo, come ha dimostrato nelle recenti elezioni.

Con queste motivazioni dichiariamo il nostro appoggio alle lotte popolari nonviolente contro la base militare a Vicenza, e la presenza di armi di distruzione di massa (armi nucleari) sul nostro territorio.

Invitiamo pertanto il Capo del governo, il Ministro della difesa e il Ministro degli esteri ad agire attivamente per impedire l’ampliamento della base militare di Vicenza e ci appelliamo a tutte le forze che nell'attuale maggioranza si dichiarano vicine al movimento per la pace perché si attivino per bloccare una scelta di guerra.

NO all'ampliamento della base militare a Vicenza

Ti ringraziamo e ti invitiamo a fare il passaparola.
Alla prossima.
Diventa il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo
(Mohandas Karamchand Gandhi)
Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:35

martedi 13 febbraio al pirellone Milano

APPELLO ALLE COMUNITA' IMMIGRATE E AGLI ANTIRAZZISTI MILANESI:
CONTRO LE LEGGI DISCRIMINATORIE E RAZZISTE
MARTEDI' 13 FEBBRAIO ORE 11,30

PRESIDIO

SOTTO IL PIRELLONE IN OCCASIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE

A MILANO IN VIA FABIO FILZI
Una delegazione di immigrati di Brescia presidierà la sede del consiglio regionale per protestare contro la legge regionale sui phone center che entrerà in vigore a marzo. L'obbiettivo di questa legge è costringere gli immigrati a cessare queste attività lavorative che sono nel mirino delle forze politiche xenofobe perché diventate il simbolo di una presenza di immigrati nelle città lombarde considerata troppo numerosa e visibile. Ai phone center, anche alle attività già avviate, si chiedono alcuni requisiti che non vengono richiesti per le altre attività commerciali e che non esistono neanche negli uffici pubblici. I phone center, oltre ad essere fonte di reddito e posti di lavoro per molti immigrati che vi sono impiegati, sono anche un luogo di incontro dei migranti ed una possibilità di comunicazione a basso costo con le proprie famiglie. Quindi vengono colpiti non sono solo i gestori ma anche tutti  i migranti che li frequentano, e più ancora in generale viene attaccato un modello di città fondato sulla parità dei diritti e sulla convivenza solidale, considerato che si introducono norme discriminatorie e razziali.
Per questo a Brescia a fianco della lotta dei gestori dei phone center siamo scesi in campo. Saremo in presidio a Milano sotto il Pirellone e stiamo preparando una grande manifestazione a Brescia per il 24 febbraio per rilanciare la mobilitazione per l'abolizione della legge bossi-fini, per la chiusura dei cpt e per il trasferimento delle competenze per i permessi di soggiorno alle poste.
Chiediamo alle associazioni dei migranti e a tutte le forze politiche e sociali antirazziste della città di Milano di partecipare al presidio e di organizzare in modo coordinato iniziative di lotta contro la legge regionale.
Coordinamento immigrati in lotta (BS) - Coordinamento immigrati della Cgil Brescia - Forum associazioni immigrate (BS) - Tavolo migranti social forum - Centro sociale Magazzino 47 - Radio onda d'urto

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 16:02

Qualcuno è più uguale degli altri?

In questo thread di discussione nei forum presenti nel nostro sito di partecipami.it voglio proporre alla vostra riflessione e analisi questo tema, rigurdante una parte cospicua della cittadinanza multietnica che vive, risiede a pieno titolo, lavora, studia, si diverte e si muove, usufruisce degli spazi, in questa grande città, quale è Milano: solo un particolare, però, riguarda questa fascia di cittadine e di cittadini, ossia non possono partecipare nè attivamente nè indirettamente alle scelte di governo della città, dove sono inseriti. Sto parlando del 12%, 150000 in termini assoluti, cittadine e cittadini stranieri, residenti a Milano, ma esclusi dal diritto di votare propri rappresentanti nel consiglio comunale e nei consigli di zona, quelli circoscrizionali. Roma docet, possiamo dire: nella Capitale queste persone che sono l'8% circa della popolazione, ossia 160000 abitanti, hanno potuto, lo scorso 10 dicembre votare dellle proprie rappresentanti e dei propri rappresentanti in seno ai Municipi e al Consiglio Comunale, partecipando attivamente e in modo ponderato alle consultazioni. A Milano non si parla, nè si accenna minimamente alla costituzione di "consulte", ossia di meri organi che possano anche solamente avere la potestà di esprimersi in merito alle questioni che riguardano la vita comune di questa città, della propria zona. A Roma queste persone elette potranno incidere nelle scelte, presentando propri ordini del giorno, interrogazioni, interpellanze, mozioni: a Milano neppure lontanamente si discute circa una possibile integrazione reale e democratica di questa fascia, oggi esclusa dalla partecipazione civile e civica, elemento preponderante e propedeutico alla costruzione di una società e comunità realmente multietnica, dei diritti universali e del riconoscimento del valore della differenza come motore di progresso civico. Tutto è fermo e immobile, a Milano. Niente si propende a determinare come mera volontà di garantire alle nostre immigrate e ai nostri immigrati un titolo di eguaglianza effettiva e sostanziale rispetto alle proprie concittadine e ai propri concittadini. Lavorano, pagano i tributi, i più giovani frequentano le scuole, alcuni usufruiscono dei servizi delle public utility, altri frequentano gli spazi pubblici, altri sono in cerca di abitazione, altri fanno la fila alla posta per pagare la luce, il GAS, l'acqua: ma a loro non si può permettere di votare per partecipare e per avere una voce rappresentativa tale da portare nei consessi democratici le proprie istanze, che sono anche nostre, che immigrate e immigrati non siamo, ma che certamente viviamo a stretto contatto con loro, e che per il nostro benessere certamente dobbiamo pensare anche al loro benessere. I diritti di cittadinanza sono intercomunicabili, non scindibili, non parcellizzabili: non possono essere scomposti l'uno dall'altro, ma devono essere integrati in un disegno comune, che è il disegno di un futuro sociale di convivenza pacifica e di giustizia solidale. La legge è uguale per tutte e per tutti: quindi, come un sillogismo kantiano, deduco che anche i diritti sono uguali per tutte e per tutti, non solo i doveri, Anche le opportunità di diventare attori protagonisti di questa nostra società sono equipollenti. A Roma esiste tutto questo. A Milano rimane il fatto che alcune cittadine e alcuni cittadini sono sì uguali ad altre categorie di residenti, ma i primi sono più uguali di alcuni di questi ultimi, come scriveva Orwell in "La fattoria degli animali". Questa situazione non è più tollerabile in una città che vuole e ambisce a diventare europea: occorre proporre qualcosa che possa garantire anche alle cittadine e ai cittadini immigrati il diritto di partecipare attivamente alla vita democratica della propria comunità, delle proprie comunità, accettando e accogliendo una visione istituzionale di un mondo di dirittti pluriversali, ossia di pari trattamento e di pari opportunità per tutte e per tutti. Basta proporre un ordine del giorno, una mozione, per poi renderla ersecutiva. Non importa, qui, un discorso di appartenenza ideologica, ma di senso di civismo e di giustizia sociale, nell'accezione, tutta occidentale, del valore indefettibile della persona umana, della sua dignità di cittadina e di cittadino, di soggetto attivo e di diritto, non subordinabile a nessun tipo di presupposto discriminatorio o di esclusione. Lo stato sociale è un bisogno a cui lo stato deve rispondere adeguatamente; ma lo stato di diritto, ed è questo il caso specifico, è naturale, ossia è determinato dalla sola esistenza di una persona come soggetto giuridico di opportunità e di doveri. Negare questo ultimo elemento singifica negare l'eguaglianza. E in una comunità come la nostra l'eguaglianza è prodromica alla costruzione di un futuro di pace e di unità. Non è tollerabile che qualcuno in questa comunità sia escluso da alcuni diritti che altri hanno: il vulnus è troppo elevato nel suo aspetto, tanto da rendere il futuro ipotecato da possibili atti di esclusione e di emarginazione, con la giustificante di alcuni precedenti, come questo caso, di grave portata. L'opposizione de L'Unione, la scorsa consiliatura, aveva proposto che almeno nei 9 consigli circoscrizionali, con poteri limitati rispetto alle municipalità romane, veri e propri comuni con poteri vincolanti. La proposta cadde come un sasso nello stagno, ma rimane aperta: l'attendismo non è più giustificabile nè tollerabile, semmai prima lo fosse stato da parte di qualcuno, con responsabilità di governo e di amministrazione della città.
Ai posteri l'ardua sentenza? Spererei di non proferire queste parole, ma di dire: Eureka!

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 15:33

L’IPOTECA SUL FUTURO

I risultati di un’indagine del SUNIA diffusi da pochi giorni hanno messo in luce un dato allarmante quanto purtroppo così noto da essere quasi ignorato da chi dovrebbe avere la responsabilità di porre rimedio all’emergenza casa. Nell’ultimo anno i canoni di locazione delle abitazioni hanno registrato un ulteriore aumento arrivando a cifre ormai insostenibili. Secondo le rilevazioni del Sindacato degli inquilini l’affitto di un bilocale in periferia è di 768 euro, per un trilocale si arriva a 831. Per queste due tipologie abitative a Milano gli affitti sono mediamente di 1172 e 1411 euro. Ciò significa che una famiglia per soddisfare il bisogno primario dell’abitare deve spendere almeno 10.000 euro all’anno per il canone di locazione di un appartamento in zone che sebbene ai margini della città nel corso degli ultimi anni sono state investite da una vera e propria ondata speculativa. Questo scenario non fa che confermare come l’emergenza casa che affligge Milano da troppo tempo rischia di farsi sempre più drammatica producendo non solo un profondo disagio sociale nell’immediato ma anche effetti negativi a lungo termine. Se accostiamo i prezzi dei canoni di locazione con quelli del reddito disponibile delle famiglie milanesi abbiamo le coordinate di uno scenario a dir poco allarmante. Se infatti –secondo l’ultimo “Rapporto sull’andamento dei redditi dei cittadini e delle famiglie milanesi” curato dal Settore statistica del Comune e dall’Università Bicocca– il reddito imponibile medio delle famiglie milanesi è di 35.312 euro, quello mediano –cioè quello al di sotto del quale si colloca la metà delle famiglie milanesi– è di 20.897 euro. Ciò significa che in molti casi il reddito disponibile è appena sufficiente per coprire le spese, ma sempre più spesso non consente di tener dietro ai costi che comporta vivere in questa città e costruire una famiglia. L’emergenza casa infatti non produce solo un diffuso disagio sociale, ma pregiudica il futuro della città. I dati demografici a tal proposito sono eclatanti.
Le cifre relative allo spopolamento di Milano, soprattutto per quanto riguarda giovani e famiglie, sono preoccupanti. Si pensi soltanto che dal 2001 al 2003 –ultimi dati disponibili– le famiglie, coppie con figli, sono passate da 160.262 a 138.135 e le coppie senza figli da 135.826 a 101.538. Considerando l’aumento dell’età media e la diminuzione continua del numero di bambini e ragazzi l’orizzonte demografico della nostra città è quanto mai fosco.
L’emergenza casa non può essere indicata come l’unico responsabile di questo trend ma costituisce indubbiamente una pesantissima ipoteca sul futuro di Milano.

http://www.chiamamilano.it

Lunedì, 12 Febbraio, 2007 - 15:27

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Polo Formativo di via Soderini 24 Milano:
il futuro è nelle tue mani "

Sabato, 10 Febbraio, 2007 - 19:49

SI, ALLA NONVIOLENZA.....

CAMPAGNA "NONVIOLENZA UMANISTA"

Sì alla NONVIOLENZA .....
Abbiamo sentito scandire molti "no alla violenza" dopo l'ennesimo
assassinio senza senso nei dintorni di uno stadio.

  MILANO " NONVIOLENZA"

Ma chi pensa ancora che la violenza si combatta con la violenza nelle
sue
forme di repressione e restrizione della libertà non ha ancora capito
nulla.
L'unica risposta alla violenza è la NONVIOLENZA: un metodo più lento,
più
riflessivo, più intelligente, etico e l'unico veramente efficace.

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