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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Domenica, 9 Marzo, 2008 - 12:00

NO Guerra 15 Marzo a Milano ore 15,30

Cinque  anni dopo  l'invasione  dell' Iraq..

IL PARLAMENTO LO CHIAMA  " MISSIONE DI PACE"


Unisciti  alla  voce della Gente  chiede  Diritti, Dignità  fine  della  Violenza!!

www.pumilano.it 

Umanisti  in Europa  

La situazione dell'Europa di oggi è un disastro:
Privatizza la salute e l'educazione, trasformando i diritti di tutti in buoni affari per pochi
Ha convertito l'immigrazione in una nuova forma di schiavitù, installando l'esclusione e la discriminazione nel seno della società
Si è fatta complice della folle corsa agli armamenti e della criminale invasione di territori, ammettendo al proprio interno il potere distruttivo nucleare che pone il mondo sull'orlo della catastrofe
Col pretesto di proteggere dal terrorismo, installa meccanismi di controllo progressivo che, nel nome della sicurezza, uccidono la libertà della gente
Infine, ha svuotato di contenuto la democrazia sottomettendo la gente alla manipolazione da parte di poteri economici crescenti e dei mezzi di comunicazione al loro servizio.

Da tempo abbiamo detto che se c'è un solo modello e questo modello non funziona, c'è bisogno di un'uscita di emergenza e abbiamo costruito la via umanista come uscita. Oggi è evidente per tutti che questo sistema neoliberista è fallito. È arrivato il momento di dargli il colpo di grazia e di usare l'uscita di emergenza.
I primi passi devono essere:
Smantellare gli arsenali nucleari, come si propone nella campagna per il disarmo nucleare mondiale lanciata da Silo. Questa è la massima urgenza del momento attuale.
Ritirare immediatamente tutte le truppe europee che stanno invadendo o partecipando all'invasione di territori stranieri
Uscita dei paesi europei dalla NATO e chiusura delle sue basi in territorio europeo
garantire salute ed educazione gratuite e di qualità per tutte le persone che vivono in Europa
Cancellare le leggi sull'immigrazione e chiudere tutti i centri di detenzione. Dare priorità a una cooperazione internazionale reale, non soggetta alle leggi del mercato
Cancellare le leggi antiterrorismo
Garantire l'esercizio della democrazia reale attraverso leggi di responsabilità politica, la decentralizzazione del potere e il rispetto delle minoranze.
L'Europa raccoglie in sé la maggior concentrazione di diversità del pianeta. Tutte le culture del mondo convivono già sul nostro suolo. Tra di noi si esprimono anche tutti i conflitti di questo mondo. È il nostro maggiore problema, la nostra sfida più grande e, allo stesso tempo, è anche la nostra più grande possibilità di risoluzione e di contributo alla Nazione Umana Universale.
Ogni passo di avvicinamento, ogni momento di comprensione, ogni ponte gettato tra culture, generazioni e credenze è parte di questa nuova costruzione, che non solo è necessaria per l'Europa, ma che sarà anche un contributo ispiratore per altri luoghi e altri popoli che hanno necessità di avanzare verso la pace.
L'Europa ha bisogno di superare le leggi di mercato per liberare la sua enorme portata di conoscenza, di tecnologia e di risorse e metterla al servizio di tutti gli esseri umani e dei popoli della nostra Terra.
Esiste un movimento sociale nascente, che sta cominciando a prendere coscienza di se stesso. Questo movimento rifiuta la violenza, spinto da un forte impulso morale. Questo impulso morale ha le sue radici in profondi spazi comuni, propizi all'incontro spirituale tra i popoli.
Coloro che governano il nostro continente non possono immaginare un futuro diverso da quello che consente loro la legge di mercato, alla quale restano incatenati. Essi ormai non rappresentano più i popoli d'Europa.
I popoli d'Europa si incontreranno e si esprimeranno in molteplici forum, con la loro crescente diversità, con i loro fronti d'azione, con le loro campagne e le loro attività che non solo denunciano l'immoralità del modello attuale, ma che, anche, propongono questa Europa aperta al futuro, diversa, accogliente, nonviolenta, solidale e ispiratrice.
Noi, partecipanti al Forum Umanista Europeo, prendiamo l'impegno di dare spinta al cambiamento invitando con ogni mezzo alla partecipazione e alla costruzione di questa nuova Europa.

http://www.humanistforum.eu/

Venerdì, 7 Marzo, 2008 - 18:28

Per l’Università e la Ricerca in Italia, voto utile è a sinistra

 Ho aderito ... attendo vostre adesioni


Alessandro Rizzo

Per l’Università e la Ricerca in Italia, il voto utile è a sinistra

Le Università e la ricerca pubblica in Italia stanno vivendo una profonda crisi, che è allo stesso tempo di identità e di efficienza. Per affrontare e cercare di superare questa fase è indispensabile sollecitare una attenta riflessione autocritica che muova dall’interno del mondo dell’Università e della Ricerca, ma va innanzitutto condotta una battaglia di idee tesa a modificare radicalmente le politiche di progressiva riduzione dei finanziamenti e dei nuovi reclutamenti, come anche di delegificazione dell’organizzazione degli Atenei e degli Enti di ricerca, che di fatto operano da anni per distruggere il sistema universitario e di ricerca pubblico.
Nella società del capitalismo cognitivo e della globalizzazione neoliberista, la domanda di sapere esteso e condiviso è un nodo decisivo del conflitto sociale, perché sempre più diventa fondativa per ogni richiesta non astratta di uguaglianza. Occorre dunque un sistema pubblico di ricerca che esalti questa domanda anziché mortificarla.
Studenti, docenti, ricercatori degli Enti Pubblici, lavoratori della conoscenza sono soggetti portatori in positivo di questa fondamentale esigenza.
Per queste ragioni la auspicata capacità di autogoverno democratico delle Università e degli Enti pubblici di ricerca può crescere e produrre effetti positivi per l’intera società, se si assume come pregiudiziale la lotta alla precarietà del lavoro intellettuale e alla parcellizzazione del sapere. E’ questo un punto di partenza irrinunciabile per qualsiasi forza politica che assuma come centrale la scelta della funzione strategica dell’Università e della Ricerca per lo sviluppo del Paese, in una logica, però, non meramente economicistica e competitiva.
Va perciò superata una visione del sistema universitario e di ricerca fondata su una precarizzazione radicale del lavoro e della formazione, accompagnato da una frammentazione eccessiva del sistema didattico secondo la logica di una professionalizzazione precoce e affrettata.
La proliferazione indiscriminata dei corsi di studio e degli insegnamenti, non accompagnata da un’adeguata politica di reclutamento rischia di compromettere lo sviluppo di una ricerca e di una didattica di qualità. La scarsità di investimenti per la ricerca ha aggravato la situazione. 
Per queste ragioni va riaffermato con forza il carattere strategico dell’alta formazione e della ricerca come strumenti indispensabili per costruire le condizioni di uno sviluppo progressivo della società nel rispetto dell’ambiente e della dignità delle donne e degli uomini.
Il 13 e il 14 aprile si ripropone, in una situazione di grande confusione per la drammaticità della fase politica e per la scarsa chiarezza delle posizioni, anche su questi temi, un appuntamento fondamentale della democrazia. Solo la Sinistra può garantire una politica nuova e capace di affermare i valori laici della ricerca pubblica e dell’Università come luogo di formazione della conoscenza e del sapere critico.
Per queste ragioni invitiamo a votare La Sinistra, l’Arcobaleno. Per un voto veramente utile.  

Venerdì, 7 Marzo, 2008 - 18:26

LETTERA APERTA DI DARIO FO ALLA SINISTRA MILANESE

LETTERA APERTA DI DARIO FO ALLA SINISTRA MILANESE

 
Quando, due anni fa alle ultime amministrative, mi sono presentato candidato sindaco di Milano con l’appoggio di PRC, PdCI, parte di Verdi e comitati milanesi avevo proposto di unire tutti coloro che alle primarie avevano aderito alla mia candidatura in un’unica lista della sinistra cosiddetta radicale, conscio che soprattutto i ds stavano già organizzando quello che poi sarebbe diventato il partito democratico.
Oggi quella previsione si è purtroppo avverata e ci ritroviamo da capo a rivivere la stessa situazione. Ricordo che allora quella nostra proposta fu rigettata e mi permetto di sottolineare che quello fu un grave errore.
Ora ci rallegriamo che, respinte dal PD, le forze della sinistra si siano giocoforza decise a una coalizione poiché questo è l’unico modo di affermare la volontà di esistere ancora e di dimostrare che la soluzione dell’andar da soli espressa da Veltroni con il ricatto del voto utile, può anche non essere accettata da molta gente dell’intero popolo della sinistra.
Noi siamo disposti a partecipare a questa scommessa, vi offriamo la nostra collaborazione per quanto vi possa sembrare utile, consci sia troppo tardi e difficilmente possiate tornare sui vostri passi organizzativi già stabiliti. Ma vogliamo evitare che più tardi qualcuno ci venga a dire: ma perché non vi siete proposti?
Ci piacerebbe avere un segno di disponibilità, per esempio partecipando a un’assemblea tutti insieme perché si possa esercitare un confronto democratico sulla selezione dei candidati e sul futuro di quella che per ora sembra solo un’alleanza elettorale.
Eccoci, stiamo già aspettando e speriamo che vogliate approfittare del nostro appoggio. Se no grazie lo stesso.
 
 
Dario Fo

Venerdì, 7 Marzo, 2008 - 18:24

EMERGENZA CASA E VERDE: NON VALE LA POLITICA DEGLI ANNUNCI

Ero presente come Capogruppo della Lista Uniti con Dario Fo per Milano in Consiglio di Zona 4, unico consigliere circoscrizionale, e ho seguito con interesse la conferenza.

Alessandro Rizzo

EMERGENZA CASA E VERDE:
NON VALE LA POLITICA DEGLI ANNUNCI

I Consiglieri comunali Landonio (SD), Rizzati (PdCI), Rizzo (Lista Fo)
insieme a Occhi (PRC) ed all'architetto Antonello Boatti, hanno contestato
gli annunci roboanti fatti in questi giorni dal Sindaco Moratti e
dall'Assessore Masseroli, che prefigurano scenari radiosi per il futuro
della casa e del verde a Milano.

Ma le cose non stanno così. C'è una drammatica emergenza casa che obbliga
le giovani coppie a cercare soluzioni abitative fuori Milano e intere
categorie di lavoratori (infermieri, agenti di custodia) a considerare
invivibile una città come Milano. A fronte di un fabbisogno di non meno di
40.000 alloggi, anche l'attuale delibera, che ne prevede la realizzazione
di 3.000, rappresenta una goccia nel mare, oltretutto in grave ritardo
rispetto all'impegno assunto dal precedente Consiglio comunale. Inoltre il
"regalo" fatto ai privati con la concessione quasi gratuita di 11 aree
demaniali per realizzare un mix funzionale pubblico/privato appare del
tutto ingiustificato.

La Sinistra L'Arcobaleno propone che almeno la metà delle abitazioni
necessarie a Milano (20.000 alloggi) siano di edilizia sovvenzionata e a
canone sociale. Solo così si può dare risposta alle vecchie e nuove
emergenze abitative della città.

Quanto al verde, la promessa di garantire ai cittadini milanesi 37
mq/abitante entro il 2015 appare del tutto fantasiosa, visto che l’attuale
Giunta sta consumando, come mai in passato, tutte le aree residuali della
città (ad esempio, gli scali ferroviari), e che l’unico parametro che può
consentire il raggiungimento di quell'obbiettivo è il calcolo a verde di
ampie aree attualmente agricole (vedi Parco Agricolo Sud Milano). Ma perché
questo avvenga, non basta la politica degli annunci: occorre che tali aree
diventino pubbliche (mediante lo strumento della perequazione?), senza
contare le enormi risorse necessarie per rendere quelle aree davvero
attrezzate e fruibili ad uso pubblico.

I Consiglieri comunali:
Giuseppe Landonio
Francesco Rizzati
Basilio Rizzo

Milano. 7 marzo 2008

Venerdì, 7 Marzo, 2008 - 09:26

lavori in via san Marchetto:risposta della Polizia Municipale

Allego la risposta della polizia Municipale pervenuta ieri 6 mnarzo 2008.

Venerdì, 7 Marzo, 2008 - 09:08

nuova interrogazione per via San Marchetto/laghetti di assago

Presentata una nuova interrogazione in merito all'attività estrattiva e di lavorazione in via San Marchetto ai laghetti di Assago.

Venerdì, 7 Marzo, 2008 - 09:06

Abuso edilizio di via Andrea Ponti 7

E' stata da me presentata un'interrogazione urgente in merito all'abuso edilizio di via Andrea Ponti 3.

Venerdì, 7 Marzo, 2008 - 09:02

Costruzioni di unità abitative in via Valpolicella 5

E' stata presentata l'interrogazione urgente allegata in merito a nuove costruzioni in via Valpolicella 5, all'interno di un'area destinata a rimessaggio mezzi movimento terra e in pieno Parco Agricolo Sud Milano.

Giovedì, 6 Marzo, 2008 - 12:30

appello di MedLink

Io ho aderito convintamente ... chi volesse fare altrettanto sarebbe opportuno

Alessandro Rizzo

INTRECCI MEDITERRANEI

Incontro delle società civili
per la pace, la giustizia, i diritti, la democrazia
Siamo organizzazioni e reti della società civile italiana impegnate contro la guerra e il colonialismo, per la pace, la democrazia, i diritti, la giustizia, la convivenza, la libertà.
Avvertiamo il bisogno di rilanciare il confronto e il lavoro comune sulle tante contraddizioni e sfide che il Mediterraneo oggi ci impone.
Il Mediterraneo attraverso i secoli ha costituito nello stesso tempo elemento connettivo e di divisione tra le genti.
Luogo di incontro tra Africa, Europa e Asia, culla di civiltà, centro delle religioni monoteiste, luogo di contaminazioni culturali, ma anche campo di battaglia di aspre guerre per il suo controllo.
Oggi, ancora, il Mediterraneo può diventare faglia ove si scontrano zolle di civiltà, il terremoto che ne può derivare potrebbe far tremare la terra. Ma può essere anche spazio di sperimentazione di una "altra storia" che si getti alle spalle il colonialismo vecchio e nuovo, con beneficio per i diritti e la sicurezza di tutti.
Il Nord del bacino è interessato da tensioni contraddittorie: dalla grande opposizione popolare alla guerra, alle tendenze al riarmo e alla chiusura in fortezza; dalla dichiarazione di volontà di colloquio interculturale, alla crescita di culture razziste ed escludenti; dalla affermazione dei diritti universali alla tentazione di negare diritti civili e sociali storicamente consolidati; dalla percezione di avere un futuro comune con le altre sponde, al perpetuarsi di una politica economica neoliberista che le impoverisce.
Il Sud del bacino è caratterizzato da mancanza di libertà, diritti e sviluppo; attraversato da spinte al radicalismo religioso e nello stesso tempo da tensioni alla riforma sociale e politica; allettato dalla sfida della democrazia e nello stesso tempo violentato da guerre, occupazioni e militarizzazione crescente; impoverito dalle politiche liberiste, costretto a migrare dalla povertà e dalla guerra, attratto dal miraggio del benessere occidentale e respinto alle frontiere dell’Europa.
Il Mar Mediterraneo è attraversato da mafia, corruzione, criminalità organizzata, traffico di esseri umani, di armi, droga, rifiuti.
E’ emerso però proprio in questi anni un "altro Mediterraneo", fatto da movimenti e reti di organizzazioni della società civile, da amministrazioni locali, da intellettuali, giornalisti, esponenti del mondo dell’arte e della cultura, delle religioni, da organizzazioni del mondo del lavoro, da associazioni di donne, che sta costruendo uno scenario nuovo dove è possibile affermare un’alternativa.
Il Mediterraneo deve e può essere costruito sul dialogo, la cooperazione, la solidarietà diventando il crocevia di nuove forme di relazioni tra i popoli, le comunità e le società. Il Mediterraneo deve diventare il laboratorio di una nuova cittadinanza fondata sui diritti, la democrazia, la sovranità, che alimenti la costruzione di convivenza fondata sulla pace, sulla giustizia sociale, sulla circolazione delle persone, sullo scambio e la contaminazione di culture, su economie socialmente ed ecologicamente sostenibili.
Pensiamo sia utile allargare gli spazi di incontro, di riflessione comune e la costruzione di reti fra soggetti che si riconoscono nei processi innescati dai Forum Sociali o che sentono la necessità di un lavoro comune.
Un primo incontro tra coloro che condividono i contenuti di questo appello si terrà a Roma dal 24 al 26 novembre 2006, con il patrocinio e il contributo della Regione Lazio.
 
Il Comitato Organizzatore:
Un ponte per..., Arci, Attac-Italia, Beati i costruttori di pace, Fiom-CGIL, Guerre&pace, ICS, Libera, Lunaria, Rete del Nuovo Municipio.

Per informazioni: info@medlinknet.org                           Aderisci: http://www.medlinknet.org/pagina.php?doc=documenti/bloccomedlink/partecipa.htm

Giovedì, 6 Marzo, 2008 - 11:42

Perchè voto e faccio votare La Sinistra, L'Arcobaleno

Mi capita spesso di incorrere nei diversi colloqui, da quelli amichevoli a quelli con persone che collaborano nelle diverse attività sociali e culturali a cui partecipo, a quelli con cittadine e cittadini che mi capita di incontrare per strada, magari in zona 4, dove sono consigliere, e da più parti avverto un'esigenza insormontabile di capire, conoscere, di informarsi per fare scelte giuste e necessarie. Esiste una conseguenza diretta nella percezione delle persone, di sentimenti chiaramente democratici e antifascisti, quelle che frequento io o con cui lavoro sono ispirate da questo sostrato valoriale, della confusione in cui il sistema politico istituzionale italiano si trova oggi come oggi. Molta è la delusione derivata dalla fine di una stagione che sembrava potesse incoronare quella frase e quello slogan usato durante le primarie dal comitato sostenitore di Bertinotti Premier de L'Unione:"Vuoi vedere che l'Italia cambia davvero".
L'Italia in massima parte non è cambiata molto e le aspettative programmatiche, che erano fortemente, e tali rimangono, avanzate, del centrosinistra dell'aprile 2006 sono rimaste evase nella loro maggior parte: la precarietà, che non è solo lavorativa ma anche esistenziale, e colpisce molti giovani, è ancora esistente e regolata "non regolata" dalla nefasta legge Biagi, ancora vigente; l'immigrazione viene reputata ancora nella sua clandestinità un reato penalmente perseguibile e non, come negli altri paesi europei, condizione di disperazione da sanare socialmente; la casa rimane, nonostante la finanziaria 2008 che istituisce un fondo per edificare case di edilizia convenzionata o pubblica, da 30 anni non si disponevano importanti misure di tale portata, un problema dati gli alti costi dei mutui e degli affitti soprattutto per le nuove generazioni, obbligate, caro Padoa Schioppa, non per propria scelta ma per coazione a rimanere "bamboccioni" a 35 anni; l'emergenza rifiuti ha dimostrato il fallimento di non politiche di intervento locali e regionali a garantire una gestione ecosostenibile e opportuna per quanto riguarda gli scarti del benessere opulento in cui ci troviamo.
Ma potrei proseguire ancora: non è stata fatta una legge sul conflitto d'interessi per cui ci troviamo ad avere un possibile e avversabile futuro premier con proprietà varie nel campo mediatico, imprenditoriale e assicurativo bancario, non sono state abrogate le leggi ad personam, la vergogna dell'Italia in Europa, quelle che assicurano impunità e non perseguibilità per Berlusconi e accoliti, la depenalizzazione del falso in bilancio varata dal governo Berlusconi con grande solerzia ha assicurato a Berlusconi stesso, beneficiario come imputato e autore come presidente del consiglio del dispositivo, una sentenza di proscioglimento in quanto "il fatto, grazie alla legge, non sussiste" per il caso SME.
Non esiste, e questa è grave, una legge che assicuri alle coppie civili di fatto una gamma di garanzie e di diritti che sono oggi previsti per le coppie di diritto, quelle fondate sul "matrimonio": si sono avvicendate diverse proposte, dai DICO ai CUS, che non hanno visto impegno da parte di tutta la coalizione, anzi l'ostilità e l'osteggiamento da parte delle aree centriste e cattoliche, a varare una normativa che garantisse al compagno o alla compagna di una persona di stabilire rapporti legalmente riconosciuti implicativi di diritti e di doveri, da quelli sulla successione a quelli del sostegno morale e fisico.
Questi punti che rivendicano un cambiamento possibile e necessario per l'Italia rimangono espressioni di "cahier de doleances" che non hanno avuto in questi anni risposta politica adeguata: forse un impegno politico è necessario affinchè quel "vuoi vedere che l'Italia cambia davvero" non sia solo motto utopistico, un auspicio, ma realtà, possibilità.
Mi si chiede, sempre nei miei lunghi colloqui attuali, tipici di un clima di campagna elettorale non prevista, nè prevedibile, almeno che non si abitasse a Ceppaloni o in Vaticano con Bagnasco, qual'è la differenza tra un Partito Democratico e La Sinistra, L'Arcobaleno, dato che entrambe le forze parlano degli stessi problemi e urgenze sociali e danno risposte da diverse persone ritenute "sloganistiche", generali e generalizzanti.
Io penso che, invece, una differenza esista e rimanga. E' chiaro abbiamo governato fino a oggi insieme, anche se il Partito Democratico nei suoi manifesti rivendica una certa discontinuità con l'esperienza di governo, quasi come fosse forza diversa e altra rispetto al gruppo parlamentare di maggioranza assoluta nell'ambito della coalizione di governo uscente.
La Sinistra, L'Arcobaleno nasce da un presupposto: occorre fare tutto ciò che era nelle aspettative elettorali e politiche, ma anche culturali, soprattutto culturali e valoriali, delle elettricie  degli elettori dell'aprile 2006, erano tante e tanti, e che hanno votato non solo per la speranza di cambiare pagina per un Paese messo in ginocchio e vilipeso civilmente da una destra reazionaria e revanscista, licenziando l'autore principale di questo disastro economico, culturale e sociale, Berlusconi, ma anche perchè corroborati da valori e idee che disegnavano uno sviluppo sociale diverso, altro, innovativo ma collettivamente compatibile.
Bene: noi come sinistra avevamo chiesto in dicembre una verifica di governo, proprio nel momento in cui si dava inizio alla politica redistributiva, quella dei salari e del loro adeguamento, attingendo dal copioso tesoretto, che non era un'invenzione, e che doveva essere gestito tramite decreti attuativi volti a dare di più a chi meno ha, quindi ai precari, ai disoccupati, ai cassintegrati, e sono tante e tanti. Noi abbiamo proposto una verifica di governo, ma alla vigilia dell'appuntamento qualcuno, interno alla coalizione con responsabilità ministeriali, ma anche esterno oserei dire, con proclami faziosi e strumentali, ha deciso di affossare lo stesso governo, aprendo un periodo di incertezza e di confusione nocivo per il Paese, appena uscito da un duro, ma opportuno, risanamento economico (oggi l'Europa dice che l'Italia ha i conti giusti).
Nella verifica si sarebbe richiesto di attuare le premesse programmatiche che ricalcavano le basi de L'Unione del 2006: questo non è avvenuto, e la sinistra ha dovuto spesso "ingoiare" rospi per giusto dovere di fedeltà e vincolo coalizionale.
Oggi ci presentiamo da soli, per nostra non volontà ma per conseguenza di una scelta veltroniana di licenziare la sinistra per andare da solo e confrontarsi da solo a livello elettorale: noi avevamo chiesto di provvedere a venire a scelte tecniche di desistenza o di non belligeranza utili a non creare competizione tra due realtà che avrebbero potuto ritornare a governare il Paese, arginando il pericolo, oggi esistente, di una riedizione in salsa tartara di un Berlusconi ter. Andiamo da soli e abbiamo iniziato un percorso che definirà la costruzione di un soggetto unitario politico, come sottolineato da Bertinotti, nostro candidato premier. Non sarà un cartello elettorale e chi avesse questa intenzione sarebbe opportuno che la chiarificasse nell'immediato periodo, perchè la necessità di una sinistra nuova, valoriale, culturale, per modificare il presente e per costruire un futuro di giustizia sociale e di solidarietà, di pace e di nonviolenza, di eguaglianza e di ecosostenibilità, è presente in quelle persone che oggi si trovano essere precarie, si trovano impossibilitate a costruire un'esperienza di coppia con chi amano, si trovano disoccupate ed escluse dal mondo del lavoro, dal mercato, definizione orribile, del lavoro, si trovano a vivere in edifici dove ancora è presente l'amianto, si trovano a vivere in un ambiente inquinato, si trovano a non riuscire ad arrivare a fine mese perchè gli stipendi non sono sufficienti o perchè, semplicemente, non sono assicurati con continuità, si trovano, giovani, a dover emigrare in quanto ricercatori non hanno risposte alle offerte oggi inesistenti nel campo della ricerca scientifica, si trovano a fare lavori in nero pur essendo in pensione in quanto rientranti nella classe dei poveri, che sta aumentando a dismisura.
Rivolgiamo le attenzioni a queste persone perchè, come scrive Rossanda, sono i deboli di un capitalismo selvaggio che ormai ha omologato le esperienze e le proposte politichezione passivante. Credo, invece, che occorra dire che il capitalismo oggi come oggi non è l'unico modello di sviluppo possibile, anzi è un modello da superare per addivenire a forme di organizzazione economica diverse, altre. Modelli forse già sperimentati, come quelli che troviamo nelle realtà locali dove esiste una partecipazione di tutte e di tutti alle scelte che riguardano l'amministrazione delle risorse locali, dalle muncipalizzate alle cooperative, ai consorzi.
Partecipazione nell'economia per uno sviluppo coordinato: in quanto, come scrivono molti urbanisti, uno sviluppo delle città non collettivizzato rischia di mettere in pericolo il futuro benessere sociale e collettivo, relegando l'amministrazione a pura rappresentazione e il territorio a pertinenza dei più ricchi.
Scrive Rossana Rossanda:"In Italia la Sinistra Arcobaleno, in Francia le sinistre disunite comunista, ecologista, trotzkiste, in Germania la Linke (è quella che sta andando più avanti e sta obbligando la Spd a una riflessione cui era impreparata) hanno da rendersi conto di questa dimensione e passare dalla resistenza alla proposta". Io credo che occorra non solo arginare i pericoli e i fallimenti di un liberismo senza volto e senza volti ma, bensì, proporre un'alternativa possibile partendo da quella rivoluzione culturale, come diceva Mao, che sia innovativa e meticcia e che permetta alle diversità di esprimersi liberamente, cosa che non avviene in un sistema dove la logica del mercato sopravvale e prevale.
La Sinistra, L'Arcobaleno: l'immaginazione al potere forse è possibile. Ma è anche possibile dare il consenso a quella sinistra che oggi rischia di essere relegata a condizione marginale da un bipartitismo indotto e coatto che tende a semplificare in modo banale il dibattito politico e a restringere i canali di partecipazione politica. L'affermazione della sinistra potrebbe pesare un condizionamento di chi oggi considera più importante la spettacolarizzazione mediatica della politica e mette nomi e candidate candidati di facciata o roboanti come se la formulazione delle liste sia un mercato calcistico tra giocatori più abili e preziosi: la politica non è fatta solo di nomi ma di programmi e di progetti. La Sinistra ancora ha progetti perchè parte da ideali e valori, come scriveva Bobbio nella differenza tra destra e sinistra. Il Pd e il PdL vivono momenti di omologazione sia metodologica, le grandi kermesse di piazza che esibiscono una rappresentazione e non una rappresentanza nuova, sia di merito, ascoltando la confindustria e  rappresentanti del liberismo a discapito di un progetto di costruzione di un cambiamento di unaione. Il PD dice: non esistono, parliamo al Paese. Ma quale Paese? Se nelle liste abbiamo le vittime di uno sviluppo indegno, gli operai della Tyssen Kroup, costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno, come nel fordismo ottocentesco, da una parte, e Colannino, uomo dell'alta finanza, oppure Calearo, il fautore della "scioperata" proposta dello "sciopero fiscale", difensore a Vicenza nel marzo 2006 della creatività tremontiana. Come fare coestistere precari da una parte ed esponenti di quella confindustria che ha osteggiato l'accordo di ieri sulla sicurezza sul lavoro, giustamente considerati dal Ministro Damiano come coloro che ostacolavano le norme relative, oppure quelle federmeccanica che ha contrastato la contrattazione collettiva dei metalmeccanici?
Oggi sostenere La Sinistra, L'Arcobaleno è un impegno per dire che noi non stiamo a guardare, non stiamo alla finestra, non giochiamo più ma, anzi, vogliamo fare sentire la nostra voce e dire che cambiare si può. E si deve per noi, per i giovani e per le nostre future generazioni.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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