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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Mercoledì, 28 Maggio, 2008 - 08:00

Il TAR respinge il ricorso dell'Osservatorio di Milano

IL TAR RESPINGE IL RICORSO DELL’OSSERVATORIO SULL’ECOPASS CON MOTIVAZIONI CHE NON RISPONDONO AI PROBLEMI POSTI DAI RICORRENTI.

“Le motivazioni a sostegno della sentenza del TAR - ha dichiarato Massimo Todisco direttore dell’Osservatorio di Milano - ci danno ampie possibilità di avere successo in sede di ricorso al Consiglio di Stato, dove ricorreremo”.

Questa sentenza è una sconfitta politica della città e dei ceti più deboli che sono abbandonati a se stessi, costretti a pagare una tassa ingiusta inefficace e immorale.

Per ricorrere al Consiglio di Stato – ha concluso Todisco –  c’è bisogno di un sostegno anche economico da parte dei cittadini e delle forze politiche contrarie all’Ecopass, con le quali bisognerà, nei prossimi giorni, trovare dei punti di raccordo e di intesa perché cresca un’opposizione dal basso a questa ingiusta tassa.

Massimo Todisco, Osservatorio di Milano

Tel 0371226520

Martedì, 27 Maggio, 2008 - 18:01

Appello della campagna “L’Europa dice no allo scudo spaziale”

Il governo degli Stati Uniti vuole installare una base radar in Repubblica Ceca, come parte del sistema di difesa antimissile detto “Scudo spaziale”. Lo scudo spaziale è un’arma di offesa e uno strumento per il dominio globale attraverso la militarizzazione e il controllo dello spazio. L’installazione della base radar in Repubblica Ceca è solo il primo passo e ha già causato un aumento delle tensioni internazionali e la ripresa della corsa agli armamenti, ricreando un’atmosfera da “guerra fredda”. Il progetto è avvolto in un alone di mistero, con accordi segreti tra gli Stati Uniti e vari paesi europei, tagliando fuori l’opinione pubblica e gli stessi Parlamenti, com’è avvenuto in Italia. La lotta contro questo progetto non riguarda solo la Repubblica Ceca (dove il 70% della popolazione è contraria alla base radar), ma deve estendersi a tutta l’Europa. Non possiamo permettere ai nostri politici di assecondare la folle intenzione degli Stati Uniti di trasformare l’Europa nel teatro di una possibile guerra nucleare, minacciando la pace e la sopravvivenza stessa dell’umanità. Il 13 maggio Jan Tamas e Jan Bednar, del movimento ceco contro la base radar USA, hanno iniziato uno sciopero della fame e varie città europee - Parigi, Madrid, Roma, Atene, Berlino, Bruxelles, Amsterdam, Copenhagen, Budapest, Zurigo, Tolosa, Malaga, Porto, Colonia, Milano, Trieste e Torino - si sono unite alla protesta portata avanti a Praga con diverse iniziative di denuncia e solidarietà. Vi invitiamo a sostenere ed allargare questa protesta nonviolenta, per formare una rete ampia e far pressione sul nostro governo perché prenda una posizione chiara contro lo scudo spaziale e a favore di un’Europa senza basi militari e armi nucleari. Come primo passo si può firmare e diffondere la petizione on-line al link www.nonviolence.cz, per chiedere che l’installazione della base radar in Repubblica Ceca venga sottoposta a referendum. Nel sito si trova anche informazione aggiornata sulla campagna. Per adesioni: adesioninoscudo@gmail.com Prime adesioni: Mondo senza guerre, Centro delle culture, La Comunità per lo sviluppo umano, Partito Umanista, Unaltromondo onlus, Sviluppo Umano, Cammini aperti, Rete Lilliput (Vicenza), Sinistra Critica (Trieste), Rifondazione Comunista (Trieste), Tavola della Pace del Friuli Venezia Giulia, Rete artisti contro le guerre (Trieste), Arci (Trieste), Dennis Visioli (assessore alla pace della provincia di Trieste) Alfonso Navarra, Lega per il disarmo unilaterale, Mariella Cao, Comitato sardo Gettiamo le Basi, Alessandro Rizzo, Berretti Bianchi, Basilio Rizzo, consigliere comunale Uniti con Dario Fo (Milano), Rete No War Roma e Lazio, Giulietto Chiesa, Comitato promotore Legge di iniziativa popolare sui trattati internazionali, le basi e le servitù militari, Rete semprecontrolaguerra, Disarmiamoli

Lunedì, 26 Maggio, 2008 - 10:12

No al dilagante razzismo in Italia

No al dilagante razzismo in Italia
Alex Zanotelli
Un paese che ha bisogno di stranieri ma che non li vuole integrare.
Che dimentica il suo passato da migrante. Che si dice cattolico ma che non vuole seguire l'esempio di Cristo. L'appello di padre Alex Zanotelli.
È agghiacciante quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi in questo nostro paese.
I campi Rom di Ponticelli (Na) in fiamme, il nuovo pacchetto di sicurezza del ministro Maroni, il montante razzismo e la pervasiva xenofobia, la caccia al diverso, la fobia della sicurezza, la nascita delle ronde notturne… offrono un'agghiacciante fotografia dell'Italia 2008.
«Mi vergogno di essere italiano e cristiano», fu la mia reazione, da poco rientrato in Italia da Korogocho, all'approvazione della legge Bossi-Fini (2002). Questi sei anni hanno visto un notevole peggioramento del razzismo e della xenofobia nella società italiana, cavalcati dalla Lega (la vera vincitrice delle elezioni 2008 e incarnati oggi nel governo Berlusconi. (Posso dire questo perché sono stato altrettanto duro con il governo Prodi e con i sindaci di sinistra, da Cofferati a Dominici...)
Oggi doppiamente mi vergogno di essere italiano e cristiano.
Mi vergogno di appartenere a una società sempre più razzista verso l'altro, il diverso, la gente di colore e soprattutto il mussulmano, che è diventato oggi il nemico per eccellenza.
Mi vergogno di appartenere a un paese il cui governo ha varato un pacchetto-sicurezza dove clandestino è uguale a criminale. Ritengo che non sia un crimine migrare, ma che invece criminale è un sistema economico-finanziario mondiale (l'11% della popolazione mondiale consuma l'88% delle risorse) che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere.
L'Onu prevede che entro il 2050 avremo per i cambiamenti climatici un miliardo di "rifugiati climatici". I ricchi inquinano, i poveri pagano. Dove andranno? Stiamo criminalizzando i poveri?
Mi vergogno di appartenere a un paese che ha assoluto bisogno degli immigrati per funzionare, ma che poi li rifiuta, li emargina, li umilia con un linguaggio leghista da far inorridire.
Mi vergogno di appartenere a un paese che dà la caccia ai Rom, come fossero la feccia della società. Questa è la strada che ci porta dritti all'Olocausto (ricordiamoci che molti dei cremati nei lager nazisti erano Rom!).
Abbiamo fatto dei Rom il nuovo capro espiatorio.
Mi vergogno di appartenere a un popolo che non si ricorda che è stato fino a ieri un popolo di migranti ("Quando gli albanesi eravamo noi"): si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all'estero. I nostri migranti sono stati trattati male un po' ovunque e hanno dovuto lottare per i loro diritti.
Perché ora trattiamo allo stesso modo gli immigrati in mezzo a noi?
Cos'è che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi? Il benessere?
Come possiamo criminalizzare il clandestino in mezzo a noi? Come possiamo accettare che migliaia di persone muoiano nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per arrivare nel nostro "Paradiso"?
È la nuova tratta degli schiavi che lascia una lunga scia di cadaveri dal cuore dell'Africa all'Europa.
Mi vergogno di appartenere a un paese che si dice cristiano, ma che di cristiano ha ben poco.
I cristiani sono i seguaci di Gesù di Nazareth, povero, crocifisso "fuori dalle mura", che si è identificato con gli affamati, i carcerati, gli stranieri. «Quello che avrete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me».
Come possiamo dirci cristiani, mentre dalla nostra bocca escono parole di odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di fare le adozioni a distanza, mentre ci rifiutiamo di fare
le "adozioni da vicino"?
Come è possibile avere comunità cristiane che non si ribellano contro queste tendenze razziste e xenofobe? E quand'è che i pastori prenderanno posizione forte contro tutto questo, proprio perché
tendenze necrofile?
Come missionario, da una vita impegnato a fianco degli impoveriti della terra, oggi che opero su Napoli, sento che devo schierarmi dalla parte degli emarginati, degli immigrati, dei Rom contro ogni tendenza
razzista della società e del nostro governo.
Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.
Vorrei ricordare le parole del pastore Martin Niemoeller della Chiesa confessante sotto Hitler:
«Quando le SS sono venute ad arrestare i sindacalisti, non ho protestato perché non ero un sindacalista. Quando sono venute ad arrestare i Rom, non ho protestato perché non ero un Rom. Quando sono
venute ad arrestare gli Ebrei non ho protestato perché non ero un Ebreo.
Quando, alla fine, sono venute ad arrestare me, non c'era più nessuno a protestare».
Non possiamo stare zitti: dobbiamo parlare, gridare, urlare. È in ballo il futuro del nostro paese. Soprattutto è in ballo il futuro dell'umanità. Anzi, della vita stessa.
Diamoci da fare perché vinca la vita!
Questa è la mia reazione davanti agli ultimi avvenimenti nel nostro paese.
Se la condividi, aggiungi la tua firma, inviando una e-mail a online@nigrizia.it
Lunedì, 26 Maggio, 2008 - 10:10

Roma, giovane conduttore aggredito perchè gay

Roma, giovane conduttore
aggredito e minacciato perché gay
ROMA - Christian Floris, 24 anni, conduttore di punta del portale DeeGay.it, è stato aggredito la scorsa notte a Roma mentre rincasava. Due persone gli hanno sbattuto la testa contro il muro minacciandolo perchè si occupa di tematiche legate al mondo dell'omosessualità e gli hanno intimato di smetterla.
Il giovane, che è stato portato all'ospedale dove è stato giudicato guaribile in sette giorni, ha sporto denuncia contro ignoti. DeeGay.it è un portale che co-produce una trasmissione con Radio Città Futura, Eco tv e Nessuno tv.
 
 
http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/gay-aggredito/gay-aggredito/gay-aggredito.html

Sabato, 24 Maggio, 2008 - 16:59

Una campgna per difendere protesta contro scudo spaziale ceco

Cari amici che avete aderito alla campagna contro lo scudo spaziale,
da Praga ci giungono notizie preoccupanti: Jan Bednar, uno dei due giovani in sciopero della fame, comincia a stare male, ma nonostante le sue condizioni e tutto l’appoggio ricevuto nel paese e a livello internazionale, il governo ceco continua a restare sordo alle loro richieste e non accenna la minima apertura.
Abbiamo quindi pensato di inviare una lettera all’ambasciatore della Repubblica Ceca in ogni paese e al presidente della Repubblica ceca Klaus ( la trovate qui sotto, con già le mail e i numeri di fax), sperando che la pressione internazionale possa sbloccare la situazione.
Vi chiedo di inviare queste due lettere con la massima urgenza
Grazie
Anna Polo, Campagna contro lo scudo spaziale
To the Ambassador of the Czech Republic in Italy
Dear Mr.Vladimir Zavazal,
we have been informed that the physical conditions of Jan Bednar, the young man who is protesting with a hunger strike against the
installation of foreign military bases in your Republic, are deteriorating  and that he is suffering health problems. We ask you to intervene
immediately by opening  the dialogue with the young protesters, in order to avoid the situation becoming even worse.

Yours sincerely,

Fax: 06 3244466
To the President of the Czech Republic
Dear Mr. Vaclav Klaus
we have been informed that the physical conditions of Jan Bednar, the young man who is protesting with a hunger strike against the
installation of foreign military bases in your Republic, are deteriorating and that he is suffering health problems. We ask you to intervene
immediately by opening  the dialogue with the young protesters, in order to avoid the situation becoming even worse.
Yours sincerely,

Sabato, 24 Maggio, 2008 - 10:32

una legge contro i reati di omofobia

LA NOTIZIA

BULLISMO: AGRIGENTO, GAY 18ENNE DENUNCIA TORTURE DA COMPAGNI
Agrigento, 22 maggio - Per mesi e mesi ha subito vessazioni dai suoi coetanei perché gay. Alla fine, un ragazzo di 18 anni di Licata (Agrigento) ha deciso di denunciare i suoi aguzzini, tre ragazzi e due ragazze. Ai poliziotti del commissariato ha raccontato che i suoi compagni gli avrebbero più volte spento delle sigarette sulle braccia e gli avrebbero anche più volte danneggiato lo scooter. Indagini sono in corso da parte della polizia per verificare che cosa sia esattamente accaduto.
COMUNICATO STAMPA ARCIGAY SICILIA

Arcigay Sicilia apprende con viva preoccupazione la notizia dell'ennesimo, gravissimo, episodio di violenza omofobica ai danni di un ragazzo 18enne in Provincia di Agrigento. Abbiamo totale fiducia nella serietà con cui le Forze dell'ordine sapranno verificare i fatti denunciati, ma non possiamo non sottolineare, ancora una volta, l'urgenza estrema di una legislazione specifica contro questi crimini di odio.
Esprimiamo affetto, solidarietà ed ammirazione per un giovanissimo che ha avuto il
coraggio di ribellarsi alla violenza e di denunciarla
. Chiediamo alle Istituzioni regionali di
intervenire immediatamente con un piano articolato contro il bullismo e la discriminazione, e di non lasciare che le vite di tante persone vengano umiliate e devastate da violenze e soprusi.
Il Presidente regionale di Arcigay Sicilia
Paolo Patanè 
sicilia@arcigay.it

COMUNICATO STAMPA ARCIGAY

Il grave episodio di bullismo, di cui è stato vittima un 18 enne di Agrigento, non è che la prova provata che quello che noi andiamo denunciando da tempo è vero.
È necessario estendere il reati di odio, previsti dalla legge Mancino, anche a quelli per orientamento sessuale e identità di genere.
La cronaca è piena di fatti di fatti come quello accaduto al giovane di Licata ma noi siamo a conoscenza di un numero maggiore di atti di violenza, bullismo o mobbing. Molti gay, lesbiche e trans denunciano i fatti subiti solo alle nostre linee amiche, nella ricerca di un sostegno morale, ma che poi, per paura, non denunciano alla autorità giudiziaria.
La cronaca è piena di fatti di fatti come quello accaduto al giovane di Licata ma noi siamo a conoscenza di un numero maggiore di atti di violenza, bullismo o mobbing. .
Esprimiamo solidarietà e vicinanza al ragazzo siciliano ed invitiamo tutte le vittime a seguire il suo esempio denunciando questi fatti nella speranza che qualcuno al Governo si accorga che una questione di disagio da parte delle persone omosessuali esiste e va affrontato con leggi che tendano alla nostra tutela e alla nostra salvaguardia.
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay

Venerdì, 23 Maggio, 2008 - 19:20

THE MOBILE CITY. Racconta la tua città

THE MOBILE CITY. Racconta la tua città , la tua comunità , la tua vita

The Mobile City è un progetto innovativo di scambio culturale.
The Mobile City è un concorso di fotografie scattate con il telefono cellulare riservato a ragazzi tra i 16 e i 22 anni delle aree metropolitane di Milano e Toronto.

La fotografia è un mezzo con il quale sempre di più i giovani comunicano e rappresentano se stessi.
In quale modo gli adolescenti leggono e interpretano la realtà in cui vivono? Quali sono le loro paure e i loro sogni? Le nuove tecnologie possono aiutarli a rappresentare il mondo che li circonda?

Per rispondere a questi interrogativi e per confermare l’impegno nella ricerca di sempre nuove e attuali forme di dialogo con il pubblico più diverso il Museo di Fotografia Contemporanea ha elaborato il progetto The Mobile City. Obiettivo è coinvolgere i giovani, anche provenienti da aree di disagio sociale, in attività creative e dare spazio alla loro visione della vita e della città, verificando la capacità delle nuove tecnologie di produzione e circolazione delle immagini di veicolare nuove visioni della società e creare community.

Questi i temi proposti:

  • Persone / Io e gli altri
  • Temi sociali / Sogni e paure riguardo la vita e la società
  • Paesaggio e vita urbana / Come vivo oggi la mia città e come vorrei che fosse
  • Culture / Come la mia cultura interagisce con varie altre culture
  • Futuro / Il mio posto nel mondo, la mia idea di globalizzazione, democrazia, libertà
www.mobilecityphoto.org è il cuore del progetto, un sito web 2.0 continuamente aggiornato che presenta tutte le immagini di Milano e di Toronto scattate dai partecipanti, i testi di spiegazione dei lavori, il bando di concorso, le istruzioni e tutte le informazioni per la partecipazione.

The Mobile City è promosso da Provincia di Milano, Comune di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Città di Toronto e la Camera di Commercio Italiana a Toronto, con il patrocinio della Regione Lombradia. Media partner del progetto è ViviMilano.

IL MUSEO INCONTRA IL TERRITORIO


The Mobile City
intende stimolare una partecipazione al concorso quanto più democratica possibile e arrivare davvero a tutti, non solo a chi già possiede conoscenze nel campo della fotografia o è in grado di muoversi in ambito artistico.

Per questa ragione il Museo di Fotografia Contemporanea è a presente sul territorio con 15 Punti Mobile City allestiti in altrettante zone pilota caratterizzate da diverse tematiche sociali, dislocate nella città di Milano e nel territorio provinciale.

E' possibile contattare direttamente i tutor per informazioni e consigli tramite e-mail:
Affori-comasina pietro@mobilecityphoto.org
Barona francesca@mobilecityphoto.org
Bicocca giovanni@mobilecityphoto.org
Campi nomadi jurij@mobilecityphoto.org
Cernusco sul naviglio simona@mobilecityphoto.org
Corsico pietro@marta@mobilecityphoto.org
Gratosoglio daniele@mobilecityphoto.org
Molise Calvairate Alessandro@mobilecityphoto.org
Monza-Padova tommaso@mobilecityphoto.org
Paolo Sarpi-Chinatown giovanni@mobilecityphoto.org
Ponte Lambro alessandro@mobilecityphoto.org
Sesto S. G. tommaso@mobilecityphoto.org
San Giuliano Milanese giovanni@mobilecityphoto.org
Rho-Pero marta@mobilecityphoto.org
Rozzano daniele@mobilecityphoto.org

Venerdì, 23 Maggio, 2008 - 19:14

Discriminato perché gay: ma come provarlo?

Discriminato perché gay: ma come provarlo?

Se sei discriminato dove lavori e sei omosessuale non devi provare nulla….no…se sei discriminato dove lavori ti tocca provare tutto.. (!) … o meglio… devi provare di aver subito fatti gravi precisi e concordanti (?!)..no, ho sbagliato ancora, devi provare di aver subito solo i fatti precisi e concordanti. La gravità –dice Berlusconi- non serve più a nulla.
Aiuto!
Il Governo, in queste ultime ore, sta letteralmente sbizzarrendosi riguardo all’onere della prova in tema di discriminazione per orientamento sessuale nei luoghi di lavoro.
I fatti: nel 2000 una direttiva europea contro le discriminazione prevedeva che, gli Stati membri, dovessero introdurre nel proprio ordinamento misure rivolte alla tutela delle persone omosessuali. Dice la direttiva a proposito della “prova” della discriminazione degli omosessuali: deve toccare a colui che discrimina l’onere (il peso) di provare di non aver commesso il fatto.
Con una legge del 2003 il Governo Berluscon ha capovolto questa regola esponendo che deve essere il discriminato (e non più il discriminante) a dover provare di essere stato licenziato o trattato diversamente a causa del proprio orientamento sessuale, mediante fatti precisi, concordanti e, dulcis in fundo, gravi.
Il 21 maggio 2008 il Governo Berlusconi, all’indomani delle dichiarazioni della Ministra-velina-showgirl- Carfagna (<<in Italia le discriminazione degli omosessuali non esistono: me l’hanno detto i miei amici gay>>), ha stabilito: tocca a colui che discrimina provare di non aver commesso il fatto.
Il popolo gay ha accolto la notizia con entusiasmo e anche l’On. Franco Grillini si è mostrato soddisfatto: suo un disegno di legge del dicembre 2007 proprio in tal senso (n. 3305/2007).
Ma il 22 maggio l’ennesima modifica: l’omosessuale licenziato, a causa del suo orientamento, deve provare la discriminazione attraverso fatti precisi e concordanti mentre (dovremmo ringraziare?) i gravi non servono più.
Martedì (forse) la votazione definitiva dell’emendamento.
Quale altra sorpresa ci aspetta?

Giuseppe Eduardo Polizzi

Venerdì, 23 Maggio, 2008 - 14:28

CHRISTOPHER STREET DAY Milano 2008

CHRISTOPHER STREET DAY Milano 2008
7 giugno 2008
PrideMilano08
Anche quest´anno Milano vedrà percorrere le vie del centro dal colorato e festoso corteo del Pride.
Quest´anno, ancora di più che nelle edizioni passate, la ricorrenza legata alla rivolta avvenuta nel giugno del 1969 a New York da parte della popolazione LGBT (lesbo-gay-trans-bisex) contro i soprusi, le angherie e le discriminazioni, rivendicherà il riconoscimento dei diritti ancora negati ad una vasta fetta di popolazione italiana.
L´acuirsi delle violenze verbali e fisiche nei confronti delle persone lesbiche, gay e trans, il disprezzo dimostrato da alcuni rappresentanti pubblici, l´assoluta mancanza di volontà di ascolto delle nostre proposte e il rifiuto al dialogo, la mancanza di laicità nelle Istituzioni, gli attacchi al corpo delle donne, le continue ingerenze nella politica italiana da parte della gerarchia cattolica vaticana si sommano nella creazione di un clima che non può che preoccuparci.
Per la prima volta la stagione dei Pride italiani verrà aperta in contemporanea nelle due capitali, Roma e Milano, gemellate sabato 7 giugno, poi il testimone verrà passato a Biella la settimana successiva.
Tutto il movimento e la popolazione LGBT si darà quindi appuntamento alla grande manifestazione nazionale che si terrà a Bologna il 28 giugno. L´ultima data in calendario sarà a Catania il 5 luglio.
A Milano, con lo slogan ironico "...MA NON TOGLIAMO IL DISTURBO!", gli organizzatori invitano tutti quanti si riconoscono in una società libera e rispettosa delle differenze e della dignità di tutti i suoi componenti, ad aderire e manifestare accanto a chi quotidianamente vive sulla propria pelle le difficoltà e l´emarginazione causate da una strisciante cultura egoista, omofoba, machista e discriminante, con le parole d´ordine sottoscritte da tutto il movimento LGBT italiano: "PARITÀ, LAICITÀ, DIGNITÀ".
Il concentramento sarà dalle ore 16,00 in via Palestro per poi partire alle 17.00 lungo il consueto percorso che toccando piazza San Babila, Piazza della Scala e Piazza del Duomo si concluderà davanti al palco in Piazza Castello.
Ufficio Stampa
Massimo Morigi
+39 328 0805424

Venerdì, 23 Maggio, 2008 - 12:15

La Cassazione riconosce pari dignità alle coppie. E lo Stato?

La Cassazione conferma quello che ho sempre pensato. La Magistratura è spesso nella sua letteratura giurisprudenziale molto più avanzata, a livello interpretativo delle normative, rispetto al potere legislativo su temi attuali di diverso ambito e genere, da quelli sociali a quelli civili, da quelli ambientali a quelli giuslavoristi.
La decisione di ieri dell'organo giurisprudenziale è alquanto significativa a livello sostanziale e culturale. Esiste nel testo di quanto deliberato una precisa e importante equiparazione tra famiglie di diritto, secondo l'attuale normativa e ordinamento, e famiglie di fatto in ambvito specifico del trattamento e del rispetto della dignità dei conviventi. La sentenza 20647, che si ascrive nell'alveo di sentenza storica a livello giurisprudenziale, e sentenza di riferimento a livello normativo, non solo interpretativo, ma anche con effetti nel campo ordinamentale, ha confermato la carcerazione preventiva per un quaranticenquenne di Torre del Greco che per anni ha maltrattato e usato violenza nei riguardi della sua convivente, da cui ha avuto una figlia.
La sentenza motiva la decisione di equiparare i due livelli e i due ambiti soprattutto nella fattispecie in cui si presentano situazioni di violenza e di aggressione perpetrate da parte di uno dei due coniugi o conviventi a danno dell'altra o dell'altro, in quanto:"Il richiamo contenuto nel nostro Codice penale alla famiglia deve intendersi riferito ad ogni consorzio di persone tra le quali ... siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà per un apprezzabile periodo di tempo". Questa è la filosofia politica che si registra come fondante e fondamento per la costruzione di una riforma normativa complessa e completa che equipari a livello legislativo, in diritti e in doveri, le due forme e tipologie di convivenza e di accordo tra due soggetti, di diverso o dello stesso genere, di divera o della stessa età, per motivi che possono anche non essere quelli affettivi, ma anche assistenziali o amicali, che oggi sono in costante aumento nella loro dimensione e caratteristica di fatto.
In Francia esiste una nuova stagione legislativa e parlamentare dove la consueta "convivenza" tra esecutivo retto da un esponente quasi spesso differente e alternativo dal Presidente della Repubblica, con sostanziali poteri di intervento e di capacità di incisività politica, è venuta meno, essendo sia il premier sia il capo dello stato appartenenti alla stessa coalizione di governo.
La destra dell'UMP di Sarkozy, Presidente francese, e di Fillon, Presidente di Gabinetto, ha una maggioranza salda e solida e avrebbe tutta l'autonomia politica per poter modificare alcune normative che sono considerate ancora oggi all'avanguardia nel campo della difesa e del riconoscimento dei diritti civili e dell'equiparazione ed equipollenza nei trattamenti, nei diritti e nei doveri, nelle opportunità tra coppie di fatto, regolate dai PACS, e le coppie di diritto, regolate dall'istituto matrimoniale. La presenza di una destra conservatrice prefigurerebbe una campagna ideologica e fortemente radicale di preservazione del matrimonio nella sua forma classica e, ormai, superata, di unione tra soggetti di sesso differente, facendo venire meno le tutele e le garanzie predisposte negli ultimi anni a favore di un'eguaglianza tra le differenti forme di convivenza, nella totale libertà di scelta dei conviventi nella regolamentazione dei propri rapporti di convivenza.
Questo pericolo e questa prefigurazione non si sono avverati, ma, anzi, il Presidente Sarkozy sta lavorando per concepire una riforma legislativa che preveda il riconoscimento dell'istituto dell'adozione acquisita, avanzando nel percorso di riconoscimento della pari dignità e delle pari opportunità tra le due forme e tipologie contrattuali di convivenza.
E' un panorama politico istituzionale quello presente in Francia totalmente diverso da quello che si prospetta in Italia, dove una ministra valletta pin up, Carfagna, si è sentita legittimata a esprimere la sua contrarietà a sostenere la manifestazione internazionale ormai consueta a partire dal 1968, anno in cui si celebra la prima edizione a New York, del Gay Pride, considerando inutile la mobilitazione funzionale a sensibilizzare sui temi di rivendicazione dei diritti civili per la comunità GLBTQ e non solo, oggi soggetti a dicriminazioni e ad atti di violenza e di aggressione omofoba. L'insensibilità oltre alla grossolanità e alla volgarità delle parole della ministra valletta velina Carfagna palesata nelle dichiarazioni rilasciate in merito, seppure in qualche modo rettificate senza recedere dalla decisione di non sostenere la manifestazione, sono colpevoli di un aumento e di un climax ascendente di intimidazione e di violenza omofoba e sessista che si riscontra nelle pagine di cronaca attuali.

Speriamo solamente nell'azione della Magistratura e nel carattere vincolante anche a livello legislativo delle proprie sentenze emesse in merito al riconoscimento della pari opportunità in diritti e in doveri, si parla anche di obblighi etici e morali per i conviventi non solo di agevolazioni fiscali o di diritto a succedere nel patrimonio condiviso, tra coppie di diritto e coppie di fatto, siano esse eterosessuali, siano esse omosessuali, in continuo aumento nel nostro Paese e, anche, dobbiamo dirlo, sempre più stabili e durature.

E' l'unica azione positiva con valenza e autorevolezza istituzionale emessa e prodotta da parte di un organo dello stato. Speriamo che ci siano azioni conseguenti a livello legislativo, anche se sono sempre più sicuro che questo non possa avvenire nei tempi prossimi, data l'insensibilità e l'irresponsabilità di alcuni ministri e onorevoli con funzioni di tipo legislativo e amministrativo.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo

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