.: Il Blog di Fiorello Cortiana

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Il calendario dell'uomo e quello della Terra
L’ Earth Overshoot Day – Il Giorno del Superamento del Limite è il giorno in cui l’umanità consuma tutte le risorse naturali che il nostro Pianeta ha generato nell’anno solare. Quest’anno abbiamo superato il limite, generando deficit ambientale, il 27 di settembre. Sarebbe una miope consolazione pensare che abbiamo invertito la tendenza perché l’anno scorso il superamento è avvenuto il 21 agosto. Gli scienziati del NEF hanno constatato che dal 1987 il limite non coincideva con la fine dell’anno solare gregoriano, ma venne superato il 19 dicembre. Se consideriamo un po’ di rilevazioni in successione ci possiamo rendere conto che la valutazione dell’impatto ambientale dovrebbe divenire una costante culturale che presiede le nostre scelte e le nostre azioni dai consumi ai rifiuti e non una mitigazione dei grandi progetti ritenuti ineluttabili. 1990: 7 dicembre, 1995: 21 novembre, 2000: 1 novembre, 2005: 20 ottobre, 2007: 26 ottobre, 2008: 23 settembre, 2009: 25 settembre e, come detto, nel 2010 il 21 agosto. Consumiamo il budget, che la Terra ci mette a disposizione annualmente, prima del tempo. Siamo affetti da una irresponsabilità compulsiva. Eppure mai come oggi la connessione interattiva digitale, insieme all’innovazione scientifica e tecnologica, consentono di organizzare diversamente le nostre azioni individuali e collettive. Domotica, infomobilità, rilevazioni pervasive tanto di quello che c’è in magazzino e sugli scaffali, quanto della domanda, della sua provenienza e dei suoi tempi, consentono una ottimizzazione della nostra azione, con una conseguente convenienza economica. Questo vale per la filiera agroalimentare, come per quella energetica e dell’edilizia, piuttosto che per l’accesso ai beni culturali. Si può fare, dipende da noi, occorre scegliere. Non è ineluttabile una produzione energetica fondata su fonti in esaurimento e non sulle rinnovabili, non è ineluttabile l’aumento della congestione da traffico privato a seguito dell’ingombro statico e dinamico generato dalle nostre automobili. Eppure misuriamo la salute dell’industria automobilistica in rapporto all’aumento delle auto vendute rispetto all’anno precedente, e vogliamo forse impedire ai cittadini cinesi di usare il loro aumentato potere economico di acquistare milioni e milioni di nuove auto, con proporzionali consumi di carburante ed emissioni in atmosfera? Rio, Kyoto, Copenaghen, sono le tappe della difficile armonizzazione tra un modello di sviluppo non sostenibile che interessa ormai tutto il Pianeta e i la necessità di limitare ed evitare i suoi effetti devastanti. Ma noi non ci salveremo a seguito di una catastrofe più grossa e diffusa che ci coinvolge direttamente e non come telespettatori: probabilmente sarebbe troppo tardi. Noi si salveremo in virtù di una scelta di valore, con l’esercizio di un’etica della responsabilità verso questo Bene Comune irriproducibile costituito dalla Terra e dalla sua natura. Quando saremo consapevoli che “la Terra ci è data in prestito dai nostri figli “attueremo politiche pubbliche, nell’organizzazione delle città, nella costruzione dei suoi edifici, nella qualificazione di quelli attuali, improntate alla sostenibilità e non alla speculazione finanziaria a scapito delle casse pubbliche, delle risorse naturali e della legalità, con “bolle” pesantissime come l’ipotizzato Ponte sullo Stretto di Messina. Fuori da ogni presuntuosa Hybris rispetteremo i cicli naturali nella relazione tra i tempi storici e i tempi biologici, pensando sempre alle conseguenze di ogni nostra scelta. Così facendo saremo adulti maturi in grado di ben amministrare il budget che ogni anno ci mette a disposizione la nostra “Terra Matria”. Come ha felicemente proposto Edgar Morin di definire quella che dovremmo considerare madre e patria degli animali umani, presenti e futuri.