La Regione cambia faccia ai navigli lombardi
La Regione cambia faccia ai navigli lombardi
Sabato 17.10.2009 13:50
Con l'adozione da parte della Giunta regionale, su proposta dell'assessore al Territorio e Urbanistica Davide Boni, si è concluso l'iter di elaborazione del Piano territoriale regionale d'area Navigli, che sarà approvato dal Consiglio regionale dopo la fase di presentazione pubblica e la raccolta di contributi e osservazioni. Il Piano ha mosso i primi passi nel giugno 2008, quando la Giunta regionale, sempre su proposta dell'assessore Boni, ha avviato il procedimento di approvazione del progetto di sviluppo che riguarda i Navigli Grande, Pavese, Bereguardo, Paderno e Martesana, e interessa 51 comuni, compreso Milano, 4 province (Milano, Pavia, Varese e Lecco) e 3 parchi regionali (Ticino, Agricolo Sud Milano e Adda Nord). Il 24 settembre scorso, in occasione della 2° Conferenza di valutazione, sono stati presentati gli elaborati di Piano raccogliendo gli ultimi contributi e concludendo la procedura di Vas (Valutazione Ambientale strategica). L'area dei Navigli costituisce un ambito di significativo valore storico, ambientale e culturale, che spazia dal Ticino all'Adda passando per il capoluogo milanese, e che ha segnato non solo il territorio ma anche la storia economica e sociale della Lombardia, divenendo uno degli elementi peculiari dell'identità regionale. "Il Piano Territoriale Regionale d'Area dei Navigli - spiega l'assessore Boni - rappresenta un'importante azione di governo su una zona complessa del territorio, in alcuni casi fortemente urbanizzata ma sempre caratterizzata da marcati connotati identitari, già identificata negli elaborati del Piano Territoriale Regionale come una delle più significative a livello regionale e che, nelle intenzioni della Regione, dovrà essere adeguatamente valorizzata, soprattutto attraverso il coordinamento e l'integrazione delle strategie e delle azioni dei vari attori che operano sul territorio".
Il Piano d'area, partendo dalle indicazioni del Piano territoriale regionale (Ptr), ha come obiettivo principale la tutela e la valorizzazione di questo importante patrimonio, per promuovere, attraverso un attento governo del territorio, uno sviluppo sostenibile e un ambito di alto valore qualitativo per la Regione Lombardia. Il Ptr considera questo piano d'area prioritario all'interno del proprio disegno territoriale, proprio per la complessità degli aspetti che lo compongono.
L'obiettivo di tutela è strettamente correlato con quello della valorizzazione: la protezione e la cura delle risorse territoriali rappresentano un aspetto fondamentale dello sviluppo socio-economico e tutte le iniziative che qualificano le risorse del territorio contribuiscono alla sua valorizzazione e al rafforzamento dell'attrattività. Il Piano d'area ha il compito di sviluppare e di cogliere tutte le opportunità dei progetti territoriali di rilevanza regionale che hanno effetti e ricadute sul sistema dei Navigli: dalle grandi opere infrastrutturali alla sfida di Expo 2015, per proporre un progetto di città e di territorio che sia un concreto esempio di sostenibilità.
"Il Piano d'area - conclude l'assessore Boni - deve essere un mezzo operativo. L'obiettivo politico-strategico è infatti quello di dotarsi di uno strumento di governance del territorio, in collaborazione con gli enti locali, per arrivare ad un ente unico per la gestione del tracciato di navigazione lombarda, anche in vista di Expo 2015. Un unico soggetto in grado di avviare una collaborazione attiva con gli enti locali interessati per realizzare una serie di progetti da qui ai prossimi anni, ottimizzando le risorse finanziarie".
(Lombardia Notizie)
NUOVE FAMIGLIE E NUOVI DIRITTI: INTERVENTO SU L'UNITA'
di Sergio Rovasio
da L’Unità del 15 ottobre 2009, pag. 19
In Olanda una coppia gay può sposarsi, in Francia non esiste distinzione tra figlio legittimo e figlio naturale, in Belgio è appena stata approvata una riforma sulle adozioni che prevede la possibilità anche alle persone single o gay di poterlo fare, in Spagna è stata approvata da poco una legge moderna e innovativa contro il grave fenomeno della violenza contro le donne nell’ambito familiare.
Quasi tutti i Paesi europei riescono ad approvare leggi di riforma che si adeguano alle grandi trasformazioni sociali dei tempi moderni, in particolare quelli che riguardano l’ambito della famiglia. Del resto in questi Paesi esiste un pragmatismo che meglio si combina con il motto "la politica è al servizio del cittadino" molto lontana dai contorcimenti del sistema partitocratrico italiano che guarda più al Vaticano e a certi interessi piuttosto che adeguare le sue azioni alle richieste di parte della società.
Un gruppo di esperti e di rappresentanti di associazioni, tra le altre l’Associazione Luca Coscioni, Certi Diritti, Divorzio Breve, Figli Negati, Conacreis, hanno lavorato per quasi due anni a un progetto di riforma che tocca i principali capitoli del diritto di famiglia. Il lavoro è stato coordinato dal giurista Bruno de Filippis, con un importante contributo dell’Avvocato Francesco Bilotta e si è ispirato all’idea slogan: «Amore Civile, dal diritto della tradizione al diritto della ragione» nato da un convegno promosso nel 2007 dall’Associazione Luca Coscioni e dai radicali.
I capitoli, con le proposte di riforma e di regolamentazione legislativa, riguardano il matrimonio gay, le unioni civili, le norme sulla procreazione assistita, il divorzio breve, la violenza sulle donne, la filiazione legittima e naturale e altri temi molto importanti della vita quotidiana delle persone. Si è cercato di cucire insieme idee e proposte con l’obiettivo di immaginare una nuova legislazione adatta ai tempi e ad una società laica e moderna.
Si tenta così di dare corso ad un’idea che lo stesso Marco Pannella precisa essere rivolta alla classe politica «che ha il dovere di non ignorare questo lavoro, ma di fornire risposta a tutti gli interrogativi che esso pone».
L’idea che più ha ispirato questo lavoro è il concetto di laicità dello Stato così ben espresso dal giurista Bruno de Filippis: «Ogni concezione ideologica o religiosa merita il massimo rispetto, ma altrettanto rispetto è dovuto alla libertà dei cittadini. I principi che animano religioni o ideologie possono influenzare la vita delle persone ma non devono essere imposti per legge a coloro i quali non li condividono». Il progetto, presentato in un convegno alla Camera dei deputati la scorsa settimana alla presenza di parlamentari e giornalisti, ha l’ambizione di diventare a breve una Proposta di Legge da proporre alla firma di tutti i parlamentari della Repubblica.
Atti di Giunta in materia di parcheggi: stop alla darsena
Giunta Parcheggi: gli indirizzi da adottare.
Gli assessori Simini e Croci hanno presentato due informative riguardanti alcune opere oggetto di riesame. Stop alla Darsena, semaforo verde a Sant'Ambrogio Milano, 16 ottobre 2009 – Gli assessori Bruno Simini (Lavori pubblici e Infrastrutture) e Edoardo Croci (Mobilità, Trasporti e Ambiente) hanno presentato in Giunta due informative sugli indirizzi da adottare per la realizzazione di alcuni parcheggi oggetto di riesame. Il documento presentato dall’assessore Simini si riferisce ai parcheggi di piazza Gobetti, via Palestro, via Venosa, via Canaletto/Frapolli, piazzale Damiano Chiesa, piazzale Libia, piazzale Baracca (Vercellina/Toti), Sant’Ambrogio e Darsena. L’informativa dell’assessore Croci riguarda invece i parcheggi di piazza Fontana, via Zecca Vecchia e via Santa Maria Valle. “Gli indirizzi che ho presentato oggi – spiega Simini – riguardano soltanto alcuni parcheggi oggetto di riesame. Si tratta di decisioni assunte sulla base delle verifiche degli aspetti realizzativi e procedurali, per le caratteristiche del progetto o del territorio”. “Nell’informativa – annuncia l’assessore ai Lavori pubblici – si stabilisce di dare il via libera alla realizzazione dei parcheggi in project financing di via Palestro (lato via Marina) e di piazza Sant’Ambrogio e del residenziale Canaletto/Frapolli, e di non proseguire, invece, con l’iter procedurale per il progetto, sempre in project financing di piazza Gobetti, e per il residenziale di via Venosa. Per altri parcheggi oggetto dell’informativa (i residenziali di piazzale Damiano Chiesa, piazza Libia e Vercellina/Toti) gli operatori saranno invece invitati ad adeguare i loro progetti alle indicazioni del Piano Urbano Parcheggi”. In particolare gli indirizzi prevedono: A. di proseguire con l’iter progettuale/realizzativo di: via Palestro/Marina (project financing): dagli approfondimenti è emerso che sussistono le ragioni tecniche per procedere; via Canaletto/Frappolli (residenziale): anche in questo caso le verifiche hanno confermato che sussistono le ragioni tecniche per procedere (267 posti conforme al P.U.P). B. di non proseguire con l’iter progettuale/realizzativo di: piazza Gobetti (project financing): la localizzazione in piazza Gobetti non è presente nel P.U.P vigente, né in quello dell’epoca della proposta. Si è deciso di non inserire il parcheggio nel P.U.P. e, quindi, di non proseguire con l’iter procedurale; via Venosa (residenziale): l’area oggetto dell’intervento è attraversata dalla Roggia Gerenzana. Inoltre, il progetto definitivo del parcheggio non è mai stato presentato e la società mandataria è fallita. C. di invitare gli assegnatari ad adeguare i progetti alle indicazioni del P.U.P per quanto riguarda: piazzale Damiano Chiesa (residenziale): l’assegnatario ha presentato un progetto per due parcheggi da 250 posti auto ciascuno. Il P.U.P. prevede, invece, un fabbisogno in questa località di 256 posti. Il Comune inviterà l’assegnatario a presentare un progetto per un unico parcheggio conformemente al P.U.P; piazzale Libia (residenziale): l’assegnatario ha proposto due parcheggi per un totale di 566 posti. Il P.U.P. prevede, invece, un unico parcheggio di 330 posti residenziali. Come previsto per piazzale Chiesa, l’assegnatario sarà invitato a presentare un progetto per un unico parcheggio; piazzale Baracca - corso di Porta Vercellina/Toti - (residenziale): la localizzazione proposta dall’assegnatario non è coerente con il P.U.P. e con il parere della Soprintendenza. All’assegnatario verrà proposto di adeguare il progetto in modo tale da essere conforme al P.U.P e al parere della Soprintendenza che individua un’area precisa. Per quanto riguarda invece: Darsena (project financing): non avendo ricevuto dal concessionario una proposta di modifica del progetto, ammissibile in base alla legge vigente, verrà avviata la procedura per la risoluzione della convenzione per inadempienza del concessionario. Piazza Sant’Ambrogio (project financing): sono stati acquisiti tutti i pareri necessari. Prosegue, pertanto, l’iter progettuale/realizzativo. L’informativa presentata dall’assessore Croci evidenzia invece alcune criticità per i progetti dei parcheggi di piazza Fontana, via Zecca Vecchia e via Santa Maria Valle e le rispettive localizzazioni. I tre interventi presentano alcune particolarità che richiedono ulteriori approfondimenti istruttori per valutare la possibilità di realizzare parcheggi interrati in quelle aree. Il settore Pianificazione Mobilità e Ambiente procederà nelle verifiche che potranno determinare lo stralcio dei tre progetti dal Piano Urbano Parcheggi. “Laddove esistono delle criticità ambientali e paesaggistiche – ha spiegato Croci – devono essere effettuati studi e approfondimenti che possono portare a valutazioni diverse rispetto le decisioni pregresse”. Piazza Fontana. L’intervento prevede la realizzazione in project financing di un parcheggio pubblico a rotazione, con posti riservati anche ai residenti. I posti auto previsti sono 534, di cui 404 pubblici e 130 privati. Via Zecca Vecchia. Il progetto prevede la costruzione in project financing di un parcheggio pubblico a rotazione, con una parte dei posti destinata ai residenti. Posti previsti 520, di cui 259 pubblici e 261 privati. Via Santa Maria Valle. Si tratta di un parcheggio residenziale/pertinenziale da 165 posti, da realizzare, in diritto di superficie, nel sottosuolo di un’area pubblica.
Protocollo di intesa processo definizione strumenti urbanistici
Protocollo di intesa fra assessorato allo Sviluppo del Territorio e Consigli di Zona sulla condivisione del decentramento al processo di definizione di strumenti urbanistici.
Presentata ieri sera in Consiglio di Zona 6 una richiesta - sottoscritta da turtta l'opposizione - di Consiglio di Zona straordinario con la presenza dell'assessore al Territorio Masseroli.
Dopo 9 mesi non è stata effettutata nessuna verifica nei tempi previsti.
Intolleranza omofobica: presentata mozione in Consiglio di Zona 6
Presentata ieri sera in Cdz6 una mozione - primo firmatario Fasano del PD, sottoscritta da tutta l'opposzione - sulla vuiolenza e intolleranza omofobica.
MOZIONE
le più recenti notizie di cronaca evidenziano un allarmante aumento, in tutto il Paese, di fenomeni di violenza e intimidazione a danno sia di singole persone omosessuali e transessuali, sia dei luoghi-simbolo di aggregazione in cui esse si ritrovano;
i suddetti atti di violenza e il clima di intolleranza che li animano risultano in drammatico contrasto con lo spirito e la lettera dei valori della Costituzione italiana, in particolare di quelli sanciti dagli articoli 2 (riconoscimento e garanzia “dei diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”) e 3 (principio di uguaglianza formale e sostanziale);
la stessa Costituzione italiana non si limita a riconoscere i diritti degli individui, ma impegna le Istituzioni ad adoperarsi per combattere disuguaglianze ed ingiustizie.
CONSIDERATO CHE:
lotta alla violenza omofoba significa – all’origine – educazione al rispetto umano di ogni individuo e alla solidarietà, che costituiscono il tessuto di una società in cui le persone possano vivere nella libertà e nella convivenza pacifica;
l’educazione al rispetto della diversità, anche di orientamento sessuale e di identità di genere, è importante soprattutto per i più giovani, che nel corso della loro formazione devono da subito conoscere ed introiettare i valori dell’uguaglianza;
I L C O N S I G L I O D I Z O N A 6
1. Esprime solidarietà e vicinanza a tutte le vittime di violenza omofoba;
2. Si impegna a promuovere momenti di educazione al rispetto della diversità, attraverso l’istituzione comunale e in collaborazione con le scuole;
3. Invia la presente mozione al Presidente della Camera dei Deputati, chiedendo una celere approvazione di norme adeguate per contrastare la violenza omofoba.
Incrocio “maledetto” via Tolstoj – Zuara – Rondoni
Mercoledì sera la commissione Territorio, Ambiente e Urbanistica ha esaminato le problematiche dell’incrocio compreso tra le via Tolstoj, Zuara e Rondoni, tragicamente balzato agli onori della cronaca per la morte di un giovane nelle scorse settimane.
Sono già centinaia le firme che mi sono pervenute per chiedere attenzione da parte delle autorità.
Con la media di due incidenti a settimana, non è più possibile rimanere in silenzio.
La commissione ha proposto l’istallazione di una rotatoria. Abbiamo infatti ritenuto, sentita informalmente anche la Vigilanza urbana, di escludere la semaforizzazione per tre motivi:
1- il semaforo rosso non è un sufficiente deterrente per i balordi che, specie di notte, si lanciano a folle velocità.
2- essendoci a pochissimi metri un altro impianto semaforico, è probabile che la richiesta venga bocciata del Comune.
3- I tempi (e i costi) della semaforizzazione sono di gran lunga superiori alla semplice posa di una rotatoria.
DISOBBEDIAMO ALLA VIOLENZA
Dopo quello che è accaduto in Parlamento, il movimento LGBT italiano sta organizzando in tutta Italia iniziative di protesta che intendono evidenziare come all’omofobia e alla transfobia, ancora una volta la politica italiana non sia riuscita a fornire una risposta.
Le inqualificabili dichiarazioni di esponenti dell’UDC e del centrodestra, che hanno accostato l’orientamento sessuale all’incesto, alla pedofilia e ad altre perversioni, forniscono la misura di come sia granitica la volontà di escludere, di emarginare le persone LGBT.
D’altronde non siamo gli unici a esser colpiti da simili attacchi, tutto ciò è in coerente allineamento con le idee razziste e xenofobe propugnate in questi anni e trasformate in vergognosi provvedimenti. Per questo parteciperemo sabato 17 ottobre alla manifestazione nazionale a Roma contro il Razzismo.
Anche il PD in questa vicenda ha fatto emergere le sue gravi contraddizioni: perché si è votato contro il ritorno in Commissione Giustizia, mentre fino a un quarto d’ora prima era stato sancito un accordo con il PDL per ridiscutere il provvedimento? Troppo comodo ora scaricare tutta la colpa sull’omofoba Binetti!
Il deposito immediato di nuove proposte di legge da parte del PD e dell’IDV o l'annuncio da parte del ministro Carfagna di elaborazione di un disegno di legge del governo, hanno oggi il sapore amaro della farsa e suonano come una presa in giro, a pochi giorni di distanza da una legge che poteva essere emendata e approvata in pochi giorni o settimane. Sono troppo pochi i parlamentari che hanno dimostrato coerenza e vera vicinanza nei nostri confronti.
Ringraziamo Navi Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, per la sua chiara presa di posizione rispetto a quello che è avvenuto definendolo “un passo indietro per i diritti di gay e lesbiche”.
Vogliamo disobbedire a questa violenza che ci viene imposta da un Parlamento sordo rispetto alla tutela dei diritti umani! Non possiamo accettare che si ritengano anticostituzionali termini come orientamento sessuale, così come non si possono considerare le persone trans fantasmi sociali. In tutte e due i casi, si è voluto deliberatamente mentire per umiliarci.
Accanto alle fiaccolate e ai sit-in che da ieri si stanno sviluppando in tutto il Paese, attueremo nei prossimi giorni azioni che facciano comprendere la drammaticità della condizione concreta in cui sono costrette le persone LGBT.
Arcigay, ArciLesbica, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Gaynet, Associazione Radicale Certi Diritti, Associazione Nazionale Transgenere, Circolo Cultura Omosessuale Mario Mieli Roma, Crisalide Azione Trans, Ireos Firenze, Nuova Proposta donne e uomini cristiani Roma, Associazione I-Ken Napoli, GayRoma.it, Coordinamento Torino Pride, Associazione Renzo e Lucio Lecco, Associazione Liberamentenoi Roma, Queer.SeL - Sinistra e Libertà, 3D - Democratici per pari Dignità e Diritti LGBT"Affossare la legge contro l'omofobia è stato un passo indietro
La discriminazione e le persecuzioni contro persone di orientamento lgbt spesso si verificano con atti e azioni odiose di diversa portata: dalle condanne a morte in stati come l'Iran, dove la repressione della comunità avviene con efferatezza disumana, alle aggressioni fisiche, dalle torture all'emarginazione di fatto sui luoghi di lavoro, nella società civile, cosidetta civile. In Italia fortunatamente la stampa ha dato rilevanza a episodi di violenza inaudita contro omosssuali, transessuali: ricordiamo l'aggressione a Roma a danno di due ragazzi per opera di un delinquente che si professa fascista; ricordiamo la violenza perpetrata contro alcuni transessuali a Bologna; ricordiamo addirittura fatti inauditi e impensabili di condomini uniti da petizioni in cui si richiede l'allontanamento di due inquilini dichiaratamente gay. L'escalation drammatica ha garantito una reazione positiva del Movimento LGBT, che in tutta Italia ripetutamente ha provveduto a unire persone sinceramente democratiche e giuste in sit in, in mobilitazioni di piazza, in manifestazioni. Il fatto positivo, quindi, non risulta solo dall'avere dimostrato della necessità di operare culturalmente per prevenire e reprimere atti discriminatori di grave entità contro la comunità, ma anche avere rilevato l'esistenza di una comunità unita da una propria identità e avente proposte politiche rivendicative diritti e opportunità negati.
A non avere dimostrato capacità di rappresentare questa moltitudine di dimostranti e di denuncianti l'omofobia pervadente è stato il Parlamento italiano, lontano totalmente e assente assolutamente dalla società civile: l'altro ieri le camere hanno affossato la proposta di legge sull'aggravante omosessuale negli atti di violenza contro el persone. Si trattava di un compromesso che aveva partorito un testo migliroabile in quanto lacunoso, ma che è stato rigettato per una pronuncia di pregiudizio di incostituzionalità avanzata dal gruppo dell'UDC e sottoscritto da diversi parlamentari di entrambi gli schieramenti. L'Italia è fuori dall'Europa e dall'ONU, dalla comunità inernazionale che si fonda sul principio assoluto del riconoscimento naturale e inalienabile dei diritti umani per tutte le persone, eguali nelle opportunità e nelle garanzie per la loro autodeterminazione. L'Europa non può rimanere silente difronte a una contravvenzione operata da parte di un proprio stato membro che ha violato direttive e disposizioni favorenti percorsi di parificazione dei diritti tra persone di orientamento diverso. Le parole dell'Alto Commissario ONU per i diritti umani devono essere monito ad agire affinchè questa discriminazione esistente e legittimata da comportamenti istituzionali, conniventi con la più bieca e disastrosa intolleranza, venga rimossa. Non è tollerabile vedere una parte della cittadinanza essere giuridicamente considerata come secondaria: non può la legge essere uguale per alcuni maggiormente rispetto ad altri. La Consulta con grande autorevolezza e responsabilità, ha sancito che in Italia sono tutti uguali difronte alla legge, siano essi presidenti del consiglio siano essi singoli cittadini. Da questa pronuncia un simile atto parlamentare di forte vituperio nei riguardi della comunità lgbt non può essere ricevuto, non può avere cittadinanza nel nostro ordinamento che si informa sul concetto e sul principio dell'eguaglianza sostanziale tra le persone. Per raggiungere questo obiettivo è necessario chiaramente affermare azioni legislative che creino differenze positive utili e funzionali a definrie una pari dignità e opportunità, qualora gli interessati siano di fatto in condizioni di debolezza nei riguardi di altre componenti della società. Così come è discrimonatorio il pacchetto sicurezza varato dal governo nei riguardi degli immigrati clandestini, come più volte pronunciato dall'Alto Commissario ai Diritti Umani dell'ONU. Non si può pensare che alcuni immigrati siano sospesi dai diritti rispetto ad altri. Non si può pensare che il reato sia calcolato spesso su una condizione oggettiva, che non assume la caratteristica di essere causata da dolo o da comportamento colposo dell'imputato. Non si può pensare che per tale configurazione di reato non ci siano le condizioni di difesa davanti al sistema giudiziario, dato che si prevede la comminazione della diretta espulsione dal territorio italiano. Si prevedono reazioni da parte dell'ONU. Pillay sottolinea di non escludere che l'Onu possa chiedere all'Italia di modificare la legge. Io reputo che questi siano i reali e sussistenti elementi che gettano disonore e vergogna contro il nostro Paese, che si macchia di esprimere una classe, se così si può dire, dirigente che promuove provvedimenti che testimoniano il peggiore razzismo e la peggiore discriminazione nei riguardi di comunità sociali, diverse per origine e per caratteristica, ma unite dalla necessità di essere considerate parimenti alle altre categorie sociali in diritti e opportunità.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Vietato spiare i dipendenti sul Web
Le aziende costrette al dietrofront dal Garante della PrivacyIl Garante della privacy ha vietato alla società Italian Gasket, che per mesi ha spiato un dipendente sul Web, di usare i dati emersi dalle indagini per avviare azioni disciplinari contro di lui. L’azienda ha monitorato le attività del soggetto, registrando ogni accesso alla Rete e i siti che visitava, grazie a Squid, un software Open Source segretamente installato sul pc aziendale.
Nonostante le indagini abbiano dimostrato il comportamento scorretto del lavoratore, reo di aver passato molte ore su Internet per scopi personali, il Garante ha dichiarato illegittima la condotta dell’azienda e inutilizzabili i dati ottenuti con l’inganno. L'istallazione di un software con funzionalità appositamente configurate per il tracciamento sistematico e continuativo degli accessi a Internet, con la conseguente memorizzazione di tutte le pagine web visualizzate, viola infatti l'art.4 comma 1 dello Statuto dei Lavoratori.
Inoltre il comportamento della Italian Gasket va contro le "Linee guida per posta elettronica e internet", una serie di disposizioni rese note dal Garante nel marzo del 2007. Secondo queste indicazioni i controlli delle aziende sui dipendenti devono essere graduali, mai prolungati né costanti. E soprattutto non possono interessare un singolo lavoratore. Insomma, nulla giustifica l'accanimento particolare che Italian Gasket ha riservato al proprio dipendente.
La decisione del Garante mette un po’ d’ordine su un argomento al centro di numerose polemiche. Negli ultimi anni infatti sono stati messi a punto diversi strumenti per effettuare un monitoraggio nei limiti del consentito, ma spesso le aziende preferiscono intervenire più decisamente e mettere sotto osservazione solo i soggetti sospettati di essere fannulloni.
La direttiva del Garante di sicuro non consente di passare tutto il tempo che si vuole su Internet durante l’orario di lavoro, ma chiarisce in modo inequivocabile che spiare i dipendenti, anche con mezzi tecnologici, è una chiara violazione dei diritti dei lavoratori. Le aziende sono avvisate.
Luana Andreoni Copyright © CULTUR-E