La liberazione non è ancora finita
Si celebra il 27 gennaio 2010 la Giornata della Memoria, 65° anniversario dell’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, e occasione per ricordare tutti i martiri dei regimi totalitari e chi ha lottato per poter affermare la propria libertà.
Per quest’occasione i comitati territoriali Arcigay promuovono in decine di città eventi culturali che vogliono raccontare la storia dell’omocausto, cioè della persecuzione delle persone omosessuali, che per anni sono state represse, torturate e uccise, perché si discostavano da una norma voluta da un regime. E ammonire che ancora oggi esistono nel mondo nazioni che puniscono con la morte o il carcere un diverso orientamento sessuale.
“Valorizziamo le storie di vita di migliaia di lesbiche e gay che non hanno potuto vivere i loro amori e hanno pagato dolorosamente questa assenza di libertà” – dichiara il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – “grazie alla loro esperienza, le persone lgbt oggi possono essere più libere. E per questo è fondamentale per ciascuna persona avere la consapevolezza della storia di un percorso che ci porta oggi a potere essere quel che siamo.”
Tra le iniziative più coinvolgenti, segnaliamo che in provincia di Livorno i volontari di Arcigay Il Faro distribuiranno davanti alle scuole e per le strade dei centri cittadini 10.000 triangoli rosa, simboli dei prigionieri omosessuali nei lager nazisti, mentre Arcigay Makwan promuove un volantinaggio di sensibilizzazione sui traghetti sullo Stretto di Messina. A Bologna si terrà ai Giardini Cassarini la tradizionale commemorazione dinanzi alla prima lapide italiana deposta in memoria delle vittime lesbiche e gay del nazi-fascismo, che quest’anno compie 20 anni.
“L'omofobia e la transfobia di oggi sono la continuazione di una discriminazione che vide nel nazismo, nel fascismo e nello stalinismo gli apici più drammatici di un percorso discriminatorio che caratterizza la contemporaneità fin dai suoi esordi.” – aggiunge Marco Reglia, referente Arcigay per la Memoria storica – “Il percorso di affermazione sociale e civile è arrivato ormai al suo termine nella maggior parte d’Europa, con l'equiparazione legale della cittadinanza LGBT. In Italia purtroppo siamo ancora in attesa della liberazione della nostra Auschwitz: il percorso non è ancora finito.”
26/01/2010 - Ufficio stampa Arcigay
Incoraggiamo la ricerca accademica su tematiche lgbt*q
20/01/2010 - Arcigay CIG
Il C.I.G. Centro d’Iniziativa Gay ONLUS – Comitato Provinciale Arcigay di Milano, ha deciso di devolvere un contributo economico teso a favorire anche in Italia gli studi e le ricerche sul genere, sulle differenze di genere, sulla sessualità e sull’orientamento sessuale.
Il Bando di concorso, disponibile presso la segreteria dell'associazione e sul sito web, prevede due premi da 2500€ ciascuno da assegnare a coloro che discuteranno, nel corso del 2010, una tesi di laurea magistrale su tematiche di interesse lgbt*q (lesbiche, gay, transessuale/transgender, queer).
"In un momento di forte crisi economica, in cui la ricerca scientifica italiana soffre la carenza di fondi e finanziamenti, i temi di interesse culturale, sociale e politico - che spaziando tra diverse discipline scientifiche toccano argomenti come identità di genere e orientamento sessuale - rischiano di finire nel dimenticatoio perché ritenuti non rilevanti economicamente" dichiara Marco Mori, presidente del C.I.G. Centro d'Iniziativa Gay ONLUS - Comitato Provinciale Arcigay di Milano.
"Noi vogliamo incoraggiare la circolazione d’idee e la produzione culturale su questi temi, auspicando che si recuperi al più presto l'enorme divario esistente tra il nostro Paese e il resto del mondo. Mentre negli Stati Uniti e in Europa da anni si sono consolidati corsi di laurea in 'Studi di genere' e 'Studi gay e lesbici', in Italia si fatica a comprendere l'importanza strategica di questi campi del sapere, che nelle Università italiane hanno appunto uno spazio esiguo".
Il C.I.G collaborerà con personalità di comprovata competenza scientifica e/o accademica per garantire una seria e attenta valutazione degli elaborati in concorso.
Marco Mori - PresidenteC.I.G. Centro di Iniziativa Gay ONLUS
Comitato Provinciale Arcigay di Milano
Memorie LGBT 2010
21/01/2010 - Redazione arcigay
Ormai da diversi anni le associazioni LGBT, con in prima linea Arcigay e i suoi Comitati, sono state impegnate a recuperare dal fondo la memoria delle drammatiche sequenze di vita che le persone lesbiche e gay hanno vissuto sulla loro pelle nel periodo più buio dell'europa del novecento.
La giornata della memoria cade il 27 gennaio per ricordare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, e simboleggia l'inizio della fine delle sofferenze per tutti i perseguitati, ebrei in primis.
Per le persone omosessuali questo però non accadde. Finita la guerra tutto o quasi tornò come prima, ma non nel segno della libertà; si ridimensionò la ferocia della discriminazione che perdette la sua logica omicida legalizzata, ma gli omicidi (o omocici, dal titolo di un libro ad essi dedicato) continuarono.
Di memoria storica e di ricerche sul tema non si parlò: soltanto in questi ultimi vent'anni le società occidentali si sono accorte dell'esistenza delle cittadine lesbiche e dei cittadini gay. La sola visibilità di alcune persone LGBT e le richieste di uguali diritti hanno portato alla ribalta una forte avversione per le diverse sessualità che esisteva da tempo.
L'omofobia di oggi non è l'ultimo colpo di coda storicamente fuori posto, ma la continuazione di una discriminazione che vide nel nazismo, nel fascismo e nello stalinismo gli apici più drammatici di un percorso discriminatorio che caratterizza la contemporaneità fin dai suoi esordi.
Non a caso ancor oggi qualcuna parla di lobby gay come negli anni trenta o di "mondo omosessuale" o del "mondo Trans" apparso recentemente alla ribalta nella cronaca del "bel paese". L'equiparazione legale della cittadinanza LGBT ha lambito la maggior parte dell'Europa; In Italia siamo ancora in attesa della liberazione della nostra Auschwitz.
Marco Reglia - referente Memoria storica Arcigay
memoria@arcigay.it
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La pagina di archivio dei documenti digitali Arcigay sulle memorie LGBT
www.memorialgbt.it
La pagina di notizie sulla memoria LGBT sul sito Arcigay
www.arcigay.it/memoria
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Le iniziative promosse da Arcigay in occasione della
Giornata della Memoria - 27 gennaio 2010
Bologna
Deposizione di una Corona di Fiori
Sul Monumento alle vittime omosessuali del nazi-fascismo
Mercoledì 27 gennaio 2010 ore 10.30
Giardino Villa Cassarini, Porta Saragozza
Perugia
Le iniziative di Arcigay Omphalos per la giornata della Memoria 2010
Napoli
Il comunicato di Arcigay Napoli sul caso del Liceo Calamandrei di Ponticelli
Trieste
Presentazione de "La Breve Vita dell'Ebrea Felice Schragenheim"
Incontro con l'autrice Erica Fischer
Scuola Superiore Lingue Moderne - martedì 26 gennaio
Milano
Presentazione de "La Breve Vita dell'Ebrea Felice Schragenheim"
Incontro con l'autrice Erica Fischer
Libreria delle Donne - mercoledì 27 gennaio
Terranuova Bracciolini (AR)
Lo spettacolo teatrale "Le Rose di Jurgen"della compagnia Con-Fusione
Mercoledì 27 gennaio, Auditorium Le Fornaci
comunicato degli studenti del liceo civico gandhi
18.01.10
Anche noi vogliamo studiare.
Oggi, alle 18 cinque studenti del Gandhi, hanno occupato il tetto dell’edifico di P.za XXV Aprile: sede storica del liceo serale Gandhi, dalla quale gli studenti sono stati sgomberati ai primi di settembre con l’avvenuta chiusura da parte dell’amministrazione comunale dell’unico liceo serale civico esistente in tutto il territirio nazionale.
Abbiamo occupato il tetto perchè determinati a ottenere la riapertura di tutte le classi soppresse, riapertura già decretata dall’ordinanza del Tar e che, una volta ignorata dal Comune di Milano, ha portato al commissariamento per inadempienza del Comune stesso.
Gli studenti delle classi soppresse avevano ricevuto il telegramma comunicante la riapertura ufficiale delle classi in data 16 Gennaio 2010 quando l’amministrazione comunale, il giorno prima di natale, ha fatto ricorso al consiglio di stato palesando l’impossibilità di un dialogo con istituzioni sorde di fronte alla richiesta di accesso all’istruzione.
Determinati a voler proseguire la nostra lotta insieme a tutti gli studenti ricorrenti o frequentanti e con il corpo docente, chiediamo l’apertura di una trattativa pubblica con l’amministrazione comunale alla presenza di tutti i ricorrenti , di una rappresentanza sindacale e dei giornalisti. Una trattativa che non può prescindere dalla riapertura della scuola, dal garantire il completamento del percorso di studi a tutti gli iscritti presenti e futuri.
La nostra scuola rappresenta l’unica opportunità per coloro che lavorano durante la giornata, così come per chiunque non abbia avuto la possibilità di terminre i propri studi, di poter accedere alla cultura altrimenti privilegio di quei pochi in grado di permettersi gli esorbitanti costi degli istituti privati.
LO STUDIO E’ UN DIRITTO, PRENDI PARTE ALLA LOTTA
collettivo gandhi
http://www.liceoserale.it/
SCUOLE CIVICHE MILANO: STUDENTI SALGONO SUL TETTO CONTRO VOLONTA' CHIUSURA DEL COMUNE
W la Costituzione, W la separazione dei Poteri!!!
Carissimi/e, Presidente Scalfaro, che effetto le fa, da padre costituente, tutta questa agitazione del centrodestra per cambiare la Costituzione? «Ricordo una frase di De Gasperi che impedisce ogni meraviglia di fronte alla moltiplicazione delle richieste di modifica della Carta. In un’assemblea della Democrazia cristiana aveva più volte ripetuto: “La politica è pazienza”; temetti di non aver capito bene e andai a interpellarlo: “Presidente, lei vuol dire che la politica richiede molta pazienza?”. E De Gasperi: “No, Scalfaro: la politica è, è pazienza.
riporto per opportuna riflessione l'intervista a Scalfaro, pubblicata su Venerdì del 15.1.2009.
Cordiali saluti
Antonella Fachin
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Sulle riforme costituzionali volute dal centrodestra gli italiani si sono già espressi con un referendum nel 2006. E le bocciarono. Cito un punto solo: il potere dato al premier di mandare a casa deputati e senatori. La formula del centrodestra diceva: “Il premier scioglie il Parlamento e ne è l’esclusivo responsabile”. Poi aggiungeva che il decreto di scioglimento era firmato dal Capo dello Stato. Quella dizione stroncava pesantemente il Parlamento mettendolo a soggiacere al potere “esclusivo” del capo dell’esecutivo. L’altra autorità, il Presidente della Repubblica, veniva licenziata in tronco. Oggi il centrodestra afferma: vogliamo modificare solo la seconda parte della Costituzione. Ma la loro precedente riforma verteva già sulla primissima parte della Carta. Perché quando l’articolo primo recita: l’Italia è una Repubblica democratica... democratica significa che la voce più importante fra le istituzioni è la voce del popolo italiano, cioè il Parlamento. Qualsiasi mortificazione del Parlamento è una follia, da escludersi sempre. Davvero la politica è pazienza».
È vero, le riforme furono bocciate da un referendum. Ma, a occhio e croce, questo argine non sarà sufficiente, non crede?
«Il referendum confermativo delle revisioni costituzionali non chiede un quorum. In teoria, se nel 2006 fossero andate a votare dieci persone, i sei avrebbero vinto sui quattro. Invece in quelle settimane milioni di italiani, che avevano già votato per le politiche, per le amministrative e i ballottaggi, il 25 e 26 di giugno – non pochi rientrando dalle ferie – votarono. Il no superò il 60 per cento. Purtroppo, e vengo alla sua domanda, non c’è una norma che dica: dopo un voto referendario confermativo con una tale percentuale di voti contrari, per 5-10 anni l’argomento non si può più toccare. Ciò ha consentito a fior di professori di sostenere che la discussione si poteva ricominciare da capo. E sì che ci sarebbe pure qualche norma morale da rispettare».
Della sua esperienza di Costituente lei ha conservato il culto della centralità del Parlamento.
«Noi abbiamo vissuto consapevolmente al tempo del liceo – a 17, a 18, a 20 anni – la dittatura, con la guerra, la distruzione dell’Italia e il massacro delle persone. Abbiamo vissuto tutto questo e abbiamo vissuto il fascismo, che aveva annullato il Parlamento, tolto il voto ai cittadini, impedito la partecipazione alla vita politica. In una parola, ucciso la democrazia. Perché la democrazia vuole che il cittadino veda riconosciuto e attualizzabile il principio della partecipazione alla vita politica, al potere dello Stato, partecipazione che può essere data attraverso il voto e le scelte dei parlamentari. E mi lasci dire: già la legge elettorale attuale non ha alcun senso di democrazia. Perché il parlamentare oggi non è scelto dal popolo ma dalle segreterie dei partiti. Una frode totale».
I parlamentaristi sono spesso accusati di conservatorismo. La Costituzione ha 70 anni, dicono i critici, oggi c’è bisogno di decisioni più rapide.
«Queste accuse sono anche una forma di ricatto. Bisogna stare ai contenuti veri. Oggi si dice: più potere all’esecutivo. Ma De Gasperi — dato storico — ha governato sette anni con questa Costituzione. E non aveva a disposizione tutte le leggi di oggi. Seconda osservazione: non si possono dare poteri all’esecutivo senza contrappesi. Pensi a quali sudate si è sottoposto Obama per far passare almeno il nucleo fondamentale della sua riforma sanitaria, che serve a impedire che il cittadino, nel Paese più libero del mondo, muoia in mezzo a una strada. Ha dovuto accettare rinunce, riduzioni. Da noi si chiedono poteri maggiori. Io rispondo: non mi fa paura un esecutivo più forte. Ma non se è il Parlamento a pagare. Perché sennò è la democrazia che se ne va».
Cina, annullato Mister Gay
PECHINO - Doveva essere il primo concorso di bellezza per gay in Cina. Un evento quasi epocale. Ma il regime ha detto no, con le cattive: la polizia ha fatto irruzione nel Lan Club, noto locale di Pechino che doveva ospitare la kermesse, annullando tutto. È stato un blitz dell'ultimo minuto, quando era tutto pronto per la serata e c'erano già centinaia di persone, tra attivisti gay, cinesi e stranieri, giornalisti, fotografi e cameraman. L'obiettivo degli organizzatori era «far conoscere al pubblico i problemi della comunità omosessuale».
OTTO UOMINI - «Ci hanno detto che non avevamo i permessi giusti - spiega Michael Tsai, uno degli organizzatori - ma speriamo di poterlo fare in futuro». Un membro della giuria però ammette: «Penso che la decisione sia legata alla questione dell’omosessualità».
Al concorso avrebbero partecipato otto uomini contendendosi il titolo di Mr. Gay: il vincitore avrebbe poi rappresentato il Paese alla competizione mondiale in programma a febbraio a Oslo. «In ogni caso manderemo qualcuno a rappresentare la Cina in Norvegia» assicura Tsai. L'evento non era stato organizzato di nascosto, anzi la stampa gli ha dedicato ampio spazio e l'agenzia Nuova Cina aveva sottolineato che gli organizzatori «non avevano avuto problemi con il governo». Ospite d'onore della serata avrebbe dovuto essere la sociologa Li Yinhe, dell'Accademia delle Scienze della Cina, l'istituto di studi del Partito comunista, che ha studiato in modo approfondito la comunità gay.
30 MILIONI - Da anni i gay cinesi aspettano un riconoscimento dal governo che tarda ad arrivare. Si parla di un esercito di almeno 30 milioni di persone (ma secondo Li Yinhe sarebbero tra i 36 e i 48 milioni), su una popolazione di un miliardo e 350 milioni. La stragrande maggioranza di loro vive nell'ombra, nascondendo i propri gusti sessuali. Va ricordato che fino al 1997 l'omosessualità era classificata come reato e fino al 2001 è stata considerata una malattia mentale.
Ora le cose cominciano a cambiare ma nella società restano forti pregiudizi. «La maggioranza dei cinesi vede l'omosessualità come una cosa disgustosa e contraria alla morale e all'etica - dice Zhang Beichuan, un funzionario della sanità pubblica -. Le autorità preferiscono di solito mantenere il silenzio sull'argomento, come sulla prostituzione e la diffusione della droga».
I PRECEDENTI - Già nel 2005 la polizia aveva impedito con la forza la celebrazione di un festival dedicato all'omossessualità a Pechino e la scorsa estate gli organizzatori della Settimana dell'orgoglio gay, che si è svolta a Shanghai, sono stati costretti a cancellare l'unico evento pubblico previsto, una sfilata di moda con modelli gay.
Due giorni fa però c'è stata una piccola rivoluzione: per la prima volta un quotidiano (China Daily) ha dato la notizia di un'unione tra gay: il giornale ha dedicato un lungo articolo a due uomini che si sono simbolicamente sposati a Chengdu. Uno dei due, il 45enne Zeng Anquan (che era sposato e ha una figlia), ha raccontato che i suoi familiari lo hanno di fatto messo al bando: «Ho ricevuto centinaia di telefonate da amici e parenti, e tutti mi dicevano che si vergognavano di me». Il matrimonio tra partner dello stesso sesso non è riconosciuto dalla legge cinese: Zeng e il suo compagno si sono dovuti accontentare di una cerimonia in un locale gay.
Soddisfatti per la condanna di Svastichella
13/01/2010 - Ufficio stampa Arcigay
Esprimiamo la nostra soddisfazione per la condanna a 7 anni di carcere di Alessandro Sardelli, soprannominato Svastichella, l’uomo che la sera del 21 agosto 2009 aveva insultato, aggredito e ferito gravemente due ragazzi gay che si stavano baciando fuori dal Gay Village a Roma.
In particolare riteniamo importante il riconoscimento da parte del GUP Rosalba Liso del risarcimento di 1 euro simbolico nei confronti del nostro comitato di Roma, che era stato riconosciuto parte civile, in quanto Arcigay, è considerata istituzionalmente organizzazione per la tutela della dignità delle persone omosessuali.
Continuiamo a ribadire al Parlamento la nostra richiesta di estensione della Legge Mancino per il riconoscimento dell’aggravante per i reati d’odio anche alle violenze di stampo omofobico e transfobico.
Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay
UNA SERATA CON...DIEGO PARASSOLE
martedì 19 gennaio 2010 alle ore 21.00
LIBRERIA NUOVA SCALDAPENSIERI
Via Don Bosco (davanti al numero 39)
E' un bravo attore che usa l'arma della comicità per svelare aspetti cruciali della nostra vita quotidiana di cittadini e consumatori, è un affezionato cliente della nostra libreria di quartiere e, nel tempo, è diventato anche un nostro buon amicoPer questo ci regala una serta in cui ci presenta brani tratti dal suo nuovo spettacolo
"CHE BIO CE LA MANDI BUONA" in prima nazionale al Teatro della Cooperativa, via Hermada 8 a Milano dal 21 al 31 Gennaio, per info www.teatrodellacooperativa.it
INGRESSO LIBERO fino ad esaurimento posti E' CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE
PER INFORMAZIONI LIBRERIA NUOVA SCALDAPENSIERITEL 0256816807 info@nuovascaldapensieri.it
Incontri con Erica Fischer
Incontri con la scrittrice tedesca
Erica Fischer
autrice di
La breve vita dell'ebrea Felice Schragenheim
Nel contesto delle manifestazioni organizzate per celebrare il Giorno della Memoria la scrittrice Erica Fischer sarà in Italia per una serie d'incontri nei quali presenterà il suo libro edito da Beit casa editrice.
La breve vita dell'ebrea Felice Schragenheim
verrà presentato dall'autrice Erica Fischer
il 25 gennaio 2010 a Bologna
il 26 gennaio 2010 a Trieste
il 27 gennaio 2010 a Milano
in una serie d'incontri dedicati al ricordo di una storia d'amore unica nata negli anni del nazismo.
➢ Il 25 gennaio a Bologna alle 21.00 l'autrice sarà ospite dell'incontro organizzato da “LUO-Libera Università Omosessuale” e da "Arcilesbica Bologna" presso Arcigay "Il Cassero" di Via Don Minzoni 18.
Intervengono: Patrizia Dogliani, storica e docente di Storia contemporanea, Università di Bologna e Piero Budinich, editore. Modera l'incontro Elisa Manici. Letture di Roberta Mazzieri.
➢ Il 26 gennaio a Trieste alle ore 18.00 l'incontro si terrà nell'Aula Magna della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Via Filzi a Trieste. Interverranno la ricercatrice dell'Università di Trieste Tullia Catalan e l'Assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Trieste Mauro Tabor.
➢ Il 27 gennaio, a Milano nel Giorno della Memoria, alla Libreria delle Donne alle ore 18.30 in Via Pietro Calvi 29, Milano con Annie Sacerdoti responsabile della cultura per il Consiglio Europeo delle Comunità Ebraiche, con Cristina Gramolini della sezione Zami Milano di Arcilesbica e la professoressa dell'Università di Pavia Claudia Sonino.
La breve vita dell'ebrea Felice Schragenheim
Giovane giornalista proveniente da una agiata famiglia ebrea, rimasta orfana di entrambi i genitori e costretta a una vita di clandestinità ed espedienti, Felice incontra Lily Wust moglie esemplare e madre di quattro figli.
La storia di queste due donne segnata da una travolgente passione coronata da un matrimonio simbolico è più forte di ogni ideologia, è raccontata nelle immagini e nelle poesie di Felice come testimonianza indimenticabile della sua vita e della sua vicenda.
L'autrice: Erica Fischer
Scrittrice e giornalista nata in Inghilterra dove la sua famiglia viennese era riparata per sottrarsi alle persecuzioni antisemite, ritorna nel dopoguerra a Vienna per studiare da interprete e partecipa al movimento femminista negli anni '70 come attivista e teorica. Decide di raccontare la storia di Felice dopo aver incontrato Lilly e aver raccolto il materiale che narra la loro storia d'amore.
Tradotto il 14 lingue, bestseller in Germania, il libro di Erica Fischer è stato spunto di innumerevoli pubblicazioni, documentari e anche di un film “Aimée & Jaguar” di Max Färberböck presentato con successo alla Berlinale del 1999.
Info www.beitcasaeditrice.it