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Giovedì, 9 Settembre, 2010 - 09:37

"La nostra Destra nel Popolo della Libertà"

DESTRAFUTURO: “La nostra Destra nel Popolo della Libertà”
 
 
 LUNEDI 13 SETTEMBRE – ORE 21.00
Presso la sede del Circolo Arti e Mestieri
VIA STRAMBIO 9 a MILANO
(Zona Città Studi – Citofono SICIEMME)
Facciamo Politica: incontro-dibattito
aperto ad iscritti e simpatizzanti del PDL
 
 
1)    Analisi  della situazione nazionale (Governo, PDL e coalizione), dopo la “scissione finiana” e la prospettiva di elezioni politiche anticipate. Nostro sostegno alla petizione popolare, promossa da Libero Quotidiano e da Il Giornale, per chiedere le dimissioni di Fini dalla Presidenza della Camera dei Deputati.
 
2)    Analisi della situazione politica locale, in vista delle elezioni 2011 per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale di Milano. Nostre proposte sul programma di governo della città metropolitana e sostegno-proposta di nostri candidati in comune e nei nove consigli circoscrizionali di Milano.
 
3)    Nostra presenza organizzata (con redazione e distribuzione di un nuovo documento politico aggiornato, interventi di nostri rappresentanti nei dibattiti e banchetto-stand culturale e librario) alla Festa Nazionale del Popolo della Libertà al Castello Sforzesco di Milano (dal 23 settembre al 3 ottobre 2010).
 
4)    Riorganizzazione di DESTRAFUTURO e rilancio della presenza culturale e politica nel PDL, anche in collaborazione con altri gruppi (Circolo Gabriele D'Annunzio, Comitato Destra per Milano, Centro Studi Patria e Libertà, Circolo Carlo Magno e Circoli del Buon Governo del Sen. Marcello Dell'Utri).
 
5)    Iniziative e "class action" (azioni legali collettive) in difesa del patrimonio ideale, culturale, economico ed immobiliare del MSI, ora gestito dalla Fondazione AN. Riacquisto della casa della Contessa Anna Maria Colleoni a Montecarlo. Nuovo utilizzo della storica sede missina di Via Mancini a Milano.
 

 Interverranno:

 
On. Massimo Corsaro
(Deputato e vice Coordinatore del PDL in Lombardia)
 
I promotori di Destrafuturo (Antonio De Simone, il portavoce Carlo Brignolo Gorla, Roberto Jonghi Lavarini, Francesco Filippo Marotta, Flavio Nucci, il coordinatore Michele Puccinelli e Dario Vermi), Fernando Crociani Baglioni (Presidente del Centro Studi Patria e Libertà), Stefano Di Martino (vice-Presidente del Consiglio Comunale di Milano) e Fulvio Moneta Caglio (Presidente del Circolo Carlo Magno).

Giovedì, 9 Settembre, 2010 - 08:50

9 settembre, ore 14.30: Consiglio provinciale discute mozioni su inceneritori!!!

Carissime/i,

come potete leggere anche nella newsletter qui sotto, il Consiglio provinciale di domani, alle ore 14.30, tratterà tre mozioni molto importanti sul tema rifiuti (v.allegati):

- contro ipotesi di raddoppio dell'impianto di termovalorizzazione di Trezzo sull'Adda

- contro costruzione di un inceneritore nel Parco Agricolo Sud Milano

- contro costruzione dell’ inceneritore di rifiuti sul territorio di Paderno Dugnano.

Tutte e tre le mozioni pongono l’obiettivo prioritario di una politica alternativa sulla gestione dei rifiuti.

Vista l'importanza degli argomenti sarebbe molto importante la presenza in aula di tutti coloro che in questi mesi si sono battuti contro questi interventi. Vi chiedo pertanto di far girare questa comunicazione anche ai vostri amici e conoscenti.

Un caro saluto.  

Antonella Fachin


Da: Massimo Gatti - per un'Altra Provincia [mailto:gattialtraprovincia@gmail.com]
Inviato: lunedì 6 settembre 2010 18.19
A: gattialtraprovincia@gmail.com
Oggetto: Newsletter n. 20 - Provincia di Milano - Gruppo consiliare un'Altra Provincia - PRC - PdCI

Newsletter del gruppo consiliare in Provincia di Milano

 

Lista Civica un’Altra Provincia – Partito della Rifondazione Comunista – Partito dei Comunisti Italiani

 

Numero 20 – lunedì 6 settembre 2010

 

Acqua pubblica: basta ipocrisie! A sostegno di tutte le iniziative in corso contro la privatizzazione dell’acqua e in vista del referendum pubblichiamo le posizioni assunte in merito dal Capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia-Prc-Pdci, Massimo Gatti, riportate dal quotidiano "Liberazione", in data 10 agosto 2010, e dal “Cittadino” in data 7 agosto 2010 e dal periodico “7 Giorni” in data 2 settembre 2010.

 

“Il Presidente della Provincia di Milano Podestà e vari esponenti di Pdl e Lega, si affannano a dichiarare che non vogliono privatizzare l’acqua. Niente di più falso dal punto di vista pratico e non ideologico, visti i provvedimenti assunti dal centrodestra a livello nazionale e locale! Il Governo, la Regione Lombardia e le province lombarde, a partire da quella di Milano, vogliono vanificare la richiesta di referendum per l’acqua pubblica e accelerare gli obblighi di privatizzazione, per paura del voto popolare richiesto da un milione e 400 mila cittadini.

 

Dopo aver indebolito in questi anni il sistema pubblico, facendo spezzatino di aziende grandi ed efficienti, inventando una divisione innaturale tra patrimonio, gestione ed erogazione, e moltiplicando posti e seggiole dei consigli di amministrazione, oggi, come minimo, vogliono consegnare il 40% del sistema idrico in ogni provincia a un privato, sicuramente dominante rispetto alla molteplicità dei comuni. Sono totalmente incuranti dell’aumento delle tariffe e del calo degli investimenti e dell’occupazione che i privati hanno già causato nelle varie zone d’Italia in cui hanno operato.

 

Per la Provincia di Milano l’alternativa vera è rappresentata dalla costituzione rapida di un’unica azienda totalmente pubblica, che riunisca in sé patrimonio, gestione ed erogazione del sistema idrico, in grado di aggregarsi efficacemente con la città di Milano e con le province confinanti, prevedendo uno spazio anche nel consiglio d’amministrazione per una rappresentanza diretta dei cittadini e delle cittadine.

 

Il Comune di Milano, per essere credibile, oltre a risolvere dopo vent’anni i problemi dell’esondazione periodica del Seveso, deve chiarire se il modello dei servizi pubblici è quello dichiarato in questi giorni per l’acqua oppure quello perseguito da tanti anni con la privatizzazione di A2A (ex AEM). Le forze politiche del centrosinistra, a partire dal PD, devono verificare e dove è il caso contestare, anche nelle regioni in cui sono maggioranza, la deriva verso il modello unico delle società miste, in cui il privato diventa dominante.

 

Per evitare i blitz e le aggressioni sistematiche al sistema idrico pubblico, la partecipazione massiccia e competente delle persone, dei movimenti, delle forze politiche e dei comuni deve essere continua. Si tratta di una battaglia irrinunciabile di valori e di lavoro, per un servizio universale essenziale e per il controllo diretto di reti fondamentali del sottosuolo che Pdl e Lega non possono svendere a Confindustria, alla Borsa e alle multinazionali”.

 

Consiglio provinciale, si parla di inceneritori e della S.P. Rho-Monza Nella riunione di giovedì 9 settembre 2010, convocata alle ore 14.30 presso la sede di via Vivaio 1, il Consiglio provinciale tratterà i seguenti argomenti: una mozione contraria all’ipotesi di raddoppio dell'impianto di termovalorizzazione di Trezzo sull'Adda; una mozione che si oppone alla costruzione di un inceneritore nel Parco Agricolo Sud Milano e una mozione contro la costruzione dell’ inceneritore di rifiuti sul territorio di Paderno Dugnano. Tutte le mozioni pongono l’obiettivo prioritario di una politica alternativa sulla gestione dei rifiuti.

 

Inoltre verranno trattate due mozioni riguardanti i lavori di riqualificazione della Strada Provinciale 44 Rho-Monza presentate dal Capogruppo in provincia di Milano per Lista Civica un’Altra Provincia-Prc-Pdci, Massimo Gatti e dagli altri gruppi di opposizione, per l’interramento totale della nuova strada nel tratto di attraversamento dell’abitato di Paderno Dugnano. Considerata l’importanza fondamentale dei temi in discussione si invitano i cittadini e i rappresentanti dei Comuni interessati a partecipare ai lavori del Consiglio Provinciale.

 

Trasporti, la Provincia alza le tariffe dei bus Il capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia–PRC–PdCI, Massimo Gatti, ha presentato il 6 settembre in Consiglio provinciale un’interrogazione urgente rivolta al Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, e all’Assessore provinciale alla Viabilità e Trasporti, Giovanni De Nicola, in merito all’aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale su gomma per il territorio provinciale che verrà discusso nella Giunta provinciale di domani.

 

Nell’interrogazione urgente il Capogruppo Massimo Gatti chiede: “Per quali ragioni non è stata ulteriormente prorogata la Convenzione tra la Provincia di Milano e Azienda Trasporti Milanesi S.p.A. (A.T.M.) che prevedeva la riduzione delle tariffe degli abbonamenti mensili studenti e settimanali 2x6, nell’ordine del 10%; per quale motivo risultano all’ordine del giorno della Giunta del 7/09/2010 provvedimenti di adeguamento tariffario per l’anno 2010, assolutamente dannosi per la popolazione e senza nemmeno rispettare il dovere istituzionale e la buona educazione di rispondere alla mia interrogazione n. 47, con oggetto “Trasporto pubblico locale - Lotto 4 della Provincia di Milano: abbandono del SITAM da parte di Autoguidovie”, presentata in data 7/07/2010; se è intenzione di questa amministrazione provinciale, come ritengo opportuno, intervenire presso Governo, Regione Lombardia e ATM per favorire il reale potenziamento del trasporto pubblico su ferro e gomma, e nell’immediato per ricercare soluzioni tariffarie che non danneggino economicamente gli utenti del servizio pubblico, scongiurando pertanto qualsiasi aumento dei costi di biglietti e abbonamenti.

 

“Quelli del governo del fare e contro l’aumento delle tasse, PDL e Lega Nord – dichiara Massimo Gatti – ancora una volta predicano bene e razzolano male ed aumentano le tariffe dei bus sul territorio provinciale con una media per ora del 2,5% (in attesa di altre batoste). Un’altra gabella imposta sulle tasche già quasi vuote dei cittadini ed in particolare dei pendolari, del nostro territorio. E’ una vergogna che la Giunta provinciale e il suo Presidente abbiano abbassato la testa di fronte all’aumento delle tariffe imposto dai tagli di Tremonti e da Formigoni senza nemmeno fiatare.

 

Mi aspetto risposte concrete ed immediate alla mia interrogazione nell’interesse dei cittadini e dei pendolari della Provincia di Milano che da troppo tempo subiscono aumenti delle tariffe a fronte di un peggioramento del servizio”.

 

S.P. 157 e “Quattro strade”, Podestà e De Nicola dimenticano i doveri della manutenzione stradale Il capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia–PRC–PdCI, Massimo Gatti, ha presentato il 3 settembre 2010 due interrogazioni urgenti rivolte al Presidente della Provincia di Milano e all’Assessore provinciale alla Viabilità e Trasporti in merito alla riqualificazione della Strada Provinciale 157 (Mediglia – San Giuliano) e alla riqualificazione della località Quattro strade di Mediglia.

 

“Nella prima interrogazione, con oggetto “Riqualificazione S.P. 157”, - dichiara Massimo Gatti – ho chiesto a Presidente e Assessore di attuare al più presto e per quanto di competenza della Provincia di Milano un intervento di riqualificazione della Strada Provinciale 157 con il ripristino del manto stradale, della segnaletica, degli argini e dei guardrail.

 

Nella seconda, con oggetto “Riqualificazione Quattro strade di Mediglia”, ho chiesto, invece, che la Provincia intervenga al più presto, per quanto di sua competenza, per la riqualificazione della località Quattro strade di Mediglia con il ripristino dell’illuminazione stradale, la predisposizione di passaggi pedonali e la costruzione di una pensilina alla fermata del bus, considerato anche l’utilizzo del bus da parte degli anziani e degli studenti per raggiungere la scuole.

 

Mi aspetto immediate risposte concrete nell’interesse dei cittadini che da tempo aspettano invano un segnale positivo dall’Amministrazione provinciale”.

 

Novaceta, La Provincia si impegni per far ripartire l’Azienda Nel pomeriggio del 31 agosto, presso la sede della Provincia di Milano, si è riunita la commissione Lavoro provinciale che aveva come unico punto all’ordine del giorno l’audizione dei lavoratori della società Novaceta di Magenta in merito alla situazione aziendale e occupazionale.

 

Alla commissione hanno partecipato e preso la parola i lavoratori e i delegati sindacali dell’Azienda, dichiarata fallita, che hanno aggiornato i consiglieri provinciali sulla drammatica situazione che stanno vivendo e hanno proposto la bozza di un piano di rilancio dell’azienda stessa chiedendo un intervento fattivo delle Istituzioni in tal senso.

 

Il Capogruppo in Provincia di Milano per Lista Civica un’Altra Provincia-Prc-Pdci, Massimo Gatti, intervenendo in Commissione ha dichiarato:

 

“Siamo innanzi al fallimento dell’azienda, all’ennesimo caso di comportamento truffaldino di cosiddetti imprenditori. Se ancora oggi parliamo della Novaceta lo si deve alla stoica resistenza delle lavoratrici e lavoratori che da mesi stanno mantenendo un presidio davanti alla fabbrica.

 

La Provincia non può stare solo a guardare, ma, in collaborazione con le altre Istituzioni, ha il dovere di intervenire e pretendere che chi ha le responsabilità del fallimento di Novaceta paghi. Non è più ammissibile che a pagare siano sempre e solo le lavoratrici e i lavoratori.

 

I lavoratori non chiedono assistenza, ma dignità e lavoro. La cassa integrazione non può essere la soluzione né dal punto di vista economico né, tantomeno, dal punto di vista della dignità di professionisti seri che nell’arco di oltre cinquanta anni hanno contribuito a costruire un’azienda che, fin quando ha operato, è stata leader mondiale per la produzione del filo d’acetato.

 

Novaceta può e deve ripartire, non è un’utopia e il piano presentato oggi dai lavoratori lo sta a dimostrare, contenendo anche proposte innovative per la produzione di energia. Ora le Istituzioni devono fare la loro parte.

 

Il Comune di Magenta deve mantenere, senza deroghe, il vincolo produttivo delle aree. Provincia di Milano e Regione Lombardia devono investire nel lavoro produttivo, richiamando il Governo nazionale, oggi completamente assente, a svolgere la propria parte.

 

Vi è l’obbligo civile e morale di entrare nel merito delle proposte fatte e dare un esempio costruttivo affinché si giunga, al più presto, ad una proposta fattiva da presentare al curatore fallimentare e, tramite lui, ad una nuova proprietà”.

 

Moria di pesci, presentaTA UN’ interrogazione urgente In merito alla straordinaria moria di pesci che si è verificata nel colatore Addetta e nelle rogge tra Paullo e Tribiano, il capogruppo in Provincia di Milano per Lista Civica un’Altra Provincia-Prc-Pdci, Massimo Gatti, il 6 agosto, ha presentato un’interrogazione urgente rivolta al Presidente della Provincia e agli Assessori provinciali competenti.

 

“Dopo il gravissimo disastro del mese di febbraio, - ha dichiarato Massimo Gatti – con l’ingente sversamento di materiale inquinante nelle acque del fiume Lambro, ancora una volta dobbiamo registrare le carenze del sistema di prevenzione e di controllo dell’inquinamento da parte delle istituzioni competenti. Per questo ho presentato un’interrogazione al Presidente e agli Assessori competenti, per chiedere cosa ha già fatto o ha intenzione di fare questa Amministrazione provinciale per verificare la natura e la causa di questa straordinaria moria di pesci; se l’Amministrazione provinciale si è attivata con gli Enti preposti per verificare eventuali problemi di inquinamento della falda acquifera e del territorio circostante; quali interventi e quante risorse ha destinato la Provincia di Milano per azioni di prevenzione e controllo di questi eventi, che mettono a grave rischio l’ambiente e la salute dei cittadini”.

 

Case Aler quartiere di via Salomone, presentata un’interrogazione urgente Il capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia-PRC-PdCI, Massimo Gatti, ha presentato, il 2 agosto, un’interrogazione rivolta al Presidente della Provincia di Milano e all’Assessore provinciale alla Casa, in merito alle case Aler del quartiere di via Salomone, a Milano.

 

“Preso atto che ad oggi non sono ancora stati avviati i lavori di sostituzione dell’impianto di riscaldamento, con la relativa manutenzione e pulizia dei singoli caloriferi, determinando il rischio oggettivo del mancato funzionamento del nuovo impianto per il prossimo inverno – ha dichiarato Massimo Gatti – e considerato che la Provincia di Milano ha un proprio rappresentante nel consiglio di Amministrazione di Aler Milano, ho chiesto al Presidente della Provincia e all’Assessore alla Pianificazione del territorio, Piano Casa/Edilizia, Housing sociale, se il Consiglio di Amministrazione di Aler ha approvato l’intervento di sostituzione dell’impianto di riscaldamento citato e con quale crono programma e se è intenzione dell’Amministrazione provinciale intervenire per evitare un ulteriore peggioramento dei disagi già subiti dai residenti del Quartiere Salomone, soprattutto in vista dei mesi invernali.

 

Mi aspetto immediate risposte concrete nell’interesse dei cittadini considerato anche che numerose organizzazioni sociali e sindacali, hanno avviato da tempo un grande lavoro di riqualificazione del Quartiere Salomone per migliorare la qualità della vita e delle condizioni abitative e considerato che negli edifici in Edilizia Residenziale Pubblica del Quartiere Salomone, dal civico 28 al 66, abitano 477 nuclei familiari, per un totale di 1.800 inquilini che da troppo tempo ormai attendono un intervento delle Istituzioni”.

 

Scuola, Massimo Gatti ha partecipato al presidio dei precari davanti al Provveditorato Il capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia–PRC–PdCI, Massimo Gatti, ha partecipato l’ 1 settembre 2010 al presidio indetto davanti all’Ufficio Scolastico Regionale in via Ripamonti 85 a Milano dal Movimento Scuola Precaria per protestare contro i tagli del governo alla scuola pubblica.

 

“Solo sul territorio di Milano e provincia saranno più di mille i lavoratori precari della scuola che quest’anno rimarranno disoccupati – ha dichiarato Massimo Gatti – Se consideriamo tutto il Pese, invece, saranno decine di migliaia i docenti e gli ATA che rimarranno senza lavoro. Quelli imposti dal duo Gelmini-Tremonti sono tagli inaccettabili. Noi siamo stati e saremo in piazza con i precari per sostenere l'importantissima battaglia di queste lavoratrici e lavoratori per la difesa della scuola pubblica, per il lavoro e per la democrazia”.

 

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Partito della Rifondazione Comunista
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Provincia di Milano
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Martedì, 7 Settembre, 2010 - 12:06

sgombero di via Rubattino, sotto la pioggia

Oggi 7 settembre 2010 la notizia ANSA riporta: "Lo sgombero era stato autorizzato dalla Prefettura e previsto da tempo"

... già, ma ci sono modi e modi per fare le cose: un modo giusto e rispettoso delle persone, che individua preventivamente delle soluzioni alternative e tiene conto delle esigenze delle famiglie con bambini frequentanti le scuole “dell’obbligo” della zona già da un paio d’anni; un modo crudele e disumano.

Ebbene, De Corato, Moratti & C., la polizia municipale e tutti gli operatori coinvolti tra tutti i giorni che potevano scegliere hanno deciso di procedere in un giorno di pioggia (ha iniziato a piovere ieri sera, quindi non è un fatto meteorico improvviso), così come l'anno scorso, il 18 novembre 2009, costrinsero le famiglie rom ad abbandonare un immobile privato abbandonato da anni, sotto la neve.

Questa è crudeltà mentale: è odio etnico; è disprezzo allo stato puro.
Questo è il genere umano che governa Milano nel 3° millennio:
è forse diverso dalle lotte tribali dei cavernicoli? E’ diverso dall’epurazione etnica perpetrata dalla Germania, dalla Serbia? .. non credo proprio: a Milano il livello diffuso di umanità è ancora a quello stadio…, anzi è ritornato indietro a quello stadio.

Adesso si sta ripetendo l'ennesima storia degli altri 300 e passa sgomberi prima di questo: i servizi sociali del Comune propongono la separazione delle famiglie, la separazione delle donne dagli uomini, dei minori dai padri e talvolta anche dalle madri (e che nessuno mi venga a parlare di rispetto dei valori della famiglia a Milano, perchè è una squallida ipocrisia!!).

Adesso i servizi sociali offriranno alle madri i luoghi più lontani possibili: in provincia di Milano, in provincia di Como (!), dall'altra parte della città, operando deliberatamente per ostacolare la frequentazione della scuola primaria da parte dei bimbi che da due anni frequentano le scuole di via Feltre, via Pini, via Cima (e che nessuno mi venga a parlare dei diritti dell'infanzia e dei minori a Milano, perchè è una squallida ipocrisia!!).

Questo non è rigore e non è rispetto delle leggi, perché a Milano le forme di illegalità, di collusione, di tolleranza verso le irregolarità sono tantissime e non vengono perseguite con analogo rigore e fermezza, …. ma è molto più facile puntare il dito contro il diverso, lo straniero, l'altro, il debole, l'emarginato, che farsi autocritica e puntare il dito verso se stessi e le proprie forme di illegalità diffusa.
Questo è solo accanimento e deliberata volontà di emarginare anche coloro che hanno avviato un processo di integrazione ..... e che nessuno mi venga a parlare di furti, di paura e di emarginazione ... perchè tutto questo è proprio ciò che si vuole continuare ad avere a Milano, dato che tutti i tentativi dei volontari e dei privati di togliere dall'emarginazione le giovani generazioni  e le loro famiglie rom viene intenzionalmente vanificato, interrotto, ostacolato, boicottato, …. dato che non solo nulla si fa per cambiare le cose, ma addirittura si fa di tutto per buttare nell’emarginazione e nel degrado più assoluto queste persone: quel poco che avevano viene letteralmente distrutto (e che nessuno mi venga a parlare del diritto alla proprietà privata e ai beni personali, all’inviolabilità delle proprie cose, perchè a Milano è una squallida ipocrisia!!).

Questo sgombero, come tutti gli altri in passato, è solo fine a se stesso: quasi 10 milioni di euro spesi solo per spostare delle persone da un luogo a un altro, senza alcuna alternativa e senza alcuna politica sociale di integrazione nel medio/lungo periodo.

... che tristezza per una città, Milano, che da troppi anni non sa e non vuole avere una politica sociale di sviluppo delle relazioni umane e della socialità, di superamento dei conflitti sociali attraverso interventi programmati e costanti di integrazione!!
… che tristezza per l’aridità diffusa di molte, troppe coscienze …

Ci sono
aiuti pubblici alle imprese di ogni settore,
aiuti pubblici alle banche,
aiuti pubblici ai teatri e al cinema,
aiuti pubblici all'editoria e ai giornali di partito,
aiuti pubblici alle famiglie che iscrivono i loro figli a scuole private,
aiuti pubblici agli inceneritori e alle centrali elettriche (v. CIP6),  
aiuti pubblici a pioggia agli amici degli amici, insomma a "cani e porci",
ma alle minoranze etniche NO!!
.. per risolvere una conflittualità sociale che si è incancrenita negli ultimi anni: NO!!
ai bambini emarginati, NO!


... meglio farli vagare per la città come cani randagi, anche se sono persone, ..

Chissà quanti sono soddisfatti e diranno: "sono stati cacciati via i rom"!! … “cacciati”…. Le parole hanno significato: quanto odio, quanto livore, quanto disprezzo in queste parole….

E' più facile che delinqua un giovane rom con il diploma di terza media o con il diploma tecnico in tasca oppure un giovane rom analfabeta, “senza arte né parte” ed emarginato?


Bene, da domani potremo smettere di parlare di emergenza rom: il problema è stato risolto!!!


Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin

Martedì, 7 Settembre, 2010 - 09:51

PERCHÉ MILANO HA BISOGNO DI UNA MOSCHEA

Riporto il comunicato di Luciano Muhlbauer, che sottoscrivo in toto. Cari saluti a tutte/i Antonella Fachin -------------- PERCHÉ MILANO HA BISOGNO DI UNA MOSCHEA Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer Milano ha bisogno di luoghi di culto islamici. Non in omaggio al famigerato buonismo e nemmeno perché lo dice Tettamanzi, ma semplicemente perché lo esige il buon senso e il buon governo. Milano ha bisogno che possano esistere legalmente e formalmente delle moschee perché a Milano c’è un numero significativo di lavoratori e residenti di fede musulmana. Secondo gli ultimi dati della Camera di Commercio, sul territorio del comune di Milano sarebbero attive oltre 1.500 ditte i cui proprietari sono di religione islamica. Chi oggi sostiene, come la Lega e De Corato, che Milano non ha bisogno di una moschea o propone assurdi e pericolosi referendum, dovrebbe spiegare invece ai milanesi qual è l’alternativa e che futuro intende costruire per la città. Perché non consentire che possano esistere legalmente dei luoghi di culto non significa affatto che i fedeli non si riuniscano per pregare, ma unicamente che lo facciano dove capita, dalle cantine ai marciapiedi, fino ai capannoni eccetera eccetera. Ed è esattamente quello che succede a Milano da tempo, come ben sanno Lega e Pdl che governano la città da 17 anni. Dire che ci si oppone all’esistenza legale di moschee e contemporaneamente capeggiare le campagne contro le “moschee abusive” è ipocrita e irresponsabile. È ipocrita perché tanto le “moschee abusive”, in assenza di quelle legali, esistono comunque ed è irresponsabile perché non offre una via d’uscita condivisa e condivisibile e, pertanto, avvelena il clima e coltiva i rancori. Chi dice sempre e comunque soltanto dei “no”, oggi deve parlare chiaro. Deve chiarire se ritiene che ci debba essere una pulizia etnico-religiosa, per cui tutti i musulmani vadano espulsi da Milano e dall’Italia. Ebbene sì, perché questa sarebbe l’unica alternativa reale, sebbene da incubo, all’esistenza di luoghi di culto islamici. Se invece la Lega, De Corato e la Moratti non sono favorevoli all’espulsione di massa su base religiosa, allora devono spiegare cosa intendono fare perché i milanesi di fede islamica possano praticare legalmente e alla luce del sole la loro fede. E lo devono fare ora, all’inizio della campagna elettorale e senza la pericolosa furbizia dei referendum. Lo devono fare perché governano Milano da 17 anni e non possono continuare a prendere per i fondelli i milanesi.

Lunedì, 6 Settembre, 2010 - 22:18

Si può uccidere un uomo, ma non le sue idee

Si può uccidere un uomo, ma non le sue idee

6
set2010 


di Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio
La notizia dell’uccisione di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (SA), ci ha lasciati sconvolti come tutte le persone impegnate nella difesa della legalità e dell’ambiente, ma con una nota di dolore e di coinvolgimento particolare, dato che nel prossimo fine settimana si sarebbe dovuta svolgere ad Acciaroli, una frazione del comune salernitano, la festa denominata “U’viecchiu”. L’evento, che il nostro Movimento per la Decrescita Felice aveva contribuito ad organizzare e di cui avevamo parlato in un precedente post, sarebbe stata anche l’occasione per far convergere nella cittadina cilentana i nostri circoli del centro-sud, in modo da costruire un momento di confronto e di approfondimento della conoscenza reciproca.
Non era certo per caso che si era creata questa forma di collaborazione con l’Amministrazione comunale di Pollica. Infatti il sindaco Vassallo, un ex pescatore della frazione Acciaroli al suo secondo mandato, oltre a essere impegnato sui problemi della legalità, aveva una sensibilità ecologica molto spiccata e la volontà di valorizzare le specificità del suo territorio. Angelo Vassallo era noto alla cittadinanza per l’attaccamento alla sua terra e l’attenzione al civismo.
Arrivati ad Acciaroli si percepiscono felicità ed armonia con la natura. Questo anche grazie ai cittadini di Pollica, attaccati ai valori della propria terra, orgogliosi di essere una comunità rurale che rispetta la natura prodiga di doni, come i prodotti ittici, l’olio, il grano, le viti e la diffusione di cibi autoprodotti. La pasta fatta in casa qui da sempre si serve nei ristoranti. La genuinità non è mai mancata, anzi, è un valore da tutelare e promuovere. La dieta mediterranea? È stata inventata da Ancel Keys a Pioppi, un’altra frazione del comune di Pollica. La tradizione del cibo di qualità è un patrimonio nazionale non misurabile che trova la sua culla proprio qui.
E dimenticatevi l’Italia arretrata. Pollica, città slow food, è anche il comune coordinatore di un progetto politico all’avanguardia (Accordi di Reciprocità) finalizzato all’indipendenza energetica del territorio e dei 73 comuni rientranti nel Parco del Cilento e del Vallo di Diano. Questo progetto si fonda su tre pilastri: il risparmio energetico e la riduzione dell’uso di fonti fossili; l’uso razionale dell’energia e l’efficienza energetica; l’uso delle fonti energetiche rinnovabili.
Questa impostazione metodologica, che MDF condivide e promuove da anni, consentirà di sostenere le conseguenze prossime di una riduzione della disponibilità di petrolio ed un aumento dei prezzi dello stesso senza sacrifici da parte delle popolazioni. Nella visione lungimirante del sindaco Vassallo, l’autonomia energetica doveva essere affiancata dalla sovranità alimentare, cioè da una valorizzazione della produzione locale, dell’uso delle risorse del territorio e delle filiere corte.
Piani ed idee politiche che neanche il sistema Italia ha saputo avviare, mentre nel Cilento si cerca di praticare, sostenere, ricercare, condividere ed usare quanto più possibile le migliori tecnologie anche nel campo energetico. Vassallo ed altri Sindaci cilentani sono il simbolo di un’idea di sviluppo diversa da quello industriale, uno sviluppo non materiale ma in armonia con la natura. Nel Cilento il turismo sostenibile è una realtà: riuso di vecchi casolari di pietra, prodotti tipici locali, energie rinnovabili, raccolta differenziata (che a Pollica ha raggiunto il 70%), sono solo alcune delle buone pratiche amministrative avviate da anni nel territorio.
Chi pensa di poter arrestare un processo di questo genere stroncando brutalmente la vita di chi se ne è fatto promotore non tiene conto che queste idee sono ormai penetrate profondamente nella popolazione, e che l’impegno di chi ha votato Vassallo sindaco, in una lista civica orientata a sinistra, troverà nuovo impulso e nuove persone in grado di portarle avanti.
pubblicato su: Il Fatto Quotidiano
Lunedì, 6 Settembre, 2010 - 11:54

Stefano Boeri: chi è costui?!?!... direbbe Don abbondio...

Per opportuna riflessione sulla candidatura di Stefano Boeri, architetto di fiducia dell’immobiliarista Ligresti, progettista del Cerba nel Parco (sempre meno) agricolo Sud.
 
Cordiali saluti
Antonella Fachin
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Corriere della sera

Il premio Nobel

Dario Fo su Boeri candidato: sono contrario, è coinvolto

in interventi controversi

«Diciamo così: è uno che ha un bel po ' di piedi, è dentro molte manovre».

«Il centrosinistra sbaglia metodo»

Il premio Nobel
Fo su Boeri candidato: sono contrario,
è coinvolto in interventi controversi

«Diciamo così: è uno che ha un bel po' di piedi, è dentro molte manovre». «Il centrosinistra sbaglia metodo»
«Pollice verso, valutazione assolutamente negativa».

Dario Fo, perché non apprezza la candidatura di Stefano Boeri?
«È una persona carente dal punto di vista del rigore politico».

Perché ha lavorato con l ' amministrazione Moratti?
«Diciamo così: è uno che ha un bel po ' di piedi, è dentro molte manovre, dentro tanti progetti a dir poco controversi. Ma non è solo un problema di persona».

Boeri è considerato un grande architetto.
«Sul piano tecnico sarà anche un ottimo architetto. Mi preoccupa molto di più come si muove il Pd. Con la stessa logica dell ' altra volta».

Si riferisce alle comunali del 2006?
«Sì e mi riferisco al comportamento del centrosinistra. È sbagliato il metodo, la logica, tutto».

Ma ci sono le primarie e Boeri sarà appoggiato da una lista civica. E dall ' altra parte c ' è Giuliano Pisapia.
«L ' altra volta si è formato una specie di cartello che tirava tutti nella stessa direzione perché si era deciso che Ferrante era l ' uomo giusto. Non c ' è mai stato dibattito come non c ' è stato questa volta».

Che doveva fare il Pd?
«Se uno lavora con certi gruppi, se è inserito in certe operazioni, tu partito non lo accetti. Boeri lavora con i più grandi organizzatori di azioni poco chiare nell ' ambito della storia urbanistica di Milano. Io partito, guardo con chi vivi, con chi operi e sulla base di questo scelgo. Non è che apro l ' elenco del telefono e vado avanti ba, be, bi, bo... Boeri. Scelgo».
Maurizio Giannattasio
02 settembre 201002 settembre 201002 settembre 201002 settembre 2010
Corriere della Sera
 

Sabato, 28 Agosto, 2010 - 22:39

Il ministro Carfagna gioca con il diritto all'uguaglianza

27/08/2010 - Ufficio stampa Arcigay

 

E’ curioso che il Governo Italiano, per voce del Ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna ospite del meeting di CL, definisca non prioritaria la regolamentazione giuridica dei diritti e doveri delle coppie omosessuali, mentre nel resto del mondo civile crescono vertiginosamente i Paesi che si sono dotati di svariate forme di riconoscimento e di tutela di tali famiglie.

A settembre anche Cuba e Lussemburgo ci supereranno sul piano dei diritti civili. Sono infatti all'ordine del giorno diverse forme giuridiche di riconoscimento di persone dello stesso sesso. Il Messico ed il Brasile hanno appena approvato l’adozione da parte delle coppie omosessuali, la Germania ha esteso la pensione di reversibilità ai partner dello stesso sesso mentre negli Stati Uniti, dove già 18 mila coppie sono sposate, la definitiva approvazione del matrimonio gay dovrebbe essere discussa a breve dalla Corte Suprema.

Siamo consapevoli che, in questo momento, ci sono nodi difficili ed importanti da affrontare: la disoccupazione, la crisi economica, l’assenza di tutele per i licenziati, la precarietà. Noi stessi li viviamo in prima persona, essendo a pieno diritto parte integrante della società italiana. Ma il progresso complessivo di una nazione lo si ottiene con scelte coraggiose sul piano dei diritti sociali e dei diritti civili, due aspetti strettamente connessi in grado di realizzare il benessere e la felicità di tutti i cittadini. Coraggio che questo governo sembra proprio non avere. Le difficoltà economiche e sociali vanno infatti ad aggiungersi alla totale assenza di diritti per gay, lesbiche e transgender e complicano ulteriormente le nostre vite, costringendoci ad una difficile e incivile precarietà esistenziale.

Ci risulta quindi incomprensibile come provvedimenti semplici e di buon senso, che donano diritti e doveri a molti senza toglierli a nessuno, come l'accesso al matrimonio per le persone dello stesso sesso e, perché no, una seria legge per la lotta all’omofobia come l'estensione della legge Mancino ai reati commessi in odio all'identità di genere e all'orientamento sessuale, siano considerato di serie B rispetto ad urgenze più complessive, quasi noi non fossimo cittadini in senso pieno, quasi noi non avessimo diritto a quell'uguaglianza che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini della repubblica.

Tutto il mondo, investito dalla crisi economica, sembra averlo compreso. L'Italia no.

D'altra parte urgenze minoritarie come l’impunità del presidente del consiglio o il lodo Mondadori o la legge sulle intercettazioni sembrano di assoluto interesse per il Governo, in barba ai problemi ben più complessivi del paese.

Al solito, i cittadini, i diritti e il miglioramento delle condizioni di tutti vengono in secondo piano rispetto ad interessi ben più "particolari".


Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay

Giovedì, 26 Agosto, 2010 - 15:04

Appello per Ebrahim Hamidi imputato minorenne condannato a morte in Iran

Iran: Ebrahim Hamidi, imputato minorenne, è senza avvocato e rischia l'imminente esecuzione della condanna a morte

Ebrahim Hamidi adesso ha 18 anni, ma è stato condannato a morte per presunta aggressione sessuale ai danni di un uomo avvenuta due anni prima, quando ne aveva solo 16. Ha ritrattato la sua "confessione", affermando di essere stato costretto a rilasciarla. Oggi, rischia nuovamente l'esecuzione della sua condanna a morte e è senza un avvocato.

Ebrahim Hamidi è stato coinvolto in una rissa nella periferia di Tabriz, nella provincia dell'Azerbaijan orientale. In seguito lui e tre suoi amici sono stati arrestati, con l'accusa di aver commesso violenza sessuale su uno degli uomini con cui avevano lottato. Hamidi ha confessato il delitto dopo tre giorni di detenzione, durante il quale ha raccontato di essere stato torturato. Agli altri tre imputati è stato promesso che sarebbero stati liberati se avessero testimoniato contro Ebrahim Hamidi. Tutti e quattro sono stati inizialmente condannati a morte, ma nel corso di un terzo processo, gli altri tre imputati sono stati assolti mentre Ebrahim Hamidi è stato nuovamente condannato a morte per lavat, ovvero "sodomia". Il 7 luglio 2010, la presunta vittima ha ammesso, in una dichiarazione registrata dalla polizia, che i suoi genitori gli avevano fatto pressione per muovere accuse false.

La Corte suprema ha respinto la sentenza della Corte provinciale dell'Azerbaijan orientale e ha ordinato un riesame del caso, ma sembra che la corte provinciale voglia comunque procedere con l'esecuzione della condanna a morte.

Ebrahim Hamidi attualmente non ha un legale. Era rappresentato da un importante avvocato per i diritti umani Mohammad Mostafaei, che è stato costretto a lasciare il paese a seguito delle numerose minacce subite da lui e dalla sua famiglia all'inizio dell'agosto 2010, probabilmente a causa del suo lavoro in favore di Sakineh Mohammadi Ashtiani condannata alla lapidazione con l'accusa di adulterio. Mohammad Mostafaei ha scritto una lettera aperta sul caso di Ebrahim Hamidi nel luglio 2010 con l'intento di far crescere l'attenzione sull'esecuzione delle condanne a morte di imputati minorenni in Iran. Per imputato minorenne si intende colui che è stato condannato per un reato commesso quando aveva meno di 18 anni.

Leader della Repubblica Islamica
Ayatollah Sayed 'Ali Khamenei
The Office of the Supreme Leader
Islamic Republic Street - End of Shahid Keshvar Doust Street
Tehran, Islamic Republic of Iran
Email: info_leader@leader.ir;
via website: - http://www.leader.ir/langs/en/index.php?p=letter (English)
http://www.leader.ir/langs/fa/index.php?p=letter ( Persian) 

Eccellenza,

sono un simpatizzante di Amnesty International, l'Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.
 
Le chiedo di non eseguire la condanna a morte di Ebrahim Hamidi e di commutare tale pena.
 
Le ricordo che l'Iran è stato parte del Patto internazionale sui diritti civili e politici (Iccpr) e della Convenzione sui diritti del fanciullo (Crc), che vietano l'uso della pena di morte nei confronti di persone condannate per aver commesso crimini quando avevano meno di 18 anni.
 
Le chiedo con forza di indagare sulle presunte torture subite da Ebrahim Hamidi, per assicurare i responsabili alla giustizia e ad ignorare come prove nei tribunali dichiarazioni ottenute sotto tortura.
 
Grazie per la sua attenzione.

per firmare l'appello, io l'ho già firmato ... accedi al seguente url

http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/217

Giovedì, 26 Agosto, 2010 - 12:45

Movida: paradossalmente prosegue la discussione sul forum

Gentile Paolo,
non ho mai pronunciato per scritto parole dettate da buonismo cieco. Non ho mai espresso concetti a difesa di persone che emettono schiamazzi, così come anche la lettera Patto per la movida dell'articolista del Corriere sembra non vaerlo fatto. Anzi, anzi sottolineo in sintonia con la proposta del collaboratore del Corriere della Sera un patto, un accordo, una sorta di convenzione che permetta di autogestire un fenomeno che, la prego me lo faccia dire, solo a Milano paradossalmente viene elevato a problematica, dando sfoggio di quanto questa città sia ancora provinciale. Io sottolineo che il Comune non ha saputo dare risposte adeguate al governo delle notti cittadine: non ha saputo garantire un'espansione equa sul territorio degli epicentri di incontro e di svago, divertimento; ma non ha saputo neppure dare risposte ai residenti nell'assicurare una maggiore presenza di agenti della Polizia Locale. Di questo ultimo fallimento ne è semplice testimonianza di come le ordinanze stile "law and order", molto confacenti alla figura del vicesindaco, che adotta ormai da più di un decennio il pugno forte coi più deboli e la carezza con i più forti, del Comune di Milano siano andate inattuate, lettere morte semplicemente per procedure burocratiche mai eluse. Ma mi permetto di dire anche che il fallimento si intravede semplicemente assaporando il taglio delle serate milanesi e delle offerte aggregative che tale amministrazione propone: solo locali dove consumare cocktail, naturale prassi non esecrabile, senza, però, proposte culturali che possano dare un risvolto di alto contenuto ai momenti di incontro. Non capisco, poi, scusi, la battaglia che lei indice: una battaglia contro cosa, mi scusi se continuo a non capire? Una battaglia contro coloro, e tanti sono i figli di chi indice "crociate contro il popolo della movida", ma non solo, essendo generazioni diverse che esprimono l'esigenza di passare le proprie serate in compagnia all'aperto, magari godendo di buona musica, che hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri? Non mi sembra che sia la soluzione più giusta e, soprattutto, la soluzione che apporti un incontro e una convergenza tra interessi, esigenze e diritti di diversi strati della popolazione milanese. L'esigenza sacrosanta di fare sogni tranquilli è pari all'esigenza di uscire alla sera e di incontrarsi fuori con proprie amiche e propri amici: nessuna delle due esigenze può essere soffocata, essendo entrambe le esigenze naturali e conseguenziali. Occorre trovare soluzioni che permettano una convivenza civile, e per questo penso che un aumento dei controlli della Polizia Locale sia necessario, e pacifica tra settori della città. Io penso, mi scusi, ma insisto, che c'è più da temere circa gli effetti che saranno devastanti delle ordinanze inefficaci quanto inopportune e avventate espresse dal sindaco di chiudere gli esercizi locali nelle zone da lei considerate "invivibili", alla faccia del liberalismo tanto osannato dall'attuale maggioranza di centrodestra, sembra di ritornare ai tempi del proibizionismo americano anni 20, piuttosto di avere capannelli di persone che vivono la città nelle ore serali. Nel deserto totale una zona diventa teatro immancabile di fenomeni micro criminali, essendo venuti meno gli elementi che inibiscono forme di attuazione di reati di diverso tipo. Poi veramente mi scusi ma non vedo orde barbariche serali affacciarsi nelle zone, poche zone, della vita notturna solamente estiva: mi spiace dirglielo ma anche io vivo questa città e non mi limito a farneticare sull'internazionalità, per altro inesistente, della città.

Cordiali saluti
Alessandro Rizzo

Martedì, 24 Agosto, 2010 - 10:24

Report omofobia Italia 2010

Arcigay REPORT
dei principali episodi
di violenza omofoba e transofoba
accaduti in Italia nel 2010

20/08/2010 - Ufficio stampa Arcigay

 

Come noto, in Italia non esiste alcuna legge che riconosca un’aggravante specifica per i reati commessi in odio a persone omosessuali, bisessuali e transgender.

È di conseguenza impossibile avere una rilevazione statistica attendibile, o reperire informazioni ufficiali da parte delle Forze dell’ordine in merito a reati di carattere omofobico, semplicemente perché non esiste una specifica fattispecie di reato.

Di conseguenza è estremamente difficile che all’atto della denuncia la vittima di violenza dichiari la matrice omofobica del gesto patito, sia perché ciò non costituirebbe una aggravante, sia in virtù di una forte omofobia interiorizzata, largamente diffusa nel nostro paese, che porta ad una vera e propria autocensura.

La medesima autocensura fa sì che moltissimi casi di violenza omofobica rilevati dalle reti territoriali delle Associazioni di tutela rimangano, o per decisione delle vittime o per una giusta delicatezza nei confronti delle stesse, in un ambito di estrema riservatezza che non le rende pubbliche e rilevabili.

La mancanza di una reale percezione di tutela e l’omofobia interiorizzata determinano che la stragrande maggioranza dei casi di violenza omofobica non vengano nemmeno denunciati.

I dati contenuti nel report non hanno pertanto alcun reale valore statistico, sono solo una fotografia della realtà, rilevata esclusivamente dalle notizie apparse sui media.

Luca Trentini - Segretario nazionale Arcigay - segretario@arcigay.it

***

Potete scaricare in fondo a questa pagina:

Il Report 2010
in formato doc aggiornato al 18 agosto 2010
a cura di Stefano Bolognini, ufficio stampa Arcigay

Potete leggere a questi link:

Il report omofobia Italia di Arcigay del 2006-2007

Il report omofobia Italia di Arcigay del 2008-2009

I testi sono tratti da articoli comparsi sulla stampa. Arcigay non è responsabile dei contenuti

I NUMERI DELL'OMOFOBIA

Anno 2010

Omicidi: 2

(2 in Emilia-Romagna)

Violenze ed aggressioni: 29
(6 in Lombardia, 4 in Toscana, 4 in Lazio, 3 in Emilia-Romagna, 2 in Campania, 2 in Trentino, 2 in Puglia, 1 in Piemonte, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Liguria, 1 in Sicilia, 1 nelle Marche)

Estorsioni: 6
(2 in Lombardia, 2 in Calabria, 1 in Campania, 1 in Veneto)

Atti di Bullismo: 1
(1 in Veneto)

Atti vandalici: 7
(2 in Lombardia, 2 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Piemonte, 1 in Toscana, 1 in Lazio)

Divieti: 2
(2 in Lombardia)

Dichiarazioni istituzionali: 5
(2 in Veneto, 1 in Lazio, 1 in Campania, 1 in Liguria)

Affetti negati: 2
(1 in Lombardia, 1 in Toscana)

Totale episodi: 54

Riepilogo casi registrati nei report
gennaio 2006 - agosto 2010

Omicidi: 37
Violenze ed aggressioni: 194
Estorsioni: 21
Atti di bullismo: 14
Atti vandalici: 33
Divieti: 2

Dichiarazioni istituzionali: 5

Affetti negati: 2

Totale episodi: 308

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