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Sabato, 28 Agosto, 2010 - 22:39

Il ministro Carfagna gioca con il diritto all'uguaglianza

27/08/2010 - Ufficio stampa Arcigay

 

E’ curioso che il Governo Italiano, per voce del Ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna ospite del meeting di CL, definisca non prioritaria la regolamentazione giuridica dei diritti e doveri delle coppie omosessuali, mentre nel resto del mondo civile crescono vertiginosamente i Paesi che si sono dotati di svariate forme di riconoscimento e di tutela di tali famiglie.

A settembre anche Cuba e Lussemburgo ci supereranno sul piano dei diritti civili. Sono infatti all'ordine del giorno diverse forme giuridiche di riconoscimento di persone dello stesso sesso. Il Messico ed il Brasile hanno appena approvato l’adozione da parte delle coppie omosessuali, la Germania ha esteso la pensione di reversibilità ai partner dello stesso sesso mentre negli Stati Uniti, dove già 18 mila coppie sono sposate, la definitiva approvazione del matrimonio gay dovrebbe essere discussa a breve dalla Corte Suprema.

Siamo consapevoli che, in questo momento, ci sono nodi difficili ed importanti da affrontare: la disoccupazione, la crisi economica, l’assenza di tutele per i licenziati, la precarietà. Noi stessi li viviamo in prima persona, essendo a pieno diritto parte integrante della società italiana. Ma il progresso complessivo di una nazione lo si ottiene con scelte coraggiose sul piano dei diritti sociali e dei diritti civili, due aspetti strettamente connessi in grado di realizzare il benessere e la felicità di tutti i cittadini. Coraggio che questo governo sembra proprio non avere. Le difficoltà economiche e sociali vanno infatti ad aggiungersi alla totale assenza di diritti per gay, lesbiche e transgender e complicano ulteriormente le nostre vite, costringendoci ad una difficile e incivile precarietà esistenziale.

Ci risulta quindi incomprensibile come provvedimenti semplici e di buon senso, che donano diritti e doveri a molti senza toglierli a nessuno, come l'accesso al matrimonio per le persone dello stesso sesso e, perché no, una seria legge per la lotta all’omofobia come l'estensione della legge Mancino ai reati commessi in odio all'identità di genere e all'orientamento sessuale, siano considerato di serie B rispetto ad urgenze più complessive, quasi noi non fossimo cittadini in senso pieno, quasi noi non avessimo diritto a quell'uguaglianza che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini della repubblica.

Tutto il mondo, investito dalla crisi economica, sembra averlo compreso. L'Italia no.

D'altra parte urgenze minoritarie come l’impunità del presidente del consiglio o il lodo Mondadori o la legge sulle intercettazioni sembrano di assoluto interesse per il Governo, in barba ai problemi ben più complessivi del paese.

Al solito, i cittadini, i diritti e il miglioramento delle condizioni di tutti vengono in secondo piano rispetto ad interessi ben più "particolari".


Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay