Diffida al Provveditore per il taglio dei docenti (soprattutto di sostegno)
Comunicato stampa
Siamo un gruppo di 34 mamme e papà di bambini con disabilità della scuola Primaria "Ferrante Aporti" di Milano.
I nostri 17 figli hanno iniziato l'anno scolastico il 13 settembre e sono stati inseriti in classi con l’assegnazione di insegnanti di sostegno in numero nettamente inferiore al bisogno “certificato”: 7 cattedre e mezzo contro le 15 richieste all’Ufficio Scolastico Provinciale dal Dirigente scolastico, sulla base della documentazione sanitaria e della programmazione educativa e didattica.
Esistono situazioni di disabilità molto diverse tra loro e il sostegno è richiesto alla “classe” e non al bambino. A nessun alunno con disabilità, neppure a quelli con attestazione di gravità, sono state assegnate le ore di sostegno richieste, comunque di gran lunga inferiori alle ore di tempo scuola (se ad ogni alunno con disabilità grave fosse affiancato un insegnante di sostegno, il supporto didattico sarebbe di 22 ore contro 40 ore di frequenza!).
A questi massicci tagli di sostegno si aggiungono le ore di compresenza venute meno in tutte le scuole, comprese la nostra, con la “riforma”: maestre che, da sole, oltre a non poter più svolgere le normali attività di laboratori e uscite, non possono certo affiancare gli alunni più fragili e svantaggiati.
Abbiamo inoltrato una diffida il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, sulla base della sentenza della Corte Costituzionale n.80/2010, che ha dichiarato incostituzionale il tetto al numero degli insegnanti di sostegno, ribadendo che il criterio di assegnazione delle ore di sostegno deve essere fondato sulle “effettive esigenze rilevate” caso per caso.
Ad oggi l’Ufficio Scolastico Regionale non ci ha dato risposta. Ci sentiamo discriminati: non è giusto che i nostri figli siano inclusi solo se il bilancio del Ministero dell’Istruzione lo consente!
Il mancato riconoscimento del diritto all'educazione e all’istruzione dei nostri figli è un’aperta violazione degli artt 2, 3, 34, 38 della Costituzione, nonché della Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità e della Convenzione ONU dei diritti del fanciullo.
In una società, che si definisce civile, tali diritti inalienabili devono essere garantiti a tutti, nessuno escluso. Oggi, invece, noi genitori siamo costretti a lottare, anche in sede giudiziale, perché ai nostri figli siano riconosciuti dignità, rispetto e pari opportunità.
E' dovere di noi tutti creare i presupposti perché i bambini di oggi acquisiscano le capacità e competenze indispensabili a partecipare attivamente alla società di domani.
Mozione urgente su via Longhi
Arcipelago Milano- il Seveso non è come il Nilo
IL SEVESO NON È COME IL NILO
5-10-2010 by Fiorello Cortiana
Settimane per pulire le strade della zona Niguarda e per liberare le gallerie della linea gialla dall’acqua, le Camere di Commercio di Milano e Monza hanno stimato700 mila euro di perdite per gli esercizi commerciali e pensiamo alla lievitazione dei costi per i lavori, le riparazioni, gli interventi, gli straordinari degli uomini impiegati, cosa è successo? Niente di particolare, è piovuto ed è esondato il Seveso. Sì, perché gli ultimi sette dei 52 Km che lo portano dai confini con la svizzera al Naviglio Martesana, il Seveso attraversa Milano in una tombinatura coperta che lo immette nel canale Redfossi, tombinato anch’esso. Il sistema coperto Seveso-Redefossi-Martesana ha capacità di convogliamento piuttosto rigide, da qui i problemi di carattere idraulico e i periodici allagamenti dell’abitato anche a seguito di precipitazioni non eccezionali.
E’ dal 1976 che si hanno dati precisi sulle sue esondazioni, dovute principalmente al convogliamento nel Seveso delle reti fognarie delle successive espansioni urbane dei comuni della cintura Nord di Milano. La quantità degli scarichi sommata alle precipitazioni meteoriche supera facilmente la soglia della portanza del fiume e la sua capacità di deflusso, un fiume ridotto nel tempo a canale scolmatore tombinato. L’attenzione dei cittadini si è probabilmente concentrata su queste problematiche idrauliche e sulle polemiche dovute alle inadempienze amministrative riportate dai media. C’è invece un problema, non immediatamente evidente, che presenta costi sociali molto più pesanti e riguarda l’inquinamento del territorio dovuto alla qualità delle acque esondate. I rilevamenti della Provincia di Milano mostrano come il bacino del Seveso vede peggiorare la qualità delle sue acque con il passaggio nella Brianza verso Milano. Il territorio industriale della provincia di Como ha la responsabilità per i preoccupanti valori dei metalli pesanti, rame, zinco, mercurio, cromo, nel milanese si aggiunge il cadmio, nonché un carico microbiologico di tre ordini di grandezza superiore ai limiti della balneazione.
Nel corso dei decenni il Seveso ha cambiato la sua natura, impermeabilizzazioni e tombinature l’hanno trasformato a tutti gli effetti in un collettore fognario che, esondazione dopo esondazione, distribuisce sul territorio un’incredibile quantità d’inquinanti tossici. Oltre alle conseguenze prodotte dalla combustione a cielo aperto da parte di smaltitori killer o dallo sversamento tal quale nelle acque (pensiamo al Lambro di pochi mesi fa), ci troviamo di fronte ad una regimazione delle acque da parte delle amministrazioni competenti che, a seguito delle ricorrenti esondazioni, che si aggiunge allo smaltimento illegale di rifiuti tossico-nocivi lungo i cicli dell’ecosistema.
Forse le diverse amministrazioni locali, oltre a preoccuparsi di allacciare le successive condotte fognarie al collettore chiamato Seveso, dovrebbero preoccuparsi, dei controlli sulla qualità delle acque reflue e sulla loro provenienza. Ma basta un’autocertificazione per uscire dalle “aziende a rischio”, quali controlli fanno eseguire all’ARPA? Con quanto personale? Insieme a questo, invece di pensare a ingrandire i canali scolmatori per evitare il superamento della soglia di portanza del Seveso, dovrebbero pensare a ridare le sue pertinenze territoriali al fiume e rinaturalizzare il territorio. Pensate: il Ticino godendo di un parco può permettersi di “invadere” ampie porzioni di territorio. Utopie degli ecologisti? No, l’hanno fatto in Germania nel distretto della Ruhr, una delle più importanti aree produttive d’Europa, con estrattiva e siderurgica, la quale, insieme alla crisi, ha lasciato dietro di sé un grave inquinamento della terra e delle falde acquifere.
L’Emscher e i corsi d’acqua, che in esso confluiscono si erano trasformati in un vero e proprio sistema fognario a cielo aperto. Ora in questa vasta area, l’Emscher Park, è in corso di radicale qualificazione, il programma prevede depurazione, decontaminazione, separazione di acque di scarico da acque piovane, un’attenzione particolare è stata rivolta alla sistemazione naturalistica delle sponde per innescare processi di fitodepurazione, nonché al riuso delle strutture industriali con imprese “sostenibili”. Il coordinamento progettuale è stato svolto dal 1991 al 1999 da IBA Emscher Park, società di consulenza creata con lo scopo di realizzare una progettazione partecipata con i numerosi gruppi sociali e imprenditoriali presenti nell’area. Buona parte delle opere previste sono già realizzate. Come amministrazione rosa-verde della regione Lombardia, nei primi anni ‘90 ci gemellammo con il Land Nord Reno-Westfalia, che comprende la Ruhr, proprio per avviare lo stesso percorso di recupero nel bacino Lambro-Seveso-Olona, ma qui non ha fatto seguito nulla.
Il Parco Paesaggistico dell’Emscher ricopre un’area di circa 320 Kmq, cuore dello sviluppo post-industriale del Nord Reno-Westfalia, che ha 18.000.000 di abitanti. Occorre notare che la Lombardia non arriva a 10 milioni e che le provincie di Milano e Monza-Brianza sommate non arrivano a quattro. Si può fare dunque se si vuole.
Successo di DESTRAFUTURO alla Festa Nazionale del PDL di Milano
Forte presenza del movimento DESTRAFUTURO alla Festa Nazionale del Popolo della Libertà che si è tenuta al Castello Sforzesco di Milano. I Militanti del movimento hanno distribuito migliaia di volantini e di adesivi. Il coordinatore Ing. Michele Puccinelli ed il comandante Antonio De Simone, hanno consegnato ufficialmente il nuovo documento politico di DESTRAFUTURO al Ministro Ignazio La Russa ed al Capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri. Esponenti di DESTRAFUTURO hanno incontrato anche gli altri due coordinatori nazionali del PDL, Fabrizio Cicchitto e Denis Verdini, il Presidente della Regione Calabria, Beppe Scopelliti ed il coordinatore della Regione Campania, Nicola Cosentino. Roberto Jonghi Lavarini, intervistato da alcuni giornalisti, fra i quali quelli del TG5, ha confermato l'attiva presenza, politica e culturale, della destra nel PDL ed il diritto-dovere del Governo Berlusconi di attuare il programma di riforme, votato dalla maggioranza degli Italiani. DESTRAFUTURO ha nell'On. Massimo Corsaro (deputato e vice coordinatore del PDL in Lombardia), nel Sen. Alfredo Mantica (Sottosegretario agli Esteri) ed in Stefano Di Martino (vice Presidente del Consiglio Comunale di Milano) i propri sicuri riferimenti politici ma Roberto Jonghi Lavarini, incontrandosi con Marco Clemente (dell'Associazione Archè di Angelo Gianmario, Consigliere Regionale della Lombardia con Delega a Milano Città Metropolitana), Fulvio Moneta Caglio (Presidente del Circolo Carlo Magno, aristocratico esponente della destra cattolica) ed Emanuele Villantieri (Portavoce dei Circoli del Buon Governo del Sen. Marcello Dell'Utri) ha confermato un'azione poltica trasversale per organizzare, rinnovare, rafforzare e radicare il PDL, sul terriotrio e nella società, secondo i fondamentali criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia.
interrogazioni presentate in cdz 4 - 23 settembre 2010
una buona occasione di partecipazione
fai sentire la tua voce !
Ai potenziali organizzatori chiediamo di:
IL MANIFESTO DEGLI ESPATRIATI
I blog “Vivo altrove” e “La Fuga dei Talenti” lanciano un’iniziativa senza precedenti:
“IL MANIFESTO DEGLI ESPATRIATI”
Un Manifesto di denuncia di tutto ciò che in Italia non funziona, impedendo ai giovani di emergere: dai processi selettivi carenti alla gerontocrazia e raccomandazione imperanti, dal Welfare State inesistente per i giovani al ricambio generazionale mancato. Il “Manifesto” mette nero su bianco le cause dell’espatrio di centinaia di migliaia di giovani italiani. Brillanti, ma senza gli “agganci” giusti.
FIRMA IL MANIFESTO: CLICCA SU “LASCIA UN COMMENTO” E SCRIVI: NOME, COGNOME, ETA’, PROFESSIONE, CITTA’ DI NASCITA E CITTA’/PAESE DI RESIDENZA ALL’ESTERO.
AFFINCHÉ IL MANIFESTO SIA UNIFORME, LIMITATI A QUESTI DATI (TUTTI OBBLIGATORI) E -AL MASSIMO- A UNA/DUE RIGHE DI COMMENTO. LA SOTTOSCRIZIONE È APERTA SOLO A CHI VIVE ALL’ESTERO, NON A CHI VIVE IN ITALIA.
Al termine del periodo di sottoscrizione online, il “Manifesto degli Espatriati” sarà inviato a: Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio, Presidenze di Camera e Senato, Ministero della Gioventù, nonché alle principali testate giornalistiche nazionali.
+FIRMA ANCHE TU: IMPEGNATI A RENDERE L’ITALIA “UN PAESE PER GIOVANI”!+
1. Il fenomeno dell’espatrio dei giovani professionisti qualificati dall’Italia è un’emergenza nazionale. Si parte, ma non si torna (se non per assoluta necessità), né si attraggono giovani di talento da altri Paesi. In Italia non esiste “circolazione” dei talenti.
2. L’Italia non è un Paese per Giovani. È per questo che siamo dovuti andar via, o non possiamo a breve farvi ritorno. L’Italia è un Paese col freno a mano tirato, nella migliore delle ipotesi. Un Paese dove la classe dirigente -che si autoriproduce da decenni- ha fallito. All’estero i giovani hanno uguale diritto di cittadinanza delle generazioni che li hanno preceduti.
3. Il processo selettivo all’estero è di gran lunga più trasparente e meritocratico rispetto all’Italia. Anche la quantità di offerte lavorative è maggiore, di migliore qualità e meglio pubblicizzata.
4. Il percorso di carriera all’estero è chiaro, definito e prevede salari mediamente di gran lunga maggiori rispetto all’Italia, soprattutto per giovani neolaureati.
5. All’estero non conta l’anagrafe: puoi ottenere posizioni di responsabilità a qualsiasi età, se vali. Anche a 25 anni.
6. La “raccomandazione” all’estero è trasparente: chi segnala ci mette la faccia e si gioca la reputazione. In Italia è nascosta, premia i mediocri, i “figli-nipoti-cugini di” e i cooptati. Il nepotismo è una piaga nazionale, da debellare anche mediante l’introduzione di uno specifico reato penale.
7. All’estero si scommette sulle idee dei giovani. Le si finanzia e le si sostiene, nel nome dell’innovazione. In Italia -invece- i finanziamenti vanno prevalentemente a chi ha un nome o un’affiliazione.
8. All’estero esiste -in molti casi- un welfare state che sostiene i giovani, per esempio attraverso un reddito minimo di disoccupazione o sovvenzioni per il pagamento dell’affitto. In Italia il Welfare State è quasi interamente “regalato” agli anziani. I giovani sono abbandonati a se stessi, a carico delle famiglie. Il vero “ammortizzatore sociale” nel Belpaese sono le famiglie: lo Stato, la politica, hanno fallito.
9. All’estero esiste il ricambio generazionale: in politica, come in imprenditoria, come nell’accademia o negli altri settori della società civile, le generazioni si cedono il passo, per far progredire la società.
10. Noi giovani professionisti italiani espatriati intendiamo impegnarci, affinché l’Italia torni ad essere un “Paese per Giovani”, meritocratico, moderno, innovatore. Affinché esca dalla sua condizione terzomondista, conservatrice e ipocrita. E torni ad essere a pieno titolo un Paese europeo e occidentale. Ascoltate la nostra voce!
500 volontari per milano
Ogg: 500 volontari per l'ambiente a Milano
Mittente: Milanosìmuove
Autunno: cadono le foglie e... si alza lo smog.
Ecco perché... Milano ha bisogno di te!
Oltre 5.000 cittadini milanesi hanno finora sottoscritto i cinque referendum per la qualità della vita e dell'ambiente promossi da Milanosìmuove, Comitato traversale di cittadini e associazioni.
Nel fine settimana del 15-16-17 ottobre si terranno i "Referendum days" , con l'obiettivo di raccogliere le 15.000 firme necessarie perché i referendum si tengano davvero.
C'è bisogno di 500 volontari disposti a offrire qualche ora del loro tempo per raccogliere firme ai punti di raccolta in tutta la città.
Segnalaci subito la tua disponibilità, rispondendo a questa email (referendum.milano@gmail.com) oppure chiamando questi numeri:
335-6256732 begin_of_the_skype_highlightin
Ti chiediamo anche di far girare la voce il più possibile coinvolgendo amici e conoscenti (ad esempio girando questa email a tutti i tuoi contatti)
Milanosìmuove.it
A Roma la rete europea della polizia lgbt
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE
DELLE ATTIVITA’ DI CONTRASTO ALL’OMOFOBIA E TRANSFOBIA
EGPA
RETE DELLE ASSOCIAZIONI DI POLIZIA GAY D’EUROPA
L'8 ottobre 2010, alle ore 11:30, presso la sala conferenze dell’Associazione Centofiori, via Goito nr. 35 in Roma, in occasione della riunione delle associazioni di polizia gay d’Europa, sarà illustrato ai giornalisti il lavoro contro l’omofobia e la transfobia della rete europea e una proposta per l’Italia.
La conferenza stampa, indetta congiuntamente dalla European Gay Police Association (EGPA) - la rete delle associazioni gay di polizia dei diversi paesi europei – e da Polis Aperta, l’unica associazione italiana di gay e lesbiche in divisa e membro ufficiale dell’EGPA, sarà presieduta da Jan Snaider, sovrintendente della polizia olandese e presidente uscente dell’EGPA, e da Nicola Cicchitti, presidente di Polis Aperta.
Si prevede, inoltre, la presenza di vari delegati provenienti dalle polizie di Olanda, Spagna, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Irlanda e Svezia, oltre agli italiani di Polis Aperta, gay e lesbiche in divisa pionieri nel portare avanti presso i comandi e le caserme d’Italia una cultura di apertura verso la realtà Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e trans).
Tra le buone pratiche adottate in Europa che Polis Aperta vorrebbe promuovere anche nel nostro paese attraverso gli organi di polizia istituzionali, vi è un training di formazione per il personale delle Forze di Polizia volto alla sensibilizzazione verso il problema dei crimini d’odio e mirato, in particolare, alle metodologie per la raccolta delle denunce (emersione dei reati) e alla gestione delle vittime.
L’altro obiettivo di Polis Aperta è rivolto ai cittadini italiani LGBT e punta alla costruzione di un clima di maggiore fiducia nei confronti degli operatori di polizia, visti non sempre come garanti della loro sicurezza.
LE FORZE DI POLIZIA, LE ASSOCIAZIONI LGBT E GLI ORGANI DI INFORMAZIONE SONO INVITATI A PARTECIPARE.
Nicola Cicchitti
presidente@polisaperta.it
28/09/2010 - Polis Aperta
interrogazioni presentate in cdz 4 - 7 ottobre 2010