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Il Blog di Donatella Elvira Camatta | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Giovedì, 21 Settembre, 2006 - 12:30

Bush " Dovunque io volga lo sguardo vedo estremisti"




/"Dovunque io volga lo sguardo vedo estremisti"/ ha affermato *George
Bush* nel suo discorso davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite. Ha scelto proprio questa raggelante espressione, che la dice
lunga sulle paure di chi, per continuare ad imporre la
supremazia statunitense sul pianeta (come scritto dagli ideologi
neoconservatori nel *"Progetto per il nuovo secolo americano"*) ha
imposto al pianeta stesso la guerra al terrore, e si rifiuta di vedere
come il dolore generi più odio.

Ma se è il reazionario fanatico iraniano *Mahmoud Ahmedinejad* ad
andare
a Nuova York a dire che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU non
rappresenta più nessuno, allora vuol dire che tutti quelli che fanno
finta di non sentirlo sono più reazionari e fanatici di lui.

Può nel 2006 il Consiglio di Sicurezza dare il diritto di veto alla
Gran
Bretagna e non all'India, alla Francia e non al Brasile, ammesso e non
concesso che il diritto di veto non sia comunque una zavorra
intollerabile?

*Hugo Chávez*, per scaldare la platea, ha iniziato il suo discorso con
una battuta. Ha detto che in quell'aula dopo il discorso di George
Bush si sentiva odore di zolfo. I presenti hanno riso, applaudito, poi
Chávez ha argomentato seriamente per tutto il tempo che aveva. Per
esempio ha invitato gli statunitensi a leggere Noam Chomsky. Poi ha
citato lo stesso George Bush con quel suo terrificante /"dovunque io
volga lo sguardo vedo estremisti"/ (chissà perché glissato dalla stampa
internazionale) ed ha argomentato, ha denunciato, ha proposto. I
giornali del nord hanno edulcorato, minimizzato, ridicolizzato: "Quel
buffone di Chávez va all'ONU a dire che Bush è il diavolo". Null'altro.

*Evo Morales*, il grande lottatore sociale che coniuga il rispetto per
la terra proprio della cultura nativa, con la prassi di mastino
sindacale in un paese, la Bolivia, dove la classe operaia ha tradizioni
sindacali gloriose e rivoluzionarie, con la modernità della democrazia
partecipativa, ha fatto un intero discorso, applauditissimo da tutti i
paesi del Sud. Ha parlato di ecologia, di beni comuni, di riforma
agraria. Niente è rimasto nelle testoline della grande stampa
internazionale.

Poi Evo ha tirato fuori una foglia di Coca, ed ha ricordato
all'assemblea la vera persecuzione che stanno subendo da decenni i
coltivatori di una pianta benefica con 5000 anni di storia, a causa di
un'abitudine distorta di pochi milioni di persone concentrati in pochi
paesi ricchi. Orrore, per i quotidiani del nord, il folcloristico
presidente boliviano, così troglodita da non mettere neanche la
cravatta, ha sfidato il mondo portando la malefica pianta della cocaina
nelle sacre stanze delle Nazioni Unite.

*Nestor Kirchner*, così peronista da odorare di zolfo da lontanissimo,
ha ricordato come il proprio paese sta registrando una crescita
ininterrotta dell'economia, una diminuzione della povertà e la
risurrezione dell'industria locale, solo da quando l'Argentina ha
chiuso
la porta in faccia al Fondo Monetario Internazionale.
Ha detto cose banali Nestor Kirchner. Per esempio ha detto che uno
sviluppo senza redistribuzione non è sviluppo. E' stato accolto dal
silenzio gelido e i quotidiani internazionali non hanno neanche
registrato un intervento di altissimo spessore. Almeno Evo e Hugo, pur
nel puerile tentativo di ridicolizzarli, sono riusciti, con la battuta
sullo zolfo e con la foglia di coca, a farsi citare. Don Nestor non ci
è
riuscito.

La LXI assemblea generale delle Nazioni Unite chiude i battenti e tra
un
anno ci ritroveremo allo stesso punto di partenza. Come ha argomentato
Hugo Chávez, l'Assemblea non ha alcun potere e il consiglio di
sicurezza
è imprigionato dai possessori del diritto di veto. Quel diritto di
veto,
che continua a fotografare il mondo in bianco e nero al 1945, odora
davvero di zolfo e incatena l'ONU e sei miliardi di persone, ai voleri
di *John Bolton*, il falco estremista ambasciatore statunitense alle
Nazioni Unite e di pochi paesi ricchi. Gli altri non contano nulla.
Fino
a quando? Gennaro Carotenuto

Giovedì, 21 Settembre, 2006 - 09:04

La discussione sul programma della CdL in Zona 7

Intervento al Consiglio di zona 7
11 settembre 2006
George Orwell, 1946, “La libertà intellettuale”

Inizio con un consiglio letterario: 60 anni dopo la sua pubblicazione è tornato alle stampe uno straordinario libro “La libertà intellettuale” di George Orwell. E’ una lettura che consiglio a chiunque intenda la politica lettura della storia priva degli occhiali del pregiudizio ideologico. Una analisi degli “ismi” che hanno attanagliato, ed attanagliano tutt’ora, il nostro intervento nell’ambito della politica. 

Questa nuova consigliatura si apre in una data infausta. Una data che ci ricorda che, dopo 5 anni di guerre, del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale è rimasto solo l’odore della polvere da sparo e l’immagine delle migliaia di vittime che sono entrate nel gorgo dell’attentato prima e delle guerre afhgane ed irachene, poi. Della pace promessa nessuno ha notizie…
Noi iniziamo questo nuovo quinquennio con aspettative forti rispetto all’attuazione delle promesse inerenti il decentramento amministrativo, ma dopo 10 anni di promesse e speranze disattese, non ci aspettiamo davvero molto di più di quanto abbiamo sperimentato: nulla…
Ma per lanciare una scialuppa di salvataggio questa Amministrazione centrale, voglio ricordare subito le parole pronunciate dal neo sindaco di Milano in occasione del suo insediamento a Palazzo Marino:

Il decentramento

“insieme alla mia Giunta rilanceremo la politica del decentramento per avvicinare sempre di più l’azione del Comune di Milano ai cittadini. Non solo: daremo nuove deleghe e nuove responsabilità ai Consigli di zona che costituiscono la principale rete del Comune sul territorio, i luoghi di democrazia più vicina ai cittadini dove sono rappresentati al meglio maggioranza ed opposizione, facendoli divenire sempre più luoghi di rappresentanza degli interessi e dei bisogni dei cittadini, punti attivi di rilevazione e di controllo della qualità e dell’efficacia degli interventi dell’amministrazione comunale. Dobbiamo mettere i Consigli di zona in condizione di amministrare e gestire competenze più ampie, facendoli diventare ancor più di quanto lo siano stati in passato, luoghi di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica ed alla definizione delle politiche del Comune, ridefinendone spazi di intervento, compiti e funzioni.”
(Letizia Moratti, 23.6.2006)
   
I consigli di zona come possono ritenersi protagonisti del tessuto sociale: solo elargendo fondi ad attività, pur lodevoli, ma senza una continuità che sia in grado di lasciare il segno oppure devono essere loro fautori oltre che di iniziative spot, di programmi e progetti a lunga scadenza? Non è il caso che diventino soggetti politici con una ben definita identità che li leghi in maniera responsabile al territorio? Che diventino, subito, elementi riconosciuti e riconoscibili di governabilità?
Come evolve il decentramento? Quale davvero il suo futuro? Quali le proposte e le progettualità dell’amministrazione centrale? Quanto ancora il centro monopolizza le sue decisioni sulle aree periferiche e quali le reali deleghe del decentramento e quelle che, invece, vorremmo fossero regolamentate ed attuate? Quali sono le necessarie deleghe per rendere efficace ed efficiente il decentramento? Questo è il nodo politico che non possiamo lasciare disatteso per altri 5 anni!
Il bene comune come valore da mettere a frutto e da rendere quanto più elemento valoriale condiviso. Ma il bene comune come può essere imparziale? Come può fare davvero il bene di tutti e non solo di una parte? Quali elementi di discontinuità devono emergere dalla giunta Moratti rispetto alla giunta Albertini? Qual’è la progettualità insita nelle scelte a venire della nuova amministrazione rispetto alle aspettative dei cittadini delle zone?
L’elemento economico, il Bilancio, è un elemento forte e fondante per l’autonomia politico-amministrativa delle zone. Come la maggioranza di questo consiglio intende essere elemento forte e dirompente con il sindaco Moratti affinché le parole spese, il programma indicato, non rimangano lettera della morta?
Che cosa si intende per “azione amministrativa incisiva” da parte delle zone? Sono parole oppure sono le avanguardie di un nuovo atteggiamento da parte della maggioranza? Ma, al di là delle parole, quali sono i fatti che questa maggioranza vuole porre in atto per il bene comune del/dei consigli di zona?   
Da parte dell’Ulivo vi è la consapevolezza che le zone possono divenire elementi di reale partecipazione democratica e non di demagogica strumentalizzazione dei cittadini solo se il Comune riorganizzerà la sua struttura in favore di deleghe precise e determinanti alle realtà istituzionali delle zone cittadine.
Ma alfine il problema vero è quello della governabilità della città e delle zone. In tal contesto non si può che chiedere a gran voce la costituzione di municipalità che siano effettiva espressione di immediatezza nelle risposte alle esigenze dei cittadini. Da questo primo passo si potrà verificare se esistono la possibilità di pensare, insieme con altre istituzioni, alla creazione di una realtà amministrativa estesa quale potrebbe delinearsi nella città metropolitana.

Il traffico

Il trafficoIl trafficoLa strade interquartiere sono elementi di attrazione di traffico che la battaglia del comitato contro la gronda nord ha già ampiamente smascherato come agenti di inquinamento acustico, ambientale e fisico. Non strade interquartiere, della cui dimensione non abbiamo contezza, bensì individuazione di nuovi percorsi e/o flussi di traffico che vadano a mitigare le invadenze automobilistiche a profitto di una differente e migliore scelta del mezzo pubblico sul quale, invece, devono essere fatti investimenti adeguati e costanti nel tempo e non legati solo all’ennesima emergenza.

Sul descritto sottopasso Ippodromo-Patroclo, chiaramente manca ai proponenti la conoscenza dei flussi reali di traffico, evidenti ed esorbitanti solamente nel corso di manifestazioni sportive. Manifestazioni che vorremmo sempre più senza auto e pullman e non dando ulteriori possibilità di incrementare il traffico privato in aree congestionate ad orologeria….    
Da tempo è pronto il piano del trasporto pubblico (PGT), che ha al suo interno, per esempio, anche i miglioramenti del servizio a Quinto Romano, ma il consiglio comunale, come mi scrisse l’ex assessore Goggi, ancora non l’ha portato in discussione. Allora chi è che vuole, o meno, risolvere, o almeno tentare, in parte, il problema della viabilità nella nostra città?
Tratto MM1 Bisceglie-Olmi: credo che non ci sia nessuno che sia d’accordo con questa ipotesi. Ma da quanti anni ne parliamo? Quali passi concreti sono stati fatti per concretizzare questa speranza e, al contempo, necessità?

Collegamento piazza Axum-parcheggi modiali ‘90: questo è un altro elemento di interesse per la zona e ne parliamo da 16 anni!

Sulla ciclabilità di Milano credo che stiamo rasentando il ridicolo: da anni l’amministrazione afferma che ha creato, oppure che ha in animo di creare, piste ciclabili per i cittadini di “buona volontà”. Eppure chi può dire di conoscere i percorsi di queste piste? Chi può davvero indicare la lunghezza e la localizzazione di queste ipotetiche e chimeriche piste?

Sui parcheggi pertinenziali potremmo anche non avere particolari contrarietà salvo discutere di due elementi particolari: il primo è la localizzazione in funzione del vissuto e del verde esistente; la seconda è l’avversione verso l’utilizzo a fini speculativi del parcheggio/box pertinenziale. Non sono sconosciuti casi di box acquistati da chi non ne aveva titolo.

Ricordiamo, a titolo esemplificativo, dei ritardi nella messa in opera definitiva dei parcheggi di via delle Betulle Est ed Ovest la cui realizzazione ha procurato ritardi nell’inizio dei lavori per la nuova fognatura del Quartiere degli Olmi.

Sui parcheggi di corrispondenza alle fermate MM, ricordiamo la defaillance del parcheggio MM1 Bisceglie e di quello MM1 di Bande nere, per il quale attendo ancora risposte in merito alla mia richiesta della percentuale di occupazione quotidiana del parcheggio. Percentuale certamente non ottimale rispetto alle esigenze della città e dei cittadini. Forse è per questo che la risposta tende a latitare…?

Manca una visione di insieme dei bisogni della zona ed in talune aree periferiche vi ha ancora sofferenza di trasporto pubblico, in particolare nelle festività e nelle ore serali, di continuità nel trasporto.   
Senza un adeguata politica di incentivo per il mezzo pubblico sarà impossibile che si possano stimolare i cittadini a limitare l’uso del mezzo di trasporto privato.

Per le piste ciclabili riteniamo che, ormai,  da questa amministrazione, non possiamo attenderci, realisticamente, più nulla anche se le esigenze della zona sono indubbiamente notevoli ed abbisognerebbero di un’adeguata e seria rivalutazione nell’ambito del tessuto urbano.

Verde

Siamo d’accordo per la valorizzazione del verde: questo significa un accordo forte e deciso in merito alle intenzioni edificatorie in ambiti di pregio e di valorizzazione del territorio. In sintesi tutto ciò che è nell’area denominata Parco Agricolo Sud non deve essere messo alla lotteria dei PII oppure delle DIA o delle concessioni edilizie di finta ristrutturazione. Questo è un elemento sul quale non è possibile nessuna discussione, cedimento, patteggiamento. Vi sono aree verdi sulle quali non deve e non dovrà essere consentito edificare. Punto.

Per quanto riguarda il Parco delle cave ricordo che nella convenzione tra il comune di Milano ed Italia Nostra vi era uno strumento importante che in nove anni si è riunito solo una volta. Una commissione di lavoro nella quale in Consiglio di zona avrebbe dovuto rappresentare un elemento fondamentale ed attivo. Che intenzioni ha la maggioranza rispetto a questo strumento: intende utilizzarlo oppure lasciarlo dormiente per altri cinque anni?

La gestione del Parco deve integrarsi ed armonizzarsi con i bisogni e le aspettative delle Associazioni che là hanno sede ed attività, di quelle che sono parte del comitato di salvaguardia, dei cittadini tutti. L’obbiettivo deve essere quello di rendere sempre più vivibile (e rispettato) un ambito non solo naturalistico ma anche generatore di esperienze di vita importanti e valorizzanti.

Per la cascina Sella Nuova ormai abbiamo consumato ogni fiato. Da anni se ne parla e da anni si osserva il suo inesorabile degrado. Attendiamo proposte serie e supportate da adeguati denari che, fino ad oggi, non abbiamo visto apparire. Oppure attendiamo di raderla al suolo per un bel PII nel quale porre un pizzico di agricoltura?

Ricordiamoci l’importanza di continuare e monitorare la situazione della cascina Case Nuove e della cascina Linterno: realtà sulle quali abbiamo speso tempo, energie, proposte ed i cui percorsi si sono incamminati verso prospettive di positività ma sulle cui realtà non dobbiamo limitare l’attenzione. Questo in particolare per quanto riguarda la Cascina Linterno, elemento qualificante, aggregante e vivificante della nostra zona, basti pensare alle tante belle e corpose iniziative poste in essere sia dall’Associazione Amici della Cascina Linterno che dal mondo associativo che vi ruota intorno: dal falò di Sant’Antonio alla Lusiroeula.

La nostra zona è ricca di aeree verdi che è necessario preservare in particolare armonizzando le varie anime presenti sul territorio: agricoltori, associazioni, privati, enti pubblici. Riteniamo sia importante la valorizzazione delle esperienze degli agricoltori in funzione di salvaguardia del territorio e di sviluppo anche per eventuali attività di agriturismo che possono essere aiutate anche da un adeguata attenzione economica da parte dell’amministrazione comunale.

Le aree verdi sono soggette, comunque, ad interessi urbanistici che, riteniamo, non possano essere prevalenti, rispetto ai bisogni complessivi della collettività.

Vi è anche il nodo delle cascine dimesse e/o, comunque, fatiscenti, che deve essere portato al pettine dell’amministrazione comunale che dovrebbe essere fautrice di iniziative che portino al loro recupero ed alla loro messa a disposizione della collettività.

Riqualificazione aree verdi 

La proposta di coinvolgere i cittadini, anziani e non, per la salvaguardia del verde può essere condivisa a patto che le risorse a sostegno di questa eventuale iniziativa non siano episodiche ma strutturali; non siano per un’estate sola ma diventino elemento di continuità al fine di costruire un vissuto che rimanga nel tempo e non legato ad una stagione, ad una consigliatura, ad un’idea che si arrotola su se stessa.

Nella stessa misura va valutata l’idea di Vacanze nel Quartiere che non deve essere l’ipotesi minima di chi non ha possibilità economiche per una pur breve vacanza, bensì una possibilità in più per chi sceglie, volente o nolente, Milano come luogo di permanenza estiva.

La piazza d’Armi è elemento di particolare importanza per la nostra città.  Il rischio della speculazione edilizia è evidentemente dietro l’angolo, nonostante innumerevoli ma sospette rassicurazioni. Elemento di grande deterrenza contro un uso malsano e maldestro di questa area sarà la messa in opera di progetti condivisi che scaturiscano da questo consiglio di zona sull’utilizzo di questa area. Utilizzo per il quale, personalmente, ho qualche idea…

Sviluppo e salvaguardia del territorio

Sul nostro territorio abbiamo avuto esempi di intervento residenziale che non sono stati messi in campo con la dovuta attenzione e ci riferiamo all’intervento di via Faccioli, via Mosca e Via Brigatti. Vi sono altri interventi in itinere per l’area del parco delle cave sui quali vorremmo che non vi fosse superficialità nel votare delibere favorevoli all’edificazione.

Nell’ambito dello sviluppo del territorio è fondamentale tenere conto dei borghi storici della zona ed in questi ambiti è necessario costituire piani di limitazione del costruibile mantenendo quanto più possibile il tessuto urbanistico delle aree. A questo proposito è necessario tenere conto della delibera comunale che è ancora pendente e procederà a nuovi azzonamenti sui quali sarà necessario porre la dovuta e partecipata attenzione.

Le Norme tecniche di attuazione devono essere riviste per rendere possibile una limitazione degli indici di edificabilità rendendo possibile un’urbanistica più a misura di cittadino per l’oggi e per il domani.

Oltre a quanto sopra, sarà importante il monitoraggio del PII Parri-Fontanili, per l’importanza dell’impatto dell’area Via Lucca-Viterbo-Valsesia e sul realizzando Parco dei Fontanili.

Arredo Urbano


Sono contento di leggere che si interverrà per la riqualificare alcuni ambiti di zona quali piazza Stovani e Piazza Anita Garibaldi. Questo significa che quanto più volte affermato dall’opposizione, e cioè che i suddetti interventi sono stati assolutamente scadenti. Ciò a riprova che le critiche non erano frutto “bieca” operazione di disturbo e propaganda ma reale elemento di disagio che per anni è stato inascoltato e disatteso nelle sue richieste di soluzione del “mal fatto” non limitato, tra l’altro, alla sola aerea di Baggio ma tracimante in altre aeree della nostra zona.

Per quanto riguarda la Piazza di Via delle Betulle ricordiamo che la sua riqualificazione, era inserita in un intervento più ampio in favore del quartiere degli Olmi e che questo era a sua volta parte di un gruppo di dieci progetti per riqualificare, nello specifico, Baggio. Progetti dei quali si è persa ogni traccia nonostante la loro eclatante presentazione nel corso della Sagra di Baggio del 2002.

Per lo spostamento del mercato di via Cabella, oltre che alle attività già personalmente svolte a livello comunale, faccio presente il centro sinistra ha già presentato in consiglio comunale una mozione urgente che, ci auguriamo, venga discussa quanto prima e che la stessa sia supportata dalla maggioranza al fine di rendere fattibile, quanto prima, lo spostamento richiesto a gran voce dai residenti della via Cabella con una soluzione pensata per non penalizzare gli ambulanti.

Per quanto riguarda le strutture abbandonate, mi chiedo se è stata fatta una mappatura di questi ambiti. Sarebbe interessante conoscere quali sono e dove si trovano questi luoghi e la maggioranza ne conosce l’ambito di disagio e disagiati che, eventualmente, le occupano.

Sicurezza


Di telecamere ormai siamo circondati. Il problema semmai è sapere quante di quelle installate funzionano realmente, qual è il loro grado di deterioramento, qual’è la percentuale e la tipologia dei guasti delle apparecchiature e della rete a cui sono connesse; qual è la rotazione del personale preposto; quali sono i criteri per l’installazione delle reti e delle telecamere relative; quante volte le telecamere installate sono state utili per la soluzione e/o prevenzione di eventi delittuosi?
Il presidio di PS del Quartiere degli Olmi non è operativo dal punto di vista della prevenzione ma raccoglie denunce ed operare per il rilascio di passaporti. Non opera in termini di specifica pubblica sicurezza e, comunque, non possiede né spazi né personale per un eventuale installazione di strumenti di visione.

I passaggi metropolitani dopo le ore 20.00, vedi la stazione MM di De Angeli, sono chiusi già da tempo.

Per quanto riguarda il poliziotto di quartiere crediamo sia inutile ritornare sul tema: si è trattato di una campagna pubblicitaria del passato governo che non ha mai posto in essere, in maniera seria e continuativa questo servizio. 3.100 sono i poliziotti di quartiere. Per tutto il paese e non per Milano…

Per quanto riguarda il campo nomadi di Muggiano ricordiamo quanto detto, scritto e disatteso dal vice sindaco De Corato e dall’allora assessore Lupi, mese di luglio 1997 sul tema. Altre parole sarebbe opportuno non spenderne ma, per il bene degli abitanti di Muggiano e della zona 7, sarebbe il caso che il regolamento per i nomadi entrasse realmente in vigore, con mezzi e strutture adeguate, senza indugi e senza ulteriori ed inopportune impennate demagogiche.

Per quanto riguarda i nomadi di Via Cardinal Tosi vorremmo sapere se gli stessi sono inopportuni dal punto di vista estetico oppure se hanno manifestato elementi di devianza o se sono stati protagonisti di atti criminali. Nel primo caso ricordiamo l’esposizione quotidiana di prostitute nella stessa via Tosi e, a ulteriore memento, le prostitute che affollano la via Silla in ore notturne e diurne. Non ci risulta che attività di prevenzione e/o repressione siano state messe in atto dalla passata amministrazione per mitigare o sanare il problema.

Cultura

Anche noi del centrosinistra siamo consapevoli dell’importanza della crescita culturale della zona e dei suoi cittadini. A questo proposito, però, vorrei ricordare che per il salone del CTS Olmi, utilizzato per spettacoli di varia natura e qualità, è stato chiesto, da anni, di intervenire in maniera massiccia per la sua riqualificazione. Interventi sono stati posti in essere nella scorsa consigliatura, anche grazie allo stimolo posto in atto dall’opposizione ma non si è pensato, come più volte richiesto, a dotare il palco di quinte, ad acquistare un service audio ed un impianto luci adeguato, a rendere la presenza degli operatori/animatori costante, continua e non precaria come ancora oggi accade.  Ancora oggi nella struttura vi sono due casse audio rese disponibili dal sottoscritto per il ballo degli anziani. Possibile che il Consiglio di zona non possa spendere qualche euro per comperare queste casse se attraverso il ballo si riesce a fare socializzare un buon gruppo di anziani che preferiscono il movimento alla poltrona?

Per quanto riguarda l’Istituto Marchiondi forse è sfuggito l’assegnazione del bando di gara ad un pool di associazioni ONLUS. Pertanto il problema non è cosa fare all’interno della struttura bensì come cooperare con chi ha acquisito il diritto di superficie per 35 anni. Cooperazione che potrebbe portare ad un lavoro sinergico che tenga presente anche delle esigenze culturali dei giovani, integrando le attività che verranno poste in atto dal privato sociale con proposte di questo consiglio di zona. 

Per la funzione delle biblioteche sarebbe opportuno spingere sull’assessore alla cultura affinché renda operativo, con fondi adeguati, il servizio serale, come richiesto da una mozione, da me presentata in consiglio comunale lo scorso anno ed approvata all’unanimità. Oltre a ciò è importante fare in modo che i dipendenti comunali diventino protagonisti delle attività all’interno delle biblioteche e, pertanto, che il loro numero sia adeguato alle necessità ed alle esigenze degli utenti.

Turismo locale ed identità territoriale

Questo è un ambito già ottimamente servito da pubblicistica (vedi i quaderni de Il Diciotto) e da associazioni che da tempo presidiano il territorio (come ACL) oppure da opere didattiche sulle cascine della nostra zona (a cura dei fratelli Angelo e Gianni Bianchi). Questi sono semplici e minimi esempi per ricordare che non mancano le risorse sul territorio bensì è latitante il sostegno economico da parte dell’amministrazione per sostenere progetti a lunga scadenza capaci di modificare la fisionomia economica del territorio in chiave propositiva per nuovi modelli socio-economici. Il problema non solo il conoscere la storia ma valorizzarla per il futuro e per le generazioni che verranno.

Servizi sociali e sanitari

Si parla di nuovi insediamenti di centri anziani per i quali vorremmo comprendere meglio i percorsi che questa maggioranza e questa amministrazione vorrebbe mettere in campo questa maggioranza ricordando che sul tema del no-profit non tutti i soggetti che si pongono in questo campo ci convincono, non tanto per la loro capacità professionale, bensì per la reale natura dello sbandierato no-profit che nasconde, spesso, ottime e versatili attività di business non sempre a favore di coloro che si afferma di “lavorare”.

Tra l’altro mi chiedo se è stato fatto un censimento mirato dei centri anziani disponibili, sul numero degli utenti che li frequentano, sulla tipologia degli anziani, sulle richieste di nuove localizzazioni e nuovi servizi, etc.

Per quanto concerne gli interventi di prevenzione da parte dei medici di base forse, prima di illudere i cittadini circa la possibilità di ottenere chimerici servizi di prevenzione, sarebbe opportuno creare una sinergia con la Regione affinché autorizzi le ASL a mettere a disposizione i medici di base per servizi immaginati. Autorizzazione che, ad esempio, ancora sto attendendo per l’insediamento di un promesso presidio farmaceutico in Muggiano.

Attività giovanili

“la nostra non è una zona a forte rischio di degrado sociale”: questo è indicato nel testo di questo capitolo. Mi chiedo se questa maggioranza conosce il numero dei minori che abitano nella zona 7 e che sono stati segnalati, per varie tipologie di disagio, ai servizi sociali del Comune. Credo che solo dopo avere preso coscienza di questo dato sia possibile impostare una seria e lungimirante attività di prevenzione sul territorio. Ricordo, solo a titolo di cronaca, che quando ero parte attiva di questo consiglio, proposi una ricerca (tra l’altro contrastata da parte di alcuni componenti della maggioranza) sull’atteggiamento nei confronti della legalità da parte di un campione di giovani studenti delle scuole medie superiori della zona. L’intervento venne posto in essere dall’associazione Libera, legata al Gruppo Abele di Don Ciotti. Non ho avuto notizia, dopo il mio ingresso in consiglio comunale, di sviluppi su questo tema.

Attualmente, dati del 2005, ci sono 629 minori seguiti dai servizi sociali del Comune. Questo significa che molti di questi sono stati segnalati dal Tribunale dei Minori e già vivono situazione di forte disagio affettivo e relazionale. Che cosa si pensa di fare per costruire opportunità adeguate nei confronti di questi ragazzi possibili devianti del futuro?  

E chi conosce il numero di anziani non autosufficienti oppure i malati di AIDS della zona? Chi conosce i dati epidemiologici del maggior Ospedale presente in zona? Chi conosce i dati delle persone senza occupazione oppure disabili? Quanti spazi di lavoro su cui impostare una programmazione operativa. Ma su questi temi la maggioranza che intenzioni ha?   

Alla luce di queste situazioni, di questa realtà, che cosa intende, nel concreto, proporre la maggioranza del Consiglio di zona: singoli interventi tampone oppure uno o più progetti a lunga scadenza?

Sport

“In una zona a forte rischio di degrado sociale”: questo è indicato nel testo di questo capitolo, in palese contrasto e contraddizione con quanto indicato nel capitolo precedente. Figlia, questa contraddizione, di mani differenti che hanno elaborato il programma della casa delle libertà della zona 7.

Lo sport è elemento qualificante di crescita umana, sociale e civile. Ma al di là di contributi sporadici importante è il seguire le associazioni sportive per la soluzione dei problemi legati ad eventuali abusi edilizi da sanare; nel dare loro il supporto istituzionale, non solo economico, ad attività di sviluppo logistico; a rendere fattibile la riduzione sensibile della Tarsu, iniquo balzello per chi già vive al limite delle proprie forze economiche; rendere possibile l’utilizzo dell’acqua di falda da parte delle associazioni calcistiche con prestiti del credito sportivo a tassi agevolati.

Parlando di sport non ci si può dimenticare di due realtà importanti della zona. La prima sono gli ippodromi che devono essere salvaguardati insieme all’area verde che rappresentano. La seconda è lo stadio Meazza per il quale ancora l’amministrazione non ne ha deciso, insieme con Inter e Milan, la sorte. Non vorremmo che da questo braccio di ferro snervante ed infinito, ne uscissero sconfitti i cittadini, in particolare quelli residenti nelle aeree limitrofe.

Quelli esposti sono solo alcuni degli spunti su cui porre in atto un confronto, serrato ma serio e leale, per rendere un servizio ai cittadini amministrati e per fare crescere in maniera forte il desiderio di democrazia diretta e partecipata di cui da decenni si parla ma, almeno nell’ambito del decentramento, ben poco si è ottenuto. In questa ottica, allora, sarà necessario lavorare affinché l’amministrazione comunale si impegni, nell’arco di sei mesi, a proporre un nuovo regolamento del decentramento, a portarlo nelle zone tramite l’assessore competente affinché sia possibile discuterlo per giungere ad un documento concordato che divenga il punto di riferimento dell’agire politico nelle zone. Ma prima di iniziare questo percorso vorremmo che il Sindaco, a riprova dell’impegno proclamato all’inizio del suo mandato, si confronti con i Consigli di zona cittadini, in maniera franca ed aperta, affinché sia possibile esprimere le aspirazioni, esigenze, desideri e possibilità inerenti il rapporto tra amministrati ed amministratori. Senza più alibi e con le necessarie responsabilità. D’altra parte il candidato Sindaco Moratti è venuto più volte nella zona 7 nel corso della campagna elettorale. Mi aspetto, ci aspettiamo, ora, che da Sindaco venga ancora più spesso.   

Rosario Pantaleo
Capogruppo de “L’Ulivo”

Giovedì, 21 Settembre, 2006 - 08:33

Istituto Marchiondi

Dalla prima pagina del  Corriere del 21 Settembre, c'è poco da aggiungere.

Il complesso Marchiondi, gioiello dell’architettura anni 50, in pieno degrado. Tra aste e sgomberi Milano, i Rom e i sette palazzi premiati al MoMa di GIAN ANTONIO STELLA Gli americani hanno solo il modellino plastico, e per onorarlo lo hanno esposto al Mo.Ma., il museo d'arte moderna più famoso del mondo. Noi abbiamo l'edificio in muratura, e l’abbiamo abbandonato alle ortiche, alla ruggine, al pattume. Dovesse venire uno studioso straniero a vederlo, sbarrerebbe gli occhi: ma siete matti? E non nel profondo Sud sgarrupato: a Milano. Nella civilissima, elegante, ricca Milano. Ogni tanto i giornali ne parlano. Succede a ogni sgombero. Questa settimana è successo a un gruppo di Rom. Altre volte era toccato a marocchini, albanesi, sudamericani, disperati, tossici e spacciatori di varie nazionalità. Un articolo e via: «Sgomberato l’ex Marchiondi». Poi il silenzio, la polvere, la gramigna infestante si ingoiano tutto di nuovo. Fino alla nuova denuncia del consiglio di zona, al nuovo sgombero, al nuovo spazio sui quotidiani. Magari, come stavolta, col commento del vicesindaco Riccardo De Corato: «Noi volevamo venderlo ma non l’ha voluto nessuno».
Le cose non stanno esattamente così. Ma partiamo dall’inizio. Cioè dal protagonista di queste vicende, il complesso di 7 edifici «Marchiondi» costruito nel 1953 in via Noale, a Baggio, per «rieducare ragazzi difficili e caratteriali». Progettato da Vittoriano Viganò, uno dei più celebri architetti milanesi, è considerato per la scelta del cemento armato «a vista» uno dei capolavori della corrente «brutalista». E come tale è sottoposto a un vincolo della Soprintendenza ai beni architettonici.
Chiuso l’istituto nel 1970, la struttura che appartiene al demanio comunale, cioè a tutti i milanesi, è stata via via abbandonata (tranne un palazzo che fino a tempo fa ospitava un centro per i servizi sociali) al degrado. Al punto che oggi, a vederlo, sembra uno scheletro di quei mostri edilizi costruiti dai regimi comunisti in attesa di essere abbattuto da una ruspa pietosa. Muschio ed erbe infestanti sul cemento, finestre spaccate, stanze che si allagano al primo acquazzone, muri imbrattati delle peggiori schifezze, lavandini e water spaccati. Ogni tanto, dopo qualche sgombero, portano via un po’ di camion di immondizia. Poi, coi nuovi arrivi, l’accumulo di rifiuti riprende. E coi rifiuti la puzza. Ammorbante.
Cosa fare? Davanti all’inarrestabile degenerazione del capolavoro architettonico, il cui recupero peserebbe molto sulle casse pubbliche in anni di magra, il Comune fa sapere nei primi mesi del 2003 di essere disponibile a vendere. Meglio: vista la difficoltà per un ente pubblico di mettere sul mercato una struttura finita sui testi universitari, fa sapere di essere disponibile a cedere il suolo per 35 anni. Un periodo congruo perché chi investe possa recuperare i soldi necessari a una radicale ristrutturazione. Purché gli edifici, s’intende, restino fedeli alla destinazione d’uso. Cioè restino delle scuole. Sorpresa: c’è chi ci sta. È l’International School of Milan. Un istituto di solida tradizione, fondato nel 1957, che ha avuto tra i suoi allievi un pezzo della classe dirigente ambrosiana e larga parte dei figli degli stranieri di passaggio. Oggi ha un centinaio di studenti a Modena, 200 a Monza, 450 a Roma e 1.100 (dalla materna alle medie superiori) a Milano, dove registra alunni di 57 nazionalità. Paolo Formiga, uno dei titolari, spiega il progetto: portare lì tutti i suoi iscritti milanesi, oggi sparsi in quattro diverse sedi.
I primi contatti sembrano delineare un lieto fine in tempi veloci. Palazzo Marino organizza un sopralluogo coi potenziali clienti, offre i vigili ogni volta che è necessario accompagnarli tra quella umanità dolente ma anche violenta di abusivi, chiede all'architetto dell'International School, Anna Cilia, quanto verrebbe a costare la ristrutturazione. Gabriele Albertini precisa in una lettera a Formiga che, ovviamente, vanno rispettate tutte le procedure di legge. Ma l'interesse del Comune c'è. La proposta appare infatti, al sindaco, «molto interessante».
Siamo nel giugno 2003. Da quel momento, di riunione in riunione, di verifica in verifica, di carta bollata in carta bollata, alla faccia di tutti i proclami sull'efficienza della macchina burocratica milanese, le cose cominciano inesorabilmente a farsi lente, lente, lente. Al punto che, dopo l'assicurazione, nel maggio 2004, che entro un paio di settimane sarebbe stata indetta l'asta per la cessione con la formula del «diritto di superficie», l'asta non verrà bandita mai più. Peggio: un anno dopo Palazzo Marino comunica che ha scelto di dare la struttura in «concessione d'uso». Per capirci: in affitto. «Impensabile», risponde Paolo Formiga, «le banche non ci darebbero mai i dieci milioni di euro che servono per i lavori senza neppure l'acquisto del diritto di superficie». A quel punto anche Pasquale Maria Cioffi, il presidente del consiglio di zona, perde la pazienza. E pur essendo legato a Forza Italia, cioè al partito che esprime il sindaco, prende carta e penna e chiede come si possa consentire che l'ex «Marchiondi» venga lasciato a un degrado così umiliante: «Sarebbe questo il nostro marketing urbano? Questo il nostro supporto alla crescita economica e occupazionale? Questa una corretta amministrazione del patrimonio in base ai principi sia del diritto privato sia del diritto pubblico?».
Da allora, passin passino, le cose si sono trascinate stancamente fino a febbraio quando è stato indetto un nuovo bando: chi vuol prendere l'ex Marchiondi in affitto? Che si sappia, si è presentato un solo concorrente, il Consorzio di cooperative sociali. Nel frattempo, sono continuate le occupazioni. Come finirà? Auguri. Una cosa è certa: forse l'International School non era per il Comune l'interlocutore giusto, forse è meglio davvero tentare di concedere quella struttura di Baggio solo in affitto, forse ogni singola lentezza burocratica era obbligata. Ma non si tratta così un'opera tutelata dalle Belle Arti. E soprattutto: perché raccontare «noi volevamo venderlo, ma nessuno lo ha voluto»?
Gian Antonio Stella

Mercoledì, 20 Settembre, 2006 - 12:57

Fondi finiti in zona 7

Nello scorso Consiglio ( 8 Settembre) il Presidente ci ha comunicato che non vi sono fondi
disponibili per attività per l'anno 2006 perchè spesi tutti dalla precedente
amministrazione, è stata richiesta una integrazione ma arriverà forse dopo
ottobre.

Peccato che la precedente amministrazione era uguale a quella di oggi,
addirittura con molti consiglieri rieletti.

Peccato che la cosa era stata più volte denunciata in Commissione ed in
Consiglio dal sottoscritto.

Allego due mail da me inviate in proposito nel Gennaio e nel Marzo scorsi.

Saluti
Ivano Grioni

Scusate non riesco ad attaccare gli allegati, per cui li incollo qui sotto:

Da:: igrioni@fastwebnet.it
Data:: Ven 20 Gen 2006 7:14 pm
Oggetto:: Tagli
igrioni@fastwebnet.it
Invia email
Annulla iscrizione autore | Estrometti autore
Come vi avevo comunicato tempo fa, ecco il documento con cui l'Assessore
Gallera annuncia ai Presidenti dei Consigli di Zona i consistenti tagli al
Suo assessorato e quindi alle Zone di Decentramento.

Pongo particolare attenzione alle frasi:
"La presentazione e l'approvazione è avvenuta a totale insaputa sia del
sottoscritto (Gallera ndr) sia degli uffici della Direzione Centrale"

"..il capitolo MAAP (unici soldi gestiti direttamente dal CDZ)per il quale
ho garantito il primo semestre.

Non ci sarebbero altre considerazioni da fare che:
l'Assessore non sa che la sua Giunta gli taglia i fondi
a Maggio si vota e i soldi sono garantiti sino a Giugno (non c'è una lira
e si spende tuttoi prima delle elezioni).

Saluti
Ivano Grioni
Cons. Zona 7 DS

  
  
  
Da:: igrioni@fastwebnet.it
Data:: Gio 23 Mar 2006 6:42 pm
Oggetto:: Speso in 6 mesi praticamente tutto il budget 2006
igrioni@fastwebnet.it
Invia email
Annulla iscrizione autore | Estrometti autore
Come da copione, come ebbi a preannunciarvi in una mail inviata qualche mese
fa, facile profeta, il Consiglio di Zona 7 (come pare altri CDZ) ha speso
praticamente tutti i soldi dei fondi MAAP (unici soldi gestiti direttamente
dal Consiglio) stanziati dal Comune per l'anno 2006 nel primo semestre.

Praticamente tutto è stato speso prima delle elezioni, salvo poi andare
eventualmente
a mendicare qualcosa in futuro.
Il tutto fatto in maniera scientifica suddividendo le iniziative nelle
commissioni
con fondi disponibili, addirittura proponendo e votando una delibera che
ri-ripartiva gli stessi fondi per coprire le spese di Commissioni andate
in negativo.
Sorvolando sulle modalità di distribuzione dei fondi, prendo atto del fatto
e dell'atteggiamento di come si pensa di lasciare le cose per il futuro.
Di tutto ciò si è venuto a conoscenza nella seduta di consiglio di ieri sera,
tutto lecito per la maggioranza, ma ragazzi che faccia a giustificare tutto
ciò.
Pensate cosa sarebbe successo se ciò fosse successo in una qualsiasi azienda
in cui lavorate? Qui è NORMALE!!!

Ovviamente quanto descritto è documentabile, peraltro sono tutti atti pubblici.

Come al solito le chiacchere stanno a zero, contano i fatti.
Nella mia esperienza di Consigliere ho imparato che:
parla,parla finchè vuoi; alla fine conta il tasto che premi quando voti,
favorevole o contrario.
Ieri sera la maggioranza è stata compatta e coesa.

P.S. Per evitare la mancanza di numero legale il Consiglio era stato convocato
in doppia convocazione.

Ivano Grioni
Consigliere Zona 7 Gruppo DS

Martedì, 19 Settembre, 2006 - 15:20

Benedetto Stranamore

Benedetto Stranamore
pubblicato   il 16/9/2006 21:38:40 (3512 letture) Redazione
Povero papolino, "lo hanno capito male". Lui non intendeva affatto offendere un miliardo di musulmani, quando ha detto che l'Islam è una religione che non ha aggiunto nulla a quello che già esisteva, se non il sangue della spada con cui farebbe proseliti nel mondo. Anche perchè non è stata una frase così, che gli è uscita per caso, mentra chiacchierava al bar con un amico, ma ha dovuto scomodare addirittura un Santo del 14 secolo per esprimere quel concetto. E lo sappiamo tutti che al buon Benedetto le citazioni escono sempre così, ad impromptu. Lui mica se ne accorge, lui non è un politico, è un uomo dello spirito. Lui non è un cinico calcolatore, che tira fuori questa frase proprio in questo momento delicatissimo nei rapporti fra Islam e resto del mondo. No, a lui le citazioni vengono a caso, come le slot machines di Las Vegas: lui tira la leva, e poi se per caso gli esce Islam/criminali/arabi, piuttosto che terroristi/arabi/Islam, lui che ci può fare?

Tenero dolce Benedettone, dì la verità, una volta tanto, dillo a voce alta, che ti ritrovavi così a tuo agio, nella tua cara vecchia Germania, che a un certo punto hai sentito il braccino destro ...

... che ti tirava sotto la tunica, e poi di colpo si stendeva dritto verso l'alto, potente e inarrestabile, come al Dottor Stranamore.

Dillo che non ne puoi più, di questi pezzenti beduini che ti hanno rovinato il capolavoro assoluto fatto dai tuoi Padri Predecessori, che in trecento anni di dure lotte erano riusciti a trasformare una splendida religione come quella di Gesù in una efficiente e spietata macchina per il controllo dell'umanità… e poi ti arriva quel maledetto Profeta, che ti alza le gonne e mostra che siete più impuri di qualunque putrida bestia che tanto disdegnate, bardati di oro e di porpora, rinchiusi nel vostro castello di ghiaccio delle mura vaticane.

Vieni a vedere chi semina sangue nel nome di Dio, caro Benedetto, vieni fuori da quelle mura, e andiamo a farci un bel giretto nei quartieri della città fantasma che una volta era Falluja: le vedi, quelle strade deserte? Sono appena state cementate, per coprire un terreno radioattivo quasi quanto Cernobyl. Le vedi quelle case vuote? Sono le stanze dove i bambini che giocavano sono stati bruciati vivi dalle bombe al fosforo buttate dai cristiani del tuo amico americano. Sì, quello con gli stivali, quello da cui ti sei sempre dimenticato di dissociarti, ogni domenica, quando parli di pace dal tuo balcone inarrivabile in San Pietro.

E se per caso non ti piacessero i protestanti, non c'è nessun problema, possiamo fare fuori pure loro. In fondo, non era il vescovo di Zagabria, Stepinac, che solo una sessantina di anni fa - tu ne avevi già diciotto, dovresti ricordartelo - dava la benedizione in piazza agli Ustasha di Ante Pavelic, assolvendoli in anticipo per la carneficina di cristiani ortodossi che si apprestavano a fare "nel nome del Signore"?

Massimo Mazzucco

Lunedì, 18 Settembre, 2006 - 17:48

Ladri di bambini a Baghdad

 Una nuova inchiesta di RAINEWS24
A partire da domani 15 settembre, sul canale All-news della RAI, RAINEWS24 (via satellite e in digitale terrestre) e in replica anche su RAITRE, un'altra testimonianza di quelle "nascoste" nella difficile e ingarbugliata storia dell'Iraq.
14 settembre 2006
"A due ragazzi iracheni, di soli 10 e 11 anni, sono stati prelevati i reni. Sono casi accertati perché i genitori di questi bambini sono venuti nel nostro centro. Vi sono anche dei casi dei bambini che sono stati salvati perché gli stessi rapitori erano in contatto con un medico privato e hanno curato le ferite dei bambini dopo le operazioni di prelievo degli organi. Ad un bambino sono stati prelevati gli occhi e per far andare in porto un'operazione del genere necessariamente vi è coinvolto uno specialista."
Alhan Tarik - I.I.W.O. Indipendent Iraqi Woman Organization

"Ladri di bambini a Baghdad" di Flaviano Masella, la prima della nuova serie di inchieste curate da Maurizio Torrealta per il canale all news della RAI, porta alla luce un'altra crisi umanitaria invisibile: un commercio di bambini che colpisce soprattutto Baghdad, un città già tanto tormentata da lasciare nell'ombra questa piaga. Sono almeno 5 ogni settimana i bambini che spariscono ma questo numero potrebbe essere molto più alto perché le ONG locali irachene non hanno statistiche sull'intero Paese.

Secondo ricercatori locali i bambini iracheni vengono venduti anche in Europa in particolare in Olanda e in Gran Bretagna attraverso i paesi limitrofi e ci sono organizzazioni internazionali che operano in collaborazione con basisti locali. E' facile procurarsi dei documenti falsi in Iraq in questo momento per far uscire i bambini dal paese. Molte famiglie che non possono avere bambini guardano con interesse all'Iraq e all'Afghanistan perché è un mercato poco costoso. Anche l'Unicef conferma questo vero e proprio commercio di bambini che sarebbe diretto anche verso l'Europa.

L'inchiesta "Ladri di bambini a Baghdad", di Flaviano Masella a cura di Maurizio Torrealta, andrà in onda venerdì 15 settembre alle ore 6.12 su Rainews24 e in chiaro su RAITRE.

E in replica: venerdi ore: 13.12, 21.25; sabato ore: 2.12, 7.12, 8.42, 11.12, 17.12, 23.42; domenica ore: 4.12, 8.12, 13.42, 17.42; lunedi ore: 1.12, 5.42, 11.42, 23.12; martedì ore: 2.42, 9.42, 15.42; mercoledi ore: 4.42, 12.12, 20.58; giovedi ore: 1.42, 10.42, 14.12

Inoltre l'inchiesta è visibile anche in lingua inglese e in arabo sul sito www.rainews24.rai.it <http://www.rainews24.rai.it>

Lunedì, 18 Settembre, 2006 - 09:16

Metrotramvia dei Parchi, traffico San Siro

Trasporto pubblico in Zona Stadio e area Parchi - “Metrotramvia dei Parchi”
A seguito della ventilata vendita dell’impianto “Stadio Giuseppe Meazza”  ed area circostante alle società Milan - Inter, al progetto di realizzazione di un quarto anello di servizi ed al recupero dell’area Verde ex Palasport, progetto di cui si è diffusamente scritto sulla stampa e anche in un’audizione in Cons. di Zona 7;  la conseguenza di tale cessione porterà, per stessa ammissione degli acquirenti, ad un uso dell’impianto più intenso dell’attuale (4-5 volte settimana).
Tutto ciò, pur non entrando ora nel merito della questione cessione Stadio, porterà un importante e perenne problema traffico in tale area e nella zona che si estende sino alla Tangenziale Ovest, che comprende tra l’altro tre Parchi: Parco Trenno, Parco delle Cave, Bosco in Città riconosciuti e premiati qualche mese fa “Tesori del mondo” dall’Unesco.     Anche questi tre parchi, fortunatamente molto fruiti, sono fonte, in particolar modo nei weekend, di problemi di parcheggio.
 
Considerato tutto ciò e valutando che già oggi lo Stadio è servito da un servizio di trasporto pubblico non degno di un impianto di 80.000 persone (oltre ai 2 ippodromi), mentre solo qualche autobus serve i Parchi, vorrei sottoporvi questa idea che possa servire anche da stimolo per un futuro dibattito.

Obiettivo del progetto, far venire in questa area tutte le persone con il minor numero di auto possibile.
Parlo della realizzazione della Metrotramvia Ovest già progettata con tratta Garibaldi-Axum, con prolungamento sino alla Tangenziale Ovest, ma bloccata per motivi economici.
La mia idea sarebbe che tale collegamento andrebbe sviluppato, in prima battuta, realizzando il collegamento Tangenziale Ovest - fermata MM (Lotto), consentendo il trasporto da tutta l’area cittadina milanese all’area Stadio e Parchi, viceversa per chi arriva dalla zona a Ovest di Milano lasciare l’auto nei parcheggi, che in seguito specificheremo, e recarsi a Stadio e in centro città.
In seguito tale metrotramvia potrebbe essere allungata: da una parte alla Fiera (come da progetto originario) allargando i benefici anche a quell’area e dall’altra, in un’ottica di Area Metropolitana, al territorio del magentino servendo tutta l’area Ovest di Milano.
Ovviamente parlo di metrotramvia perché questo è l’unico progetto oggi presente, nulla vieta però di pensare a metrò leggero, monorotaia o qualsiasi altro progetto di minor impatto ambientale; unica condizione: tale opera deve essere realizzata completamente in corsia protetta per non incorrere nella variabili del traffico, per essere svelta e funzionale. Tale progetto sarebbe bello chiamarlo “Metrotramvia dei Parchi” e dovrebbe essere il fondamentale mezzo per raggiungere quest‘area.
Questa idea non comporterebbe grossissimi investimenti; ritengo  che il progetto di vendita dello Stadio debba essere imprescindibilmente contestuale ad un progetto del genere; di più: parte del ricavato della vendita dell’impianto dovrebbe essere vincolato alla realizzazione di quest’opera (vista la scarsità di risorse disponibili).
A complemento dell’opera servirà: liberare e potenziare l’Area Parcheggio Via Novara-Tang. Ovest realizzata per i mondiali 90 ed oggi deposito per auto sequestrate dalla VVUU, liberare altri parcheggi San Romanello-Caldera (utili anche per i Parchi) ora utilizzati sempre dalla VVUU e riutilizzarli per il loro originario scopo.
Per supportare tutto ciò penso debbano essere realizzate anche le seguenti proposte economiche:
Ÿ         Aumento del biglietto di qualsiasi manifestazione si tenga allo Stadio di 1 Euro, con la possibilità di utilizzo del trasporto pubblico tre ore prima e due dopo lo svolgimento della manifestazione stessa. Tale provvedimento invoglierà qualcuno, avendo già pagato il trasporto pubblico, ad utilizzare per arrivare a Milano, la ferrovia od altro al posto dell’auto; oppure: per chi viene da Sud, lasciare l’auto alla MM San Donato; per chi viene da Est lasciarla a MM Cascina Gobba; per chi viene da Nord a MM Molino Dorino o Lampugnano; per chi viene da Ovest Parcheggio Via Novara-Tangenziale. Tutti le fermate MM citate sono fornite di parcheggi interscambio a gestione ATM. Ovviamente chi abita in Milano può usare comodamente la metrotramvia.
Ÿ         Parimenti va rivisto,  per le manifestazioni allo Stadio, il costo dei parcheggi di interscambio che dovrà essere minimo, in particolar modo quello di Via Novara-Tang. Ovest, che consentirà a chi arriva dalla Tangenziale di lasciare l'auto e di usare la metrotramvia. Bisognerà poi trovare il sistema per "obbligare" l'utilizzo di tali parcheggi; penso si potrebbe usare anche la leva economica aumentando i prezzi dei parcheggi man mano ci si avvicina allo stadio, rendendoli carissimi in un'area del raggio di 1 Km dallo stadio stesso (salvaguardando ovviamente i residenti). Ricordo che tutte le persone avrebbero già in tasca la possibilità di utilizzo del mezzo pubblico.
N.B. Ovviamente tale proposta è valida anche senza la vendita dello Stadio e dell‘area adiacente.
Ivano Grioni
Cons. Zona 7 DS
Settembre 2004

Venerdì, 15 Settembre, 2006 - 23:10

Cosa penso del programma della Casa delle Libertà in zona 7

Vi allego L'intervento del 15 sett. 2006 in merito allle linee programmatiche della Casa delle Libertà.
INTERVENTO DEL CONSIGLIERE ISIDORO SPIROLAZZI
LISTA FERRANTE
                                                      Seduta consiliare del 15 settembre 2006 
 
 Sigg .Cittadini , Egr. Sigg.Consiglieri, Sig. Presidente,
 desideriamo innanzi tutto congratularci con Pietro Accame, per la Sua elezione a Presidente di questo Consiglio di zona, riscontrando l’attenzione del programma presentato dalla casa delle libertà, sulla volontà di incidere sul traffico, sul verde, sull’arredo urbano e la sicurezza, senza trascurare la cultura, i servizi sociali e l’identità territoriale.
Abbiamo letto con molto interesse il vostro programma presentato dal Presidente e da tutti voi sottoscritto. Vi sono punti interessanti per un buon confronto politico.    
                                                          
Sentiamo il dovere di dire subito che noi come Lista Ferrante ci impegneremo ad esaminare le proposte di questa amministrazione con lealtà civica badando all'interesse dei cittadini e non alle logiche partitiche, e mi auguro che questo sia lo spirito con cui opererà questo Consiglio di Zona.
Ci auspichiamo che questo Cdz si attivi fin d’ora ad ascoltare e risolvere i problemi dei cittadini e trovi il suo ruolo nella vita democratica della città.( già troppo tempo è passato inutilmente per dissidi interni alla vostra coalizione!)
                         
Proprio con l’intendimento di voler operare nell’interesse dei cittadini che ci hanno dato la loro fiducia, abbiamo esaminato il suo programma e dalla lettura del documento, Signor Presidente, abbiamo riscontrato alcune antitesi.
Si parla di decentramento e di partecipazione cittadina, ma nello stesso tempo qualche riga più sotto si afferma che, e riporto il testo ”Già oggi, a regolamento del decentramento invariato è possibile attraverso proposte di delibera da inoltrare alla giunta Comunale, compiere un’azione amministrativa incisiva”.  E il documento prosegue e leggo dal testo da voi redatto:”Può essere questa la consiliatura, viste anche le linee programmatiche manifestate da sindaco Moratti nel corso della campagna elettorale, che vedrà finalmente i CZ appropriarsi di tutti i ruoli che possono essere loro propri,……etc.”
Le chiedo sig. Presidente quale peso date al decentramento? Il decentramento, per il vostro governo è una priorità, oppure è solo una bella parola da utilizzare a proprio comodo? se così non fosse, e noi ne siamo certi, nel vostro programma non c’è una parola sul metodo di come Voi, nel vostro quinquennio di governo, vorreste facilitarne l’attuazione, o almeno noi non l’abbiamo colta.
Sempre nella prima parte si parla e cito il testo “…..strapotere dell’automobile nelle vie cittadine, l’aria che respiriamo e le sue conseguenze biologiche,…….”
Salvo leggere nella pagina successiva e cito il testo, ” E’ necessaria difatti sull’argomento una politica di interventi coordinati che tenda ad ottenere maggiore fluidità di scorrimento, in primo luogo grazie alla rimozione di tutti gli ostacoli che implicano un rallentamento ingiustificato e non necessario” Viene da chiedersi, ma cos’è più importante, la salute del cittadino oppure la scorrevolezza del traffico? La risposta però la si può leggere nel paragrafo Innanzitutto il traffico più sotto dove il documento recita: ” Per questo è da realizzare un itinerario di scorrimento Ovest, con proseguimento in galleria, creando un sottopasso sotto l'ippodromo S. Siro che si congiunga all'attuale tunnel di via Patroclo; verso via San Giusto troverebbe poi una contiguità con la Via Olivieri e la via Bisceglie attraverso le aree oggi del demanio statale adiacenti alla via Forze Armate, e il ponte sulla ferrovia sullo scalo di San Cristoforo e il Naviglio Grande per proseguire verso Assago”. Creando un sottopasso non pensate che congestionerete altre zone sempre di Milano? ad esempio la zona Baggio Forze Armate, e come le sarà possibile contrastare lo strapotere dell’auto se se ne agevola l’ingresso in città direttamente dalla rete autostradale? Ci sembra questa una visione miope per la risoluzione del traffico.
Riteniamo che prima di effettuare proposte di tipo faraonico, sarebbe meglio guardarsi intorno nella nostra zona e risolvere problemi sicuramente meno appariscenti, ma che darebbero sollievo al cittadino, come ad esempio i collegamenti dei vari borghi, come Voi usate chiamarli, con il centro amministrativo e sanitario di Baggio.
Le ricordo sig. Presidente la proposta di delibera, per il collegamento con mezzi pubblici Quinto Romano e Figino a Baggio, avanzata congiuntamente dai gruppi dell’Ulivo e Ferrante, nello scorso mese di Luglio.
Inoltre sono priorità per noi: la viabilità di Figino, realizzando marciapiedi per l’incolumità del cittadino e la realizzazione di pensiline per le fermate dell’autobus.
E queste sono solo una minima parte delle opere da realizzare prima di effettuare il tunnel. Siamo invece d’accordo

  • sulla realizzazione della linea 6
  • sulla realizzazione di piste ciclabili,
  • sul  potenziamento dei mezzi pubblici che colleghino le zone più estreme al centro della vita sociale del cittadino
  • sull’utilizzo dei parcheggi di via Novara e San Romanello effettuati per i Mondiali di calcio 90 e oggi utilizzati come deposito di autovetture sotto sequestro, ed utilizzarli come parcheggi di corrispondenza per il raggiungimento tramite bus alla rete metropolitana.
Per quanto riguarda invece la sosta non riteniamo sia “il problema fondamentale del territorio”come scritto nel documento da voi presentato, pur tuttavia non sottovalutando il problema, vaglieremo caso per caso, le proposte coinvolgendo i cittadini.
Preservare e valorizzare la dimensione agricola nella zona
Il punto da Voi analizzato inizia: ” La presenza nella zona di diverse aziende agricole e la contiguità del nostro territorio con altre aree esterne alla città, destinate più direttamente alle varie attività agricole, è uno degli elementi principali da valorizzare e sviluppare anche per i risvolti socio-culturali rappresentati.” E prosegue: ” Altrettanto meritevoli di interventi di recupero, sono quelle strutture che rappresentano le origini e le fondamenta della nostra Zona e che ne hanno segnato la nascita e lo sviluppo, si pensi ad esempio alla Cascina Sella Nuova, testimone delle radici agricole del quartiere e testimonianza storica da preservare e valorizzare”.
Senza nulla togliere al valore storico, agricolo e fondante della nostra zona alla cascina Sella Nuova, chiedo a Voi che avete redatto letto e sottoscritto il programma: “avete mai sentito parlare della Cascina Linterno?’”
 
E’ a vostra conoscenza che un gruppo seppur sparuto di cittadini si è battuto per la conservazione di questo pilastro di importanza storica, radicato nel territorio?
È a Vostra conoscenza che di questa cascina vi è traccia in documenti conservati alla biblioteca Trivulziana e Ambrosiana, fino a prova contraria, è stata decantata da un Padre della nostra lingua con la quale ci onoriamo e presumiamo, di esprimerci e di comunicare?
È possibile che tutto ciò Vi sia sfuggito?
Non penso Vi sia sfuggito, in quanto Vi ritengo persone di cultura e sensibili alle radici del nostro territorio, alcuni di Voi insieme a noi, al di là del proprio credo politico o partitico, hanno condiviso, sostenuto e manifestato affinché Cascina Linterno restasse, come del resto lo è simbolo delle radici del nostro territorio. E siete troppo attenti per esservi fatti sfuggire un nome come Cascina Linterno, dove la nostra zona si onora di avere come simbolo il capitello di una delle colonne reggenti la cascina.
E questo sicuramente ci meraviglia; ma meraviglia soprattutto quei cittadini che nella difesa della cascina ci hanno creduto!.
Attualmente la Cascina è un rudere tenuto insieme con strutture di metallo e lasciato come prigionieri alla gogna, alla pietà o alla ferocia delle intemperie, le parti esterne diroccate e usurate dall’incuria dell’uomo e dal tempo, ma con lineamenti, e parlo di quelli architettonici, per quelli che ancora si possono intravedere, regali ed austeri; segni di una antica e nobile dimora.
Il cascinale, in una delle ultime sedute consiliari della scorsa amministrazione, è stato privato dei terreni ad esso legati da petrarchesca memoria, che sono le antiche Marcite di Cascina Linterno, purtroppo oggi avulsi dal contesto del cascinale e dalla tutela del Parco delle Cave, con voto favorevole di consiglieri di questo consiglio di zona, poco inclini alla valorizzazione ed alla preservazione agricola della zona.
Sig. Presidente e colleghi dell’attuale maggioranza, faccio appello alle vostre libere coscienze e a fronte di quanto esposto Vi chiediamo, di impegnarvi con noi, affinché un pezzo di radice, e che radice!, come la Cascina Linterno e i suoi terreni, non vengano tolti alla comunità, di cui lei è, con la CDL è amministratore di maggioranza, e Vi preghiamo, a nome di cittadini che hanno speso ore, mesi, anni e qualche decennio, di difenderla da cementificatori avidi di forti guadagni.
Siamo certi del Vostro impegno, non fosse altro per la Vostra capacità gestionale di saper discriminare l’interesse di pochi a scapito dell’interesse dei cittadini di questa zona, che nelle ultime votazione Vi hanno dato fiducia.
Puntare alla riqualificazione delle aree verdi
Al riguardo ci piacerebbe conoscere meglio come sarà impostata la gestione delle aree verdi, e cosa vogliono dire “interventi di intrattenimento permanente al fine di riqualificare al meglio le aree verdi, soddisfacendo il bisogno di socialità di molte persone”
Riteniamo che intrattenimenti permanenti nelle aree verdi, così definite nel vostro programma, siano quanto meno deleteri non fosse altro per il fatto che le stesse, non potrebbero più essere a disposizione gratuita del cittadino. Sempre nell’interesse condiviso dai cittadini vaglieremo volta per volta le proposte in merito.
Nessun accenno al piano di Cintura Territoriale che avrebbe dovuto essere attuato nel ormai lontano 2001, siamo ormai, posso sbagliarmi, l’unico Comune della nostra provincia a non averlo adottato, mi auguro che lei Sig. Presidente possa, in virtù di quanto scritto nella prima parte del programma “che gia da ora è possibile effettuare una azione amministrativa incisiva etc,.. “ fare pressioni alla giunta comunale affinché attuino quanto non fatto nello scorso quinquennio. 
E che dire dei 112.000 mcubi di cemento che tra breve cambieranno il profilo del parco delle cave nell’area interessata dal PII Marchesi Taggia, dove ben 400 appartamenti si affaccierranno sul Parco delle cave? Ci auguriamo che questo non sia il vostro modo di riqualificare le aree verdi.
Riqualificare l’arredo urbano e sicurezza
Riteniamo che questi due punti si possano integrare in quanto degrado e sicurezza vanno di pari passo.
Meno cura del territorio, uguale a minor sicurezza, Maggior cura del territorio uguale maggior sicurezza per il cittadino, sono uguaglianze semplici e facili da attuare, forse ci vuole un po’ più di coraggio e un po’ di volontà.
A nostro giudizio ci sembra che il programma non tenga conto del gravissimo disagio che causa ai cittadini, il fenomeno, dello spaccio ed uso di droga, né di quello relativo alla prostituzione, realtà che purtroppo animano il nostro territorio e poco si fa a nostro giudizio per contrastarli.
Non siamo d’accordo sulle priorità che voi elencate circa gli interventi sul territorio in quanto per noi le priorità sono il mantenimento ed il controllo dello stesso, dell’ordinaria amministrazione, iniziando dalla piccola manutenzione delle strade, dei marciapiedi e delle aree poco visibili.
Gli interventi di cui Voi parlate sono utili, ma ritengo prima di tutto indispensabile un minimo di decoro che purtroppo manca nelle zone periferiche come Quinto Romano, Figino e Muggiano dove gli abitanti pur pagando gli stessi contributi e tasse, non hanno gli stessi servizi di cittadini che abitano in zone più centarli. Inoltre non troviamo nessun accenno su come affrontare i problemi degli abitanti delle case ALER di via creta e p.le Selinunte quartiere a forte densità abitativa di immigrati stranieri, nella nostra zona da un censimento del 2004 pubblicato sul sito della nostra zona, risultano essere ben 17.000, o come affrontare i problemi sempre relativi alla sicurezza dello spaccio ed uso di droga a Baggio, Figino, Quinto Romano, via Novara, non un accenno all’annoso problema della prostituzione maschile e femminile sulla via Novara.
Cultura e attività giovanili
Siamo coscienti che nella nostra zona ed in particolare nei quartieri ai margini del territorio, la cultura è carente. Riteniamo il vostro impegno a colmare il divario tra le programmazioni comunali e il coniugare le diverse sensibilità in un territorio cosi vasto sia degno di nota, siamo concordi nell’ aiutare quelle strutture già esistenti sul territorio tipo parrocchie, biblioteche o circoli cooperativi dove sarebbe possibile con un minimo sforzo portare cultura.
Il vostro intendimento se attuato,sarà da noi sostenuto, augurandoci che non rimangano solo bei propositi sulla carta.
Ma anche in questo punto non si parla di cultura interetnica, dove persone ormai con cittadinanza italiana, possano conoscere la nostra cultura integrandosi nel nostro tessuto sociale.
Riguardo alla proposta sul turismo locale avanzerei qualche perplessità, il paragone con Vienna calza veramente molto poco ad una città come Milano, la vastità delle aree verdi intorno a Vienna rispetto a quelle Milanesi sono al confronto un oceano di verde; Milano è affamata di verde, e anche noi come amministratori pubblici ce ne rendiamo conto, infatti nel bilancio del verde a Milano  anche le aiuole spartitraffico vengono computate come verde pubblico. Milano ha bisogno di verde, noi siamo in una zona dove il verde non manca, ma non dimentichiamoci che a scomputo di tanto verde abbiamo anche parecchio inquinamento aereo ed acustico ricordo, l’abbraccio alla nostra zona, quella più periferica, della tangenziale ovest e la perpetua emissione di sostanze sicuramente non salubri, che fuoriescono senza alcun controllo da parte del Comune di Milano, dal camino di Silla 2, e che non si fermano, come molti credono a Figino o a Quinto Romano o al Gallaratese, ma proseguono sino alle zone più centrali, i venti hanno la libertà di soffiare dove vogliono.
Chernobil insegna!
Come vede Signor Presidente riteniamo che il vostro programma sia scomposto, senza un coordinamento che tenga conto delle effettive necessità  della zona, nè riscontriamo una volontà di interloquire con i cittadini per garantire una buona vita di comunità e un robusto legame civico. In effetti non cogliamo una sola riga sul Bilancio Partecipato.(Cittadini che partecipano alle scelte del governo)
Per questo motivo, S. Presidente, il nostro gruppo, forte dell’esperienza dei Comitati Milanesi, da cui nasce,riteniamo che  non siano state colte le urgenti e molteplici criticità della nostra zona, e a nostro avviso, questo è un programma che rispecchia in maniera distorta la nostra zona, e se non riveduto e corretto potrebbe infliggere ai cittadini più danno di quanto non si pensi.
Passatemi un paragone sembrerebbe una diagnosi di influenza, quando il malato invece ha una polmonite.
Il nostro gruppo non è non sarà mai preconcettualmente contro questa amministrazione o contro qualcuno, ma sarà sempre attento a vagliare criticamente le richieste che verranno proposte, affinché le scelte vadano a favore della maggioranza dei cittadini. 
Ma a questo programma che non ci rappresenta, voteremo sicuramente in modo negativo.
Desidero in chiusura ringraziare i cittadini presenti, Voi colleghi  e Lei Sig. Presidente per l’attenzione prestata. Ricordando  a tutti che è nella diversità delle idee e credendo nel dibattito democratico che nascono iniziative per migliorare la qualità della vita.
Infine, con i cittadini, auguro a Lei S. P. e a tutti i colleghi della maggioranza un sincero augurio di buona amministrazione.

Venerdì, 15 Settembre, 2006 - 15:28

La rete Caschi Bianchi

COMUNICATO STAMPA - 14/09/2006

La Rete Caschi Bianchi (coordinamento degli enti: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Volontari nel Mondo FOCSIV e GAVCI) impegnata da anni con gli obiettori di coscienza ieri e con i giovani in Servizio Civile Volontario oggi in missioni all’estero di promozione della pace, dei diritti umani, dello sviluppo e della cooperazione fra i popoli esprime soddisfazione per la proposta della Vice Ministra alla Cooperazione Patrizia Sentinelli al Tavolo per la ricostruzione del Libano in ordine alla costituzione di una forza civile di pace che favorisca il processo di ricostruzione e la soluzione nonviolenta del conflitto. Da anni la Rete, con l’impegno sul campo di obiettori di coscienza e di volontari, sollecita le istituzioni italiane a raccogliere la risoluzione 49/138/B ed i ripetuti appelli dell’ONU a partire dal 1994 in poi per la costituzione di contingenti nazionali di Caschi Bianchi.

Al fine di contribuire alla definizione del profilo e del ruolo di una simile presenza, la Rete è disponibile a mettere al servizio delle popolazione Libanese e della ricostruzione della pace l’esperienza maturata in oltre 30 paesi in quasi dieci anni di progetti di servizio civile all’estero ( ricordiamo i progetti realizzati e in corso nei Balcani, in Cile, in Bolivia, in Ecuador, in Guatemala, Hounduras, in Chiapas, in Kenya, in Turchia, in Palestina, in Congo e Ruanda).

I progetti degli enti membri del coordinamento mirano ad essere percorsi di prevenzione sociale dei conflitti per la costruzione/ricostruzione di processi di riconciliazione e di pace con strumenti e metodi nonviolenti attraverso progetti di cooperazione internazionale e interventi di carattere socio umanitario. A partire da questa esperienza, alla Rete preme sottolineare alcuni principi essenziali a cui a suo avviso una simile presenza civile dovrebbe ispirarsi.

  • Essere consapevoli che la riconciliazione è un processo di medio/lungo termine che necessita del coinvolgimento e dell’accompagnamento dal basso della società civile.

  • Promuovere una strategia di facilitazione della riconciliazione che si concretizza trasversalmente attraverso tutti gli interventi di assistenza umanitaria, ricostruzione, riabilitazione e sviluppo.

  • Valorizzare e facilitare tutte quelle componenti della società civile locali impegnate nella promozione dei diritti umani e del dialogo.

  • Partire dalla promozione delle fasce più deboli della popolazione in modo neutrale, imparziale e non discriminante rispetto alle varie componenti etniche e religiose della società civile.

  • Essere una presenza distinta e autonoma dalle forze armate libanesi e internazionali.

  • Essere presenza di monitoraggio, tutela, promozione dei diritti umani.

La Rete inoltre ritiene che la costituzione del contingente poc’anzi citato coinvolga anche le istituzioni responsabili per il Servizio Civile Nazionale al fine di studiare le modalità e le possibilità concrete di sperimentazione anche di progetti di servizio civile.

L’intervento di giovani in servizio civile volontario, seppur in un contesto difficile e complesso come quello del Libano, può essere elemento significativo di riconciliazione dal basso, cooperazione, aiuto e sostegno alla società civile locale impegnata nella ricostruzione del dialogo. Per i giovani questa esperienza risulterà preziosa per la loro crescita e formazione, di cittadini attivi e solidali con le realtà di disagio e povertà presenti sia in Italia che all’estero.

Don Vittorio Nozza, CARITAS ITALIANA

Sergio Marelli, Volontari nel mondo- FOCSIV

Don Oreste Benzi, ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

Padre Angelo Cavagna, GAVCI

Per informazioni: 347 8448791

 
Venerdì, 15 Settembre, 2006 - 14:00

Permesso di soggiorno....

Mourad Akhay

Mourad.jpg

Mourad Akhay si butta nell’Arno lo scorso dicembre per salvare un ragazzo italiano con disturbi mentali. Mourad è marocchino e lavora in nero come ambulante al Mercato Multietnico di Firenze. Il sindaco di Firenze, stupito dal coraggio di Mourad nello sfidare terribili malattie infettive tuffandosi nella cloaca che attraversa Firenze, gli chiede di esprimere un desiderio. Quello che desidera più di ogni altra cosa. Un po’ come nelle favole. Mourad esprime il suo desiderio: un permesso di soggiorno che gli consenta di lavorare in Italia. Domenici promette. In marzo Mourad, non ricevendo notizie dal sindaco, gli scrive una lettera in occasione del “Decreto Flussi 2006” per gli stranieri chiedendo l’inoltro di una domanda al governo per la sua permanenza in Italia per motivi di lavoro. Nessuna risposta.
Nove mesi dopo Mourad è sempre in Italia, è sempre vicino all’Arno in caso di bisogno, è sempre ambulante, è sempre in nero. Domenici è sempre sindaco. Una storia a lieto fine. Domenici per evitare altre imbarazzanti manifestazioni di riconoscimento nei confronti di Mourad, o di altri marocchini dediti al salvataggio, ha allestito, vicino al Ponte Vecchio, un allevamento di cani Terranova da usare in caso di necessità. Salvano le persone, ma poi non chiedono nulla, tranne qualche osso. Al posto del permesso di soggiorno gli basta una medaglietta.

Domenici,
lei dovrebbe incentivare i salvataggi in Arno. Inizi quindi a mantenere la parola data. Poi, con un’apposita ordinanza comunale, ufficializzi le ricompense per gli extracomunitari dediti al salvataggio. Un salvataggio, un permesso di soggiorno. Due, la cittadinanza. Tre, un lavoro da bagnino.
Pensi a che responsabilità si sta assumendo se nessun clandestino, per protesta nei suoi confronti, si buttasse più in Arno per motivi umanitari. A Mourad per ora la carta d’identità onoraria la dà il blog, a nome di molti italiani”.
Beppe Grillo

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