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Il Blog di Donatella Elvira Camatta | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Domenica, 8 Ottobre, 2006 - 09:17

Donne e Uomini in ricerca e confronto comunitario

- Karl-Josef Kuschel, «L’EBREO, IL CRISTIANO E IL MUSULMANO S’INCONTRANO»? «Nathan il saggio» di Lessing, (collana Giornale di Teologia 318), Queriniana editrice, Brescia, 2006, pp. 312, traduzione di Carlo Danna;

la collana ‘Giornale di Teologia’ pro-pone, fin dai suoi inizi, alcuni dei principali testi del dibattito teologico moderno e contem-poraneo; si tratta di un libro dedicato al “poema dram-matico” di Lessing il suo Nathan ha la particolarità di essere strutturato trialogicamente e questo lo rende di un’attualità (e di un futuro!) da tenere in seria considerazione come metodo. Per il dialogo tra le grandi religioni monoteistiche (che non esclude altri dialoghi) è necessario il metodo del dialogo a tre: trialogico appunto.

L’autore: Karl-Josef Kuschel è docente alla Facoltà di teologia cattolica di Tubinga (Germania) insegna teologia della cultura e del dialogo interreligioso.

La Queriniana ha già pubblicato di Kuschel due lavori di notevole rilevanza: Generato prima di tutti i secoli? La controversia sull’origine di Cristo e La controversia su Abramo. Ciò che divide e ciò che unisce ebrei, cristiani e musulmani;
il catalogo Queriniana è teologicamente di primissimo livello;

(www.queriniana.it).

http://www.tempidifraternita.it/
Sabato, 7 Ottobre, 2006 - 14:27

Stati Uniti Centinaia di arresti durante Manifestazione di Protesta Contro la Guerra

 

Di  Haider Rizvi

IPS

 

NEW YORK, 28 settembre (IPS) –  Durante l’ultima settimana in varie città degli Stati Uniti sono stati organizzati cortei, manifestazioni e raduni di preghiera per chiedere al presidente Bush e al Congresso di porre fine all’occupazione dell’Iraq.

Dal 21 settembre, quando oltre 500 gruppi contro la guerra e organizzazioni religiose hanno firmato la “Dichiarazione di pace”, circa 250 attivisti sono stati imprigionati per aver partecipato ad azioni nonviolente.

Oltre a esigere un calendario per il ritiro dei 130.000 soldati di stanza in Iraq, la Dichiarazione chiede la chiusura delle baci, un processo di pace che comprenda misure per la sicurezza, la ricostruzione e la riconciliazione di questo paese e un cambiamento nelle priorità da assegnare ai fondi, mettendo l’accento sulle necessità umanitarie più che su quelle militari.

Gli attivisti hanno realizzato oltre 375 azioni di disubbidienza civile e protesta in città di tutto il paese, tra cui Lincoln (nel centro), Houston (nel sud), Des Moines (nel nord), Little Rock (nel sud), Cincinnati (nel nord-est) e Fayetteville (nell’est). Qui sorge Fort Bragg, la più grande base militare statunitense nel mondo.

Sebbene la campagna sia animata soprattutto da gruppi religiosi, partecipano alla protesta anche molti deputati, veterani di guerra e organizzazioni di donne e immigrati.

I primi arresti sono avvenuti a Washington la settimana scorsa, quando gli attivisti hanno cercato di consegnare copie della Dichiarazione a funzionari del governo.

Altre azioni contro la guerra che si sono concluse con arresti sono avvenute di fronte al Congresso, a basi militari e a centri di reclutamento dei soldati.

Sapendo che molti politici esitano a sostenere la campagna per paura di passare per antipatriottici, i capi religiosi sperano che il loro appello per la pace stimoli almeno il governo a fissare una data per finirla con l’occupazione dell’Iraq.

”Come cittadini e persone di fede, dobbiamo essere la coscienza del nostro paese” ha dichiarato il reverendo Lennox Yearwood, del Hip Hop Caucus, uno dei 34 attivisti incarcerati per aver partecipato alle proteste davanti alla Casa Bianca.

Nel frattempo oltre 100 capi religiosi cristiani, ebrei e musulmani hanno progettato altre azioni per impedire un possibile attacco all’Iran. Questa settimana chiederanno al Congresso di esercitare la sua “funzione di supervisione” per evitare questa possibilità.

Come parte della campagna, molti attivisti hanno organizzato sit-in davanti alle case dei deputati che non si sono espressi contro la politica di Bush in Iraq.

“Stiamo spendendo  milioni di dollari tutte le settimane per l’occupazione dell’Iraq. Questo denaro potrebbe essere investito in sanità ed educazione” ha detto Molly Nolan, un’attivista di 62 anni che ha partecipato a una protesta davanti alla casa del senatore democratico Chuck Schumer, nello stato di New York.

“I newyorkesi hanno bisogno di scuole e lavoro, non di questa guerra infinita!” gridava la folla riunita davanti alla casa di Schumer.

”Lei non ha parlato, come altri politici. La esortiamo a mostrare coraggio e a difendere i principi”, ha detto durante la manifestazione Carolyn Eisenberg, del gruppo Genitori di Brooklyn per la Pace.

Come Schumer, molti deputati democratici hanno mantenuto le distanze dal movimento contro la guerra, però alcuni hanno criticato pubblicamente la politica di Bush in Iraq.

"Come partecipante del Movimento dei Diritti Civili, ho affrontato la violenza con la nonviolenza. Mi hanno picchiato e lasciato sanguinante per strada” ha detto il deputato John Lewis, rappresentante dello stato meridionale della Georgia, dopo aver firmato la Dichiarazione la settimana scorsa. “Mi sono reso conto che le nostre armi più potenti come nazione non sono le bombe o i missili. La nostra maggiore difesa è il potere delle nostre idee, è quello che crediamo sulla democrazia e il rispetto della dignità umana” ha aggiunto.

Altri deputati che hanno firmato la Dichiarazione di pace sono Earl Blumenauer, rappresentante dell’Oregon, Danny Davis e Jan Schakowsky dell’Illinois, Chaka Fattah della Pennsylvania e Sam Farr, Barbara Lee e Lynn Woolsey della California.

Nonostante la crescenti proteste e critiche alla guerra provenienti da vari settori, tra cui generali in pensione e importanti analisti dell’intelligence, non si vedono segnali di flessibilità nella politica del governo rispetto all’Iraq e alla strategia militare in Medio Oriente.

Solo due settimane fa, la Camera dei Rappresentanti ha approvato una riduzione di appoggio al modo in cui il presidente ha condotto la guerra e ha respinto l’idea di fissare una scadenza per il ritiro delle truppe.

I firmatari della Dichiarazione hanno annunciato che, se l’amministrazione Bush e il Congresso non risponderanno alle loro richieste, dopo settembre lanceranno un’altra campagna di azioni non-violente.

 

Sabato, 7 Ottobre, 2006 - 13:06

I LAV MILAN: UN'ESIGUA MISURA DI INTERVENTO

Riprendo, perchè di forte interesse per la città e la zona 4 che amministro in consiglio in qualità di capogruppo della Lista Uniti con Dario Fo per Milano, un thread interessante, a cui, inseguito, rispondo, postato in Rete Cittadini di Milano di Rete Civica da Roberto Dicorato, giovedì 28 settembre 2006:
Un'azienda pubblica preposta a pulire i muri in una città al precollasso economico non spreca risorse per far sapere che pulisce i muri. Li pulisce e sta' muta, perché è il lavoro che parla e non occorre la banda coi tromboni: è di cattivo gusto e viene il sospetto che sia polverone per sviare l'attenzione da faccende assai più serie (le mutazioni genetiche indotte dallo smog, per esempio, e scusate se con la "guerra ai graffiti" mi ci pulisco il pianoterra). Per inciso, quanti soldi ha speso l'amministrazione Albertini ingaggiando prima Megan Gale e poi Moran Atlas per altrettante campagne educative (?) puntualmente - et prevedibilmente - cadute nel vuoto? Serve a dare lavoro alle agenzie di comunicazione? Che chiudano, per quanto mi riguarda e se questo serve ad avere un'AMSA migliore perché risparmia soldi e paga meglio i netturbini.
rd

Io penso che oltre alle critiche esposte da Roberto si debba anche fare diverse puntualizzazioni, che sono altrettanto importanti. In Consiglio di Zona 4 abbiamo discusso il programma dell'iniziativa in commissione territorio esattamente 3 giorni prima della stessa e senza possibilità di intervenire a correggere, magari a integrare alcune sue parti proprio perchè già preconfezionata presso il tavolo della giunta. Io penso che questo, come abbiamo denunciato, sia un atto di un grado di accentramento potestativo del città che crea precedenti che si stanno avvicendando in modo continuativo anche in altre occasioni politiche e per altri progetti. Penso, quindi, che occorra fare una precisazione: la cittadinanza più volte in Consiglio, all'inizio della seduta, riportano casi di degrado urbano e sociale, che inficiano al paesaggio, alla manutenzione dell'arredo, alla tutela dei parchi e dei giardini. Manca certamente una funzione di raccordo tra l'AMSA, gli organi politici istituzionali, di cui siamo espressione, e le doglianze della cittadinanza della zona tale da rendere soluzioni avvertite come necessarie e tempestive alle istanze giustamente sollevate. Io penso che una giornata di pulitura dei muri delle case in città sia, seppure lodevole e di ampio valore civile, un palliativo di immagine, una sorta di promozione della figura degli amministratori a fini di proporsi come bravi e attenti persecutori della pulizia della città. Io penso che la pulizia dei muri debba essere vista come uno dei tanti problemi che riguardano complessivamente la città e la tutela del proprio patrimonio urbanistico, inteso come realtà appartenente a tutte e a tutti, colettiva e accessibile nelle giuste forme con il senso del rispetto civile e delle regole di convivenza sociale. La presenza di un degrado generale del panorama urbanistico cittadino è dovuto essenzialmente non solo ai problemi economici che vive l'azienda preposta, ma a un'assenza totale, da qualche decennio a questa parte, di una risposta politica e di direzione dell'amministrazione cittadina alla soluzione dei disagi avvertiti dalla cittadinanza, coinvolgendola, come dicevo, a un governo del territorio con la consapevolezza della ricchezza pubblica derivante dalla tutela della città, delle sue strade, delle sue vie, dei suoi parchi, seppure ancora modesti e pochi, troppo pochi, del suo demanio. Crescita civile è sinonimo di democrazia partecipata e di responsabilizzazione della cittadinanza. Ma non è possibile attuare questi principi se prima non si concepisce l'urgenza di rendere effettivo il governo partecipato delle circoscrizioni, nello spirito di municipalità che coinvolge diversi sistemi di decentramento efficaci presenti nelle città europee: da Barcellona all'Ile de France, da Londra a Lione. Ecco che occorre classificare questa iniziativa come iniziativa lodevole certamente, ma come fulmine in piena estate, che dura un attimo senza conseguenze continuative di intervento per la tutela del pubblico e del paesaggio civico. Un maggiore raccordo tra amministrazione e organi politici determinerebbe una continua possibilità di intervento di risoluzione delle problematiche che affliggono la nostra comunit e città. E la questione della consapevolezza del patrimonio pubblico della città come demanio di tutte e di tutti deve certamente essere conseguente al rispetto delle regole di convivenza, ma anche, e soprattutto, deve essere conseguente a un'azione di inclusione sociale e di promozione dei diritti di cittadinanza, partendo con forme aggregative che aiutino a incrementino il sentimento del ben vivere la città, le sue strade, il suo territorio municipale. Solo così si può partire dando soluzione ai problemi della tutela del patrimonio civico, divenendo cittadine e cittadini a pieno titolo integrati e protagonisti della città e nella città.
Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Sabato, 7 Ottobre, 2006 - 12:36

Diritto all'acqua: un bene pubblico da difendere

Lo scrittore John Reed scriveva nel 1917 che «le guerre crocifiggono la verità». Una causa di future guerre si profila all'orizzonte del pianeta: la guerra per il controllo delle fonti idriche di erogazione di acqua non solo potabile, ma anche per rinnovare fonti energetiche alternative e, infine, per usi industriali e produttivi.
L'acqua è un bene insostituibile e vitale: nessuna e nessuno può vivere privato della medesima. Una vita senza possibilità di accedere a fonti idriche è una vita insostenibile, senza futuro, senza possibilità di crescita, senza prospettiva umana e fisiologica. Non avere acqua, oppure avere un servizio idrico scadente e deficitario è causa di sofferenza e di forte emerginazione, di forte disagio che, se prolungato, può diventare una vera e propria tragedia dal volto massivo.
L'acqua non è stata ancora sottoposta a prezzo di mercato perchè naturalmente non apprezzabile, essendo un bene insostiuibile e necessario, indispensabile, vitale appunto. Così come lo è l'aria, ma anche l'energia elettrica che garantisce alla cittadinanza calore, oppure il fuoco, che garantisce alla popolazione la possibilità di riscaldarsi o cucinare. Ma questi beni stanno per essere apprezzati, nonostante la loro deontologica conformazione a non divenire prodotti sottoposti alle leggi scriminanti e inique di mercato libero e concorrenziale.
Non sto parlando di un caso a noi remoto geograficamente, come potrebbe essere quello della regione boliviana di Cochabamba, il cui governo del Paese aveva predisposto la vendita degli acquedotti a una corporation multinazionale, e dove una resistenza popolare, fatta di cittadine e di cittadini scese e scesi in piazza, ha bloccato con l'impeto della propria opposizione pacifica e nonviolenta, ma organizzata ed efficace, che questo atto fosse portato tragicamente a esecuzione, inficiando, così, la possibilità della popolazione di accedere a un bene che è universale e, pertanto, necessariamente insostiuibile, fondamentale per tutte e per tutti, per la propria sopravvivenza, neppure per il proprio benessere, che è un passo ulteriore che riguarda la categoria del bene stare, del vivere bene e con dignitoso agio e conforto.
Questo bene non è stato privatizzato, in Bolivia; a Milano si sta discutendo se privatizzarlo o meno, ossia concedere l'attuale azienda gestrice, la metropolitana Milanese, la cui competenza già poco si sposa con la tipologia del servizio in questione, che è ancora di prevalenza amministrativa pubblica, a un'azienda privata, da tempo quotata in borsa, poi sottoposta alla vendita delle proprie azioni, quale è l'AEM, prima patrimonio della cittadinanza, oggi patrimonio di guadagno per pochi a spese della collettività, utente primaria dell'elettricità.
Oggi esiste un pericolo che riguarda non tanto una condizione ideologica, un elemento di precondizionamento e di prevenzione intellettuale e culturale ma, bensì, di affidamento a mani private di un bene insostituibile e di privazione della cittadinanza della possibilità di controllare la qualità dell'acqua erogata, della sua fruizione e della sua distribuzione sul territorio cittadino.
Oggi si dice di non sprecare l'acqua perchè anche la nostra regione è da tempo sottoposta a lunghi periodi di siccità, che privano le vie principali idriche naturali del proprio naturale corso: un risparmio coscienzioso della fonte di sostentamento vitale da parte di tutte e di tutti è un miglioramento della qualità dell'erogazione della medesima materia, nonchè, infine, una responsabilizzazione della comunità circa la giusta ed equa suddivisione del diritto di godere di questo prezioso patrimonio, che è naturale, quindi disponibile.
La logica che sostituirà questo criterio di alta civiltà sarà: chi può acceda quanto vorrà all'erogazione dell'acqua, anche sprecandola, senza senso di responsabilità collettiva e senza concezione di una certa dose di consapevolezza degli effetti della propria azione sulla comunità attuale e quella futura, delle prossime generazioni,~la cui quantità di acqua~consumata sarà, poi, conteggiata da un contatore che registrerà il valore del bene che è stato utilizzato. La logica di mercato e di profitto, di guadagno trionferà contro la logica della responsabilità intergenerazionale e civile, tipico fondamento di uno sviluppo consapevole, giusto, equo e, soprattutto, sostenibile.
Una forte resistenza contro questa decisione, che ricadrà su tutte le zone della città, su ogni cittadinazna residente nelle diverse circoscrizioni, dovrà essere effettuata, con forme e canali civili, e con, soprattutto, mezzi istituzionali e sociali che esprimano in modo organizzato e puntuale assoluta opposizione al verificarsi di uno scenario di questa portata.
Dico questo con una certa dose di forte consapevolezza, non fializzabile alla strumentalizzazione di uno scenario drammatizzato ma, bensì, nell'assoluta consapevolezza delle conseguenza devastanti e destabilizzanti che una simile possibilità possa avere, soprattutto in un'ottica di società divisa e scorporata, fortemente atomizzata, dove la conflittualità aumenterebbe in dose ponderata, tale da creare una condizione di guerra di tutti contro tutti in un apocalittico panorama distruttivo di soggetti che non riusciranno a garantirsi, per questioni economico-redditizie, l'approvvigionamento di una risorsa vitale e, pertanto, una qualità di vita che possa concepire una sopravvivenza possibile.
E' un pericolo che sembra scritto in un libro di Asimov: ma è possibile, quindi scongiurabile, quindi evitabile con pressioni politiche da parte delle istituzioni, in cui siamo presenti come consigliere e consiglieri, e da parte della società civile organizzata e consapevole, conoscente e informata delgli effetti deleteri di un simile provvedimento.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Daro Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 6 Ottobre, 2006 - 12:58

Diritti Umani....Fiaccolata 14 ottobre ore 19

 

12 0ttobre 1492    -   12 ottobre 2006

 

Diritti Umani...

... Ancora da scoprire

 

 

 

A tutte le associazioni solidali con l'America Latina,

A tutte le associazioni Latino Americane,

 A tutte le associazioni di difesa dei Diritti Umani

 

Se 514 anni vi sembrano pochi...

 

Il continente americano è ancora alla ricerca dei Diritti Umani per i suoi figli.

Ancora in tutti gli Stati nazione del Nuovo Continente si continua a discriminare il vero popolo "americano nativo".

Per tutti loro e il riconoscimento pieno e duraturo dei loro diritti sociali, culturali, di lingua e di popoli 

chiediamo di manifestare pubblicamente la nostra solidarietà ad una causa che è rappresentativa di tutte le altre del continente: 

il popolo Mapuche.

 

 

Su invito di organizzazioni del Popolo Mapuche presenti in Europa convochiamo una, 

Fiaccolata davanti al consolato del Cile 

a Milano, sabato 14 ottobre 2006 alle ore 19.00

in contemporanea con tante altre città d'Europa 

 

 

Il popolo Mapuche, che lotta pacificamente per la difesa dei Diritti Umani in Cile, chiede:

 

 la ratifica della Convenzione 169 - dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro -  sul Riconoscimento dei Diritti dei popoli originari in Cile e la revisione della legge antiterrorismo n° 18.314, emanata ancora nei tempi della dittatura che discrimina i Mapuche

 

 

Appuntamento davanti a Consolato Cileno a Milano

Via San Pietro dell'Orto 11, (traversa di Corso Vittorio Emanuele - 

MM San Babila)

 

 

 

Giovedì, 5 Ottobre, 2006 - 15:06

IMMIGRATI PROTESTANO CONTRO I MASS MEDIA ITALIANI

Ciao a tutti
Il 7 ottobre è la 3° Giornata Internazionale per i diritti degli immigrati.
A Milano c'è stato un po' di casino per decidere cosa fare
"Città per tutti" spingeva per un'iniziativa sui CPT; il "Comitato
Immigrati" (costituito da associazioni di immigrati, o in cui siano presenti
immigrati) spingeva invece per un presidio contro i mass media.
Risultato: verrà fatta il presidio contro i mass media mentre l'iniziativa
per i CPT è stata rimandata al 28 ottobre.
Conclusione: noi abbiamo aderito all'iniziativa del Comitato Immigrati
(trovate la nostra adesione in fondo in fondo alla mail) per cui se qualcuno
è interessato ad andare il Presidio è sabato 7 ottobre Ore 15 Piazza Cavour
Di fronte al palazzo dell’informazione.
Non ci saranno né bandiere né striscioni (solo lo striscione
sull'iniziativa) e verrà distribuito un volantino con firme dei promotori e
degli aderenti
Valeria

-

In occasione della Terza Giornata Internazionale per i diritti degli
Immigrati

IMMIGRATI PROTESTANO CONTRO I MASS MEDIA ITALIANI

Milano (04-10-06).- I cittadini immigrati di Milano, in occasione della
Terza Giornata Internazionale per i Diritti degli Immigrati, organizzeranno
un presidio davanti al Palazzo dell’Informazione in Piazza Cavour sabato 7
Ottobre alle ore 15 per manifestare contro quei mass media italiani, che
hanno danneggiato l’immagine dei lavoratori immigrati diffamandoli e
alimentando un’idea discriminatoria e xenofoba nell’opinione pubblica, non
solo di questi lavoratori ma anche delle loro famiglie. 

Questa iniziativa nasce dalle stesse associazioni di immigrati, che da tanto
tempo hanno dovuto sopportare le manipolazioni politiche attraverso i mass
media, utilizzando l’immagine del lavoratore immigrato in base ai loro
propri interessi, criminalizzando con i fatti di cronaca, mettendo in
difficoltà il processo di integrazione in questo Paese, contrariarmente alle
risoluzioni del Parlamento Europeo sull’integrazione degli immigrati
nell’Unione Europea.

I rappresentanti delle associazioni di immigrati chiedono ai diversi mass
media di poter incontrare i loro direttori responsabili per far loro capire
che non devono continuare a utilizzare la formula immigrazione =
delinquenza, e che le piccole cronache delinquenziali non possono arrivare
al cittadino comune come uno scoop giornalistico, ignorando il grande
apporto positivo dei nuovi cittadini immigrati, dal punto di vista sociale,
culturale  e soprattutto economico.

In concreto, proponiamo ai rappresentanti delle testate giornalistiche di
organizzare un incontro con le associazioni firmatarie o di presentarsi
direttamente al presidio del 7 ottobre in Piazza Cavour per avviare un
confronto (che ci auguriamo sia reciprocamente utile) sui temi che abbiamo
messo in evidenza.

Noi cittadini immigrati stiamo contribuendo alla costruzione di questa
Milano multietnica e siamo parte integrante di questo motore economico
italiano; perciò esigiamo il rispetto per noi e le nostre famiglie da parte
dei mass media italiani.

Ass. Al Qafila, Ass. Cultural de Chile, Ass. Insieme per la Pace,  Ass.
Studio 3R, Ass. Paradigma, Ass. Santa Elena de Guayaquil, Ass. Terra
Nuestra, Ass. Todo Cambia, Comitè ecuatoriano Simon Bolívar, Revista El
Carrete, Revista Panorama Latino Adesioni: Centro delle Culture,

Arci Milano, Partito Umanista Milanese.

Per informazioni e contatti: comitatoimmigrati.mi@libero.it
Rodrigo Ortega 339/8006369
Javier Lazo 347/9756300

per i diritti dei Cittadini Immigrati

Giovedì, 5 Ottobre, 2006 - 14:53

Finanziaria 2008 questo sarebbe un governo di Sinistra?

 ALCUNI DATI A CONFRONTO

 

Spese militari: due miliardi e 100 milioni di euro in più per il Ministero della Difesa, di cui 1.700 milioni di euro per l’acquisto di nuovi armamenti.

Un miliardo all’anno per il 2007, 2008 e 2009 per finanziare automaticamente le missioni militari all’estero, ipocritamente definite “missioni internazionali di pace”. In questo modo si evita l’imbarazzante discussione ogni sei mesi per il rinnovo del finanziamento delle missioni come quella in Afghanistan.

 

Istruzione: Cento milioni di euro destinati alle scuole private, soprattutto quelle per l’infanzia.

 

Enti locali: tagli di 4,3 miliardi di euro ai finanziamenti agli enti locali (tanto poi saranno loro a dover aumentare le tasse)

 

Sanità: ticket sul pronto soccorso e le visite

 

E questo sarebbe un governo di sinistra?

 

www.partitoumanista.it 

Martedì, 3 Ottobre, 2006 - 19:37

7 ottobre 2006 Presidio ore 15 in Piazza Cavour Milano

7 ottobre 2006 _ terza giornata di mobilitazione
e lotta dei migranti, in europa e oltre

A MILANO:I MASS MEDIA DICIAMOBASTA!
con la campagna di disinformazione
e diffamazione sugli immigrati
 
 

VENITE TUTTI AL PRESIDIO
sabato 7 ottobre _ ore 15
Piazza Cavour, di fronte al palazzo dell’informazione

Promuovono: Ass. Al Qafila, Ass. Cultural de Chile, Ass. Insieme per la Pace, Ass. Studio 3R, Ass. Paradigma, Ass. Santa Elena de Guayaquil, Ass. Terra Nuestra, Ass. Todo Cambia, Comitè ecuatoriano Simon Bolívar, Revista El Carrete, Revista Panorama Latino.
Chiediamo a tutte le associazioni e comunità di immigrati di promuovere insieme questa iniziativa.
Chiediamo a tutte le realtà antirazziste Italiane di aderire a questa iniziativa.
Per info e adesioni: comitatoimmigrati.mi@libero.it

PER SAPERNE DI PIU'

Scarica l' Appello del Forum Sociale Europeo di Atene
per questa giornata di mobilitazione.
"...Attraverso tutta l'Europa, ogni giorno, vediamo lotte sociali e politiche, proteste e campagne contro i campi e le deportazioni, per il diritto d'asilo per le donne e gli uomini, per la legalizzazione, per una cittadinanza europea di residenza e contro lo sfruttamento del lavoro migrante. E queste lotte vanno molto oltre ogni ristretta concezione dell'identità europea..."

Vedi anche: sito del Forum Sociale Europeo

Lunedì, 2 Ottobre, 2006 - 15:17

Che succede in Consiglio di Zona 3?

Un cordiale saluto a tutti/e.
Sono Antonella Fachin, neoeletta nel Consiglio di Zona 3 e capogruppo della lista “Uniti con Dario Fo per Milano”.
Ringrazio di cuore coloro che hanno nelle primarie e nelle elezioni amministrative dato il loro voto alla lista e a coloro che hanno espresso la preferenza per me!
Per coloro che non mi conoscono, segnalo che è possibile leggere qualche sintetica informazione su di me nella pagina di presentazione che il sitocomunalimilano2006.it mi ha permesso di pubblicare.
Cosa mi preme dire per prima cosa? Darvi un breve aggiornamento sull’attività del Consiglio di Zona (CdZ):
-         è stato candidato e rieletto Presidente della Zona 3, per il terzo mandato consecutivo, Pietro Viola, che ha già ricoperto tale carica a seguito delle elezioni del 1999 e del 2001, nonostante l’art. 8 del Regolamento per l’elezione dei Consigli di Zona limiti a due i mandati consecutivi.
Sono fiduciosa che sulla questione sarà fatta chiarezza a livello interpretativo, affinché venga eliminata la forte preoccupazione mia e degli altri Consiglieri dell’Unione che tale nomina sia illegittima.
-         Sono state costituite 7 Commissioni istruttorie, come da Regolamento, 5 Commissioni definite “a termine” e una Commissione competente in materia di “Polo Multifunzionale di Zona” (v. elenco nel sito del Comune); in realtà:
o       La nostra Zona –a differenza della altre Zone di Milano- non dispone di un PMZ, né si sta impegnando per trovare una sede idonea, benché ciò sia stato richiesto da me e da altri Consiglieri dell’opposizione;
o       le Commissioni cosiddette a termine non sono in linea con l’art. 19, comma 4, del Regolamento del Decentramento Territoriale, secondo cui esse possono essere costituite “per l’esame di particolari questioni e problemi”, mentre in realtà sono state costituite per perseguire un generico programma entro un anno, che è il tempo massimo ammesso dal Regolamento. Inevitabilmente, come nella precedente consigliatura di Zona 3, le commissioni a termine, alla loro scadenza, verranno ricostituite, per perseguire il medesimo generico programma entro il tempo massimo consentito e così via, di anno in anno. Non è questo il modo corretto di costituire le commissioni a termine, che di fatto sono delle vere e proprie commissioni istruttorie che durano per tutta la consigliatura.
A mio parere, non è una questione meramente formale: le norme, che fissano nel numero di 7 il limite massimo di commissioni istruttorie, vengono chiaramente eluse, mentre ritengo moralmente e giuridicamente più corretto modificare/aggiornare le norme, ove necessario, piuttosto che applicarle in maniera “creativa”!
-         Molte delle Commissioni si riuniscono almeno una volta alla settimana e durano mediamente un’ora: ciò significa che tutte le settimane, dalle ore 17/18 sino alle ore 19/20, vengono convocate 8/10 riunioni e, a mio parere, non tutte sono così necessarie e/o ricche di argomenti da trattare.
Colgo comunque l’occasione per informarvi, nel caso non lo sappiate, che -se desiderate, come spero, partecipare alle 7+5+1 (!) Commissioni di Zona- sul sito del Comune trovate il modulo per richiedere l’iscrizione alla/e Commissione/i di vostro interesse e l’invio delle relative convocazioni per fax, per email o per sms.
Mi viene talvolta il sospetto che “l’appetito vien mangiando”, perché la partecipazione a una riunione da diritto a ogni Consigliere di Zona, nel caso non lo sappiate, a un gettone di presenza, per un ammontare massimo lordo mensile di € 510. La partecipazione, peraltro, non deve essere piena: basta rimanere in aula per poco più della metà del tempo previsto (ossia 35 minuti se la riunione è di un’ora) e si ha diritto al gettone! Nelle prime riunioni, inoltre, i Consiglieri di zona indicavano personalmente l’ora di arrivo ….. e ho avuto la “sensazione” che qualcuno facesse il furbetto, indicando l’ora di inizio della riunione anche quando arrivava in ritardo!!!!
Anche in questo caso, lo spirito della norma è un altro: consentire ai Consiglieri di Zona di dare un contributo economico affinché svolgano con maggior impegno il loro ruolo istituzionale, che richiede disponibilità di tempo, non quello di arrotondarsi lo stipendio!!!!
Dagli esempi che ho riportato è di tutta evidenza che questa maggioranza di centro-destra interpreta le norme a proprio piacimento, senza rispettarne la “ratio”, ossia lo scopo, la ragione per la quale sono state emanate.
E’ mio impegno –e l’ho già comunicato nella conferenza dei Capigruppo- segnalare irregolarità e altri aspetti che contrastano con il dovere di un Amministratore pubblico di operare correttamente e con senso etico.
Sulla questione dell’orario, il Presidente della Zona ha accolto la mia segnalazione e ha dato disposizione che l’ora di arrivo e di uscita dei Consiglieri sia indicato sul modulo di presenza dal verbalizzante della riunione e non dai singoli interessati!
Nella speranza di incontrarvi presso la sede del Consiglio di Zona, in via Sansovino 9, sarei lieta di ricevere segnalazioni, proposte e contributi per cercare, assieme, a migliorare la qualità della vita in Milano e a favorire un nuovo modo di vivere la città, per la promozione di una “società affettiva e solidale”, nella quale il senso civico e quello etico prevalgano sull’individualismo e sul menefreghismo.
Cordiali saluti
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Uniti con Dario Fo per Milano

Sabato, 30 Settembre, 2006 - 20:49

Forum Eropeo Umanista a Lisbona

Sono già piu' di 800 persone e 100 organizzazioni
Olivier Turquet
Fonte: Buone Nuove, Forum Europeo di Lisbona http://www.europeanhumanistforum.org/ - 29 settembre 2006
29 settembre 2006
A un mese dall'inizio del Forum Umanista Europeo di Lisbona sono più di 800 le persone che si sono registrate ai tavoli di lavoro mentre quasi 100 organizzazioni si sono iscritte da tutti i paesi europei ed anche dal Latinoamerica, dall'Africa e dall'Asia.
Il Forum, il primo della serie dei Forum Europei (il primo Forum Umanista Mondiale fu celebrato a Mosca nel 1993) si svolgerà presso l'università di Lisbona dal 3 al 5 Novembre prossimi. E' possibile iscriversi al Forum fino all'8 ottobre.
Il tema del Forum "La forza della diversità" è spiegato nella home page del sito dove ci si può ulteriormente informare e iscrivere:
"L'obiettivo del Foro è quello di creare ambiti di convergenza, scambio, discussione e progetto tra organizzazioni sociali, partiti e persone coscienti della necessità di cambiare profondamente questo mondo e dell'urgenza di costruire nuove vie per farlo.
Sono molti i volontari che lavorano in organizzazioni sociali di ogni tipo capaci di occuparsi delle necessità di altri e di ricostruire il tessuto sociale, capaci di agire con permanenza ed autonomia. Il Forum invita a tutte le persone ed iniziative che lavorano e si interessano alla pace, alla nonviolenza, ai diritti umani ed al superamento di ogni forma di discriminazione.
In questa ampia base sociale, oggi si moltiplicano gli incontri e le convergenze, perché sperimentiamo la necessità di unire le forze e di ispirarci mutuamente.
Il Forum Umanista europeo è un ulteriore tentativo affinché l'incontro della diversità e l'intuizione del futuro chiariscano la strada e si trasformino in progetti... facendo anche pressione verso coloro che oggi decidono il destino di tutti.
Il Forum Umanista europeo sarà un foro aperto ad attività nei campi culturali, sociali, artistici, educativi, ecc., tanto a persone come ad associazioni e gruppi."
Durante il Forum, oltre i tavoli di lavoro, sono previste tavole rotonde, workshops, dibattiti, stands informativi, spettacoli musicali e teatrali.

Note:

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