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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Domenica, 11 Novembre, 2007 - 12:16

sullo stato gestionale dei CAG di Zona 4

Oggetto: interrogazione sullo stato gestionale ed economico dei Centri di Aggregazione Giovanile della zona 4

 
In riferimento
 
alla convenzione esistente tra la cooperativa gestrice dei servizi erogati dai Centri di Aggregazione Giovanile della Zona 4 di Milano e l’amministrazione stessa, dove si evincono elementi di valutazione economica utili a comprendere le potenzialità dei servizi erogabili in futuro dai Centri stessi;
 
Considerato
 
che è diminuito l’orario di apertura dei Centri stessi nei mesi estivi, periodo in cui gli stessi CAG promuovevano attività di stampo extrascolastico utili per fornire un luogo aggregativi per ragazze e ragazzi residenti nelle zone a cui il servizio si rivolge;
 
Evinta infine
 
un possibile ridimensionamento del numero delle operatrici e degli operatori operanti nelle strutture, nonché un possibile non rinnovo dei contratti esistenti, mettendo in grave pregiudizio la continuità di una funzione imprescindibilmente utile per zone periferiche, dove alto è il disagio sociale diffuso, soprattutto nella popolazione giovanile;
 
si chiede con la presente
 
- alla Commissione PMZ/CAM di indire una riunione di commissione dove poter esaminare insieme alle operatrici e agli operatori i criteri e le linee di indirizzo di gestione dei centri stessi, cercando di promuovere il suddetto tema come integrativo della politica amministrativa dei centri di aggregazione in senso complessivo, riproponendo e rilanciando con urgenza il gruppo di lavoro istituito in merito alla verifica e all’analisi del futuro gestionale dei Centri di Aggregazione Multifunzionale;
- alla commissione Politiche Sociali del Consiglio di Zona 4 di provvedere a indire una riunione di commissione dove poter affrontare le questioni poste con la presenza di dirigenti della cooperativa gestrice e del settore centrale competente, analizzando i punti di possibili cambiamenti dei contenuti della convenzione al fine di un miglioramento delle condizioni lavorative e di una loro stabilizzazione.
 
 
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Domenica, 11 Novembre, 2007 - 12:15

Sui livelli retributi animatori CAM e sul futuro delle iniziative

Oggetto: livelli retributivi non aggiornati delle animatricie  degli animatori CAM Zona 4, sull’attivazione dei lavori di ristrutturazione del CAM Via Parea e sull’assicurazione della prosecuzione delle attività presenti.

 
VISTO DI FATTO
 
  1. che negli ultimi 7 anni non sono stati adeguati, esattamente a partire dal 2000, i livelli retributivi delle animatrici e degli animatori operanti presso i centri aggregativi multifunzionali della zona 4 e che l’attuale compenso retributivo delle animatrici e degli animatori è di 10,31 € lordi all’ora
 
 
Evinto che
 
  1. ancora oggi non sono stati previsti i rinnovi contrattuali da parte della Direzione del Settore Centrale Aree Cittadine utile a garantire una certezza e una continuità delle funzioni che le animatrici e gli animatori svolgono nei Centri di Aggregazione Multifunzionale ubicati nella zona 4, presupposto per una permanenza dell’erogazione dei servizi da parte dei CAM nei confronti di una copiosa utenza giornaliera e serale, confermata ogni anno all’apertura della programmazione delle attività;
 
  1. sussiste precarietà e incertezza rispetto la continuità dell’erogazione dei corsi e delle attività promossi all’interno dei centri, dato il mancato rinnovo dei contratti, ancora attualmente non previsto, e considerato il probabile inizio dei lavori di ristrutturazione della sede del CAM sito in Via Parea, a partire dal prossimo anno, ancora oggi, però, non determinabile con precisione nella data specifica di avvio
 
si chiede
 
al Settore Aree Cittadine del Comune di Milano
 
  • le motivazioni della mancanza di un adeguamento delle retribuzioni ai livelli di indicizzazione indicati dall’ISTAT provvedendo di ridefinirli e adeguarli;
  • se sussiste una forte differenziazione tra i diversi livelli contributivi previsti da contratto rispetto alle animatrici e agli animatori delle altre zone e, in caso affermativo, provvedere a renderli omogenei;
 
  • se è previsto l’immediato rinnovo dei contratti delle animatrici e degli animatori, provvedendo nel brevissimo periodo, in caso negativo, a rinnovare gli stessi, confermando, così, una continuità dei servizi erogati dai centri stessi e una certezza lavorativa per il personale stesso, predisponendo forme di estensione delle garanzie sociali, mantenendo la flessibilità di orario oggi esistente;
 
  • quando i lavori di ristrutturazione del centro sito in Via Parea dovrebbero partire e se è stata definita una sede suppletiva e vicina dove poter erogare gli stessi servizi erogati fino a oggi nella struttura CAM di Via Parea, l’adeguamento delle strutture alle esigenze della programmazione, informando l’utenza degli avvenuti cambiamenti
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 9 Novembre, 2007 - 17:07

Newsletter del 9 novembre

Cari amici,
riprendo l'invio della mia newsletter di informazioni dal Consiglio Comunale. Ho cambiato software di invio quindi spero sia ben leggibile per tutti ed ho aggiunto un file jpeg che impagina le notizie, nel caso voleste stamparle e portarle alla conoscenza di altre persone.

Torna il Bus by night.
Muoversi di notte sarà più facile
Dopo la sperimentazione di luglio, giudicata positivamente dalla Giunta, dal week end del 2-4 novembre il bus by night diventa definitivamente attivo. Abbiamo ripensato il servizio, anche in base ai risultati di quest'estate, e ricalibrato nel modo indicato nel volantino allegato.
Si tratta del primo trasporto pubblico nelle fasce orarie serali e credo una grande occasione per rendere Milano più viva e sicura di notte. Il bus by night infatti, al costo di 1 euro, carica i passeggeri in alcuni punti predefiniti negli orario indicati e li porta fin sotto casa (all'interno del Comune di Milano). Insomma il mezzo di trasporto più sicuro che c'è!
Ma non è tutto ....
Con gli altri giovani consiglieri comunali abbiamo deciso che il prossimo obiettivo che vogliamo realizzare insieme è l'estensione dell'orario di servizio della metropolitana fino alle 2 di notte il venerdì e sabato sera. Per questo abbiamo chiesto all'Assessorato ai Trasporti ed alla ATM di presentare un progetto che permetta ai mezzi di circolare con anche la presenza di vigilanza nelle stazioni.

Il Comune e i suoi derivati.
Una pericolosa operazione finanziaria firmata Albertini
Nei giorni scorsi l’opposizione ha reso noto che il Comune, a causa di spericolate operazioni finanziarie sui dell’epoca Albertini effettuate sui derivati, rischia un forte indebitamento.
In pratica per fare cassa nel 2005 ed avere a disposizione 80 milioni di Euro da spendere prima della campagna elettorale delle comunali, il Comune di Milano si è esposto per oltre 1 miliardo di euro con le banche, per di più con rate a tasso variabile. Questo significa che, con l’aumento dei tassi di interesse, la situazione di cassa del Comune rischia di essere preoccupante.
Cosa ancora più grave questa operazione era stata fatta totalmente all’oscuro del Consiglio Comunale.
Il Partito Democratico ha chiesto che ora venga garantita trasparenza e un controllo continuo dell’indebitamento attraverso una commissione composta da consiglieri di maggioranza ed opposizione.
  
Imbrattata (e ripulita) la lapide di Alberto Brasili
Il 29 ottobre ho partecipato al presidio degli studenti di Scienze Politiche davanti alla lapide di Alberto Brasili, sita in Via Ma scagni, e deturpata da simboli fascisti alcuni giorni prima. Nonostante le richieste dell’ANPI l’AMSA non aveva ancora provveduto a ripulirla. A seguito del presidio e di un mio intervento in aula consigliare la lapide è stata ripulita 3 giorni dopo.

Venerdì, 9 Novembre, 2007 - 15:01

Il funerale del padrone

Arriva a Milano “Il funerale del padrone”, un atto unico di Dario Fo prodotto dal Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma e diretto da Massimo Di Michele, interpretato da un ensemble di giiovani neodiplomati dell’Accademia d’Arte Silvio d’Amico
Il testo teatrale rappresenta una delle più attuali denunce della situazione di cittadine/i e di chi lavora in un paese in cui la sicurezza del lavoro e la libertà di parola non godono certo di buona salute. Ed è allora davvero sorprendente scoprire che lo spettacolo è la versione parzialmente “attualizzata” di uno spettacolo che ha debuttato quarant’anni fa (“Legami pure, tanto spacco tutto lo stesso”).
Lo spettacolo verrà messo in scena al Teatro Litta  (Corso Magenta, 24) da oggi al 18 novembre, dal martedì al sabato alle ore 20.30 e la domenica alle 16.30. Il biglietto costerà 12 euro dal martedì al giovedì, 18 euro gli altri giorni; e per lavoratori e lavoratrici precari/e, sono previsti biglietti a 3 euro (un biglietto a prezzo intero e l’altro scontato).
Alla prima sarà presente lo stesso Premio Nobel Dario Fo.
Clicca qui per vedere una foto dello spettacolo…
...e qui per vederne un’altra!
Clicca qui per il sito del Teatro Litta!
Per info e prenotazioni:
tel.:    02 86 45 45 45
Come arrivare al teatro:
MM1 e MM2 Cadorna; tram 1, 16, 19, 27; bus 61.

Venerdì, 9 Novembre, 2007 - 12:27

Lettera al Preside del Liceo Parini

Si infervora la campagna elettorale per il rinnovo dei consigli di istituto al Liceo Parini di Milano. E come ogni anno diversi collettivi, uniti elettoralmente in accordi politici dalla portata programmatica interessante, nello spirito unitario formulano richieste, ,istanze e proposte atte a rendere più democratico il sistema di condivisione della gestione amministrativa e didattica, nonchè sociale delle scuole. E' dal 1968 che la scuola apre le proprie porte di condivisione di linee di indirizzo e strategiche a una concertazione tra gli attori sociali che vivono la stessa: al Parini in tutta legittimità le studentesse e gli studenti di alcune liste chiedono distributori di preservativi all'entrata dei servizi, dei bagni scolastici. Il preside, Pedretti, risponde negativamente a questa richiesta e provvede a instaurare un forte clima di tensione tra la popolazione studentesca e le volontà direttoriali dell'istituto. Perchè i preservativi a scuola? L'esigenza di esprimere attività sessuali è naturale nelle giovani generazioni: è un bisogno fisiologico che non può essere represso e silentito da atteggiamenti di genere "confessionalista", "ideologici" e direi alquanto ipocriti. Non è l'astinenza l'antidoto contro la contrazione di malattie a trasmissione sessuale di diversa entità: ma è la consapevolezza di una vita sessuale responsabile e cosciente che fa del soggetto una persona con cognizione delle conseguenze derivabili da un atto che non può essere represso o evaso, in quanto questa risulta essere una richiesta innaturale e inconcepibile in una visione laica della centralità della persona.
La richiesta delle ragazze e dei ragazzi è esempio di grande senso di responsabilità, di grande senso di rispetto per sè e per gli altri, di grande coscienza etica e maturità: rispondere con una chiusura alquanto ideologica è un comportamento inadeguato e fortemente controproducente non solo perchè rischia di alterare un clima che deve essere di collaborazione e di tutela della vita delle adolescenti e degli adolescenti, ma anche perchè rischia di diventare un comportamento che genera un precedente deleterio per la struttura educativa e formativa delle persone.
La vita sessuale, la componente sessuale della persona non può essere soffocata o silentita come "tabù" culturale nella fase di crescita adolescenziale della ragazza e del ragazzo: tale comportamento rigido rischia di compromettere uno sviluppo completo e armonico della persona, con complessi psicologici e deformazioni devianti fortemente compromettenti l'autodeterminazione responsabile della persona.
Ci ripensi Professor Pedrotti: non è con la logica illogica delle proibizioni che si genera uno spirito libero e civile consapevole delle future generazioni ma, bensì, è attraverso lo spirito di condivsione, dialogo e comprensione che si riesce a formare la base caratteriale di un individuo maturo e fortemente consapevole del proprio ruolo e della propria funzione in un contesto collettivo e sociale generale, diffuso, in un equilibrio dei rapporti con sè e con le altre persone.

Un cordiale saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 9 Novembre, 2007 - 10:33

E' nata la "SINISTRA ZONA4"

E’ NATA “LA SINISTRA ZONA4”
Sin dallo scorso giugno, con una affollata assemblea all’Arci Corvetto, si è costituito nella nostra Zona il Coordinamento della Sinistra che ha preso forma attraverso un “Laboratorio politico” al quale partecipano cittadini e consiglieri di zona 4 iscritti a partiti della sinistra (Pdci, Rc, Sd, Verdi, Sdi, Lista Fo), militanti di movimenti, comitati e liberi pensatori, esponenti di associazioni, che hanno deciso di lavorare insieme per mettere in comune idee e dare forza ed incisività all’agire politico e sociale.
Il Laboratorio è già al lavoro con l’obiettivo di costruire una politica di sinistra unitaria.
La nostra Zona vive problematiche urgenti che necessitano politiche nuove, costruite nella partecipazione e mobilitazione da parte dei cittadini.
Il “Laboratorio politico” è aperto al contributo di tutti i cittadini che credono ancora in quei valori quali la libertà, la solidarietà e la giustizia sociale.
Abbiamo attivato un sito internet www.sinistrazona4.altervista.org nel quale è possibile trovare le iniziative in preparazione ed i momenti di incontro.
 La Sinistra in zona 4

Venerdì, 9 Novembre, 2007 - 10:11

Noi romeni e il razzismo. In attesa degli "europei"

l’Osservatore RomEno – novembre 2007

 
Noi romeni e il razzismo. In attesa degli “europei”
 
di Mihai Mircea Butcovan
 
Come romeno che vive e lavora da oltre quindici anni in Italia, vorrei fare alcune considerazioni su quanto accaduto in questi giorni. Chissà che non vengano chiamate “qualunquiste” o “antipolitica”.
 
C’è stato un delitto. E la vittima, donna, ha nome e cognome. Italiano. L’autore del reato, uomo, anch’egli ha nome e cognome, romeno. Se da qui si può desumere che in qualche modo è stato offeso l’intero popolo italiano e le donne non si può certamente ritenere che il delitto sia stato commesso dall’intero popolo romeno o da tutti gli uomini.
E l’uomo che si è macchiato di questo delitto non è rappresentante del popolo romeno, della Romania e nemmeno del popolo rom.
Questa facile equazione “romeni = delinquenti”, dove la variabile romeno non è incognita ma semplicemente soluzione di tutti i mali, non rende onore all’intelligenza delle persone che la praticano.
E nemmeno la rabbia, umana e più che mai legittima, non può trasformarsi in accuse ad un intero popolo, ad un’intera nazione. C’è chi invoca “i roghi, i fucili, lo sterminio”…
 
Per una volta vorrei “sprecare” una riga del già esiguo spazio editoriale assegnato agli immigrati per esprimersi. Una riga di silenzio a commento e sgomento di fronte a tali frasi scritte sui forum del terzo millennio da persone che si ritengono dei bravi, quando non ottimi, cittadini.
E questa volta chi inneggia a “stermini, roghi, fucilazioni” non è cresciuto, per sua fortuna, in baracche come quelle che vorrebbe bruciare, non è vissuto in condizioni di miseria e degrado come quelle che ci mostra la televisione in questi giorni. No, da quelle situazioni non possiamo aspettarci grandi impianti filosofici, nemmeno programmi di politiche sociali.
Ma da chi invece è cresciuto in ambienti puliti, è andato a scuola in un paese democratico, ha studiato, ha fatto sport e viaggiato per diletto, da chi vota liberamente i suoi rappresentanti e può farsi eleggere come rappresentante, non ci aspettavamo frasi razziste, disumane, che spesso fanno da anticamera o motore ad aggressioni tanto ingiustificate ed orrende quanto l’uccisione della signora Giovanna Reggiani.
Persone che accusano i criminali primitivi cresciuti in situazioni di degrado e miseria si lasciano andare a dichiarazioni belliche altrettanto primitive e belluine. La differenza sconcertante sta nell’ambiente in cui sono maturate queste aggressioni, verbali e fisiche.
Un importante telegiornale si esprimeva così mentre descriveva i funerali di Giovanna: “nella basilica tanti rappresentanti delle istituzioni ma anche tanta gente comune”.
Quale sarà la differenza tra i primi ed i secondi? I secondi, attraverso l’espressione del voto libero e democratico deliberano chi non debba essere più “gente comune” come loro e diventi rappresentante delle istituzioni, quindi del popolo, della gente comune. Oppure quel voto rinforza la - già fuori dal comune - condizione di quelli che poi diventano rappresentanti?
Da quel voto in poi il potere decisionale è delegato a loro, ai “rappresentanti”.
Il marito di Giovanna arriva con una rosa” prosegue il telegiornale nella descrizione dei funerali. E poi si precisa: “i politici sfilano davanti alla bara”.
Al marito di Giovanna, gente comune, non rimane che la parola o il silenzio che può esprimere una rosa. Ha perso la moglie eppure trova la forza per non lasciarsi andare in frasi di odio e si prodiga per fermare quella crescente ondata di razzismo che anche la sua Giovanna avrebbe disapprovato. E non si fa scappare facili equazioni del tipo “romeni = delinquenti”.
I politici “sfilano”. Termine che fa pensare ancora ad una passerella funebre, utilizzata per esprimere un doveroso cordoglio ma che appare una cosa già vista troppe volte per credere che sarà seguita da impegni concreti, volti a cercare soluzioni ai problemi e non rattoppi, più o meno virtuali. Nelle dichiarazioni che precedono la sfilata, ed anche in quelle che seguono, appaiono tardive ed hanno sapore di autoassoluzione certe esternalizzazioni della responsabilità e certe colpevolizzazioni. Ma non si può lasciare un vuoto nel campo delle responsabilità. Ecco allora che si offre un’alternativa alla “gente comune”, una soluzione facile-facile per i malanni di questa società: i rom, anzi i romeni, colpevoli ormai di tutto…
L’assenza di provvedimenti lungimiranti e non urgenti, quelli che non possono diventare merce di scambio per una manovra economica, è un’assenza per cui qualcuno, non certo gli immigrati, dovrebbe rispondere alla gente comune.
C’è chi dice: “non doveva accadere”. Ed alcuni giornalisti dicono che “la sicurezza resta terreno di scontro tra i poli”. Su questo terreno di scontro non devono cadere vittime i migranti, tanto meno i romeni.
“I rappresentanti delle istituzioni sfilano al funerale”…
Ora, i “cittadini comuni” danno il loro consenso a chi poi istituzionalmente amministra la cosa pubblica. Ed è sulla raccolta e sulla perdita di questi consensi che si basa la vita e l’attività di questi rappresentanti del popolo.
Eppure oggi qualcuno diceva ancora che “servono più forze di polizia”.
Forse perché buona parte sono impegnate a scortare i tifosi ed a difendere le città ed i treni dalla furia distruttiva di certe tifoserie?
Ma prospettare come soluzione uno stato di polizia non sarebbe risolutivo di un bel niente.
Se c’è un problema chiamato “sicurezza”, tanto grave da far scender in campo più forze dell’ordine, allora si predispongano le scorte, una volta al mese, per gli anziani che vanno a ritirare la pensione agli uffici postali. Li si consideri come dei tifosi legittimati a difendere la cifra della propria pensione dall’eventualità di un’aggressione di chicchessia.
Spiegare al marito, arrivato al funerale di sua moglie col silenzio di una rosa, perché non è stato possibile scortarla dalla stazione del pullman fino a casa, alla stregua dei tifosi violenti che mettono a ferro e fuoco le città in nome di una fede calcistica, non può essere compito della gente comune, tanto meno dei romeni.
Ma le forze dell’ordine da chi difendono i tifosi che scortano allo stadio? Dagli immigrati?
E non possono gli immigrati, i romeni, e nemmeno i rom spiegare alla gente comune il fallimento delle politiche dell’immigrazione e del decreto flussi dello scorso anno (e nemmeno quello dell’anno precedente).
Ed ai rom si dovrebbe trovare un posto sotto questo sole del terzo millennio. È una questione romena, italiana o europea? Nessuno ha la soluzione in tasca ma la domanda bisogna porla.
Troppo facile puntare il dito e sparare nel mucchio dei romeni, dei rom, e definirli tutti delinquenti. Come se tutti i mali dell’Italia provenissero dalla Romania. Noi, gente comune, se non vogliamo restare senza parole e doverci affidare ai fiori ed a qualche applauso, è a loro, ai rappresentanti delle istituzioni che dobbiamo chiedere conto della gestione della cosa pubblica.
Un anno fa a Milano un certo don Colmegna aveva sollecitato le istituzioni a prendere in considerazione la questione rom con progetti di inclusione sociale. Ed affermava: «Gli sgomberi privi di un conseguente piano sociale non servono a nulla se non a spostare il problema da un’altra parte». Chi avrebbe dovuto raccogliere quel drammatico appello?
La Casa della Carità di Milano, con l’impegno quotidiano di volontari e operatori, in concerto con alcune istituzioni, aveva attuato un progetto di inserimento sociale basato su convivenza, condivisione e costruzione di reciproca fiducia. Oggi i risultati dimostrano che in due anni, con il patto di socialità e legalità come strumento di relazione sociale e mediazione culturale, si è potuto ridare dignità ad alcune famiglie di rom provenienti dalla Romania, altrimenti destinate a situazioni di miseria e disagio come quelle che hanno generato il delitto di Roma.
Qualcuno, durante i presidi di gennaio contro il campo di Opera, alle porte di Milano, aveva gridato: «don Colmegna, vattene in Romania con i tuoi rom!». Frase ripetuta durante le manifestazioni al Parco Lambro di Milano. Don Colmegna in Romania? La Romania ne avrebbe sicuramente da guadagnare. Per la città di Milano e per i milanesi, ed anche per chi avrebbe potuto seguire il suo modello, sarebbe una grande, insostituibile perdita.
La situazione è delicata ma forse i problemi dovrebbero essere affrontati con una progettualità lungimirante e non emergenziale, con proposte concrete e non attraverso contestazioni esclusiviste e politiche espulsive.
Ma a sostenere i progetti, a spingere nella direzione di accordi bilaterali, ad approntare politiche di ampio respiro che affrontassero le situazioni oggi definite “disumane, inconcepibili, bestiali”… questo avrebbero potuto farlo soltanto i rappresentanti delle istituzioni.
Non si rendano responsabili anche dell’innesco di violenze e rappresaglie disumane. Ancora una volta non sarebbero soluzioni. Ed il giorno dopo ci sveglieremmo con gli stessi problemi di ieri ed uno in più.
Mi chiedo anche perché nel resto d’Europa non c’è ancora l’allarme romeni?
O tutti i delinquenti romeni sono in Italia  e le eccellenze romene vanno altrove oppure…
Qui mi pare che si parli di “fuga di cervelli” per altrove.
Non è la gente comune, quella che vive senza scorta e senza sconti “onorevoli”, a dover dare una risposta.
Perché sfilare ad un funerale può essere un segno, simbolicamente una presenza, di certo non è ancora una soluzione ai problemi della penisola.
“Non si dovrà ripetere mai più.” Stesse parole sentite durante i roghi dei campi rom di un anno fa, stesse parole sentite in occasione del ritrovamento dei 17 morti del Mediterraneo – già dimenticati -, ultimi di una strage della traversata che non ha fine. Forse non conosceremo mai i loro nomi.
Si chiamano invece Lorenzo, Roberto, Julio, Claudio, Chiara, Marisa, Adriano, Rosaria, Michela, Laura, Adeodato, Arnold, Tullio, Daniele, Melita, Rossella, Norman, per citare soltanto 17 delle persone che mi hanno espresso la solidarietà in questi momenti di “caccia al romeno”. Ringraziandoli ho ricordato anche a loro che il giudizio nei confronti di un popolo non deve fermarsi all’amicizia di una persona…
Semmai un primo incontro deve suscitare la curiosità per approfondire la conoscenza reciproca tra i popoli. E questo è un atteggiamento europeo di chi è “comunitario” da molto più tempo rispetto ad altri.
Un rappresentante delle istituzioni, in parlamento da oltre 20 anni, dichiara ai microfoni il giorno dopo il funerale di Giovanna Reggiani: “stanno arrivando da tutte le parti perché qui c’è maggiore tolleranza verso l’illegalità”.
Egli si riferiva agli immigrati. Ma a questo punto non importa il soggetto di una frase di questo genere ma la subordinata affermazione su un dato di fatto che dovrebbe avere più responsabili tra i rappresentanti delle istituzioni, compreso il dichiarante, che non tra la gente comune, e nemmeno tra gli immigrati.
“Stanno arrivando da tutte le parti…”
“…Perché qui c’è maggiore tolleranza verso l’illegalità.”
Detto da uno che da oltre vent’anni è nel parlamento italiano ha un certo significato.
La sicurezza non è solo una questione di luce nelle strade di periferia. Ma l’antirazzismo è questione di luce nelle menti delle persone. Prima che cali un buio simile a quello dell’aggressore, romeno, rom, europeo, che dir si voglia… buio sicuramente maturato in una situazione di disagio e degrado di cui, vogliamo o no, dovremmo prendercene cura.
Ora alcune persone inneggiano a roghi, fucilazioni, sterminio, espulsioni.
Si dimenticheranno in fretta anche di noi… sappiamo che è consuetudine. Altrimenti aspetteremo con fiducia i prossimi campionati di calcio. Gli “europei”…
In caso di vittoria l’oblio dei problemi, anche di questo delitto, anche dei morti nel mediterraneo, anche dei romeni, e pure dei rom, è assicurato.

Venerdì, 9 Novembre, 2007 - 10:10

installazione di una Ricicleria in Zona 4

Consiglio di Zona  4

 
 
Al Presidente del Consiglio di Zona 4
Al Presidente della Commissione Territorio e
     Ambiente della Zona 4                                                       Milano 08 novembre 2007
 
MOZIONE
 
Oggetto:  installazione di una Ricicleria in Zona 4
 
Premesso che:
 
sono attive sul territorio milanese sei Aree ecologiche – riciclerie, gestite da AMSA come “aree attrezzate e custodite dove i cittadini e le piccole imprese artigiane possono portare tutti i materiali riciclabili anche voluminosi, rifiuti ingombranti, materiali inerti (macerie, sanitari, calcinacci) o rifiuti urbani pericolosi” (dal sito AMSA)
fino ad alcuni anni fa era in funzione la ricicleria di via Zama, 33 mentre ora la nostra Zona non è coperta dal servizio,    
considerato che:
 
la Ricicleria abbassa il rischio della dispersione dei rifiuti abbandonati nelle discariche abusive, spesso altamente inquinanti,
nelle Riciclerie si raccoglie non solo il materiale riciclabile ma anche quello classificato come rifiuto urbano pericoloso, non smaltibile con il servizio AMSA su chiamata,
il gradimento della cittadinanza che si avvale del servizio e la sua forte valenza civica,
 
il Consiglio di Zona 4 chiede all’Assessorato comunale competente:
 
- di voler assegnare un’area comunale della Zona 4 ad AMSA allo scopo di attrezzare un’Area ecologica – Ricicleria sul modello di quelle già funzionanti a Milano,
- di valutare, allo scopo, le aree in via di acquisizione comunale dal Consorzio Canale Navigabile (in particolare l’area compresa tra le vie Sant’Arialdo, San Dionigi e Fabio Massimo), dove è possibile organizzare un più vasto e riconoscibile “Polo del recupero e del riciclo”, stante la presenza di diverse aziende operanti nel settore.
 
Il Consiglio di Zona 4 si impegna infine:
 
a convocare un incontro con Comune di Milano, AMSA e ogni altro soggetto coinvolto al fine di verificare la fattibilità dell’intervento oggetto della presente delibera;
a rafforzare la collaborazione istituzionale con AMSA e Polizia Locale sul tema del recupero delle risorse e volta alla diffusione della pratica del riuso, del riciclo e della raccolta differenziata dei rifiuti.   
 
Massimo Gentili  Partito dei Comunisti Italiani
PierAngelo Tosi  Verdi per la Pace
Franz Brunacci     Partito della Rifondazione Comunista
Alessandro Rizzo  Lista Dario Fo
Daniele Olivieri    Socialisti Liberali Radicali
 
                       
 

Giovedì, 8 Novembre, 2007 - 12:35

Osservatorio di Milano:presentato Ricorso al TAR contro il Ticket

Il direttore dell'Osservatorio di Milano, Massimo Todisco, ha presentato - con l'ausilio dell'avvocato Claudio Linzola - un ricorso al T.A.R. sottoscritto da 36 cittadini di diverse professioni, alcuni dei quali non residenti a Milano.
Il ricorso riguarda le 2 delibere della Giunta Comunale del 20 e 26 luglio u.s. e l'ordinanza del sindaco Moratti del 6 agosto, con le quali si vuole far pagare a partire da gennaio una tassa per chi entra in centro con un'auto euro 1/2.
Le adesioni al ricorso da parte di cittadini di Milano e provincia hanno superato le 1000 unità, ma per motivi tecnici, ovvero per non appesantire il lavoro del T.A.R. è stato firmato dai primi 35 richiedenti.
"Il ricorso, ha affermato il direttore dell'Osservatorio, riguarda il metodo e il merito degli atti amministrativi contestati: per il metodo si ricorre per la mancata discussione in Consiglio Comunale di una delibera che riguarda una nuova tassa da 40 milioni di euro l'anno". "Per quanto riguarda il metodo si contesta l'inefficacia del provvedimento - ha proseguito Todisco - in quanto si creerà un'area di 1 km di profondità attorno alla zona chiusa dove si registrerà un incremento del traffico e dell'inquinamento. Oltre a ciò sono discriminati i possessori di auto euro 1 e 2, ovvero i ceti più deboli, extracomunitari, studenti, pensionati e famiglie a basso reddito e i commercianti che hanno la loro attività nella zona chiusa i quali vedranno ridotti i loro introiti". "Ma la cosa più grave -ha concluso Todisco - che con questo provvedimento si entra in una cultura che monetizza la salute: se mi paghi ti dò la licenza di inquinare, in altri termini con l'utilitaria pagando 2 euro puoi emettere 53 mg.di PM10 /km. Con 10 euro con un SUV puoi emettere 223 mg/km".
Nel ricorso si richiede la sospensiva del funzionamento delle telecamere posizionate nei 41 varchi di accesso alla città e con esso il blocco della sperimentazione che non renderà possibile al sindaco avviare il provvedimento all'inizio di gennaio del 2008.
8.11.2007

Giovedì, 8 Novembre, 2007 - 11:07

Guernica: la pace contro la barbarie

Un pomeriggio dedicato alla tragedia di Guernica, tra storia e cultura, organizzato da Arci Milano, dalla Casa della Pace e dall’Assessorato alla Pace, Partecipazione e Cooperazione Internazionale della Provincia di Milano.

L’iniziativa “Guernica: la pace contro la barbarie” si terrà presso la Casa della Pace di Milano (Via Dini 7) il 9 novembre dalle ore 16.00.

Verrà proiettato il film “Guernica: la morte dal cielo” di Alberto Rojo e Hanno Brũhl (52’, Spagna / Germania / Italia 2007): si tratta del primo documentario che racconta in maniera completa la tragedia del villaggio basco bombardato nel 1937, con testimonianze inedite e documenti finora tenuti segreti.

Seguirà un dibattito con l’Assessora Irma Dioli, presidente della Casa della Pace; con Marco Novarino, docente di storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Torino; Flavio Mongelli, presidente di Arci Milano; Pietro Margheri, rappresentante dell’AICVAS (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna); Pablo Rossi, figlio di Attilio, primo organizzatore della personale di Ricasso tenutasi a Milano nel 1953. Inoltre, interverrà un esponente del Museo della Pace Gernika Gogoratuz di Guernica.

In occasione del convegno verrà allestita anche una mostra con materiali fotografici del Museo della Pace e sarà distribuita una brochure con interventi e articoli di fondo sull’iniziativa.

Per info:
casadellapace@provincia.milano.it
02 84 74 77 271
02 84 74 77 265

Come raggiungerci:
MM2 Abbiategrasso; tram 2, 15; bus 79.

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