

Non privatizziamo l'acqua
Condividiamo pienamente la posizione di Molinari e Rosati in merito alla ventilata privatizzazione dell’acqua del Milanesi.
Vorremmo ricordare in proposito che uno dei principali motivi del conferimento dell’Acquedotto a MM avvenuto 7 anni fa era dovuto al fatto che il Comune avrebbe potuto continuare a essere garante del controllo di questa risorsa.
Certo che allora sarebbe stato giusto conferirlo a AEM – come noi avevamo proposto per costituire un forte polo di utility pubbliche – ma il processo di privatizzazione voluto da Albertini ha portato al 33% la quota del Comune in AEM. E oggi il conferimento a AEM vanificherebbe le garanzie di controllo pubblico su una risorsa primaria come l’acqua.
Marilena Adamo
Tassisti, non teppisti. Solidarietà a Giavazzi.
La Liberalizzazione della vendita dei farmaci favorisce i consumatori
Per esempio, la levata di scudi delle organizzazioni di categoria dei farmacisti (e dei loro difensori come l’assessore De Albertis) vorrebbe far passare inosservate alcune questioni evidenti a qualunque interlocutore in buona fede, nell’ordine:
1. il settore farmaceutico è stato finora regolato da una legge corporativa del 1931: in forza di quelle norme anche la vendita dei prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione (SOP) e da banco (OTC – Over the Counter) resta appannaggio esclusivo dei farmacisti
2. la liberalizzazione di questo canale spezzerà un ormai anacronistico oligopolio e potranno determinarsi diminuzioni di prezzo oscillanti tra il 20% e il 45% confronto a quelli attuali, con sicuro sollievo per i bilanci familiari, sui quali la spesa farmaceutica incide notevolmente. Che la diminuzione dei prezzi sia possibile è dimostrato dal fatto che negli altri Paesi europei gli stessi prodotti costano quasi sempre di meno.
3. i supermercati che decideranno di attrezzarsi per la vendita dei farmaci SOP e OTC dovranno allestire all’interno dei supermercati aree attrezzate e affidate alla responsabilità di farmacisti professionisti allo scopo di consigliare gli utenti nella scelta dei farmaci da banco e impedire eventuali abusi.
Il dibattito che sta accompagnando i provvedimenti varati dal Decreto Bersani trascura troppo spesso l’elemento di fondo: che è rappresentato dai vantaggi che possono derivarne per i consumatori, la stragrande maggioranza della popolazione.Per esempio, la levata di scudi delle organizzazioni di categoria dei farmacisti (e dei loro difensori come l’assessore De Albertis) vorrebbe far passare inosservate alcune questioni evidenti a qualunque interlocutore in buona fede, nell’ordine:1. il settore farmaceutico è stato finora regolato da una legge corporativa del 1931: in forza di quelle norme anche la vendita dei prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione (SOP) e da banco (OTC – Over the Counter) resta appannaggio esclusivo dei farmacisti2. la liberalizzazione di questo canale spezzerà un ormai anacronistico oligopolio e potranno determinarsi diminuzioni di prezzo oscillanti tra il 20% e il 45% confronto a quelli attuali, con sicuro sollievo per i bilanci familiari, sui quali la spesa farmaceutica incide notevolmente. Che la diminuzione dei prezzi sia possibile è dimostrato dal fatto che negli altri Paesi europei gli stessi prodotti costano quasi sempre di meno.
Ciò non fa che confermare quanto già risaputo: il centro-destra preferisce difendere l’interesse di piccole categorie a discapito dei consumatori.
Consigliere comunale dell’Ulivo
Metroweb resti in mano pubblica
Giovanni Colombo
consigliere comunale dell’Ulivo