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Giovedì, 20 Luglio, 2006 - 15:46

La Liberalizzazione della vendita dei farmaci favorisce i consumatori

Il dibattito che sta accompagnando i provvedimenti varati dal Decreto Bersani trascura troppo spesso l’elemento di fondo: che è rappresentato dai vantaggi che possono derivarne per i consumatori, la stragrande maggioranza della popolazione.
Per esempio, la levata di scudi delle organizzazioni di categoria dei farmacisti (e dei loro difensori come l’assessore De Albertis) vorrebbe far passare inosservate alcune questioni evidenti a qualunque interlocutore in buona fede, nell’ordine:

1. il settore farmaceutico è stato finora regolato da una legge corporativa del 1931: in forza di quelle norme anche la vendita dei prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione (SOP) e da banco (OTC – Over the Counter) resta appannaggio esclusivo dei farmacisti
2. la liberalizzazione di questo canale spezzerà un ormai anacronistico oligopolio e potranno determinarsi diminuzioni di prezzo oscillanti tra il 20% e il 45% confronto a quelli attuali, con sicuro sollievo per i bilanci familiari, sui quali la spesa farmaceutica incide notevolmente. Che la diminuzione dei prezzi sia possibile è dimostrato dal fatto che negli altri Paesi europei gli stessi prodotti costano quasi sempre di meno.
3. i supermercati che decideranno di attrezzarsi per la vendita dei farmaci SOP e OTC dovranno allestire all’interno dei supermercati aree attrezzate e affidate alla responsabilità di farmacisti professionisti allo scopo di consigliare gli utenti nella scelta dei farmaci da banco e impedire eventuali abusi.

Il dibattito che sta accompagnando i provvedimenti varati dal Decreto Bersani trascura troppo spesso l’elemento di fondo: che è rappresentato dai vantaggi che possono derivarne per i consumatori, la stragrande maggioranza della popolazione.Per esempio, la levata di scudi delle organizzazioni di categoria dei farmacisti (e dei loro difensori come l’assessore De Albertis) vorrebbe far passare inosservate alcune questioni evidenti a qualunque interlocutore in buona fede, nell’ordine:1. il settore farmaceutico è stato finora regolato da una legge corporativa del 1931: in forza di quelle norme anche la vendita dei prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione (SOP) e da banco (OTC – Over the Counter) resta appannaggio esclusivo dei farmacisti2. la liberalizzazione di questo canale spezzerà un ormai anacronistico oligopolio e potranno determinarsi diminuzioni di prezzo oscillanti tra il 20% e il 45% confronto a quelli attuali, con sicuro sollievo per i bilanci familiari, sui quali la spesa farmaceutica incide notevolmente. Che la diminuzione dei prezzi sia possibile è dimostrato dal fatto che negli altri Paesi europei gli stessi prodotti costano quasi sempre di meno.

Siamo certi che questo provvedimento potrà portare a una reale diminuzione del costo dei farmaci, così come ne eravamo certi quando, nel corso del precedente mandato in Consiglio comunale, avevamo proposto all’aula di Palazzo Marino una mozione che impegnava il sindaco a sostenere la proposta di liberalizzazione dei canali di vendita di questi farmaci. Peccato che i consiglieri della maggioranza si siano rifiutati di discuterla in aula.
Ciò non fa che confermare quanto già risaputo: il centro-destra preferisce difendere l’interesse di piccole categorie a discapito dei consumatori.
Aldo Ugliano
Consigliere comunale dell’Ulivo

Le farmacie che garantiscono il servizio in centri con poche centinaia di abitanti non hanno la possibilità di competere con gli ipermercati che, anche grazie a una collocazione territoriale favorevole, attraggono decine di migliaia di clienti e dispongono di risorse economiche e organizzative ben superiori a quelle di una farmacia. Il rischio è che i cittadini vadano a fare scorta di medicine negli ipermercati, attratti da offerte e sconti, magari solo su pochi farmaci, che una piccola farmacia non può fare. Le farmacie rurali, che già hanno un equilibrio economico precario, verrebbero messe definitivamente in crisi.

Non solo. Le piccole farmacie dovranno subire anche la concorrenza sfrenata delle catene di farmacie che si creeranno grazie alle misure contenute nel decreto.

Le farmacie di molti piccoli centri potrebbero chiudere definitivamente. Gli abitanti di tante località minori del nostro Paese verrebbero privati del servizio essenziale garantito dalle farmacie che spesso sono l’unico presidio sanitario sempre accessibile. È questo che vuole il Governo?

I farmacisti rurali chiedono ai cittadini di comprendere le loro ragioni e di sostenere la loro battaglia per mantenere in vita un servizio indispensabile e capillare sul territorio.
Non è vero che le farmacie vogliono impedire la vendita di farmaci al supermercato.

Per le farmacie è giusto che i farmaci di automedicazione siano venduti in qualsiasi esercizio commerciale, anche senza il farmacista.

È così nei Paesi d’Europa in cui i farmaci di automedicazione sono venduti anche fuori dalla farmacia.

Il Governo, invece, vuole che i farmaci siano disponibili solo negli ipermercati. Per ottenere ciò si è inventato l’obbligo tutto italiano (suggerito dalla Coop) della presenza del farmacista.

Guarda caso, il farmacista se lo potranno permettere solo i più grandi punti vendita delle maggiori catene di supermercati. Quelli dove le famiglie vanno, con l’automobile, per fare provviste.

I farmacisti, le istituzioni europee e l’Antitrust vogliono che i cittadini possano trovare l’aspirina in qualsiasi esercizio commerciale, compresi i piccoli supermercati e gli autogrill in autostrada. Questo è realizzabile solo se non c’è l’obbligo della presenza del farmacista.

Il Governo dice di voler far risparmiare i cittadini. Ma la realtà è un’altra: il Governo vuole garantire l’esclusiva della vendita dei farmaci di automedicazione a pochi grandi gruppi economici, i soli che possono permettersi di assumere farmacisti.

Commento di Utente non registrato inserito Gio, 27/07/2006 10:39

Non si parla di un'altra opportunità offerta dalla nuova legge:
Ogni farmacista può aprirsi la propria attività e vendere tutti i farmaci non soggetti a prescrizione medica, io lo sto già facendo.
Considerando che per lavorare come farmacista dipendente ho accettato una collaborazione libera (????) otto ore al giorno cinque giorni alla settimana per un anno a euro 0 con la promessa di un'assunzione che poi, di fatto è stata: 3 mesi + altri 3 mesi + 25 giorni a casa non pagato perchè.. " mi dispiace ma non posso farti più di due contratti a termine consecutivi" + 6 mesi + 25 giorni a casa non pagato + sostituzione maternità + ....è arrivata la nuova legge e mi sono messo per conto mio... per me e per tanti farmacisti come me che non essendo milionari e non avendo il papà farmacista avevano come unica possibilità quella di fare i commessi alle condizioni sopra elencate, la situazione è migliorata non poco.
I consumatori ? solo una domanda... come mai io che compro i farmaci a prezzi decisamente meno vantaggiosi rispetto a farmacie che mediamente fatturano milioni di euro riesco già a fare il loro stesso sconto ( e sono ancora largo...) ?
Le farmacie rurali andranno in crisi? accidenti mi dispiace per il mio compagno d'università Alessandro che dopo aver rilevato una farmacia rurale ha cambiato un paio di mercedes in un paio d'anni....

Commento di Utente non registrato inserito Mer, 23/08/2006 18:28