
Dopo il «rodaggio» con le primarie del Pd, informazione 24 ore al giorno
Milanow, in onda il canale «all news»
La sfida di Telelombardia a Rai 5: «Saremo la vera tv dell'Expo 2015, non abbiamo padroni politici»
La promessa: «Non sarà una tv degli apparati, non sarà una tv di regime e non avrà una riconoscibilità politica, perché non abbiamo paura ad essere editori puri». E l'elenco dei «non abbiamo» continua: «Non abbiamo padroni politici, finanziamenti politici, ambizioni politiche; non dobbiamo rispondere a nessuno; non ho altre attività; non faccio il costruttore; non abbiamo raccomandati, parenti, soci ingombranti, non abbiamo veline, (nessuno è perfetto), non abbiamo paura di essere liberi».
Parenzo show. Per una tv, Milanow, che è in onda dall'8 novembre, che ha dedicato una diretta non stop alle primarie del 14 novembre e solo nei prossimi giorni avrà un numero di canale dedicato. I temi: cronaca, politica, cultura, spettacoli. Copertura totale e un'ambizione: «Milanow sarà il vero canale di Expo 2015». Sfida a Rai5, che martedì ha annunciato nel palinsesto uno spazio dedicato all'esposizione universale di Milano. Si parte. Con i complimenti delle istituzioni: «Milanow risponde alle opportunità - ha spiegato Letizia Moratti - che Milano sa offrire». Il commento di Boni: «Il parlamento lombardo vuole essere a fianco di una realtà che produce tante informazioni di servizio ai cittadini».
Annachiara Sacchi
25 novembre 2010


Disservizi gravi e reclami ripetuti sono un "vanto" per ATM?
Sì perchè l'Azienda Trasporti Milanesi molla ancora i suoi passeggeri/clienti, in particolare quelli in periferia, senza informazioni nonostante le potenti tecnologie di geolocalizzazione dei mezzi.
Domenica 21 novembre, dopo le 19, al buio e sotto la pioggia, si aspetta la 58 alle fermate di via Cabella a Baggio.
Non si sa quando arriva nè quanto attendere perchè i display delle pensiline, in entrambe le direzioni, non funzionano.
Sono lì ad ornamento e offrono un gran senso di insicurezza!
Cordialmente.
Maria Lucia Caspani


Scricchiola come una vecchia sedia di paglia la politica non politica, non risolutiva, dell'order without law, ordine senza regole, senza norme, spesso senza fini, del vicesindaco De Corato e dell'attuale giunta milanese. Le ordinanze in Via Padova hanno visto deroghe presentarsi gradualmente su ricorso di alcuni esercenti. Così il TAR, in totale coerenza giurispudenziale amministrativa, ha accolto i ricorsi di tre locali in zona Corvetto, che diventa sempre più esentedibile come zona a macchia d'olio nelle ricorrenti cronache "notturne" giornalistiche, che hanno chiesto la sospensione dell'ordinanza emessa ad agosto e rinnovata a metà ottobre. I tre esercizi commerciali, Patchouli, la discoteca il Karma e la birreria Moon Shine potranno chiudere alle 2 anzichè a mezzanotte, come previsto dall'atto voluto dal sindaco, che sempre più, grazie anche alla legge sul pacchetto sicurezza del governo, acquisisce sempre più la caratteristica di "prefetto". Le politiche non politiche dell'attuale giunta di centrodestra non apportano benefici. Più volte ho sottolienato questo concetto in diversi miei interventi in consiglio di zona e su alcuni giornali e periodici locali, nonchè sul presente blog. Non ha apportato benefici soprattutto se si considera l'assenza totale di disposizioni funzionali a cotnrastare con coerenza e costanza il fenomeno malavitoso delle cosche mafiose di controllo e di mercanteggiamento degli alloggi sfitti delle case popolari, mi riferisco in aprticolare modo a quelle nel quartiere "Mazzini". Il carattere dell'ordinanza, come più volte descritto dall'EPAN, l'associazione dei pubblici esercizi, aveva un sapore fortemente paternalistico e lesivo di quella libera espressione dell'attività imprenditoriale commerciale, capisaldo ideale e culturale di una destra che si professa a parole "liberista". La contraddizione nasceva anche dal fatto che il Comune stesso a suo tempo aveva rilasciato le licenze a locali, lounge bar, locali pubblici con un determinato orario di apertura e che tale orario venisse ridimensionato con un atto voluto arbitrariamente dall'attuale vicesindaco, con delega alla sicurezza, e dall'attuale sindaco di Milano. Una lettera di un cittadino pubblicata sul Corriere di Milano qualche mese fa, all'origine dell'applicazione dell'ordinanza, aveva considerato come fosse più difficile e pericoloso per la propria moglie passeggiare per Via Mincio e Viale Brenta all'uscita dalla piscina in Via Mincio per giungere a casa, dato che le strade sarebbero apparse deserte e prive di punti di aggregazione. Un noto sociologo, Bonomi, ha più volte sottolineato come punti di aggregazione umana siano deterrenti a forme di microcriminalità e alla commissione di reati di piccolo e medio calibro, spesso disturbanti la quiete e l'ordine pubblico, spesso offensivi dell'incolumità delle persone. De Corato come è suo stile scarica la frustrazione del fallimento della propria politica delle ordinanze e dei divieti, se non degli sbarramenti e delle cancellate, su una scelta legittima ed equilibrata espressa dalla magistratura amministrativa, adducendo che i cittadini valgono meno delle lobby. Ma quale lobby intende De Corato? I commercianti che hanno fatto ricorso hanno solamente esercitato un diritto e una propria prerogativa nei confronti di un atto arbitrario e inutile quale è l'ordinanza, applicata a macchia di leopardo, creando alcune zone come "ghetti", luoghi di emarginazione, spazi da tenere lontani e isolati, adottando, così, misure disomogenee sul territorio municipale, definendo quartieri da ritenersi "pericolosi" e altri da ritenersi "meno pericolosi". L'ordinanza ha spaccato la cittadinanza, ha dato risposte eccessive, non ragionevoli e non proporzionate, a problematiche da risolvere attraverso il dialogo civico, rendendo partecipi i vari soggetti sociali intweressati, e garantendo, così, una regolamentazione rinnovata e innovativa del commercio. La generalizzazione banale e pericolosa dell'ordinanza, infine, ha apportato a un'applicazione fuori dall'ambito dei presupposti richiesti dalla legge. La stessa maggiroanza ha avuto posizioni variegate e diversificate in merito, tanto che la Lega, vistasi "scippata dal protagonismo volitivo del vicesindaco" riguardo la materia dell'"ordine pubblico, ha più volte, con toni certamente discriminatori e punitivi verso gli esercenti tenuti da gestori immigrati, sottolineato come l'ordinanza penalizzasse senza senso locali e discoteche che non potevano essere definite come "pericolose". La libera concorrenza veniva e viene alterata dalla presente ordinanza in quanto applica diverse misure in base ai diversi casi. I grandi discount potranno proseguire nel vendere al consumatore birre e alcoolici anche oltre agli orari consentiti, mentre i locali non potranno farlo, venendo sanzionati nel caso in cui trasgredissero la disposizione a riguardo. Occorrerebbe, se ci fosse un'amministrazione resposnabile e consapevole della portata del tema sicurezza, aprire tavoli di confronto propositivo utili a garantire nuove regole per tutti in materia di rilascio delle licenze e disposizioni che assicurino il contrasto effettivo ed efficace della criminalità organizzata che si annida in diverse situazioni dei quartieri popolari e che registra affari illeciti e malavitosi di alta portata, spesso agenti inalterati nell'ambito cittadino, ma fonte di speculazione e di gestione del crimine pericolosa per la convivenza sociale.
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano


Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
Al Milano Convention Centre
Moratti: "La famiglia al centro della politica"
Il Sindaco ha partecipato alla tavola rotonda: Le politiche familiari a livello locale, nell’ambito della Conferenza Nazionale della Famiglia che si conclude oggi. Moratti: "Milano laboratorio di soluzioni di successo nel campo del sostegno alla famiglia"
Milano, 10 novembre 2010 – “La famiglia è al centro della politica di questa amministrazione, abbiamo investito nel welfare oltre un quarto delle risorse del bilancio comunale, circa 265 milioni di euro all’anno. Lavoriamo con le associazioni per progettare insieme servizi. C’è una forte collaborazione tra pubblico e privato, abbiamo istituito un nuovo modello di erogazione dei servizi, passando da un sistema di affidamento per gara a un sistema di accreditamento per consentire alle famiglie di scegliere servizio e fornitore più adatto alle proprie esigenze". Con queste parole il Sindaco Letizia Moratti e intervenuta alla Tavola rotonda “Le politiche familiari a livello locale”, nell’ambito della Conferenza Nazionale della Famiglia al Milano Convention Centre di via Gattamelata.
"Milano è un laboratorio di soluzioni di successo nel campo del sostegno alla famiglia. Un tema importante che, oggi, è al centro del dibattito politico nazionale, un dibattito che si arricchisce attraverso un confronto vivo tra Governo e amministrazioni locali, proprio a partire da città come Milano”.
“In questi anni abbiamo continuato a investire nel welfare – ha proseguito Letizia Moratti – a testimonianza del ruolo prioritario che la famiglia riveste nelle scelte della nostra amministrazione. Una scelta che il Governo ha sostenuto destinando i diversi finanziamenti europei ai progetti che il nostro Comune, in partnership con il territorio, ha messo in campo. Un lavoro condiviso che dobbiamo continuare a rafforzare e rilanciare”.
Il Sindaco infine ha ricordato i servizi promossi in questi anni. Dal sostegno per circa 20mila nuclei familiari nelle spese dell’affitto di casa allo stanziamento di 5 milioni di euro per le famiglie più colpite dalla crisi, dalle nuove politiche di housing sociale ai bonus bebè e cicogna per le mamme che lavorano. Sono oltre 6.500 le famiglie in carico al Comune, pari a un investimento di oltre 9 milioni di euro.
“Penso, inoltre, all’offerta di posti nido – ha concluso – che, grazie all’incremento del sistema pubblico-privato è tra le più alte d’Italia, un’offerta superiore agli standard stabiliti da Lisbona. Abbiamo assegnato 11.300 posti, di cui il 30% usufruisce della gratuità. Ai nidi abbiamo affiancato nuove strutture flessibili come i centri prima infanzia e i tempi per la famiglia oltre alle 33 sezioni primavera. Abbiamo infine 170 scuole dell’infanzia che accolgono 22.000 bambini. Con il progetto ‘Think Tank’ abbiamo lavorato per dare risposte concrete al tema della conciliazione famiglia-lavoro, mettendo in campo una rete di servizi capace di supportare le madri che lavorano. Una rete di eccellenze che, non a caso, fa di Milano la città leader in Italia per tasso di occupazione femminile”.



I cinque referendum ambientalisti sono stati accolti con la sottoscrizione di 15000 firme. Milanosìmuove, il titolo dell'iniziativa, è partita. Buona cosa: sollecitare dibattito e discussione su temi che riguardano la qualità del vivere nella città è sempre utile e importante. Ma le contraddizioni, anche minime, sorgono nel momento in cui tra i quesiti referendari, molto generici, alcuni dei quali inefficaci per la portata e per il contenuto, vedere a riguardo il tema dell'estensione dell'ecopass, e le esigenze primarie di servizio richieste come prioritarie della cittadinanza utente sussiste una forte discordanza. Tali quesiti, a parere del sottoscritto, infine, rischiano di risultare poco utili se non vengono contestualizzati e anticipati da prassi amministrative propedeutiche, ed elementari per una città europea e sviluppata oserei dire. Leggo su Repubblica di Milano che il servizio gratuito di trasporto per gli studenti e i docenti della Bicocca è stato soppresso per volontà dell'ATM. Si considerava da parte dell'azienda trasporti milanese che tale servizio fosse contrastante alla concorrenza e agli ambiti di azione commerciale promossi dalla medesima. E' vero oserei dire: a Milano i trasporti pubblici sono serviti da un'unica azienda e la competenza in merito è assoluta e non accoglie forme concorrenti. Il problema non è di natura giudiziaria ovviamente: non possiamo focalizzare l'attenzione su una diatriba di competenze e funzioni. Il problema è di natura squisitamente politica, ossia le linee politiche di promozione dell'utilizzo del trasporto pubblico con forme di agevolazioni per fasce di utenti specifiche, come accade in ogni città che viene definita europea, quindi vivibile, umanamente sostenibile. Mi affianco chiaramente alle mobilitazioni e alle denunce degli studenti e dei docenti che giustamente esprimono opposizione a una scelta non scelta che determina per questioni di competenza e di concorrenza la sospensione di un utile servizio. L'università Bicocca aveva più volte chiesto alla stessa azienda un simile servizio di trasporto gratuito solamente per determinate categorie, studenti, docenti, ricercatori, amministratori universitari, che collegasse direttamente la stazione di Greco con il polo accademico. L'ATM ha risposto, come ancora oggi fa giustificando un'insensata e irresponsabile assenza di servizio, considerando che il tratto interessato è servito in quanto esistono già due linee di tram e di autobus, non concependo, così, che l'utente che deve recarsi all'università dalla stazione di Greco deve cambiare due, addirittura tre linee di trasporto. Il servizio è stato appaltato con bando regolarmente indetto dall'Università a un'azienda barese, vincitrice. Il fatto ha comportato il ricorso dell'ATM per sovrapposizione di competenze. L'Università chiede a questo punto una pronuncia da parte del Comune che non arriva: 60 giorni scaduti e il silenzio assenso scatta. Ma dopo qualche giorno che l'appalto era stato indetto il Comune blocca la gara e il servizio viene sospeso e interrotto. L'azienda di Bari ricorre contro la pronuncia, vince e il servizio viene ripristinato. A un nuovo stop del Comune il servizio viene, infine, sospeso. Chi è penalizzato da questo iter giudiziario e amministrativo di pronunce e competenze? Docenti, studenti e ricercatori, impiegati e dipendenti del settore amministrativo dell'Università. Ossia sono penalizzate una serie di categorie che spesso provengono da fuori Milano, catalogabili genericamente come city user, e che sarebbero anche indotti a utilizzare i trasporti pubblici solamente se essi fossero funzionanti, efficienti e soprattutto discretamente estesi sulle aree di lavoro e di studio che quotidianamente frequentano. I treni dei pendolari delle Ferrovie Nord sono stati per il 35% soppressi: la Regione esprime questo "lutto" adducendone la causa ai tagli ai trasferimenti agli Enti Locali voluti da una finanziaria che penalizza tutti riducendo come un taglia erba i vari capitoli in modo indifferenziato. E' anche questa la causa, non c'è dubbio, ma spesso la causa principale di tali conseguenze angarianti consiste in un'assenza totale di strategie politiche funzionali a investire su una rete di trasporto pubblico agevole e diffusa. Su questi temi, che sono prioritari per una città in cui non c'è un disegno minimo dei criteri di ampliamento qualitativo e quantitativo del servizio di trasporto pubblico, che cosa il Comune è intenzionato a fare, e soprattutto l'Azienda dei Trasporti Milanesi, interessata solamente a definire con atti giudiziari amministrativi la sua assoluta competenza, lasciando scoperto un tratto che potrebbe essere collegato da un unico servizio agevolato di trasporto, magari ecocompatibile, come quello sospeso, e gratuito per determinate categorie? Perchè l'ATM in questo ambito specifico non ha essa stessa provveduto a offrire e coprire un servizio di trasporto diretto tra Greco e Bicocca, vantaggioso per la stessa azienda? Questa situazione è esemplificativa di una situazione più generale e direi devastante e devastata del servizio della rete di trasporti urbana. Che cosa significa, poi, lo chiedo alla direzione dell'ATM e al Comune di Milano, considerare che tale servizio fosse contrario alla concorrenza perchè offriva un trasporto gratuito a cui accedevano anche altre tipologie di utenze, e non solo le categorie interessate? Ha senso buttare, così, via l'acqua sporca con il bambino per il signor Elio Catania, amministratore delegato ATM? Non sarebbe semplice quindi aver affidato all'ATM la gestione di un simile e utile servizio intensificando i controlli al fine di evitare che alcuni utenti beneficiassero gratuitamente senza averne i requisiti? Ci sono linee metropolitane, la linea 4 per esempio, stoppate e fermate nel loro semplice avvio, la cui realizzazione era già stata promossa all'interno di quelle grandi opere da condursi in occasione del "mirabolante appuntamento" dell'EXPO. Ci sono zone intere della città il cui raggiungimento risulta essere difficile da parte di un'utenza spesso proveniente da situazioni lontane, dove sorgono grandi cattedrali del deserto, presentate come nuove città nella città, ora solamente poli fieristici o commerciali, o centri accademici di studio e di lavoro quotidiano. Domando, infine, ai promotori dei referendum ambientalisti, il cui intento è anche nobile ma inefficace nella maggior parte della portata delle richieste, se può essere interessante per queste categorie, la cui maggioranza proviene dalle città della provincia e della regione, parlare di estensione dell'ecopass, nel momento in cui un simile provvedimento, rebus sic stantibus, non farebbe altro che colpire fasce di utenza e categorie deboli senza offrire loro occasioni e offerte di servizio agevolato? Incominciamo veramente a parlare di strategie consone e opportune che agevolino l'utilizzo dei mezzi, abbandonando l'autovettura privata, con politiche che investino e diffondino la rete di servizio di trasporto pubblico su un'area che non sia solo quella municipale, sarebbe anacronistico restringere l'intervento solamente a questa porzione minima di spazio, ma anche metropolitana e meta-metropolitana, attraverso accordi e convenzioni tra i differenti comuni e le differenti province che vedono i propri residenti quotidianamente muoversi in direzione del capoluogo. Garantiamo a categorie specifiche, come avviene a Parigi, a Londra, a Berlino, a Lione, per esempio, agevolazioni utili e funzionali alle attività che queste persone si trovano a dover svolgere ogni giorno nella nostra città. Parliamo di servizi di trasporto gratuito che colleghino stazioni ferroviarie, oppure parcheggi non pertinenziali, magari da costituirsi all'entrata della città, con stazioni della metropolitana vicine o addirittura poli di impiego e di studio, come può essere in questo caso la Bicocca. Questi sono i temi principali che devono essere affrontati da cui partire per rendere questa città vivibile e a misura d'uomo, di cittadino: sono le fondamenta di politiche di una mobilità moderna, efficiente e soprattutto agevole. Solo così si può veramente incidere culturalmente ed economicamente per rendere l'utilizzo del mezzo pubblico conveniente e competitivo rispetto a quello privato. Dopo possiamo parlare di forme di pagamento del pedaggio stradale, la congestion charge, e non un'estensione semplice e insensata dell'ecopass che sarebbe solamente una tassa verso chi non può permettersi automobili a basso impatto ambientale. Partiamo valutando nuove politiche per una mobilità sostenibile e seria, agevolante la maggior parte delle persone, e diffusa. Penso che questo fatto che interessa la Bicocca, chi ci studia, chi ci lavora, chi ci insegna, sia esemplificativo dello squallido fallimento che il Comune dolosamente ha attuato nell'ambito della programmazione di una politica sulla mobilità.
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano


Innanzitutto questi graffiti non servono alla città. Nessuno sente la loro necessità, tranne i writers stessi. I graffiti sono solo una forma di esibizionismo gratuito, di cui tutti farebbero volentieri a meno (tant' è che nessuno che si fa una nuova casa la fa affrescare dai graffiti, belli o brutti che siano).
In secondo luogo questa iniziativa è altamente diseducativa. In pratica un premio alla violenza. Il messaggio che arriva è :"visto che alla fine l' abuso e la prepotenza pagano?. Se non facevamo i vandali, le istituzioni non si muovevano. Se adesso ci danno spazi, vuol dire che avevamo ragione....".
In terzo luogo, che senso ha dare quattro muri a pochi writers? E tutti gli altri aspiranti "artisti" che fanno? Se riconosciamo che l' arte "pubblica" (cioè la pretesa di imporre a tutti i propri ghiribizzi sui muri della città) è cosa buona e giusta, allora dovremmo dare tre quarti (o quattro quinti) della città ai writers.
Cosa che infatti fanno già, fregandosene delle pretese buoniste e demagogiche della Gisella Borioli.


Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
All'Università Commerciale Luigi Bocconi
"No-profit e pubblico per una Milano solidale"
Il Sindaco Moratti è intervenuto al XXXIII convegno dell'Accademia italiana di economia aziendale:"Collaborazione e condivisione consentono di affrontare il futuro con slancio costruttivo utile a promuovere soluzioni innovative per il bene comune" Milano, 21 ottobre 2010 – “Siamo fieri di ospitare a Milano questo grande evento. Un momento importante di confronto tra operatori pubblici e aziende no-profit, perché solo la collaborazione e la condivisione consentono di affrontare il futuro con quello slancio costruttivo utile a promuovere soluzioni innovative per il bene comune”. Con queste parole il Sindaco Letizia Moratti è intervenuta al 33˚ convegno annuale dell’Accademia italiana di Economia aziendale, che si è tenuto per la prima volta all’Università Bocconi.
“Il ruolo dello Stato e delle istituzioni locali – ha proseguito il Sindaco – è stato fondamentale per sostenere l’economia e stemperare le difficoltà degli ultimi anni. Un sostegno a cui hanno contribuito anche le associazioni, le imprese del no-profit, che oggi sono chiamate a svolgere un ruolo di primo piano nell’accompagnamento e nel riequilibrio del sistema sociale ed economico, e le aziende pubbliche, che devono essere in grado di offrire servizi sempre più articolati e diversificati”.
E sempre in tema di attenzione al sociale, il Sindaco ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione: “Il Comune è la cabina di regia di una realtà complessa che valorizzando le eccellenze economico-sociali costruisce, giorno per giorno, un’azione positiva e concreta rispetto ai bisogni della città. A partire dalle 170mila imprese attive sul territorio al grande sistema del welfare ambrosiano, fondato su una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato secondo un modello unico in Italia e tra i migliori in Europa che ha contribuito alla designazione di Milano come sede dell’Agenzia nazionale per le Onlus. Penso, infine – ha concluso Letizia Moratti - all’investimento del Comune nel settore del sociale e dell’istruzione, cresciuto del 6%, a cui destiniamo il 27% della spesa totale, all’housing sociale e al federalismo fiscale che ci darà modo di rispondere, con più efficacia e tempestività alla domanda di assistenza”.


L' ipocirisia comunista e' nota da sempre. Anche oggi non si smentiscono. Per definire i loro gruppi delinquenziali hanno creato il termine "centri SOCIALI". Comodo, vero?
Chi puo' avere qualcosa contro dei centri "sociali"? Passa pure per antisociale o "fascista"!
Invece queste bande sono all' opposto della socialita'. Sono prepotenti che si appropriano illecitamente di edifici altrui unilaterlmente, istituendo una sua legge privata al posto di quella stabilita dalla societa'. Quindi, se un nome devono avere, questi centri deve essere "anti-sociali" o"a-sociali".
I kompagni in questi ultimi anni hanno anche coniato il termine "occupazione", per nascondere dietro una parola edulcorata quello che e' un vero e proprio furto.
Se uno "occupa" qualcosa, che problema c' e'? Si occupano le panchine, i posti nel parcheggio... si occupano gli incarichi e le posizioni..... Si occupano gli spazi vuoti, rendendoli "pieni"... quindi, che male c' e'?
Comunque, soprattutto quelli che hanno vissuto la tirannide del comunismo e del '68, sono veramente stufi di essere presi in giro da questi fabbricanti di menzogna.
E sono stufi di vedere bande che rubano edifici altrui e ci fanno dentro quello che gli pare in barba ad ogni legge e diritto.
Sbandierando anche la cosa su siti internet che fanno apologia di reato ed istigazione a delinquere alla luce del sole.
Qui non e' questione di solidarieta' con i proprietari degli immobili, di cui non ce ne puo' fregare di meno.
Qui ad essere intollerabile per una persona onesta e' vedere l' oscenita' della esaltazione dell' abuso e della illegalita' e del furto (e della dittatura).
I noglobal dicono di fare cose "sociali". In realta' distruggono la cosa sociale e collettiva piu' importante, che e' l' onesta' e il diritto.
Dicono di appellarsi ai "poveri". Ma se un povero o un barbone trovano per strada un portafoglio pieno di soldi, sono i primi a NON VOLERLO tenere e a restituirlo al legittimo proprietario (anche se fosse Rockfeller).
Se no il povero e nullatenente non e' una persona che fa "esproprio proletario", ma un volgare ladro. Settimo NON RUBARE. Torniamo ai comandamenti di Dio!
E poi, ammesso anche che rubare edifici abbandonati (ma poi chi lo dice che sono abbandonati) sia giusto, chi decide cosa rubare e a chi darlo? Decide il circolo anarchico di via Pincopallino? Ma chi lo ha detto? Chi li ha nominati "padroni" e arbitri di questi espropri? Chi li ha delegati? In realta' sono solo dei TIRANNI.
Vogliamo un regime comunista? Benissimo, ma a decidere deve essere il popolo sovrano, a seguito di elezioni, e non un gruppetto di disgraziati non eletti da nessuno.
Infine vorrei far notare ai "Centri anti-sociali" che parlano di giustizia che le vere persona che hanno fatto opere di giustizia e aiutato i poveri, lo hanno fatto senza rubare uno spillo a nessuno e senza violare la legge.
Basti pensare a don Bosco, al Cottolengo, a Madre Teresa.... a tanti altri. A partire da Fratel Ettore che aiutava i barboni della stazione centrale. E' riuscito a farlo senza okkupare e rubare nulla.
Chissa' perche' solo i noglobal hanno bisogno di fare i banditi per esistere ?!
Ma la gente (sopratutto povera) non vuole avere niente a che fare con questi.
Che possono avere la solidarieta' solo da certi circoli intellettuali o salotti bene radical-chic.
Come al solito non sono i poveri, ma i ricchi, a sostenere la violenza.
Angelo


Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
CIVICHE BENEMERENZE. LETTERA DEL PRESIDENTE PALMERI: “RISERVATEZZA OPPORTUNA, RISPETTANDO STAMPA E CANDIDATI”
Milano, 14 ottobre 2010 – è stato fissato al 20 ottobre il termine per presentare le candidature per le Civiche Benemerenze, che verranno conferite il prossimo 7 dicembre in occasione della solenne cerimonia di Sant’Ambrogio.
Lo ha reso noto Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio comunale e della Commissione per la concessione delle Civiche Benemerenze, che ha scritto una lettera a Sindaco, assessori, consiglieri comunali e a tutti gli altri soggetti della città titolati a presentare le proposte.
“Come ogni anno, in occasione della Festività di Sant’Ambrogio del 7 dicembre – ha ricordato Manfredi Palmeri – l’Amministrazione Comunale conferirà solennemente le Civiche Benemerenze a persone ed enti che - con opere concrete nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico, con particolare collaborazione alle attività della Pubblica Amministrazione, con atti di coraggio e di abnegazione civica - abbiano giovato alla nostra Città rendendone maggiore il prestigio e servendola con disinteressata dedizione”.
“Desidero ricordarVi che, a norma dell’articolo 4 del relativo Regolamento – ha spiegato Palmeri – potete inoltrare le proposte di concessione delle Civiche Benemerenze (Medaglia d’Oro e Attestato di Civica Benemerenza) contenenti la motivazione e ogni altro elemento utile alla loro valutazione. Come già anticipato, il termine ultimo per presentare la suddetta documentazione è stato prorogato a mercoledì 20 ottobre p.v. alle ore 12.00, e sarà mia cura comunicarVi quanto prima la data della riunione dell’Ufficio di Presidenza, in seduta congiunta con i Presidenti dei Gruppi Consiliari, per la valutazione delle proposte, che avrà luogo nella terza settimana di novembre”.
Il Presidente Palmeri ha rivolto quindi un invito alla riservatezza, nel rispetto del lavoro dei giornalisti e della dignità dei candidati: “Vi ricordo altresì che, secondo quanto disposto dall’ultimo punto dell’articolo 4 del Regolamento, ciascuno è tenuto alla più assoluta riservatezza sulle proposte e sulla assegnazione dei riconoscimenti. Per questo motivo anticipo che le candidature non rispondenti, tra gli altri, al previsto requisito della riservatezza, non saranno reputate valide e non saranno quindi prese in considerazione per l’esame da parte dell’organo deliberante. Pur comprendendo che la bravura dei giornalisti possa portarli ad acquisire informazioni in merito e a pubblicarle, rimane il fatto che - per coerenza con Regolamento, modalità condivise con Voi negli scorsi anni e rispetto dei candidati - non sia opportuno produrre, di fatto, un dibattito pubblico al di fuori della sede preposta di cui ci onoriamo di fare parte. Invitando tutti a dare coerenza a quanto deciso, Vi auguro un buon lavoro nell’interesse, anche in questo caso, della nostra Città e Vi porgo i miei saluti più cordiali”.


La certezza della pena una garanzia per la sicurezza di tutti al di la dell’appetenza nazionale
Prof. Marian Mocanu, Presidente Circolo Europei per l’Italia
Dott. Marco Baratto, Referente Scientifico Circolo Europei per l’Italia
www.europeiperlitalia.it
