Partito Umanista ha Manifestato il 25 Aprile 2006
Il Partito Umanista ha manifestato il 25 aprile, un'occasione per rivendicare nelle piazze il diritto a costruire quel mondo già presente nel cuore di tutti quelli che sessant’anni fa festeggiarono la liberazione in tutta l’Italia.
Un mondo senza guerre, senza violenza, senza oppressi o oppressori... un mondo dove chiunque, per il solo fatto di essere nato, abbia diritto ad una casa, un lavoro, un servizio sanitario ed educativo gratuito e di buon livello.
A tutti un buon 25 aprile!
I Rom di Milano parteciperanno, suoneranno e volantineranno al corteo di oggi. Per chi vuole unirsi, l'appuntamento è all'uscita MM Palestro alle 14.00. Siete tutti invitati!
Morire da soli a Milano
Oggi le agenzie, battevano una notizia di "nera" d’ordinaria tristezza.
Dopo 15 giorni i Vigili del Fuoco, avvisati dai vicini, hanno rivenuto la salma di un anziano di 80 anni che è vissuto da solo.
Le cronache sono piene di questi eventi, frutto della marginalità con cui gli anziani sono lasciati soli, nella nostra città.
Un anziano, che magari per problemi caratteriali, piano piano vede allontanarsi la prima fascia di solidarietà: la famiglia, poi inizia ad isolarsi dai vicini, poi gli staccano la luce e poi il gas e poi...
Alcuni rinunciano a vivere, per tanti diversi motivi nelle loro case e accettano il ricovero, altri invece no, forse non sono nemmeno più sufficientemente capaci di chiedere aiuto, di fatto però restano soli.
Eppure in questo caso, i servizi sociali sarebbero potuti intervenire...
...Sarebbero potuti intervenire se forse l'AEM gli avesse segnalato che a quest’anziano staccavano il gas.
...Sarebbero potuti intervenire se forse l'ENEL gli avesse segnalato che a quest’anziano staccavano la luce.
Serebbero, ma così evidentemente non è andata, e un altro anziano, nell’indifferenza generale è andato.
Allora bisogna ripartire della rete sociale, una rete composta di più attori, che trovi un capo maglia che coordini realmente gli interventi, interventi che possono partire dal più semplice monitoraggio, fino ad un’assistenza domiciliare organizzata e strutturata.
Per realizzare questa maglia servono politiche sociali attente, che coinvolgano anche la popolazione residente attraverso azioni di sensibilizzazione del vicinato, la partecipazione del volontariato, ma anche le infrastrutture di servizio e ovviamente un’azione sul campo dei servizi sociali, i quali necessariamente devono essere rinforzati.
Forse l’anziano sarebbe in ogni modo arrivato al termine del suo percorso di vita, ma il suo trapasso non sarebbe stato riconosciuto dall’esalazione della morte dopo 15 giorni, ma dal non aver risposto, magari anche in malo modo, come a volte fanno alcuni anziani che s’isolano.
Perché a Milano noi vogliamo che si viva da soli bene, anche la propria vecchiaia.
La Democrazia Formale e la Democrazia Reale
Marcia per la pace 20 Maggio 2006
20 MAGGIO 2006 - DISARMIAMO LA PACE - MARCIA PER LA PACE Per il 20 maggio alcune associazione e persone della zona di Varese stanno organizzando una marcia per la pace che toccherà due pilastri dell'apparato bellico presenti in Lombardia: la BASE NATO di SOLBIATE OLONA e l'AZIENDA AUGUSTAWESTLAND di SAMARATE. Crediamo che questo momento riguardi tutti noi che abitiamo e viviamo in Lombardia.
Ci sembra quindi importante impegnarci per far assumere un rilievo regionale a questa manifestazione.
PROGRAMMA
ore 14.00 presidio a Solbiate Olona presso Comando Nato
ore 15.30 concentramento a Gallarate presso II deposito dell'aereonautica militare
(via ranchet)
ore 16.00 partenza della marcia
Arrivo previsto per le 18.00 a Samarate presso stablimenti di AgustaWestland.
Verso le 18.30 a Samarate, presso parco comunale, saluto ai partecipanti, piccolo punto di ristoro (panini e bibite) e concerto finale.
E' previsto un servizio per il rientro a Gallarate per i partecipanti alla marcia.
DISARMO in Lomabardia
Queste politiche di pace devono affermarsi attraverso scelte concrete, che vadano oltre la testimonianza, la protesta, la denuncia: per questo siamo convinte/i che si debba prendere una strada opposta a quella della militarizzazione, e questa strada è quella del DISARMO, della riduzione delle spese militari, della smilitarizzazione dei territori (a partire dal rifiuto di possedere armi nucleari)
Queste politiche hanno bisogno di leggi ma anche di un consenso che nasce dai territori, in particolare da quelli in qualche modo "coinvolti" nel sistema
della militarizzazione. Parliamo dei luoghi della produzione bellica, delle località dove esistono basi militari, porti nucleari, ecc. La nostra proposta per disarmare
i territori è una grande occasione per costruire uno sviluppo diverso di questi stessi luoghi, per orientare alternative produttive e sociali.
La campagna elettorale e strani strascichi
Sempre sulla campagna elettorale vista da un campo sosta, un pagina di diario più recente (20/04/06):
Avrei voluto scivere qualche novità sul programma elettorale visto dal famigerato campo di via Idro. Ma tra elezioni, ponti vari e amministratori pubblici (passati e futuri) sempre troppo impegnati, non si registrano cambiamenti o incontri.
In compenso, vista che nel frattempo al campo stanno ritirando (dopo anni) i loro certificati elettorali, un po' per noia e un po' per curiosità stanno seguendo il dopo elezioni nazionali. Indovinate qual'è la domanda che tutti si fanno?
... Esatto: ma perché chi ha perso non vuole riconoscerlo??
Con qualche preoccupazione in più. Dopo la Cassazione, rimangono solo i caschi blu, e visto che con quei baldi soldatini di pace le cose in Kosovo, Afghanistan, Palestina... continuano come ai tempi dei macelli, la gente è inquieta. Vaglielo tu a spiegare che l'Italia è una democrazia!
Parliamo d'altro (anzi no): sempre al campo, la signora H. ha ricevuto una gentile lettera su carta intestata del Comune di Milano. Un certo FRANCO MASSARI spiega di essere un consigliere comunale, che vorrebbe incontrare i cittadini, anche solo per prendersi un caffé. Segue NUMERO VERDE.
Nessuno sapeva dell'esistenza di questo Massari, che mai si è fatto vivo prima. Potete immaginare di quale partito sia, non andate sul suo sito se non vi piacciono quelle pagine che come si aprono partono con la musica, e coi link che funzionano quando vogliono.
Io non credo che il signor Massari legga queste pagine, ma se vi capita diteglielo voi: al campo l'ospitalità funziona ancora e per prendere un caffé non c'è bisogno di annunciarsi su carta intestata. E neanche di farsi vivi a un mese dalle elezioni.
la cooperativa Laci Buti 2
Laci Buti in lingu romaneés significa buon lavoro.
Nasce agli inizi del 1990 nel campo sosta di via Idro 62 a Milano, PERCHE' SE LE OCCASIONI NON CI SONO, BISOGNA CREARSELE.
Nel 1999 si trasforma in "Laci Buti due", sempre in una prospettiva di emancipazione, autonomia e corretta integrazione sociale della popolazione rom residente al campo. L’impegno dei soci della cooperativa è finalizzato alla ricerca di risposte reali al bisogno di lavoro.
Questo impegno si è tradotto, inizialmente, in un percorso di analisi e confronto tra i soci del "lavoro" come "bisogno"; si è rinforzata una maggiore consapevolezza nei soci del bene "lavoro" quale strumento di crescita e sviluppo della propria famiglia e della comunità, di integrazione con la cultura non Rom, di prefigurazione del proprio futuro non più vincolato al ricorso ad espedienti, questua, od anche ad attività illegali.
Si è così costituito un processo che ha generato fiducia nella possibilità di individuare ambiti e attività lavorative con reali prospettive di sviluppo e valorizzanti della specificità culturale.
L’area lavorativa individuata è rivolta alla manutenzione di aree verdi e alla coltivazione florovivaistica, la scelta è stata favorita dal possesso di competenze professionali pregresse e dalle caratteristiche dell’attività professionale particolarmente adatte quali una attività all’aria aperta e a contatto con l’ambiente naturale.
Al fine di implementare le competenze professionali esistenti un gruppo numerosi di soci della cooperativa ha partecipato nel 1999 al corso del Fondo Sociale Europeo promosso dal Settore Servizi Sociali del Comune di Milano Ufficio Nomadi e gestito dal Centro di Formazione Professionale Enaip per "Manutentori di aree verdi".
Nello stesso anno il Settore parchi e Giardini ha stipulato con la cooperativa un contratto di fornitura di piante, fiori e arbusti a seguito di iniziativa promossa dal Comune di Milano al fine di sostenere, mediante l’affidamento di contratti per la fornitura nel campo del verde, realtà operanti per il recupero di persone svantaggiate; la nostra cooperativa è stata individuata a seguito dell’utilizzo dei dati forniti e delle verifiche effettuate dal Settore Servizi Sociali Formazione Lavoro, Area Handicap e Area Giovani e Adulti.
L’opportunità accordata alla cooperativa ha sostenuto la motivazione all’impegno dei soci Rom ed all’investimento nell’acquisto di una serra di 270 mq, delle esigue risorse economiche pur di concretizzare delle reali e stabili possibilità occupazionali, inoltre ha prodotto un forte incentivo verso corrette forme di integrazione sociale favorendo la costruzione di relazioni significative con parti attive e sane della società, contrastando il fenomeno della coesione con realtà marginali e a rischio di devianza. Il positivo e graduale incremento delle attività di lavoro ha sostenuto la possibilità di dotarsi di mezzi e strumenti per elevare efficienza e professionalità nell’espletamento dei lavori assunti.
Tutto ciò ha portato la Cooperativa a sviluppare ulteriormente i propri contatti, nel 2001 è entrata a far parte del "Consorzio Cascina Sofia" un insieme di Cooperative sociali impegnate nel settore del verde. Nello stesso anno la Zona 2 ha concesso un piccolo finanziamento per acquistare alcuni macchinari; nel 2002 dopo il primo contratto stipulato con il Comune di Milano si è deciso di acquistare due camion e ulteriori macchinari.
Attualmente queste sono i principali servizi che offre la Cooperativa:
- Manutenzione delle aree verdi (taglio dell’erba e delle siepi)
Potatura piante alto fusto
Pulizia di aree urbane
Sgombero cantine e magazzini
Creazione recinzioni
Ciò nonostante è ancora necessario il sostegno di questa Amministrazione per il consolidamento delle prospettive lavorative e l’ampliamento dei lavori anche nel settore privato, dove per ora la "diffidenza" nei confronti dei Rom è ancora molto forte e radicata.
Cod. Fisc. / Part.IVA 13244160159 CCIAA n. 1341326
Milano, una città che ti espelle.
Quando ero un ragazzino le periferie di Milano erano quei quartieri, a volte graziosi ma più delle volte tristi che si sviluppavano al di fuori della circonvallazione dei filobus, quella della 90/91 per intenderci. L’ultimo pezzo della Martesana in Melchiore Gioia era ancora scoperto e quando si andava a Senago o Bresso a trovare i parenti si diceva che si andava in campagna. Oggi la periferia di Milano, se si osserva la metropoli con una veduta aerea è un’estensione d’urbanizzazione continua che ingloba molti comuni, non solo della prima fascia, ma anche della seconda e pure della terza fascia.
Una cosa comunque era certa, la periferia era abitata in grande prevalenza (escluderei San Siro e Città Studi e alcuni rioni particolari) da chi non poteva abitare, dentro le mure o appunto entro la cerchia della 90/91. Il non potere ovviamente si riferiva alle disponibilità economiche.
Oggi, molti se vogliono coniugare, stipendio e una qualità della vita accettabile, si sono trasferiti a vivere in zone più lontane ancora, come le provincie di Varese, Pavia, Lecco.
Non parlo di chi in quelle zone è nato e cresciuto, ma poi il lavoro o gli studi l’hanno portato a lavorare a Milano, ma di quella massa di milanesi, che ad un certo punto della loro vita, non sono stati più in grado di permettersi il lusso di vivere in Città, poichè il vivere in città, lì avrebbe costretti a compromessi economici tali da impoverirli.
L’idea comune che questa emigrazione forzata da Milano dei suoi figli, si il cattivo frutto del costo della casa. Ciò è vero, ma in parte.
Se vivete in città e avete un figlio piccolo in età d’asilo nido, scoprirete che anche quello è oggi un motivo di espulsione da Milano.
Già perché oggi, se siete un cittadino con una fascia di reddito medio, sarete costretto a fare due scelte se volete inserire il bambino al Nido, (…scelta che sii è obbligati a fare non per andare a giocare a tennis, ma andare al lavoro): o vi rivolgete all’offerta privata pagando, oppure se credete nella scuola pubblica e che la città debba offrire dei servizi alla popolazione per fruire di ciò siete anche disposti a pagare il massimo della retta, dovete cimentarvi in una sorta di lotteria pubblica per tentare l’inserimento del vostro “cucciolo” nel Nido Comunale, seguendo il seguente iter:
1) Chiamate un numero telefonico del Comune (due anni fa rispondevano da Bari, solo perché in India non conoscono ancora l’italiano e non possono attivare il servizio) o usate Internet, il quale vi indica il nido comunale più vicino a casa vostra e altri due nidi in opzioni a chilometri da casa vostra.
2) Presentate la domanda, e contestualmente scoprite che per il giusto criterio di graduatoria a punteggio basato sul rapporto domande e posti disponibili, avrete una possibilità di inserire il bimbo al nido nella giusta età, solo se:
a) Siete veramente poveri;
b) Siete veramente degli “evasori fiscali totali”.
Se non rientrate nelle due categorie opposte, ma formalmente uguali, entrate nel girone delle graduatorie, …con un po’ di fortuna attorno alla fine dell’anno scolastico forse vi arriverà una chiamata per sapere se non avete ancora sistemato il bambino in un nido a pagamento privato, …se non avete scelto di abbandonare l’infante nella pubblica via o se non avete optato per creare lavoro voi stessi, in altre parole riversando uno stipendio medio di uno dei due componenti della famiglia, per pagare una donna che esegua il vostro compito di sostituto genitore, mentre voi per pagare la “Tata” e i pannolini al marmocchio, vi cercate un secondo lavoro o v’inventate motivi di lavoro straordinario per tirare la fine del mese, dopo aver scoperto ovviamente che anche la vostra stessa Tata è vittima di questo infernale girone. C’è un ultima ipotesi, uno dei due genitori sceglie di smettere di lavorare, così il reddito si abbasserà a tal punto che poi sarete voi a cercare un posto come “Tata”.
Se invece siete un momento più in la della graduatoria, forse vostro figlio, al compimento del suo ingresso alla Scuola Materna, potrà essere ammesso al Nido Comunale, ma a quel punto sarete già alle prese con un nuovo girone.
Ecco allora che se avete una reddito medio, dovete far conto con il sistema d’assistenza alla prima infanzia, il mutuo e altri “chiari di luna”, con grande probabilità accetterete l’idea di fare i pendolari e opterete per trasferirvi in un ridente comune fuori Milano, dove c’è tanto verde, poche anime, una casa ad un prezzo accettabile, l’asilo nido bello e accogliente, permettendovi di avere raggiunto il giusto compromesso per una buona qualità della vita, magari (consentitemi un citazione di Paolo Rossi) il luogo scelto si chiamerà pure “Milano 15”, così per mitigare la coatta scelta di emigrare da Milano e ovviamente si troverà solo a 10 minuti di macchina dal centro di ….Pescara.
Ora se nasco e cresco a Milano, mi chiedo perché sia costretto a pensare di continuare a vivere in questo modo, …ho un’opportunità che non voglio perdere.
Scelgo di vivere Milano.
Scelgo di vivere in Milano
Scelgo Ferrante.
I Rom alla manifestazione del 25 aprile
Le foto di Dijana Pavlovic e Claudio Migliavacca