NO ALL'INCENERITORE!!!
Dal confronto tra i dati consuntivi dell’Osservatorio della Provincia di Milano e quelli previsivi del Piano dei Rifiuti del Comune di Milano, approvato il 14 novembre 2001, emergono queste osservazioni:
- Il piano del Comune di Milano si basa su ipotesi assolutamente smentite dall’andamento nel triennio 2001-03:
- Non c’è stata una crescita annua di produzione di rifiuti del 4% annua, ma nel 2002 e nel 2003 c’è stata una significativa inversione di tendenza nella produzione di rifiuti con una diminuzione del 2,5 e del 2,4%. Inoltre il dato preconsuntivo del Piano Comunale del 2001 è inspiegabilmente superiore di oltre 83.000 ton al dato reale ( e non può essere spiegato solo con rifiuti eventualmente conferiti da altri comuni).
- Nel 2003 la differenza tra il consuntivo dell’Osservatorio Provinciale e la previsione del Piano Comunale è di 192.000 ton di rifiuti prodotti in meno, valore che risulta leggermente inferiore a quello smaltito dall’impianto di preselezione di via Rubattino( 220.600 ton) nel 2003 e addirittura superiore a quello smaltito dal nuovo impianto di via Zama (155.500 ton) nel 2004.
- Il Piano Comunale prevede l’inizio dell’attività del nuovo termovalorizzatore nel 2009 (avendo scelto la localizzazione del sito nel dicembre 2002) con lo smaltimento di 259.800 ton: anche applicando gli stessi tassi di crescita di produzione dei rifiuti del Piano Comunale – vale a dire più del 3% annuo – nel periodo 2004-2009 al dato consuntivo reale del 2003, l’eccedenza da smaltire nel 2009 sarebbe di solo 27.000 ton.
- Anche ipotizzando di smaltire i fanghi prodotti dai 3 depuratori con il termovalorizzatore (e questa soluzione tecnica non è l’unica e neppure la più economica) ci sarebbero altre 40.000 ton/anno (secondo la relazione del consulente del Commissario Alberini di aprile 2002 : 18.000 ton/anno a Nosedo, 13.000 ton/anno a Milano Sud, 7.000 ton/anno a Peschiera ) da aggiungere alle 27.000 di sopra.
- Il Comune di Milano ipotizza nel suo piano una raccolta differenziata pari al 34.1%, 34.6% e 35% nel triennio 2001-2003, mentre i dati consuntivi sembrano indicare valori attorno al 29%. Al di là della necessità di spiegare questa differenza di dati, si conferma lo spazio per migliorare la raccolta differenziata a Milano, senza eccedere in demagogia.
Un punto percentuale di raccolta differenziata in più vale, per Milano, circa 8.000 ton/anno di rifiuti da sottrarre all’eventuale secondo termovalorizzatore.
- I dati sopra possono essere sensibilmente modificati solo in presenza di tassi di crescita annua superiori al 3% ( l’ipotesi del piano comunale, già abbondantemente smentita nel biennio 2002-03) oppure da una strategia commerciale aggressiva di AMSA di acquisizione di quote consistenti di rifiuti prodotti altrove.
La stessa direttiva europea 76/2000/CE considera questi impianti pericolosi in quanto emettitori di diossine (ben il 70%!).
E’ possibile pensare ad una filiera alternativa dei rifiuti? SI!
Le alternative tecnologiche per il trattamento dei rifiuti esistono e si usano già in altri paesi del mondo. Esistono oggi dei separatori di rifiuti meccanizzati dalle capacità sorprendenti. Una volta separati i rifiuti costituiscono la vera ricchezza. Penso al trattamento dell’umido per ottenere composti umatici (non compost) per l’agricoltura. Inoltre questo tipo di impianti permette il riutilizzo degli scarti di macellazione ed ittici (scarti che altrimenti hanno un elevato costo di trattamento), il riutilizzo dei fanghi di depurazione delle acque.
Penso al riutilizzo di gomme e plastiche per l’ottenimento di gas e benzine utili in impianti per la produzione di energia elettrica. Penso al riutilizzo della carta non contaminata per produrre nuovamente quaderni, giornali, etc.; ed all’utilizzo della carta contaminata per ottenere pasta di cellulosa per pannelli fonoassorbenti. Insomma soluzioni tecnicamente valide ed economicamente più vantaggiose esistono
Spazio Libero per esprimere le vostre opinioni.
Questo spazio lo lascio libero e non vincolato ad alcun tema per consentire a voi tutti di esprimere liberamente opinioni, suggerimenti, lamentele, idee.
Partecipare e far sentire la propria voce.
Francesco Arena
troppi pali e panettoni
tempo e manutenzione dei rapporti interpersonali e sociali
Il tema sul riutilizzo o riconquista del tempo nella città è strettamente legato al tema del riutilizzo delle risorse e degli spazi urbani.E' per certi versi tema sfuggente e forse troppo "politicizzato" nel senso peggiore del termine.
Io vorrei buttarlo giu' lì come tema di discussione, al fine però di passare dalla filosofia all'azione. Allo scopo di uscire da un ragionamento fazioso e "politicante" e passare a discussioni reali fatte da gente che come me e come Voi vive la città e sente la necessità di migliorarne la qualità della vita.
Per me riconquistare il tempo significa: avere a disposizione tempi fagocitati dalla città per ricostruire relazioni sociali e percorsi individuali di crescità.Cosa significa per voi riconquistare il tempo?
Vi segnalo un link di un progetto del ministero dell'ambiente ed aspetto vostre segnalazioni su altri progetti o su idee inerenti al tema.
http://www.cittasostenibili.m
Spero moltissimo che questo spazio sia attivo per molto tempo anche dopo le elezioni, sarebbe fantastico poter continuare a parlare e a confrontarci su questi argomenti e sarebbe ancora meglio riuscire a portare avanti un progetto anche piccolo che possa essere la prima pietra di un grande edificio. Io ci mettero tutto il mio impegno.
Francesco Arena
Parliamo degli spazi nella città.
Avete mai riflettuto su come la fame di case e e la crescita spaventosa di alcune grandi città abbia negli ultimi 30 anni modificato gli spazi della città e soprattutto glu usi ed i costumi dei quartieri e dei loro abintanti che nella città non solo producono ma soprattutto vivono. Storie di businnes che incrociano e di di famiglie, di gruppi o di singoli. Le due realtà sembrano scontrarsi e spesso scambiarsi l'un l'latra il ruolo di vittime o carnefici. O affari o vita sociale. Questa visione di guerra fra esigenze diversa puo' essere superata, specie oggi che la riconversione economica di alcune aree lascia ampiispazi fisici per riconsitire alla società di appropiarsi degli spazi vitali al suo sviluppo.
Che pensate di questo tema? So che e' quesi pretenzioso parlare di questo per un candidato ad un cosiglio circoscrizionale, ma ciò che mi preme realmente e di avviare una discussione sul tema, mi preme grandemente di creare una coscienza sulle possibili soluzioni...fare politica e' anche questo: cominciamo a parlarne pian pianino qualcosa riusciremo a costruire insime.
Vi segnalo un link a mio avviso molto interessante, idee "audaci "su utilizzo e riutilizzo degli spazi urbani, in particolare vi invito a cliccare il progetto ian+sportcity, il settimo a partire dal fondo.
http://architettura.supereva.
Ed ancora un altro link abbastanza tecnico ma molto interessante per il progetto Metàpolis
http://www.iaacat.com/html/ht
Scrivete quache commento, raccontatemi di qualche esperienza significativa di cui siete a conoscenza, magari segnalate anche qualche sito .
Servirà a me, a Voi, a noi tutti per crescere.
Francesco Arena
Democrazia è innanzitutto partecipazione.
Cari Amici, essendomi occupato in varie circostanze ed a vario titolo di Nuovi Modelli per le Pubbliche amministrazioni, ho di recente focalizzato la mia attenzione sui nuovi metodi di partecipazione alle scelte politiche.
Sapete che alcuni comuni della Nuova Zelanda danno la possibilità ai cittadini di scegliere i servizi in quantita e qualità collegando la scelta all'imposizione fiscale? Facendo un esempio banale si chiede alla gente vuoi una piscina olimpionica in più in quartiere a fronte di un aumento dell'ICI del 3%?
Che ne pensate di questo modello?In che modo e con che mezzi sareste disposti a partecipare alle scelte politiche? Il voto e fondamentale di certo, ma bisogna andare oltre!avreste interesse a questionari mensili su qualità dei servizi? A votazioni elettroniche? a mettermi in gioco in prima persona per sponsorizzare nuove iniziative?
Vi segnalo un link di un comune neozelandese molto interessante, un grande esempio di Democrazia Partecipativa web oriented
Mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni e misurare così il Vostro grado di interesse rispetto ad un modello di partecipazione che a mio avviso rappresenta un ineluttabile ma fortunato futuro.
Cordialmente
Francesco Arena
Sono un pensionato al minimo, e non o telefonor ne compiuter
Parlo unaltra volta....., il senter qui dove io mi collego sta ghiudendo ci sentiremo unaltra volta , di giorno sono tutto preso per lasciare i miei santini nelle caselle della posta.
La dignita rubata non si abbandonano gli anziani come se fossero dei cani rognosi.
Mi e difficile capire una societa che abandona gli anziani invalidi al loro destino., cosi come facevano tutte le tribu indiane., i Ceien', i Cheroche ,gli Apache etcc ecc. (l'originario popolo americano. Noi in italia che d'allapparenza ci sembriamo evoluti alla fine adoperiamo lo stesso sistema con Gli invalidi sopra ai sessantacinque anni.
Questa legge scritta da persone senza scrupoli da politici senza alcuna umanita, vige a tuttoggi in italia nella regolamentazione dei sussidi., per incentivare i bassi redditi degli invalidi. se un invalido sotto ai 65 anni fa domanda per avere l'integrazione allo stipendio che non supera i 13.350 euro annuali, ad esso viene concessa (Esempio) se unaltro anziano che a superato i 65 anni di eta perde tutte due le gambe sotto un treno., oppure le braccia, pur prendendo la meta e meno della meta, di euro. esempio 5,000---- 6000 euro annuali, ad essi per decreto legge viene negato, rifiutato , tale aiuto ,concesso agli invalidi piu giovani.
questo a mio avviso e un disonore una macchia, un'onta che ricade sull'italia tutta e su tutta la gestione della politica italiana., che io Armando Crocicchio voglio assolutamente dal mio piccolo scranno, cambiare.
Per una Milano a misura di Studente
Milano è una città a spiccata vocazione universitaria. In città sono attivi 9 atenei e la sola Università Statale ha 65.000 iscritti, più degli abitanti di un capoluogo di provincia come Mantova. Eppure poco si parla di cosa fare per migliorare la vita degli studenti, milanesi di residenza solo nel 25% dei casi.
La crescente integrazione tra gli Stati europei aumenta la mobilità dei cittadini, esaltando la competizione e costringendoci, di fatto, ad un esame di coscienza. Nei paesi Scandinavi i giovani crescono in un sostanziale bilinguismo. L’Olanda è prima in Europa con una diffusione di internet 3 volte maggiore che in Italia. Nei paesi Baltici ci si laurea presto e a 30 anni si aprono aziende e si diventa ministri. Da noi, solo per citare qualche dato dell’Università di Milano, il 56% degli immatricolati a Scienze Politiche non arriva al terzo anno di corsi e per conseguire una laurea “breve” è necessaria una media di 8 anni!
C’è quindi ancora molto da fare. Gli studenti hanno bisogno di risorse, specie se non lavoratori. Hanno bisogno di alloggi, specie se provengono da fuori città. Hanno bisogno di servizi.
Milano e l’Italia, consapevoli delle proprie eccellenze, non devono avere vergogna nell’ispirarsi a quanto fatto altrove.
Prendiamo il Prestito d’onore in Gran Bretagna. Nel 2002 più di 800.000 studenti hanno ricevuto un prestito, l’80% dei richiedenti. Percentuali lontane dalle briciole dei nostri ISU. Il sistema prevede l’erogazione in tre rate di un massimo di circa 7.500 euro annuali. L’ammontare viene restituito dallo studente una volta inserito nel mondo del lavoro con versamenti tra i 10 e i 100 euro mensili a seconda del reddito. Al debito non sono applicati interessi ma solamente la rivalutazione sul tasso di inflazione. A questo bisogna aggiungere borse di studio per libri, vacanze, eventuali figli a carico. Le alte spese per l’università sono quindi fortemente indennizzate.
A Parigi, come nel resto della Francia, per fare fronte all’alto costo degli affitti, chiunque si può rivolgere ad uno sportello del CAF. Anche gli studenti Erasmus. Presentando un modulo di autocertificazione indicante il proprio reddito, i dati della casa in affitto e il numero di coinquilini si possono ricevere anche 150 euro al mese per ogni richiedente, anche se l’appartamento è condiviso. Il Comune provvede ogni mese ad una verifica presso il proprietario, aggiorna il calcolo dell’ammontare dovuto e provvede al bonifico. I soldi infatti vengono versati direttamente in banca, il che ci permette di aprire un capitolo che per un italiano ha dell’inconcepibile: i conti correnti non costano nulla. Nulla l’apertura, le operazioni, la chiusura. Niente tasse. Ma non è l’unico settore che potrebbe farci implorare una francesizzazione del nostro mercato. France Telecom, ex monopolista di Stato della telefonia, consente, con un canone mensile di meno di 100 euro, di navigare a banda larga senza limiti e soprattutto di telefonare senza alcun costo aggiuntivo ai fissi e ai cellulari in tutta Europa! La compagnia Noos ha tariffe ancora più competitive, roba da farci gridare al complotto.
Un altro paese delle meraviglie è la Finlandia, dove uno studente, anziché pagare l’iscrizione all’Università, viene pagato per studiare. Si può scegliere di abitare negli alloggi del campus e gli studenti, specie se stranieri, sono considerati dei vip. Per capire la differenza di mentalità per ciò che riguarda gli studi di alto livello, basta citare il caso dell’Università di Copenaghen. Lì la biblioteca non chiude mai. Con il proprio tesserino gli studenti possono accedere a qualsiasi ora al tavolo personale che gli è stato riservato, con luce e connessione a internet. Questione di cultura e non solo, in un ateneo dove esiste una living room di fianco ad ogni aula.
Insomma, l’elenco potrebbe essere ancora lungo e toccare il tema della mobilità, con la carta mensile gratuita in dotazione agli studenti di San Pietroburgo o con i mezzi di Madrid che non si fermano mai, nemmeno di notte.
Tutte occasioni per riflettere su quanto si potrebbe fare per rendere migliore lo studio e quindi per tornare ad investire sul futuro. Le soluzioni ci sono già. Basta mettere da parte un po’ di orgoglio e guardare oltre confine. La sfida europea serve anche ad aiutarci in questo.
IL PASSATO CHE RITORNA